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Autore: _fioredineve_    12/08/2017    1 recensioni
[...] "Hai visto mamma e papà?" chiese poi lei, speranzosa di una risposta positiva "Loro..." lo sguardo del fratello era cambiato, gli occhi celesti gli si riempirono di lacrime ma sembrò trattenerle con tutte le sue forze "Fateci passare!" entrambi vennero spintonati mentre due barelle bianche e con due corpi coperti dai teli venivano trasportati all'interno della Sala "Michael..." il ragazzo non rispose, annuì solamente "Non è vero..." sussurrò appena, un suono così leggero da non essere udito neanche in un canyon "Non è vero..." la voce si alzò, gli occhi scuri come l'ebano fissi in quelli celesti del fratello [...]
Genere: Avventura, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Antonin Dolohov, Famiglia Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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quarto capitolo
Quarto capitolo

Correva affannato tra gli alti alberi di quel bosco buio, in lontananza udiva il vociare degli auror che si dividevano in squadre. L'avrebbero acciuffato prima o poi. Il braccio ferito non gli permetteva di lanciare in modo corretto gli incantesimi. Si fermò poggiandosi con le spalle contro un albero, il vociare si faceva più vicino, si guardò intorno alla ricerca di un posto in cui nascondersi; lo sguardo gli ricadde su un rovo di piante rampicanti che con eleganza coprivano la bocca di una grotta. Velocemente si rifugiò al suo interno addentrandosi tra il buio e la puzza di acqua stagnante.
"Lumos" sussurrò compiendo con calma un semplice movimento della mano, dalla punta della bacchetta partì un piccolo lampo di luce bianca che illuminò tutto l'ambiente circostante: constatò di essere abbastanza lontano dall'entrata della grotta; continuò a camminare per un po' trovando un piccolo posto asciutto. Con l'aiuto della magia cercò di adattarsi al posto in cui si trovava accendendo un piccolo fuoco per scaldarsi, all'interno della grotta si gelava, a stento riusciva a percepire le dita delle mani.
Si accomodò sul giaciglio fatto di foglie estraendo dalla tasca una pergamena ripiegata accuratamente molte volte, era una lista di nomi ed i suoi occhi piccoli e neri scorrevano velocemente su di essi: la discendenza della famiglia Strange si stagliava in tutto il suo splendore in quei nomi scritti elegantemente con inchiostro nero, un contrasto evidente visto il colore candido di quella pergamena.
Accanto ad ogni nome vi erano scritte le abilità di chi ne aveva. Continuò a scorrere verso il basso cercando le persone che avevano quel dono, gli Strange erano conosciuti per quello. Lucinda Strange, lei, lei aveva quel dono; sorrise sadico, aveva ciò che voleva. Scendendo maggiormente con lo sguardo notò che anche l'ultima arrivata aveva lo stesso identico dono.
Aveva deciso, l'indomani si sarebbe recato nella dimora delle due ragazze, una delle due sarebbe stata costretta a seguirlo, con le buone o le cattive.

Ripensava e ripensava alle parole della nonna, non riusciva a trovarne un nesso logico.
Nonostante fossero passati quattro giorni da quella sera, le parole della donna anziana le risuonavano ancora in testa, dinanzi agli occhi non vedeva altro che quelle parole impresse con inchiostro nero su quel libro ingiallito dal tempo.
"Che vorrà dire?" sussurrò confusa togliendo le foglie secche e rimettendo in sesto alcune piante. Il sole, quella mattina, batteva in modo incessante e ciò non le piaceva per niente: il calore la stressava e tutti i fiori sembravano appassire ancor più in fretta.
"Lucy, Lucy, vieni!" urlacchiò divertita Sophie attirando l'attenzione della sorella maggiore "Arrivo" rispose lei sorridendo, era felice di poterla vedere ridere e scherzare con i bambini della sua età fuori al negozio, e poi con Mike come balia era certa si sarebbe divertita.
Fin da quando era solo un fagottino entrambi i fratelli maggiori si sono presi cura di lei, raramente bisticciavano tra loro e quella volta che accadeva era semplice poter fare nuovamente pace.
Avendo tre caratteri del tutto differenti - tranne per la dolcezza e gentilezza, a quanto dicevano i loro genitori - tutti si aspettavano fossero quei classici fratelli litigiosi. Ma, una volta visto il loro legame ognuno di loro si è sentito in dovere di rimangiare le parole pronunciate.
Michael era sempre stato un ragazzo comprensivo, educato, senza peli sulla lingua, molto estroverso, allegro e con un gran senso dell'umorismo.
Lucy, invece, è sempre stata una ragazza molto timida, sincera, introversa, sempre sorridente e con tanta voglia di imparare e scoprire.
La più piccola, Sophie, aveva ereditato solo poche cose dai fratelli maggiori: la dolcezza, la curiosità e l'essere solare.
Una volta uscita dal negozio venne colpita in pieno dalla luce accecante del sole, tanto forte che fu costretta a portarsi una mani dinanzi al viso usandola come visiera per far ombra e poterle consentire di vedere cosa aveva davanti.
"Guarda"  Mike le fece un cenno col capo mostrando alla ragazza un cesto di fiori: c'era da dirlo, Sophie pur essendo così piccola se la cavava bene con le decorazioni floreali.
"Che meraviglia" sussurrò la voce di un ragazzo, tutti e tre i fratelli alzarono lo sguardo ritrovandosi dinanzi, nuovamente, quel ragazzo dai capelli rossi simili al tramonto.
Aveva sul viso un sorriso scherzoso, nonostante Lucy vedesse una patina di tristezza su quegli occhi identici a quelli del fratello, timidamente ricambiò il sorriso "L'ho fatto io!" rispose fiera la bambina, scuotendo il capo dai lunghi capelli dorati, come il sole. Il suo piccolo sole.
Il ragazzo si avvicinò facendosi spazio tra tutti quei bambini vivaci e si abbassò all'altezza della bambina lasciandole una carezza sul capo "Sei veramente brava, complimenti" Sophie sorrise di cuore, era uno di quei sorrisi che riservava solamente ai suoi fratelli e ai suoi genitori.
A Lucy si scaldò il cuore a quella vista.
"Posso esserti utile?" chiese gentilmente Mike richiamando la sua attenzione "Sì, ecco..." prese dalla tasca posteriore dei pantaloni un fogliettino maltrattato "Mio fratello vorrebbe un cesto, di nuovo" e sorrise, questa volta era un sorriso ironico.
Nonostante quel caldo Lucy non riusciva a comprendere come facesse quel ragazzo ad avere quei pantaloni marroni e lunghi abbinati a quella maglietta a mezzemaniche bianca, si sentiva soffocare al suo posto.
Più lo guardava, più aveva l'impressione di averlo già visto in passato.
"Sai come lo vuole o a cosa gli serve?" chiese lei facendogli segno di seguirla all'interno del negozio, l'aria era così profumata al suo interno, riusciva a rilassarla.
"Sinceramente non ne ho idea, so che ha litigato nuovamente con la sua ragazza, magari qualcosa in segno d'amore" proferì lui scrollando le spalle. Lucy sorrise prendendo  un piccolo cesto in vimini tondo, come una sfera.
"Allora useremo come fiore esterno  questo, il Lillà" afferò tra le piccole mani alcuni fiori, piccoli e di un colore rosa chiaro scuro e, dopo aver posizionato  una spugna bagnata nel centro del cesto, vi incastrò delicatamente i rami "Ora inseriremo qualche Gerbera" molto diversa  dal primo fiore, molto più grande, simile ad una Margherita e dalle sfumature di rosa dirette verso il bianco, compì gli stessi movimenti di prima "Ed infine questo, il Giacinto" prese qualche ramoscello composto da una decina di fiorellini bianchi e li fissò al centro della composizione. Soddisfatta alzò il capo, sorridendo al ragazzo che la guardò sorpreso "Posso chiederti il perchè hai scelto questi?" domandò curioso, lei arrossì "Vedi, tutti e tre stanno a significare 'amore', ma ognuno  di loro in modo diverso: il Lillà rosa sta a significare 'palpiti d'amore'" disse indicandolo "La Gerbera rosa sta a  significare 'ammirazione sincera', e quest'ultimo..." disse indicandolo e sfiorandolo appena "... sta a significare 'bellezza'" concluse aggiustando qualche fiore in disordine nella composizione.
"Conosci ogni loro significato?"
"No, non tutti, ma abbastanza. Ho avuto un po' di tempo libero durante gli anni scolastici e li ho passati a studiare i fiori" e poi, come un fulmine a ciel sereno, si ricordò dove e quando l'aveva  visto: durante i suoi anni ad Hogwarts.
"Anche tu hai frequentato Hogwarts?" le chiese e lei annuì, forse con un po' troppo entusiasmo "In che casa eri?"
"Grifondoro"
"Quindi siamo compagni di casa" disse lui sorpreso, lei annuì nuovamente porgendogli il cesto "E tuo fratello?"
"Era un Tassorosso"
"Eppure non mi sembra di avervi mai visto" Lucy non si sorprese: passava poco tempo in Sala Comune e non era tipo che amava attirare le attenzioni.
"Comunque mi sembra giusto presentarmi, George, George Weasley" gli porse la mano che lei afferrò imbarazzata: poteva percepire il calore della sua mano, molto più grande e ruvida della sua. 
"Lucinda Strange, ma puoi chiamarmi Lucy, piacere" ad interrompere quel momento di  tranquillità fu un rumore assordante, simile ad un'esplosione.
Ill cuore le salì in gola, sentiva il petto esploderle. Vide George correre verso l'esterno e non se lo fece ripetere due volte neanche lei: dinanzi a loro c'era  un uomo incappucciato, completamente vestito di nero. Il suo primo pensiero fu quello di cercare Mike e Sophie, trovandoli poco più avanti. Molta gente allarmata era arrivata ad affollare la stradina, tra loro c'erano sia maghi che babbani.
"Maledizione" mormorò tra le labbra George, attirando la sua attenzione. Era fermo sotto l'usciò del negozio, le copriva la visuale alla sua sinistra lasciandole libera quella a destra. Entrambi portarono le mani verso le tasche posteriori dei pantaloni, Lucy slacciò la piccola borsetta dove metteva la bacchetta e l'afferrò "Chi di voi è Lucinda Strange?!" il tono arrogante e freddo la fece raggelare, guardò Mike che ricambiò il suo sguardo, facendo cenno di no con la testa.
"Se non verrà fuori entro un minuto, farò saltare in aria questo posto" Lucy deglutì muovendo qualche passo in avanti, il braccio di George le braccò la strada, con sguardo infuocato guardava verso quella figura incappucciata "Credo debba mostrarti tu per primo, non credi?" una risata riempì l'intera area affollata, il vociare delle persone  aumentò.
La figura abbassò il cappuccio rivelandosi.
"Antonin Dolohov, al tuo servizio" fece un finto inchino deridendo il ragazzo rosso.
"Quindi tu saresti...?" continuò l'uomo "George Weasley" rispose ringhiando "Ah, quindi sei tu quel George" si conoscevano?
"Quel George...?"
"Tuo fratello, prima di morire, ha mormorato il tuo nome" il cuore le si bloccò nel vederlo muoversi velocemente e  colpirlo con uno stupeficium, l'uomo sbattè contro un passante che arrestò la sua caduta, ammorbidendola di poco.
"Questa è la resa dei conti" ringhiò tra i denti George.

Ed eccomi qui!
U
ltimamente l'ispirazione è tornata, e sì, so come mandare avanti questo momento!
Ve lo aspettavate? Scommetto di sì, ormai sono abbastanza prevedibile lol
Comunque sia, vedo che le letture aumentano, e non mi dispiace sia chiaro, ma vorrei anche qualche parere, sul serio.
Vi ringrazio perchè la seguite e  l'aggiungente nelle vostre liste.

Ma, tornando al capitolo: cosa vi aspettate?
Supposizioni? Idee?
Sappiate che nel mio cervellino è tutto pronto pronto, devo solo finire di metterlo per esteso.
Grazie ancora.

Vera.
   
 
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