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Autore: FlameWolf    15/08/2017    6 recensioni
Non so da dove provenga, né perchè abbia scelto proprio me, ma è mia e non abbandonerà mai, neppure nel mio giorno più oscuro.
Genere: Angst, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Contrattacco - Quinta serata

 

Unleor “L'oscuro” Mizzard, tributo del distretto 2 (Negromanzia), Arena (area occidentale)

 

Ci siamo, manca davvero poco. Siamo rimasti solamente in dieci, il mio momento è vicino. Mi sono preparato un'intera vita per affrontarlo, e ora ho paura di fallire. Temo il mio lato umano, quello che ha sconfitto perfino mio padre. So già che la mia prova costituirà in quei due ragazzi. Cosa ne farò di loro? Matt è stato con me fin dall'inizio, ne abbiamo passate tante insieme, e mi fido ciecamente di lui; mentre Xene mi ha salvato quando avrebbe potuto uccidermi, poco importa se le sue azioni rimangono per me ancora un mistero. Gli devo la vita, deve pur valere qualcosa, no? Sapevo che sarebbe stato complicato, ma non così tanto. Io non voglio...

Mi sento scuotere per la spalla, e mi vedo costretto a riaprire gli occhi. Mi ritrovo davanti Matt, visibilmente agitato. “Cosa succede?” gli chiedo.
Per tutta risposta mi indica a sinistra. Mi volto. Dove prima c'era il mare, ora c'è solamente una landa desolata fatta di sabbia e sassi. Tutta quell'enorme distesa d'acqua sparita nel nulla da un momento all'altro. “Perché?” mi chiedo scioccamente ad alta voce, quando la risposta è più che ovvia. Così facendo ci hanno indeboliti, Matt non è più in grado di combattere.

Xene però fornisce un'altra spiegazione interessante, non necessariamente in contraddizione con la mia “Capitol vuole ricordarci che non dobbiamo sottovalutarla” afferma con tono assorto. Alzo il sopracciglio. Cosa significa?
“Perché? Qualcuno lo sta facendo?” gli domanda Matt anticipandomi.
Xene non risponde subito, ma alza lo sguardo verso una delle telecamere lì vicino. “No” dichiara all'improvviso “Sappiamo con chi abbiamo a che fare”.
Ci siamo, un'altra delle sue uscite enigmatiche. Ci sta nascondendo qualcosa, e ciò mi rende nervoso. “Xene” lo chiamo aggrottando la fronte “A cosa ti stai riferendo?”.
Il rosso si rivolta verso la telecamera, non nascondendo una certa ansia “Fidati di me, dobbiamo trovare la mia vecchia squadra ed unirci a loro. Ci serve un portale per la foresta”.
Ci ha accennato a loro, la ragazza innocua dell'otto e il ribelle del sette. Non penso di avere dei problemi con la prima, ma Icarus non mi è mai piaciuto. Troppo spacciato per i miei gusti. Non credo poi che un'alleanza di cinque persone abbia un qualche senso a questo punto dei giochi. Dovremmo discuterne con calma e... ma che dico? Non esiste una soluzione. Ci rimane solo il sangue, ma... la sola idea... fa così male!
Sento qualcosa che mi afferra per la caviglia e mi fa sprofondare verso il basso. Faccio in tempo a cacciare un urlo, e a vedere Matt e Xene che provano a lanciarsi verso di me. Poi l'oblio.

 

La prima cosa che mi colpisce è il forte odore di alcool denaturato, talmente prepotente da farmi tossire. Apro gli occhi a fatica, e scopro che mi trovo in una stanza bianca insieme a tre persone. Due indossano la divisa tipica dei rinnegati, mentre il terzo, quello al centro, è un giovane ed elegante biondo. È seduto su una sedia, con la caviglia sinistra appoggiata sul ginocchio destro. Ha l'aria spavalda e sicura di sé.
“Chi sei?” gli domando mentre mi rialzo.

Il biondo sorride compiaciuto “Blake Ernest Reed III, erede dell'impero Reed e nuovo primo stratega”.
Spalanco gli occhi dallo stupore. Cosa? Che ci fa il capo-stratega davanti a me? Per quanto mi ricordi non è mai avvenuta un'interferenza del genere. Cosa sta accadendo?
“Ti vedo confuso” osserva lui.
“Lo sono alquanto... signore” replico dando un'occhiata alle sue guardie del corpo, entrambe enormi come due armadi.
“Lo sono anch'io” mi confessa con aria pacata “Mi stavo godendo la vita quando il presidente in persona mi ha contattato per prendere all'improvviso il posto del mio inetto predecessore. E ho pensato: perché no? Ma sai, non è mai facile il primo giorno di lavoro. Hai sete, Unleor?” mi chiede.
“Sì, in effetti” replico continuando a non capire.
Blake batte le mani, e subito dopo entra una senza-voce con in mano un bicchiere di vino rosso. Allungo la mano incerto verso la bevanda.
“Bevilo pure” mi incoraggia il primo stratega “È tutto tuo, ovviamente offre la casa”.
Annuisco e bevo un primo sorso. Mi piace il sapore, è senza ombra di dubbio il miglior vino che abbia mai assaggiato. “Dove sono?” chiedo.
“Nelle catacombe dell'arena, lontano dalle telecamere. Sei ufficialmente morto, e vedremo se lo sarai ancora per molto”.
“In che senso?” chiedo allarmato. Non mi piace quest'uomo, c'è qualcosa di perverso il lui. Sembra calmo, ma gli avverto un incendio dentro.
Blake sospira annoiato “Volevo proporti un patto. Ho letto molti rapporti su di te. Sei uno studente brillante e un ottimo guerriero, con un profondo desiderio di conoscenza e riscatto, è corretto?” domanda, ma in realtà non vuole una conferma da parte mia dato che riprende a parlare senza neanche guardarmi. “Posso darti tutto ciò che vuoi. Ad esempio posseggo la formula di un antico incantesimo che ti insegna a parlare con i spiriti dell'aldilà. Tu non hai mai conosciuto tuo padre, giusto? È morto poco prima che nascessi”.
Quell'incantesimo... sapevo che esisteva realmente! Dicevano che era solo una leggenda. Quante cose potrebbero cambiare se ci mettessi sopra le mani? Poter interrogare i nostri avi in qualunque momento, conoscere dettagli della storia finora sconosciuti... poter dialogare finalmente con papà... sarebbe un sogno, troppo bello per essere vero.
“Cosa vuoi in cambio?” chiedo scettico.
Blake rimane in silenzio per un po', studiando ogni mio minimo movimento od espressione “Che tu torni là sopra ed uccida tutti. Capitol ha bisogno del suo araldo. Non fare quella faccia Unleor” si interrompe notando il mio gelo “Era il piano fin dall'inizio. Insomma, sapevi benissimo che sarebbe finita in questo modo. Dai coraggio” mi incalza allungandomi un rotolo bianco estratto dalla sua giacca “So che lo vuoi”.
È vero, ha ragione. I giochi si vincono in un'unica maniera, è non è di certo attraverso una via limpida. Ne rimarrà solo uno, e quella persona sarà ricompensata con onore ed ammirazione in quanto ha sconfitto la morte...

 

Sconfiggere la morte?” replica mia madre”Non si può, si può solo sfuggirle il più a lungo possibile. La fine è inevitabile, conta solo il percorso che fai nel frattempo. Vorrei che anche tuo padre l'avesse capito, invece si è fatto sopraffare dal panico e ha massacrato tutti i suoi alleati. Capisci? Fino a due sere prima ridevano e scherzavano insieme”.
Fisso il pavimento. Me lo ricordo, ho visto di nascosto la replica. È stato orribile. “Credi che papà fosse una cattiva persona?” le chiedo.

Mia madre scuote la testa “No, credo avesse solo paura e ha agito di conseguenza”.
Ma lui sorrideva mentre lo faceva..” sussurro debolmente. Continuo a ripensare a quel ghigno mentre spaccavo il cranio di quel povero ragazzino. Come ha potuto goderne?
Hai visto il video? Ti avevo detto di non farlo!” mi rimprovera lei per poi sospirare “La paura l'ha condotto alla rabbia, e la rabbia alla distruzione. Non essere come lui”.

 

Faccio un passo indietro. Cosa sto facendo? Uccidere Matt e Xene dopo tutto quello che è accaduto? Cosa ci sarebbe di onorevole nell'uccidere loro o gente perduta come Lily Clark? Ma quale eroica impresa? È solo una mattanza. “E se mi rifiutassi?” domando.
Blake mi sorride amorevole, estrae la pistola e mi spara in pieno petto. Cado su un ginocchio, il respiro mi viene a meno. Mi artiglio il petto e sangue scivola denso e caldo tra le mie dita. Boccheggio alla disperata ricerca di ossigeno. Macchie d’ombra oscurano il mio campo visivo.

“Ci tocca passare al piano B. Che peccato Unleor, eri un giovane di belle speranze” commenta Blake in piedi accanto a me. L'ultima cosa che vedo è la sua pistola che punta verso la mia fronte.

 

Brad “Il Rosso” Johnson, tributo del distretto 11 (Piante), arena (Area orientale)

 

Mi lecco le labbra con gusto, assaporando fino in fondo il gusto travolgente del sugo e della carne. Giuro solennemente che non ho mai mangiato nulla di più buono di questo piatto. Avrei voluto avventarmi e divorarlo tutto in un sol boccone da quanta fame avevo, ma non era il caso sapendo che a breve mi aspetterà un nuovo digiuno.
Finisco a malincuore l'ultimo boccone di lasagna ed inizio a leccare il piatto, mentre Kalani rutta in maniera fragorosa.

“Come sto bene!” commenta massaggiandosi lo stomaco “Anche se un po' d'acqua non mi dispiacerebbe”.
Annuisco lanciando una breve occhiata alla bottiglia finita un paio di ore fa. “Concordo, e visto che ci siamo vorrei anche un letto comodo con un bel ragazzo dentro”. Kalani sorride divertita per un solo secondo, per poi diventare improvvisamente seria. “...e dei panni puliti, una doccia, delle scarpe nuove, e...”
“Stai zitto, Brad!” mi ammonisce severa.
Provo a tendere le orecchie ed avverto qualcuno che si avvicina. Una... no. Due persone. Mi alzo in piedi di scatto in preda all'ansia, mentre Kalani si mette già in posizione di difesa. Chi potrebbe mai essere? Siamo rimasti così in pochi...

Due uomini ci raggiungono. Entrambi indossano la divisa bianca dei rinnegati. Mi guardo intorno spaesato, non capisco. Cosa ci fanno loro qui? “Kalani, hai visto?” le domando ricordandomi in ritardo che è cieca. La mia amica stringe le palpebre a mo' di rimprovero “Cioè...” balbetto imbarazzato “Sono due rinnegati!”.
Kalani abbassa le braccia sconvolta “Cosa!?” esclama irritata per poi rivolgersi verso i due uomini “E voi che ci fate qui?”.

“Non c'è scritto da nessuna parte che gli strateghi non possano utilizzarci” le spiega quello più anziano, un signor stempiato sulla cinquantina.
“Sì invece!” controbatte Kalani con rabbia, ma purtroppo ha torto. Ufficialmente gli Hunger Games hanno solo la regola della possibilità di farsi volontario. In aggiunta a quella di non poter fuggire, o di non poter mangiare carne umana, o di non parlare male del regime in diretta... ora che ci penso ci sono un sacco di regole! Merda, la mia moretta ha proprio ragione!
“Non ha senso, gli unici umani che possono parteciparvi sono i tributi! Voi... siete di troppo!” rincaro.
“Abbiamo la missione principale di catturare alcuni di voi” ci spiega quello più giovane e serio.
“E di uccidere tutti gli altri” conclude quello anziano.
“Perché dovreste catturarci?” domando scettico mentre Kalani continua a schiumare per la rabbia.
“E chi te l'ha detto che sei tu quello a servirci? Gli ordini sono uccidere te e catturare la tua amica, i Bei Fong ci tengono tanto a riavere la loro figlia” commenta sadico l'anziano.
“Questo non è giusto!” gli urla contro Kalani “Non erano questi i patti!”
“Possiamo ribaltare ogni patto in qualunque momento” ribatte il giovane mentre accarezza la superficie levigata della propria mazza da baseball “Forse non avete ancora capito che Capitol è sopra ad ogni cosa semplicemente perché può. C'è una ragione per la quale noi siamo al vertice, ed è ora che qualcuno ve lo ricordi. Tranquilli però, cercheremo di abbassarci al vostro livello in modo tale da offrire un combattimento alla pari, in fondo c'è uno spettacolo da mandare avanti”.
Kalani digrigna i denti e fa spuntare rapidamente dal terreno muschi e felci, i quali iniziano ad avvolgere l'anziano, ma non il giovane il quale sembra esserne completamente immune. Deve essere del distretto 7, non ci sono altre spiegazioni. Ciò vuol dire che Kalani non può nulla contro di lui, e che dunque quel combattimento spetta a me.
Deglutisco spaventato, mentre l'anziano si libera con uno strattone violento dalla presa.
“Lasciamela a me questa!” afferma divertito.
“Non era questo il piano, ma fai come vuoi se proprio ci tieni” commenta il suo collega.
Il volto dell'anziano si illumina di un sorriso ampio e malato, ed inizia ad attaccare Kalani sfruttando la sua immensa potenza fisica tipica del distretto 1. La mora riesce a difendersi bene grazie alla sua percezione la quale le permette di anticipare le sue mosse.
Mi volto di scatto, ed intravedo il giovane rinnegato cercare di colpirmi alla testa con la mazza. Riesco a pararmi con il braccio giusto in tempo, ma la botta è talmente forte da farmi perdere l'equilibrio.
“Regola numero uno: mai distarsi” afferma il rinnegato del sette prima di caricare un nuovo colpo.
Rotolo a destra per evitare il colpo, e riesco a schivare un nuovo attacco mentre mi rialzo. Questo ragazzo sembra abbastanza forte, ma è alquanto lento, devo cercare di sfruttare questa cosa. Devo togliergli l'arma ed usarla contro di lui.
Il giovane mi attacca di nuovo, ma questa volta riesco a bloccargli il braccio ed iniziamo a lottare per il controllo l'arma.
“Sei proprio un rammollito, Arthur” commenta l'anziano. Mi volto un attimo. Kalani è per terra con il labbro spaccato, e si tiene stretto il braccio destro ferito.
Il giovane approfitta della mia distrazione per riprendere l'arma. Indietreggio di un passo, ma riesce a colpirmi lo stesso alla testa.
Cado per terra, la vista è oscurata. Rivedo il volto di mia madre, il primo incontro con Santos, il nostro primo bacio, la nostra rottura, il mio coming out, il sacrificio di Aly, e poi avverto il potente grido di guerra di Kalani. Non è finita, non posso arrendermi! Non voglio morire!
Spinto da una carica di adrenalina che non credevo di possedere, mi rialzo e carico il rinnegato con tutte le mie forze. Il giovane è sorpreso dalla mia rimonta, e non riesce a reagire in tempo. Riesco a farlo cadere a terra e strappargli la mazza dalla mano. Lo colpisco alla testa una, e un'altra ancora, ancora, ancora, ancora, ancora, ancora, ancora....

“Brad, credo sia morto, puoi finirla” mi richiama Kalani.
Mi fermo e guardo il ragazzo. Il suo cranio è spappolato, e il suo volto è una maschera deforme di sangue e carne. Mi allontano da lui all'istante e vomito anche l'anima.

Sono stato io? L'ho conciato io in questo modo? Come è potuto accadere? Io..io...io.. l'ho ucciso! Il mio corpo si è quasi mosso da solo, non credo che... no... no...
“Brad, calmati, non abbiamo tempo per queste cazzate!” mi riprende la mia amica.
Mi volto verso di lei. É piena di pesti, e continua a tenersi stretto il braccio destro che avrà quasi sicuramente subito una distorsione. Dietro di lei c'è sdraiato il rinnegato anziano, ricoperto di resina e con un sottile ramo intorno al collo. Sta debolmente lottando per liberarsi.
“Tranquillo, non riuscirà a salvarsi. L'ho imbottito di feromoni, è praticamente paralizzato”.
“Stai bene?” le chiedo.
Kalani scuote la testa “Me la sono vista brutta, per un momento ho creduto sul serio di non farcela. Grazie al cielo si possono lanciare incantesimo anche con un braccio solo, ma mi sento un po' stanca. Se quello non avesse voluto fare il gatto con il topo a quest'ora saremmo entrambi morti” commenta. “Tu invece?”
Annuisco poco convinto, cercando di non guardare quel cadavere. Mi mordo il labbro per non scoppiare di nuovo a piangere. La testa mi fa male, faccio fatica a reggermi in piedi.
“Bene, dobbiamo andarcene prima che ne arrivino altri” afferma seria, anche se non so come faremo in caso di un nuovo attacco. Siamo a malapena riusciti a sopravvivere a questo.
“E il tuo braccio?” le chiedo.
Kalani sorride beffarda “Non te lo farò rimettere, stai tranquillo. Vieni Brad, andiamo in cerca di alleati prima che sia troppo tardi”.

 

Andreas Kirke, tributo del distretto 9 (sacro), arena (Area orientale)

 

Non riesco a smettere di tremare, non credo di aver mai provato così tanta rabbia in tutta la mia vita. Ho voglia di prendere e spaccare tutto, di urlare e di picchiare. Credevo che nulla fosse peggio del distretto 9 e della sua gente, ma a quanto pare non avevo ancora fatto i conti con la slealtà capitolina. Come si sono permessi a fare una cosa del genere? Non gli bastava giocare con le nostre vite? Hanno dovuto anche strapparci anche l'ultima speranza che avevamo? Devono pagare, devono pagare per tutto quanto!
“Che c'è, ti ho fatto arrabbiare? Oh, mi dispiace così tanto!” mi canzona la rinnegata mora.

“Beh, allora iniziamo?” le propone la compagna alta e longilinea. Il mio cuore accelerare i battiti. Come faccio ad uscirne? Sono solo, e loro saranno sicuramente delle maghe parecchio abili. Non posso affrontarle in maniera diretta, non avrei scampo. Devo fuggire, non ho scelta.
Mi volto leggermente all'indietro. Dietro di me c'è la ripida discesa che porta al fiume. Se mi gettassi avrei qualche possibilità di farcela, sempre che non mi rompa l'osso del collo.
Dai, dunque, uno...due...

Mi getto per il dirupo, evitando giusto in tempo una palla di fuoco lanciata da una delle due arpie.
Rotolo giù fra i sassi e il fango, andando a sbattere ripetutamente contro diversi ostacoli, ma riesco lo stesso ad arrivare fino in fondo. Mi rialzo e riprendo a correre nonostante il dolore lancinante al ginocchio. Devo fuggire, devo essere veloce. Non devono prendermi o sarà la fine.

“Vuoi giocare, Andreas?” mi urla contro la mora dall'alto “Ti do cinque minuti di vantaggio!” aggiunge poi.
Sarà vero? Mi volto verso di loro, sono effettivamente ferme dove le ho lasciate. Che sadiche puttane, sono così sicure di loro stesse? Peggio per loro, sfrutterò al meglio questa possibilità.

Mi muovo a zig zag per sicurezza, pensando nel frattempo a dove nascondermi. Quale potrebbe essere un bel nascondiglio? Mi blocco. Cosa sto facendo? Non c'è nessun nascondiglio possibile da queste parti! Sono dentro un'arena, ci sono telecamere dovunque, saprebbero benissimo dove trovarmi! Scaduti i cinque minuti mi raggiungerebbe subito grazie ai portali che gli strateghi aprono e chiudono a loro piacimento. Quelle bugiarde... Inizio a respirare in maniera irregolare. Non posso combattere, non posso fuggire, non ho alcuna speranza! È così che devo finire? Dentro ad una fottutissima arena!? Ho solo diciassette anni! Non voglio morire! Io non sono pronto!
Mi accascio ai piedi di un albero, lottando contro l'impulso di piangere. Digrigno i denti, abbasso lo sguardo e noto la presenza di una vite piantata nel terreno. Scosto il terriccio, ed intravedo la presenza di un quadro elettrico, uno dei tanti che permettono di controllare questa zona. Un'idea mi balena in testa, dandomi sollievo e conforto. Io non sopravviverò, ma posso prendermi una vendetta nei confronti di Capitol. Non sono un santo, non posso fare miracoli, ma qualcosa sono pur sempre in grado di fare.
Tiro fuori dallo zaino il coltellino svizzero che mi hanno regalato gli sponsors giusto ieri e lo utilizzo per aprire il quadro. Al suo interno intravedo una quantità infinita di cavi e di levette. Chiudo gli occhi e provo a concentrarmi. L'ultima volta che ho usato la magia ero dentro quella grotta, Josh mi aveva appena infuso voglia di lottare e di vivere, e di sperare per un futuro. Fede in pratica. Sorrido e sbuffo divertito. Il Dio Sols non c'entra nulla, non deriva da lui la nostra forza. Io ho la fede, ma non verso la religione o le istituzioni, ma in me, e in tutti gli altri tributi che si trovano nella mia stessa situazione. Spero davvero di riuscire ad aiutarli. Forse io morirò, ma loro potrebbero salvarsi. In fondo questa ennesima provocazione di Capitol avrà fatto alzare qualche testa, no? Rivoluzione, ma che nella parola.
Un fascio di luce esce dalle mie mani ed avvolge i cavi percorrendoli per tutta la loro lunghezza.
Conto fino a cinque, ma nessun portale si apre. Ho vinto, sono riuscito a sabotare l'arena. Mi volto verso le telecamere ed alzo il dito medio.
“Ficcatevelo in culo” dichiaro prima di riprendere a correre. I portali saranno anche fuori uso, ma i rinnegati sono ancora qui. Ho pochi minuti di vantaggio, me li ritroverò a breve alle calcagne, in fondo sanno benissimo dove mi trovo.
Continuo a muovermi, finché un'ondata di calore non mi colpisce per poco il fianco. La palla centra in pieno uno degli alberi che inizia a bruciare all'istante.
Mi volto, sono qui.
Sto per morire, ma non importa; tanto ho vinto io. Avverto un fischio, e poi l'inferno.

 

Lilia Lambert, tributo del distretto 8 (Telepatia), arena (Area orientale)

 

La mia bocca è arida come un deserto, e il mio cuore batte a mille. Indietreggio di un passo, ma Ike mi afferra per il polso. Mi volto verso di lui, e sta scuotendo la testa in segno di diniego. Vorrei chiedergli il perché del suo gesto, ma ci arrivo dopo; fuggire è semplicemente inutile. Nessun posto all'interno dell'arena può essere considerato sicuro. Le alternative sono solo due: combattere od arrendersi.
“Siete davvero messi così male da dover interrompere i giochi?” domanda Ike squadrando i due rinnegati.

Quello più grosso prova a caricarlo, ma la sua collega lo blocca. “Gli Hunger Games erano un prezioso promemoria per tutti noi e voi tributi ve ne facevate carico. Le vostre morti potevano salvarne milioni, ma siete stati così egoisti e meschini da voltare le spalle all'intera nazione! Non vi meritate questo dono!”. Dono? Come si può considerarla una cosa positiva? Non ci pensa a tutte vite che gli Hunger Games hanno strappato od interrotto? Non solo quelle dei tributi, ma anche quelle dei loro amati o dei vincitori stessi. Non riesco a smettere di pensare alle urla cacciate dalla mia mentore in piena notte...
“Non puoi davvero crederci davvero!” obietta Ike “Una pace imposta con il terrore non è una vera pace! È solamente tirannia! Questo Paese morirà se non facciamo qualcosa!”
La donna sbuffa scocciata “Sei solo un bambino che non sa nulla di questo mondo”.
Ike digrigna i denti e lancia la sua frombola contro di lei, ma viene intercettata giusto in tempo dal velocissimo tributo del distretto 1. La donna sorride divertita prima di lanciarmi addosso una violenta volata di vento che mi fa sbattere contro un tronco.
“Lilia!” mi urla Ike prima di essere colpito da un pugno allo stomaco. Trattengo a stento un urlo mentre lo vedo cadere. Il rinnegato si avventa su di lui e continua a colpirlo un altro paio di volte. Devo intervenire, posso farcela, devo farcela! Provo a colpire l'energumeno alla spalla con una freccia, ma la donna annulla ogni mio sforzo con i suoi poteri.
“Povera sciocca. Eri una ragazza così brava, è un peccato che questo perdente ti abbia traviata” commenta per poi alzare leggermente il polso verso l'alto. Improvvisamente l'aria mi manca dai polmoni. Mi stringo la gola iniziando a sentirmi sempre più debole.
“Che cosa le stai facendo?” urla Ike mentre mi accascio al suolo. Il mondo inizia a girarmi intorno, tutto diventa opaco e sfocato. “Ci arrendiamo, ci arrendiamo, cazzo!” sbotta in seguito. L'aria ritorna all'istante nei miei polmoni. Inizio a respirare pesantemente, notando per la prima volta quanto sia buona. La testa mi gira molto, e l'energumeno si vede costretto ad aiutarmi a rialzarmi.
Sia io che Ike siamo costretti ad indossare delle manette.
“Merda!” esclama la donna dopo aver premuto un tasto collegato ad uno strumento che porta all'orecchio e che non avevo mai visto prima.
“Cosa?” le chiede il collega
“C'è un guasto ai portali, non possono aprircene uno qui, siamo costretti a raggiungerne uno già aperto dall'altra parte dell'area”.
L'energumeno sbuffa scocciato “Magnifico, proprio ora che quella piromane di Zoe ha appiccato un incendio. Muoviamoci!” aggiunge strattonandomi in avanti.
Lancio un'occhiata ad Ike, ma sembra essere troppo assorto dai suoi pensieri per fare caso a me. Cosa starà pensando? Io non posso leggerlo, anche se le sue espressioni rivelano con chiarezza rabbia e paura.
“Che bel sedere, grosso come piace a me” Da dove proviene questo pensiero? Mi volto. Non ci sono dubbi, provengono da lui, l'energumeno. “Non vedo l'ora di scoparmela” aggiunge. Il sangue mi si gela. Cosa? “Cosa c'è, hai avvertito i miei pensieri?” mi chiede telepaticamente mentre sorride “Sappi una cosa allora: ci divertiremo un sacco nelle prigioni, supplicherete di morire, sareste disposti a tutto per un attimo di pace, perfino a rinnegate questa buffonata della ribellione, e sappi che ho chiesto di occuparmi di te personalmente”.
Inizio a dimenarmi nel tentativo di fuggire. Devo andarmene, subito! Non voglio che mi tocchi! Mamma, mamma! Aiutami!
Un tremendo colpo all'altezza dello stomaco mi priva nuovamente dell'aria. Sto per cadere a terra, ma il rinnegato mi afferra per i capelli impedendomelo.
“Lasciala andare” sibilla Ike furioso.
“Altrimenti?” chiede l'altro tirandomi ancora più forte.
Mi mordo il labbro per non urlare, ma non riesco ad impedire alle mie lacrime di scivolarmi giù per le guance. Ripenso ai miei genitori, al fatto che probabilmente non li rivedrò mai più, alle mie amiche, al mio amato distretto 8... è tutto finito?
Avverto un suono simile ad un fischio, e poi un forte calore. L'energumeno inizia ad urlare in maniera disumana mentre le fiamme lo avvolgono.
Mi giro dall'altra parte sconcertata e noto due ragazze sopra una collina, entrambe con la divisa da tributo. Dietro di loro c'è un portale aperto dal nulla, probabilmente frutto del guasto di cui parlavano prima. La prima ragazza è magrolina e biondissima, mentre la seconda ha dei lunghi capelli castani e una palla di fuoco in mano. Sorrido. C'è ancora speranza.

 

 

 

 

 

 

E un altro capitolo è andato. Giusto per chiarire i piani di Capitol:

Tributi da catturare: Kalani (i suoi hanno pagato una tangente), Lilia, Xene, Ike, Alaska (erano presenti durante gli eventi del bagno di sangue, primo vero atto rivoluzionario, e non hanno ucciso nessuno)

Tributi da uccidere: Brad, Elinor, Andreas, Matt (ovvero tutti gli altri, come atto dimostrativo)

Ho una brutta notizia, la storia sarà sospesa fino a Settembre, spero di aggiornare entro il 10 di Settembre. Mi dispiace tanto, anche perché mancano due capitoli alla fine...

Alla prossima!

 

Morti:

24° Kronos Allen, tributo del distretto 6 (3 pov), ucciso da Yv

23° Alice Grace, tributo del distretto 7 (3 pov), uccisa da Kyte

22° Kyte Densmith, tributo del distretto 1 (3 pov), ucciso da Killian ed Elinor

21° Killian Jones, tributo del distretto 5 (2 pov), ucciso da Matt

20° Yvonne Davzon, tributo del distretto 4 (3 pov), uccisa da Louise

19° Miranda Wilson, tributo del distretto 1 (3 pov), uccisa da Killian ed Elinor

18° Jésus Dondedìos, tributo del distretto 10 (3 pov), ucciso da Yv sotto controllo di Violet

17° Yvonne Blackmask, tributo del distretto 3 (3 pov), uccisa da Kalani

16° Louise Welch, tributo del distretto 10 (4 pov), morta di stenti

15° Alexandria Stoner, tributo del distretto 9 (4 pov), sacrificatasi per salvare i compagni.

14° Violet Black, tributo del distretto 2 (4 pov), uccisa dal buco dell'oblio e dimenticata da tutti.

13° Gabriel Black, tributo del distretto 3 (4 pov) ucciso da Elinor

12° Joshua Peterson, tributo del distretto 8 (4 pov), ucciso da una trappola dell'arena

11° Lily Clark, tributo del distretto 12 (5 pov), uccisa da un ibrido

10° Unleor Mizzard, tributo del distretto 2 (5 pov), ucciso da Blake Ernest Reed III, primo stratega

9° Andreas Kirke, tributo del distretto 9 (5 pov), ucciso dai rinnegati

 

 

Feriti:

Tutti un po' malconci

 

MasterKiller:

Altro: 7 uccisioni

Elinor: 3 uccisioni (di cui due in collaborazione)

Killian: 2 uccisioni (in collaborazione)

Yv: 1 uccisione

Louise: 1 uccisione

Kalani: 1 uccisione

Kyte: 1 uccisione

Matt: 1 uccisione

Violet: 1 uccisione

 

 

 

  
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