CAPITOLO
13: TE LO HANNO MAI DETTO
CHE SEI UN INCOSCIENTE?
L’ululato
dei Mannari era sempre più vicino e per
l’ennesima volta mi ritrovai a pensare cosa diavolo ci stessi
facendo io in
quella situazione. In un paio di settimane la mia vita era stata
stravolta e da
comune ragazza londinese ero diventata una Mezzelfa in viaggio con una
compagnia di Nani insieme a un Hobbit e ad uno Stregone.
Quella
corsa disperata mi distrasse dai miei pensieri e
mi concentrai per evitare di finire in trappola. Scendemmo rapidi
giù sul
fianco della montagna, senza mai voltarci, fino a quando dinnanzi a noi
scorgemmo uno strapiombo.
Non
potevamo fuggire, eravamo bloccati. Thorin e Dwalin
rimasero indietro per assalire le bestie, affinché non ci
attaccassero.
-Dobbiamo
metterci in salvo – gridò Dori, tutto
preoccupato -Signor Gandalf, hai qualche idea? –
Lui
alzò gli occhi al cielo e indicò gli alberi
dinnanzi
a noi: -Salite sugli alberi! Presto! –
Seguii
il suo consiglio e aiutai Fili a tirare su Bombur.
Poco dopo vedemmo tornare anche Thorin e Dwalin, le spade impregnate
del sangue
dei Mannari. Io tirai un sospiro di sollievo nel vedere che stavano
bene e in
pochi secondi si arrampicarono anche loro.
-Dov’è
Bilbo? – domandai a Thorin, non vedendolo intorno.
-E’
laggiù! – gridò il principe. Bilbo
correva più veloce
che poteva, cercando di lasciarsi alle spalle un enorme Mannaro nero.
-Presto
Bilbo, sali sull’albero -gridai io, tendendogli
una mano. Lui la strinse saldamente, pur avendo la mano sudaticcia e in
pochi
secondi lo tirai su proprio mentre i Mannari stavano per raggiungerlo.
All’improvviso
sopraggiunsero degli orchi e tra loro ne
avanzò uno imponente, dalla pelle pallida con profonde
cicatrici e con una mano
monca. Cavalcava un Mannaro albino e nel suo sguardo potei leggere un
odio
ancestrale.
Allo
scorgere di quella creatura Thorin sbiancò e per
poco non rischiò di cadere dall’albero: -Azog!
– gridò lui.
L’Orco
Pallido sghignazzò e iniziò a parlare in una
lingua a me sconosciuta, ma che Thorin sembrava comprendere
perfettamente. Le
uniche parole che capii furono “Thorin figlio di
Thrain”. Thorin era
paralizzato, il suo volto era una maschera di sgomento e continuava a
ripetere
che non era possibile che Azog fosse vivo.
Lanciò
più volte un’occhiata disperata a Balin, il quale
rispose con altrettanto sgomento. Anche Dwalin sembrava sconvolto,
mentre altri
-come Bilbo, Ori, Fili e Kili – avevano la mia stessa
espressione, incapaci di
capire.
Azog
puntò la sua mazza di pietra contro di noi e per la
prima volta da quando era arrivato parlò nella lingua
corrente, così che
potessimo capire: -Lui è mio – disse, indicando
Thorin – Uccidete tutti gli
altri! –
Al
suo ordine, i Mannari corsero verso di noi, saltando
verso i rami per azzannarci. Mentre Azog li incitava nella loro lingua,
uno di
loro saltò su un ramo e cercò di uccidere Bilbo,
così gli piantai la mia spada
dritta nel cranio, per poi salire sempre più in alto.
-Grazie
Aranel – mi ringraziò lo Hobbit, sudando freddo.
Io gli feci un cenno, quando mi accorsi che sotto di noi i Mannari
stavano
sradicando l’albero: in pochi secondi saremmo caduti.
-Saltiamo
sugli altri alberi! – gridai, prendendo la
rincorsa e lanciandomi verso uno dei rami dell’albero a
fianco. Non so dirvi
con che coraggio riuscii a saltare e arrampicarmi manco fossi una
ginnasta
professionista, l’unica cosa di cui sono certa è
che sentivo scorrere
l’adrenalina in ogni parte del mio corpo.
Saltammo
di albero in albero, fino a quando ci ritrovammo
tutti quanti sull’ultimo, quello che dava sullo strapiombo:
-Dobbiamo
allontanarli o sradicheranno anche questo – gridò
Thorin a Gandalf.
A
quel punto lo stregone ebbe una delle sue idee geniali.
Prese una pigna dai rami e con il suo bastone le diede fuoco, per poi
lanciarla
dritta in testa ai Mannari, i quali a quanto capii, erano terrorizzati
dal
fuoco. Seguimmo tutti il suo esempio e iniziammo a scagliare pigne
infuocate
contro Orchi e Mannari.
In
pochi istanti ai nostri piedi si formò un vero
inferno, dal quale quelle creature immonde scappavano. Esultammo per
questa
piccola vittoria, vedendo la rabbia montare sul volto sfigurato di Azog
e i
Mannari fuggire terrorizzati. All’improvviso però
anche le radici dell’albero
su cui eravamo abbarbicati cedettero e ci ritrovammo a penzolare nel
vuoto.
Evitai di guardare verso il basso, ma ero ben consapevole del buio che
stava
sotto di me. Mi strinsi ad un ramo, cercando di mantenere la presa
più stretta
che potevo.
Vidi
Azog ridacchiare e Thorin alzarsi in piedi, per
prepararsi ad affrontarlo.
-Thorin
no! – gridai -Ti prego non farlo! – Ero
terrorizzata. L’Orco Pallido lo avrebbe sicuramente ucciso e
io non avrei
potuto far nulla per evitarlo. Il Principe non mi diede retta e
impugnato un
ramo di quercia come scudo avanzò verso Azog, la spada
sguainata e lo sguardo
fiero.
-Non
ti devi preoccupare mia cara – mi disse Balin
-Thorin sa bene quello che fa –
Tuttavia
non riuscii a fidarmi appieno delle sue parole: Azog
si scagliò contro Thorin e lo investì in pieno
con il suo Mannaro al galoppo.
Si rialzò quasi subito, ma l’Orco Pallido lo
colpì in pieno volto con la sua
mazza ferrata. Cadde rovinosamente a terra, privo di forze.
-Dobbiamo
aiutarlo! – gridai, con le lacrime agli occhi –
Cosa stiamo aspettando? – Gli altri però non mi
sembravano intenzionati ad
affrontare l’Orco Pallido.
-Andiamo,
allora – fu Bilbo, l’unico a rispondermi. Con
uno sguardo pieno di gratitudine sguainai la spada e gli feci cenno di
seguirmi.
Scendemmo
dall’albero giusto in tempo per vedere il
Mannaro di Azog che azzannava Thorin tra le sue fauci, dilaniandogli la
carne,
per poi gettarlo a terra.
-Portami
la sua testa – gridò Azog a uno dei suoi Orchi.
-Ehi
tu! -gridai io -Lascialo stare –
Quello
mi guardò stupito, distratto abbastanza a lungo da
permettere a Bilbo di trafiggerlo con la sua spada. Corsi subito verso
Thorin e
notai con mio terribile dispiacere che aveva perso i sensi.
-Thorin
sono qui – gli sussurrai, sollevandogli la testa
-Devi svegliarti, dobbiamo andare – Non riuscivo
più a parlare, solo a piangere
-Thorin ti prego… -
Non
avevo più percezione di ciò che stava accadendo
attorno. Vidi solo Azog avanzare verso di noi con la mazza in mano,
mentre
Bilbo cercava di difenderci.
-Andate
via! – Non so dirvi cosa fosse, fatto sta che dal
ciondolo che portavo al collo si sprigionò
un’ondata di luce, un’energia
travolgente che mise in fuga Orchi e Mannari. Le Montagne Nebbiose si
illuminarono come se fosse giorno, persino il fuoco appiccato da noi si
spense
tale era l’energia che si liberò. Sentii quella
stessa energia che avevo
provato al cospetto di Laurelin e Telperion, poi più niente,
chiusi gli occhi e
mi accasciai a terra, sfinita.
Quando
li riaprii, vidi che mi trovavo a cavallo di
qualcosa di morbido e piumato… e stavo volando. Si trattava
di un’aquila,
un’aquila immensa. Nei suoi artigli giaceva Thorin, ancora
privo di sensi. A
fianco a me, su altri volatili, c’erano tutti i miei amici,
sani e salvi.
-Gandalf
– lo chiamai -Cos’è successo? –
Lui
sorrise, felice che mi fossi svegliata: -Quella tua
esplosione ci ha salvati – disse grato -E le Grandi Aquile
hanno fatto il resto
–
-E
Azog? –
-E’
in fuga con i suoi complici – rispose.
-Dove
ci stanno portando? – domandai allo stregone. Le
Aquile volavano veloci e sperai che ci stessero portando direttamente a
Erebor.
-Ci
lasceranno al Picco del Carrock. Da lì dovremo
proseguire a piedi –
Sperai
che le Aquile raggiungessero la nostra meta in
fretta perché la paura che Thorin fosse morto mi stava
logorando: avevo visto
Azog colpirlo parecchie volte, il suo Mannaro azzannarlo e alla fine
battere
violentemente la testa su quel grosso macigno.
Non
appena mi resi conto che ero arrivata sulla cima del
Carrock saltai giù dal dorso dell’Aquila e corsi
incontro a Thorin che era
stato appoggiato a terra con delicatezza dalle Aquile.
-Gandalf!
– urlai, chiamando lo stregone -Devi salvarlo.
Fa qualcosa, fa la stessa magia che hai usato per ricompormi le ossa o
qualcosa
di più forte, ma ti prego, lo devi salvare – Le
lacrime ricominciarono a
coprire il mio viso, alternate da singulti. I miei compagni ci
accerchiarono,
preoccupati tanto quanto me.
-Farò
tutto ciò che è in mio potere, mia cara, te lo
prometto – Mi inginocchiai a fianco del principe e gli
strinsi una mano. Era
gelida, come se la vita fosse scivolata via da essa. Gandalf si
avvicinò e
passando una mano sul corpo di Thorin iniziò a mugugnare
parole in elfico che
non riuscii a comprendere per l’agitazione.
-Ti
prego, ti prego, ti prego – sussurrai io, in preda al
panico.
Furono
secondi lunghi quanto un’eternità, ma quando
Gandalf ebbe finito, con mia somma gioia Thorin aprì gli
occhi e ricominciò a
respirare profondamente, osservando disorientato il paesaggio. Intorno
a me
vidi tutti sorridere sollevati, solo io non riuscivo a smettere di
piangere.
Non
avevo mai provato così tanta paura per la perdita di
una persona e pur vedendo che Thorin stava bene i miei occhi non davano
segno
di voler smettere di lacrimare: -Te lo hanno mai detto – gli
dissi io tra un
singulto e l’altro -Che sei un vero incosciente, Thorin
Scudodiquercia? –
Lui
sorrise, gli occhi lucidi: -Oh Aranel, me lo dicono
in molti –
D’istinto
mi avvicinai al suo viso e premetti le mie
labbra sulle sue: lo sentii ricambiare il bacio, mentre il sapore
salato delle
lacrime si mescolava in quel meraviglioso momento. Fu come se un peso
grande
quanto un macigno si fosse finalmente dissolto dal mio cuore. Intorno a
noi non
c’era più nulla, eravamo solo noi due e la
consapevolezza che nemmeno Azog
sarebbe mai riuscito a distruggerci.
Fu
solo quando ci staccammo che finalmente smisi di
piangere: -E questo cosa significa? – mi domandò
Thorin, accennando un sorriso.
-Credo
che tu lo abbia compreso da solo – gli dissi -Ora
dovresti ringraziare Bilbo, è lui che ci ha salvato. Ha
distratto l’Orco
Pallido e i suoi compari giusto in tempo perché Elanor
facesse il suo dovere… o
qualunque cosa abbia fatto –
Thorin
si alzò di scatto, andando incontro a Bilbo che
per tutto il tempo era rimasto in disparte: -Tu! Cosa credevi di fare?
– Il
tono di Thorin divenne improvvisamente cupo e severo, ben diverso da
quello
dolce che aveva usato con me pochi istanti prima -Ti sei quasi fatto
uccidere!
–
-Ma
zio, non dovresti… - cercò di intervenire Fili,
non comprendendo
il comportamento dello zio.
-Taci
tu! -sbraitò quello -Non ti avevo detto che saresti
stato un peso? Che non saresti sopravvissuto alle Terre Selvagge? Che
non c’è
posto per te nella compagnia? –
-Non
mi sono mai sbagliato tanto, in vita mia – D’un
tratto Thorin gettò le sue braccia attorno a Bilbo, il quale
rimase impalato
come uno stoccafisso, non capendoci più nulla -Scusa se ho
dubitato di te –
-No…
anche io lo avrei fatto. Non sono un eroe, né uno
scassinatore – farfugliò Bilbo, ancora sotto shock.
Tutti
applaudimmo contenti e io strinsi forte Gandalf,
ringraziandolo ancora una volta per il suo prezioso aiuto. Ad un tratto
lo
sguardo dei miei amici fuggì lontano, verso
un’ombra all’orizzonte: il profilo
di un’immensa montagna.
-E’
quello che penso? – domandai, raggiungendo Thorin.
Lui
annuii, le lacrime agli occhi e un sorriso radioso
sul viso: -Erebor, casa nostra –
Non so se la gioia altrui sia in grado di influenzare il tuo umore, tuttavia, per la prima volta dopo tanto, tanto tempo, mi sentii finalmente felice.
FINE PARTE I
Spazio Autrice:Buonsalve miei cari autori e buon Ferragosto! (In stra ritardo, ma ok)
Come state? Io sono rientrata ieri dopo quattro giorni di mare ed una settimana di tour della Grecia antica che mi ha fornito non poca ispirazione. Oltretutto mi sono praticamente INNAMORATA dei paesaggi montuosi della Grecia, tanto che per tutto il tempo mi sono messa a cantare "Far over... The Misty Mountains Cold..."
Tornando al nostro capitolo, che dire: Boooom!!!!
Finalmente è scoppiata la scintilla tra questi due! E in questo modo igli shippers di questa coppia dovrebbero essere contenti.
I fans di Bilbo invece non me ne vogliano se ho introdotto Aranel in una delle scene più importanti e simboliche, ma fa tutto parte di un disegno molto più complesso e in quell'istante avevo bisogno che anche Aranel facesse la sua parte...
Detto ciò, cosa sarà successo alla nostra protragonista? Cosa avrà scatenato quell'ondata di luce? Lo scopriremo nei prossimi capitoli!
Non spaventatevi da quel "Fine parte I": la storia andrà avanti regolarmente ma questo intermezzo mi serviva assolutamente. La storia inesorabilmente si evolve e anche i personaggi e in questo modo per me è molto più facile segnare tali cambiamenti.
Passando ai ringraziamenti, oggi vorrei ringraziare in modo particolare mangamylove come nuova recensista, Lolamars che ha aggiunto la storia alle preferite e Thorin78 per avermi aggiunta tra gli autori preferiti!
Grazie, grazie e ancora Grazie! I vostri piccoli gesti migliorano sempre le mie giornate!
Detto ciò, non credo ci sia più nulla da aggiungere. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e in questo caso vi invito a farmelo sapere con un bel commento!
Io vi aspetto la settimana prossima!
Un bacione,
Jenny