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Autore: Jo The Strange    17/08/2017    3 recensioni
“E se la mia vita fosse basata su una menzogna?”
Questo è ciò che Aranel si chiede da quando era una ragazzina. Una fanciulla londinese, derisa da sempre per il suo aspetto, simile ad un Elfo, si ritroverà catapultata in un mondo sconosciuto grazie ad un ciondolo donatole dalla madre in punto di morte, lo stesso mondo dal quale provengono i suoi genitori. Tutti sembrano conoscere la sua storia, divenuta quasi leggenda, tranne lei stessa. Sarà per questo che Aranel si unirà alla bizzarra compagnia di Thorin Scudodiquercia, alla ricerca delle risposte di una vita e della sua vera identità. Ma il male trama nell’ombra e la strada da percorrere è lunga quanto pericolosa. Tuttavia tra fughe, battaglie, segreti e menzogne Aranel scoprirà di essere inesorabilmente parte di quel mondo e soprattutto imparerà ad aprire il suo cuore a dei nuovi amici e ad un nano molto speciale...
Spero di avervi incuriositi, buona lettura!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Gandalf, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13: TE LO HANNO MAI DETTO CHE SEI UN INCOSCIENTE?

L’ululato dei Mannari era sempre più vicino e per l’ennesima volta mi ritrovai a pensare cosa diavolo ci stessi facendo io in quella situazione. In un paio di settimane la mia vita era stata stravolta e da comune ragazza londinese ero diventata una Mezzelfa in viaggio con una compagnia di Nani insieme a un Hobbit e ad uno Stregone.

Quella corsa disperata mi distrasse dai miei pensieri e mi concentrai per evitare di finire in trappola. Scendemmo rapidi giù sul fianco della montagna, senza mai voltarci, fino a quando dinnanzi a noi scorgemmo uno strapiombo.

Non potevamo fuggire, eravamo bloccati. Thorin e Dwalin rimasero indietro per assalire le bestie, affinché non ci attaccassero.

-Dobbiamo metterci in salvo – gridò Dori, tutto preoccupato -Signor Gandalf, hai qualche idea? –

Lui alzò gli occhi al cielo e indicò gli alberi dinnanzi a noi: -Salite sugli alberi! Presto! –

Seguii il suo consiglio e aiutai Fili a tirare su Bombur. Poco dopo vedemmo tornare anche Thorin e Dwalin, le spade impregnate del sangue dei Mannari. Io tirai un sospiro di sollievo nel vedere che stavano bene e in pochi secondi si arrampicarono anche loro.

-Dov’è Bilbo? – domandai a Thorin, non vedendolo intorno.

-E’ laggiù! – gridò il principe. Bilbo correva più veloce che poteva, cercando di lasciarsi alle spalle un enorme Mannaro nero.

-Presto Bilbo, sali sull’albero -gridai io, tendendogli una mano. Lui la strinse saldamente, pur avendo la mano sudaticcia e in pochi secondi lo tirai su proprio mentre i Mannari stavano per raggiungerlo.

All’improvviso sopraggiunsero degli orchi e tra loro ne avanzò uno imponente, dalla pelle pallida con profonde cicatrici e con una mano monca. Cavalcava un Mannaro albino e nel suo sguardo potei leggere un odio ancestrale.

Allo scorgere di quella creatura Thorin sbiancò e per poco non rischiò di cadere dall’albero: -Azog! – gridò lui.

L’Orco Pallido sghignazzò e iniziò a parlare in una lingua a me sconosciuta, ma che Thorin sembrava comprendere perfettamente. Le uniche parole che capii furono “Thorin figlio di Thrain”. Thorin era paralizzato, il suo volto era una maschera di sgomento e continuava a ripetere che non era possibile che Azog fosse vivo.

Lanciò più volte un’occhiata disperata a Balin, il quale rispose con altrettanto sgomento. Anche Dwalin sembrava sconvolto, mentre altri -come Bilbo, Ori, Fili e Kili – avevano la mia stessa espressione, incapaci di capire.

Azog puntò la sua mazza di pietra contro di noi e per la prima volta da quando era arrivato parlò nella lingua corrente, così che potessimo capire: -Lui è mio – disse, indicando Thorin – Uccidete tutti gli altri! –

Al suo ordine, i Mannari corsero verso di noi, saltando verso i rami per azzannarci. Mentre Azog li incitava nella loro lingua, uno di loro saltò su un ramo e cercò di uccidere Bilbo, così gli piantai la mia spada dritta nel cranio, per poi salire sempre più in alto.

-Grazie Aranel – mi ringraziò lo Hobbit, sudando freddo. Io gli feci un cenno, quando mi accorsi che sotto di noi i Mannari stavano sradicando l’albero: in pochi secondi saremmo caduti.

-Saltiamo sugli altri alberi! – gridai, prendendo la rincorsa e lanciandomi verso uno dei rami dell’albero a fianco. Non so dirvi con che coraggio riuscii a saltare e arrampicarmi manco fossi una ginnasta professionista, l’unica cosa di cui sono certa è che sentivo scorrere l’adrenalina in ogni parte del mio corpo.

Saltammo di albero in albero, fino a quando ci ritrovammo tutti quanti sull’ultimo, quello che dava sullo strapiombo: -Dobbiamo allontanarli o sradicheranno anche questo – gridò Thorin a Gandalf.

A quel punto lo stregone ebbe una delle sue idee geniali. Prese una pigna dai rami e con il suo bastone le diede fuoco, per poi lanciarla dritta in testa ai Mannari, i quali a quanto capii, erano terrorizzati dal fuoco. Seguimmo tutti il suo esempio e iniziammo a scagliare pigne infuocate contro Orchi e Mannari.

In pochi istanti ai nostri piedi si formò un vero inferno, dal quale quelle creature immonde scappavano. Esultammo per questa piccola vittoria, vedendo la rabbia montare sul volto sfigurato di Azog e i Mannari fuggire terrorizzati. All’improvviso però anche le radici dell’albero su cui eravamo abbarbicati cedettero e ci ritrovammo a penzolare nel vuoto. Evitai di guardare verso il basso, ma ero ben consapevole del buio che stava sotto di me. Mi strinsi ad un ramo, cercando di mantenere la presa più stretta che potevo.

Vidi Azog ridacchiare e Thorin alzarsi in piedi, per prepararsi ad affrontarlo.

-Thorin no! – gridai -Ti prego non farlo! – Ero terrorizzata. L’Orco Pallido lo avrebbe sicuramente ucciso e io non avrei potuto far nulla per evitarlo. Il Principe non mi diede retta e impugnato un ramo di quercia come scudo avanzò verso Azog, la spada sguainata e lo sguardo fiero.

-Non ti devi preoccupare mia cara – mi disse Balin -Thorin sa bene quello che fa –

Tuttavia non riuscii a fidarmi appieno delle sue parole: Azog si scagliò contro Thorin e lo investì in pieno con il suo Mannaro al galoppo. Si rialzò quasi subito, ma l’Orco Pallido lo colpì in pieno volto con la sua mazza ferrata. Cadde rovinosamente a terra, privo di forze.

-Dobbiamo aiutarlo! – gridai, con le lacrime agli occhi – Cosa stiamo aspettando? – Gli altri però non mi sembravano intenzionati ad affrontare l’Orco Pallido.

-Andiamo, allora – fu Bilbo, l’unico a rispondermi. Con uno sguardo pieno di gratitudine sguainai la spada e gli feci cenno di seguirmi.

Scendemmo dall’albero giusto in tempo per vedere il Mannaro di Azog che azzannava Thorin tra le sue fauci, dilaniandogli la carne, per poi gettarlo a terra.

-Portami la sua testa – gridò Azog a uno dei suoi Orchi.

-Ehi tu! -gridai io -Lascialo stare –

Quello mi guardò stupito, distratto abbastanza a lungo da permettere a Bilbo di trafiggerlo con la sua spada. Corsi subito verso Thorin e notai con mio terribile dispiacere che aveva perso i sensi.

-Thorin sono qui – gli sussurrai, sollevandogli la testa -Devi svegliarti, dobbiamo andare – Non riuscivo più a parlare, solo a piangere -Thorin ti prego… -

Non avevo più percezione di ciò che stava accadendo attorno. Vidi solo Azog avanzare verso di noi con la mazza in mano, mentre Bilbo cercava di difenderci.

-Andate via! – Non so dirvi cosa fosse, fatto sta che dal ciondolo che portavo al collo si sprigionò un’ondata di luce, un’energia travolgente che mise in fuga Orchi e Mannari. Le Montagne Nebbiose si illuminarono come se fosse giorno, persino il fuoco appiccato da noi si spense tale era l’energia che si liberò. Sentii quella stessa energia che avevo provato al cospetto di Laurelin e Telperion, poi più niente, chiusi gli occhi e mi accasciai a terra, sfinita.

Quando li riaprii, vidi che mi trovavo a cavallo di qualcosa di morbido e piumato… e stavo volando. Si trattava di un’aquila, un’aquila immensa. Nei suoi artigli giaceva Thorin, ancora privo di sensi. A fianco a me, su altri volatili, c’erano tutti i miei amici, sani e salvi.

-Gandalf – lo chiamai -Cos’è successo? –

Lui sorrise, felice che mi fossi svegliata: -Quella tua esplosione ci ha salvati – disse grato -E le Grandi Aquile hanno fatto il resto –

-E Azog? –

-E’ in fuga con i suoi complici – rispose.

-Dove ci stanno portando? – domandai allo stregone. Le Aquile volavano veloci e sperai che ci stessero portando direttamente a Erebor.

-Ci lasceranno al Picco del Carrock. Da lì dovremo proseguire a piedi –

Sperai che le Aquile raggiungessero la nostra meta in fretta perché la paura che Thorin fosse morto mi stava logorando: avevo visto Azog colpirlo parecchie volte, il suo Mannaro azzannarlo e alla fine battere violentemente la testa su quel grosso macigno.

Non appena mi resi conto che ero arrivata sulla cima del Carrock saltai giù dal dorso dell’Aquila e corsi incontro a Thorin che era stato appoggiato a terra con delicatezza dalle Aquile.

-Gandalf! – urlai, chiamando lo stregone -Devi salvarlo. Fa qualcosa, fa la stessa magia che hai usato per ricompormi le ossa o qualcosa di più forte, ma ti prego, lo devi salvare – Le lacrime ricominciarono a coprire il mio viso, alternate da singulti. I miei compagni ci accerchiarono, preoccupati tanto quanto me.

-Farò tutto ciò che è in mio potere, mia cara, te lo prometto – Mi inginocchiai a fianco del principe e gli strinsi una mano. Era gelida, come se la vita fosse scivolata via da essa. Gandalf si avvicinò e passando una mano sul corpo di Thorin iniziò a mugugnare parole in elfico che non riuscii a comprendere per l’agitazione.

-Ti prego, ti prego, ti prego – sussurrai io, in preda al panico.

Furono secondi lunghi quanto un’eternità, ma quando Gandalf ebbe finito, con mia somma gioia Thorin aprì gli occhi e ricominciò a respirare profondamente, osservando disorientato il paesaggio. Intorno a me vidi tutti sorridere sollevati, solo io non riuscivo a smettere di piangere.

Non avevo mai provato così tanta paura per la perdita di una persona e pur vedendo che Thorin stava bene i miei occhi non davano segno di voler smettere di lacrimare: -Te lo hanno mai detto – gli dissi io tra un singulto e l’altro -Che sei un vero incosciente, Thorin Scudodiquercia? –

Lui sorrise, gli occhi lucidi: -Oh Aranel, me lo dicono in molti –

D’istinto mi avvicinai al suo viso e premetti le mie labbra sulle sue: lo sentii ricambiare il bacio, mentre il sapore salato delle lacrime si mescolava in quel meraviglioso momento. Fu come se un peso grande quanto un macigno si fosse finalmente dissolto dal mio cuore. Intorno a noi non c’era più nulla, eravamo solo noi due e la consapevolezza che nemmeno Azog sarebbe mai riuscito a distruggerci.

Fu solo quando ci staccammo che finalmente smisi di piangere: -E questo cosa significa? – mi domandò Thorin, accennando un sorriso.

-Credo che tu lo abbia compreso da solo – gli dissi -Ora dovresti ringraziare Bilbo, è lui che ci ha salvato. Ha distratto l’Orco Pallido e i suoi compari giusto in tempo perché Elanor facesse il suo dovere… o qualunque cosa abbia fatto –

Thorin si alzò di scatto, andando incontro a Bilbo che per tutto il tempo era rimasto in disparte: -Tu! Cosa credevi di fare? – Il tono di Thorin divenne improvvisamente cupo e severo, ben diverso da quello dolce che aveva usato con me pochi istanti prima -Ti sei quasi fatto uccidere! –

-Ma zio, non dovresti… - cercò di intervenire Fili, non comprendendo il comportamento dello zio.

-Taci tu! -sbraitò quello -Non ti avevo detto che saresti stato un peso? Che non saresti sopravvissuto alle Terre Selvagge? Che non c’è posto per te nella compagnia? –

-Non mi sono mai sbagliato tanto, in vita mia – D’un tratto Thorin gettò le sue braccia attorno a Bilbo, il quale rimase impalato come uno stoccafisso, non capendoci più nulla -Scusa se ho dubitato di te –

-No… anche io lo avrei fatto. Non sono un eroe, né uno scassinatore – farfugliò Bilbo, ancora sotto shock.

Tutti applaudimmo contenti e io strinsi forte Gandalf, ringraziandolo ancora una volta per il suo prezioso aiuto. Ad un tratto lo sguardo dei miei amici fuggì lontano, verso un’ombra all’orizzonte: il profilo di un’immensa montagna.

-E’ quello che penso? – domandai, raggiungendo Thorin.

Lui annuii, le lacrime agli occhi e un sorriso radioso sul viso: -Erebor, casa nostra –

Non so se la gioia altrui sia in grado di influenzare il tuo umore, tuttavia, per la prima volta dopo tanto, tanto tempo, mi sentii finalmente felice.

     FINE PARTE I

Spazio Autrice:
Buonsalve miei cari autori e buon Ferragosto! (In stra ritardo, ma ok)
Come state? Io sono rientrata ieri dopo quattro giorni di mare ed una settimana di tour della Grecia antica che mi ha fornito non poca ispirazione. Oltretutto mi sono praticamente INNAMORATA dei paesaggi montuosi della Grecia, tanto che per tutto il tempo mi sono messa a cantare "Far over... The Misty Mountains Cold..."
T
ornando al nostro capitolo, che dire: Boooom!!!!
Finalmente è scoppiata la scintilla tra questi due! E in questo modo igli shippers di questa coppia dovrebbero essere contenti.
I fans di Bilbo invece non me ne vogliano se ho introdotto Aranel in una delle scene più importanti e simboliche, ma fa tutto parte di un disegno molto più complesso e in quell'istante avevo bisogno che anche Aranel facesse la sua parte...
Detto ciò, cosa sarà successo alla nostra protragonista? Cosa avrà scatenato quell'ondata di luce? Lo scopriremo nei prossimi capitoli!
Non spaventatevi da quel "Fine parte I": la storia andrà avanti regolarmente ma questo intermezzo mi serviva assolutamente. La storia inesorabilmente si evolve e anche i personaggi e in questo modo per me è molto più facile segnare tali cambiamenti.
Passando ai ringraziamenti, oggi vorrei ringraziare in modo particolare mangamylove come nuova recensista, Lolamars che ha aggiunto la storia alle preferite e Thorin78 per avermi aggiunta tra gli autori preferiti!
Grazie, grazie e ancora Grazie! I vostri piccoli gesti migliorano sempre le mie giornate!
Detto ciò, non credo ci sia più nulla da aggiungere. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e in questo caso vi invito a farmelo sapere con un bel commento!
Io vi aspetto la settimana prossima!
Un bacione,
                  Jenny
   
 
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