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Autore: paige95    18/08/2017    1 recensioni
Al piccolo Goten sorge un dubbio: perché nessuno gli ha mai raccontato che fine hanno fatto i suoi nonni paterni? Questa semplice domanda porterà Goku ad una conoscenza molto speciale ed emozionante.
Spero possa piacervi! Buona lettura :)
Dedicata a Marlena_Libby, grazie alla quale questa storia è stata scritta
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bardack, Chichi, Gine, Goku, Goten
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sfide da accettare
 
Goku non aveva mai sentito nemmeno accennare a quella Terra di Mezzo, quindi non aveva la più pallida idea di quello che lo avrebbe atteso.
Baba si offrì di accompagnarlo, non solo perché lei sapesse con certezza quello che avrebbero trovato, ma anche perché notava nel sayan una strana ansia e non era così certa, in quel particolare caso, che sarebbe stato in grado di sopportare la nuova esperienza.
 
La Sibilla lo condusse nei pressi di una grande porta, anzi, per la verità, ai loro occhi erano visibili solo i bordi laterali, l’altezza era totalmente sconosciuta. Una luce dorata attraversava la fessura centrale della soglia, era quasi ipnotico quel fascio, Goku dovette sbattere le palpebre più volte per non rimanerne imprigionato.
Baba notava una certa vulnerabilità nel sayan, non vi era curiosità nel suo sguardo, ma un’impaziente voglia di entrare, svelare il mistero e cessare quella condizione di ignoranza che lo avvolgeva. Stava posando una mano sulla porta per entrare, ma la veggente lo rimproverò.
“No”
L’accesso fu consentito qualche attimo dopo; quel pesante uscio si spalancò, ma non c’era proprio nulla da vedere, perché era ancora tutto avvolto da quel chiarore surreale.
La Sibilla entrò per prima e, dopo un istante di incertezza, anche Goku mosse i primi passi.
Più ci si addentrava in quella specie di vuoto, più quella luminosità si diradava. Non c’era davvero niente intorno ai due visitatori e nemmeno una qualunque presenza; solo quella luce aurea in sottofondo, meno abbagliante poiché i loro occhi cominciavano ad abituarsi a quel fascio, che illuminava quell’immenso spazio.
“Baba, dove sono i miei genitori?”
Non gli rispose, ma gli lanciò uno sguardo di compassione. Al sayan non piaceva non sapere cosa lo stesse aspettando.
All’improvviso la veggente si bloccò e lo stesso dovette fare Goku, senza comunque capirne il motivo.
“Siamo arrivati”
L’uomo sgranò gli occhi ed iniziò a guardare in tutte le direzioni. Cominciava seriamente a sentirsi preso in giro, non vedeva nessuno; anche se non conosceva i loro volti, qualcuno ci sarebbe comunque dovuto essere.
“Parla loro, Goku. Possono sentirti”
Baba era impassibile, per nulla sorpresa davanti a quello che stava accadendo.
Il sayan non sapeva cosa dire; come faceva ad iniziare una conversazione con il nulla, senza nemmeno avere in memoria il volto dei suoi interlocutori? Non aveva mai parlato con i suoi genitori, non sapeva da dove cominciare.
Forse due parole, mai pronunciate, potevano essere una buona partenza, per lo meno per appurare che non fosse vittima di un gigantesco scherzo. Una insolita diffidenza si dipinse sul volto di Goku.
Si schiarì la voce per rendere quei due termini più comprensibili. Per la prima volta nella vita il coraggio gli veniva meno.
“M-mamma?” attese una risposta che non arrivò, quindi riprovò “P-papà?”
Ancora nulla ed iniziò davvero a sentirsi uno stupido per quel tentativo fallito. Stava per voltarsi indietro ed andarsene, quando la voce della Sibilla lo fermò dolcemente.
“Attendi”
Una leggera brezza si alzò all’improvviso e con essa dei sussurri.
“Karoth, figliolo, sei tu?”
Era una profonda voce maschile. Goku d’istinto volse lo sguardo verso l’alto, ma non vide ancora nessuno. Era suo padre?
“Papà? Dove sei? Io non ti vedo”
Una lacrima incontrollabile scese sulla guancia del sayan.
“Lo so, Karoth” un velo di malinconia circondava quella voce “Ma noi possiamo vedere te”
Quella situazione stava facendo innervosire Goku.
“Baba, ma che succede?” c’era un misto di rimprovero e di supplica nella sua voce
“Mi dispiace, ma ti avevo avvertito che sarebbe stato doloroso” le dispiacque realmente per quella situazione “Immagino abbiate molte cose da raccontarvi. Non sprecare il tempo che ti è stato concesso”
Ma lui voleva vederli, abbracciarli. In quel modo i suoi genitori erano solo un suono per lui.
“Tesoro, parlaci di te” ora era sua madre ad aver attirato l’attenzione del figlio
“Mamma”
Goku non riusciva serenamente in quell’impresa; la sua indole lo portava a non accettare quell’assurdo frangente.
“Forza, Goku, accogli la richiesta di Gine” Baba lo incoraggiava come poteva
“Ho una famiglia sulla Terra” ma come faceva a farla conoscere loro “Una moglie e dei figli” rivoltava sempre lo sguardo in direzione di quello che si poteva definire in modo inappropriato cielo, gli sembrava di percepire qualcosa e sperava anche di intravedere qualche figura
“Come si chiamano i nostri nipoti? Quanti anni hanno?” il tono di Bardack iniziava ad incrinarsi per l’emozione di quelle notizie
“Bè, Gohan è grande, è sposato e ha anche una figlia. Goten invece ha solo 9 anni; è grazie a lui se oggi sono qui, voleva tanto conoscervi, ma ora cosa gli dico?” avrebbe sicuramente spezzato il cuore al suo bambino
Non gli risposero, ma poteva percepire una certa sofferenza nell’aria.
“Baba, che succede? Se ne sono andati?” si stava preoccupando per quel silenzio e quella sensazione
“No, Goku. I tuoi genitori stanno piangendo” ed anche lei si stava commuovendo, non era solita assistere a scene così struggenti
“Ma io non volevo” era mortificato e non poteva nemmeno consolarli
Il sayan si ridestò dall’attimo di debolezza e con grinta si rivolse alla sua guida.
“Ci deve essere un modo per portarli fuori di qui!”
Lei lo guardò con tristezza.
“C’è, Goku, ma non sarà semplice”
“Non mi importa. Non sono abituato alle cose semplici, desidero solo che funzioni” si accorse di essere stato un po’ aggressivo e placò quell’impetuosità “Cosa devo fare?”
“Dovranno superare delle sfide, Goku”
“Che genere di sfide?”
“Non sono prevedibili, variano in base ai casi e le troveranno sul loro cammino” fissò il sayan con autorità “Ne sei sicuro? È questo che vuoi?”
“Sì, Baba, la prego, non riesco a lasciarli in questo modo”
Non chiesero nemmeno il parere di Bardack e Gine, Goku era convinto fosse la decisione migliore.
La veggente si concentrò e un nuovo vento, più forte delle brezze precedenti, si levò. Goku chiuse d’impulso gli occhi per ripararli da quella corrente d’aria e quando lentamente li riaprì intravide poco distante da lui due figure che si facevano sempre più vicine: un uomo alto, che in circostanze diverse avrebbe sicuramente confuso con la sua immagine, e una donna più bassa ed esile. Il sayan rimase senza parole, erano senza dubbio i suoi genitori e lui li vedeva per la prima volta nella sua vita.
Gli sorrisero. Quando furono abbastanza vicini, Goku non riuscì a proferire nulla per la gioia che gli stava scoppiando nel cuore. Gine allungò una mano verso il figlio per sfiorargli il viso, l’uomo cercò di intercettarla per primo, ma non riuscì, la trapassò, non era in grado di afferrarla.
“Mamma” una triste sorpresa attraversò i suoi occhi
La donna gli fece un sorriso malinconico “Lo so, tesoro”
Baba interruppe quel momento “Qui non funziona come in Paradiso. Le anime restano fantasmi anche durante il loro cammino di redenzione. Possono venire sulla Terra con te per portare a termine le sfide”
“E poi, una volta superate le sfide, raggiugeranno il Paradiso e potrò resuscitarli?”
La veggente non rispose a quella domanda, conosceva la difficoltà di quelle prove e non era certa che sarebbero riusciti nell’impresa.
“Sbrigati, Goku. Il tempo a vostra disposizione è limitato”
Accolse quell’invito, si stava portando due dita sulla fronte, ma gli sorse un dubbio.
“Baba, come faccio a teletrasportarmi con loro, se non posso nemmeno sfiorarli?”
Anche quella domanda non ebbe risposta e, senza che nessuno di loro se ne accorgesse, si ritrovarono sui Monti Paoz.
Ci fu un attimo di confusione per Goku, che aveva ancora le dita appoggiate sulla fronte “Siamo a casa” si voltò ancora incredulo verso i suoi genitori “Questa è casa mia”
Bardack e Gine non risposero a quella considerazione, anche loro erano in evidente stato di commozione.
“V-vi presento mia moglie e mio figlio” era agitato, non sapeva nemmeno lui cosa fare; si stava avviando verso l’ingresso, quando si voltò nuovamente indietro “Forse è meglio se prima vi annuncio, attendete un momento qui”
“Noi ci muoviamo, figliolo” il padre lo rassicurò
Prese un respiro ed entrò. Era ancora incredulo, stava vivendo una situazione inverosimile e persino la sua ansia lo era.
“Chichi! Goten!”
Nessuno gli rispose. La casa era immersa ancora nella penombra, benché l’alba fosse ormai prossima. Intravide appena la figura del bambino che gli stava correndo incontro.
“Papà! Hai trovato le sfere?”
Anche la moglie li aveva raggiunti con uno sguardo poco rassicurante “Goku! Stai fuori tutta notte e nemmeno avvisi??”
“Lo so, scusami” era davvero dispiaciuto “Ho una sorpresa per voi” abbozzò un timido sorriso
Un pensiero però lo fece zittire: non voleva traumatizzare il piccolo, i suoi nonni non erano realmente lì con loro, quindi decise prima di parlarne con Chichi.
“Goten, figliolo, andresti un attimo di sopra a prendere” cercò di riflettere velocemente, ma la moglie, capite le sue intenzioni, gli andò in soccorso
“Vai a prendere la mia fede, tesoro. Credo di averla lasciata in bagno”
Il bambino non perse tempo e, senza troppe domande, si fiondò verso le scale.
“Da quando togli la fede?”
“Mai” gli mostrò la mano sinistra sorridendo “Ma è la prima cosa che mi è venuta in mente” si incupì “Allora, di cosa vuoi parlarmi e che Goten non può sentire?”
Con lei Goku poteva parlare sinceramente senza avere paura di urtare la sua sensibilità.
“Ricordi quando sono tornato dall’Aldilà, perché mi era stato concesso un giorno per partecipare al Torneo?”
La donna rifletté un momento e gli fece un cenno di assenso.
“Io ero in Paradiso, ma i miei genitori sono finiti in un altro posto dopo la morte” cominciava inaspettatamente a spaventarlo quella situazione “Sono rimasti dei fantasmi, Chichi e per raggiungere il Paradiso devono superare delle prove. E comincio a credere di doverle affrontare anche io. Ma voglio riportarli in vita con le sfere del drago e questo è l’unico modo”
La moglie lo ascoltò con attenzione in silenzio.
“Secondo te, è il caso di farli conoscere a Goten in questo stato? O è meglio aspettare?”
Non le aveva mai chiesto un consiglio in tanti anni che si conoscevano, quella era in assoluto la prima volta e sentì il peso della responsabilità; doveva essere davvero importante per lui quella decisione, se non osava fare di testa sua.
La donna rifletté un momento e gli sorrise “Credo di sì, tesoro. Nostro figlio non aspetta altro che conoscere i suoi nonni. E poi credo che abbia passato situazioni ben peggiori, pur essendo ancora molto piccolo” gli sfiorò un braccio per comunicargli la sua vicinanza “Anche io voglio conoscerli. Sono qui fuori?” buttò un occhio verso la porta
“Sì”
Era felice dell’appoggio che la moglie gli stava dando, ma iniziò finalmente a comprendere le parole di Baba e non era così sicuro che per quella storia fosse stato scritto un lieto fine.
 
Continua…
   
 
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