Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    18/08/2017    6 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
[Sequel di "History" e di "Magisterium"]
Siamo appena prima dell’arrivo dei Malandrini ad Hogwarts, alla fine degli anni ’60.
Tutti parlano del decennio successivo, ma chi dice che anche prima non sia successo qualcosa di interessante dentro le mura di Hogwarts?
Sono passati più di vent’anni dalle vicissitudini dei protagonisti di History e di Magisterium… ma forse ci penseranno i loro figli a tenere vivo il loro ricordo.
[Per leggere e/o partecipare non è necessario aver letto le due storie sopracitate]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 18: Hogsmeade – II 
 
Sabato 23 Febbraio 



“Sorridete tutti come una banda di babbei. Mi date quasi sui nervi…”

Kathleen Shacklebolt fece vagare lo sguardo sui tre compagni di Casa seduti uno accanto all’altro di fronte a lei al tavolo dei Grifondoro, tutti piuttosto di buon umore e sorridenti. 

“Che cosa dovremmo fare, disperarci? Oggi si va in paese, è normale che siamo di buon umore!” 
“Secondo me non ha a che fare con la gita ma piuttosto con la compagnia che avrete in giornata… Ma sono felice per voi, almeno Astrea e Markus hanno smesso di fare i rincoglioniti.” 

“Ti ringrazio Kath.” 
“Prego. Anche se da una parte IO non so con chi passare la giornata, Mark andrà con Berenike e Sam ha chiesto ad As di andarci con lui… e tu andrai con loro insieme a Veronica.” 

“Kathy, ti ho già detto che se vuoi puoi benissimo venire con noi.” 
“Certo, a fare che, la quinta incomoda? No grazie. Jasper, ci vieni con me?” 

La ragazza si voltò verso il compagno, che però le rivolse un sorriso carico di scuse prima di declinare l’invito:

“Scusa Kath, sono già impegnato…” 
“Anche tu? Fantastico, siete tutti belli che sistemati e io finirò circondata da gatti, me lo sento. Pazienza, chiederò a Jonny, dopotutto se Sam, Berenike e Veronica sono occupati con voi penso che accetterà. E ovviamente Eltanin andrà con Burke, quindi non ha scampo.” 

 
Le labbra di Kathleen si piegarono in un sorriso soddisfatto mentre prendeva una fetta di pane dal cestino per imburrarla, appuntandosi mentalmente di correre dall’amico non appena finita la colazione. 
 

 

 
Jasper NottIMG_4880



“El, mi dici perché continui a guardarti nervosamente intorno? Sembri una criminale che si sta nascondendo dalle forze dell’ordine.” 

Di fronte al sorriso e al tono divertito dell’amico Eltanin gli rivolse un’occhiata torva, parlando con una punta di nervosismo

“Aiden mi ha chiesto di passare la giornata con lui, ma gli ho detto di no… ovviamente non ne è molto felice e se si accorge che ho rifiutato per stare con TE allora temo che ci sarà uno spargimento di sangue in giornata.” 
 
“Quindi non glielo hai detto?”
“No, altrimenti mi avrebbe fatto una predica infinita… gli ho lasciato credere che preferivo venire con Veronica.” 
 
“Pessima idea, poi si infurierà e se la prenderà ovviamente con me, che non centro niente, perché guai a prendersela con la sua preziosa Eltanin… non potevi andare con lui e basta?” 
“No razza di idiota, devo prendergli il regalo per il suo compleanno, ti pare che possa farlo insieme a lui? E poi mi sarai utile, mi serve un parere maschile.”
  

Eltanin prese Jasper sottobraccio, che roteò gli occhi ma non obbiettò mentre si allontanavano dal castello insieme agli altri studenti, assolutamente certo che entro la fine della giornata Aiden li avrebbe visti insieme. E a quel punto avrebbe salutato per sempre i suoi bei connotati. 

 
*


“Smettila di sbuffare.” 
“Non sto sbuffando… esterno la mia contrarietà alla situazione.” 

“Ti ringrazio, ti dà così tanto fastidio passare la giornata con me?” 

Nathaniel rivolse un’occhiataccia all’amico mentre camminavano uno accanto all’altro sul marciapiede della via principale del paese e Aiden teneva le mani sprofondate nelle tasche con aria lugubre. 

“No, ma mi chiedo perché El non abbia voluto stare con me oggi. Anche perché mi è sembrata strana quando glie l’ho chiesto…”  
“Tra una settimana è il tuo compleanno, forse vuole solo prenderti un regalo. Avrebbe senso, ovviamente non potrebbe prenderlo in tua compagnia, no?” 

Nate si stampò un sorriso sul volto, parlando con il tono più vago che gli riuscì mentre ripensava a quello che la ragazza gli aveva detto un paio di giorni prima, ossia di tenere Aiden alla larga dalle vie secondarie e soprattutto di smontare i suoi possibili dubbi.
 
“Può darsi. Andiamo ai Tre Manici di Scopa?” 
“Certo.” 

Nathaniel annuì quasi con sollievo, non era stato poi così difficile suggerirgli che Eltanin volesse solo prendergli un regalo… era stato sufficiente passare tre giorni a guardarlo arrovellarsi sul motivo per cui la ragazza non volesse passare con lui una gita per la prima volta da quando stavano insieme. 

*


“Sono felice che ci sia stata questa gita, almeno possiamo parlare un po’… è da qualche tempo che non lo facciamo.” 
“Lo so, ma da quando siamo tornati dalle vacanze sono tutti sclerati e ci sommergono di pagine da studiare, esercizi da fare e temi da scrivere… e stiamo cominciando con gli incantesimi non verbali, li odio già.” 

Andromeda piegò le labbra in una smorfia mentre di fronte a lei Delilah ridacchiava, assicurandole che avrebbe potuto benissimo chiederle una mano in caso di necessità. 
 
“Me ne ricorderò, grazie. Tua sorella come se la cava?” 
“Come avevo previsto l’entusiasmo sta svanendo, comincia a sentire anche lei il peso dello studio… non è facile come sembra, dopotutto.  Parlando di sorelle, hai avuto notizie della tua? Intendo Bellatrix.” 


Andromeda si strinse nelle spalle, gli occhi fissi sul suo boccale di Burrobirra ancora pieno mentre pensava al tempo che aveva passato insieme alla sorella maggiore durante le vacanze.   

“Da quando siamo tornati mi ha scritto solo un paio di volte… sostiene di essere “impegnata”. Non lo so, a Natale l’ho vista un po’ strana…” 
“Magari a che fare con il suo matrimonio… forse non muore dalla voglia di sposarsi?” 
“Su questo non ci piove, ma se ne è fatta una ragione. No, non credo riguardi Lestrange.” 


“Narcissa che ne pensa?” 

La domanda di Delilah scaturì una piccola risata da parte dell’amica, che scosse leggermente il capo mentre sfoggiava un sorriso carico di amarezza:

“Cissy… Cassy vive sotto una campana d’oro, Delilah. Lei non è come me, ai suoi occhi il nostro mondo è fatto di splendidi abiti, cose luccicanti, matrimoni che si celebrano in giovane età e quasi sempre per volere della propria famiglia… un mondo dove se il tuo cognome è inserito dentro una lista di 28 allora ti si aprono molte porte, ma allo stesso tempo hai un sacco di limiti, specialmente se sei una ragazza. Ma a lei non dispiace, è felicissima di essere una Black, ai suoi occhi la nostra vita è tutto ciò che chiunque potrebbe desiderare. Il denaro, le feste, gli abiti... Il nostro destino è praticamente già segnato, ci sposeremo intorno ai vent’anni e un paio d’anni dopo dovremmo cominciare a sfornare piccoli Purosangue. E allora dovremmo finire come mia madre, immagino.”  

“Non sei un po’… tragica? Infondo siamo nel 1970, non devi seguire necessariamente questo percorso.” 
“No, ovviamente no… ma la mia famiglia, ovviamente, ha questo progetto in testa per noi. Mio padre è già amareggiato per non aver avuto nemmeno un maschio, l’unica sua soddisfazione di avere figlie femmine può essere accasarci con chi gli fa più comodo. E i Lestrange e i Malfoy rientrano in questo insieme… chissà con chi vorrà sistemare ME, quando mi sarò diplomata. Probabilmente fingerà di lasciarmi scegliere tra qualche ragazzo Purosangue ma in realtà lui avrà già deciso e pianificato anche la data delle nozze.” 

Andromeda si strinse nelle spalle mentre allungava una mano per prendere il suo boccale e bere un sorso di Burrobirra, mentre di fronte a lei Delilah si era limitata ad osservarla per tutto il discorso:

“Sai… più ti conosco e più sono sollevata di non appartenere alle Sacre 28.” 
“Fai bene. E io ho avuto la fortuna di nascere in una delle più attaccate alla questione del sangue, ossia i Black, e amanti dei matrimoni combinati… per mio padre e mia madre è stato così, e anche mio zio Antares e zia Lyra… la zia Walburga e lo zio Orion sono persino cugini. Oddio, non mi faranno sposare Sirius, vero?”

Di fronte all’espressione allarmata di Andromeda Delilah scoppiò a ridere, immaginandosi la sua amica che scappava dall’altare dove ad attenderla c’era il suo cuginetto, di ben sette anni poi giovane.

“Hai poco da ridere simpaticona, non si sa mai!” 

 
*


“Sai che Amanda Rosier mi ha chiesto di passare la giornata con lei?” 
“Davvero? Perché hai rifiutato?” 

“Beh, perché ero già d’accordo con te, sarebbe stato scortese da parte mia.” 
 
Kristal strabuzzò gli occhi, chiedendosi quando l’amico avesse cominciato a parlare di “scortesia” nei suoi confronti mentre Lucas, camminando accanto a lei sul marciapiede per raggiungere Zonko, continuava il suo discorso:

“… e poi preferisco in ogni caso passare il tempo con te.”
“Povero Lucas Kroll, tante ragazze che vorrebbero avere un appuntamento con lui, ma le rifiuta sempre…” 

“Non cominciare a prendermi in giro Kris!” 
“Sei TU che non ti accorgi che piaci ad un bel po’ di nostre compagne Luke. Ma non mi stupisce, nella tua testa c’è spazio solo per ricordarti del Quidditch, di fare il ficcanaso irritante con tua sorella e di combinare stupidaggini.” 

“Beh, in ogni caso non voglio avere una ragazza, ho già te a tenermi sempre sotto controllo e mi domandi cose come “Luke, ti sei lavato i denti?”, “Hai fatto i compiti?” o “Ti sei messo la cravatta?”.”

Kristal sbuffò leggermente, rivolgendogli un’occhiata torva mentre l’amico invece le rivolse un sorriso piuttosto divertito:

“Io non ho affatto quella vocetta irritante, e comunque non ti farei quelle domande se tu fossi in grado di ricordarti le cose, ma se non avessi la testa attaccata al collo perderesti anche quella… Dobbiamo proprio andare da Zonko?” 
“Ovviamente!” 
“Va bene, ma non svaligiarlo come al solito mettendoci un’eternità, poi voglio andare anche da Mielandia.” 

 
*


“Aspetta!” 
Sentendo la voce dell’amica intimargli di fermarsi Jasper Nott si pentì amaramente di aver accettato il suo invito: forse, a conti fatti, sarebbe stato meglio andare in paese in compagnia di Kathleen. 
Eltanin gli passò accanto prima di fermarsi, curandosi di guardarsi intorno nella stradina praticamente deserta prima di sorridergli con la consueta allegria:

“Ok, via libera, possiamo andare.” 
“Se sei così preoccupata che Burke ci veda perché non mi fai un Incantesimo di Disillusione?” 

“Sarebbe un’idea… ma dobbiamo ancora studiarlo!”     Eltanin prese l’amico sottobraccio, parlando con un tono sinceramente avvilito che fece sospirare Jasper:

“Ero ironico, non voglio fare il camaleonte umano!” 
“Perché no? Sarebbe divertente. Potremmo fare qualche scherzo a Lumacorno o alla McGranitt senza essere visti!” 
“Io li scherzi alla McGranitt non li faccio, non voglio finire nella sua lista nera. Ora, che ne dici di andare a bere qualcosa? Fa freddo, voglio chiudermi da qualche parte al caldo.” 

“D’accordo, dopotutto penso che Aiden e Nate ci siano già stati. Ma tu guarda che congetture mi tocca fare per prendere un maledetto regalo…” 


*

“Credo sia la prima volta in cui veniamo qui insieme, sbaglio?” 

Berenike sorrise a Markus mentre lo prendeva sottobraccio, zigzando in mezzo al fiume di studenti che affollava la via principale del paese. 
“No, mai, o comunque non da soli. In realtà volevo chiedertelo già l’anno scorso, ma ogni volta ho lasciato perdere.” 

“Davvero? Che zuccone, ti avrei detto di sì!” 
“Beh, come facevo a saperlo? Comunque ormai non ha importanza.” 

Il Grifondoro si strinse nelle spalle per liquidare il discorso, continuando a camminare mentre la ragazza gli proponeva di andare a bere qualcosa.

“Certo, ma ti avviso che io da Madama Piediburro non ci metto piede.” 
“Davvero? Strano, pensavo che fosse proprio il tuo stile!” 

Berenike ridacchiò, guadagnandosi un’occhiata torva da parte del ragazzo per poi assicurargli che sarebbero andati si Tre Manici di Scopa. 

“Mark, parlando di zucconi… visto che siete amici, posso chiederti se James ti ha detto qualcosa riguardo Vee?” 
“Ovviamente.” 

“E perché non me lo hai detto?!” 
Berenike strabuzzò gli occhi, guardando il ragazzo sorriderle mentre, fermandosi accanto all’ingresso del pub, apriva la porta lasciando l’anta spalancata per farla passare:

“Ovviamente rossa, io e Jamie passiamo notti intere a spazzolarci i capelli, farci le unghie a vicenda e scambiarci confidenze di questo tipo.” 

“Idiota.” 


La ragazza sbuffò, affrettandosi a superarlo per entrare nel locale mentre Markus annuì, continuando a sorridere:

“Sí tesoro, anche io ti adoro.” 


*


“Pensi che riusciranno mai a dirsi chiaramente quello che provano?” 
“Direi che sarebbe anche ora, visto che come entrambi sappiamo a Sam Emily non è mai interessata davvero ma aveva a che fare con Astrea. Quando ho capito quello che stava facendo ho avuto voglia di strozzarlo, ma forse è servito a qualcosa.” 

“Decisamente, Astrea rosicava parecchio.” 

James, seduto di fronte a Veronica mentre, a poca distanza, Sam e Astrea erano impegnati a chiacchierare senza prestare loro la minima attenzione, sfoggiò un piccolo sorriso nel ripensare alla fine dell’anno precedente, quando l’amico stava con la Tassorosso e Astrea si era sempre più incupita a riguardo.

“Pensi che As sia l’unica a non sapere che la relazione con Emily era solo un modo per attirare la sua attenzione?” 
“Penso di sì, e non sarò io a dirglielo.” 

“No, deve farlo lui. Ora, visto che sono troppo impegnati a tubare per far caso noi… propongo di filarcela, tanto non se ne accorgeranno.” 
“Ottima idea, così il conto lo paga Sam... andiamo.” 


James annuì, rivolgendo un cenno alla bionda per invitarla ad alzarsi e sgusciare via, lasciando soli gli amici. 

“Bene, ora… ti va di accompagnarmi da Zonko? Devo prendere un paio di cose. Per ricambiare io ti accompagnerò da Mielandia, immaginò vorrai svaligiare la loro scorta di Cioccorane.” 

“Naturalmente… ho una strana dipendenza per quei dolci, ne mangio tantissime, mia madre dice che prima o poi diventerò una balena, ma me ne infischio. E comunque compra qualcosa anche tu Julius, perché io non condividerò con te le mie Cioccorane.” 

“Non avevo dubbi a riguardo, sull’Espresso per Hogwarts hai persino messo un cartellino “riservate per Veronica Zabini”! Aspetta… andiamo di qua.” 


James mise una mano sulla spalla di Veronica e, con un movimento fulmineo, la costrinse a cambiare direzione, dirottandola verso una via secondaria per evitare qualche faccia familiare che gli era sembrato di scorgere. 
“Perché? Chi hai visto?” 

“Qualche idiota che conosco.” 

James sbuffò leggermente, evitando di dirle di aver intravisto le sorelle gemelle Phoebe e Cecily in compagnia di alcune delle sue numerosissime cugine… e a quel punto, vedendoli insieme, si sarebbero sicuramente date alla pazza gioia con le risatine e i commenti poco velati. 

“Veronica, tu spesso dici di sentirti sola nella tua famiglia perché sei figlia unica e hai i genitori divorziati... ma credimi, avere una famiglia pressoché immensa è molto stressante a volte.” 


*


“Come mai hai questa faccia? Hai passato una brutta giornata?” 


Sua sorella Kayla prese posto accanto a lui sul divano con un sorriso stampato sul volto, ma Aiden non riuscì a ricambiare e si limitò a stringersi nelle spalle, continuando ad osservare il caminetto con aria pensierosa. 

“Non proprio… ma Eltanin non è voluta venire ad Hogsmeade con me. Mi chiedo perché…” 
“Forse voleva stare con le sue amiche.” 
“L’ho pensato ovviamente, ma ho visto Veronica Zabini in compagnia di James Julius… e sua cugina Berenike era con Fawley. In effetti non l’ho vista per tutto il giorno, non è strano?” 

Kayla annuì, sforzandosi di restare seria e di non ridere di fronte al tono dubbioso del fratello maggiore. 
“Beh, dopotutto siamo in molti, è comprensibile che tu non l’abbia vista in paese. Le hai chiesto con chi sia stata o cosa abbia fatto?” 

“Quando l’ho vista nell’Ingresso ci ho provato, ma si è defilata alla velocità della luce… Da una parte vorrei insistere, ma dall’altra le ho promesso che cercherò di fare meno il geloso, quindi non ho scelta…” 

La Serpeverde si lasciò scappare un piccolo sbuffo, decisamente dubbiosa riguardo quella “promessa” mentre il fratello le scoccava un’occhiata torva, invitandola silenziosamente a non fare commenti a riguardo. 

“Beh, in ogni caso credo sia un buon proposito da parte tua… mi chiedo quanto durerà, ma è una buona idea. Io a vederti fare il geloso che borbotta in un angolo mi ci diverto, ma non penso si possa dire lo stesso di Eltanin.” 
“Non lo faccio di proposito, so che le dà fastidio, ma proprio non posso farne a meno. Sarà che tengo a lei come i nostri genitori non hanno mai tenuto l’uno all’altro.” 


*


“Grazie per aver accettato di venire con me, oggi, sono felice di aver passato la giornata con te.” 
“Grazie a te per avermelo chiesto.” 


Astrea sorrise mentre, insieme a Sam, varcava la soglia del portone d’Ingresso. Non aveva idea di che fine avessero fatto James e Veronica, li aveva persi di vista almeno tre ore prima, e non aveva alcun dubbio sul perché li avessero voluti lasciare da soli… non che ne fosse dispiaciuta, ovviamente. 

“Dici che Jamie e Vee sono già rientrati?” 
“Non saprei… ma non sono sorpreso, non è affatto strano che siano spariti, conoscendo James. Probabilmente voleva stare con lei, oltre a volermi lasciare da solo con te.” 

“Ah sì? E perché lo avrebbe fatto?” 
Astrea si fermò davanti al Corvonero, gli occhi azzurri fissi su di lui mentre lo studiava, curiosa di sentire la sua risposta a quella domanda anche se già la conosceva.

“Beh, perché… Astrea, c’è una cosa che dovrei dirti già da un po’.” 
“Ovvero?” 
“L’anno scorso, quando io ed Emily ci siamo messi insieme… Beh, sai che l’ho lasciata io, ma non credo tu sappia come stessero veramente le cose. Non mi è mai piaciuta, mi sei sempre interessata tu ma non sapevo se mi vedessi solo come un amico.” 

“Stai dicendo che ti sei messo con lei solo per scaturire una mia reazione?” 

Astrea inarcò un sopracciglio, guardandolo con sincera sorpresa: no, non ci aveva mai neanche lontanamente pensato… anche se ora capiva certe risatine e commenti da parte di James e Kath. Si appuntò mentalmente di scannarli per non averle detto nulla per tutto quel tempo mentre Sam annuiva, evitando di guardarla negli occhi. 

“Diciamo di sì. Lo so, è stato stupido e non dovevo farlo, se pensi che sia un idiota probabilmente hai ragione.” 

In effetti era sicura che se avessero fatto una cosa del genere a lei non l’avrebbe presa molto bene, così come che se quella situazione non l’avesse riguardata in prima persona avrebbe pensato proprio che si era comportato malissimo. Ma da una parte non poteva non esserne felice almeno un po’. 
E all’improvviso si ritrovò a dover dare ragione alla sua migliore amica: forse era stata davvero una stupida a non rendersene conto. 

“Sei stato un vero idiota Sam, è stata davvero una pessima idea. Non serviva avere una relazione fasulla, mi piacevi comunque.” 

Astrea sorrise mentre Sam riportava gli occhi su di lei, guardandola con una nota di stupore mentre la Grifondoro gli si avvicinava, alzandosi in punta di piedi per baciarlo. 
O almeno finché i due non sentirono due voci decisamente conosciute accompagnare degli applausi:

“Grazie ai Fondatori, era ora! Ce ne avete messo di tempo, temevo che sarei invecchiata prima che vi decideste… Trovi anche tu, Pannocchia?” 
“Oh, decisamente… andiamo ad attaccare dei manifesti.” 


“State zitti, voi due.” 
Sam sbuffò leggermente, fulminando i due amici con lo sguardo continuando a tenerla abbracciata mentre Astrea invece ridacchiava, leggermente rossa in volto.


*


Venerdì 1 Marzo 


Dopo aver sbagliato porta un paio di volte – si era scusata più volte con i ragazzi che aveva accidentalmente svegliato – Eltanin Black riuscì finalmente a trovare la camera dei ragazzi dell’ultimo anno, aprendo la porta il più piano possibile per evitare di far rumore. 

Gli occhi scuri della ragazza, ferma sulla soglia della stanza ancora semi-buia, vagarono sui letti a baldacchino per cercare tracce di Aiden, senza però riuscire ad individuarlo visto che tutti e quattro i letti avevano le tende color petrolio tirate. 

La Corvonero sbuffò leggermente mentre si avvicinava al letto più vicino, tirando lentamente la tenda e sperando di avere fortuna e trovare il fidanzato al primo tentativo. 
“Lumos.” 

Al mormorio della ragazza la punta della sua bacchetta si accese, permettendole di vedere chi stesse occupando quel letto, ovvero Nathaniel Travers e non Aiden Burke. 
Eltanin fece per rimettere la tenda al suo posto e provare il letto successivo quando Nate aprì di scatto gli occhi chiarissimi, sobbalzando nel trovarsela davanti con la bacchetta in mano:

“Black?”
“Shh!” 

“Che fai qui?!” 
“Vengo a svegliare Aiden, no? È il suo compleanno! In realtà non proprio, ma dettagli. Quale cavolo è il suo letto?” 

“Quello alla mia sinistra… che ore sono?” 
“Le 7:30.” 
“Perché sei venuta così presto… e spegni quella roba!” 

Nathaniel sbuffò prima di seppellire il viso sul cuscino, mentre la Corvonero saltellava verso il letto indicatole dal ragazzo per scostare la tenda, appurando con sollievo che Nate aveva detto il vero. 

“Aiden?” 
“… Sveglia?” 
“… Burke? Bell’addormentato? Andiamo!” 

Eltanin allungò una mano per sfiorargli una spalla, guardandoli rigirarsi dall’altra parte borbottando sommessamente qualcosa:

“Lasciami stare Eltanin.” 
“Lasciami stare? Una si alza prima apposta e viene anche rifiutata…” 

La Corvonero sbuffò leggermente mentre Aiden, acquistando un po’ di lucidità, apriva pigramente gli occhi per puntarli su di lei e spalancarli subito dopo, rendendosi conto che era davvero lì:

“El?” 
“Aspettavi qualcun'altra? Buon compleanno!” 

Eltanin sorrise, chinandosi per abbracciarlo mentre un invito a fare silenzio giungeva dal letto di Nathaniel e Aiden sorrideva, chiedendosi però chi le avesse dato la parola d’ordine:

“Grazie… ma come sei entrata?” 
“Mi sono fatta dare la parola d’ordine da Andromeda. In effetti mi sono persa nel Dormitorio e ho sbagliato stanza un paio di volte, ma era buio e non vedevo granché… ma volevo essere la prima a farti gli auguri.” 

Eltanin sfoggiò un sorriso allegro prima di sporgersi e baciarlo, mentre un borbottio piuttosto irritato risuonava nella stanza buia:

“Sì, è meraviglioso e molto romantico, ma fate silenzio, voglio dormire ancora un po’! Ah, comunque buon compleanno Aiden.” 

“Sta zitto Travers. Comunque, ecco il tuo regalo.” 
“Grazie… è questo che sei andata a fare, ad Hogsmeade?” 
“Ovviamente. Pensavi davvero che non volessi passare la giornata con te? Che stupido… ovviamente mi sono divertita a scegliere il regalo insieme a Jasper, ma avrei preferito andarci con te.” 

Eltanin piegò le labbra in un sorriso dolce, che però non venne minimamente ricambiato: probabilmente il cervello del ragazzo si era focalizzato sulla parola “Jasper” e aveva resettato tutto il resto:

“SEI ANDATA CON NOTT? Anzi, non dire niente, ho deciso di essere meno geloso, specialmente del tuo amico... Ma dovevi proprio sceglierlo con lui?” 

“Io l’avevo detto, che non sarebbe durata.” 
“Nate, ma tu non volevi dormire? Dormi allora!” 


*


“Perché ridi?” 
“Pare che vostra sorella si sia infiltrata nella Sala Comune dei Serpeverde stamattina per svegliare Aiden visto che è il suo compleanno… ma si è persa nel Dormitorio e ha sbagliato porta due volte. Evidentemente ha ereditato il mio disastroso senso dell’orientamento.” 

“Papà dice che ti perderesti anche se fossi in spiaggia e ti dicessero di raggiungere il mare.” 
“Carino da parte sua.” 

Elizabeth inarcò un sopracciglio mentre ripiegava la lettera di Eltanin e i gemelli, al contrario, se la ridevano mentre erano seduti di fronte a lei, in sala da pranzo. 
O almeno risero finché una quarta voce non giunse alle loro orecchie dalla stanza accanto, per niente divertita:

“LA MIA BAMBINA È STATA IN QUALE DORMITORIO? Non c’è più la parola d’ordine?” 
“Glie l’ha detta Andromeda caro, non dare in escandescenza… E poi devo ricordarti che cosa facevi TU quando eravamo all’ultimo anno di scuola? Mi sembra che tu sia stato un vero esperto nel bazzicare in Dormitori non tuoi, sbaglio?” 


“Beh, sicuramente al tempo mi sono dato da fare, ma è diverso!” 

Electra ed Elnath si scambiarono un’occhiata vagamente allarmata prima di alzarsi all’unisono, affrettandosi ad allontanarsi dal tavolo per evitare di partecipare alla conversazione:

“Non sono sicura di voler ascoltare questa conversazione… Tolgo il disturbo.” 
“Sì, anche io, non voglio sentire le vostre avventure giovanili, grazie.” 

“Oh, vostro padre potrebbe scriverci un libro… Scriveranno delle storie su di lui.”  Elizabeth roteò gli occhi mentre il marito prendeva posto accanto a lei, sorridendole con leggero divertimento a causa del suo tono evidentemente acido:

“Tesoro, non prendertela, da quando ci siamo fidanzati ho fatto il bravo, dopotutto.” 
“E VORREI BEN VEDERE. Altrimenti altro che cazzotto sul naso, ti colpivo da un’altra parte.” 




   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger