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Autore: Raja_    18/08/2017    1 recensioni
«9.572,43 chilometri.»
«Come, scusa?» Kenma si voltò a guardare Kuroo che armeggiava al suo portatile.
«La distanza tra Tokyo e Londra in aereo. Sono 9.572,43 chilometri, mentre in macchina sono 13.729,11 chilometri e circa 258 ore… wow, chi è quel pazzo che guiderebbe per tutto questo tempo? Sono circa…» iniziò a contare sulle mani.
«Quasi undici giorni.» lo interruppe. «Perché tutti questi calcoli?»
«La mia migliore amica si trasferisce a Londra, posso essere curioso di sapere quanto sarà distante?»
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Nuovo personaggio, Tetsurou Kuroo
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender, Triangolo
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XIV
Decision


Passò un mese. Kenma nonostante si fosse ambientata, non riusciva a concepire tutto il caos della metropoli. Il senso di malessere che l’aveva colpita quando aveva chiuso con Keiji non si era ancora alleviato, anzi, era molto peggiorato e la nausea la colpiva ogni mattina, puntuale come un orologio svizzero.
Si era chiusa in casa da una settimana, guardando il calendario. «Ma non era oggi? Non posso aver sbagliato i calcoli.» si ripeteva, leggendo i numeri e contando i giorni passati dal ciclo precedente.
Non riusciva a capacitarsi del perché le fosse saltato, ma lo intuì, quando il mese successivo le venne un conato vedendo degli organi animali durante una lezione di anatomia. Dovette correre in bagno a vomitare e quando lo stomaco decise che era finita, si sedette sul water e chiuse gli occhi, tenendosi la testa tra le mani.
«Non è che, quella sera… no, no impossibile. Non può essere così… non deve.»
I giorni iniziarono a passare e con essi aumentò l’appetito quasi inesistente di Kenma e le sue nausee mattutine. Un giorno, per scrupolo, decise di fare un test.
«POSITIVO! COME DIAVOLO FA AD ESSERE POSITIVO? No, ci sarà sicuramente un errore.»
Non sapeva cosa fare, erano passati​ già due mesi e mezzo e lei non riusciva a mettere chiarezza nel suo cervello. Avrebbe dovuto chiamare Keiji? Kuroo? No... nessuno avrebbe dovuto saperlo. Doveva abortire!

Andò in una clinica privata e si informò per bene, una ginecologa l’accolse e la fece sdraiare sul lettino. Le scoprì la pancia e ci spalmò un gel freddo, accendendo il monitor, iniziando l’ecografia e a cercare qualcosa che Kenma sperava non ci fosse. La donna armeggiò con il macchinario per qualche istante, mosse ancora la sonda e Kenma trattenne il fiato. Non sapeva perché, se nella speranza di sentirlo o del contrario ma poi lo udì… un rumore che non aveva mai udito prima. Così veloce che le sembrò impossibile fosse un battito cardiaco.
L’ostetrica ruotò lo schermo verso di lei. «Abbiamo il battito. Congratulazioni.»
Doveva congratularsi veramente? Cosa c’era da essere felice? Lei era incinta e tutta la sua vita a puttane ma sullo schermo un’immagine grigia, confusa e tremolante la fece desistere dal ribattere: al centro, uno sfarfallio simile al battito d’ali di colibrì per quanto veloce, e una banda colorata che monitorava le pulsazioni di quel piccolo cuore.
A quell’immagine anche Kenma avvertì il suo stesso cuore perdere un battito per poi accelerare. Si sentì stordita. Una nuova emozione fiorì nel suo petto. Un amore incondizionato che non aveva mai provato prima, senza forma, senza nome, ma così grande da soffocarla. E in un secondo seppe che avrebbe fatto di tutto per difendere quella fragile vita che stava crescendo dentro di lei.
La ginecologa sorrise e lei sentì la pressione della sonda sul ventre alleviarsi, quando la allontanò. Lo schermo si spense e Kenma notò immediatamente che le mancava qualcosa: voleva vedere di nuovo quell’immagine, sentire ancora quel suono.
Stava per chiederle di riaccenderlo ma fu troppo tardi, la dottoressa si era già alzata e le aveva già passato alcuni fazzoletti per ripulirsi dal gel, dirigendosi verso la scrivania.
Quando la giovane la raggiunse, stava appuntando qualcosa nella sua cartella. «Dalle immagini si direbbe che sei di nove settimane, ti risulta?» lei non rispose, limitandosi ad annuire. «Hai ancora un po’ di tempo​ per decidere di abortire ma se ne sei sicura, basta che firmi alcuni moduli.»
Una gravidanza le avrebbe rovinato tutto. Avrebbe distrutto il suo presente e il suo futuro. Ma in quel momento, dopo aver visto quel piccolo cuore battere veloce lì, dentro di sé, non ne fu più così certa.
L’ondata di emozioni che quel suono le aveva concesso fu qualcosa di così bello da non riuscire a crederci. Alcune lacrime le rigano le guance e la dottoressa, intenerita, le passò alcuni fazzoletti, ma Kenma non li prese e si portò le mani sul ventre.
Non aveva nessuna intenzione di rinunciare a quella scintilla di vita che stava crescendo dentro di lei. Nemmeno se i suoi genitori, Kuroo… Keiji… fossero stati contrari.



NdA: No, no! Mettete giù i sassi…
Ok, forse merito una recensione negativa dopo questo capitolo, ma spero non succeda. Anche questo è piuttosto più lungo in confronto ai miei standard, ma spero che vi sia piaciuto nonostante ciò che è accaduto.
Nel caso non fosse cosi mi farebbe veramente piacere sapere cosa ne pensate e se avete dei consigli o delle critiche (costruttive, vi prego) da farmi.

Al prossimo capitolo, un bacio.
Raja_
   
 
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