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Autore: Irene_Violet    19/08/2017    2 recensioni
Sono tornata, dopo poco (stranamente), in questo periodo mi sento ispirata. Spero che questa nuova Fict, possa essere di vostro gradimento. Vi auguro buona lettura. - Irene_Violet
[Magic Kaitō 1412 - EP 13] *Potreste incorrere in spoiler*
La classe 2-B del Liceo Ekoda, si reca in gita in montagna sul Monte Kita, nella prefettura di Yamanashi. La giornata sulla neve, sembra procedere più che bene, per il nostro Kaito Kuroba, fino a che, vari piccoli eventi, non lo porteranno ad incorrere in una spirale discendente principalmente a causa della Strega Akako e di un misterioso ragazzo, che apparirà a sorpresa. Sarà proprio quest'ultimo incontro, a rovinare definitivamente la giornata del mago.
Riuscirà Kaito a sfuggire alla tela del ragno?
Genere: Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akako Koizumi, Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: La tela del Ragno

 

POV Kaito
 

Chiarita quella curiosità dell'amica, Aoko propose di nuovo, di rientrare in albergo, le ragazze, questa volta accettarono ed uscirono dalla vasca termale, riprendendo i loro asciugamani.

«Allora andiamo» - sorrise Aoko seguita dalle due ragazze - «Arrivederci» - disse sorridendo verso Kaito, che si ridestò dalle sue preoccupazioni, ricambiando il saluto.

«Bye bye» - agitò la mano, rimanendo ben immerso in acqua e pronunciando quelle parole con voce acuta.

«Ah, è stato davvero bello!» - sospirò Aoko mentre si allontanava

«Vero» - annuì Meiko.

«Lo sapevo, che terme sarebbero state il massimo» - disse Yuko.

 

Quindi le tre si ritirarono nello spogliatoio e finalmente Kaito, poté respirare tranquillamente - «Fiù, ci sono andato vicino... questa dev'essere proprio la mia giornata sfortunate.» - sospirò, mentre scioglieva l'asciugamano che aveva posto tra i capelli. Kaito si immerse nuovamente nell'acqua fino al naso, borbottando, non si era mai sentito così in imbarazzo prima. Tutto l'entusiasmo per la presenza delle terme, di quella mattina, poteva dirsi evaporato e rimpiazzato da una sensazione di disagio per aver quasi visto, Aoko senza nulla indosso. In fondo era un gentiluomo, e si sarebbe sentito un verme, nell'approfittare della situazione, per osservare le forme delle sue compagne.

Kaito attese di non sentire più alcun rumore, provenire dagli spogliatoi, per poi uscire anche lui dalla vasca ed andare a rivestirsi. Kaito, si diresse anche lui all'albergo, tornando in tempo per l'ora di cena. Per fortuna non si imbatté in Akako, riuscendo ad evitarla sedendosi assieme ai suoi compagni. Durante la cena, si susseguirono diverse chiacchiere e la professoressa Konno, annunciò che conclusa la cena, avremmo potuto, noleggiare i costumi per la gara di sci, da uno dei negozi interni all'albergo, che per l'occasione, era stato fornito di un ampia gamma di costumi, tra i quali scegliere. Kaito non si pose affatto il problema. Era sicuro che Akako, avrebbe fatto il bello ed il cattivo tempo per lui.

Kaito, si avviò dunque all'esterno della struttura. Nel pomeriggio, dovevano aver sistemato luci, striscioni ed in più anche una postazione, dove la Professoressa Konno, stava facendo accomodare quattro persone.

 

Quasi tutti gli studenti erano già in maschera, quando la Professoressa, li richiamò - «Okay,ragazzi! Siete pronti?»

Mentre Kaito, s'incamminò in mezzo agli altri, quando s'imbatté in Fujie, vestito da Kid - «Cosa?!» - urlò, mentre Fujie, avvolto in un mantello bianco, rivelando poi, interamente il suo costume - «Kaitō Kid?!»

«Mi sta bene?» - chiese il ragazzo panciuto, sorridendo.

«Accidenti!» - Kaito, reagì portandosi una mano sulla fronte scioccato - «Allora quella Aoko...» - si rivolse verso Fujie, dicendo - «”Kid e l'ispettore Nakamori vinceranno di sicuro!” ...avrà detto qualcosa del genere!» - Fujie annuì - «Non avevo dubbi...»

«Oh, Kaito-kun...» - gli si rivolse Keiko, sorridendo - «Che sticker carino!»

«Eh?» - a quell'affermazione, Kaito, cercò con le mani, presso la sua schiena, ciò di cui Keiko, stava parlando, afferrando infine un adesivo, che era appiccicato sul retro della sua giacca a vento e che lui non aveva minimamente notato, poiché aveva poggiato sempre la giacca, con la parte posteriore di essa rivolta verso il basso: quando la porse al suo compagno, il retro della giacca, poggiava sui palmi delle sue mani ed il compagno la prese, tenendola allo stesso modo, e nel medesimo verso, la tenne in mano, quando gliela restituì una volta a valle; quando si svestì per farsi il bagno alle terme, anziché appenderla ad uno dei ganci, l'aveva poggiata aperta sulla panchina dello spogliatoio, in modo che dovesse solo prenderla ed indossarla. Quindi in nessuno dei due momenti, Kaito, aveva visto l'adesivo. Non ci mise meno di un secondo per capire, che ad applicarlo era stata Akako, quando gli dette quella strana pacca sulla schiena, durante quella famosa discesa, prima di superarlo.

«Dannazione! Questa dev'essere opera di Akako!» - affermò capendolo all'istante.

Fujie, sentita quella frase, si sporse verso di lui - «E' di Akako-sama? Come sei fortunato...» - sospirò, guardando il pezzo di carta, con disegnato su un cuore rosso.

«Huh?» - Kaito sorrise - “E' la mia occasione” - si disse, per poi avvolgere il braccio destro attorno alle spalle del ragazzo - «Non mi dirai...» - disse Kaito, facendo sparire lo sticker davanti agli occhi del ragazzo, il pezzo di carta che riapparve volteggiando sopra la sua testa di Fujie, pochi secondi dopo.

Kaito aveva usato il classico trucco di distrarre l'attenzione dell'osservatore:

aveva finto di prendere l'adesivo con la mano destra, mentre rapidamente lo fece invece scivolare, nella sua manica sinistra, tenendo il pugno destro serrato, avvicinò Fujie a sé mettendogli un braccio attorno alle spalle, costringendolo a guardare il pugno destro ancora ben stretto. Dopo di ché lo aprì mostrando il palmo vuoto e scatenando lo stupore del ragazzo, convinto che il foglio fosse proprio lì, a quel punto a Kaito non restò, che muovere lievemente il braccio, mentre abbracciava Fujie, così che lo sticker scivolasse nella sua mano sinistra ed aprirla, lasciando che il pezzo di carta, raffigurante il cuore rosso, di cui Akako l'aveva omaggiato, raggiungesse un proprietario, ben più entusiasta di lui, di averlo. Tutto stava nella velocità iniziale, con cui Kaito aveva manovrato lo sticker.  Era un trucco basilare ed in quanto figlio di un mago di fama internazionale, Kaito sapeva eseguirlo alla perfezione.

Fujie, fu felicissimo di riceverlo e Kaito ne approfittò per prendere a Fujie il costume ed il mantello.

 

«Keiko, sai dov'è Akako in questo momento?» - chiese Kaito alla ragazza occhialuta.

«Credo sia andata a cambiarsi per indossare il costume, qualche minuto fa» - rispose lei.

«Perfetto, e in quanto al costume? Hai idea di cosa voglia indossare?»

«Uhm... se non sbaglio ha detto qualcosa di molto simile a: “In onore della donna delle nevi, che popola queste montagne, io sarò la bellissima regina dei ghiacci, in compagnia dello Yeti”. Mi pare, ma perché? Hai qualcosa in mente Kaito-kun?» - domandò lei curiosa.

«Naturalmente.» - sorrise lui - «Ed ora che so, quale costume ha scelto, posso andare sul sicuro. Fujie, ti va di fare coppia con Akako, al mio posto?» - gli chiese.

«Sarebbe bello, ma se ne accorgerà subito. Io non sono bravo come te, a sciare, Kaito-kun» - disse lui con aria mortificata.

«Questo si può risolvere» - sorrise il mago - «Tutto quello che devi fare e stare ben saldo al fianco di Akako, se non ti agiti facendo movimenti bruschi, e ti affidi alla sua tecnica, vedrai che andrà alla grande!» - lo rassicurò Kuroba, mettendogli una mano sulla spalla - «Allora, ci stai? Pensa solo a quanto sarà bello, sciare a fianco alla tua amata»

Fujie, così si convinse, ma Keiko, di fronte alla sua ultima frase, non poté non scoppiare a ridere. Aoko le aveva raccontato, di Fujie e del fatto che avrebbero fatto coppia insieme al torneo. Non ci voleva un genio, per capire che se Kaito, rinunciava a far coppia con Akako, l'unica partner rimasta sola, sarebbe stata proprio Aoko. Alla luce di quella certezza, Keiko realizzò, che il primo che avrebbe tratto vantaggio da quello scambio, sarebbe stato proprio Kaito che avrebbe sciato al fianco della sua “amata” Aoko.

Al suono della risata della compagna, Kaito si voltò con un'espressione truce in viso, anche se con le guance leggermente colorata di rosso - «Cosa? Ho detto qualcosa di spiritoso?» - chiese.

Keiko tentò di soffocare le risa - «No... no, non è niente» - disse, mentre se ne andava sghignazzando.

Non appena si allontanò, Kaito si rivolse nuovamente a Fujie - «Allora, ci stai?»

«Certo!» - rispose felice, quest'ultimo

«Bene, allora andiamo» - i due si recarono di corsa al negozio di costumi e raggiunsero i camerini, ma prima di entrare dettero un'occhiata rapida in giro. Uno dei camerini era occupato, ed un costume da Yeti era poggiato, vicino alla porta accanto al medesimo. Kaito, quindi passò a spiegare a Fujie, la strategia che avrebbero adottato - «Ascolta bene, ora entra in quel camerino, dove davanti è posto il costume da Yeti ed indossalo, io prenderò il tuo da Ladro Kid.»

«D'accordo» - annuì lui.

«Il tutto, ha però una condizione importante» - disse Kaito, che si scontrò con un espressione confusa, da parte del ragazzo occhialuto - «Akako non deve scoprire che non ci sono io dentro a quel costume, quindi, se vuoi avere qualche possibilità di gareggiare al suo fianco, non dovrai dire nemmeno una parola, fin quando resterai in quel costume, così non corriamo il rischio di venire scoperti, chiaro?»

Fujie, confermò - «Ho capito, grazie Kaito-kun»

«Non perdere tempo a ringraziarmi, piuttosto facciamo alla svelta» - disse facendo segno di andare e Fujie, come stabilito, si infilò nel camerino che aveva sulla porta il costume da Yeti, lo prese e si cambiò, per poi lasciare nel camerino, ciò che restava del costume di Kid - «Bene, ora aspettala fuori di qui» - gli disse Kaito - «E mi raccomando: acqua in bocca!» - Fujie annuì ed uscì dal negozio, in fretta e furia, ma in perfetto silenzio. Intanto Kaito si infilò in camerino e sfilata l'attrezzatura da sci, indossò per intero, i panni del suo alter ego in bianco - «Akako, sei qui?» - chiese nel mentre che si vestiva.

«Oh, Kuroba-kun!» - rispose allegramente la ragazza dal suo camerino - «Dove ti eri cacciato? Ti ho cercato praticamente ovunque!» - si lamentò lei.

«Mi spiace, ero alle terme ed ho perso la cognizione del tempo» - rispose lui - «Ad ogni modo sono qui adesso. Ho già indossato il costume, ti aspetto qui fuori, okay?»

«D'accordo. Ho quasi finito. Arrivo subito Kuroba-kun» - ribatté Akako, esaltata, mentre Kaito usciva dai camerini.

«Va bene!» - replicò lui, sorridendo, per poi restituire, giacca a vento, pantaloni della tuta da sci, guanti e scarponi alla commessa del negozio, ritirando in più un secondo costume, che portò con sé e nascose fissandolo con il mantello, per tenerlo nascosto alla vista altrui - “Aspetta e spera Akako. Mi spiace, ma non sei proprio il mio tipo.”

Kaito, tornò prima rapidamente in camera sua e recuperò i suoi gadget, che aveva portato con sé, in caso di emergenza, poi andò a riprendere, sci e racchette che aveva lasciato all'uscita del negozietto e dopo aver chiesto alla Professoressa Konno, di cambiare qualche dettaglio, nei nomi delle entrate, corse verso la funivia, con la quale avrebbe raggiunto la parte superiore della pista, dove molti dei suoi compagni, già si trovavano - “Aspettami Aoko. Questa sera, Kaitō Kid, ti farà vivere un'esperienza indimenticabile” .

Mentre lo skilift, lo portava verso l'alto, Kaito osservò il bianco del suo costume, in parte aveva fatto una buona azione, mettendo Fujie accanto ad Akako, grazie a quel costume, che avrebbe impedito a chiunque non lo sapesse, di ipotizzare uno scambio di persona, d'altra parte, Kaito lo aveva fatto per lei. Non voleva rinunciare ad Aoko, soprattutto a causa di una serie di sfortunate coincidenze. Non l'avrebbe permesso. Inoltre, per una volta, le era grata. Aveva scelto il costume da Kaitō Kid, perché aveva deciso di vestirsi da Ispettore Nakamori, non sapendo, di aver dato in questo modo, a Kaito una chance irripetibile.

Quelle vesti, quella doppia vita, che non poteva essere altro che un ostacolo, che si frapponeva tra loro, quella sera, sarebbe stato il collante, che avrebbe reso più forte il loro legame. Kaito, si era prefissato di mettere in scena, una discesa mozza fiato. Era un pensiero decisamente egoista, ma voleva, che al nome ed alla figura del Ladro gentiluomo, nella mente di Aoko, non fossero associati solo ricordi negativi, carichi di frustrazioni e rabbia. Desiderava che quel mantello e quel cilindro bianco, le facessero palpitare il cuore anche solo per un'istante, perché Kid era parte di lui, quella parte di lui, che riusciva a far emozionare gli altri e che gli aveva fatto capire tante cose. Una fra tutte, quanto fosse importante, che Aoko, facesse parte della sua vita.

Kid aveva fatto molto per lei, cose che Aoko, non poteva neppure immaginare, ma nulla di quello che aveva fatto, non era presente nei suoi ricordi. Kid aveva agito nella sua natura di fantasma, lasciando dietro di sé, ben pochi indizi della buona fede delle sue azioni, ma in fondo, era giusto così. La figlia dell'Ispettore incaricato della sua cattura, non può innamorarsi del Ladro fantasma, ma il Ladro fantasma, può rubare, una scheggia di diamante alla sua dama, incantandola con i suoi trucchi, per poi custodire gelosamente, il tesoro sottrattole. Questo era il piano di Kaito: costruire tra i due, un ricordo indelebile ed infrangibile, come quello sotto la Torre dell'Orologio, che almeno in parte, avrebbe colmato il divario naturale, che quell'ambivalenza, creava tra loro.

Credete che il Mago del chiaro di luna, alla fine sia riuscito nel suo intento?

La discesa di Kaitō Kid e della Principessa Nakamori, fu a dir poco perfetta. Ottennero infatti un punteggio pieno di 40, superando il 39 di Akako e Fujie, ottenendo di conseguenza il primo posto.

 

I due vennero portati in trionfo fino all'albergo dai compagni, che rimasero poi tutti riuniti nell'atrio a chiacchierare, in attesa che fosse servita la cena. Dopo il pasto, restarono tutti nella sala comune, e ne approfittarono per farsi delle foto, dato che in pochi decisero di togliere il loro costume, così che almeno per un po di tempo, potessero sfruttarli, dato che li avevano noleggiati apposta.

«Ehi vincitori!» - la voce di Ogura, richimò Aoko, intenta a parlare con Keiko e Kaito, che stava venendo osannato dai compagni per la sua performance sulla neve - «Venite a commemorare questo bel momento, con una foto» - Aoko, fu praticamente costretta dall'amica ad avvicinarsi al compagno con in mano la macchina fotografica, mentre Kaito, sbuffò ma raggiunse il gruppo, ugualmente - «Bene, mostrate i vostri premi e...- Kaito! Esci fuori dall'inquadratura!» - lo riprese Ogura, facendogli segno di spostarsi verso destra, al fianco di Aoko - «Avvicinati un po. Ecco... ancora un po più a destra...» - gli indicò - «siete proprio rigidi, non avete affatto l'aria di una coppia di vincenti!» - sbuffò Ogura, con un sorriso di scherno sul viso, mentre Keiko, posta al suo fianco, cercava a stento di trattenersi dal ridere.

Aoko era in imbarazzo e lo stesso si poteva dire per Kaito, visto che per la maggior parte del tempo, era stato bombardato da battutine ironiche, da parte dei compagni. Alle provocazioni di Ogura, Kaito si spazientì, cingendo Aoko per la vita con il braccio destro ed attirandola a sé - «Quanto sei fastidioso! Sbrigati a scattare questa foto, vuoi metterci tutta la serata?»

«D'accordo, dite “chease”» - disse preparandosi a scattare

««Chease!»» - Aoko, sorrise superando l'imbarazzo, mentre Kaito, mostrando anche lui, un sorriso, fece il segno di vittoria, sulla testa di Aoko, in maniera scherzosa.

«Okay, ora facciamone una come si deve» - disse Ogura - «Guardatevi intensamente, come se il Ladro avesse appena rapito la Principessa ed al mondo non ci fosse più nulla che importi» - Keiko, stava facendo davvero fatica a trattenersi, al ché si voltò per liberare una risatina, prima di tornare a guardare i compagni.

«Sei serio?» - Kaito guardò Ogura, con un sorrisetto ironico sul viso, e quello annuì.

«Mai stato più serio in vita mia!» - ribatté lui

«Sono d'accordo. E' assolutamente necessaria» - disse Keiko sostenendo il ragazzo.

«Che cavolo!» - sbuffò Kaito - «Che razza di rompiscatole, che siete quando vi ci mettete» - disse, sostenendo maggiormente la presa sulla vita di Aoko, mentre questa finì per poggiare le mani sul suo petto, per la paura di perdere l'equilibrio. I loro sguardi si incontrarono per qualche secondo e non poterono far a meno di sorridersi a vicenda. Nonostante tutto, quel trambusto, era divertente anche per loro.

«Bene sto scattando!» - disse Ogura, ed il flash della fotocamera digitale, prestatagli assieme ad un treppiedi, da Yamada, seguì a quella frase. A quel punto Kaito sciolse la presa e sia lui che Aoko, sospirarono.

«Adesso è il vostro turno Keiko!» - disse Aoko, prendendo la mano dell'amica

Ogura, cercò di sottecchi di svignarsela, ma Kaito lo ammonì - «Dove credi di andare Ogura! Anche se non sei più il riflesso di Alice, non credere di non aver diritto ad uno scatto» - disse, costringendolo a posizionarsi accanto alla ragazza con i codini per una foto. Keiko, dall'alto della sua spontaneità, prese sotto braccio Ogura, che arrossì guardando dall'altra parte, mentre Kaito ed Aoko, da dietro la fotocamera, dissero: ««Pronti? Via!»» - per poi scattare la foto, all'improvviso.

«Ah, che carini!» - affermò Aoko, guardando la foto, tramite la galleria di immagini.

«Non prendertela amico, almeno così siamo pari» - sorrise Kaito, sotto lo sguardo truce di Ogura, che lo fissava da poco lontano. Quando gli fu passata l'arrabbiatura, tuttavia il ragazzo lo raggiunse, porgendogli una fiala di vetro spessa con uno spruzzatore - «Huh? Che roba è?» - domandò confuso Kaito.
 

«Seltz.» - rispose Ogura, con aria orgogliosa - «In pratica acqua gassata, che viene spruzzata, se si preme qui in alto, la voglio usare per mettere su uno spettacolo comico, prima della fine della giornata. Ci stai?» - chiese porgendogli la mano.

«Che domande, certo! Sarà uno spasso» - rise Kaito di rimando - «Ma che ci devo fare con questa?»- domandò guardando la bottiglia.

«Tienila fino al momento dello spettacolo. E non usarla per fare scherzi chiaro? E' l'unica che ho!» - si raccomandò Ogura, e Kaito annuì, nascondendola all'interno della giacca del suo costume, come qualunque cosa che custodiva di solito, in veste di Kid.

 

Dopo una breve pausa, seguirono molti altri scatti, tra cui anche uno in cui Kaito era praticamente braccato da Akako, che gli teneva le braccia al collo, nonostante lui volesse solo scappare il più lontano possibile.

Dopo questo momento di svago collettivo, fu servita la cena, ed una volta che questa si concluse, tutti gli studenti, si riunirono in piccoli gruppetti cominciando a chiacchierare, tra loro. Quello di Kaito era formato da: lui stesso, Aoko, Keiko, Ogura ed Akako, che si era praticamente seduta lì di sua iniziativa, intromettendosi nella conversazione.

Ad un certo punto, fu proprio lei ad introdurre un argomento, che altrimenti, non si sarebbe mai affrontato - «Conoscete, la leggenda della Donna delle Nevi, che si narra vaghi su queste cime innevate?» - domandò lei, dal nulla.

«Eh? Che centra ora, quel vecchio racconto da scalatori?» - chiese Ogura, incuriosito.

«Di che leggenda si tratta?» - domandò una perplessa Aoko.

«Come non la conosci? E' famosissima in tutto il Giappone, tanto che è stata oggetto di numerosi romanzi e film, ispirati a questo racconto» - le si rivolse Keiko, spiegandole ciò, con aria di chi la sa lunga sull'argomento.

Aoko scosse il capo - «No, mai sentito nulla del genere»

«Perché Aoko, crede ancora in cose come fate e folletti» - la prese in giro Kaito, beccandosi di conseguenza, un poderoso pugno in testa, che lo fece accasciare sul divanetto, sul quale era seduto, per diversi minuti.

«Allora, di che parla questo racconto?» - ripeté Aoko, curiosa di conoscere la storia, non sapendo che si trattasse di un racconto dell'orrore del folklore giapponese.

«Questa è la storia di una bellissima donna, vissuta su queste montagne, che vagava tra le nevi, indossando un luminoso vestito bianco-argento» - cominciò a narrare Akako, in tono impostato, per creare la giusta atmosfera - «Ella vagava, in cerca di uomini bellissimi, che finivano col perdersi in mezzo ai ghiacci, ammaliati dalla voce suadente della donna, che li attirava in luoghi isolati. Era solita porre una domanda a coloro che la raggiungevano: “Vuoi scambiare qualcosa, per il mio prezioso vestito tessuto con fili d'argento?”. Gli uomini che incontravano la fanciulla, rimaneva incantati dallo splendore del vestito oltre che dalla bellezza della donna che lo indossava e convinti, che dalla vendita del cimelio, avrebbero ricavato grandi profitti, annuivano alla sua richiesta.» - fece una piccola pausa, per creare suspense, nella sua ascoltatrice.

«E poi, cosa accadeva a quegli uomini, Akako-chan?» - chiese lei incitandola a continuare.

«Una volta accettato lo scambio, l'uomo avvolgeva il vestito in un telo, in modo da trasportarlo e diceva alla donna: “Non ho molto di valore, qui con me. Ti prego accetta questo fucile da caccia, mio unico oggetto di valore”, ma la donna rifiutava. “Allora predi le mie vesti, sentirai freddo. Io indosso una pelliccia, posso lasciarla a te”, ma la donna rifiutava anche questo dono, così altruista. Avvicinandosi alla sua preda...» - dicendo ciò, Akako si avvicinò a Kaito e lo afferrò da dietro, avvicinando le labbra all'orecchio di lui, facendolo rabbrividire - «... ella sussurrava: ”Io non sono interessata a qualcosa di freddo. Ciò che desidero ardentemente, è qualcosa di molto caldo”. Con queste parole, la mostruosa donna, conficcava le sue unghie affilatissime nel petto del povero giovane, dicendo: “Ciò che desidero, è il tuo cuore!”, che gli estraeva dal petto ancora pulsante e che poi avrebbe divorato, con i suoi denti affilati.» - Akako raccontò quella parte con un'enfasi tale, che Aoko e Keiko – che pur conoscendo già la leggenda, la stava ascoltando interessata – si strinsero terrorizzate l'una all'altra, urlando all'unisono. La strega ne fu compiaciuta e concluse dunque il racconto - «Morale: Il giorno seguente, gli uomini che avevano incontrato “la Donna delle nevi”, venivano ritrovati privi di vita, sprofondati nella neve ed immersi in una pozza di sangue, mentre nel telo al posto del vestito bianco-argentato, veniva trovato solo un cumulo di candida neve.» - terminò, per poi dire sorridendo, ancora con le braccia avvolte attorno al collo del povero Kaito - «Questa in breve, è la leggenda, anche se cambia leggermente di luogo in luogo»

Kaito, la osservò con la coda dell'occhio infastidito e con un sorriso ebete sul volto - “Dì un po, perché sei così informata? Era una tua parente per caso?” - pensò tra sé e sé per poi scuotersi, liberandosi dalla presa, della ragazza - «Che razza di leggenda stupida! Non esiste una donna che uccide e mangia il cuore di viaggiatori dispersi tra le montagne, è ridicolo!» - sbottò.

«Oh tu dici?» - sorrise la strega rossa - «Dovresti stare attento Kuroba-kun, chi osa deriderla, potrebbe finire con l'incontrarla e non fare più ritorno. Ohohohoh» - rise la strega.

Non credo proprio” - la guardò storto Kaito - “L'unica donna orribile e diabolica presente su queste montagne, in questo momento mi sta ridendo in faccia”.


Kaito sospirò, poggiando i piedi sul tavolino di fronte a lui e calandosi il cilindro bianco del suo costume da Kid, sugli occhi - «Se mai dovessi incontrarla, penserò a lei come un'orrenda creatura, così non riuscirà ad incantarmi» - ribatté lui, con tono di superiorità. Era riuscito a resistere alle magie di Akako, quindi poteva dare filo da torcere, anche alla protagonista, di un'antica leggenda montanara. Mentre i due, avevano questo scambio di battute, un ragazzo alto, dai capelli biondi ed occhi azzurri, avvolto in una divisa elegante, si avvicinò loro applaudendo. Il suono degli applausi, portò Kaito a sedersi normalmente ed alzare il cappello dagli occhi, per capire di chi si trattasse.

«Ottima narrazione, anche se non è l'unica, sulla fantomatica presenza, che aleggia su queste montagne» - dichiarò il ragazzo.

«Ah. Gunter-kun» - Aoko si alzò andandogli incontro.

«Lieto di rivederti» - disse facendole il baciamano - «E' stato emozionante vedere una vera Principessa, scivolare leggiadra sul bianco della neve» - Aoko arrossì, mentre Guter si voltò verso Kaito sorridendo - «Naturalmente, anche il tuo partner ha fatto un'ottima figura»

«Non è stato niente di ché» - rispose Kaito, con aria indifferente ed in tono scostante, mentre tornava nella posizione di poco prima. Questo fece sbuffare, Aoko, infastidita da quell'atteggiamento.

Gunter però le tenne la mano e la spinse a guardarlo negli occhi, difendendo il ragazzo - «Suvvia, non c'è bisogno di innervosirsi. Confesso, che anch'io sono stato geloso, mentre vi osservavo scendere sulla pista. Del resto, chiunque lo sarebbe, nei riguardi di una così bella fanciulla» - disse inchinandosi ad Aoko, mentre lei arrossì nuovamente, balbettando qualcosa di incomprensibile.

Keiko rimase incantata a fissare il biondo, così Ogure ne approfittò per sussurrare all'orecchio del compagno - «Ehi Kaito, chi diavolo è quel damerino incravattato?»

«Gunter Von Goldberg» - rispose Kaito, senza esitazione - «il più grande illusionista del mondo. E' qui in Giappone per il suo secondo Tour Mondiale. Il primo risale a circa sei mesi fa.»

«Capisco, quindi è un mago anche lui» - annuì Ogura - «Questo significa, che potrebbe essere il tuo più grande rivale» - affermò lui.

«Ma che dici?» - chiese Kaito, inarcando un sopracciglio, sotto il cappello.

«Siete entrambi maghi ed entrambi avete un debole per la nostra Aoko, mi pare ovvio» - ribatté il castano.

Kaito osservò la sua amica d'infanzia, che ora era seduta al fianco del mago illusionista, ne fu infastidito - «Tch... perché dovrei prendermela? Se a quel Gunter qualcosa... piace Aoko, allora gli auguro di essere felici insieme»

Kaito mentì spudoratamente, mentre continuava a fissare quel ragazzo con sospetto. Ogura dal canto suo, capì l'umore dell'amico e lo lasciò in pace, convinto che Kaito avrebbe agito di conseguenza, per cui non c'era nulla di cui preoccuparsi.
 



 

POV Akako/Kaito

Nel frattempo Akako prese la parola - «Cosa intendevi dire con “non è l'unica”, intendi dire che esistono altre leggende sulla donna delle nevi?» - domandò Akako, per nulla ammaliata, dal mago dai tratti occidentali.

«Esatto» - confermò, Von Goldberg - «Esiste una seconda storia, decisamente meno cruenta. Vi andrebbe di ascoltarla?» - domandò al gruppo. Le ragazze, per diversi motivi, acconsentirono, mentre i ragazzi lo ignorarono completamente. Avendo avuto il consenso della maggioranza, Gunter si accinse a raccontare, la versione della storia, sconosciuta anche alla precedente narratrice - «Il tutto accadde, durante una notte di tormenta. Un uomo, chiamato Mokichi, si stava dirigendo alla sua casa, scendendo per le pendici della montagna. Durante la discesa, Mokichi, s'imbatte nella figura di una donna, dalla pelle pallida e lunghi capelli corvini, avvolta in un abito lucente. Ella, benché lui non ne fosse consapevole, era la donna delle nevi. Questa, non appena lo notò, gli si rivolse con occhi lucidi, implorandolo: “Mi sono storta una caviglia, lungo il cammino ed ora sono impossibilitata a proseguire. Vi prego, siate buono. Potreste accompagnarmi a casa?”. Mokichi, che era di buon cuore accettò. La donna gli indicò in risposta, un bosco oscuro e privo di sentieri. Mokichi, dunque, caricò la fanciulla nel suo cesto, che portava in spalla e s'incamminò all'interno della boscaglia, ma più proseguiva, più la neve aumentava e non si vedeva all'orizzonte, nessuna dimora. Così, l'uomo ad un certo punto le domandò: “Siete certi che sia la direzione giusta?”, ella annuì senza emettere un suono. Stava aspettando che l'uomo fosse vinto dalla fatica per potersi cibarsi della sua anima. Eppure nonostante la coltre bianca si facesse sempre più fitta, Mokichi, non sembrava voler desistere. Dopo un lungo silenzio, chiese alla donna; “Signorina?” ella rispose sorridendo, convinta che presto l'uomo, tra non molto, sarebbe crollato, arrendendosi al gelo ed alla stanchezza: “Sì, che c'é?”, ciò che l'uomo le domandò in seguito, fu qualcosa che la donna, non si sarebbe mai aspettata di sentire: “Non avete freddo?”. La donna, non seppe cosa rispondere a quella domanda e stette in silenzio, intanto Mokichi, le pose altre domande simili alle quali la donna, rispondeva sempre e solo “Sì”, mentre la sua voce, andava via via affievolendosi. Mokichi, la rassicurava, chiedendole di resistere e dicendole che presto sarebbero giunti a destinazione, ricevendo sempre la stessa risposta, fino a quando non udì più nulla. Preoccupato, Mokichi, tolse il cesto dalle spalle e notò che la donna, non c'era più. Al suo posto, era rimasto solo un cumulo di neve, avvolta in una luminosa veste bianco-argentea.» - Gunter conclusa la narrazione, si rivolse verso le ragazze e chiese loro - «Questa era la versione alternativa della leggenda, ma qualcuna di voi sa dirmi, perché all'interno del cesto, alla fine, rimase solo della neve? Secondo voi, che fine aveva fatto li spirito dei monti?»

Keiko sorrise, e rispose - «Sì è dissolta, che prospettiva romantica»

«Cosa intendi dire?» - domandò il biondo fingendosi confuso da quelle parole.

A quel punto Aoko espresse il concetto, in modo più esteso - «Il cuore gentile di Mokichi, ha sciolto quello gelido della donna delle nevi, che sorpresa da quel modo di fare, così altruista e tenace, ha deciso di risparmiarle la vita.»

«Corretto» - affermò Gunter - «Questa versione, termina con il seguente passo: “Intenerita dal calore del cuore del giovane, la donna delle nevi, rinunciò alla sua secolare missione. Se mai doveste incontrare una donna avvolta in un candido e splendente manto, non temetela. Da quel giorno, il suo compito, è quello di guidare le anime smarritesi nella tormenta, per condurle al sicuro. Proprio come Mokichi, aveva tentato di fare, con lei”. Fine. Cosa gliene pare, signorina?» - chiese Gunter rivolgendosi verso Akako, che imbambolata, fissava il tavolino di vetro difronte a sé.
 

La gentilezza... ha sciolto... il cuore della donna delle nevi?” - a quelle parole, un ricordo venne rievocato nella mente di Akako, un ricordo che la rese del suo colore, per qualche istante.

«”Ha appena detto una bugia”» - disse la voce placida di Kid, mentre i bianchi fiocchi di neve, volteggiavano tutt'attorno a loro.

«”Huh? Io non ho mai mentito!”» - aveva ribattuto Akako, in ginocchio per terra, con sulle spalle appoggiate, sul suo costume da Strega, come fossero trespoli, due colombe bianche, apparse per opera del mago.

«”Lo fa invece!”» - ribadì Kid - «”Sta mentendo al suo cuore”» - Kid sorrise proseguendo nel suo discorso - «”Signorina, non dovrebbe sottovalutare, questo Kaitō Kid.» - la avvertì, il ragazzo avvolto nelle sue candide vesti, che aggiunse subito dopo - «Perché, in fondo al suo cuore congelato, riposa uno splendido gioiello, che non aspetta altro che essere ammirato. Akako-san”»

Akako trovò molte similitudini, tra lei e la donna delle nevi, di questa particolare versione della storia, perché per quanto fingesse, più di una volta, quel ragazzo, che ora sfacciatamente indossava i panni del suo alter ego in pubblico, le aveva scaldato il cuore, facendola vacillare, nelle sue intenzioni di Strega Rossa. Il cuore di Akako, ebbe un sussulto quando, la voce di Aoko, la richiamò alla realtà, poco dopo.



«Akako-chan? Tutto a posto?» - le domandò, avendo notato che la ragazza, si era congelata sul posto e non aveva risposto alla domanda.

«Eh?» - Akako produsse questo piccolo suono, quando realizzò cosa le fosse stato chiesto - «B-Bé, io preferisco la versione, meno sdolcinata, di questa leggenda.» - disse, senza aggiungere nient'altro

«Concordo!» - l'assecondò la voce di Kuroba - «La donna delle nevi, dopotutto è uno Yokai, sono più propensi a fare scherzi anche crudeli, che a provare compassione. E poi, anche nelle versioni più “romantiche” della storia, alla fine, si rivela sempre per il mostro che è in realtà, scomparendo proprio in quanto tale. Non si tratta di una fanciulla bellissima dal cuore di ghiaccio, bensì di una creatura spiritica, che ha perso interesse per la sua preda.»

Quando Kaito, pronunciò quell'ultima frase, Akako si sentì nuovamente scaldare il cuore, sembrava si stesse rivolgendo a lei, esattamente come quella volta, ma senza darlo a vedere.

«Hai ragione, mio giovane amico» - annuì il biondo sorridendogli - «Ma, sai... all'occorrenza anche gli esseri umani, sanno essere mostruosi»
 

Quell'affermazione particolarmente incisiva, seppe gelare il clima nella stanza, ed Akako, questo lo percepì chiaramente, il che la portò a domandarsi - “Questo ragazzo... che cos'è?” - lo fissò intensamente e qualcosa le sovvenne. Percepì in lui, la stessa energia, sentita diversi mesi prima, quando Lucifero, le predisse una sconfitta, non avveratasi, di Kid, a causa di un misterioso avversario - “Non dirmi che lui è...”

 

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Negli stessi istanti, Kaito ebbe una strana sensazione di oppressione al petto, che lo irrigidì. Sentiva uno sguardo, penetrante e famigliare, scrutargli l'anima in cerca delle sue paure più profonde ed oscure. Quegli occhi, erano molto vicini e questo, ormai gli era chiaro. Lo stava aspettando... su queste montagne... per regolare i conti.



Gunter dopo, un apparentemente lungo periodo di silenzio, riprese la parola - «Comunque, quale che sia, la versione che preferiate, si tratta in ogni caso, di una leggenda affascinante» - disse alzandosi dal divanetto, porgendo la mano ad Aoko - «Anche se per quanto mi riguarda... piuttosto che dalla Donna delle nevi, preferirei fossi tu a salvarmi la vita, se mai dovessi perdermi in una tormenta» - Aoko, arrossì a quella frase - «Le andrebbe accompagnarmi, per un breve giro sulle piste, Principessa?» - domandò alla ragazza, che annuì.

Kaito alzò leggermente il capello dagli occhi, in tempo per vedere Aoko allontanarsi, assieme al ragazzo - “Non c'è nulla da fare, giusto?” - si chiese scoraggiato, il mago, mentre faceva ricadere il copricapo, sul viso, in modo da non vedere più nulla. Probabilmente era così, che Aoko doveva essersi sentita, vedendolo salire in funivia con Akako: un involucro vuoto, il cui unico contenuto era un miscuglio indefinito, di tristezza e fastidio. Kaito, esternò un silenzioso sospiro - “A quanto pare, è servito a poco o nulla. Aoko, di questa esperienza, ricorderà sicuramente le adulazioni di quell'illusionista da strapazzo. Mi sono dato tanta pena, per essere surclassato, da qualche sciocchezza smielata, di poco conto. La vita è davvero ingiusta” .

Kaito, chiuse gli occhi, poté udire la voce della receptionist Natsumi, rivolgersi ai due mentre uscivano, ma dopo questo, più nulla. In quella posizione, ovvero sprofondato nel sedile del divanetto dalla sala dell'hotel, con i piedi poggiati sul tavolino di vetro, le braccia incrociate al petto ed il cappello calato sul viso, il diciassettenne, si lasciò andare al sonno, cosa non troppo strana, considerando la giornata movimentata che aveva avuto.


 

Il sogno che fece, fu a dir poco orrendo, non ricordava molto, ma centravano l'illusionista, Aoko, una tormenta, un bacio ed una caverna di ghiaccio.

L'illusionista e Aoko, erano in mezzo ad una tormenta di neve, per sfuggirvi, si rifugiarono in una caverna tra le montagne. Rimasero lì per un po, mentre Aoko pareva preoccupata, il biondo per tranquillizzarla, le diede un bacio sulle labbra, ma quel che fu peggio, fu che quando ella poco dopo perse i sensi – senza un chiaro motivo – questo si allontanò ridendo e sparendo tra le nevi. Kaito in tutto questo, era a circa dieci metri da loro, con le caviglie bloccate da due catene di ghiaccio, che gli impedivano di muoversi, mentre Gunter Von Goldberg, spariva nel nulla.

Tutto quello che Kaito pensò fu - “Ohi, che diavolo stai facendo?! Non puoi andartene. Con questo freddo morirò assiderata! Perché... perché non riesco a muovere le gambe?! Dannazione! Dannazione!” - disperato, digrignò i denti urlando - «”Aoko!!”»


 

«Kaito-kun! Kaito-kun!» - Kaito venne scosso da una voce a lui famigliare, che lo risvegliò da quel sogno nefasto. Una volta aperti gli occhi di scatto, Kaito sollevò il cilindro e vide Keiko, che sconvolta poneva le mani sul suo braccio, con un espressione colma d'ansia nello sguardo, solitamente allegro.

«Keiko? Cosa c'è? E' successo qualcosa?» - domandò Kaito, mettendosi a sedere, mentre lei, agitata ed ancora avvolta nel costume da Alice, lo fissava in preda al panico.

«A dire il vero non ne sono sicura» - confessò la ragazza, guardandosi intorno - «Kaito, per caso hai visto Aoko?» - gli domandò Keiko. Kaito dissentì.

«No, non la vedo da quando è uscita con quel Gunter Von qualcosa. Perché?» - chiese in risposta.

«Umh... è strano... ormai è fuori da più di tre quarti d'ora, credevo avesse detto che avrebbero fatto un “breve giro”.» - disse Keiko.

«Non c'è da preoccuparsi, manca circa un'ora alla partenza. Vedrai che tornerà prima della partenza» - la rassicurò Kaito.

«Non è questo che mi preoccupa, piuttosto, il cielo si sta annuvolando. Non era prevista neve per oggi, però...»

«In montagna il tempo cambia spesso, giusto?» - Kaito dette voce alle preoccupazioni della compagna, che annuì - «D'accordo ho capito» - disse e senza perdere tempo, Kaito si mise a correre verso la reception - «Avvisa la Professoressa Konno»

«Ah! Kaito-kun, cosa devo-»

Kaito non riuscì a sentire cosa volesse dirgli Keiko, perché senza pensarci troppo, corse fuori dalla stanza e percorse le scale di corsa, aveva bisogno di prendere un oggetto, essenziale: i suoi pattini a reazione. Una volta presi corse fuori dall'albergo, tentando di perdere meno tempo possibile. Riuscì a rispondere al volo ad Ogura, che gli chiese - «Huh? Kaito, dove vai?»

«Da Aoko, ci vediamo più tardi!»
 

Era facile a dirsi, ma come poteva sapere dove l'avesse portata il ragazzo?

La prima cosa che gli venne in mente, fu quella di prendere la seggiovia, in modo da avere una chiara visione della zona. Mentre saliva si mise i pattini a reazione ai piedi, pronto a scontrarsi, se necessario, con Gunter Von Goldberg.

Arrivato in cima alla pista, Kaito si guardò intorno, mentre un debole nevischio cominciava a scendere su quelle zone, in quota.

«Maledizione, non ho la minima idea di dove cercare» - fece appena in tempo a finire quella frase, che una debole luce scarlatta poté essere visibile in lontananza, essa non era posta in direzione della pista battuta, ma fuori da essa, verso la boscaglia - «Sei lì allora» - si disse Kaito, che osservando meglio, notò un particolare che lo costrinse a cambiare strategia: per raggiungere la fonte luminosa, avrebbe dovuto fare un fuori pista, in una regione del monte dove la neve era irregolare e meno compatta. Preso atto di ciò, il mago dovette rinunciare ai pattini, che lasciò accanto alla funivia, vicino agli sci abbandonati lì, per qualche ragione a lui sconosciuta, per indossare nuovamente le sue scarpe. Più che altro temeva di minare, il già precario stato della neve, creando slavine, a causa del calore dei propulsori.

Il giovane Kuroba, prese dunque a correre il più velocemente possibile sul terreno friabile, tentando di non inciampare nei punti in cui la neve era più profonda, ci mise diversi minuti a raggiungere la fonte di luce, che proveniva dagli alberi che affiancavano quella zona. Si trattava si tre luci poste a triangolo su di una maschera bianca. Ad indossarla era un uomo di corporatura esile e slanciata, avvolto in un ampia e lunga cappa di colore nero pece. Era sorretto da fili dorati, con i quali era attaccato ai rami degli alberi, incrociati a formare una ragnatela, al cui centro c'era lui.

 

«Come pensavo sei davvero tu...» - affermò Kuroba, rivolgendosi alla figura - «SPIDER!»


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L'uomo sorrise ed articolò, con un forte accento britannico - «Ti stavo aspettando Kaitō Kid!» - per poi mostrare un sorriso pungente sul suo volto mascherato - «Sono qui per prendermi la mia rivincita dall'ultima volta. E questa volta, non fallirò» - dichiarò il sicario portando la mano destra in avanti e schioccando le dita.

A questo gesto dalle fronde di uno dei due alberi che ospitavano la tela, scese un bozzolo dorato, con al suo interno una giovane priva di sensi. Il bozzolo pendeva a pochi metri da Spider, che fece apparire nella sua mano destra un ago e ridacchiando lo leccò, per poi passarlo sulla guancia della ragazza, procurandole un minuscolo graffietto, dal quale uscirono un paio di gocce di colore scarlatto, che andarono a macchiare, la bianca neve che ricopriva il suolo, contaminandola con due piccole, chiazze rosse.

Kaito osservò quella scena a denti stretti e con occhi strabuzzati, gli tremavano le mani dalla rabbia e a quelle vista ringhiò - «Bastardo» - al ché Kaito tentò di muoversi, ma non gli fu possibile - “Cosa?! Cosa sta succedendo? Le mie gambe” - tentò disperatamente di muovere i piedi in una qualsiasi direzione, ma non importava, quanto lo volesse, rimaneva immobile, come se fosse stato incollato al suolo.

Spider rise, mentre in maniera provocatoria, leccò la piccola ferita inferta alla fanciulla, il cui viso di tanto in tanto, subiva micro-cambiamenti di espressione - «Cosa ti succede Kaitō Kid? Hai intenzione di restare lì impalato?» - il sorriso del già inquietante individuo, divenne ancora più profondo - «Allora, con il tuo permesso... io proseguo con un'altra incisione!» - affermò l'uomo, afferrando saldamente l'ago e facendolo scorrere sulla pelle vellutata della giovane, ridendo come un sadico - «Non va bene» - disse ad un certo punto l'uomo, con la voce distorta da un insano timbro d'eccitazione - «Non riesco a tenere la mano ferma... se non sto attento, rischio di sfigurarla in maniera irreparabile» - disse per poi scoppiare in una risata folle, il tutto sotto gli occhi di Kaito, che osservava tutto da poco lontano.

La risata di quello schifoso persisteva, gli riempiva le sue orecchie e gli impediva di pensare. Un terrore disumano aveva preso il controllo del corpo di Kaito, come mai prima d'ora, qualcosa d'irrazionale, del quale non comprendeva l'origine. Forse, perché era tutto troppo simile al suo incubo di poco prima, anzi era addirittura peggio del suo incubo. Aoko rischiava di essere uccisa da quel essere, in maniera brutale e tutto mentre lui, non poteva fare nulla per fermarlo, perché una qualche strana forza lo bloccava al suolo.

Mentre Kaito, si trovava in quella pietosa condizione, Spider fece un altro minuscolo taglietto poco lontano del precedente. Le goccioline di liquido rosso, questa volta non furono richiamate subito dalla forza di gravità, esse invece disegnarono perfettamente il contorno della guancia della ragazza, tanto che per un attimo, parve essere una lacrima di sangue, che l'uomo mascherato non esitò ad eliminare, dal volto della giovane, con lo stesso procedimento di poco prima.

Kaito non poté sopportare di vedere oltre e decise di chiudere gli occhi. Durante il loro primo incontro/scontro sul tetto del museo Ekoda, Kaito aveva capito senza difficoltà, che Spider stesse utilizzando delle illusioni, quindi non ebbe problemi a smascherarle, ma adesso, non sembrava esserci alcun tipo di trucco. Aoko era lì sotto il suo pieno controllo e lui stava maneggiando un vero ago, sulla sua pelle, facendo scorrere ed eliminando vero sangue, la cui prova erano le macchie ancora visibili sul terreno, che pian piano stavano cominciando a venir coperte dalla neve fresca. Tutto questo, era senza dubbio reale e spaventoso.

Una vera e propria tortura psicologica, sotto il peso della quale Kaito, sentiva che sarebbe presto crollato. Era solo una questione di attimi.

Mentre la disperazione aveva preso il posto del sangue e scorreva prepotentemente nelle sue vene, Kaito sentì Spider pronunciare - «Ed adesso, la terza...» - rise, allora Kaito aprì gli occhi e lo vide pronto a praticare un altro lieve sfregio, sulla pelle dell'inerme Aoko, mentre i precedenti, sembravano essere già spariti, rimarginatisi alla velocità del suono. Il ragazzo non poté sopportare oltre e vinto dalla tensione dei momenti e dall'angoscia, urlò - «SMETTILA!»

Il ruggito, rimbombò ed echeggiò per le montagne innevate, quando esso si estinse, Kaito, fissò tremante Spider, che ghignò maligno.

«Certo» - pronunciò l'uomo dando una spinta energica al bozzolo in cui Aoko era rinchiusa, che ondeggiò verso l'esterno del boschetto, a quel movimento brusco, un altro paio di gocce di sangue, macchiarono la neve fresca, intanto il sicario, pose il sottile e lucente ago tra pollice ed indice, sorridendo.

Kaito, capì istintivamente cosa avesse intenzione di fare, ci aveva già provato prima d'ora, durante il loro primo incontro, quella volta, mirando ad Hakuba e durante il secondo, contro Kaito stesso. Il cuore del giovane perse un battito, mentre il ragno scandì, nel silenzio:



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«< As you wish >» - lanciando il piccolo attrezzo in ferro, appuntito, in direzione del bozzolo, dove la Principessa Nakamori, stava dondolando ora verso l'interno, verso l'oscurità del bosco, mentre un sottile dardo, viaggiava verso di lei, a gran velocità.

 

 










L'Angolo dell'Autrice:
Okay, fooorse ho esagerato un po ad idealizzare Spider come un maniaco xD Ma la cosa mi divertiva, ed in fondo un po ci sembra, visto che ha la risata facile.
Ho pensato di inserirlo in quanto lo trovo il criminale più degno rivale di Kid, in quanto mago anch'esso. I loro scontri mi sono sempre piaciuti, al contrario dei facccia a faccia con Snake, che non ci mette nulla a farsi fregare, da qualche semplice trucco (un po come Vodka secondo me). Spider invece essendo un'illusionista, riesce a dare del bel filo da torcere al nostro Kaito e la cosa mi piace parecchio. Spero che nonostante la mia nuova, possiate seguire la storia fino alla fine, in caso vi ringrazio e vi rimando  al prossimo capitolo. Saluti - Irene_Violet









Riferimenti:
Testo

•EP n° 13 di Magic Kaito 1412
•EP n° 9 dallo Special Kid the Phantom Thief di Detective Conan
•EP n° 490  (537-538) di Detective Conan


Immagini

•Kaito e occhi di Spider, dall'EP n° 7 dello Special Kid the Phantom Thief di Detective Conan (Modificata)
• Ago di Spider, dall'EP n° 9 dello Special Kid the Phantom Thief di Detective Conan

 

   
 
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