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Autore: Holly Marsh    18/04/2005    0 recensioni
Quattro ragazzi diversi. Quattro background diversi. Quattro storie diverse. Quando questi quattro si ritroveranno insieme, la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts non sarà più la stessa. Tuttavia, mentre cresce il potere del mago più malvagio di tutti i tempi, questi quattro amici sono costretti a rendersi conto che ci sono cose più importanti degli scherzi, e che la vita stessa è fragile… Questo è un Prequel alla storia di J.K. Rowling, inizia coi Malandrini da piccoli e li segue, insieme alle loro famiglie e agli amici (e nemici) che si fanno a scuola, nella prima guerra contro Lord Voldemort e i suoi Mangiamorte. Nota dell’autrice: La stesura di questa storia è iniziata prima della pubblicazione di Harry Potter e l’Ordine della Fenice, e quindi può contenere certi aspetti che non sono concordanti con gli eventi presentati nel quinto libro. Nota della traduttrice (Laura Kanuka): Questa fanfiction è stata originariamente scritta in inglese, e successivamente tradotta in tedesco e in italiano. Per chi fosse interessato alla versione originale, può trovare il link sotto il profilo dell’autrice.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prequel, Parte 2: Codaliscia

 

1 - Una casa quasi normale

 

Ci sono molte professioni nel modo dei maghi che, a sentirle, non sembrerebbero strane a un babbano. Un mago può essere proprietario terriero, per esempio, o dipendente ministeriale, o perfino autista di bus. Finchè il babbano non sente che il pub di cui il suo vicino di casa è proprietario vende burrobirra, o che il Ministero in questione è il Ministero della Magia, o che il bus è chiamato Nottetempo, non sospetterà nulla. La stessa cosa accadeva con la prfessione di Norman Minus.

Norman Minus era un farmacista. Possedeva una casa confortevole in una tranquilla strada secondaria di una piccola città a nord, ed era invidiato dai suoi concittadini non solo per avere una bella moglie, Anthea, che si occupava di opere di carità e andava a Messa tutte le domeniche, ma anche due affascinanti figlie gemelle di nove anni, Maeve e Malina. Le bambine andavano alla scuola elementare locale, avevano buoni voti, facevano sempre i compiti a casa e non davano mai motivo alle insegnanti per rimproverarle o punirle.

E tuttavia dietro la facciata della loro casa dipinta di bianco e immacolata, ditro le tendine di pizzo e le statuette di porcellana sulla mensola del bovindo, i Minus nascondevano una vita che era molto diversa da quella di una famiglia babbana. Era vero, come diceva Norman ai vicini, che faceva il pendolare per andare al lavoro. Quello che non diceva loro, comunque, era che la sua idea di pendolarismo consisteva nello sparire dal suo salotto e riapparire quasi istantaneamente nella sua farmacia a York, che poteva essere vista solo dai membri della comunità magica, e che vendeva ingredienti e rimedi come pelle di vipera, uova di rospo e bezoar.

Sua moglie, poi, non faceva menzione del fatto che la sua assenza al mercatino degli antiquari della scorsa Pasqua aveva a che fare con un suo precedente impegno col Club Collezionisti Calderoni in Miniatura - un appuntamento da non perdere, perché era stato promesso in omaggio a chi sarebbe intervenuto un bellissimo calderone placcato d'oro, auto-mescolantesi, della grandezza di un portauovo.

E riguardo alle figlie… Malina stava insegnando a scrivere alla sua biro, mentre Maeve aveva lasciato perdere da un pezzo, e se ne stava seduta con la lingua tra i denti e le sopracciglia corrugate sopra un libro di matematica le cui pagine si giravano da sole, tenendo stretta nella mano sinistra una lunga piuma d'aquila.

Era questa la vita di cui, una giorno piovoso e ventoso di fine aprile, entrò a far parte il terzo figlio dei signori Minus.

 

 

2 - Fratellino

 

Peter Minus si tolse le scarpe scalciando e si distese sul letto con un misto di sollievo e di tristezza. Sollievo, perché l'anno scolastico a Hogwarts era iniziato, e questo significava una casa priva di Malina fino a Natale. Tristezza, perché con Malina era andata via anche Maeve. Maeve gli sarebbe mancata.

Peter si alzò e camminò fino alla finestra. Guardò in basso verso il piccolo giardino sul retro della casa. Lì c'erano un'altalena con il sedile di legno dipinto di arancione, con la pittura che si stava sgretolando, e uno scivolo che una volta era stato rosso ma che ora non mostrava quasi più traccia del colore. Giochi da babbani. Il tipo di giochi che i babbani in una città babbana come quella si aspettavano di vedere nel giardino sul retro dei Minus. Se solo sapessero!

Almeno una volta al giorno, ogni giorno quando c'era un po' di sole, sua madre lo faceva uscire a giocare per pura apparenza. A lui non importava in realtà. Lo scivolo gli piaceva abbastanza. Quello che non gli piaceva, invece, era l'altalena. Dal giorno in cui, provando a vedere quanto sarebbe riuscito a salire in alto spingendosi con le sue gambe corte e grassotte, sua sorella Malina si nascose dietro alla porta della cucina con la bacchetta in mano facendolo salire più in alto, più in alto, più in alto… così in alto che ebbe veramente paura di cadere a terra. Malina gli faceva sempre quel tipo di scherzi, mentre Maeve lo difendeva ogni volta. Maeve aveva salutato con gioia l'arrivo del terzogenito in casa Minus, felice di avere un fratellino con cui giocare, anche se di molti anni più piccolo di lei. Malina, d'altro canto, non capiva perchè i suoi genitori volessero un altro figlio, non gradì la presenza di Peter, il rumore che faceva - e la confusione - e odiava doversene occupare quando i genitori uscivano.

Lo strano umore altalenante di Peter in assenza delle sorelle era perciò comprensibile. Era felice di vedere Malina andarsene, ma Maeve… Si augurava sinceramente che Malina potesse andare a Hogwarts da sola, e che Maeve potesse restare a casa con lui. Per tutta la sua vita Maeve era stata la sua protettrice. Perfino all'età di sei anni, quando sapeva che avrebbe dovuto imparare a farcela da solo, aveva bisogno di lei per difenderlo - cosa che lei faceva sempre. Con un sospiro, Peter si trascinò via dalla finestra e si avviò verso la porta. Pensava che sarebbe stato meglio scendere al piano di sotto. La mamma si stava sicuramente chiedendo dove fosse andato.

 

 

3 - Lettere

 

"Mamma! Mamma!" gridò Maeve Minus, sventolando uno spesso foglio di pergamena in aria.

Irruppe nella cucina, con un ghigno sul viso pallido. A vent'anni, Maeve era diventata una giovane con un viso non bello, ma simpatico e amichevole. Se ne stava in piedi, con i piccoli occhi azzurro chiaro che scintillavano come perline e una ciocca di capelli biondo chiaro che sfuggiva dalla coda. Anthea Minus rivolse la sua attenzione dal fiore su cui stava lavorando alla figlia. Peter si affacciò dalla porta che dava sul giardino con l'intenzione di entrare in casa.

"Indovina!" esclamò Maeve.

"Beh, cosa?" chiese Malina per pura formalità, inghiottendo un boccone di torta di mele e guardandola da sopra un voluminoso libro tenuto aperto contro un'insalatiera di fronte a lei.

"Sono stata accettata!" scandì vivacemente Maeve, stringendo la spalla della sorella prima di girare intorno al tavolo per mostrare la missiva alla madre. Anthea tirò fuori gli occhiali dalla tasca del suo grembiule e li indossò.

"Siamo felici di informarla che la sua domanda di assunzione come docente a Beauxbatons è stata accettata. Aspettiamo il suo arrivo prima dell'inizio del prossimo anno scolastico, vale a dire nell'agosto di quest'anno. A presto, Olympe Maxime, Vice Preside," lesse Anthea Minus.

Ridiede la lettera alla figlia e si tolse gli occhiali.

"Congratulazioni, mia cara," disse, ricevendo da Maeve un bacio sulla guancia.

Maeve era raggiante.

"È così eccitante," esclamò. "Andrò a Beauxbatons! Sarò un'insegnante! Non è meraviglioso, Peter?"

Si girò solo per scoprire che suo fratello era ritornato in giardino.

Peter stava seduto sul letto con le coperte tirate su fino al mento. Aveva spento la luce in modo che la stanza fosse buia eccetto che per la pallida luce della luna che passava attraverso una fessura tra le tende. Gli bruciavano gli occhi. Sentì bussare alla porta, e capì che era Maeve. Scivolando velocemente sotto la coperta, strinse intorno a sé le lenzuola e girò la faccia verso il muro, chiudendo gli occhi e fingendo di essere addormentato. La porta si aprì ed entrò luce dal corridoio. Maeve entrò e si fermò, in attesa che gli occhi si abituassero all'oscurità. Poi si avvicinò al letto.

"Peter?" chiamò dolcemente.

Lui trattenne il respiro.

"So che sei sveglio, Peter," disse, sedendosi su un lato del letto.

Riluttante, Peter si girò a guardarla.

"Perché sei triste, Peter?" chiese. "Pensavo che saresti stato felice per me nel vedere che ottenevo ciò che avevo sempre desiderato."

"Lo sono," rispose lui mogio. "Ma - non voglio che tu vada via. Io n-n-non so cosa farò senza di te."

"Avrai ancora mamma, papà e Malina."

Il ragazzo mise su il muso.

"Vorrei che fosse Malina ad andarsene al posto tuo," disse.

Maeve sorrise. Sussurò "Beh, se sei fortunato si sbrigherà a sposare quell'antipatico del suo ragazzo, così ti sbarazzerai di tutte e due. Ad ogni modo," aggiunse, "non dovrai aver a che fare con lei per molto. È quasi luglio, e tu riceverai presto la tua lettera da Hogwarts."

Peter si rabbuiò.

"Se mi vorranno a Hogwarts… Non so, Maeve. Non so se sono abbastanza intelligente."

"Ma certo che ti vorranno! E per quanto riguarda l'intelligenza - presero Barry Beacher, e sono sicura che tu sei dieci volte più intelligente di lui."

Il riferimento a un vecchio compagno di scuola di Maeve, sul quale aveva sentito molte storie così ridicole che dubitava fossero tutte vere, fece sorridere Peter.

"Bene," disse sua sorella, sistemandogli le coperte, "ora chiudi gli occhi, e cerca di dormire. E ricorda, anche se sarò lontana, verrò sempre da te quando avrai bisogno di me."

Peter annuì e, chiudendo gli occhi, si addormentò quasi istantaneamente.

La lettera arrivò un lunedì. Anthea Minus scrutò ansiosamente un grande gufo marrone che prendeva il volo dalla finestra della cucina. Però sembrava che nessun altro nella via lo avesse notato, così arretrò e tornò a sedersi al tavolo della colazione. Peter stava seduto con la pergamena in mano, leggendo il proprio indirizzo scritto in inchiostro verde. Sì, era proprio diretta a lui.

"Ah, era ora!" disse suo padre, aspettando che il bricco del latte finisse di rovesciare il suo contenuto sulla tazza di cereali.

Malina abbassò la sua copia della Gazzetta del Profeta e sbirciò suo fratello. Anthea si mise a sedere di fronte a suo marito, e mosse la bacchetta in direzione della teiera, che immediatamente si sollevò e le riempì la tazza.

"Su, aprila," lo incalzò Maeve.

Con mano tremante, suo fratello ruppe il sigillo e srotolò la pergamena. Eccolo lì, scritto in verde e bianco. Il signor Peter Minus era invitato a frequentare Hogwarts, Scuola di Magia e Stregoneria. Maeve gli strinse il braccio e gli baciò la guancia allegramente, Anthea e Norman Minus si congratularono con il figlio, e Malina lo studò dubbiosa. Peter, passando attraverso il tavolo la lettera a suo padre, fece una risatina nervosa - e fece cadere il bricco del latte.

  
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