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Autore: Holly Marsh    26/04/2005    0 recensioni
Quattro ragazzi diversi. Quattro background diversi. Quattro storie diverse. Quando questi quattro si ritroveranno insieme, la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts non sarà più la stessa. Tuttavia, mentre cresce il potere del mago più malvagio di tutti i tempi, questi quattro amici sono costretti a rendersi conto che ci sono cose più importanti degli scherzi, e che la vita stessa è fragile… Questo è un Prequel alla storia di J.K. Rowling, inizia coi Malandrini da piccoli e li segue, insieme alle loro famiglie e agli amici (e nemici) che si fanno a scuola, nella prima guerra contro Lord Voldemort e i suoi Mangiamorte. Nota dell’autrice: La stesura di questa storia è iniziata prima della pubblicazione di Harry Potter e l’Ordine della Fenice, e quindi può contenere certi aspetti che non sono concordanti con gli eventi presentati nel quinto libro. Nota della traduttrice (Laura Kanuka): Questa fanfiction è stata originariamente scritta in inglese, e successivamente tradotta in tedesco e in italiano. Per chi fosse interessato alla versione originale, può trovare il link sotto il profilo dell’autrice.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prequel, Parte 3: Felpato

Prequel, Parte 3: Felpato

 

1 - Prologo

 

Un bambino coi capelli neri se ne stava seduto facendo dondolare le gambe fuori dal divano. Un uomo anziano dall'aspetto deprimente, tutto vestito di nero con un monocolo rotondo, stava in piedi dall'altra parte della stanza, sussurrando a una strega dai capelli grigi, con in testa un cappello a punta, e a un uomo alto dall'espressione severa e gli occhi freddi, anch'egli vestito di nero. Il piccolo sbadigliò e si stropicciò gli occhi. Perché lo facevano stare seduto in quel modo ? E chi era quella donna ? Perché se ne stava nel mezzo del salotto dei suoi genitori ? Aveva già visto il vecchio prima - e aveva lo stesso aspetto deprimente - non molto tempo fa, quando la nonna era 'andata in Paradiso'., come aveva detto sua madre. Nella stessa occasione aveva visto anche l'altro uomo. Il bambino ricordava che avrebbe dovuto chiamarlo 'zio', ma non sapeva perché. Di sicuro non l'aveva visto poi così spesso nella sua giovane vita. E dov'erano i suoi genitori ? Perché non erano ritornati a casa ? E perché Ellie, la sua babysitter, era corsa in cucina piangendoquando queste persone erano arrivate, e non era ritornata da lui ? Gli piaceva Ellie. Decise che sarebbe andato a cercarla.

" Ellie ? "

Ellen Cole si asciugò gli occhi e si girò sentendo che il bambino la chiamava.

"Ciao, Sirius."

Provò a sorridere. Sirius si avvicinò e la guardò coi suoi occhioni curiosi. Ellen lo prese in braccio e lo tenne stretto, sapendo bene che poteva essere l'ultima volta che lo faceva. Dai suoi occhi caddero delle lacrime sui capelli scuri del piccolo. Sirius aveva poco più di due anni, non capiva cosa stava succedendo intorno a lui. Ma sapeva che Ellie era triste, e quello rendeva triste anche lui. Lei era sua amica - la sua sola amica nel mondo a parte i suoi genitori. Così lasciò che lei lo cullasse, come aveva fatto con sua mamma quando era sconvolta perché la nonna se ne era andata via.

Così li trovarono poco tempo dopo il signor Mortis delle pompe funebri, la signora Dolesham e Duncan Black . Sirius li guardò con sospetto, e istintivamente abbracciò più forte Ellen.

"È ora, mio caro," disse la signora Dolesham.

"Una triste vicenda," aggiunse il signor Mortis, pulendo il suo monocolo.

Duncan Black se ne stava in piedi, accigliato.

"C-che succederà a Sirius, ora che… ora che i suoi genitori…?" domandò la ragazza.

"Starà nel mio orfanotrofio," rispose la strega dai capelli grigi.

"Ma… "

Ellen guardò ansiosa il signor Black.

"Non potrebbe occuparsene lei, signore?"

"Io?" rispose infastidito Black. "Perché dovrei volerlo?"

"Ma - signore, è suo nipote. Lo stesso sangue di suo fratello."

"Thomas era un eccentrico," disse l'uomo con severità. "Oh, so che voi lo chiamavate 'mago', ma io e i miei genitori lo vedevamo per quello che era veramente. Eravamo felici che ci avesse lasciato per unirsi alla 'comunità dei maghi', e non ricordo giorno più fosco di quello in cui insistette tanto per farci venire al suo matrimonio, per vederlo sposato a - a una della sua specie. Per cui no, non terrò io suo figlio. Per quello che mi riguarda può andare all'orfanotrofio e starci per sempre."

Ellen guardò l'uomo con gli occhi spalancati, senza riuscire a credere a quello che era appena stato detto. Se solo fosse stata più vecchia, avrebbe tenuto lei il bambino. Ma cosa poteva fare una giovane strega di sedici anni? Così lasciò che la signora Dolesham lo portasse via, e guardò a lungo per l'ultima volta quel visino mentre se ne andava.

 

2 - Capo del branco

 

"Allora, chi è stato?" sbottò la signora Dolesham, fissando la fila di ragazzi in piedi di fronte a lei.

"Chi è che ha fatto esplodere una caccabomba nell'ufficio del signor Featherstone?"

Lasciò che i suoi occhi percorressero tutta la fila. I ragazzi stavano con la schiena ben dritta e il petto all'infuori, gli occhi rivolti verso il pavimento.

"Pringle!"

Un ragazzino biondo, nervoso, sussultò.

"Sì, signora Dolesham?"

"Dimmi chi ha fatto esplodere quell'aggeggio."

La voce dell'anziana strega era alquanto persuasiva.

"Io n-non lo so," balbettò il povero ragazzo.

"Ah, non lo sai? Beh, in questo caso allora possiamo supporre che sia stato tu. Sono sicura che il bastone del signor Featherstone tirerà fuori quel poco che sai."

Il ragazzo di nome Pringle iniziò a tremare come una foglia sotto lo sguardo inflessibile della donna. Sembrava prossimo alle lacrime, era ovviamente determinato a non rivelare nulla.

"Molto bene," disse la signora Dolesham prendendolo per il bavero della giacca, "allora andiamo…"

Stavano per raggiungere la porta quando una voce esclamò chiaramente, "Aspettate!"

La signora si fermò vicino alla porta, con un mezzo sorriso sulle labbra, e si girò.

"Sì, Black?"

Sirius fece un passo avanti distanziandosi dalla fila, tenendo il mento sollevato e fissando la donna negli occhi.

"Pringle non ha fatto esplodere la caccabomba. Sono stato io, signora."

La signora Dolesham lo guardò, valutandolo. Gli occhi del ragazzino erano freddi e fissi, e lei sorrise dentrò di sé. Lo conosceva da quando aveva due anni. Sapeva che amava fare scherzi, e lo aveva sorpreso varie volte mentre preparava qualche tiro - ecco perché anche in questo caso sapeva fin dall'inizio che era lui il colpevole. Inoltre tra i difetti del giovane Black non c'era la slealtà. Era quasi sempre la mano dietro agli scherzi e alle marachelle che si combinavano in orfanotrofio, ma, a differenza del tipico capobanda, Black non dava mai la colpa ad altri per cose che avesse fatto o istigato, e lei non poteva fare a meno di ammirare il suo coraggio nel parlare in difesa dell'amico Pringle, che era minore di lui di cinque anni e totalmente incapace di difendersi. Rilasciando Pringle, disse lentamente:

"Capisco. Allora farai bene a venire con me."

Sirius la seguì ubbidiente fuori dalla stanza, lungo il corridoio in direzione degli uffici. Sapeva cosa stava per accadere, o almeno lo immaginava. Ma non fu condotto nell'ufficio del signor Featherstone, bensì in quello della stessa signora Dolesham.

"Siediti," gli ordinò.

Sirius obbedì. La signora Dolesham si sedette dietro alla scrivania e appoggiò la schiena allo schienale della sedia.

"Black," disse dopo una pausa, e la sua vocere era più gentile di prima, "che cosa devo fare con te? Sei un ragazzo intelligente, e potresti andare lontano, se solo tu lo volessi. Perché devi sempre arrestare il tuo avanzamento con questi giochetti infantili? Il signor Featherstone ti avrebbe nominato Prefetto già da tempo, se solo scorgesse in te un minimo di senso di responsabilità. Avresti potuto raggiungere livelli più elevati di altri, con la fiducia degli studenti più anziani. Perché insisti a tormentarci così?"

Sirius ci pensò su un attimo, poi disse:

"Non intendo mancarle di rispetto, signora, e neanche al signor Feathersone. Ma mi piace fare scherzi, e non credo che mi piacerebbe essere a un livello superiore dei miei amici. Mi piace essere uno di loro, non il loro responsabile. Sono miei amici, non riuscirei a dar loro ordini."

La signora Dolesham lo squadrò per un po' e sospirò.

"Se è così che la vedi, allora, devo dirti che, per quello che può contare, capisco i tuoi sentimenti. Ma per favore, Black, cerca di essere meno - difficile in futuro, almeno per un pochino di tempo."

Si piegò in avanti amichevolmente e abbassò il tono di voce.

"Posso anche dirti che ho convinto il signor Featherstone a mettere il tuo nome nella lista per Hogwarts."

A Sirius sembrò mancare il fiato.

"Hogwarts, signora?"

"Sì, Hogwarts.Ma se continui con queste sciocchezze come lanciare caccabombe nel suo ufficio, potrebbe essere al di là del mio potere convincerlo di non cancellare il tuo nome dalla lista. Sii paziente, Sirius, e fa' il bravo. Per favore."

La faccia della donna assunse un'espressione più dolce.

"Almeno finchè non ricevi la tua lettera," aggiunse.

"Lei - lei pensa veramente che io abbia qualche possibilità di essere ammesso?"

"Oh sì," disse con convinzione la signora Dolesham, "non ho dubbi. Quando riceverai la tua lettera, vieni subito da me. Prenderò io tutti gli accordi necessari, ti accompagnerò a comprare i tuoi libri e le altre cose - e voglio essere certa di vederti salire sull'Espresso per Hogwarts."

Sirius ghignò. Hogwarts! Quella sì che era una prospettiva per cui valeva la pena di essere buono. Almeno finchè non sarebbe arrivata la sua lettera.

  
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