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Autore: Emmastory    21/08/2017    4 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo XXVI
 
Fra puro e malvagio
 
Ero da poco riuscita ad appisolarmi e dormire tranquillamente dopo aver letto un libro dai toni interessanti, quando improvvisamente, venni svegliata da un suono conosciuto e quasi martellante. Era strano data la calma che li contraddistingueva, ma nel bel mezzo di una quieta e stellata notte,  Chance e Myra sembravano avere qualcosa contro cui abbaiare. Tentando inizialmente di ignorarli, mi rigirai nel letto, ma ben presto i loro continui latrati divennero insopportabili alle mie orecchie. Con mia grande sorpresa, anche il piccolo Max si era unito al coro dei genitori, e seppur controvoglia, decisi di andare a controllare. Dopo averli calmati, guardai per un attimo fuori dalla finestra. Niente, il nulla più totale. Solo un silenzio di tomba nell'aria attorno a noi. Nervosa, quasi maledissi i cani per avermi svegliata, ma voltandomi, lasciai che il mio sguardo cadesse di nuovo su Max. Il cucciolo del gruppo, e membro più giovane di quel seppur piccolo branco. Mi guardava a sua volta con quei suoi occhietti scuri, e mugolando leggermente, sembrava volersi scusare. Sorridendo, lo perdonai con una carezza, ma improvvisamente, vidi qualcosa brillare nel buio. Era troppo lontano, e non potevo essere sicura di nulla, ma sapevo bene di non stare impazzendo. Quasi volendo darmi ragione, Chance assunse la posizione di punta, e voltando la testa, ringhiò leggermente. Anche lui era in stato d'allerta, e mentre il tempo passava, non vidi altro che quella sorta di luce. Aguzzando la vista, mi resi conto che si trattava di una torcia elettrica, e guardando ancora meglio, scoprii che un viso conosciuto si nascondeva nell'ombra. Ava. Non la vedevo da molto, e ad essere sincera, ero felice di averla rivista. Muovendo leggermente una mano, usò la torcia per illuminarsi il viso, poi mi salutò. Era ferma in piedi al centro della piazza, e sembrava spaventata. Aveva tentato di farsi notare, e c'era riuscita, e nonostante fosse lontana, il suo terrore era ben visibile. Con un gesto della mano, la invitai ad avvicinarsi, e vedendola annuire, mi allontanai dalla finestra. Lentamente, aprii la porta di casa senza far rumore, poi, quasi bisbigliando, la chiamai per nome "Ava? Ava, dove sei?" sussurrai, aspettando di vederla emergere dall'oscurità. "Sono qui!" rispose, tenendo bassa la voce ma quasi urlando per farsi sentire. Rinfrancata dalla sua vista, sorrisi, e guardandola, notai che non stava affatto bene. Un livido su una gamba quasi le impediva di camminare, e una ferita in prossimità dell'occhio le doleva costringendola a strofinarlo. "Che ti è successo?" le chiesi, preoccupata. "Mi hanno scoperta. Hanno capito che sono connessa al tuo gruppo, e... e..." Disse, per poi lasciare quella frase incompleta a morirle in gola come tante altre. Guardandola, le posai una mano sulla spalla per darle coraggio, e solo allora, lei riprese a parlare. "E vogliono vendicarsi. Sono scappata, e non sanno che sono qui, ma se mi trovano nessuno sa cosa potrebbero succedere. Ho bisogno di aiuto Rain, davvero." Disse soltanto, ponendo enfasi su quella parola e sentendo le forze abbandonarla. Il dolore la stava davvero debilitando, e provando per lei, decisi di agire. Offrendole la mano, l'aiutai a muoversi, e guidandola nel buio, la lasciai sdraiare sul divano. Una volta fatto, andai in cerca di una coperta, e stendendogliela sul corpo, le augurai la buona notte. Prima di andarmene, incaricai Chance di controllarla, e una volta a letto, faticai a dormire. Per quanto ne sapevo, Ava era una ragazza forte  e conscia dell'errore che aveva commesso unendosi a Loro, e che proprio per questo desiderava tornare sulla via del bene. In altri termini, aveva provato dolore ma non ne era stata corrotta, riuscendo a tornare sui suoi passi e provare a redimersi. Ad essere sincera, ero felice e orgogliosa di lei, e benchè lei non me l'avesse mai detto, ero sicura che il suo animo fosse  preda del più completo disordine, diviso in due metà perfettamente uguali, con una che propendeva per il bene e l'altra ancora legata al marchio che portava sul braccio. Era fuggita, e voleva davvero provare a cambiare, ma nonostante questo sapeva bene che tradire i Ladri avrebbe significato vendetta da parte loro. Mentre dormiva, non avevo potuto evitare di notare quella sorta di tatuaggio. Un simbolo sinistro e inconfondibile, la cui sola vista non faceva che seminare terrore nel mio cuore. Sveglia e protetta dalle coperte, pregavo fissando le stelle, conservando dentro di me la speranza di vederla fare la scelta giusta, e allontanarsi da una strada piena di dolore e avversità. Mi fidavo di lei, e con non poche difficoltà nel dormire, aspettavo che si riprendesse, conquistando il coraggio di agire. La conoscevo bene, ed ero sicura che con il tempo non avrebbe fatto altro che continuare a darci prova dellà bontà presente nel suo cuore, capace come pochi di discernere fra puro e malvagio.
   
 
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