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Autore: Stillmar    23/08/2017    2 recensioni
L'acqua gli alberi e i fulmini erano gli unici testimoni della strana creatura apparsa improvvisamente in quel luogo
chiunque fosse passato di li sarebbe senz'altro rimasto sorpreso di trovare una così bizzarra sagoma giacere sull'erba bagnata.
una storia avventurosa e a tratti inverosimile che tenevo in cantiere da un po' e che finalmente pubblico qui; è un esperimento ma spero possa piacere comunque.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6
Un incontro fortuito
 
Anche durante una giornata splendida possono succedere fatti spiacevoli. Stupisce la semplice casualità con cui essi accadano, anche in una città come Zootropolis. Non si sa mai che alla porta del vostro negozio possa palesarsi un individuo sospetto che irrompa all’interno armato delle peggiori intenzioni per poi andarsene correndo dopo avervi derubato. Fu proprio ciò che accadde in un punto imprecisato del centro.
La porta di un negozio anonimo si aprì di schianto e una losca figura ferina ne uscì in tutta fretta con la refurtiva nascosta sotto giacca. Alcune occhiate nervose prima davanti e poi dietro furono sufficienti a fargli credere di potersi defilare senza problemi. Le urla del gestore però, bastarono a mettere in allarme tutti i presenti, compresa una coppia di poliziotti che a bordo della loro auto stavano eseguendo il loro giro di ronda.
Il ladro tentò subito di dileguarsi correndo nella direzione opposta, ma la volante non tardò a raggiungerlo. L’inseguimento proseguì attraverso parcheggi, vicoli e strade ma ne gli inseguitori ne l’inseguito parevano essere intenzionati a cedere. La rocambolesca fuga terminò quando il malvivente voltatosi per accertarsi di aver seminato i due agenti, andò a sbattere contro un passante. L’urto fu sufficiente a far cadere a terra entrambi e la refurtiva si sparse tutt’intorno.
Un forte battito risuonava nelle sue orecchie, non capiva cosa fosse ma di certo non se lo stava immaginando. Jackson si ritrovò supino a guardare il cielo, borbottando tra i denti una fantasiosa imprecazione. Mise una mano a terra per alzarsi e toccò qualcosa di liscio e regolare, sottile come la carta. Quando riuscì a vedere meglio si accorse di avere in mano un biglietto, come quelli per i concerti o per le partite. Ce ne erano molti altri sparsi sul selciato, insieme ad un lupo con il volto coperto che cercava di raccattarne il più possibile. Impiegò pochi istanti per capire la situazione. Si alzò cercando di allontanarsi ma i quel momento si accorse di aver perso sensibilità in gran parte del corpo. Rimase in ginocchio, quando si accorse che il rapinatore davanti a lui non era più un comune ladro, ma la figura evanescente della sua mente che lo fissava. Questa puntò un dito contro Jack poi una voce innaturale uscì dalla sua bocca inesistente:
<< Che cosa hai fatto Jack? >>
Jackson ansimò terrorizzato, ma quando abbassò lo sguardo vide un bagliore proveniente dal cristallo  rotolato fuori dalla sua tasca a poca distanza davanti a lui. Provò a raggiungerlo ma il lupo, o meglio la figura, pensando fosse un oggetto di valore lo precedette soffiandoglielo per un secondo. L’uomo non rimase inerme e con rinnovato coraggio si protese in avanti verso il ladro:
<< Hei, quello è mio! >>
I due iniziarono a strattonarsi cercando di prendere per se il prezioso sassolino. Uno scontro feroce ma fortunatamente breve. Con un calcio, Jackson allontanò il malintenzionato riuscendo a recuperare la pietra, quando il rumore di una brusca frenata lo sorprese alle spalle. La prima cosa che vide fu la sagoma di un’automobile, non ebbe tempo di osservare meglio, ma per poco scorse i due lampeggianti accesi sul tetto. Si ritrovò così sbalzato sul cofano ed urtò contro il vetro prima di ricadere a terra stordito. In quel mentre il rapinatore scomparve lasciando dietro di se una scia di pezzi di carta.
Il tutto durò sempre pochi secondi. Il mondo riacquistò i suoi colori, ma quando Jack recuperò lucidità sentì una seconda voce, più gentile e acuta chiamarlo da chissà dove:
<< Signore, signore sta bene? >>
Jack tentò di rigirarsi su un fianco accusando dolore al petto dovuto ad una o forse più costole incrinate. Rantolò e si rimise in piedi con non poca fatica. Quando vide di nuovo chiaro, si accorse del coniglio o meglio della coniglietta accanto a lui che, preoccupata, continuava a chiedergli se stesse bene. Jackson si appoggiò al cofano dell’auto per reggersi e rispose:
<< Ma certo agenti, sto bene. >>
Si sorprese da solo di tali parole. Quello che aveva davanti era davvero un agente di polizia. Fosse stato un po’ più lucido avrebbe notato subito il suo abbigliamento. Indossava una divisa blu, con un distintivo dorato sul cuore e pantaloni scuri tenuti su da una cintura in cui erano inseriti la radio, la pistola a sedativi e un altro paio di oggetti. Le lunghe orecchie grigie erano ritte sulla sommità del suo piccolo capo, ed esibiva due vispi occhi viola sul suo piccolo muso.  Subito dopo Jack si accorse anche del suo collega: una volpa fulva con la stessa divisa ed uno sguardo tutt’altro che calmo.  Abbassò il capo e tossicchiò pregando di non perdere la calma proprio ora. Le sue parole parvero calmare i poliziotti che tirarono un sospiro di sollievo:
<< Ne è sicuro? Ci ha fatto prendere un bello spavento. >>
-Mai quanto me. –  pensò Jackson.
A quel punto fu la volpe a parlare, e non tardò a rimproverarlo:
<< Che diavolo ci faceva in mezzo alla strada? >>
Jackson non si scompose, benché l’idea di essere rimproverato da una coppia di animali gli sembrasse assurda:
<< Credo di aver avuto un diverbio con un ladruncolo. Per caso lo stavate inseguendo? >> disse cercando di ignorare il dolore al torace.
<< Si per sua informazione. Ma prima di tutto vorremmo evitare vittime. >> rispose la volpe con sincera irritazione.
<< Le ho già detto che sto bene. Però ho paura che il vostro ladro ormai abbia preso il volo. >>
<< Maledizione . >> disse la volpe guardando nella direzione in cui il ladro era scappato. Salì in macchina e messa mano alla radio si mise in contatto con la centrale. La coniglietta invece rimase fuori a parlare con Jack:
<< Lo scusi, ultimamente è un po’ stressato. >> disse la poliziotta riferendosi al collega.
<< Non fa niente. >> disse l’uomo. Tentò di fare un passo ma cedette sulla gamba dolorante:
<< Faccia piano. Deve essersi fatto male.  >> disse la coniglietta.
<< Cinque minuti e mi passa. Non è stato … terribile. >>
Si spostarono sul marciapiede e l’agente iniziò ad esaminare la scena:
<< Se non altro il ladro ha abbandonato una parte della refurtiva. >> disse osservando il gran numero di biglietti che il ladro non era riuscito a portare con se.
<< Magro bottino. >> commentò Jack.
<< Che genere di ladro ruberebbe dei biglietti? >>
<< Più di quanti si pensi. Abbiamo avuto parecchi problemi con questi bagarini. >>
<< Questo non è stato fortunato. >> osservò Jack.
<< Vi ha aggredito? >> chiese la coniglietta
<< A cercato di derubarmi ma non ci è riuscito. >>
<< Per caso lo avete visto in faccia? >>
-Quello non aveva la faccia.-  pensò Jack ripensando alla sua visione.
<< No purtroppo. >> disse Jack cercando di sembrare dispiaciuto.
<< Lei è fortunato lo sa? >> disse l’agente. Jack riuscì a cogliere tutta l’amara ironia di quella frase, e con la lingua tra i denti rispose                                                                                
<< Spesso me lo dimentico. >>
La coniglietta si mise a squadrare Jack dall’alto verso il basso, osservando il suo aspetto non poco bizzarro, così gli chiese:
 << Lei … è nuovo di qui vero?
<< Come lo ha capito? >> domandò Jack con una punta di ansia nella voce.
<< Un’ impressione, forse dovuta al suo … >>
<< Abbigliamento? Capisco. >> la anticipò Jackson.
La poliziotta trattenne una risata e disse:
<< Vuole lanciare una nuova moda per caso? >> disse indicando le scarpe di Jack. Questo prese a grattarsi la nuca e a guardare da tutt’altra parte.
<< Però sembrano comode, dove le ha trovate? >> proseguì la coniglietta.
<< Le ho fatte io. Ho i pied … voglio dire le zampe, molto delicate. >>
<< Anche la sua faccia è delicata per caso? >> disse la volpe già di ritorno.
<< Nick! >> lo riprese la collega.
 Jackson ridacchiò poi rispose:
<< Lei è molto spiritoso lo sa? >> disse Jack camuffando alla perfezione il proprio sarcasmo. Ormai era diventato bravissimo a mentire.
<< E lei … potrebbe togliersi il cappuccio quando parla? >>
Quelle parole punsero l’uomo come un ago da maglia.
<< Ecco no … non posso. >>
<< E perché no? >> domandò l’agente inarcando un sopracciglio.
L’uomo prese coraggio e disse:
<< Perché … in un certo senso lei ha ragione agente.  Vede la mia pelle è molto sensibile alla luce del sole. Non posso scoprirmi troppo, sennò … sto male. >> spiegò Jackson ormai convinto di aver perso il conto di tutte le stupidaggini sparate fino a quel momento. Quella volpe iniziava a dargli sui nervi, tuttavia era consapevole di trovarsi su di un terreno minato, e la sola cosa che gli venne in mente di fare fu cercare di cambiare argomento:
<< Inoltre … >> disse << non ho ancora avuto modo di ringraziarvi per avermi salvato. >> azzardò.
<< Ma le pare, del resto l’abbiamo investita con l’auto. >> disse la volpe un poco sorpresa.
 << È stato un incidente. E se non foste arrivati quel ladro mi avrebbe di certo derubato. Quindi non posso che ringraziarvi agenti Hopps … e Wilde? >> disse, leggendo i nomi dalle uniformi dei due poliziotti. Questi si scambiarono un’occhiata perplessa, poi la coniglietta disse:
<< Beh, lieti di averla aiutata signor … ? >>
<< Wes … ser. Si Wesser. >>
<< Abita molto lontano da qui signor Wesser? >>
 << No no. Il mio albergo è proprio qui vicino. Anzi per la verità si è fatto tardi, devo proprio andare. >> rispose prontamente.
<< Allora … arrivederci. E faccia attenzione. >>
<< Certamente, e buona fortuna con il vostro caso. >> disse Jack che ormai si era allontanato parecchio. I due poliziotti rimasero ancora un poco a fissare il misterioso individuo appena incontrato.
<< Certo che quello è proprio strano. >>
<< Non so, c’è qualcosa i quello li che non mi convince. >> disse la volpe con espressione assorta.
<< Non sei l’unico. Comunque ora dobbiamo sbrigarci, o il capitano andrà su tutte le furie. >> disse la coniglietta.
<< Agli ordini. Ma solo dopo un bel gelato. >> concluse la volpe sorridendo.
Così i tre si congedarono, i due poliziotti alle prese con il loro caso, e Jack impegnato a riprendersi da quell’incontro. Acciaccato e dolorante riprese a camminare imponendo a se stesso di non combinare altri disastri fino all’indomani. Aveva battuto ogni record di stranezze in una sola giornata ed era stato molto vicino a lasciarci le penne. Ma ciò che lo preoccupò di più fu la sua ultima visione, il pensiero di come fosse stata così reale e duratura lo inquietò non poco. Tuttavia si era anche fatto due nuovi amici no? Quei due agenti stavano forse sospettando qualcosa? Decise di non pensarci, e di non pensare a nient’altro per quel giorno.
Non camminò molto prima di accorgersi di avere qualcosa attaccata sotto la suola della scarpa. Quando guardò trovò uno dei biglietti caduti a terra e di cui si era inavvertitamente impossessato. Con più calma si mise ad osservarlo. Sembrava un biglietto costoso a giudicare dalle dimensioni:
<< Posto in prima fila, pass per il backstage … ma chi diavolo è Gazelle? >> si chiese.
 
   
 
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