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Autore: ChicaFeliz    24/08/2017    1 recensioni
NARTH (National Association for the Research and Teraphy of Homosexuality) la famosissima casa di cura per l'omosessualità maschile di Londra. "L'omosessualità non esiste è una patologia e va curata, solitamente nasce nei primi tre anni di vita.
Causa 1: un rapporto distorto tra madre e figlio. La potente simbiosi del bambino con la madre lo porterebbe ad avere
un' identificazione femminile.
Causa 2: una figura paterna assente nella vita del figlio o comunque deficitaria. Il bambino potrebbe sviluppare un distacco difensivo nei confronti del padre che lo ha respinto e della masolinità in generale."
Genitori, se vi trovate in una situazione simile non disperate noi vi offriamo la via d'uscita.
Ragazzi, se siete venuti per conto vostro molto bene. Congratulazioni il primo passo è accettare la vostra malattia.
In ogni caso tranquilli, c'è speranza per tutti. Promettiamo solennemente di guarire tutti i nostri pazienti -anche i casi più disperati- la speranza è l'ultima a morire."
Charles Socadaries e Joseph Nicolosi - i fondatori.
5 ragazzi che per caso o per scherzo del destino si ritrovano nella prestigiosa NARTH. E a questo punto la domanda sorge spontanea sarà proprio vero quello che millantano i fondatori?
Larry/ Ziam
Storia modificata
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What was I thinking?
Everyone sees it
It's not a secret
That I'm just a reject
Sick of the system
Don't wanna hear it
It's not a secret
That I'm just a reject
Rejects -Five Seconds of Summer

Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
Charles Bukowski

Sua madre, sua madre era la peggior madre del mondo.
Era la peggiore quando aveva acconsentito a farlo chiudere lí dentro.
Era la peggiore quando lui l'aveva guardata con occhi pregandola, quasi supplicandola di non lascialrlo andare, di lottare per lui. 
Lui il suo unico figlio maschio, colui che doveva essere l'orgoglio della famiglia ma che aveva finito per esserne la vergogna.
Musulmano per scelta, non sua, lui che non si recava alla moschea come un bravo figlio come le sue sorelle, come un bravo fedele come i suoi geniori. 
Sempre lui che non pregava cinque volta al giorno, ne due, nè nessuna. Perché lui non credeva né in Allah né in nessun altra divinità. Lui credeva nelle cose tangibili, concrete. E di concreto proprio ora c'è solo quella macchina rosso fuoco che sfreccia a tutta velocità verso la sua prigione, la sua fine. La fine del suo tutto.
La fine delle nottate passate a fumare spinelli sul suo solito muretto, solo, come sempre, con l'unica compagnia dei pali della luce e delle falene che gli gravitavano intorno in cerchio sempre in cerchio come tutta la sua vita spesa in quel piccolo quartiere bigotto. La gente lì era fin troppo perbenista per accettare un pachistano bisessuale e drogato. Che poi drogato, sul serio? Per un paio di spinelli ogni tanto...ok magari spesso, spessissimo. Ma comunque tutta quella gente non aveva nessun diritto di giudicarlo. Lui è uno spirito libero, almeno lo era fino a quando sua madre non aveva acconsentito alle assurde richieste di suo padre di rinchiuderlo come un delinquente e tutto per quell' "incidente". "La goccia che ha fatto trabbocare il vaso" così lo aveva definito suo padre prima di spedirlo in camera sua a fare le valigie senza neanche chiedergli se stesse bene. Chiaro a lui l'unica cosa che importava davvero era salvare la faccia. Ne avevano già passate troppe per colpa di quel figlio degenere che si trovavano. La vergogna sua e della moglie e anche delle sorelle, perchè no?
Tanto tutto quello che succedeva di male in quella casa era colpa sua. Zayn aveva bisogno solo di una cosa, una sola; essere capito e accettato. Ma non l'aveva mai fatto nessuno. Non il padre, lui non ci aveva mai provato, non la madre che si era arresa da tempo, delusa dal suo unico figlio maschio e nemmeno le sorelle che avevano sempre tenuto le distanze da lui. E allora perchè avrebbero dovuto farlo gli altri. 
Se nemmeno la sua famiglia lo capiva e lo appoggiava perchè avrebbe dovuto farlo quel quartiere con una mentalità ferma a troppo tempo addietro. 
Non c'era ragione. 
Ed è così che si era sempre ritrovato solo. Solo a pranzare a scuola.
Solo i pomeriggi passati comunque lontano da casa perché lui lì dentro ci soffocava.
Solo i sabati e le domeniche.
Solo sempre e comunque solo.
Un emarginato e così che si era sempre sentito è così che si sentirà sempre. Ma a lui va bene così meglio solo che con quella sottospecie di esseri umani che sono solo un guscio vuoto. Da loro era sempre stato additato come lo strano, quello troppo silenzioso, troppo misterioso, sempre vestito di nero. Ne girano un sacco di voci sul suo conto, talmente tante che ne ha perso il conto. O forse sarebbe giusto dire giravano, ormai lui stava partendo lontano; chi più si sarebbe ricordato del ragazzino sempre con una sigaretta tra le labbra e il cappuccio alzato in testa?
Nessuno ecco la risposta. 
Peccato che la cosa non potesse essere reciproca, perchè lui non si sarebbe dimenticato di loro, nè delle loro prese in giro, tanto per sentirsi forti, per fare gruppo. Perchè una cosa dovevano riconoscergliela senza di lui il loro gruppetto di sfigati segaioli non avrebbe avuto alcuna ragione di esistere. 
E adesso, adesso che lui stava andando via; che avrebbero fatto loro?
Come avrebbero passato il tempo...
Probabilmente avrebbero trovato un altro sfigato, un altro Zayn su cui sfogarsi, perchè loro non sarebbero rimasti soli, non sapevano starci. Lui alla solitudine ci aveva fatto l'abitudine. Non era poi così male una volta arresi alla realtà. La realtà era semplice, chiara e crudele; non avrebbe mai trovato nessuno come lui, nessuno che l'avrebbe capito, accetato. Era solo, lo sarebbe sempre stato.
Ma per quanto non volesse ammetterlo ogni tanto ancora sperava di incontrare qualcuno diverso dagli altri, qualcuno più simile a lui. Perché alla solitudine ci si poteva abituare, dopo un pò tutti gli emarginati se ne facevano una ragione ma non smetteva di far male. Si poteva fingere, nasconderlo ma era sempre lì, sempre presente.
Quell' alone scuro che circondava tutti i diversi. Sono persone facili da individuare loro, puoi leggergli la diversità negli occhi, nel modo di camminare e per fino nella risata, un suono strano, stridente non melodico come quello di tutti gli altri è difficile, difficilissimo sentire ridere i solotari; non hanno con chi farlo. Stanno sempre soli nei corridoi delle scuole, ma non bisogna immaginare quelle scene da film per teenager da quattro soldi in cui gli sfigati hanno l'apparecchio, gli occhiali, vanno sempre in giro a testa bassa e sono appassionati di fumetti di super eroi. 
Zayn non aveva mai camminato a testa bassa. 
Mai !
Anche se doveva ammetterlo una piccola, infinitesimale passione per i super eroi l'aveva anche lui. Ma continuava a non essere uno sfigato, lui i piedi in testa non se li era mai fatti mettere. E poi se proprio bisognava dirla tutta quel bulletto di Bryce ce l'aveva tanto con lui perchè la sua perfetta fidanzata capo cheerleader gli sbavava dietro fin dal primo anno e forse lui gli aveva dato anche speranze vane ma era solo per vedere l'orribile faccione di Bryce diventare rosso come un pomodoro dalla rabbia. Clary era bella, molto bella ma era vuota e stupida un'oca in tutto e per tutto, era questo l'unico motivo a farlo desistere dal portarsela letto. Ma tanto tutto questo ormai è diventato inutile nel posto in cui sta per andare non ci sono nè Bryce nè Clary nè libertà. Avrebbe preferito mille volte continuare con la sua solita routine che essere sbattuto lì dentro. Ma ora non c'è più niente da fare e la colpa è tutta di sua madre e la cosa che gli fà ancora rabbia sono quelle parole pronunciate dalla madre con quel suo finto buonismo, un contentino per quella fatidica sera in cui tutto aveva preso una svolta diversa.
"Adesso non ti sentirai più escluso, nel luogo in cui andrai ci saranno persone come te". Gli era venuta voglia di vomitare, di gridare e di spaccare tutto. Lo stavano trattando come un pazzo, un malato mentale, "Persone come te"
Sul serio mamma, sul serio?
Tutta quella situazione era surreale, un incubo dal quale non riusciva a svegliarsi.
Quando la macchina frena bruscamente riportandolo alla realtà si rende conto di essere arrivato davanti a quell' imponente struttura che prima di allora aveva visto dal suo computer la notte prima di partire. Ne aveva fatte di ricerche du quel posto sapeva già cosa aspettarsi ma trovarsi li davanti lo lascia comunque a bocca aperta. Sembra molto più grande vista da vicino. Quando bussano alla porta un vecchiaccio li fa accomodare dentro. Lo odia già.
Lo conosce da cinque minuti e già detesta quel suo sorrisetto maligno dai denti gialli e quel suo finto portamento elegante. Quell'uomo di elegante non ha un bel niente.
E quando si trovò davanti al direttore di quel carcere quella brutta sensazione aumentò.
-Simon Cowell- dice e gli stringe la mano prima di iniziare a spiegarlgi tutte le regole di quel posto ma Zayn le sapeva già, aveva passato tutta la notte in bianco per informarsi e non trovarsi imprepatato ad affrontare tutto quello. Sembra sorpreso quando scopre che Zayn è bisessuale rassicura i genitori e dà una pacca sulla spalla a lui dicendogli che non deve preoccuparsi che lui parte avvantaggiato inconfronto agli altri ragazzi che è già quasi guarito che bisogna solamente eliminare quella parte marcia di lui.
Parte marcia
Il padre ride e la mamma gli stringe la mano regalandogli un sorriso. Lui lo definisce marcio dentro e loro ridono
Tanto non è mica loro la vita che sta per essere rovinata. Quel tizio definisce marcio loro figlio e loro gli sorridono amabilmente. Non gli importa niente di lui l'unica cosa che conta per loro è che quel tizio che si è presentato come un salvatore in possesso della cura alla malattia del figlio gli dica che non è colpa loro se si sono ritrovati con un peso del genere che loro sono stati i genitori migliori del mondo e che non hanno sbagliato assolutamente niente.
-A volte i figli nascono sbagliati- è questo che gli aveva detto dopo loro avevano spifferato tutto sulla sua vita ad uno sconosciuto ed è stato grazie a quella frase che si era guadagnato la stima di entrambi i genitori che ora non smettevano di ringraziarlo.
-Vostro figlio è l'ultimo arrivato il numero 100 l'ultimo che per quest'anno avrà l'onore di stare qui-
Che fortuna Zayn non può chiedere di meglio. Ma gli sono bastati cinque minuti per capire che quel tipo dalle finte maniere gentili è in realtà un dittatore e lui non ha nessuna intenzione di restare in quella prigione. Per cosa poi i suoi genitori non hanno dubitato un attimo a svenderlo a quello lì, non gli è importato niente di lui e di conseguenza a lui non importa niente di loro ed è con questo pensiero che si alza facendo stridere la sedia di plastica sotto di lui avvicinandosi all'uscio senza dare spiegazioni, non ha intenzione di restare un solo minuto di più in quel posto preferirebbe vivere sotto i ponti piuttosto, e sotto lo sguardo sbigottito dei presenti spalanca la porta. Ma qualcosa va storto la porta resta bloccata a metà qualcosa ha fatto resistenza, qualcosa o meglio qualcuno. Un qualcuno che sembra essere molto incazzato.
-Chi è l'idiota che apre le porte in questo modo?- 
Perfetto adesso ci manca solo questo non gli è permesso fare neanche un'uscita di scena che un imbecille che non guarda dove cammina va a sbattere dritto contro la sua porta.
-Perchè non impari a guardare dove vai quando cammini- riponde in tono acido altri quattro ragazzini compaiono dietro a quello incazzato nero mentre la madre si porta una mano alla bocca sconvolta e il padre nega con la testa guardando con la coda dell'occhio Simon (che sembra abbastanza tranquillo) preoccupato più per la brutta figura che gli sta facendo fare il figlio che per quest'ultimo.
-Senti brutto stronzo non solo tenti di spaccarmi il naso ma mi vuoi dare anche la colpa- dice l'altro in tono aggressivo afferrandolo per i lembi della felpa -Chiedimi scusa immediatamente - dice Louis tra i denti 
-Per cosa è colpa tua è colpa tua. E poi non preoccuparti peggio di come sei già messo non posso fare anzi dovresti ringraziarmi magari se mi lasci ritentare posso migliorare un pò la situazione- gli sorride in risposta Zayn giusto prima di essere spinto violentemente dall'altro ragazzo diventato ormai livido di rabbia. Due dei quattro ragazzi sono immediatamente addosso a Louis e mentre lo trattengono dall'avventarsi addosso al suo rivale gli sussurrano all'orecchio di tranquillizzarsi e di non mettersi nei guai per colpa di un imbecille appena arrivato
-Zayn- urla la madre, il padre rosso come un pomodoro per l'imbarazzo e Simon che continua ad osservare la situazione in maniera indifferente come se stesse guardando un film poco interessante. 
-Vuoi fare a botte per me non ci sono problemi- anzi meglio pensa Zayn forse grazie a quest'idiota ha appena trovato un modo per sfogare tutto lo stress e la frustazione accumalati. Sogghigna e proprio mentre alza il braccio per sferrargli un pugno qualcuno lo afferra per il polso e lo trattiene col braccio sollevato a mezz'aria -Adesso basta- dice e stringe forte Zayn socchiude gli occhi e si volta verso il suo interlocutore è Simon.
Simon che fino a quel momento è rimasto impassibile a guardare la scena lo sta stringendo con talmente tanta forza da far quasi urlare Zayn. 
Prova a divincolarsi ma non ce la fa Simon è molto più forte di lui e lo sa gli sorride malignamente prima di stringere la morsa un'ultima volta per poi lasciarlo andare e avvicinarsi ai suoi genitori che sembrano sull'orlo di una crisi isterica -Mi sembra di capire che abbiamo una testa calda qui- dice rivolto a loro. Il padre inizia a balbettare nel tentativo di scusarsi mentre la madre troppo mortificata resta in silenzio -Oh ma non dovete preoccuparvi non è una critica a voi, i figli spesso vengono su male da soli; colpa delle cattive amicizie. E per vostra fortuna noi siamo esperti in ragazzini come dire- fa una breve pausa -Con problemi comportamentali- sorride affabilmente ai genitori e poi si volta verso di lui -Vedrai ti raddrizzeremo qui- gli regala un sorriso di sfida.
-Louis, Michael e Luke di voi mi occuperò dopo; ora andate- dice agli altri tre senza neanche guardarli in faccia -E anche voi due- lancia uno sguardo a Harry e Niall che sembrano bloccati sul posto. I quattro spariscono velocemente mentre Simon si congeda in maniera vomitevolmente gentile dai genitori restando solo nel suo studio con Zayn.
-Bene, bene e ora veniamo a te- gli sorride in maniera maligna con i suoi piccoli occhietti scuri che incutono terrore.

   
 
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