Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Giuls17_    24/08/2017    2 recensioni
[Storia ispirata alla settimana stagione del Trono di Spade, contiene Spoiler per chi non ha ancora visto la serie: c'è sempre qualcosa che vorremo vedere e che in realtà non accade, qualche scena che desideriamo o qualche parola che se detta ci riempirebbe il cuore di gioia, questa ff parte prorpio da questo.]
2:ma gli occhi di Jon Snow riuscivano ad arrivare al suo cuore e a trascinarla in luoghi che non conosceva...là dove il suo cuore di drago giaceva.
3: Li ho persi.
Li ho persi entrambi.
‹Se il Drago deve avere Tre teste ed io sono sola, Jon, allora vuol dire che un altro dei miei figli dovrà morire?-
5:-Tu mi appartieni Jon Snow.-
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daenerys Targaryen, Drogon, Jon Snow, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Spoils of war
 
Daenerys non voleva credere a quello che Jon aveva trovato nella caverna, non voleva credere che gli Estranei fossero reali, non voleva anche quel peso sulle sue spalle ma qualcosa le disse che ormai era inevitabile, avrebbe portato quel peso in un modo o nell’altro.
Si addentrò nella caverna, osservò i pittogrammi ed ascoltò la storia che Jon Snow gli stava raccontando ma non riuscì ad essere del tutto concentrata.
 
“C’è qualcuno che ti fa distrarre.”
Smettila.
 
Ma Jon la faceva distrarre e quell’emozione, quell’ostacolo non l’aveva provato neanche con Daario, eppure lui aveva infranto le barriere che aveva eretto alla morte di Drogo.
 
“Drogo era tuo marito, sei riuscita a farti amare da un selvaggio, puoi riuscirci anche con lui.”
Non ho bisogno di essere amata.
“Tutti ne abbiamo bisogno, ma ammetterlo è un’altra cosa.”
 
Dany aveva rifiutato che una cosa del genere potesse minimamente succedere, non era in cerca di amore, non era in cerca di una relazione, ma del Trono e del potere, ed in fondo chi avrebbe mai potuto amare un drago?
Chi avrebbe mai potuto amare una donna incapace di dare figli?
Quando lui la guardò in attesa di una risposta fece del suo meglio per mostrarsi gelida e testarda, ed in fondo lei sapeva essere perfettamente testarda, era l’indole principale della sua famiglia anche se molti l’avrebbero potuta scambiare per follia.
-Combatterò per te. Combatterò per il Nord, solo quando tu ti inginocchierai.- disse, guardandolo in faccia.
Jon scosse la testa così come aveva fatto le altre volte che lei aveva avanzato quella proposta ma nonostante il suo costante rifiuto non riuscì ad arrabbiarsi, così come le era successo durante il suo percorso, non riuscì ad odiarlo e lei era davvero brava a portare rancore, ma semplicemente evitò di farsi trascinare da quegli occhi scuri.
Per la prima volta Daenerys Targaryen aveva trovato il suo punto debole, un punto che in realtà non le apparteneva e che forse mai le sarebbe appartenuto, ma gli occhi di Jon Snow riuscivano ad arrivare al suo cuore e a trascinarla in luoghi che non conosceva e che avrebbe amato comunque, riuscivano a trascinarla là, dove aveva chiuso il suo cuore, là dove Drogo era morto e con lui anche suo figlio, Rhaego, là dove il suo cuore di drago giaceva, là dove aveva chiuso se stessa.
Non se la prese più di tanto quando le diede l’ennesimo no come risposta, ma sapeva per certo di doversi allontanare da lui il più possibile, prima di cedere alle sue richieste come se fosse stato lui a chiederle sottomissione.
L’aria al di fuori della caverna le sferzò il viso e le permise di respirare nuovamente, Jon Snow risucchiava tutta l’aria attorno a lei, ed anche tutta la sua determinazione.
Percepì la sua presenza alle sue spalle, e cercò di trattenere un brivido che comunque gli attraversò la schiena pochi attimi dopo, ma qualsiasi emozione venne spazzata via dalla vista di Varys e di Tyrion, la stavano aspettando e come poteva immaginare non le avrebbero date  buone notizie.
 
-Oleanna Tyrell è morta, il suo esercito è in mano ai Lannister.- disse l’eunuco pochi secondi dopo, guardandola in faccia.
Daenerys strinse la mani a pugno e cercò di pensare razionalmente, cerò di ricordarsi che la calma in certe occasioni aiutava più del fuoco ma in quel momento la calma era sparita e con essa la possibilità di ragionare lucidamente, forse avevano sempre avuto ragione sui Targaryen e lei non sarebbe stata l’eccezione alla regola.
 
Re Jaehaerys una volta disse che follia e grandezza sono due facce della stessa moneta; ogni volta che nasce un nuovo Targaryen, gli dèi lanciano in aria quella moneta, ed il mondo trattiene il fiato aspettando di vedere su quale faccia cadrà.
“Forse abbiamo scoperto qual è la nostra faccia.”
Forse lo abbiamo sempre saputo.
 
-Allora prenderò i miei draghi e volerò su Approdo del Re, in fondo i miei nemici si nascondono dentro la Fortezza Rossa.-
-Ma mia regina…-
-Che Regina sarei se non fossi disposta a rischiare la mia vita per sconfiggerli?-
-Una saggia.- gli fece eco Varys.
-Avevamo detto che non saresti diventata la Regina delle Ceneri.- gli fece notare Tyrion avvicinandosi.
-Tutto questo era prima che il mio esercito venisse distrutto.- ruggì, contro il suo Primo Cavaliere ed in lontananza riuscì a percepire anche il ruggito di Drogon e dei suoi fratelli, erano arrabbiati, esattamente come lei.
-Mia regina…- Tyrion provò un nuovo approccio ma Daenerys si voltò ed incrociò lo sguardo di Jon.
Lo sguardo sofferente che l’avrebbe distrutta era l’unica possibilità che le restava e lei non voleva essere la Regina delle Ceneri, e non voleva essere come suo padre.
 
Il Re Folle, lo chiamavano.
Io non sono come lui.
Non sono come Viserys, sono migliore.
 
-Che cosa dovrei fare?-
-Io non…-
-Sono in guerra e ho perso il mio esercito ed i miei alleati, e sto perdendo, tu cosa mi consigli di fare?-
Jon la guardò per un attimo e vide il suo sguardo legarsi ai suoi occhi viola, nessuno l’aveva mai guardata in quel modo e questo le fece provare una strana emozione, ma la scacciò poco dopo, doveva rimanere lucida, doveva rimanere concentrata.
-Mai avrei immaginato che i draghi potessero tornare, nessuno l’aveva immaginato. Il tuo popolo ti segue perché hai trasformato in realtà qualcosa d’impossibile, il tuo popolo ti segue perché sei riuscita a far diventare possibili cose che non lo erano e magari crede che farai diventare realtà altre cose impossibili.
Come costruire un mondo migliore di quello in cui siamo nati ma se prendi i draghi e ti dirigi ad Approdo del Re, sapranno che non sei diversa da loro, sapranno che sei come tutti gli altri Re.-
Le parole di Jon la colpirono là dove nessuno c’era mai riuscito da un sacco di tempo e le diedero modo di capire veramente quello che voleva essere, chi voleva essere.
Non voleva essere come tutti i Targaryen e soprattutto non voleva essere come suo padre, se avesse conosciuto Rhaegar forse avrebbe avuto un altro modello a cui ispirarsi, ma lei aveva conosciuto solo Viserys e lui non era stato un buon fratello con lei, anche se gli aveva voluto bene, la sua morte però le aveva dato quella serenità che da tempo aveva cercato, ed adesso sapeva per certo che non voleva essere come Cersei Lannister, ma voleva essere quel tipo di sovrano che Jon Snow avrebbe seguito, anche senza inginocchiarsi.
Alzò lo sguardo verso il cielo, forse la calma e la pazienza non erano alcune delle sue virtù, ma aveva imparato ad ascoltarle e senza Tyrion non ci sarebbe mai riuscita, ma c’erano anche altre cose che aveva imparato a fare ed essere determinata era una di quelle; come anche saper ascoltare i suoi figli.
Nessuno le aveva insegnato l’antico legame che univa i draghi ai Targaryen, l’unica cosa che conosceva erano le leggende, i racconti dei suoi antenati, ma guardando attentamente Drogon seppe per certo che il legame esisteva, ed era vero, vero quanto lei, vero quanto il sentimento che voleva nascondere verso Jon, vero quanto tutto l’odio e la rabbia che le circolavano dentro.
Il drago ruggì e lentamente ridiscese verso di lei, tutti i suoi uomini si spostarono, incluso Jon, quasi terrorizzato dall’idea ma anche affascinato da lei, da loro.
Drogon atterrò vicino a lei e la guardò negli occhi, e in quegli occhi rossi poté scorgere la sua stessa anima.
 
Tu mi appartieni, come mi appartengono Viserion e Rhaegal, e tu lo senti.
Tu riesci a percepirlo.
Tu sei mio.
 
Si voltò per osservare Jon, per osservare quel ragazzo che senza fare niente aveva spezzato la sua barriera e che si era intromesso in qualcosa che lei aveva cautamente nascosto: il suo cuore.
Scosse la testa senza pensarci, non era il momento di lasciarsi andare, non era il momento di amare e per lei non lo sarebbe mai stato.
 
Chi mai potrebbe amare un drago?
 
Drogon ruggì come se quel pensiero fosse arrivato anche a lui, ruggì come avrebbe voluto fare lei, se avesse avuto modo di esternare i suoi sentimenti.
Passò una mano lungo il suo collo e senza pensarci troppo salì sulla sua schiena.
-Non distruggerò Approdo del Re, non sarò la Regine di un regno fatto di ceneri e di morti.- disse guardando Tyrion Lannister negli occhi, -Ma posso fermare il loro esercito, posso distruggere quello che hanno preso ad Oleanna, posso fermarli.- disse guardando Jon.
Vi lesse una certa ammirazione in quegli occhi scuri, e quel sentimento le scaldò il cuore, così in fondo che si sentì viva dopo un sacco di tempo.
-Arma i Dothraki, scendiamo in campo.-
Senza aspettare alcuna risposta, Drogon si alzò in volo e lei si lasciò andare con lui e come sempre percepì il suo cuore riempirsi di gioia per quella sensazione.
Quello era suo figlio, guardò gli altri e sorrise, si concesse un sorriso, là tra le nuvole dove gli occhi di Jon non potevano guardarla, là dove poteva essere se stessa, là dove nessuno l’avrebbe giudicata.
 
Nessuno potrà mai amare un drago.
 
*
 
Daenerys si alzò di scatto dal letto, la fronte grondante si sudore come il resto del corpo, scostò le coperte e mise i piedi a terra, cercando un contatto con la realtà.
Quello che era successo negli ultimi giorni le aveva tolto il sonno: aveva distrutto quasi tutto l’esercito dei Lannister, aveva impedito alle scorte di cibo e di viveri di raggiungere Approdo del Re, aveva sottomesso i soldati superstiti, ed aveva quasi perso Drogon.
Quel sentimento le aveva strappato ancora una volta il sonno, quella sensazione di impotenza, di paura, che credeva di aver dimenticato, ma mai come in quel momento capì che tutto quello che aveva cercato di seppellire nei meandri del suo cuore sarebbe comunque tornato e il prezzo sarebbe stato alto.
Si alzò dal letto ed afferrò la vestaglia che Missandei le aveva lasciato vicino al letto, la indossò ma non la chiuse e senza pensarci uscì dalla stanza.
Aveva bisogno di aria, ma l’unica aria che trovò fu quella del fuoco che ancora bruciava nella grande sala.
Dany si lasciò cadere ai suoi pedi, si lasciò cullare da quel calore così come aveva fatto tutte le altre volte.
 
“Il fuoco non può uccidere un Drago.”
 
Quella verità l’aveva imparata sulla sua pelle, tante di quelle volte che un brivido le percosse la schiena, strappandole un lamento.
Ed in quel momento non riuscì ad evitare di ripensare alla caduta.
Lei stava cadendo.
E Drogon stava cadendo con lei.
Chiuse gli occhi e percepì il respiro farsi sempre più pesante, lo avevano colpito e lo avevano fatto cadere.
In quel momento non riuscì a non pensare a Drogo, suo marito, la sua lunga treccia non era mai stata tagliata, simbolo delle sue innumerevoli vittorie, eppure era stato ferito, e l’aveva lasciata, l’aveva lasciata sola nonostante le avesse promesso il Trono, nonostante lei stesse aspettando suo figlio.
Si passò una mano su quel grembo piatto e che mai sarebbe stato rigonfio, aveva perso tutto in una sola volta e la sola possibilità di perdere anche Drogon la stava soffocando, la stava consumando.
Riaprì gli occhi e si rese conto che il fuoco si stava consumando con lei, lentamente ma sempre costantemente.
 
E quando si sarà consumato, cosa ne resterà di me? Vivrò abbastanza per vedere il regno che ho sempre desiderato o morirò prima?
E se dovessi morire i miei figli, cosa faranno? Moriranno con me? O vivranno per ricordarmi, o per servire altre persone?
Raggiungerò mai Drogo? E mio figlio?
O sarò destinata a raggiungere tutti i Targaryen, lì dove la follia fa da padrona?
 
-Sua maestà?-
Daenerys però non sentì la voce che alle sue spalle la stava chiamando, non sentì niente se non il suo dolore, se non la paura che da giorni non la lasciava più andare, se non quella stessa paura che l’aveva quasi vinta nell’immenso deserto; guardò il fuoco e solo in quel momento si rese conto che stava stringendo tra le mani i carboni ardenti, ma non stava sentendo niente.
Quando era diventata così distaccata? Quando era diventata così fredda?
-Daenerys!-
Quella voce però la strappò dai suoi pensieri, la strappò dalla sua paura e la riportò al presente; Jon le stava allontanando le mani dal fuoco e nei suoi occhi vi lesse paura.
 
Cosa ti spaventa Jon Snow? Che io possa bruciare viva o che la mia morte non ti sarà di alcun giovamento per la tua guerra?
 
Ma così come era venuto quel pensiero svanì, in fondo aveva imparato a leggere attraverso i suoi occhi e ciò che vi stava leggendo la permise di tonare alla realtà, di ancorarsi a qualcosa di reale e di lasciare andare tutti i suoi demoni, ed il passato.
Jon le stava guardando le mani, perfettamente intatte, nessun segno la stava deturpando, nessuna cicatrice le macchiava la pelle pallida.
-Ma come?-
Daenerys lo guardò negli occhi, così intensamente che si meravigliò di se stessa.
-Il fuoco non può uccidere un Drago.- sussurrò forse più a se stessa che a lui, ma in quel momento capì che anche lui aveva sentito quella frase.
-Quando hai detto che… tu…-
-Trova le parole Jon Snow o non riceverai nessuna risposta da me.-
-Ti sei lasciata bruciare?-
-Sì.- ammise, guardandolo ancora.
-Perché?-
-Avevo perso tutto, avevo fatto uccidere mio fratello, Drogo era morto e Rhaego non aveva mai visto la luce.
Era sola.
Ed un Targaryen solo al mondo è una cosa terribile.
Non mi rimanevano altro se non le mie uova, fossilizzate, ma non so dirti cosa mi spinse esattamente ed entrare con loro nella pira, lo feci e basta e le fiamme mi hanno risparmiato, più volte di quanto sia lecito dire.- ammise nuovamente, pensando a quando aveva dato fuoco a Vaes Dothrak..
-Non so cosa dire.-
-Non devi dire niente.- disse chiudendo gli occhi e distogliendo lo sguardo.
-Perché sei sveglia?-
-Pensieri.- disse, osservando il fuoco.
-Certe volte neanche i miei pensieri mi lasciano riposare.- disse, sedendosi accanto a lei davanti al fuoco.
Quella strana vicinanza però non la mise a disagio né le diede fastidio, anche se nel loro primo incontro i toni erano stati totalmente diversi, adesso percepiva che qualcosa stava cambiando.
Era seduta accanto a Jon in camicia da notte, lui le aveva preso le mani e nonostante il fuoco aveva percepito quanto fossero fredde, forse il ghiaccio si era insidiato nella sua pelle, come il fuoco aveva fatto con lei, ma quella sensazione, quell’emozione stavolta non venne cacciata.
 
Da quanto non provo queste cose?
 
-Ho avuto paura che Drogon morisse.- confessò senza pensarci due volte, -Ho avuto paura di perderlo ed io non posso perderlo, non posso perdere nessuno dei miei figli, sono gli unici che mai avrò Jon.-
Lo guardò e senza rendersene conto percepì le lacrima gli angoli degli occhi che però ricacciò prontamente, non era pronta a farsi vedere mentre piangeva e dovette ammettere a se stessa che non ricordava l’ultima volta che era successo.
-Quando siamo tornati credevo di poter dimenticare quello che era successo, ma è così terribilmente difficile e poi tu… Tu sei riuscito a toccarlo.- stavolta non riuscì a mascherare l’ammirazione che aveva provato verso di lui in quel momento.
-Nessuno lo aveva mai fatto.-
-Io non ho fatto niente di che.- disse, semplicemente guardandola.
-Nel tuo non fare niente hai fatto qualcosa di grande.- disse, spostando nuovamente lo sguardo verso il fuoco.
-Tutti hanno paura dei miei draghi, ma non importa quanto grandi o paurosi possano diventare, saranno sempre miei.-
-Quello che tu dici… Io riesco a capirlo, a Grande Inverno c’è un Meta-Lupo che mi aspetta, Spettro si chiama.-
-Un Meta-Lupo?-
-Un animale quasi leggendario che vive al di là della Barriera, ma il caso volle che tanti anni fa una lupa prima di morire diede alla luce sei cuccioli, cinque per i figli di Eddard Stark, e l’ultimo per il suo bastardo.-
-Sono tutti morti?-
-Sì. Il branco non sopravvive se viene diviso.-
-Mi dispiace per quello che è successo alla tua famiglia.- gli disse guardandolo.
-Non è poi diverso da quello che è successo alla tua.-
-Io però non li ho mai conosciuti. Tu sì.-
-Sono solo il bastardo di Lord Stark.-
Daenerys rimase in silenzio ed annuì.
-Vorrei poterlo vedere.- disse guardolo, -Spettro, intendo.-
-Forse un giorno verrai a Grande Inverno.- le disse, cercando di nascondere un sorriso.
-Forse. O Forse morirò prima di poterlo vedere.-
-Non credo di essere la persona più idonea nel dirlo ma se proprio devo.-
Jon le prese una mano e la fece voltare, il suo sguardo era caldo e sereno, e Daenerys non poté evitare di pensare a come sarebbe stato passare la sua mano su quella barba, oppure nei suoi capelli lunghi, ma dovette reprimere quel pensiero.
-Daenerys Targaryen credevo che tu fossi semplicemente una leggenda, anzi credimi che per molto tempo non sapevo neanche della tua esistenza, abbiamo osservato lo stesso cielo per molto tempo ma visto cose totalmente diverse, eppure adesso siamo uno di fronte all’altro e tu assomigli terribilmente a quello che dicono su di te.
Dicono che la Regina di Fuoco sia baciata dal ghiaccio.- sussurrò, spostando per un solo secondo la mano sui capelli liberi dall’acconciatura, e facendola passare lentamente, -che i suoi capelli siano come neve e che abbia uno sguardo freddo, ma il suo sorriso racconta una storia totalmente diversa.
Il suo sorriso è come il fuoco, come la pazzia nel suo cuore.
Eppure adesso so che non c’è solo pazzia nel tuo cuore: sei coraggiosa, sei determinata, sei leale, sei bella più di quanto si narri, ed anche se la calma non è una delle tue massime virtù so per certo che non sarai come tutti gli altri Re.-
Dany percepì il suo cuore battere forte, così forte che per un solo momento fu l’unico suono all’interno della stanza poco illuminata.
-I tuoi figli ti proteggeranno, i tuoi guerrieri ti proteggeranno, e tu vivrai, non posso inchinarmi ai tuoi piedi, non posso prometterti che ti proteggerò per sempre, ma posso assicurarti che non ti lascerei morire.-
Aprì la bocca per parlare, per rispondere a quelle parole che l’avevano portata giù, sempre più giù là dove il drago si nascondeva, là dove Daenerys riposava, ma non ebbe il tempo di fare o di dire alcunché.
Improvvisamente la porta alle loro spalle si spalancò, Jon ritrasse la mano e lei si chiuse la vestaglia, notando solo in quel momento lo sguardo del ragazzo sulla sua scollatura, abbassò gli occhi viola leggermente in imbarazzo ma in pochi secondi riacquistò quella freddezza che per anni l’aveva salvata.
-Sua Maestà…Lord Snow non intendevo disturbarvi…-
-Tyrion cosa succede?-
-Un corvo. Un corvo da Grande Inverno.- disse semplicemente.
Dany alzò lo sguardo verso di lui, verso Jon e percepì il suo cambiamento.
Adesso avevano cose più urgenti a cui pensare.
 


∞Angolo Autrice: Come promesso, eccomi qui, vi presento il secondo capitolo !! Iniziamo da una piccola premessa, è più lungo dell'altro ovviamente e contiente scene in più, o meglio contiene quel qualcosa che per me manca all'interno della trama principale.
Spero che vi piaccia, voglio creare una maggiore confidenza tra Dany e Jon, insomma non deve essere sempre tutto difficile o complicato, ma ci possono essere degli spazi in cui Re e Regina sono semplicemente due ragazzi, adulti, con i loro problemi, con le loro paure ma senza maschera, senza il dover pensare a dire le cose giuste o meno, quindi spero di aver realizzato questo primo obiettivo.
Aggiornerò sicuramente dopo domenica, qualcuno vedrà la diretta? Io sono indecisaaa !! Grazie a tutti **

Spoiler:  Daenerys non rispose ma si limitò a guardarlo negli occhi e ad annuire impercettibilmente.
Lo avrebbe lasciato andare.
Ma in quegli occhi vi lesse qualcosa di molto più profondo, qualcosa che in fondo sperava anche lui di poter realizzare.
 
Torna da me, Jon Snow.

*

 
“Gli eroi fanno cose stupide e poi muoiono.”
Li ho persi.
Li ho persi entrambi.


(Doppio spoiler perchè sono troppo buona e perchè il capitolo è anche un pò lungo!)

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