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Autore: paige95    24/08/2017    1 recensioni
Al piccolo Goten sorge un dubbio: perché nessuno gli ha mai raccontato che fine hanno fatto i suoi nonni paterni? Questa semplice domanda porterà Goku ad una conoscenza molto speciale ed emozionante.
Spero possa piacervi! Buona lettura :)
Dedicata a Marlena_Libby, grazie alla quale questa storia è stata scritta
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bardack, Chichi, Gine, Goku, Goten
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Allenamenti ultraterreni
 
Chichi era davvero felice di quella irreale ma intensa riunione familiare. I suoi suoceri non erano realmente lì con loro, ma lei poteva parlare loro, vederli e percepire, più o meno, la loro presenza. Per lei era davvero una grande emozione. Da quando aveva deciso di condividere la sua vita con quel sayan che portava il nome terrestre di Son Goku, aveva assistito ad ogni genere di evento, più o meno surreale che fosse, ma con il tempo aveva imparato a farci l’abitudine e a superare tutte le sofferenze che la maggior parte delle situazioni portava con sé.
 
Decise quel giorno, forse ingenuamente, di preparare per pranzo qualcosa di speciale, o almeno così faceva quando voleva festeggiare il ritorno di suo marito dall’Aldilà. In quel caso però si stava riferendo a due fantasmi, quindi era davvero il caso di organizzare quella festa di benvenuto e sottolineare la triste situazione in cui riversavano?
 
Si accorse da sola che era una pessima idea, quindi cosa poteva fare per rendere speciale quell’incontro? Pensò e ripensò in solitudine, ma, non avendo mai vissuto un’esperienza simile, cioè quella di ospitare degli spiriti, si accorse ben presto di essere a corto di valide idee.
 
La voce del marito contribuì a riportarla con i piedi sulla terra.
 
“Chichi? Tesoro, stai bene?”
 
Si ritrovò lo sguardo scrutatore di Goku a pochi centimetri da lei.
 
“Sì, certo che sto bene”
 
E si sentiva davvero in piena forma.
 
“Accidenti, Goku, c’è una palese somiglianza tra te e tuo padre”
 
“Già, ne sono rimasto colpito anch’io” uno spensierato sorriso si dipinse sul suo volto “Che fai qui da sola? Vieni fuori con noi”
 
“Sì, ma prima devo preparare il pranzo”
 
Le tolse inaspettatamente il grembiule che aveva in mano, pronto per essere indossato.
 
“Oggi non è necessario”
 
“Vuoi dire che oggi non mangi?”
 
La donna era stupita. Era impazzito?
 
“Magari più tardi. Ora ci alleniamo un po’”
 
“Ora mi è tutto chiaro. Solo gli allenamenti riescono a scollarti da tavola” era quasi sollevata di appurare che non fosse cambiato da quell’avventura “Ed io cosa c’entro? Non combatto. Non sono una sayan” proferì l’ultima frase con un’insolita punta di invidia
 
“Lo so, ma la mia famiglia è qui fuori, quindi il tuo posto non è in questa cucina”
 
Le prese la mano e la attirò con orgoglio verso l’uscita. Sarà stata anche una semplice umana, ma forse la terrestre più forte che lui avesse mai conosciuto.




Quando Goku e Chichi raggiunsero gli altri in giardino, assistettero ad una gara tra titani: chi tra Bardack, Goten e Gohan riuscisse a sprigionare più energia.
 
L’uomo constatò con orgoglio la forza dei suoi nipoti.
 
“Ben fatto, Karoth. Hai fatto un ottimo lavoro con i tuoi figli”
 
“Veramente io ho fatto ben poco. Se sono diventati così forti è merito loro. La forza è nel loro sangue”
 
Questo non sorprese affatto Bardack, era un comportamento tipico dei sayan.
 
“Ragazzi, mi piacerebbe tanto battermi con voi, ma per ovvi motivi non posso”
 
Goten rimase dispiaciuto davanti a quella impossibilità.
 
“Papà, davvero non possiamo fare nulla per batterci con il nonno?”
 
Goku rimase un momento a pensare, poche cosa gli erano state impossibili nella vita. Un’illuminazione si palesò nella sua mente.
 
“Che ne dite di un combattimento virtuale?”
 
Gohan non capì le parole del padre.
 
“Combattimento virtuale?”
 
“Sì, figliolo. Non avete mai provato?”
 
Non ricevendo alcuna risposta, si avvicinò ai suoi interlocutori con l’intenzione di mostrare loro cosa intendesse.
 
“Ok, ve lo mostro” si sedette sull’erba “Goten, facciamo un round io e te?”
 
“Certo, papà!” gli rispose entusiasta e dopo un breve indugio si sedette difronte a Goku
 
“Bene, piccolo. Ora chiudi gli occhi e convoglia la tua energia in un punto davanti a te. Visualizza quel punto nella mente” attese un momento per consentire al figlio di raccogliere la giusta concentrazione, successivamente fece la stessa cosa anche lui “Mi vedi?”
 
“Wow, papà! Sì che ti vedo, sei difronte a me. Ma come è possibile?”
 
“Goten, non perdere la concentrazione”
 
Inaspettatamente, in quell’universo fittizio, Goku aveva attaccato il bambino e avevano iniziato un loro personalissimo duello, senza ovviamente che nessuno potesse seguire le loro mosse.
 
Goku ruppe per primo la sintonia che si era creata tra le loro menti.
 
“Bravo, figliolo, te la sei cavata egregiamente” gli sorrise soddisfatto “Ovviamente è possibile creare questo ring immaginario con più di due combattenti” fece vagare lo sguardo tra Bardack, Gohan e Goten
 
I tre non se lo fecero ripetere due volte e tentarono quello che era appena stato mostrato da Goku; non erano sicuri che sarebbe riuscito l’esperimento dato lo stato in cui Bardack riversava, ma valeva la pena fare una prova. In poco tempo nonno e nipoti riuscirono a convogliare le loro energie dando inizio ad uno scontro senza precedenti solo al pensiero delle identità dei duellanti.
 
Gine non poté fare a meno che commentare con grande commozione quella tenera e insolita scena.
 
“Lo hai reso felice, tesoro. Grazie”
 
“So di non poter recuperare il tempo che abbiamo perso insieme, mamma, ma vorrei che almeno Goten e Gohan possano godere della vostra presenza. Non sono sicuro di riuscire a riportarvi in vita, ma sono certo di non voler sprecare questo tempo con voi” le sorrise e inaspettatamente si commosse ai pensieri che iniziavano ad entrargli nella testa “E poi, per colpa mia, a loro è mancata per tanti anni la presenza di un padre, quindi se posso evitare di privare loro nuovamente di affetto, cerco di non perdere l’occasione”
 
Gine non riuscì subito a trovare le giuste parole per descrivere l’emozione che le aveva provocato suo figlio.
 
“Sono veramente orgogliosa di te, Karoth. Nemmeno nei miei sogni più belli avrei potuto immaginare che diventassi un uomo così nobile” si commosse inevitabilmente “Non sai quanto mi fa soffrire il pensiero di non averti potuto vedere crescere, ma se quel dolore mi è stato ripagato, regalandomi la possibilità di vedere ciò che sei diventato, allora ne è valsa la pena, tesoro”
 
L’avrebbe abbracciata con tutto il cuore, per placare quella malinconia che investì entrambi. Si limitò a rivolgerle un dolce sorriso con l’implicita promessa che presto o tardi si sarebbero potuti riabbracciare, o meglio per Goku sarebbe stato il primo loro abbraccio, quello che avrebbe potuto ricordare nella parte cosciente della sua memoria.
 
Continua…
 
Spazio dell’autrice

Ciao a tutti!
Che dite sto sfociando nel Fluff??
Una piccola lacrimuccia ha minacciato di scendere mentre scrivevo questo capitolo :’(
Spero vi sia piaciuto 😊
A presto 😊
Baci :3
   
 
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