Eccomi qui approdata in qusto splendido fandom con una fanfiction che avevo pubblicato tempo fa con il mio vecchio profilo. In qualche modo ci sono affezzionata e ho quindi deciso di riproporla. La coppia, anche se non mi dispiace, non è tra le mie preferite ma ho voluto provare a scrivere qualcosa anche su loro due. Spero che vi piaccia e, se avete voglia o semplicemente se si va, lasciate anche un piccolo commento per farmi sapere cosa ne pensate.
His Eyes
Hermione scalciò le
coperte con violenza e si alzò dal letto. Era
inutile, non riusciva a prendere sonno. Un turbine di pensieri si
agitava nella
sua mente e non sapeva come farli smettere.
Tutto era iniziato quando, durante
l'ora di Pozioni, era stata la prima
ad alzare la mano e a rispondere correttamente alla domanda del
professore
Piton.
Certo, lui poi si era inventato
una qualche scusa per punirla e togliere
dei punti a Grifondoro, ma quello che non poteva sopportare erano state
le
occhiate cariche di odio, disprezzo e veleno che aveva visto attorno a
lei
mentre dava la risposta.
Era come se volessero incenerirla
con la sola forza dello sguardo. Aveva
anche udito un certo bisbigliare attorno a lei, anche se non era
riuscita a
capire cosa stessero dicendo i suoi compagni di corso.
Nonostante il suo rapporto con
Harry e Ron era come se attorno a lei ci
fosse una barriera che respingeva tutti i suoi compagni di scuola.
Forse
avevano dei pregiudizi perché era una figlia di babbani o
forse erano invidiosi
e la consideravano una secchiona comunque
non era ancora riuscita a fare amicizia con nessuna
ragazza della
scuola.
Voleva tanto bene a Harry e Ron ma
aveva necessità di parlare con
qualcuno che la considerasse per quello che era, ovvero una ragazza.
Con chi poteva parlare dei suoi
problemi tipicamente femminili? Non
certo con loro due.
Ma le altre ragazze della scuola
la evitavano, ritenendola una noiosa
ragazza che amava solo studiare. Così anche loro avevano
preso a guardarla
freddamente spesso e volentieri.
Lei cercava di non farci caso, di
non farsi buttare giù da certe cose ma
non poteva certo dire che quella situazione le piacesse.
A chi potrebbe mai piacere essere
guardato in quel modo?
Eppure aveva comunque notato, in
mezzo a quegli sguardi carichi di
risentimento qualcuno che aveva quasi sorriso. Come se fosse
compiaciuto della
risposta giusta che lei aveva dato e si aspettasse tutto questo da lei.
Un paio di occhi grigi che le si
erano puntati addosso solo per qualche
istante, prima che lui
si girasse a fare
una delle sue solite battute di spirito ai suoi fidati leccapiedi.
O forse lo aveva immaginato?
Eppure il brivido che aveva
provato in quel momento non poteva essere
frutto della sua fantasia. Sapeva che era reale anche se pareva
impossibile.
Proprio lui che le aveva dato
della mezzosangue e che la evitava proprio
per questo come poteva averle sorriso in quel modo?
Sembrava quasi uno scherzo anche
solo che lei pensasse quelle cose.
Bevve un bicchiere d'acqua dalla
cucina, in cui non sarebbe neanche
dovuta entrare per via del coprifuoco, e smangiucchiò un
dolcetto che qualcuno
aveva ingenuamente lasciato lì.
Era immersa nei suoi pensieri
quando udì un rumore di passi. Possibile
che l'unica volta in cui sgattaiolava di nascosto in cucina Gazza la
dovesse
scoprire?
Si nascose nello spazio esiguo tra
uno dei forni e il muro sperando che
se ne andasse subito.
I passi si fecero sempre
più vicini e lei quasi non osava respirare per
non essere vista. Goccioline di sudore le colarono lungo la schiena.
"Ti ho vista sai." disse una voce
maschile. Non era Gazza
fortunatamente ma non sapeva se poteva fidarsi ed uscire o rimanere
ancora
nascosta.
I passi si diressero veloci rapidi
nella sua direzione e qualcuno le
puntò addosso la bacchetta con un incantesimo Lumos.
Lei si riparò gli occhi
anche se non riusciva a capire chi fosse il
ragazzo che stava infrangendo le regole di Hogwarts come lei.
"Hai intenzione di rimanere
lì ancora a lungo?" disse lui
infastidito.
"Ehm... Sono incastrata." rispose
lei imbarazzata.
Il ragazzo prima rimase in
silenzio poi ridacchiò piano.
"Si vede che non sei abituata a
venire qua nel cuore della
notte." disse poggiando la bacchetta per terra per poterla aiutare.
Solo allora gli occhi di Hermione
si riabituarono al buio e lo
riconobbe.
Capelli biondi talmente chiari da
essere quasi bianchi, occhi grigi dal
taglio affilato così come il mento e pelle pallida come un
albino.
Draco Malfoy. Proprio lui.
"No. Faccio da sola grazie." disse
lei orgogliosa. Dopo un
paio di tentativi falliti però alla fine si arrese e decise
di farsi aiutare.
"Che ci fai qui?" le
domandò il serpeverde.
"Avevo bisogno di un bicchiere
d'acqua. Tu piuttosto, a quanto pare
non sei nuovo a questo genere di cose." replicò lei
incrociando le braccia
con fare accusatorio.
"Non fare la rompiscatole Granger.
Non sei una delle insegnanti,
ricordatelo."
"Ma davvero?"
"Già."
sibilò lui con fare arrogante.
Lei gli puntò addosso i
suoi occhi castani per cercare di capire un pò
di più quel suo caratteraccio.
Perché si doveva sempre
comportare in quel modo odioso? Perché si
nascondeva sempre dietro quella facciata da cattivo ragazzo? Lui non
era così,
ne era convinta.
Alla fine cedette e dalle sue
labbra involontariamente uscì quella
domanda che l'aveva assillata per tutto il giorno.
"Perché hai sorriso
stamattina quando ho risposto durante l'ora di
Pozioni?"
"E credi che io mi ricordi una
cosa simile? Sei scema o cosa? Ho
altro a cui pensare..."
"Hai sorriso verso di me."
"Ma fammi il piacere."
replicò lui roteando gli occhi.
Hermione avrebbe voluto dargli un
sonoro ceffone per farlo smettere. Se
solo avesse avuto il coraggio di farlo lo avrebbe sicuramente fatto.
Sentì
delle lacrime di frustrazione pungerle gli angoli degli occhi.
Possibile che lui la stesse
deridendo insieme ai suoi amici e si fosse
sbagliata? Non poteva essere...
"Chi c'è?"
urlò Gazza mentre si avvicinava alla porta della
cucina con la sua andatura barcollante.
I due ragazzi scapparono
dall'entrata di servizio dei cuochi per
immettersi lungo un corridoio poco illuminato.
Aprirono una porta e si
ritrovarono all'interno di un ripostiglio porta
scope. Hermione si sedette sopra un secchio mentre aspettavano che il
terribile
custode si allontanasse.
"Tanto vi troverò."
diceva proprio Gazza mentre sorpassava la
porta dello stanzino in cui si erano rifugiati.
Malfoy evitava di guardarla e lei
non si aspettava niente di meno.
Eppure per qualche istante aveva
sperato che lui le dicesse che quel
sorriso era rivolto a lei. Aveva bisogno di sentire quelle parole
perché era da
tempo che immaginava di sentirsele dire. Inconsciamente era attratta da
quello
sbruffone, lo era sempre stata da quando lo aveva visto e non poteva
credere
che lui la prendesse in giro in quel modo.
"Credo che se ne sia andato."
disse alzandosi per dirigersi verso
la porta.
"Aspetta un attimo." la interruppe
lui.
Lei si voltò con uno
sguardo di fuoco. Non gli avrebbe dato la
soddisfazione di fargli sapere quanto stava male a causa sua.
"Mi dispiace."
"Cosa?" disse lei incredula.
"Non lo ripeterò una
seconda volta." disse lui "E' vero
che stavo sorridendo stamattina ma non ti stavo deridendo."
Hermione lo fissò e
notò un certo nervosismo nel modo in cui il ragazzo
spostava il peso del corpo da una gamba all'altra.
"E allora perché? Cosa
stavate facendo?"
"Guarda che gli altri non
c'entrano nulla. Ti guardavo solo
io."
La ragazza non sapeva se credergli
oppure no. Sembrava sincero e non
aveva tentennato un attimo mentre le diceva quelle parole.
Ora stava a lei credergli o meno.
"Mi stai prendendo in giro?
Andiamo Malfoy credi veramente che
creda che uno come te possa anche
solo
pensare di guardare una come me?"
Lui si avvicinò di
qualche passo con una strana espressione sul viso.
"Cosa intendi per una come me?"
"Come se non sapessi quello che
tutti voi pensate in realtà di me.
Che sono una ragazza noiosa, leccapiedi e secchiona."
"Io credo che tu sia una delle
streghe più brave di tutta la
scuola. E se ti piace studiare non significa necessariamente che sei
secchiona.
tu sei diversa da quelli che studiano solo per dovere. Studi per
imparare e
questo vorrei poterlo fare anche io."
La ragazza sgranò gli
occhi.
"Tu? Ma se tu hai tutto quello che
tutti gli altri ragazzi della
nostra età vorrebbero?
"Cioè?" rispose lui
alzando un sopracciglio maliziosamente.
"Soldi, una famiglia che ti vizia
e beh..." deglutì nervosa
"Sei anche un bel ragazzo."
Malfoy fece un sorriso tirato ma
sincero.
"Quindi è questo quello
che pensi di me? Che sono un bel
ragazzo?"
"Non te lo ripeterò una
seconda volta." disse lei citando il
ragazzo. Non aveva voglia di nutrire il suo ego già
smisurato.
Il ragazzo le afferrò
una manica del pigiama per avvicinarla a sé e
baciarla.
Hermione rimase di sasso. Si
sarebbe aspettata di tutto ma mai e poi mai
questo.
Rispose al bacio del ragazzo
all'inizio timidamente poi con maggior
trasporto.
Se la avessero detto all'inizio
dell'anno che si sarebbe ritrovata di
notte in un ripostiglio delle scope con Malfoy avrebbe riso a
crepapelle.
Ed invece eccola lì,
con quel ragazzo così strano ma che le faceva dare
di matto perché non riusciva mai a decifrare i suoi
comportamenti.
Restarono immobili per alcuni
secondi, persi l'uno nelle braccia
dell'altro, a godere di quell'attimo come se avesse paura che se
avessero
interrotto quel momento si sarebbe rovinato tutto quanto.
Malfoy fu il primo a staccarsi con
malagrazia e si diresse verso la
porta. "Gazza ormai non c'è. Sarà meglio che
torni al dormitorio."
le disse a bassa voce.
Hermione non trovava le forze per
muoversi. Era bloccata lì nel punto in
cui pochi istanti prima stava abbracciando quello stesso ragazzo.
Cosa doveva pensare di quel
comportamento? Un attimo prima la baciava e
poi la cacciava?
"Ci vediamo qui domani alla stessa
ora. Naturalmente sai bene che
non devi dirlo a nessuno. Almeno per ora." disse lui poi guardandola
con
quegli occhi capaci di mandarla in apnea.
Lei sorrise e si diresse verso la
sua camera da letto, finalmente libera
da quel peso che le aveva impedito di prendere sonno.