PARTE II
CAPITOLO 14: DUBBI E DOMANDE
Avete
presente quando siete sott'acqua, l'ossigeno inizia a scarseggiare e
non appena
tornate in superficie e prendete una bella boccata d'aria vi sembra di
rinascere?
Ecco,
questa
è la sensazione che ho provato io quando mi sono ritrovata
sulla cima del
Carrock, a miglia di distanza da Orchi e Mannari con la consapevolezza
che
Thorin stava bene e non era morto.
Mi
sentivo
felice, al sicuro.
Inoltre
il
fatto che Thorin e Bilbo si fossero finalmente riappacificati non
potè che
farmi enormemente piacere: adoravo lo Hobbit, in lui rivedevo me
stessa.
Insicuro e non incline alle avventure. Anche lui come me era estraneo a
spedizioni segrete, combattimenti all'ultimo sangue e riconquiste di
tesori.
Quel
giorno
decidemmo di rimanere sulla cima del Carrock per riposarci un po': la
disavventura nelle miniere ci aveva sfiniti e l'incontro con l'Orco
Pallido
aveva terrorizzato tutti i miei amici. Non ricordavo granchè
di quei momenti,
solo – con mio grande rammarico – le fauci di un
enorme Mannaro chiuse sul
corpo esanime di Thorin e una violenta ondata di luce sprigionatasi dal
mio
ciondolo.
Raccogliemmo
le poche cose che ci erano rimaste e ci accampammo sul picco. In poco
tempo
sopraggiunse il tramonto e con lui le sue mille sfumature: dalla cima
del
Carrock si potevano vedere centinaia di miglia di terreno boscoso e
verdeggiante affiancato dal profilo delle montagne sull'orizzonte. Non
vedevo
un tramonto così splendido da quando avevo lasciato Imladris
tanto che a
Gandalf non sfuggì uno dei miei soliti sguardi incantati.
-Mia
cara
fanciulla, ti brillano gli occhi lo sai? – mi disse bonario,
affiancandomi. Ero
seduta sul bordo del picco, osservando l'orizzonte e la sagoma sbiadita
della
Montagna Solitaria.
-Lo
so… -
risposi io con un sorriso – Da dove vengo io non ci sono tali
meraviglie della
natura –
-Ricorda
sempre Aranel, che è questo il posto da cui vieni- mi disse
lo stregone,
facendomi l'occhiolino, pur capendo cosa intessi dire.
-Gandalf
ho
bisogno di chiederti una cosa… - iniziai io, diventando
immediatamente più
seria, tuttavia la voce di Bofur in lontananza lasciò
intendere che la cena era
pronta, così ci avviammo entrambi verso un fuocherello
scoppiettante a fianco
degli altri. Feci segno a Gandalf che ne avremmo riparlato
più tardi e mi
sedetti a fianco a Thorin.
Mangiammo
del pane raffermo con un po' di zuppa insipida: avevo i crampi allo
stomaco per
l'appetito, ma non volevo sembrare schizzinosa in quella situazione
così
complicata. Vidi che anche i miei amici, per quanto felici di essere
sani e
salvi almeno per un momento, avevano i visi solcati da un profondo
terrore e da
un'enorme stanchezza.
Soprattutto
Thorin: l'incantesimo d Gandalf lo aveva salvato ma le ferite e i
lividi
faticavano a rimarginarsi comunque. Per tutto ciò che aveva
subito a quest'ora
sarebbe dovuto essere morto e la sola immagine del suo corpo privo di
vita mi
fece accapponare la pelle così tanto da rabbrividire.
Mi
strinsi nel
mantello che mi aveva donato Thorin e mi beai di quel suo profumo
così
famigliare.
-Brutti
pensieri? – disse lui distraendomi dalle brutte immagini
prodotta dalla mia
mente. Io lo guardai stranita, stupendomi di come avesse intuito cosa
mi
passasse per la testa.
-Non
fare
quella faccia – disse lui, quasi divertito – Oramai
credo di conoscerti
abbastanza: quando sei preoccupata hai sempre quello sguardo fisso nel
vuoto-
Io mi
avvicinai a lui, stringendogli la mano: -Ho solo immaginato cosa
sarebbe successo
se Gandalf non ti avesse curato in tempo – la sua mano era
calda, piena di vita
– E non oso pensare a quante volte ancora ci troveremo in
situazioni così
pericolose –
Thorin
mi
strinse a se e io appoggiai la testa sulla sua spalla: -Non devi
pensarci – mi
sussurrò, accarezzandomi i capelli – Fin quando
non saremo giunti alla Montagna
Solitaria saremo sempre in pericolo. Ma siamo insieme e questa
è la cosa più
importante: senza di te e Bilbo io sarei morto. Ma se staremo tutti
untiti
vedrai che ce la faremo-
Rincuorata,
fissai il mio sguardo sulle fiamme crepitanti del fuoco dinnanzi a me.
Era come
se danzassero l'una attorno all'altra e per qualche istante mi parve
quasi di
discostarmi dalla realtà. Fu la timida voce di Ori a
richiamare la mia
attenzione.
-Aranel
puoi
cantarci una canzone? –
Sinceramente
con tutto quello che era successo cantare era l'ultima cosa che avevo
voglia di
fare, ma gli occhioni a palla di Ori e lo sguardo supplicante degli
altri
alaalla fine mi convinsero.
-E va
bene –
dissi io, iniziando a pensare a cosa cantare. All'improvviso mi venne
in mente
una canzone tratta dalla colonna sonora di uno dei film che avevo
adorato da
piccola e ripensando al testo constatai che fosse azzeccato per la
situazione
on cui ci trovavamo.
Così
iniziai a cantare:
“You're not alone,
together we stand
I'll be by your side, you know I'll
take your hand.
When it gets cold, and it feels like
the end
There's non place to go, you know I
won't give in.
No, I won't give in"
Mentre
cantavo lanciai un'occhiata a Thorin e gli strinsi la mano e lui di
rimando
accennò un sorriso. Sentivo gli occhi di tutti su di me e
devo ammettere che mi
sentii un po'j come Biancaneve quando cantava per i sette nani. Solo
che nel
mio caso erano più del doppio ed erano più
avventurosi.
“Keep holding on
‘Cause you we'll make it
trough, we'll make it through.
Just stay strong
‘Cause you know I'm here
for you, I'm here for you.
There's nothing you could say,
There's nothing you could
do
There' s no other way when it comes
to the truth"
Quando
finii di cantare fui felice di constatare che l'espressione sui
volti dei miei amici era nettamente migliorata e che quasi tutti
mostravano un
bel sorriso. Fili e Kili sghignazzavano tra di loro e persino Dwalin
pareva
sorridere.
-Vi
ringrazio, tutti voi- dissi io, mentre loro applaudivano.
Dopo
di ciò
i miei amici si diressero ai loro giacigli mentre io rimasi seduta di
fronte al
fuoco per fare il primo turno di guardia. Thorin mi lanciò
un'occhiata il cui
significato era “Stai attenta". Adoravo il modo in cui si
preoccupava
sempre degli altri, soprattutto di me.
Poco
dopo
che i miei amici si furono coricati, Gandalf mi raggiunse e si sedette
al mio
fianco: - Allora mia cara di che cosa volevi parlarmi prima?
– mi domandò
curioso.
Io
fui molto
contenta che se ne fosse ricordato, anche perché quei
pensieri mi giravano
nella testa da quando avevamo affrontato gli Orchi: -Ho bisogno di
sapere cosa
diavolo è successo quando l'Orco Pallido ci ha attaccati
– dissi io seria
-Quella luce… è fuoriuscita dal ciondolo come un
uragano! -
Ancora
una
volta mi tornò alla mente quella notte mentre un'ondata di
luce travolgeva
Orchi e Mannari e li metteva in fuga. Persino l'Orco Pallido era
rimasto
spiazzato da quel fenomeno e aveva preferito fare marcia indietro.
-Devo
ammettere che anche io ci ho riflettuto molto: che gli Orchi temono la
luce è
risaputo, ma sono più che sicuro che quella non fosse una
semplice luce –
Io
ripensai
a ciò che mi avevano detto lui e Re Elrond mentre ci
trovavamo a Granburrone:
-Credi che si trattasse della luce di Laurelin? –
Gandalf
sorrise annuendo: - Credo proprio di sì, mia cara Aranel-
accennò poi al
ciondolo della mia mamma – Qualcosa in te ha sprigionato il
potere di Elanor.
Non so dirti cosa però… Credo che lo scopriremo
in futuro-
Rimasi
piuttosto sconcertata dalle sue parole: il fatto che nemmeno Gandalf
sapesse
con esattezza cosa mi era successo non mi lasciava presagire nulla di
buono.
Tuttavia ero più che determinata a scoprire ogni segreto di
quel ciondolo per
imparare a domarne l'energia. Dal momento che non ero molto abile con
la spada
questo trucchetto ci sarebbe potuto tornare molto utile.
-Avrai
tutto
il tempo per rendere tuo il potere di Elanor – disse Gandalf
bonariamente,
quasi leggendomi nel pensiero -La tua forza di volontà
è grande, giovane Elfa.
Vedrai che con il giusto esercizio un giorno sarai in grado di domarlo-
Sapevo
che
Gandalf voleva incoraggiarmi, tuttavia dentro di me sentivo una certa
fretta di
imparare e conoscere. Ero impaziente di poter dare finalmente un
contributo
concreto e non solo in maniera casuale e purtroppo sapevo bene di non
poter
fare granchè con la spada.
-Sarà
meglio
che dia il cambio a Bofur- dissi infine alzandomi. Ero rimasta
così tanto tempo
persa nei miei pensieri e a chiacchierare con Gandalf che non mi ero
resa conto
che il tempo era volato.
Il Mago mi augurò la buonanotte, mentre estraeva dalla sua lunga veste una pipa e del tabacco. Io svegliai Bofur e lo convinsi a prendere il posto si guardia, dopodiché mi sdraiai poco lontano dal fuoco e steso il mio giaciglio a terra caddi in un sonno profondo in cui per qualche ora sarei stata lontana da Orchi e Mannari.
Spazio Autrice:
Heilà, salve a tutti!
Sì, sono tornata (anche se con due giorni di ritardo...). Avrei dovuto aggiornare ieri ma per la prima volta in vita mia sono stata colta da un'emicrania e la cosa mi ha parecchio spaventata (lo so, sono ipocondriaca)... cielo, voi che la avete tutti i giorni come fate a soportarla???
Comunque, cambiando discorso, ecco iniziata la seconda parte di questa storia subito con una bella scena totalmente di mia creazione: che ne pensate? Il rapporto tra i nostri due protagonisti sta iniziando ad evolversi e poter finalmente scrivere qualcosina di https://www.youtube.com/watch?v=_Gcrx2Ab0FMpiù romantico su di loro mi piace da matti.
La canzone che ho scelto di introdurre in questo capitolo si chiama "Keep Holding On" di Avril Lavigne e se siete nerd tanto quanto lo sono io vi ricorderete che fu una delle principali tracce della colonna sonora del film "Eragon" , anche se a differenza della nostra protagonista lo ho letteralmente odiato, tranne che per la musica. Lascio il link per coloro che non la hanno mai sentita e sono curiosi ( https://www.youtube.com/watch?v=_Gcrx2Ab0FM )
Detto ciò non mi resta altro da fare che ringraziarvi tantissimo come sempre e darvi appuntamento alla prossima settimana!
Un bacio,
Jenny