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Autore: Giorgia_Farah    27/08/2017    0 recensioni
Una Terra divisa tra il Bene e il Male. Due Regni in balia all'odio li avevano portati a guerre sanguinose e stragi di morti innocenti.
Sigillare un patto era l'unico modo per riportare nel mondo la pace e la prosperità.
Ma ad un caro prezzo: ossia sacrificare la propria vita per amare una persona che meritava soltanto di essere odiata
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Threesome, Violenza
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Il giorno dopo sono a casa di una donna: devo insegnare alla sua bambina Clara un po' di matematica e storia. Non è tanto complicato come pensavo lavorare con i bambini, considerando che tutti quelli di cui mi occupo frequentano l'asilo o le elementari, di conseguenza i compiti a casa sono semplici. Il resto sono analfabeti. Basta solo voglia di fare, usare la fantasia con esempi banali, in modo che i fanciulli possano apprendere meglio, e tanta tanta pazienza. Il mio lavoro finisce con la durata di tre ore spaccate, quindi ho la fortuna di aiutare mia madre con la pulizia della casa più del previsto. Non le racconto del mio incontro con l'uccello arancione, e con lui la bellissima sensazione di avere Luca tra le mie mani, perché, parliamoci chiaro, essendo una donna fragile so come si sarebbe comportata poi. È ingiusto non dirglielo, ma col tempo è la scelta giusta. Ci raccontiamo di altre cose, andiamo a fare la spesa, parliamo di progetti futuri: io ho sempre desiderato avere un posto fisso come maestra d'asilo, lo stesso lavoro che fece mia madre prima che venne licenziata durante la guerra. Siamo uguali infondo di carattere, l'unica cosa che la differenza da me è il sua personalità cupa e triste che le deforma il viso ogni qual volta si trova sola a casa. La scoprì perfino soffocare dal pianto quando un pomeriggio mi inventai la scusa di uscire con Lily, invece la spiai dalla finestra della cucina: stava preparando la zuppa, mano a mano che i secondi passarono il viso di contorse da una smorfia di pianto, il corpo tremante iniziò a sobbalzare da interminabili singhiozzi, un secondo dopo era riversa sul pavimento: si era accucciata su se stessa e gridava di dolore. Quel giorno decisi che non l'avrei più lasciata sola, ignorando le sue insistenze. È una donna forte, mia madre, diversamente sono accondiscendenti  gli abitanti di Aaron, considerandola debole o asociale dato che non socializza più come una volta da quando è successo.  E io odio la gente che sparla di lei. La giornata procedere con tranquillità, quando cala la sera riesco a percepire una soffocante tensione nell'aria. Vedo l'espressione tranquilla di mamma tramutarsi in preoccupazione, nel momento esatto in cui accendo la televisione. Per ironia della sorte il canale si trova sulle varie notizie della giornata. Solamente che oggi c'è solo un evento che spopola tra i vari fatti. Il 6 Aprile è il “Giorno dell'accordo”. Lo schermo, tra le varie notizie, continua a trasmettere imperterrito l'immagine ricurva e splendente di vestiti chiari del nostro vecchiotto sovrano accanto a quella smilza e tenebrosa del Re Titanium: si stanno stringendo la mano. Subito dopo compare le due figure che concentrate firmano un pezzo di carta, riesco a cogliere lo sguardo compiaciuto del Re cattivo e quello pentito e intimidito del nostro Re incapace; nel medesimo istante una cupa sensazione mi congela il sangue, lo stomaco si contorce di se stesso, mi tremano le gambe e sono costretta a reggermi sullo schienale della sedia. Mia madre cade seduta sulla poltrona ascoltando la televisione, nuovamente la sua espressione cambia: posso solo coglierne il pallore, i suoi occhi guardano lo schermo con totale assenza di emozioni. La sento vuota dentro, è immobile come una statua. Ha la stessa identica posizione di quando guardava il suo bambino dal corpicino deforme sdraiato dentro una bara. Avviene un calo uditivo, il quale mi impedisce di cogliere le parole del giornalista impegnato a riassumere i discorsi dei due sovrani. Sento che qualcosa non va, decisamente c'è qualcosa che non quadra bene. Il tempo si ferma, il tum tum dei nostri cuori accellera, la mia mente si spegne; solo un macabro pensiero oscilla in quel nero infinito dentro la testa: Sarò portata via anch'io. Lo schianto improvviso della porta ci fa scattare in piedi. Solo ora mi rendo conto che seduta. Papà entra nel salotto sudato fradicio, la barba bagnata, i capelli unti sono appiccicati alla fronte, porta con se la disperazione nel volto. Qualcosa di estremamente pericoloso stava per accadere. Lo sento nelle ossa. Non riesco a sentire niente se non la voce strozzata di papà. «Dobbiamo nasconderla», esclama lui, rivolto a mamma. Lei è ancora in trans. «Desirée! Stanno arrivando, dobbiamo nasconderla», alza la voce sempre più disperato, scuotendola. Lei si rianima, sbatte le palpebre e ci guarda scossa. « Ok», soffoca, spaventosamente calma. Chi sta arrivando? Chi mi verrà a portare viaLa mia mente si rianima, comincio a ricordare come si parla ma nelle labbra escono solo balbettii insensati. « Do-dove?.... Chi viene? Per-erché mi portano via?....» Papà mi accarezza le spalle, cercando di calmarmi invano. Come può riuscirci? Siamo tre corpi tremanti in una stanza silenziosa che promette solo un addio. «Guardie del Re Titanium. Tesoro, ti spiegheremo tutto dopo. Adesso dobbiamo pensare a te», mi spiega. Inizia a tremarmi il mento e scoppio a piangere. Portata via? Perché io? Cosa ho fatto? Cosa mi avrebbe fatto?!. «Calmati, amore, calmati. Non farti sentire», mi sussurra mia madre, mi sposta i capelli dalla faccia bagnata. Nonostante cerca di tranquillizzarmi tutto le diventa difficile, persino le sue mani tremano. «Sai dove possiamo portarla?», chiede mamma a papà, con una calma invidiabile. Iniziano a parlare, ignorando i miei singhiozzi. «In camera sua», risponde. Papà scuote la testa. «Controlleranno tutta la casa» «Nel retro della casa», ritenta. «Sono in troppi...», risponde stringendo la testa fra le mani, disperato, come se la volesse staccare dal collo. «Nella cupola», sussurro io all'improvviso. Si voltano a guardarmi straniti, non è da me iniziare a ragionare quando la disperazione circola nel sangue. Il punto è che non li voglio lasciare così improvvisamente. Voglio rimanere con loro. Mi sorridono e mi circondano in un abbraccio affettuoso, odora d'amore e di sicurezza, sembra durare un'eternità. Nulla avrebbe fermato quel contatto fisico, tanto voluto disperatamente, se non fosse per un rumore sordo alla porta. Un brivido mi percuote la spina dorsale, rimaniamo impalati fino al secondo rumore, le percosse fanno vibrare violentemente la porta. Una voce stava urlando da fuori: «Aprite questa porta! Siamo venuti su ordine di Re Titanium! Aprite!!!», ruggisce. Ritorno a tremare. Mamma e papà mi guardano, poi si lanciano uno sguardo di intesa. In un battito di ciglia mi trovo con lei al fianco delle scale che portano al piano superiore. Sotto un tappeto dagli ornamenti occidentali è nascosta una botola. Mamma solleva il portello di accesso. Mi guarda, i suoi occhi color del ghiaccio sono lucidi. «Non aprire finché non ti ordino di farlo. Non fiatare, cerca di essere il più silenziosa possibile e tutto andrà bene», ordina. Mando indietro un singhiozzo. « Okey...», rispondo, ma la parola viene fuori spenta. L'angolo destro della sua bocca si solleva, rivolgendomi il più dolce dei suoi sorrisi. «Tranquilla, tesoro», mi sussurra, la sua voce come il miele: dolce e rassicurante. Mi chiedo come riesce a controllare tutta quella calma e come può trasmettere tutto quell'amore in circostanze come queste. Forse arriva un momento della vita in cui devi imparare da sola ad essere coraggiosa, a non rischiare che la paura ti divora la mente. E lei ha sempre avuto quel coraggio sotto la sua personalità fragile. Forse il suo potere non se n'è mai andato. L'ha conservato per me. «Vi amo», singhiozzo. È l'unico saluto che riesco a rivolgerle. Di rimando, le sue labbra mi baciano la fronte, subito dopo vengo calata nella botola oscura. Alzo lo guardo verso mia madre, spaesata. «Anche noi tesoro», dice lei prima di chiudere il portello. Per la prima volta ho paura del buio. ******* Ciao lettori! Buon pomeriggio 😊 Scusate il ritardo, ieri sera sono stata impegnata e non ho potuto pubblicare. Con questo capitolo iniziamo ad entrare nella vera storia. Spero vi piaccia. Fatemi sapere. Un bacione e buona lettura! Giorgia
   
 
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