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Autore: Giorgia_Farah    28/08/2017    0 recensioni
Una Terra divisa tra il Bene e il Male. Due Regni in balia all'odio li avevano portati a guerre sanguinose e stragi di morti innocenti.
Sigillare un patto era l'unico modo per riportare nel mondo la pace e la prosperità.
Ma ad un caro prezzo: ossia sacrificare la propria vita per amare una persona che meritava soltanto di essere odiata
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Threesome, Violenza
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L'oscurità è padrona, l’unico punto luce in quel buco è la fiammella argentea scaturita dalla mano. Mi tremano le gambe, il cuore è in agitazione. Quando i rumori si fanno più vicini alle scale, ho l'istinto di urlare. Ma me ne sto stretta in un angolo, e zitta. Fuori sento grida e frasi incomprese. Solo la voce calda e controllata di papà e quella della guardia, simile ad una melodia tombale, riesco a riconoscere. Lui vuole trovarmi, non si abbassa nemmeno alle bugie di mio padre. «La mia pazienza ha dei limiti, pezzo di carne, consegnatemi la ragazza o faccio saltare in aria questa casa», ruggisce lo sconosciuto. Sto per piangere, voglio tapparmi l'orecchie per non sentire ma perfino se ci provo le loro voci oltrepassano i timpani, arrivando al cervello. Mi torturano la testa, minacciose. Soffoco i singhiozzi che mano a mano mi bloccano il respiro. L'aria pressante della cupola mi sta letteralmente mozzando il fiato. Ho bisogno di far entrare aria nelle vie respiratorie. «Glie lo giuriamo, nostra figlia non è qui», controbatte la voce stridula di mamma. Qualcosa di abbastanza grosso cade a terra seguito dal grido spaventato di mamma. «Sono stanco di queste scuse, donna. Dove si trova!!!!????», urla l'essere. Non si da per vinto, sa che sono qui. Mi si gela il sangue. Cosa mi avranno fatto? Passano alcuni interminabili secondi e dalle scale scende qualcuno, fermandosi all'entrata della cucina. «Signore, non l'abbiamo trovata», dice una voce. «Sia nella sua camera, in quella dei genitori, e nel bagno non abbia trovato nessuna traccia della ragazza», comunica un'altra voce. «Controllate nel retro nella casa», tuona il loro capo. « Abbiamo provato anche lì ma sembra volatilizzata dal nulla» «Visto, è come vi è stato appena detto», aggiunge papà, ora con la voce più tranquilla. Contemporaneamente anche il mio corpo smise di tremare. «Vi prego lasciateci in pace. Non abbiamo fatto niente» Segue un minuto di silenzio il tempo sembra arrestarsi, chiedendomi se avevano o no abboccato all'amo, l'unico suono che sentivo era il mio respiro e il cuore in gola. «Il Signore Oscuro non gioirá questa notizia», aggiunge una nelle guardie. «Una delle ragazze scomparse... Che cosa ci faranno?», chiede un'altra più spaventata. Altro silenzio. «Sicuramente Nostra Signorina non sarà clemente con noi...», spiega la voce del capo, ormai riconoscibile. «Bruciate questa casa, non risparmiate nessuno. Comunicheremo che la famiglia Howard è stata arsa viva dalle fiamme, ci toglieremo così un fardello. Procedete» Alla prima frase qualcuno urla disperato, solo tardi capisco che lo stridulo proviene dalla mia gola e quella di mamma. I suoni si fanno distanti, sento le gambe leggere e la mancanza d'aria mi fa girare la testa; sono in procinto di svenimento, mentre concepisco la consapevolezza che saremo morti tutti. Solo perché i miei genitori vogliono il mio bene. In un istante comprendo che questo è il momento giusto per uscire dal retro della casa e fuggire lontano. E poi cosa avrei fatto? Avrei lasciato morire i miei genitori e salvare la mia vita? Potevo essere così crudele?. L'attimo dopo il mio corpo scatta, animato da una scossa che mi rimette in piedi. Succede tutto troppo in fretta per capire il motivo di quel gesto. Mi trovo in cucina, piantando gli occhi su quelli della voce minacciosa. Emetto a fuoco l'intera immagine della creatura, e soffoco un urlo in gola. L'abitacolo è circondato da, si, figure umane, ma ogni loro centimetro di pelle è ricoperto da ustioni di terzo grado, fuori usciva qualche fiammella, lo stesso vale anche per la testa dove sul capo portano un paio di corna. Le loro espressioni minacciose sono immutabili. Quando i loro sguardi si spostano dai miei genitori a me, non mostrano sentimenti. Parlo di “sguardo” tanto per dire poiché non hanno occhi. In quelle fessure c'è solo il nero. Sono demoni. «Avete fegato ad uccidere una famiglia innocente», grido, totalmente fuori controllo. «I miei genitori hanno ragione: ero fuori e sono entrata solo ora nel retro della casa. Lasciateli andare, se è me che volete io sono qui», alzo il mento, guardando uno ad uno. So che nel mio volto è presente la più totale rabbia, nonostante questa tradiva la paura che provo. Sento il cuore scoppiare quando mia madre soffoca: «Tesoro, ti prego, non lo fare» La guardo e le sorrido, lei in risposta nasconde il suo volto contro la schiena di papà che le faceva da scudo, bagnando la camicia del marito delle sue lacrime. Sono consapevole del fatto che non avrebbe sopportato un'altra perdita. «Pearl Howard», pronuncia come se avesse visto un miraggio, sento il suo ipotetico sguardo studiarmi dalla testa ai piedi, e l'angolo ricurvo nella sua bocca si solleva, mostrando un sorriso di soddisfazione. «Sei stata pregata di raggiungere il castello del nostro Re Titanium. Suo figlio ormai adulto ha deciso che prometterà pace e fedeltà verso il Regno della Luce, ad una condizione. E cioè scegliere una delle ragazze del vostro Regno che verranno convocate al castello e portarla all'altare. I futuri sovrani diventeranno così governanti tra i due Regni e l'odio e la morte non saranno più a predominare questa terra», aggiunge soddisfatto, come un bambino quando termina con un buon voto l'interrogazione scolastica. Un discorso costantemente studiato a quanto sembra. Lo guardo disgustata. «E nel frattempo devo fare la servetta a suo figlio», sputo ancora spiazzata, ripercorrendo la comunicazione del demone dalla prima all'ultima parola. Quest'ultimo rispose. «Avrete un letto, un tetto su cui vivere, del cibo con cui potrete saziarvi» «Mi farete rimanere in vita solo per fare la cagna con il futuro erede al trono!», esclamo. Ho voglia di piangere, tutto questo non può essere vero. Il demone fa spallucce. «Bé, dopotutto avete la libertà di scelta: o collaborate o vedrete la vostra casa cadere tra le fiamme» Stringo i denti. «Non è una scelta. È un obbligo forzato!!!» Il demone ride sotto i baffi, gli altri ci guardano immobili come uomini che stanno assistendo ad una partita calcistica in TV, passando i loro occhi dal capo a me. Se non fosse per il movimento delle teste, lì scambierei per un paio di statue. «Scegliete signorina, ne va della sopravvivenza di tutti» Il bastardo non ha torto, se sarei diventata Regina avrei portato la pace sulla terra, sarei stata acclamata come un'eroina. Ma chi ha voglia di occupare quel ruolo? Voglio solo che i miei genitori e Aaron si salvino dalle fiamme dei demoni. Sarei andata al castello, avrei lavorato come dama del figlio prodigio del Re, e nel mentre avrei escogitato un piano per uscire da lì. «Che ha detto il nostro Re, riguardo a questo...», mi blocco indecisa quale parola usare un termine adatto a questa situazione. «.... schifo?», sputo tra il denti. «Le sue testuali parole furono: “Vi lascio la libertà di agire a vostra preferenza, purché il nostro mondo possa vivere in tranquillità un giorno” » Sgrano gli occhi sempre più meravigliata del nostro Re. Chissà quante altre ragazze come me sono state strappate alle proprie familiglie e trasferite al castello. Siamo agnellini in mezzo ai lupi. Che obbrobrio! «E il vostro Re?» «Il nostro Re ha avuto l'onore di fare come meglio era in suo potere per accettare il desiderio del Principe» «Quindi è stato il Principe la causa tutto questo...», dico tra me. «Sí, Re Titanium ha fatto in modo che tutto andasse secondo i piani» Guardo i miei genitori, i loro occhi lucidi e arrossati dal pianto mi spezzano il cuore. Desidero che tutto ciò sia solo un brutto sogno, però sembra che tutta la sfortuna cada su gente povera e innocente. Infondo c'era d'aspettarselo: un Re cafone, vecchio e con una probabile demenza senile non avrebbe portato altro che danni al nostro paese. E i reali se ne lavano le mani. Be', certo! Chi avrebbe mai voluto immischiarsi ad assumere le proprie responsabilità cercando di fare il bene per il popolo, sacrificando alle volte perfino la vita? Non importa loro perfino chi viene ucciso, schiavizzato e allontanato dalla famiglia con la forza; la cosa essenziale per loro è riempirsi la pancia di denaro. Mi volto verso il mio nuovo nemico. «Mi avete cercata? Quindi eccomi, se questo vuole il principe facciamo in modo che si compia la sua dannatissima volontà», termino, punzecchiandolo in un certo modo. Il sorriso del demone si spegne, come previsto. «Mia cara, tu sarai quella ragazza raccontata sulla bocca di tutti una volta giunta al castello», osserva, sicuro di se. «Se parleranno di me sarà perché non mi sarò mai abbassata neanche un secondo al volere del Principe. Ci vuole ben altro per riuscire a sporcare la mia dignità», incalzai, arrivando a pochi centimetri dal suo viso. Ora non ho più paura. Ora il mio cuore grida vendetta. Sogghigna. «A tuo rischio e pericolo, ragazza. Ora ti lasciamo preparare le valigie; hai dieci minuti per salutare i tuoi cari. Io ti aspetto fuori, e non disturbarti a fuggire dal retro: i miei demoni vi hanno circondato la casa» Detto questo se ne vanno tutti da casa mia. Finalmente posso abbracciare i miei genitori, salutandoli con calma. **** Buonasera cari lettori! Come state? Vi mando il capitolo seguente della mia storia, visto che ieri ho pubblicato solo un capitolo. Fatemi sapere se vi piace e cosa ne pensate :-) Aggiungo nuovamente di leggere la mia storia anche su WATTPAD se ce l'avete. In questa app, mi chiamo @SweetGiorgia, e come copertina della storia c'è un diamante nero accompagnato da una perla, in uno sfondo oscurato. Mi raccomando! Cercatemi e leggete! Un bacione! A presto :-* Giorgia
   
 
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