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Autore: Lamy_    27/08/2017    1 recensioni
L’ibrido che possiede il Fuoco Rosso, la stessa che è stata bandita dalla comunità di Nephilim, ridotta ad una emarginata, e che cerca a tutti i costi di condurre una vita normale, è pronta a tornare in azione. Uno spietato assassino sta mietendo vittime, pertanto è necessario un intervento tempestivo per porre fino agli omicidi. Il Console ha bisogno di un team che si muova nell’ombra, che non abbia scrupoli a infrangere le regole, e soprattutto che risolva l’emergenza. Astrea Monteverde è la persona adatta alla missione.
Ma, tra una relazione da portare avanti ed un gruppo di ragazzini a cui badare, deve tenere a mente una cosa: il suo peggior nemico le sta dando la caccia e non ci impiegherà molto a trovarla.
Nuovi incontri, nuovi amori, nuovi tradimenti e incantesimi animano un’avventura tutta da scoprire.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Rafael Lightwood-Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO QUINTO: IL RE DETRONIZZATO.
 
 
 
"Astrea, é permesso?"
"Entra!"
Glenys aprì la porta lentamente e Astrea, che si stava allacciando gli anfibi, le fece cenno di avvicinarsi.
"Gli altri ci aspettano in cucina, e il vostro compagno mi ha detto di sollecitarvi a raggiungerci." il tono altisonante della fata spiazzava Astrea, abituata a un linguaggio pratico e informale.
"Il mio compagno?! Lasciamo stare. C’è altro? Ho come la sensazione che tu voglia confidarmi qualcosa."
Glenys arrossì portandosi le mani sulle labbra, gli occhi emozionati, un sorriso candido a illuminarle il volto. Si sedette sul letto accanto ad Astrea con discrezione, come per timore che qualcuno potesse sentire.
"Sally mi ha baciato!" sussurrò con enfasi, le dita strette attorno al tessuto color blu notte dell'abito, l'espressione contenta. Astrea si strofinò i graffi, dolorosi ricordi di Mark, e sentì la pelle bruciare. Ricordava ancora le ultime parole del ragazzo, 'dille che l'amo', quelle parole che spesso abitavano i suoi incubi. Sorrise per non sminuire l'entusiasmo di Glenys.
"E tu cosa ne pensi? Lei ti piace?"
"Oh, io...non ne sono certa. Non so come ci si comporta in queste circostanze." adesso la fata sembrava frastornata, avvilita da quella domanda come se in ballo ci fosse il proprio destino. Ed era così per lei che era costretta a sposare un uomo di un rango nobile.
"Glenys, vacci piano. É stato solo un bacio, d'accordo? Potrebbe non significare nulla."
"E voi come avete capito di amare Raphael?"
Astrea ridacchiò e si stese di schiena sul letto, e così Glenys la imitò. Sembravano amiche di vecchia data che si raccontavano la propria vita personale.
"Quando io e Raphael ci siamo baciati, non pensavo che saremmo davvero arrivati a questo punto. Mi sono detta che era solo un bacio e che ci sarei dovuta andare con i piedi di piombo, e ti consiglio di fare lo stesso. Sally é fragile sotto quella maschera di freddezza e per lei voglio solo il meglio, così come per te."
Glenys di scatto l'abbracciò e lei ricambiò.
"Avete ragione, dunque seguirò il vostro consiglio. Siete così cara con me!"
"Direi che é arrivato il momento di darmi del tu."
 
 
 
"Raphael, devo parlarti." esordì Sally interrompendo la chiacchierata tra Raphael e Nikolai riguardo alle moto.
"Io mi allontano un attimo." disse Nikolai, poi sparì nella sua cabina. Sally si lasciò cadere accanto a Raphael e sospirò frustrata.
"Di cosa mi vuoi parlare?"
"Glenys."
Raphael spalancò gli occhi e ripensò a quando Astrea gli aveva confessato il segreto circa la sessualità di Sally. Ora il momento di affrontare quell'argomento non poteva essere procrastinato.
"Va bene. Dimmi tutto."
"L'ho baciata." sputò senza tanti preamboli la vampira, le dita a tormentare le punte dei capelli, le sopracciglia aggrottate.
"Non mi sembra una cosa terribile, almeno credo." Raphael proprio non sapeva come uscire da quella conversazione.
"Non è affatto terribile. Lei mi piace, molto, ma le fate sono una gran palla al piede. Sai bene quanto siano doppiogiochiste, e lei potrebbe essere fatta della loro stessa pasta."
"Hai paura."
Sally lo guardò inorridita e scrollò le spalle.
"Ma sei impazzito? Io non ho paura di una ragazzina alta un metro e sessanta. Ho solo qualche dubbio."
"Sally, ti conosco da venti anni e posso dirti con certezza che hai paura. Non mi hai mai detto che ti piacessero le donne e lo hai tenuto nascosto per timore di innamorarti davvero. Conosco quel tipo di situazione. Quando ho conosciuto Astrea e ho capito di provare qualcosa per lei, ho avuto paura perchè lei era una Shadowhunter e la Legge vieta qualsiasi contatto con i Nascosti. Ero certo che mi avrebbe rifiutato, invece mi ha salvato tre volte la vita e conviviamo."
"Mi stai dicendo che devo rischiare di morire tre volte per capire le intenzioni di Glenys?" l'ironia nella voce di Sally fece sospirare Raphael, che le rivolse un'occhiata esasperata.
"Sto dicendo che ti serve tempo per capire le intenzioni di Glenys, senza morire possibilmente."
Prima che Sally potesse aggiungere altro, la stanza fu sommersa dalle risate di Glenys e Astrea. Raphael improvvisamente si illuminò; Sally si chiese se anche lei avrebbe mai provato quel tipo di amore.
"Buongiorno. Sally, vi vedo in forma stamani." squittì la fata con un cenno del capo e un sorriso allegro.
"Io sono sempre in forma." fu la risposta breve e lapidaria della vampira, dopodiché tornò in cucina picchiando con decisione i tacchi sul pavimento del jet. Glenys, intristita da quel comportamento, fu spronata da Astrea a seguirla.
"Scommetto che ti ha raccontato del bacio." mormorò Raphael alzando gli occhi al cielo. Astrea si sedette sulle sue gambe e gli mise le braccia attorno al collo.
"Sì, me lo ha raccontato. Troveranno la loro strada se l'Angelo vuole."
"A proposito di baci, saresti così benigna da concedermene uno?" chiese Raphael con un sorriso infantile e Astrea avvertì il cuore stringersi e battere più veloce.
"Concesso." gli sussurrò sulle labbra prima di baciarlo. Lui rispose mordendole il labbro inferiore, mentre le accarezzava i fianchi con delicatezza.
"Tutta questa dolcezza è una conseguenza della mia quasi terza  morte?" la canzonò quando si staccarono.
"Idiota!"
Astrea fece per alzarsi, ma Raphael l'afferrò prima che potesse allontanarsi e la fece stendere sul divano. Prese a farle il solletico e lei rideva di cuore.
"La smetto solo se mi dai un altro bacio."
"Questa suona come una minaccia." disse Astrea con il fiatone, le lacrime agli occhi, i crampi allo stomaco per via delle risate. Raphael si chinò e le stampò un bacio, che lei approfondì attirandolo. Erano avvinghiati su un piccolo divano, a baciarsi, a sorridersi, ed era la sensazione migliore del mondo.
"Se avete finito di amoreggiare, abbiamo un problema da risolvere." strillò la voce divertita di Nikolai dalla cucina. Astrea scoppiò a ridere insieme a Raphael. Si resero presentabili sistemandosi i vestiti stropicciati.
"Aspetta, Santiago."
Quando Raphael si voltò per controllare che fosse tutto apposto, ricevette un bacio dolce sulle labbra e sorrise.
"Sei sicuro di volerti mettere di nuovo a lavoro? Non devi preoccupartene, io e gli altri ce la caviamo benissimo."
“Dovrei lasciare due matte come te e Sally a badare a un trio di Nascosti in piena crisi adolescenziale? Muovi quel bel paio di gambe che ti ritrovi, Monteverde, il mondo non andrà in malora per colpa mia!” il sarcasmo nelle parole di Raphael fecero corrugare le sopracciglia ad Astrea.
“Comincia a prepararti il funerale per la quarta morte, Santiago, perché potrebbe essere la volta buona.”
Dios, tu eres increìble cuando me hablas  de este modo!”
“Sono incredibile quando ti parlo in questo modo? Sei un lurido ruffiano. Cammina!”
Astrea alzò gli occhi al cielo e sorrise.
 
 
Quando Astrea e Raphael si unirono agli altri, la stanza era nella totale confusione: Glenys era appollaiata su una sedia con espressione sofferta; Sally si specchiava e si sistemava l'ombretto; Nikolai teneva per le spalle una ragazzina di colore, era Tanisha. Si dimenava e sguainava i canini.
"Voi! Siete voi che mi avete rapita!" inveì contro Astrea e Raphael.
"Per la tua incolumità, sta zitta." disse spazientita Sally. Astrea si poggiò contro la parete per osservare meglio Tanisha. Aveva solo diciassette anni e le sembrò crudele tenerla lì contro la sua volontà.
"Tanisha, puoi stare tranquilla. Non ti abbiamo rapita." tentò di spiegarle con voce bassa.
"Tecnicamente ci avete rapito!" commentò Nikolai con un'alzata di spalle. Raphael scosse la testa e sospirò.
"Vi lasceremo andare non appena sarete al sicuro a Idris." disse Astrea nella vana speranza di stemperare le anime ribelli. Poi il rumore di ossa rotte fendette l'aria. Un attimo dopo Tanisha si lanciò contro Astrea con ferocia, graffiandole le braccia e cercando di morderla. La Nephilim si coprì il volto con le mani e avvertì un intenso bruciore seguito dall'odore del sangue. Vide i canini della ragazza sfoderati, così vicini e letali. Fece leva con le ginocchia sull'addome di Tanisha e riuscì a togliersela di dosso.
"Diamine..."
Astrea afferrò la mano tesa di Raphael e si tirò in piedi. Alcune macchie di sangue le imbrattavano la maglietta e l'avambraccio destro era ricoperto di abrasioni. Si sedette a terra tenendosi il braccio al petto, mentre Raphael bagnava uno straccio. Lo passò sulle ferite con delicatezza, anche se il dolore non pareva diminuire.
"Dovresti usare lo stilo." le disse Raphael osservando le gocce di sangue colorare come tanti pois la pelle della Nephilim. Dall'altra stanza provenivano le urla di Tanisha e Sally, che molto probabilmente era diventata una furia, e la voce sottile di Glenys cercava di calmare le acque.
"Quella cosina é una vipera!" esclamò Nikolai tornando in cucina.
"Finiamo questa missione prima che mi venga un esaurimento nervoso." mormorò Astrea, dopodiché con lo stilo attivò una iratze, e un attimo dopo i segni sul braccio erano svaniti. Insieme a Raphael e a Nikolai, raggiunse la vampira nella saletta accanto alla zona notte. Sally l'aveva legata, polsi e caviglie, ad una sedia. Glenys, ancora scossa, era in disparte.
"Prova a romperti di nuovo le ossa per liberarti e giuro che ti stacco gli occhi dalla faccia. Sono stata chiara?" la voce di Astrea era ferma, tanto da far calare il silenzio nella stanza. La ragazzina annuì.
"Raccontaci come hai trovato il cadavere e se lo conoscevi."
"Sì, lo conoscevo. Frequentava la compagnia di mio fratello. Si chiamava Kabir, aveva diciannove anni, ed era orfano. Lo incontrai la sera prima, stava raccogliendo la sua roba per partire alla volta di New York. Voleva unirsi al clan di Raphael Santiago. Diceva che era un ottimo leader e che Viktor non era mai stato il suo capo. Quella sera stessa, io e qualche altro ragazzo da appena trasformato decidemmo di seguirlo, di lasciare tutto e ricominciare nella grande mela. Ci diede appuntamento per la notte successiva. Quando arrivai nel luogo stabilito, lui non c'era. Poi... Vidi il suo cadavere. Qualcuno gli aveva strappato il cuore e aveva fatto dei disegni strani, come quelli che porti sulla pelle. Viktor e i suoi uomini si occuparono del corpo ed io tornai a casa per dare la notizia a mio fratello." la forza che prima Tanisha aveva manifestato si era persa, ora era così piccola e fragile, vuota e sola. Alcune lacrime di sangue le bagnavano il viso spigoloso. Raphael si era allontanato nella penombra quando era stato nominato, ed era ovvio che la vampira non l'avesse riconosciuto. Astrea si chiese quale effetto avesse avuto su di lui la storia di Tanisha.
"Nulla di nuovo, insomma. Anche Kabir sembra essere una vittima casuale." disse Sally, l'aria pensierosa, lo sguardo puntato sulla nuova arrivata.
"Kabir è morto per uno stupido gioco. Meritava di avere una seconda possibilità nel clan di Santiago." Tanisha non si dimenava, era immobile come una bambola di pezza, ed era inquietante.
"Il tuo amico non avrebbe avuto posto a New York. Raphael Santiago non è più a capo del clan." il tono usato da Raphael celava la tristezza, un forte senso di disagio.
"E tu come lo sai, mondano?"
Astrea guardò Raphael, ora illuminato dalla luce del neon, così bello e regale nell'atteggiamento, così spezzato nell'animo. Raddrizzò la schiena e si schiarì la voce. Aveva tutta l’aria di essere un re detronizzato davanti ad un suddito deluso.
"Perchè sono io Raphael Santiago."
 
 
 
"Hai intenzione di fissare quei fogli ancora per molto?"
Raphael, dopo l'incontro con Tanisha, si era defilato con la scusa di cercare qualche informazione utile, così si era chiuso in un silenzio tombale. Alzò gli occhi su Astrea e fece spallucce.
"Non so di cosa tu stia parlando."
"Oh, non fare il bambino con me!" borbottò Astrea, quindi prese postato di fronte a lui.
"Da quando hai un dottorato in psicologia? Credevo che tu fossi capace solo a combinare guai." il tono di Raphael era cattivo, e in quel momento sembrava il vampiro arrabbiato e ingannatore di qualche tempo prima.
"Sei infantile, Santiago."
Senza aggiungere altro, Astrea lo lasciò da solo tornando dagli altri. Nikolai le fece cenno di avvicinarsi.
"Abbiamo un problema." sussurrò il licantropo portandosi una mano alla bocca per nascondere il labiale.
"Che succede?"
"Siamo tutti in crisi. Tanisha e Sally ha bisogno di sangue al più presto; Glenys é davvero esausta, ed io necessito di respirare aria fresca."
"Nik, non possiamo fermarci adesso."
"Come vuoi risolverla?"
Astrea si posizionò al centro della cucina e fischiò per richiamare gli altri, Raphael compreso.
"So che siete tutti stanchi, lo sono anche io, ma ora non possiamo mollare. La soluzione migliore sarebbe portarvi a Idris, dove sarete al sicuro e starete comodi. Sally, tu tornerai al DuMort. Io continuerò a cercare l'assassino.
"Non ci penso nemmeno a lasciarti da sola. Io resto con te." protestò Sally, le braccia incrociate, le sopracciglia sollevate. Anche Glenys si fece avanti.
"Io non mi sentirei a mio agio ad Idris. Vorrei restare con voi, Lady Astrea."
"Siamo un gruppo bizzarro, ma ce la caviamo abbastanza bene." disse Nikolai con un sorriso. Astrea spostò l'attenzione su Tanisha, che se ne stava appollaiata sul divano.
"Voi mi rapite, mi legate ad una sedia, e sperate che vi segua? Accidenti, certo che vi seguo, non credo di avere altre possibilità!"
Tutti si voltarono nella sua direzione con immenso stupore, quella ragazzina era passata dall'essere aggressiva ad acconsentire a restare, anche se era dovuto al fatto che fosse sola senza un clan di appartenenza.
"Allora ci fermeremo quando andremo a prelevare l'ultimo ragazzo. Per adesso cerchiamo di capirci qualcosa. Sally, tu vieni con me!"
Quando tutti si furono dileguati, Astrea e Sally si chiusero in camera della vampira.
"Io e te dobbiamo capire cosa ci stia nascondendo la Blackwell, perché é scontato che non ci abbia detto tutto.
"Che succede tra te e Raphael? Vi siete praticamente ignorati poco fa."
"Ha bisogno di schiarirsi le idee, tutto qua. Leggiamo i fascicoli dei ragazzi."
 
 
Astrea si massaggiò con cautela gli occhi arrossati e stanchi. Avevano trascorso l’intero pomeriggio a consultare i fascicoli, a cercare in altri documenti che il Console aveva mandato loro, e si erano fermati solo per cenare, per lo più in silenzio, tornando poi ad indagare. Nikolai era al telefono con sua madre, che lo credeva in gita, e Astrea fu contenta di vederlo sereno. Sally e Glenys si erano trattate con indifferenza, mentre Tanisha aveva tempestato tutti di domande. Raphael, che non si era mai preso una pausa, sbucò dalla cucina con due bicchieri colmi di quello che pareva un cocktail improvvisato e fece cenno ad Astrea di seguirlo. Lei, nonostante volesse prenderlo a schiaffi, si chiuse la porta della loro stanza da letto alle spalle.
“Tieni. Bevi. Ne abbiamo bisogno.” Raphael le allungò il bicchiere di vetro ma lei rifiutò allontanandogli il braccio.
“Non mi va. Che vuoi, Santiago? Non ho tempo da perdere.”
“Sai, non volevo che tu accettassi questa missione. Non volevo perché, quando il mondo dei Cacciatori ti chiama, tu parti spedita senza riflettere. La missione viene prima di tutto. Devi per forza risolvere l’enigma, non importa cosa accade nel mentre. Siamo stati talmente bene nei mesi passati. La nostra relazione ha fatto degli enormi passi avanti, e sapevo che accettare questo incarico ti avrebbe allontanata da me.”
“Non mi sono allontanata da te. Sono sempre qui.”
“Non è vero. Tu hai difficoltà a relazionarti e stare così distanti ci fa solo male.”
Astrea ammutolì. Aprì la bocca per parlare ma la richiuse in stato confusionale. Non voleva credere a ciò che aveva appena udito.
“Scusa se sono in pericolo le vite di quei ragazzi ed io cerco di aiutarli. Scusami se ferisco i tuoi sentimenti mentre tento di scovare un assassino. Scusami se sono distante perché voglio a tutti i costi che uno dei quei cadaveri non siano le persone che amo. Scusami se sono incapace di esprimere liberamente quello che provo. Scusami se sono un disastro ambulante. Scusami tu, io non sono in grado di farlo.” Senza rendersene conto, Astrea aveva alzato la voce e appariva esasperata, triste, tormentata. Raphael abbandonò i cocktail sul comodino e l’abbracciò. Era dimagrita in quelle settimane, il suo respiro era più affannato, le occhiaie più marcate. Eppure era tremendamente bella.
“Mi dispiace. Non combini guai, anzi ti prodighi sempre per aiutare gli altri e dimentichi te stessa. Mi hai salvato di nuovo e te ne sono grato. Non c’è nulla da perdonarti. Vai bene così come sei. Non volevo dire quelle cose, sono soltanto sfinito da tutta questa storia.”
Astrea artigliò la stoffa nera della camicia di Raphael e premette la fronte contro la sua spalla. Cercava un riparo dalla sua vita, da se stessa.
“Non mi lasciare, Raphael. Ti supplico.”
“Non ti lascio, fuego. Non ti lascio.”
 
 
“Sally, vieni qui!” gridò Glenys, accucciata sulla sedia della cucina, scalza e con i capelli sciolti. La vampira in un baleno fu accanto a lei.
“Che succede? Hai trovato qualcosa?”
“Stavo osservando le foto ma non riuscivo a vedere molto, così le ho accostate e guarda cosa ho trovato.”
Sally prese dalle mani della fata le foto di Kabir e Grace, il vampiro e il licantropo morti, e si rese conto che quelle che a loro erano sempre sembrate rune in realtà si congiungevano in un unico disegno, o meglio in un’unica parola: mors; ‘morte’ in latino.
“Prova con le foto della fata e del cacciatore.”
Anche se la foto del cacciatore era praticamente oscurata, pian piano le linee scure delle presunte rune si collegarono dando vita ad un’altra parola: dilecti; ‘amato’ in latino.
“Mors e dilecti.” Mormorò la vampira mettendo in moto il cervello per dare un senso a quelle parole. Glenys le lanciò uno sguardo smarrito.
“Che cosa può voler significare?”
 
 
Salve a tutti! :)

1. Perdonate il ritardo ma sono appena tornata a casa.
2. Perdonate il capitolo abbastanza noioso, ma è di passaggio per quello che verrà dopo.
Gli animi si stanno agitando e l’allegro gruppetto non è più tanto allegro, eh. I nervi cominciano a cedere a poco a poco.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima.
Un bacio.
 
Ps. Perdonate eventuali errori di battitura e il pessimo spagnolo preso da internet.
 
PICCOLO ANGOLO (sono una palla al piede, lo so, scusate!)
Ma se stessi scrivendo una ff su Teen Wolf  voi la leggereste?

 
  
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