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Autore: FunnyYoungMe    28/08/2017    0 recensioni
Spesso la gente deve seguire altri in una strada dove non vogliono camminare: per affrontare una verità che fa male e per fare tutto ciò con una faccia seria, perché ti sei già arreso; o per nascondere il senso di vuoto con un atteggiamento doloroso di non essere te stesso...
Kyuhyun lotta per mantenere chi è diventato, mentre invece Yesung si dà per vinto nella sua vinta. Entrambi hanno bisogno dell'altro per essere chi sono veramente...
N.d.A: Ciao a tutti. Questa non è la solita storia d'amore KyuSung e quello che voglio davvero è, per tutti quelli che si prenderanno il tempo di leggerla (spero le diate una possibiità), che vi piaccia!!!
DISCLAIMER: Non mi appartengono Kyuhyun e Yesung, anzi, non mi appartiene nessun Super Junior menzionato. La storia non è mai accaduta nella realtà; è solo un prodotto della mia immaginazione, per cui a me appartiene solo la trama.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kyuhyun, Un po' tutti, Yesung
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Mi dispiace non aver aggiornato la ff per circa un mese (credo), ma ecco qui finalmente il capitolo 21!!
Spero vi piaccia e che lasciate qualche commento, anche mandando a quel paese uno dei due o entrambi... Mi piacerebbe tanto leggere qualche recensione dato che non è bello non vederne :(
Comunque, buona lettura ;)

 

Amici?!

 

 

Qualche settimana dopo

 

La primavera era finalmente arrivata, perfino gli alberi stavano sbocciando, i fiori rilasciavano la loro dolce fragranza nell’aria, gli uccellini cinguettavano, i bambini giocavano tra di loro correndo nei prati, le coppiette camminavano mano nella mano. L’atmosfera era calorosa e gioiosa.

I fratelli Kim erano seduti su di una panchina, parlando animatamente tra loro e pianificando cosa fare durante le vacanze estive; Yesung aveva perfino accettato di andare con loro, ma solo a settembre, quando tutti se ne erano già andati. Heechul e Sungmin avevano compreso la sua decisione, ma erano comunque intenzionati a fare di quelle vacanze i migliori mesi che avessero mai avuto.

Yesung si alzò e cominciò a camminare lungo il sentiero, mentre i due fratelli capirono che voleva andare a casa, perciò lo seguirono. Dato che il moro non voleva creare dei problemi e voleva approfittare del momento per stare da solo con i suoi pensieri, camminò piano per rimanere dietro agli altri due talmente assorti nella loro conversazione da non accorgersi di averlo lasciato indietro.

Perso nei suoi pensieri, Yesung si trovò a camminare in una stradina laterale senza sapere dove si trovava, non preoccupandosi perché convinto che sarebbe riuscito a trovare il giusto cammino.

Quando si girò intorno, si rese conto di un grosso animale fermo davanti a lui. Yesung cominciò a gridare prima di correre verso una panchina per salirci sopra e allontanarsi dall’animale, totalmente terrorizzato.

“Allontana quel leone da me! SUBITO!!” Strillò Yesung quasi piangendo ad una ragazza che gli si stava avvicinando.

La ragazza prese il cane dal collare, accarezzandolo con affetto.

“Tranquillo, è solo un cane. Non morde”, ribatté la bionda con una risatina.

“Sei sicura sia un cane quel cose? Sembra un maledetto leone. E tutti dicono che i cani non mordono, ma lo fanno comunque, perciò allontanalo da me.”

La bionda scosse il capo, abituata a quelle reazioni. Jongwoon scese dalla panchina e crollò in ginocchio e mentre cercava di raddrizzarsi vide qualcosa che lo sorprese immensamente.

In piedi di fianco alla sconosciuta si trovava Kyuhyun che dava qualche pacca sulla testa del cane, anche se Yesung notò che le sue spalle stavano tremando, probabilmente ridendo. Quando il minore alzò lo sguardo dall’animale, rimase basito pure lui.

L’atmosfera si era fatta tutto ad un tratto imbarazzante, per cui Yesung optò per salutarlo con un flebile “ciao”. Kyuhyun alzò la mano con disagio, salutandolo.

“Prendi il cane e vai avanti. Ci vediamo oggi pomeriggio.” Kyuhyun si chinò per dare un bacio sulla guancia della bionda.

La ragazza annuì, capendo che c’era qualcosa che non andava, ma preferendo chiederglielo al bruno più tardi.

“È passato un po’ di tempo”, disse Kyuhyun senza smettere di guardare l’altro negli occhi.

“Mmm.” Yesung poté solo mormorare qualcosa mentre giocherellava con le dita, non sicuro di come prendere quell’incontro.

Stranamente, Kyuhyun si sedette sulla panchina e Jongwoon lo imitò, abbassando il capo, trovando il giocherellare delle sue dita interessante. Era imbarazzato e non era ancora pronto per affrontare il minore, anche se qualcosa era cambiato. Solo il tempo gli avrebbe fatto capire come sarebbe andato quell’incontro.

Kyuhyun non riusciva a rimanere in silenzio ancora a lungo, per cui sollevò la testa a Yesung e guardandogli il viso, senza evitare di sorridere lievemente.

“Era da un po’ che pensavo di venire a trovarti, ma non trovavo il coraggio di farlo.”

“Perché” Domandò Yesung, rimuovendo il suo mento dalla presa dell’altro.

“Io… Uhm… Io… Argh… Mi crederesti se ti dicessi che volevo chiederti perdono per quasi tutto?” Riuscì a dire Kyuhyun, dando voce ai pensieri che avevano affollato la sua mente ogni notte prima di addormentarsi.

“Quasi?” Yesung inarcò un sopracciglio.

“Okay… Per tutto.”

“È difficile crederti. Voglio dire, non ho nessuna ragione di credere che sei onesto e che non stai giocando con me di nuovo.”

“Hai ragione. Hai tutto il diritto di pensarlo e dubitare delle mie parole. Non ho nessuna scusante per come le cose sono andate tra noi.”

“Come sono andate?! Vorrai dire come hai reso le cose”, disse Yesung, il viso inespressivo ma con accenni di disinteresse e arroganza.

“Sto cercando di chiederti scusa, devi renderlo più difficile di quel che è?!” Kyuhyun alzò la voce, sembrando un bambino, anche se agli occhi di Yesung era il vero carattere del minore.

Quando il maggiore sbatté le palpebre, sorpreso da quello che non poteva neanche definire scoppio, Kyuhyun sussurrò, quasi inudibile, “scusa” per continuare con le sue parole.

“Senti, lo so che non ho il diritto di chiederti nulla, ma il modo in cui mi rispondi e in cui mi continui a fissare mi fanno perdere il coraggio che ho dovuto raccogliere, oltre anche a quella flebile speranza che un giorno sarai capace di perdonarmi.

Sembra quasi come se non mi prendessi sul serio, facendomi pensare che la mia richiesta sarà ignorata, facendomi passare per uno scemo mentre tu ti divertirai per questo spettacolino miserabile che sto mettendo su. Voglio solo che tu mi ascolti, che tu mi dia una possibilità di scusarmi. Non ti sto chiedendo di essere perdonato, ma di essere ascoltato.”

“Hai ragione, non puoi domandarmi nulla”, disse Yesung con un’espressione severa, ma dopo poco si addolcì. “Mi ferisce un po’ il fatto che tu pensi sia il genere di persona che si diverte a guardare il tormento delle persone… non importa quanto esse se lo meritino”, aggiunse dolcemente.

“Continuo a commettere sbagli con te; qualunque cosa io dica, la esprimo male. Comincio a pensare che non siamo destinati a parlare tra noi.”

“Magari avremmo dovuto incontrarci con un manuale d’istruzione. Sarebbe più facile capire come l’altro funziona”, commentò il maggiore con un lieve sorriso in volto, cercando di rendere l’atmosfera meno tesa e aiutare Kyuhyun con qualunque cosa stesse cercando di fare.

Kyuhyun si sorprese per quanto aveva detto Yesung, nonostante non sapesse come reagire a quelle parole, se sentirsi a proprio agio per il fatto che il moro gli stesse dando una opportunità o se sentirsi triste che non potessero esprimersi allo stesso modo; era penoso che riuscissero solo a ferirsi l’un l’altro. Era come se vivessero in due posti diversi e Kyuhyun non voleva fosse così. Era sicuro che il maggiore non voleva che si comportassero come due estranei avendo notato il rimorso nella voce dell’altro, o almeno era quello che sperava il più alto.

“Uhm, sì”, rispose rendendosi conto dello sguardo aspettante di Jongwoon. “Ho pensato per un po’, da quel giorno in cui...” Kyuhyun decise che era meglio non menzionare quell’accadimento. Non poteva lasciare che Yesung capisse che era a conoscenza del suo segreto, per cui decise di cambiare ciò che voleva dire. “No, anche prima del giorno in cui ho avuto come una rivelazione. Insomma, ho continuato a pensare a come affrontarti, al fatto che meritassi delle scuse adeguate. Mi sentivo in colpa, ma trovavo sempre come mascherare quel sentimento o anche ignorarlo. Tuttavia, era presente e non importava quanto facessi finta di non essermene reso conto, trovava sempre un modo per farsi presente nei miei pensieri.

Ho continuato a pensare che parole dire una volta avessi avuto il coraggio sufficiente per trovarmi faccia a faccia con te, le ripetevo sempre prima di addormentarmi. Immagina Cho Kyuhyun comportarsi come un essere insicuro, ingoiando il suo orgoglio per fare ciò che è giusto, tuttavia preoccupandosi perché non sapeva come chiedere scusa, non avendo mai pensato che sarebbe successo, e sono sicuro che neanche tu lo avessi fatto.”

Yesung annuì lievemente, aspettando che il giovane continuasse.

“Mi dispiace per averti preso in giro. Mi dispiace di averti imbarazzato di fronte a tutti, per aver mentito solo per mio profitto, per aver permesso all’ira e alla rabbia di annebbiarmi la mente, lasciando le redini ai miei demoni interiori per giocare con me come volevano, bruciandoti con le mie fiamme di rabbia e di insicurezze. Non avresti dovuto essere vittima dei miei problemi, di quello che stava davvero succedendo dentro di me. Mi dispiace che tu mi abbia incontrato proprio quando stavo ribollendo di rancore, di odio verso quello che ero, di stanchezza per ciò che ero diventato.

Non volevo rendermene conto allora, ma ora mi è più facile notarlo. Tu ti stavi solo facendo gli affari tuoi, combattendo i tuoi problemi, però io di certo non potevo vederlo, dato che avevo occhi solo per me stesso, e solo perché mi hai ignorato...”

“Non volevo”, ammise Yesung e Kyuhyun non poté fare altro che annuire con un sorriso triste sulle labbra.

“Ora lo so, ma prima non lo capivo. Ero accecato da me stesso, per cui stupidamente ho sfogato la mia intera furia su di te. Ti ho reso il mio sacco da boxe solo perché rappresentavi ciò che avevo cercato di evitare tutti quegli anni, quello che non potevo essere. Mi hai conosciuto al momento sbagliato e mi spiace, mi dispiace tu mi abbia incontrato, per essermi comportato come una canaglia con te, per essere convertito in un mostro e averti attaccato spietatamente, per averti fatto soffrire e per tutto. Se potessi tornare indietro nel tempo, sarei un altro Kyuhyun per te, saremmo potuti essere amici, forse avremmo potuto avere...” Ma Kyuhyun si zittì prima, non volendo dire qualcosa di inappropriato e non volendo affrontare uno sguardo disgustato di Yesung per quello che era stato sul punto di dire.

“Non sto cercando giustificarmi, ma in quei momenti ero davvero perso e non volevo accettarlo, o magari non volevo ammetterlo; dopo aver tenuto una maschera per tanto tempo diventi insicuro di chi sei realmente, di chi sei diventato… Stavo combattendo contro la mia identità e poi sei apparso tu…

Non era colpa tua se avevo un ego fragile e se pensavo di morire se nessuno mi dava attenzioni. Non era colpa tua se riuscivi a vedere attraverso di me e sapevi esattamente cosa mi stava succedendo nel mio mondo interiore ancor prima di me. Hai sempre avuto ragione, sei riuscito a conoscermi molto bene e mi spaventava, perciò ho reagito così. Mi hai sbattuto in faccia la verità che stavo nascondendo e che non ero pronto ad accettare. Continuavo a pensare ‘Chi crede di essere per pensare di conoscermi?’ ma in realtà stavo davvero soffrendo per il fatto che qualcuno fosse capace di leggermi come un libro aperto e che mi capisse. Mi ha un po’ ferito il fatto che tu lo usassi per attaccarmi quasi sempre, ma ora… ora penso che ne avevo bisogno. Dopotutto, stavi solo cercando di farmi aprire gli occhi e farmi vedere la realtà.

Vuoi sapere perché sono diventato così arrogante e viziato? Un ragazzo a cui importavano solo le feste e il sesso con sconosciuti e che viveva solo per essere il centro dell’universo e sempre sotto le luci della ribalta? O come preferisco definire il mio vecchio ‘io’, un bastardo senza eguali?” 

Yesung non si aspettava quelle parole. Non avrebbe mai immaginato che quelle scuse fossero solo la punta dell’iceberg, che quella conversazione avrebbe scavato fino in fondo, rivelando così tanto dolore e sofferenza, ma era pronto a sapere; doveva capire. Annuì in silenzio come aveva fatto in quegli ultimi minuti. 

“Ero sempre da solo, sia a casa che a scuola. Mio padre era un dottore e mia madre sembrava condurre la propria vita e io ci ero abituato, pensando che fosse normale. Inoltre, avevo i miei libri e i miei giochi, per cui non ci davo molto peso. Ero un genio a scuola e tutti mi guardavano con meraviglia; ero il migliore e ciò ha ingrandito il mio ego e ne ero consapevole.

Quando cominciai le superiori, l’intero mondo cambiò per me. Tutti mi guardavano dall’alto al basso, mi etichettarono come nerd e come otaku, come uno che non aveva una vita e che probabilmente era un orfano dato che i miei genitori non andavano mai a scuola. Avevo il mio orgoglio e non ho mai mostrato segni di debolezza, anche se mi uccideva tutto quello e piangevo ogni notte.

Mi resi conto che i miei genitori non mi prestavano mai attenzione e solo quando c’erano di mezzo i voti. Una volta venni picchiato molto forte dai miei compagni, solo perché avevo preso il punteggio più alto in tutta la scuola in un test di matematica. Quel giorno pensai che non sarei mai riuscito a tornare a casa e quando lo feci, la domestica si prese cura di me; pensa, mio padre è un dottore e sono stato curato da un estraneo. Non mi sono mai sentito così abbandonato come in quel giorno e capii che ero da solo in quel mondo e l’unico che poteva aggiustare ciò ero io. Non sarei stato più da solo, non sarei più stato ignorato, mai. C’era così tanto freddo quando ero da solo… Non volevo più provare quel sentimento… Giurai di cambiare la mia vita e di vivere come desideravo. Ironico. ‘Come desideravo’; che battuta. Stavo facendo lo sbaglio più grande, perché da quel giorno in poi, caddi nella trappola della falsità e di una vita stupida, diventando qualcuno di diverso. All’inizio mi piaceva essere lo spirito della festa, il re di tutti; mi desideravano tutti e vederli ai miei piedi mi piaceva moltissimo. Ma non durò molto e mi stancai in fretta, non provavo più soddisfazione, anzi, non ero mai stato contento, solo compiaciuto per il fatto che mi avessero accettato ma non per il mio cambiamento. Volevo dei veri amici e magari qualcuno con cui essere me stesso, qualcuno che mi amasse per com’ero e… mi mancava il mio vecchio e reale me.

Poi sei arrivato tu, proprio quando mi trovavo nel mezzo di quel tumulto, quando ero il peggio e… tutto è cambiato. Non avrei mai accettato questo, ma vederti tutto solo mi ha reso geloso. Come ti comportavi e come non ti importasse di me mi faceva impazzire, ma era anche il giusto stimolo per dubitare delle mie scelte passate. Inoltre, era come se qualcuno mi stesse dicendo ‘te l’ho detto’.”

Yesung abbassò il capo. Capiva quello che gli stava dicendo il minore, ma si sbagliava, almeno nella parte in cui diceva che Yesung si comportava come se stesso. Jongwoon non voleva rovinargli quell’immagine che si era creata e che aveva aiutato a Kyuhyun a cercare di capire la realtà della sua natura. Ciononostante, gli stava nascondendo molto di chi fosse in realtà ed era frustrante.

Kyuhyun sollevò nuovamente il capo di Jongwoon e lo guardò dritto negli occhi, notando un mare di emozioni, perlopiù di rimorso e si spaventò, pensando che forse a Yesung non importasse quello che aveva detto fino a quel momento.

“Ti sto seguendo, Kyu-ah. Continua, per favore”, disse il moro, incoraggiando il minore a confessare tutto perché ne aveva bisogno.

“Grazie a te, ho realizzato che non sono mai stato così solo nella vita come quando mi trovavo in mezzo a quelle persone. Quando ti ho incontrato e quando stavo con te, anche quando litigavamo, quelle erano le uniche volte in cui ho vissuto normalmente. Grazie Jongwoon hyung per farmi rendere conto che avevo perso me stesso, e non posso scusarmi abbastanza per quanto ti ho fatto. Spero solo che quando ci incontreremo un giorno, tu mi abbia perdonato.”

“Non ho fatto nulla, Kyuhyun, lo sai. Sono stato solo un aiutino”, disse Yesung. “E neanche intenzionale, ma vederti mentre mi parli così mi rende felice perché stai diventando una brava persona”, scherzò il maggiore, più per cambiare l’atmosfera che altro.

“Non prenderla male ma, è davvero difficile per me accettare che ho sbagliato a trattarti così; sono ancora un ragazzino orgoglioso.” Una piccola risatina gli uscì dalle labbra e Yesung sorrise lievemente.

“Non posso cambiare chi sono, anzi, desidero sapere chi sono o chi sono diventato. È tutto ancora nuovo per me, anche me stesso, ma di una cosa sono certo… Mi hai reso una persona migliore.” Gli occhi di Kyuhyun erano così pieni di tenerezza e di ammirazione che erano troppo per Yesung.

“No, non parlare così. Ascolta Kyuhyun, non ho fatto nulla. Tu sei entrambe quelle persone. Sei un ragazzo intelligente a cui piacciono i videogiochi e i libri, che risolve esercizi di matematica per divertimento, ma che allo stesso tempo ama la musica, gli piace uscire con i suoi amici, perché tu hai degli amici che si preoccupano per te e non parlo di quelli che inviti alle tue feste… Intendo quei ragazzi con cui stai sempre. Sei utile, premuroso e tenero quando vuoi, ma allo stesso tempo sei sarcastico e viziato. Abbraccia entrambi i tuoi mondi e troverai te stesso e poi sarai felice con chi sei.”

Kyuhyun era sull’orlo delle lacrime. Si lanciò verso il moro, abbracciandolo e rimpiangendo, per qualche istante, di non aver mai abbracciato Yesung in quel modo. Sentì calore e una dolce sensazione di tranquillità che avrebbe potuto rasserenarlo.

Yesung si immobilizzò un istante, dato che non era mai stato bravo con quei momenti emotivi e con questi tipi di contatto, ma riuscì a rilassarsi nell’abbraccio e ricambiandolo, lasciando che le mani vagassero lungo la schiena del minore in movimenti lenti e circolari.

Il momento durò poco e all’improvviso Kyuhyun si allontanò leggermente, sollevando la testa dal collo dell’altro, portando le sue labbra sulla soffice guancia del maggiore che, dall’altra parte, al contatto improvviso, si allontanò, spingendo lontano Kyuhyun.

“Mi dispiace”, mormorò il castano grattandosi il collo nervoso, una cosa che Yesung non aveva mai visto. “La tua guancia era così invitante...” E una risata si liberò nell’aria.

“Non ho mai detto che ti ho perdonato e onestamente, ora che conosco la tua storia, posso capirti meglio, ma non significa che mi fido di te, Kyuhyun. Per tutto il tempo sapevi cosa stavi facendo. Sì, eri perso e stavi avendo una crisi d’identità, ma ciò non giustifica le tue azioni. Per me, la fiducia è importante e una volta persa, penso sia impossibile riguadagnarsela.”

“Stai dicendo che non mi perdonerai mai e che non mi vuoi più vedere?” Kyuhyun sembrava veramente spaventato da quell’idea.

“No, sto dicendo che dovrai aspettare e fare di tutto per riguadagnarti la mia fiducia e per farmi credere che eri sincero durante la confessione. Serve molto lavoro, ragazzino, ma se eri serio, non ti sarà difficile provarci e farmi perdonarti.”

“Lo farò… Ma perché non mi credi? Ti ho forse detto che ho detto a tutti che quello che ho detto quel giorno era una bugia, che mi sbagliavo e che ero io il cattivo ragazzo che ha approfittato della situazione?”

“No, non l’hai fatto.”

“Durante una festa, davanti a tutti, il rimorso mi stava divorando, perciò mi sono alzato in mezzo agli invitati e mi sono confessato come se stessi parlando con un prete. Penso di aver rovinato la mia reputazione quel giorno.”

“Lo so, Ryeowook me l’ha detto questo. Anzi, la principale ragione per cui ho accettato di darti ascolto è stato perché tu avevi già fatto il primo passo.”

“Aspetta un attimo… Tu lo sapevi e per questo mi hai ascoltato. E se non lo avessi fatto?”

“Aish, ho detto ‘la principale ragione’ e basta. Ascoltami attentamente quando parlo.” 

“Yesung hyung, non importa ora. Vedrai che sarò me stesso. Ricominceremo come grandi amici.”

“Prima di tutto, non chiamarmi ‘Yesung hyung’ perché non hai il diritto di usare quel nome, non ce l’ha nessuno; puoi continuare a chiamarmi ‘hyung’ e no, non cominceremo da zero. Quello che è successo non può essere cancellato, ma impareremo dai nostri sbagli passati, cercando di far funzionare le cose questa volta”, disse sorridendo il maggiore.

Kyuhyun gli sorrise di rimando, un po’ rattristato dal fatto che gli era stato vietato chiamarlo ‘Yesung’, ma sapeva che doveva sforzarsi molto e inoltre, aveva bisogno di molto tempo per fare le cose bene e aggiustare tutto.

“Vuoi che ti accompagni a casa, hyung?” Domandò il minore senza smettere di guardare il volto del maggiore.

Yesung si era reso conto di quel gesto e lo trovava strano, ma si era concentrato in cose più importanti quel momento. 

“Sì, certo. Sono bloccato con te, dopotutto, e non posso ancora andare a casa da solo. Comunque, chi è la ragazza?” Chiese il maggiore mentre si alzava dalla panchina.

Kyuhyun colse l’occasione per ingelosire l’altro, senza capire il motivo per quel desiderio.

“È la mia ragazza. No, non guardarmi così. È davvero la mia ragazza, l’unica. Stiamo uscendo da un paio di settimane ormai. È una brava persona e inoltre, ama gli animali; l’ho conosciuta mentre ero dal veterinario. Eunhyuk mi ha obbligato ad andare a visitare il suo cane visto che aveva da fare con Fishy… Oh, sapevi che stanno uscendo? Me l’hanno sbattuto in faccia come stimolo per farmi crescere e mettere fine a quello stile di vita che conducevo. Ha funzionato; ho seguito il loro consiglio e ora io e la EunHae abbiamo una amicizia stabile.”

Kyuhyun cercò segni che indicassero gelosia, ma Yesung lo guardò solamente con un sopracciglio inarcato, scuotendo il capo in disapprovazione all’ascoltarlo farneticare.

“Da quando sei diventato così chiacchierone da non riuscire a tenere il proprio naso nei suoi affari?” Disse Yesung scherzosamente prima di avvicinarsi al minore e vederlo mettere il broncio in modo adorabile.

“Vieni o no?” Domandò il moro e Kyuhyun non aspettò oltre, correndo al suo fianco.  

 

Insieme camminarono verso casa, entrambi sapendo che quello era solo l’inizio e che le cose non sarebbero state semplici per nessuno dei, ma almeno avevano parlato e si capivano meglio. 

 

Ti fiderai di me, hyung, abbastanza da raccontarmi i tuoi segreti come ho fatto io, e poi saprò come aiutarti per davvero. Fino ad allora, approfitterò di questi giorni insieme”, pensò Kyuhyun con speranza e desiderio nelle sue vene.

 

Sono contento per te, viziatello. Spero solo tu riesca a provarmi che vale la pena fidarmi di te nuovamente e spero che tu un giorno sia importante per me, al punto di conoscere i miei demoni del passato”, pensò Yesung sentendosi in conflitto e insicuro per ciò che gli riservava il futuro.

 

   
 
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