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Autore: bella94    17/06/2009    3 recensioni
Ogniuno di noi fa delle scelte, durante quell'arco di tempo chiamato vita. E io avevo fatto le mie. Non avevo mai avuto rimpianti. I rimpianti, per me, non esistevano. Quel che è fatto è fatto. Semplice. Eppure, non è sempre così. Tutt'altro. Avevo abbandonato chi mi era sempre stato vicino. Chi mi amava. Avevo perso tutto. ...e avevo capito che i rimpianti esistono, anche per me. Quel che è fatto è fatto, ma nulla è detto...non ancora.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: The other side of my file
Traduzione del titolo: L'altra faccia della mia vita
Protagonisti: Kristen Stewart, Robert Pattinson e eventuali menzioni del cast di TW e/o NM.
Pov: Kristen Stewart
Raiting: Giallo
Tipo di fiction: Long fic
Status: In scrittura
Capitoli: Da stabilire
Copyright: (c),vogue [alias Nadia]
Note dell'autore: Penultimo capitolo! dopo di questo ci sarà l'ultimo e poi l'epilogo. Oddio, ho portato a termine un'altra ff! Sono soddisfatta ù_ù
Oh ragazze, so che non ve ne può fregar di meno, ma DIO MIO, la mia pagella è andata benissimo! tutti sette otto nove e due soli sei *arrrg*
Bene, vi lascio alla lettura del nuovo capitolo.
Have fun (=
PS: l'angelo è Micke (sseeh)
XOXO, N-

-

The other side of my life

-an angel-
13

Dicono che con il tempo tutto passi.
Be’ io penso che, invece, non passi un bel niente, anzi. Semplicemente ci si rassegna.
E allora perché non mi rassegno? Perché?
Sento che una parte di me combatte con tutta se stessa per evitare che accada.
Già. Una parte di me. Sì, esattamente. Perché devo continuare a prendermi in giro? Perché semplicemente non ammetto di esser stata una stupida e torno da lui con la coda tra le gambe? Perché?
Perché, perché, perché.
Il mio telefonino vibra sul comodino accanto al mio letto.
Allungando una mano verso di esso, premo il testo verde e rispondo.
“Sì?”, sbiascico.
“Wow, che voce. Allora è vero.”
Ehi, no. Rewind. Cosa? Come? Michael?
“Micke?”, domando, sorpresa.
“In persona”, risponde lui, e lo sento ridere.
“Ciao. Come stai?”, chiedo educatamente, visto che, se vogliamo essere sinceri, in questo momento lui potrebbe anche essere in procinto di morte, e non me ne fregherebbe niente comunque.
Che stronza, penso con rabbia. La solitudine rende pazzi e maligni. Ora lo so.
“Bene, te? Anzi, no, aspetta. Giurerei che tu stai male. Parecchio, aggiungerei.”
“Centro”, sussurro guardando il soffitto della mia stanza che è ormai diventata per me una sorta di rifugio. Non faccio altro che stare lì. Come un essere in stato catatonico. Come una stupida adolescente senza una fottutissima vita. Quadro perfetto, no?
“So tutto”, mi informa con voce apprensiva.
“Ah, perfetto. Ora mi dirai ‘te l’ho detto’, vero?”, domando rassegnata.
“No.”
Stupita mi alzo dal letto e passeggiando su e giù per la stanza domando: “e perché mai?”.
Lui esita per qualche secondo, poi, con voce sicura, risponde: “Perché l’amore rende ciechi.”
Ecco perché nonostante tutto continuo ad adorare Michael. Il fatto che lui deve (anzi, doveva) fingere la parte del mio ragazzo anche dopo che tra noi era finita, non l’ha comunque reso odioso ai miei occhi. E’ rimasto il mio migliore amico. E’ strano, ma è come se fosse tornato ad essere quel che era prima di diventare il mio ragazzo. Se non fosse che lo ritengo completamente assurdo, penserei che anche Robert potrebbe tornare a esser per me quel che era prima, proprio come Micke. Ma anche se fosse possibile, cos’era Robert prima, per me? Un pensiero fisso, risponde la mia mente. Punto a capo.
Noi non potremo mai tornare a essere quel che eravamo. Semplicemente perché siamo destinati a essere innamorati l’uno dell’altro, e non solo semplici amici.
“Già”, mormoro, reprimendo le lacrime che minacciano di rendere tutto ancora più difficile.
“Stai per piangere”, dice Micke.
“No,” nego spudoratamente, “cosa te lo fa pensare?”.
“Quando sei sull’orlo delle lacrime la tua voce si incrina in un modo assurdo. Forse tu non ci fai caso, ma io ti conosco troppo bene per non notarlo.”
Sorrido senza esser per niente felice. “Hai fatto centro di nuovo,” ammetto.
Lui ride piano, con garbo, come se non volesse mancare di rispetto al mio umore.
Restiamo in silenzio e comincio a temere che Micke mi domandi perché è finita. Sapendo di potermelo permettere, lo prego: ‘’Non mi chiedere perché l’ho lasciato, per favore.”
“Tranquilla, Kris. Se non fosse che lo so già, non te lo chiederei comunque.”
“Cosa? Chi te l’ha detto?”
“Tua fratello. Ieri mi ha chiamato, era agitatissimo e mi ha pregato di venirti a trovare. Io ho pensato che non era il caso di venir a romperti le palle in questo momento…difficile, e perciò ti ho chiamata.”
Ecco, ora sì che mi sento ancor peggio. Sempre se possibile.
“Oh, Micke. Sei uno stupido,” piagnucolo.
“Può anche darsi che io lo sia. Il problema, comunque, non è questo.”
“E quale sarebbe?”
“Ho visto Robert.”
Serro la mascella, irrigidita. “Ah, e che vi siete detti?”.
“Be’ a dir la verità lui non mi ha neanche visto. Sono stato io a veder lui, come ti ho detto.”
“Ah, bene. Però continuo a non capire dove vuoi andare a parare,” ammetto, confusa.
“Kristen, ero in un bar e lui è arrivato, da solo. Era al telefono e quando si è seduto al tavolo dietro il mio non ho potuto fare a meno di sentir cosa stesse dicendo.”
Okay, giuro che da un momento all’altro mi prende un colpo. Non sono più padrona delle mie emozioni, e semplicemente immaginandomi la scena appena sentita, ho il cuore che batte a mille.
“E…e cosa diceva?”, domando, cauta.
“Era al telefono con una certa Lizzy. Hanno parlato di come stessero alcune persone e poi lui è rimasto in silenzio per un po’. E prima di riagganciare ha detto: ’E’ completamente inutile. Spettava a lei scegliere e lo ha fatto. Non faccio più parte della sua vita, e non ci posso far niente,’ poi è rimasto di nuovo in silenzio e infine ha detto: ’no, Liz, è inutile. Non potrei mai farlo. Se lei non mi ama più, non posso davvero fare niente, te l’ho detto. Io…ho deciso...Liz…torno a casa.’ Ed è uscito dal bar.”
Resto in silenzio, mentre il mio cervello metabolizza tutto quello che Robert ha detto. Ogni singola parola mi fa male come una coltellata in pieno petto. Mi sembra che il mio cuore si stia spezzando, e per colpa mia, solo per colpa mia.
“Micke, grazie, ci sentiamo,” dico e riattacco.
Subito cerco nella rubrica telefonica un numero fino ad allora inutilizzato. Un numero che tenevo lì sono per le emergenze, e per mettermi in contatto con Robert, qualora il suo telefonino fosse morto. E quando lo trovo provo una gioia immensa e mi ringrazio per non averlo cancellato.
Avvio la chiamata, e il telefono del ricevitore in quel momento inizia a squillare, dall’altra parte del mondo.
“Pronto?”
“Tom, sono Kristen. Sai per caso a che ora Robert ha l’aereo per Londra? E’ urgente.”
  
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