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Autore: kioccolat    28/08/2017    2 recensioni
Correva per il corridoio dell’ospedale da ormai 10 minuti abbondanti. Aveva il fiatone e sentiva ogni rumore attorno a se ovattato, sentiva il cuore scoppiare, la gola secca, la vista come annebbiata e non riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto per la troppa pressione e preoccupazione che aveva addosso.
Di tanto in tanto, per colpa della veloce corsa, sbatteva su qualcuno, e la persona puntualmente si lamentava. Ma senza fermarsi, Albafica, continuava a correre agitato, spaventato, impaurito.
Era stato chiamato all’improvviso e subito gli si era gelato il sangue a quella notizia, la paura l’aveva assalito e l’ansia si era insidiata in lui.
Naturale.
Raggiunse finalmente il medico, che stava appuntando qualcosa su un blocco, e cercò di parlargli prendendolo, anzi afferrandolo per le braccia. Voleva sapere, chiedere informazioni riguardo l’accaduto. Ma le parole gli morirono in gola… Non sapeva cosa dire, era spaesato, confuso, disorientato. Sperava in una risposta positiva. Ma se fosse sta una negativa? Come avrebbe affrontato la cosa. Lasciò l’altro toccandosi la gola con una mano e iniziò a respirare forte.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite, Scorpion Kardia, Un po' tutti, Virgo Asmita
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Quante fatture hai fatto oggi, Alba?”
“Non darmi tutta questa confidenza signor maestro. Questi soprannomi possono darmeli gli amici, e mio fratello…”
“Pensavo fossimo amici!”
La panchina davanti al salone di Albafica era occupata da quest’ultimo, che si stava fumando una sigaretta in tranquillità... Interrotta dall’arrivo del maestro.
Appena chiuso il negozio, aveva incontrato Sisifo, pronto a parlare. Parlava sempre, sempre, seeeeeempre…e tanto, tanto, taaaaaaaaaanto….
Doveva essere dura avere un lavoro dove hai dei bambini da tenere a bada, poi vai a casa e ti ritrovi due adolescenti. Una perfetta mamma.
“Siamo conoscenti.”
“Ma io voglio essere tuo amico, e poi ti racconto molte cose, questo si fa fra amici.”
“Si ma io non te lo chiedo, sei tu che vieni a sfogarti nemmeno io fossi uno psichiatra…”
“Effettivamente di te non so nulla…racconta qualcosa.”
Il parrucchiere alzò un sopracciglio guardando Sisifo. Poi buttò fuori il fumo della sigaretta che finì in faccia al più grande. Irritato, dopo aver capito che l’aveva fatto di proposito, si sedette anche Sisifo sulla panchina.
“Non racconto fatti personali a chi non è mio amico.”
“Perché, tu hai amici?”
Si mise a pensare battendo il dito sulla cicca per far cadere la cenere…non aveva mai portato nessuna persona a più di semplice conoscente. Non perché fosse cattivo, era semplicemente il suo carattere e non voleva far avvicinare la gente a lui.
“Beh, effettivamente una persona ci sarebbe.”
“No, seriamente?”
“Già, si può dire che il nostro rapporto sia…unico.”
“Che persona romantica che sei. È una ragazza vero? Come vi siete conosciuti?”
Albafica annuì buttando la sigaretta a terra per poi spegnerla col piede. Era anche da molto che non la sentiva. Forse era il caso di sapere come stava? Effettivamente non doveva aver avuto un bel periodo…
“Ci siamo conosciuti in circostanze…orribili, oserei dire.”
“Oh, mi dispiace…racconta.”
“Hai già sentito troppo per i miei gusti, ora scusami, vado a casa.”
 
 
***
Si voltò lentamente con aria impaziente, ma stranamente calma. Sapeva già la risposta che avrebbe sentito, ma provare a chiedere non costava nulla…sai mai, i miracoli qualche volta accadevano…
“L’hai detto a tuo fratello, Aphrodite?”
“No, e non ho intenzione di farlo.”
… ma non a lui. Quelle parole, anche se scontate, lo ferirono leggermente e non riuscì a trattenere una smorfia di leggero disappunto e tristezza.
“Inutile che fai così, quello sciagurato di Albafica mi disereda se scopre che sto con un uomo. E da quanto so, si…può farlo anche lui oltre che i miei genitori. So che gliene hanno dato il permesso!.”
“E’ questo che ti preoccupa, essere diseredato?”
“Era un modo di dire! Cerca di capirlo! Ti odierebbe a morte e non accetterebbe per nulla il fatto che io…insomma…”
L’altro non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.
“Che c’è di così divertente ora?! È un discorso serio!”
“Se tuo fratello ancora non l’ha capito è perché non vuole accettarlo.”
“Come ti permetti di parlarmi a questo modo? Basta, ti ho anche sopportato troppo per oggi! Me ne vado a casa!”
Il ragazzo cominciò ad avviarsi arrabbiato verso la fermata del pullman sotto lo sguardo divertito del compagno. Dopo che ebbe atteso per 2 minuti tornò indietro con una smorfia d’irritazione.
“Si?”
“Passa fra tre ore.”
“Ti sopporterò ancora un po’”
***
“Pronto? Hey Aphrodite, Ci sei ancora o parlo da solo?”
“Scusa Shura…è successo ancora.”
“Dovresti andare da qualcuno… Magari in ospedale, o da uno psicologo. Forse queste allucinazioni sono dovute allo stress, anche se non so quale tipo di stress tu possa mai avere.”
“Forse hai ragione, sta diventando snervante… Mi sento un cretino.”
“Tornando a quel tipo, sul serio è quello del bar?”
Aphrodite si rigirò sul letto ad occhi chiusi cercando di mantenere la calma. Gli tornava ancora in mente l’espressione seria di Regulus mentre gli diceva quelle parole.
Autoproclamarsi il suo ex fidanzato, era stato alquanto azzardato e… Folle. Non aveva altri termini se non folle.
“Quanti anni ti ha detto di avere?”
“Ventuno.”
“Ne dimostra molti meno, però ci starebbe… Ecco spiegato il lavoro al bar. Che altro ti ha detto?”
“Cazzate, grandi grandissime immense cazzate. Non credo ad una parola…”
Si mise seduto sul letto tirando il cuscino alla porta, azione che Margot apprezzò molto, dato che pochi istanti dopo ne fece il suo letto.
Almeno questo strappò un sorriso al giovane.
“Come siete rimasti? Intendo… Vi rincontrerete?”
“Mi ha dato il numero, e se voglio ricominciare la ‘nostra’ relazione, devo mandargli un messaggio.”
Ci fu un attimo di silenzio. La smorfia d’irritazione sul volto di Aphrodite si allargò mentre dall’altro capo del telefono ci fu un sospiro.
“Credo ti voglia davvero bene allora.”
“Ma se nemmeno lo conosco! Non ho la più pallida idea di come ci siamo conosciuti, del perché e...oh.”
“Già.”
Un altro lungo attimo di silenzio accompagnò la telefonata dei due poi fu Shura a smorzare la tensione.
“Senti, il mio coinquilino è molto amico di uno psichiatra, magari se vai da lui riesce a farti un po’ di sconto, vuoi che gliene parli?”
“Dici che serve a levarmi queste allucinazioni?”
“Forse.”
“E diglielo… Ma paghi tu!”
Aphrodite riattaccò senza dire null’altro.
Si stese sul letto a guardare il soffitto… Quelle strane ‘allucinazioni’ che viveva, ormai le chiamava così, gli sembravano troppo surreali. Era come se le vivesse in prima persona, ma pensandoci bene, non avrebbe mai dato risposte simili.
Da quel che sapeva, e che Albafica gli aveva raccontato, era sempre stato un tipo introverso e che si faceva gli affari suoi, che non attaccava briga, senza troppi amici…Ed era questo il motivo per cui si chiedeva, ad ogni allucinazione, la causa della tristezza che lo assaliva.
Scansò via questi pensieri e uscì di casa per fare quattro passi. Le parole di Regulus lo tormentavano ancora ma soprattutto… Adesso non poteva neanche prendersi un frullato in pace al Lost Canvas, altrimenti avrebbe rivisto quel tipo!
Si morse il labbro, non doveva pensare ai frullati, non doveva assolutamente pensare ad un buonissimo frullato!
…..
Ok, ci stava pensando ma il Lost Canvas non era l’unico posto dove facevano frullati, no? Avrebbe potuto mangiarlo altrove.
Certo. Avrebbe fatto così, sicuramente avrebbe fatto così!
“Ehm… De-desideri?”
“Un frullato. Alla menta.”
L’ordine di Aphrodite avvenne senza neanche guardare in volto Regulus, la sua attenzione era spostata sull’interessante strada dove sfrecciavano macchine di vivaci colori.
Il cameriere se ne andò in silenzio e dopo un po’ tornò con l’ordine, il frullato era provvisto anche di cannuccia con forma di cuoricino.
“Scherzi, vero?”
“Era l’ultima rimasta…poi c’èrano quelle verdi, ma sono orribili.”
Il più grande sospirò iniziando a bersi con calma il frullato, la sua speranze di restare in pace fu vana  ed illusoria… Difatti svanì nell’istante in cui Regulus gli si sedette davanti.
“Sei venuto per me?”
Chiese Regulus a voce bassa ed occhi più dolci, che avrebbe fatto invidia ad un cucciolo di gatto. La tenerezza fatta persona, non c’èra che dire. Aphrodite doveva dargliene atto…tuttavia non voleva mentirgli.
“Sono venuto per il frullato.”
“Ah…”
“Hai pensato alle mie parole?”
“Anche troppo.”
Il sorriso tornò a splendere sul volto del più piccolo. Era una risposta che davvero non si aspettava, temeva che Aphrodite lo avesse mandato a quel paese senza prenderlo sul serio… ma a quanto pareva non era stato così.
“E…?”
“E non mi pare di averti inviato nessun messaggio. Per me non sei nulla, una persona che non conosco. Sono lusingato dei sentimenti che provi, ma non è lo stesso. Fattene una ragione e continua la tua vita vedendomi soltanto come un cliente.”
La bocca di Regulus si aprì leggermente. Quanto veleno aveva sputato in quelle poche frasi? Come aveva potuto dirgli cose simili? Perché poi? Non riuscì a dire nulla, né fare nulla… Dopo un istante fu in grado di andarsene, restando in silenzio.
 
 
“Si può sapere dove caspita sei stato? E’ tardi Aphrodite!”
“Eccoti che riinizi a sbraitare…. So badare a me stesso Albafica. Non sono un bambino.”
“Non è per quello ignorante, ad una certa ora vorrei cenare.”
Assottigliò gli occhi arrabbiato guardando il fratello più piccolo.… Che non lo stava minimamente ascoltando.
“Beh non ho fame, mi hanno offerto un frullato.”
“Offerto…chi?”
“Un tipo. Si chiama Regulus, non lo conosci.”
 Al nome detto da Aphrodite, Albafica si sorprese. Non gli era nuovo, ovviamente.
Sisifo gliene parlava in continuazione… Ma la domanda era come facesse suo fratello a conoscerlo.
“Cos’è quella faccia Alba?”
“Come…lo conosci?”
Se quella del più grande era solo curiosità, Aphrodite la lesse in tutt’altro modo. Subito in viso gli comparve un’espressione di orrore e rabbia. Shura aveva ragione, suo fratello gli aveva detto tutte bugie e forse Regulus era davvero la persona con cui stava prima?
Tante domande gli stavano salendo e, se prima si era sempre affidato ad Albafica, nonostante il loro rapporto si fosse sbriciolato, ora sapeva una cosa. Non si sarebbe più rivolto a lui…
“Allora è vero, tu lo sapevi…sapevi tutto…”
“Come? Di cosa?”
“Non fare il finto tonto! Di Regulus! Lo conoscevi!”
“Certo che lo conoscevo….più o meno, quello che non doveva conoscerlo eri tu!”
“Bastardo…”
Aphrodite si ritirò nuovamente in camera, seguito dalla fedele gatta Margot, sotto lo sguardo perplesso di Albafica. Il parrucchiere diede nuovamente la colpa all’adolescenza…
Cosa doveva mai fare per andar di nuovo d’accordo con lui? Ormai aveva quasi perso le speranze, sarebbe mai tornato tutto come prima?
 
 
 
-Scusa per oggi, ero di cattivo umore, non dovevo dirti tutte quelle cose. Ho pensato molto… proviamoci. –
 
Messaggio inviato.
 
 

ANGOLO KIOCCOLAT:  Salve a tutte/i! Spero sarete arrivati a leggere fin qui!
Ok bene, ora potete mandarmici. Reggy, poverino, è stato trattato proprio male in questo capitolo. Il caro Aphrodite gli ha sputato tanto veleno addosso… Alla fine però, a quanto pare, si è “arreso”. Perché ho scelto proprio Reggy?
C’è un motivo. Davvero. Tuttavia ve lo dirò più in la…molto più in la.
Se vi è piaciuto, spero di si, aspetto qualche vostro giudizio e…al prossimo capitolo!
   
 
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