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Autore: koan_abyss    29/08/2017    3 recensioni
Il percorso di cinque giovani Serpeverde attraverso le influenze e le aspettative delle famiglie, della comunità magica, di alleati e rivali dai primi anni di scuola al culmine della II Guerra Magica.
Gli anni immediatamente precedenti e quelli narrati nei libri della Rowling visti dagli occhi di Severus Piton: le sue esperienze, i suoi legami, la sua promessa.
Mentre i suoi studenti sfogliano le canzoni dell'innocenza, si confrontano con le tradizioni, costruiscono a poco a poco la loro identità, Severus Piton, incastrato nel suo doppio ruolo di Direttore di Serpeverde ed ex-Mangiamorte, diventa suo malgrado una figura importante per loro e le loro scelte future.
La fanfiction non intende discostarsi dal canon, ma anzi seguire fedelemente la storia originale del punto di vista verde-argento.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo 5



“Gli ho mostrato le serre e il giardino roccioso, il teatro d’acqua…la piscina, ovviamente, e la terrazza delle feste…” elencò Isabel a sua madre, tenendo Liam sotto braccio.
“Tutto stupendo,” commentò lui con un lieve inchino.
Lucia Gascoyne-De Atienza gli sorrise con trasporto, ma Olivier sbuffò, dallo scrittoio del salotto: “Piantala di trascinarlo in giro come un pacco, Isabel! È un ospite, non un turista!”
“Voglio fargli vedere la casa!” ribatté Isabel, scoccando un’occhiataccia al fratello maggiore.
“Non riesci a farlo senza essere prepotente e assillante?”
“Olivier!” lo richiamò la madre. “Lascia in pace tua sorella e Liam.”
“Va tutto bene. Ci stiamo divertendo,” rispose Liam, sorridendo a Isabel.
Era il 27 dicembre e poco prima di Natale i genitori della ragazza avevano espresso il desiderio di conoscere il fidanzato della figlia. Dopo sette mesi che si frequentavano, un incontro formale era d’obbligo, e Liam era più che sollevato che lo avessero proposto i Gascoyne per primi: ciò gli avrebbe permesso di posticipare l’incontro con i suoi fino all’estate successiva.
“Oh!” esclamò Isabel all’improvviso. “Ho dimenticato la stanza della musica! Mamma, te l’ho detto che Liam suona?”
Senza aspettare la risposta, Isabel afferrò più saldamente il braccio di ragazzo e lo strattonò giocosamente fuori dalla stanza. Liam oppose un minimo di resistenza solo per salutare la padrona di casa.
“Per fortuna tua figlia è bella, perché di sicuro è una rompiscatole…” commentò Olivier con un sogghigno.
“Non parlare così di tua sorella,” lo rimbrottò di nuovo sua madre.
“È la verità. Ma sono sicuro che sa farsi perdonare.”
“Smettila, Olivier!”
“È una legge universale, mamma: tanto una ragazza chiede in termini di pazienza al suo fidanzato, tanto deva essere disposta a concedergli,” rise Olivier. “Non guardarmi così, sono state le tue nipoti ad insegnarglielo, quei fulgidi esempi di pudicizia!”
“Sei davvero irritante, quando fai così, Olivier,” fece sua madre, dandogli le spalle. “E Liam Warrington mi sembra un giovane mago più che rispettoso.”
“Io lo conosco da quasi quattro anni: è testardo e si infiamma facilmente. Ma con Isa è un agnellino, segno che la nostra principessa sa come prenderlo, se capisci cosa intendo…”
Sua madre gli lanciò un cuscino. Olivier lo prese al volo e la raggiunse sul divano.
Sorrise dolcemente: “Dovresti essere felice che Isa sappia come trattare con gli uomini. E non scherzavo quando ho detto a papà che quel ragazzo è degno di lei.”
Lucia Gascoyne-De Atienza gli accarezzò i capelli: Olivier era appena tornato dal suo viaggio di diploma e le era mancato. Sarcastico e irrispettoso com’era. Dopo le vacanze invernali avrebbe iniziato un tirocinio al Ministero. Suo padre approvava: non intendeva cedere il ruolo di capo-famiglia ancora per molti anni.
“Comunque non era necessario, questo invito,” riprese Olivier. “Lo avreste potuto conoscere a Capodanno, insieme agli altri compagni di scuola di Isabel.”
“Dobbiamo mostrare interesse, per il ragazzo che tua sorella frequenta regolarmente. Il nostro invito è un messaggio alla famiglia Warrington,” gli rispose sua madre. “E dobbiamo valutare le scelte di tua sorella, per indirizzarla, nel caso sia necessario…”
“Su questo mi trovi assolutamente d’accordo,” rispose Olivier, chiudendo gli occhi e mettendosi comodo. “Ti ho detto che ho invitato Tyrell a portare la sua fidanzata?”

Lynda Skywalker si guardava attorno intimidita, sorridendo nervosamente. Era la prima volta che metteva piede nella villa dei Gascoyne: non aveva mai visto una casa del genere, e non aveva mai conosciuto persone del genere.
Tyrell Plimmswood, il suo fidanzato, era invitato ogni anno alla festa di Capodanno.
Il veglione dei Gascoyne era un evento da cronaca rosa della Gazzetta del Profeta, con i suoi invitati illustri e famosi, le streghe esotiche, gli ospiti stranieri e una buona rappresentanza dei De Atienza, di casa per tutta la durata delle feste.
Ma la festa cominciava già dal primo pomeriggio: Tyrell le aveva spiegato che Olivier e i suoi amici avevano preso l’abitudine di trovarsi prima dell’inizio del ricevimento ufficiale.
“Così festeggiamo un po’ assieme prima della cena formale. E quest’anno Olivier era in viaggio, io sono preso con la squadra…praticamente non vedo i ragazzi da luglio,” le aveva detto.
“È un’idea carina, così avrò modo di conoscere i tuoi amici prima che lo champagne colpisca!” aveva scherzato Lynda, quando Tyrell l’aveva invitata.
“Sssì…forse…” aveva risposto lui.
In effetti, gli amici di Tyrell e del padrone di casa sembravano già fuori controllo, quando loro erano arrivati.
La piscina era incantata perché il clima lì attorno fosse perfetto per un bagno in ogni stagione, e la prima cosa che catturò l’attenzione di Lynda fu un ex-compagno di Tyrell che si dava da fare nell’acqua con una ragazza mora.
“Una delle cugine di Olivier,” spiegò Tyrell, guardando imbarazzato Lynda. “Comincio a credere che non sia stata una buona idea…” le sussurrò.
“Oh, no, perché? Va tutto bene!” rispose lei, sempre più a disagio, ma non volendo passare per una bambina. Se solo avesse trovato Ophelia…aveva in mente di farle una sorpresa, quindi non le aveva ancora detto nulla, di lei e Tyrell.
Tyrell le sorrise brevemente, poi aggrottò le sopracciglia: “Ora che ci penso…ti sembrerà assurdo, ma sarebbe meglio se stasera tu non parlassi con nessuno sopra i trent’anni.”
“Ah…va-va bene…”
Olivier si fece loro incontro.
“Plimmswood!” gridò, abbandonando il suo bicchiere alla ceca.
Un elfo con un vassoio lo prese al volo con consumata perizia.
Olivier abbracciò l’amico.
“E poi sono io, il sentimentale,” sorrise Tyrell, sollevando brevemente Olivier da terra.
“Sì, sei tu. Ti sono mancato,” rispose Olivier, serafico. “E tu sei Lynda? Ho sentito parlare molto di te,” disse poi alla ragazza.
“No, non è vero. Ho evitato accuratamente di fornirti troppe informazioni,” replicò Tyrell. Poi guardò Lynda: “È più sicuro, così. Olivier sa sempre tutto e mette il naso dappertutto.”
“Il tuo fidanzato è un cafone, Lynda. D’altronde, si sa che i giocatori professionisti di quidditch sono poco più che bruti,” le disse Olivier con un sorriso accattivante.
Lynda sorrise a sua volta: “Piacere di conoscerti. Purtroppo devo contraddirti: Tyrell non è affatto un bruto.”
“Davvero? Un giocatore di quidditch anomalo? A proposito di questo,” aggiunse Olivier, rivolgendosi a Tyrell, “mio zio vuole farti le congratulazioni per l’opportunità con i Cannoni di Chudley di persona.” Fece cenno a Tyrell di chinarsi verso di lui. “E credo che voglia parlare di sponsor,” concluse sottovoce.
Tyrell si raddrizzò: “Allora è il caso che vada a ringraziarlo subito.”
“Certo,” confermò Olivier. “Dopo farò in modo di ubriacarti al punto che le parole ‘la ringrazio molto’ ti uscirebbero nell’ordine sbagliato.”
Lynda rise.
Tyrell le lanciò un’occhiata dubbiosa.
“Tengo io compagnia a Lynda,” gli disse l’amico. “Mentre aspettiamo le ragazze, so che sei amica di Ophelia e della cuginetta di Ty, possiamo prenderci qualcosa da bere e fare due passi, d’accordo?”
“Ok,” rispose Lynda, di nuovo nervosa.
Quella che Tyrell aveva lanciato all’amico era un’occhiata sospettosa?
“Bene. Faccio in fretta,” le promise Tyrell, prima di dirigersi alla villa.
“Vieni, cerchiamo qualcosa da bere,” fece Olivier, prendendola per mano e incamminandosi attorno alla piscina. “Mai un elfo in vista, quando ti servono. Certo, non devi sapere che ci sono, ma quando uno li cerca…ah, ecco!”
Prese due flûtes dal vassoio sollevato da un elfo quasi nascosto alla vista dal suo carico. Ne porse uno a Lynda.
“Grazie.”
Olivier prese un sorso, continuando a camminare nel parco, allontanandoli dal calore innaturale della piscina.
“Il teatro d’acqua,” disse poco dopo, indicando una vasca di marmo con una serie di statue di pietra che zampillavano acqua creando incroci e disegni complessi, sullo sfondo di siepi magiche potate in forma di maschere.
“Meraviglioso,” sussurrò Lynda, rapita.
“Sì, un bel posto,” fece Olivier, indifferente. “Mia sorella me ne ha ricordato l’esistenza qualche giorno fa. Il rumore dell’acqua, fronde discrete. Qui si possono fare due chiacchiere in tutta tranquillità.”
La prese di nuovo per mano e la fece sedere accanto a sé su una panchina di pietra.
Lynda lo guardò, smarrita: “Suppongo di sì.”
Olivier bevve ancora: “Sai, Ty è mio amico e ci tengo a conoscere la sua fidanzata. Tu sei la sua fidanzata?” le chiese, scrutandola.
“Cosa? Io…certo. Certo che sono la sua fidanzata,” rispose lei.
Olivier alzò gli occhi al cielo e sorrise: “Sai, non ne ero sicuro. Voglio dire, che se ne fa, di te?”
Lynda rimase in silenzio.
“Tyrell è un uomo adulto, ormai. Avviato a una carriera popolare, con buone prospettive e un nome rispettabile, se non antichissimo,” continuò Olivier. “Che cosa vede in te?”
“Io…”
“Ah, ora mi dirai che siete innamorati, e posso anche credere che tu lo sia, Lynda, ma lui? Tyrell potrebbe avere chiunque, metà delle mie cugine hanno provato ad attirare le sue attenzioni. Lui non le ha mai degnate di uno sguardo,” fece Olivier, chinandosi verso di lei. “Poi l’anno scorso succedono un paio di casini, ci sono un paio di litigi nel nostro gruppetto, e arrivi tu, la piccola tenera Tassorosso.”
Lynda si ritrasse da lui: “E allora?”
“E allora? È piuttosto comodo, per Ty: si può concentrare solo sulla carriera, ora che ha una fidanzata, opportunamente parcheggiata in collegio, da dove non può disturbarlo più di tanto. Se qualche donna si interessa a lui, ha una comoda ragazzetta da sventolare, e boom! Nessuno fa più domande.”
Olivier inspirò, studiando i giochi d’acqua.
“Perché mi dici queste cose?” chiese Lynda, aggrappata al suo bicchiere intatto. “Sei…geloso?”
Olivier la fissò, divertito: “Geloso? Geloso di cosa? Non fate sesso, perché tu sei così giovane, ovviamente. Ma forse fate altro…”
“Certo!”
“Certo, le volte che riuscite a stare assieme, tra la scuola e gli allenamenti! E dimmi, Lynda, quando siete insieme, c’è passione? Non riesce a levarti le mani di dosso, ha fame di te? Perché è così che dovrebbe essere.”
“Si può sapere cosa vuoi?” strillò Lynda, alzandosi.
Olivier scrollò le spalle: “Non voglio niente da te. Ero curioso: volevo sapere se state assieme sul serio o se è una specie di farsa. Ho la mia risposta.” Sogghignò: “E tu?”
Lynda gli voltò le spalle, tornando verso la piscina. Tyrell non c’era, né nel frattempo era arrivata Ophelia. La ragazza notò una testa bionda nel viale e sperò che fosse Madeline. La raggiunse, ma era solo Isabel Gascoyne-De Atienza, la sorella di Olivier.
“Non li sopporti già più?” le chiese la ragazzina con noncuranza.
“Sai quando arriva Ophelia?” domandò Lynda, ancora un po’ scossa. “Ha detto che ci sarebbe stata!”
Isabel la guardò: “Sì, ma lei non viene mai al pomeriggio. Di solito arriva per le sei.”
Lynda guardò il suo orologio: più di due ore di attesa. Tornò verso la piscina e fu incredibilmente sollevata di vedere Tyrell. Gli corse quasi incontro.
“Ehi,” sorrise lui, accarezzandole una guancia. “Ma…stai bene?” chiese subito dopo.
“Oh, io…non mi sento molto bene,” rispose Lynda. “Non penso che dovrei rimanere.”
Tyrell la guardò, sospettoso: “Qualcuno si è comportato da stronzo? I ragazzi sanno essere…”
Lei scosse il capo: “No, no. Solo un brutto mal di testa. Puoi accompagnarmi a casa?”
“Sì, certo.”
Lynda lo abbracciò e lo baciò, sollevata e imbarazzata allo stesso tempo.
“Sei sicura che vada tutto bene? Olivier ti ha detto qualcosa?” insistetteTyrell, quando si separarono.
Lynda scosse la testa: “Abbiamo solo scambiato due parole.”
Morgan Throckmorton uscì dall’acqua dopo aver dato trenta secondi di vantaggio a Jacinta De Atienza.
“Se ne va già, la fidanzata di Plimmswood?” chiese a Olivier, comodamente sdraiato su un lettino.
“Già,” rispose quello.
“L’hai fatta fuggire tu? Perché?”
Olivier ci pensò: “Così. Forse non mi andava di dividere Plimmswood con qualcun altro, stasera.” Non sopportava che Tyrell si fosse allontanato da lui. Già Ophelia si stava distanziando sempre di più da loro: non avrebbe rinunciato a entrambi.
“Peccato. Avevo scommesso con Geraldine che l’avrei fatta scappare io prima della cena lodando l’opera del Mostro di Serpeverde,” fece Morgan. Sospirò: “Le cose interessanti accadono ora che ci siamo diplomati!”
Olivier sorrise: “Succedono un sacco di cose interessanti anche fuori da Hogwarts!”

Dire che i ragazzi del quarto anno non avevano aspettato con ansia la festa di Capodanno dei Gascoyne-De Atienza sarebbe stato mentire spudoratamente, benché i più eccitati fossero senza dubbio i genitori di Madeline (“Oh, pensa, tesoro, il tuo primo ricevimento dai Gascoyne! Pensi che ci saranno anche i fotografi?” “No, mamma, loro danno valore alla privacy!” aveva risposto Madeline, chiudendole la porta della sua stanza in faccia).
“Non sei nervoso? Conoscerai tutta la famiglia di Isabel!” chiese Will a Liam, mentre si preparavano.
L’amico scosse la testa: “Sono stato presentato solo ai suoi genitori. Per il resto della famiglia sarò solo un compagno di scuola come voi.”
Will lo guardò, dubbioso: “E nessuno ficcherà il naso?”
“Le cugine di Isabel di sicuro. Ma sia Isabel che Olivier mi hanno detto di ignorarle, se riesco.”
“Olivier è tornato?”
“Già. Isabel dice che è quasi gentile. L’empatia non sembra dargli problemi.”
“Uhm,” fece Will, finendo di abbottonare l’ultimo dell’infinita serie di bottoni del suo panciotto e della sua giacca da ricevimento. “Come sto?”
Liam sollevò un angolo della bocca: “Almeno non è un kilt.”
“Fottiti.”
“Be’, sarebbe stato poco pratico: i De Atienza ballano parecchio,” aggiunse Liam studiando il proprio riflesso con le mani in tasca: era impeccabile, nel suo completo blu notte.
Si sistemò i gemelli ai polsi e si perse un attimo a studiare l’anello con lo stemma di famiglia che sua madre gli aveva dato. Poi si accorse che Will stava lottando con la sua cravatta di seta e corse in suo soccorso.
“Grazie” brontolò l’altro, bloccandola poi con una spilla dai colori cangianti.
Liam lo studiò da capo a piedi, poi gli diede una pacca sulla spalla: “Forse stasera non sarai tu a fissare Euriale sbavando, ma il contrario!”
Isabel e sua madre aspettavano l’arrivo degli ospiti più giovani presso il camino della biblioteca, dove il signor Gascoyne e i suoi amici si erano momentaneamente riuniti con i loro bicchieri di distillati.
Euriale apparve tra le fiamme salutata da uno strillo eccitato: Isabel non le diede neanche il tempo di scrollarsi la fuliggine di dosso e l’abbracciò; sua madre dovette ripulire entrambe con un colpo di bacchetta.
“Finalmente! L’attesa mi stava facendo impazzire! Speriamo che gli altri si sbrighino…” esclamò Isabel, prendendo l’amica per mano e ricominciando subito a scrutare le fiamme.
Euriale sorrise scuotendo la testa e salutò i padroni di casa.
“Ah, Euriale!” fece il signor Gascoyne, poi si voltò verso uno dei suoi ospiti: “Euriale Heartilly, nipote del Ministro Caramell, abbiamo appena scoperto di essere imparentati dal lato francese delle nostre famiglie, non è vero, mia cara?”
Euriale rivolse un cenno del capo ai presenti: “Non si può dire che sia una grande sorpresa, no?”
“Lo avete scoperto recentemente, dici, Robert?” chiese compito un mago con grandi favoriti e una veste marrone.
“Sì, per via di Olivier, in effetti…”
“Ci siamo! Ecco!” gridò di nuovo Isabel, interrompendolo.
“Un po’ di contegno, Isabel!” la riprese sua madre.
Madeline entrò nella biblioteca.
“Mancano solo i ragazzi,” la informò Euriale.
“E Ophelia. La tua amica, la ragazza di Tyrell, è venuta oggi pomeriggio, ma non si è fermata,” precisò Isabel.
Madeline annuì senza commentare.
Uno degli amici del signor Gascoyne sorrise bonariamente alla madre di Isabel: “Che splendide ragazze, Lucia. Quanti anni ha ora vostra figlia?”
“Quattordici,” rispose la donna.
“Quindici ad aprile,” rispose immediatamente dopo Isabel, con lo stesso sorriso della madre.
“Ah, non c’è che dire, le bambine sembrano subito donne, specie accanto ai loro coetanei.” Si rivolse alle tre streghe più giovani: “Non è così? Scommetto che i vostri compagni sembrano appena tolti all’elfa balia!”
Le ragazze risero, scambiandosi un’occhiata.
“Credo che dovrai ricrederti, Ambrose!” intervenne il padrone di casa, accennando al camino.
Liam e Will emersero dalle fiamme in rapida successione.
“Merlino! Le cose devono essere cambiate, negli ultimi anni! Io per certo sono stato un ragazzetto mingherlino fino ai 21 anni!” commentò Ambrose, impressionato dalla stazza di Liam: un metro e 81 centimetri, per quasi novanta chili.
Liam salutò le ragazze e scambiò un’occhiata segreta con Isabel, mentre il signor Gascoyne lo presentava: “Liam Cassius Warrington, figlio di Damian Warrington.”
“Sì, ora vedo…la somiglianza c’è…” commentò qualcuno.
“In effetti Liam è un po’ più grande degli altri, vero, ragazzo?”
“Ho quindici anni. Sono nato a fine ottobre,” rispose Liam.
“Gioca a quidditch, come Tyrell. Conosci Tyrell, Maximus? Un caro amico di Olivier…”
Se non fosse stato occupato a guardare altro, forse Will avrebbe riconosciuto sul volto dell’amico il sorriso ferino che lo preoccupava sempre, ma era impegnato a salutare le ragazze (‘Oh, Merlino, indossa un abito scollato…’) e a individuare i genitori di Isabel per presentarsi.
Isabel venne in suo soccorso: “Mamma, papà, non avete ancora conosciuto William…”
Will fece un inchino profondo, presentandosi e ringraziando dell’invito.
“McIver, eh?” chiese il mago coi baffi.
Will sorrise accattivante, bello e sicuro, ora che sapeva chi erano i padroni di casa e chi gli ospiti. Sapeva inoltre che presto gli adulti si sarebbero dimenticati di loro, lasciandoli liberi di godersi la festa.
“Tutti Serpeverde? Fantastico.”
“Scalda il cuore vedere tanto giovane sangue di mago proprio dove dovrebbe essere: in una Casa di tradizione,” commentò con trasporto il mago chiamato Ambrose, levando il suo brandy. “A Lucia e Robert, per averci ancora una volta fatto l’onore di invitarci insieme alla loro splendida famiglia, e ai loro giovani, affascinanti amici,” concluse, indirizzando il brindisi oltre che hai Gascoyne, ai ragazzi ancora accanto al camino.
Gli uomini nella biblioteca brindarono a loro volta, poi il padrone di casa prese la parola: “Grazie, Ambrose. Direi che possiamo dare il via ai festeggiamenti, non è vero, cara?”
“Isabel, vai a cercare tuo fratello,” ordinò la signora Gascoyne-De Atienza. “Noi ci sposteremo nel salone,” spiegò agli altri ragazzi, sospingendoli con garbo.
Isabel sparì in fretta in mezzo alla folla, anche se i suoi capelli biondi mandavano ogni tanto lampi di luce tra gli abiti da cerimonia per la maggior parte scuri (benché non mancassero streghe avvolte in chilometri di stoffa rossa, o in quella che pareva una rete di rugiada e fili d’erba).
Tutti gli ospiti si riversarono nel salone, mentre Robert Gascoyne puntava la bacchetta verso l’enorme lampadario di cristallo sul soffitto, facendone dapprima affievolire il bagliore e poi risplendere come un piccolo sole.  
Mentre il vocio si riduceva a un bisbiglio, i ragazzi ebbero l’occasione di parlarsi.
“Niente kilt?” chiese Euriale a Will.
Vi siete messi d’accordo, tu e Liam?” rispose il ragazzo, cercando di impedire alle sue labbra di sollevarsi.
“No, io ed Euriale abbiamo scommesso,” gli rispose Madeline.
Liam ridacchiò.
“Che succede ora?” fece Euriale guardandosi attorno: il signor Gascoyne stava facendo un discorso.
Isabel riapparve, seguita da Olivier e dai suoi amici, tutti con l’aria già provata.
“Ci sarà un buffet e poi la cena,” spiegò Liam. Isabel gli aveva fatto un resoconto completo della serata. “Dopo cena si ballerà e a un certo punto le cugine di Isabel e lei canteranno…sono le tradizioni dei De Atienza: tutti i membri della famiglia devono essere presenti.”
“Olivier e gli altri movimentano sempre un po’ le cose, eh?” fece Will.
Ricordava le lamentele di Isabel sul comportamento selvaggio del fratello. Provò a concentrarsi sul discorso del padrone di casa, ma continuava a perdersi sulla figura di Euriale, fasciata di raso nero. Sorrise quando si accorse che lei faceva lo stesso con lui.
Gli ospiti più giovani si ritrovarono calamitati verso Olivier e i suoi amici.
“Le mie cugine saranno occupate per tutta la cena…Monica e suo marito devono salutare e ringraziare di chi non ha potuto essere presente al matrimonio della scorsa estate, e Pilar deve ricevere le congratulazioni per il suo fidanzamento,” spiegò Isabel. “E figuriamoci se le loro sorelle si perderanno l’occasione di lanciare qualche frecciatina e metterle in imbarazzo!”
“Meglio così: un po’ di distacco, un po’ di attesa renderanno più dolce il resto della serata,” commentò Morgan.
Tyrell raggiunse il gruppo.
“Ah, sei tornato? Quasi non ci speravo più,” disse Olivier.
Tyrell non sorrise: “Hai detto qualcosa a Lynda?”
“Be’, certo: io converso con i miei ospiti, di solito…”
“Sai cosa intendo.”
“No, giuro.”
“Ragazzi?” fece Tyrell includendo tutti i suoi amici. “Qualcuno le ha dato fastidio con questa storia del Mostro di Serpeverde?”
“Lo avrei fatto io, ma non ne ho avuto il tempo,” ammise noncurante Morgan.
“Le ho detto che Ophelia sarebbe arrivata tardi,” intervenne Isabel. “Magari non le andava di passare tutto il giorno con qualcuno che non conosceva…”
“Può darsi…” disse Tyrell.
“Dai, Ty, anche a me sarebbe piaciuto conoscerla meglio, ma lo sai che sono pesante da sopportare a lungo,” fece Olivier posandogli una mano sul braccio. “Molto meglio che ci sorbisca a piccole dosi, no?”
Tyrell sospirò: “Sì, hai ragione.”
“Certo che sì. E permettimi solo di aggiungere che se volevi tanto passare Capodanno con la tua ragazza, saresti dovuto restare con lei, invece di tornare a goderti la festa,” disse Olivier con un ghigno.
“Questo non…”
“Nessuno ti giudica!” esclamò una ragazza di nome Geraldine.
“Lynda ha insistito perché tornassi…”
“Proprio una Tassorosso,” fece Olivier, scambiando un’occhiata significativa con Chudderley.
“Fatela finita, coglioni!” esclamò Tyrell, ma senza troppa convinzione.
“È molto carina. Non sarebbe un peccato se il mostro la divorasse?” chiese Geraldine con un sorriso malevolo.
Anche lei aveva una sorella ad Hogwarts ed era al corrente degli ultimi sviluppi.
“Lei non è una mezzosangue!” precisò Tyrell.
“C’è sicuramente sangue più sporco di cui il mostro si può occupare,” disse Olivier. Guardò la sorella e gli altri del quarto anno. “Come vanno le cose? Silente è in fibrillazione, ora che qualcuno pietrifica i suoi preziosi mezzosangue?”
“Pietrifica? Non sono morti? Lo sapevo che le voci erano come al solito esagerate!” si lamentò qualcuno.
“Le voci che corrono sono ancora poche,” rispose Olivier. “Qualcuno non vuole diffondere il panico.”
“A scuola c’è già il panico,” rispose Isabel.
Olivier sorrise deliziato: “Davvero? Pensa se si dovesse diffondere il racconto di quando la Camera dei Segreti è stata aperta la prima volta…”
“E della ragazza che il mostro ha ucciso!”
Tyrell chiuse gli occhi: perché non c’era Ophelia a mettere fine a quelle stupidaggini?
“E del tizio che hanno preso ed espulso,” continuò Liam, a sorpresa.
“Chi te l’ha detto?” gli domandò Olivier.
“Draco Malfoy. Ma non sa chi fosse, o…”
“O se fosse davvero quel tipo, l’Erede di Serpeverde: alcuni dicono che si sia trattato di un capro espiatorio, e che l’Erede sia tornato nell’ombra,” riprese il racconto Morgan.
“Draco Malfoy dovrebbe fare attenzione…” commentò Olivier, pensoso.
Will sbuffò.
“Sapere troppo della faccenda potrebbe metterlo nei guai,” continuò Olivier.
“E come? Tutti sono convinti che l’Erede sia Potter!”
“Ah, ma se Silente convincesse tutti del contrario, per proteggere il suo prezioso Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto? Dove pensate che cercheranno l’Erede?”
“Tra noi Serpeverde,” rispose Euriale per tutti.
In fin dei conti, Silente già due volte aveva trovato Potter accanto a corpi pietrificati e aveva ignorato la cosa: era chiaro a tutti che il ragazzino era sotto la protezione del Preside.
“Sì, i Weasley sono già convinti che si tratti di uno di noi,” fece Isabel con una smorfia.
“Il mostro non uccide anche i traditori del loro sangue?” chiese un ragazzo.
“Magari…” borbottò Liam.
Euriale avvertì il disagio di Madeline e pensò di cambiare argomento. Punse Olivier con il suo potere in maniera piuttosto invadente.
Lui barcollò un istante, confuso, poi la guardò e sorrise: “Ehi, sorellina! Piano…”
“Non ti sentivo per niente. Sei diventato così bravo a chiudere la mente?” chiese Euriale.
Olivier scosse la testa: “Miglioro, ma non corro rischi inutili. Ho preso un po’ di Pozione Inibente.”
“Ti perdi metà del divertimento, in questa folla con due facce…” ribatté Euriale.
“Le conosco bene, le doppie facce che abbiamo invitato!” rispose Olivier, divertito.
Tyrell avvistò Ophelia, appena arrivata, e diede di gomito all’amico. Olivier annuì.
“Isabel, prenditi cura dei tuoi ospiti. La cena sarà lunga e noiosa, ragazzi, ubriacatevi!”
Lui e Tyrell raggiunsero Ophelia.
“Di solito avrebbe ragione, ma quest’anno con voi sarà uno spasso!” disse Isabel.
Gli ospiti presero posto nella sala da pranzo tutti a un’unica lunga tavolata.
“Non immaginate che incubo decidere i posti!” raccontò mentre si sedevano. “L’unica cosa su cui i miei sono sempre d’accordo è mettere i giovani in fondo, così gli adulti possono parlare di politica e affari e pettegolezzi, e noi possiamo divertirci. Le mei cugine dovranno restare con la famiglia. Sarebbe toccato anche a me, se non ci foste voi!”
In effetti parecchie delle ragazze De Atienza lanciavano occhiate di rimpianto al fondo della tavola.
Madeline ne notò un paio parlarsi all’orecchio, fissando Isabel e Liam seduti vicini: “Le tue cugine non sanno che state assieme?”
“No, però lo sospettano.”
“Se fossi in loro, ci proverei con Liam per costringerti a scoprirti,” rispose Madeline.
Euriale e Will risero: “Vorrei vederti reagire a una cosa del genere, Isabel!”
“Hanno solo da provarci,” ribatté la ragazza, appoggiando una mano sulla gamba di Liam sotto il tavolo, non in vista.
Il ragazzo si concentrò all’estremo sul suo bicchiere, ma notò comunque il sopracciglio sollevato che Euriale gli rivolse. Sperò che Will si desse da fare e la distraesse.
“Merton ti ha scritto?” chiese Isabel a Madeline.
“Sì,” rispose laconica la ragazza.
“Wow! Quando? Quanto? Vi vedrete?” cominciò a investigare Isabel, ma Madeline non le diede soddisfazione.
“Alla buon’ora, cominciavo a pensare che non venissi più,” fece Olivier a Ophelia.
La ragazza gli scoccò un’occhiata di sufficienza mentre salutava Tyrell.
“Sono venuta appena ho potuto. Alcuni di noi devono lavorare, per vivere,” gli rispose poi.
“Anche Ty lavora, però è venuto, visto che sono tornato dopo mesi.”
“Sta facendo di tutto per farmene pentire,” si lamentò Tyrell.
Ophelia rise: “Dai, sono qui, adesso…”
Olivier scortò i suoi amici a tavola: “Comunque, un giorno anch’io dovrò lavorare per vivere. Non è colpa mia se mio padre vuole rimandare il momento in cui prenderò la guida della famiglia il più possibile.”
“Forse vuole rimandare finché Isabel non sarà disponibile a farlo al tuo posto,” suggerì Ophelia.
Olivier fece un sorrisetto: “Improbabile. Se il vecchio vede me come un bambino che ha ancora molto da imparare, come credi che veda la sua principessa bionda?”
“Isabel è più seria di te.”
“Sì, e i padri sono sempre obbiettivi,” rispose Olivier scrollando le spalle.
“Hai sentito cosa sta succedendo a Hogwarts?” chiese Tyrell all’amica, discretamente.
Ophelia si rabbuiò: “Sì, Lynda mi ha scritto, forse un mesetto fa…ci sono novità?”
“A proposito, non chiedi dov’è?” intervenne Olivier, abbandonando la conversazione con Geraldine.
“Perché? Doveva venire?” chiese la ragazza.
“È venuta con Tyrell,” rispose Geraldine.
Ophelia fissò il ragazzo: “Frequenti Lynda?”
“Sì,” ripose lui, bevendo un sorso di vino.
“Vuoi dire che non lo sapevi? Decisamente lavori troppo, Ophelia, se ti sei persa questo aggiornamento!” puntualizzò Olivier con gli occhi accesi. “Cavolo, hanno cominciato a vedersi prima della fine della scuola…”
“Ma all’epoca non stavamo insieme…” disse Tyrell, guardando Ophelia.
“Curioso, non è vero?” chiese Geraldine, appoggiandosi a Olivier e scrutando la coppia di amici.
Olivier rimpianse per un attimo di aver messo a tacere la sua empatia: era tensione, quella tra i suoi amici? Alla fine Ophelia distolse lo sguardo da Tyrell; pareva tutt’altro che soddisfatta.
“Certo che voi non sapete proprio godervi una festa, eh?” disse loro Olivier. “Dimenticate ogni bega, scordatevi tutto. Voglio che domani non vi sia ben chiaro neanche perché stavamo festeggiando!”
“Non intendo fermarmi a lungo. E di sicuro non intendo trascorrere una serata di devasto,” rispose Ophelia, fredda.
“Peggio per te,” le disse Geraldine. Mordicchiò un orecchio a Olivier, che si era rabbuiato. “Lascia perdere. Puoi passare la serata a farti sgridare da mammina, o divertirti con i tuoi amici,” sussurrò.
“A me piacciono entrambe le cose,” sussurrò a sua volta Olivier. “Abbandonarmi agli eccessi mentre metto alla prova la pazienza di chi prova a darmi un freno.”
“Be’, lei domattina sarà ancora arrabbiata. Io non ci sarò. Che ne dici: stasera eccessi e domani rimproveri da mammina?” propose la ragazza, sorridendo.
Olivier sogghignò.
“Il Capodanno da te è simile?” chiese Euriale a Will.
“No, non molto. Noi di solito siamo pochi intimi, tutti parenti. E non è così sfarzoso,” aggiunse, seguendo con lo sguardo un elfo che sorvegliava l’apparizione dei piatti dalle cucine alla sala da pranzo, torcendosi le dita per l’ansia. Sollevò le spalle: “Gli scozzesi sono più rustici, direi. Però l’idea della musica, del ballo e delle canzoni tradizionali mi piace molto. Vuoi ballare, più tardi?”
“Oh! Vedremo…Magari non conosciamo i loro balli.”
Will sorrise: “Allora impareremo i passi più semplici. Si può fare.”
“Anche rendersi ridicoli,” si intromise Liam, un po’ preoccupato.
“Isabel si aspetta che tu balli?” gli chiese Madeline, piano.
“Merlino, spero di no!”
Liam ebbe fortuna. Dopo cena gli ospiti ritornarono nel salone, dov’era stata alloggiata una piccola orchestra.
“Quei musicisti vengono tutti gli anni, sono il regalo dei De Atienza ai Gascoyne,” spiegò ancora Liam, mentre la loro amica era occupata.
Quando l’orchestra cominciò a suonare un brivido di eccitazione percorse le cugine di Isabel: molte si aggrapparono al braccio dei rispettivi padri, cercando di convincerli a spostarsi al centro del salone.
“Il primo ballo!” sospirò Isabel, con desiderio. “Mi pacerebbe essere io, ad aprire le danze…” Scrutò il padre.
Gli zii di Isabel sembravano aver deciso di comune accordo di lasciare spazio a qualcun altro. Alla fine, Monica e il suo novello sposo fecero qualche passo verso la pista da ballo, ma vennero bruciati sul tempo: Olivier, con gli occhi al cielo ma sorridendo, guadagnò il centro del salone e tese la mano verso la sorella.
Con un piccolo strillo di gioia, Isabel saltellò verso il fratello, tra gli applausi e le grida ubriache degli amici di Olivier.
Euriale avvertì Liam rilassarsi: “Te la sei vista brutta, eh?”
Liam sollevò le sopracciglia: “Isabel sa che non ne sono in grado. Aspettate di vederla, è una danza complicatissima!”
L’orchestra cambiò ritmo, ora che i due ballerini erano in posizione.
Olivier e Isabel presero a girarsi attorno, avvicinandosi e allontanandosi, inseguendosi e vorticando, come se raccontassero una storia.
“In effetti, sembra complicato,” commentò Will, colpito dalla velocità dei passi e da come i ballerini riuscissero a muoversi senza sfiorarsi restando praticamente guancia a guancia.
Erano uno spettacolo, Isabel luminosa e seducente, Olivier aggraziato in maniera noncurante, che trovava anche il tempo di scherzare con i suoi amici.
Quando la musica finì e i ballerini si fermarono senza fiato, gli ospiti applaudirono educatamente, in netto contrasto con gli amici di Olivier e i membri della famiglia De Atienza, che fecero un baccano infernale.
Olivier prese la mano di Isabel e le rivolse un inchino.
“Che si dice a tuo fratello, che ti ha regalato il momento di gloria che spettava ai novelli sposi?” le chiese sorridendo.
“Hai sbagliato il passo doppio prima dell’ultimo giro,” rispose Isabel, scrollando i capelli e raggiungendo i suoi compagni.
“Sei incontentabile!” la beccò il fratello, seguendola. “Ti auguro davvero buona fortuna, Warrington!”
Il commento attirò l’attenzione di due delle cugine di Isabel, che si avvicinarono con la scusa di complimentarsi con lei e Olivier.
Euriale, Will e Madeline si scambiarono diversi sogghigni, notando lo scrutinio a cui era sottoposto Liam dalle ragazze, mentre inondavano di chiacchiere in spagnolo Isabel.
Liam, dal canto suo, sembrava deciso a dar prova di uno stoicismo fuori dal comune, in casa dei Gascoyne.
I genitori di Isabel passarono in quel momento diretti alla pista, come molti altre coppie di maghi e streghe, ora che la prima delle numerose tradizioni della serata era stata espletata.
“Molto bravi,” commentò Lucia Gascoyne-De Atienza, guardando con affetto i figli.
Il marito aveva un’aria divertita e rassegnata: “Nonostante tutti i miei sforzi, il sangue inglese sembra sparito da questa casa!”
“E così sarà fino alla fine delle feste!” gli ricordò sua moglie, sorridendo.
Olivier lasciò i suoi alle prese con Isabel, che pretendeva una critica (possibilmente entusiasta) della sua performance e diede un’occhiata in giro.
Tyrell e Ophelia discutevano animatamente: il ragazzo aveva probabilmente molte cose da raccontare all’amica. Ophelia aveva l’aria seria, come al solito negli ultimi tempi.
Gli altri, Morgan, Geraldine, Chudderley e diversi altri vecchi compagni erano posizionati in un angolo strategico del salone, da dove potevano guardarsi attorno e fare incetta di alcolici.
Le sue cugine più grandi si sarebbero unite a loro a breve.
Con un mezzo sorriso, Olivier li raggiunse.
Iacinta in particolare non voleva mollare, notò Isabel. Continuava a parlare, in inglese, ora (“Che sciocca, sono imperdonabile! Noi non siamo stati ancora presentati, giusto?” aveva cinguettato a Liam poco prima), cercando di capire che relazione avesse Liam con i Gascoyne.
Isabel era prossima a scoppiare: non poteva scambiare col suo fidanzato che qualche occhiata discreta, e rispetto alla libertà di cui avevano goduto durante la precedente visita di Liam, be’, la cosa era parecchio frustrante. Ma non poteva semplicemente ammettere che Liam era il suo ragazzo davanti a tutta la sua famiglia. Che cosa complicata era una famiglia, con tutti i legami, gli interessi, gli argomenti tabù e quelli su cui tutti si permettono di intervenire; le influenze, le gelosie, i rapporti più stretti tra alcuni rami e altri no.
Non vedeva l’ora di tornare in collegio, dove avrebbe potuto godersi il suo fidanzato e dove nessuno aveva un’opinione di cui lei dovesse tenere conto, in proposito.
Ma per il momento era a casa, e Iacinta si stava facendo insistente, mettendo le sue zampacce addosso a Liam.
Isabel scambiò uno sguardo d’intesa con Madeline.
L’amica annuì, seria, e con poche parole attirò l’attenzione della ragazza coi capelli scuri su di sé: “Ora mi ricordo! Iacinta, soprannominata Jojo, vero? Si direbbe che tu abbia un debole per i giocatori di quidditch…” e procedette a rievocare i dettagli della mancata conquista di Tyrell Plimmswood.
Isabel sorrise soddisfatta.
“Vieni, facciamo due passi fuori,” propose Will, prendendo per mano Euriale.
Lei non poteva negare di essere accaldata. Avevano ballato parecchio: Will non si era fermato un attimo, danzando con le tre amiche e poi con un paio di streghe i cui cavalieri non erano molto espansivi. Ma negli ultimi venti minuti Will non aveva avuto occhi che per Euriale, e lei decisamente non aveva gambe e fiato alla sua altezza.
“Più che fare due passi, collasserei volentieri su un divano,” rispose, stringendo la mano di Will tra le sue e lasciandosi trascinare fuori.
Una volta in giardino inspirarono l’aria gelida. La serata era limpida e i sentieri di ghiaia bianca brillavano quasi, invitando a seguirli. Raggiunsero il teatro d’acqua e si sedettero sulla panchina di pietra. Will passò la sua giacca a Euriale.
“Isabel aveva ragione. Valeva davvero la pena di venire a questa festa.”
Euriale scrollò le spalle: “Mi è piaciuta la festa a Tain, quest’estate.” Si chinò in avanti. “Immagini i Gascoyne giocare al lancio delle asce?”
Will rise: “Loro no, ma i De Atienza forse sì!”
Euriale sorrise e si mordicchiò il labbro.
Will si fece più vicino: “C’è una cosa migliore di quest’estate, stasera.”
“Cosa?”
“Stasera siamo rimasti da soli,” disse il ragazzo.
Lentamente, appoggiò le dita sulla guancia di Euriale e la baciò piano. Era nervoso e al settimo cielo, con il cuore che batteva all’impazzata e gli pompava il sangue nelle orecchie tanto forte che non sentiva più lo scroscio dell’acqua accanto a loro. Poi piano piano cominciò ad avvertire qualcos’altro: eccitazione, divertimento e una lieve paura che non erano suoi. I ragazzi si separarono e rimasero a fissarsi, gli occhi spalancati ed enormi.
“Posso…posso rifarlo?” chiese Will.
“Dovresti,” gli rispose Euriale.
Ghignando, Will la baciò di nuovo.
“Dovremmo rientrare,” propose Euriale quando si separarono di nuovo, minuti dopo.
Tremava leggermente.
Will annuì, non fidandosi della sua voce.
Rientrarono tenendosi per mano, come quando erano usciti.

Olivier considerò che nonostante il suo rimprovero, Tyrell alla fine era stato in grado di godersi la festa, soprattutto dopo che Ophelia se n’era andata, poco dopo la mezzanotte.
Olivier si era svegliato piuttosto presto e ringraziava il cielo di essere l’unico, dato che l’effetto della Pozione Inibente era svanito da ore e il dopo sbornia rendeva l’idea di ricorrere all’Occlumanzia decisamente ridicola. Senza svegliare Geraldine (e chi ci sarebbe riuscito, anche volendo?) raggiunse la sala della colazione.
Un elfo sollecito gli portò all’istante un infuso che gli schiarì le idee e gli fece passare il mal di testa. Era così prevedibile per quelle patetiche creaturine? O erano solo più servizievoli di quello che ricordava?
Sua sorella entrò in quel momento: “Oh…sei già sveglio?”
“Più o meno.”
“I tuoi amici?”
Olivier ghignò: “Loro no. Non sono un bello spettacolo, ad essere sinceri.”
“Non lo erano neanche ieri sera,” rispose Isabel.
“Vero. Come vanno le cose, a scuola?” chiese lui, mentre Isabel si sedeva.
“Perché lo chiedi? Come al solito, da quando è arrivato Potter: intrighi, incidenti. Sospetti.” La ragazza aggrottò le sopracciglia, servendosi la colazione. “Sembra che la gente non riesca a decidere se amarlo o averne paura. L’attenzione deve sempre essere puntata su di lui, nel bene o nel male.”
Olivier scrollò le spalle: “Hanno fame di novità, di azione. La nostra comunità è così piccola.”
Isabel sorrise: “E come vanno le cose fuori da scuola? Com’è il resto del mondo?”
“Il resto del mondo, cara sorella, è colorato, inusuale, assurdo e in fin dei conti uguale alla vecchia Inghilterra, quando guardi all’essenziale.” Olivier si alzò e scrutò dalla finestra il parco della villa, illuminato da un sole freddo. “Per quanto piccola sia la nostra comunità c’è sempre qualcosa che si muove. O qualcosa da riscoprire,” sussurrò, come soprappensiero.
“Che vuoi dire?” indagò Isabel.
“Niente.” Olivier scosse la testa. “Mi terrai informato, sulla faccenda dell’Erede?”
“Nostalgia?”
“Forse un po’,” rispose, serafico. “Hai cantato bene, con Pilar e Caterina…” cominciò, cambiando argomento.

Note:
Come si sarà già intuito, Olivier non è proprio da prendere ad esempio, praticamente in nessun campo.
Il Pov di Lynda è uno strappo alle regole che ho seguito finora, ma mi piace come è venuta la parte dedicata a lei, qundi mi sono concessa questa licenza. Anche se la rivedremo, non utilizzerò più il suo punto di vista.
Liam è grande e grosso: in HP e il Calice di fuoco i gemelli lo definiscono 'quello grosso di Serpeverde' e contando che la squadra di quidditch verde-argento è composta da ragazzi di stazza, per essere definito così, direi che Liam è piuttosto fuori dalla media...Non importerà a nessuno, non so neanche perchè importa a me!XD
   
 
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