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Autore: 7vite    29/08/2017    1 recensioni
La vita di Doremi e le sue amiche è cambiata definitivamente da quando le sei apprendiste hanno deciso di rinunciare per sempre all'uso dei poteri magici, scegliendo di restare a vivere nel mondo degli esseri umani.
Le loro strade si sono divise, ognuna di loro ha intrapreso un cammino diverso, promettendosi però di restare amiche per sempre.
Ed è qui che le incontriamo nuovamente, alle prese con i problemi che affliggono tutte le adolescenti.
Riusciranno a gestire le nuove avversità senza l'aiuto della magia?
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-LA SCELTA-
 
 
“La scuola media mi piace tantissimo! I miei nuovi compagni di classe sono dei tipi in gamba. Il professore è un tipo strano, gli piace mostrarsi rigido, ma sotto la corazza è un bonaccione che si diverte a ridere e scherzare coi propri studenti, non potrei desiderare di meglio. Dal mese prossimo cominceranno i corsi extracurriculari ed io non vedo l’ora di iscrivermi a qualche attività sportiva, mi sento piena di energie!
Mamma e papà vanno più d’accordo che mai, non li avevo mai visti così affiatati! Persino il nonno è diventato meno burbero adesso che comincia ad abituarsi alla nostra presenza, sono sicura che uno di questi giorni gli strapperò una risata.
A Osaka c’è ancora un clima stabile, nei pomeriggi in cui non ho molto da fare mi piace passare al parco pubblico che è sempre gremito di persone. Mi ricorda molto quello di Misora.
Confesso che mi mancate, ragazze, ma qui non me la passo affatto male. So che mi integrerò bene, prima o poi. Sì, sono felice.
E a voi come procedono le cose? E’ successo qualcosa di interessante in questa prima settimana scolastica? Aspetto quanto prima un vostro messaggio. Con affetto, Sinfony”

 
I cellulari di Doremi e Melody avevano vibrato nello stesso istante. Le due ragazze si trovavano a casa della seconda, sedevano in cucina e il tavolo da pranzo era cosparso di brochure e fogli di carta gettati alla rinfusa.
«Ehi, è un messaggio di Sinfony.»
Disse Doremi, premendo alcuni tasti sul suo apparecchio.
«Davvero? Cosa dice?»
Chiese Melody, senza nemmeno alzare la testa dal cumulo di carta che si trovava sotto il naso.
«Che sta bene. Sono felice per lei»
Sorrise Doremi, digitando qualcosa, ma Melody le afferrò un braccio impedendole di proseguire.
«Non è il momento di pensare ai messaggini Doremi, è una cosa seria, devi concentrarti.»
Le ricordò, spingendole il capo contro il questionario che avrebbe dovuto compilare.
«Uff, ma io non ne ho alcuna voglia adesso, non ne vedo l’utilità.»
«Sai bene che tutti gli studenti delle scuole medie devono iscriversi ad almeno un’attività extrascolastica, è il regolamento. Una volta che scegli un corso non puoi più tirarti indietro, anche se non è di tuo gradimento, quindi prendi la cosa seriamente se non vuoi che i tuoi voti finali vengano influenzati negativamente.»
La rimproverò l’amica, che con la penna in mano aveva tracciato linee invisibili nell’aria, alla quale Doremi parve piuttosto interessata.
«Non è giusto che ci facciano scegliere così presto, la scuola è iniziata da meno di una settimana, sono la ragazzina più infelice della terra!»
Piagnucolò portandosi le mani sopra le orecchie. Melody non la stava nemmeno a sentire, concentrata com’era. L’amica se ne accorse.
«Ma tu come mai stai ancora scrivendo? Pensavo che la tua decisione fosse ovvia: lezioni di musica. Non dirmi che adesso non ti interessa più diventare una violinista!»
Chiese allarmata, spalancando le palpebre. Melody sollevò finalmente la testa e la guardò dentro gli occhi a palla sorridendole in modo rassicurante.
«Certo che no, il violino è stata la mia prima scelta, ma ci sono talmente tanti altri corsi che mi incuriosiscono… Ad esempio questo qui, guarda»
Doremi osservò la brochure indicata dall’amica e socchiuse gli occhi poco convinta.
«Corso di cucito? Ma davvero?»
Domandò con un sopracciglio che vibrava.
«Ho pensato che, avendo già imparato a filare, non dovrebbe essere poi tanto difficile.»
«Beh, magari no… Che peccato non ci sia un corso che insegni a lavorare l’argilla, i ciondoli che creavi quando lavoravamo al MAHO andavano a ruba. I miei invece erano un disastro, rimanevano sempre invenduti.-
Sospirò, dando un’occhiata al suo elenco, vergognosamente vuoto.
«La verità è che, per quanto mi sforzi, non sono brava in nulla. Perché devo sempre essere così incapace?» Domandò più a se stessa che alla sua amica. Melody le rivolse un’occhiata comprensiva e la prese una mano fra le sue.
«Secondo me hai solo bisogno di tempo. Sono certa che un giorno troverai qualcosa in cui sarai veramente brava, anzi imbattibile.»
La rassicurò, ma la rossa non voleva saperne di tirarsi su.
«Ma quando scoprirò in cosa sono brava? Tutte voi avete delle abilità speciali che vi rendono uniche: tu sei un’ottima violinista, Sinfony eccelle in tutti gli sport o quasi, Mindy è una pasticcera coi fiocchi, Lullaby è una forza della natura e persino Bibì si è rivelata una pianista degna di nota, mentre io invece non so fare nulla, nulla! Da’ un’occhiata qui: corsi di cucina, pittura, manualità, teatro… Io non sono capace!»
Mugolò sprofondando sulla sua sedia.
«Tutti sanno già cosa fare della loro vita, eccetto la pasticciona Doremi.»
«Dai, non dire così! Come puoi affermare di non essere brava senza averci nemmeno provato? Ricordi quando incontrasti la strega Mirai
Doremi risollevò il capo e fissò gli occhi castani dell’amica.
«Lei ti insegnò a lavorare il vetro. Non fu certo facile, dato che non l’avevi mai fatto prima, ma lei si dimostrò paziente, e di volta in volta per te divenne sempre più semplice. Hai solo bisogno di qualcuno che creda in te e ti incoraggi, ma prima di tutto devi porti un obiettivo. Non arrenderti prima ancora di iniziare, o rischierai sul serio di fallire.»
Gli occhi di Doremi iniziarono a tremare.
«Non dimenticare che fino a poco tempo fa eri una strega a tutti gli effetti, e che ti sei guadagnata quel titolo superando un esame dopo l’altro. Non è certo cosa da poco.»
Melody le rivolse un sorriso gentile che la rese ancora più bella di quanto non fosse. Doremi le getto le braccia attorno al collo.
«Grazie.»
 
Quella sera dopo cena Doremi si rinchiuse nella sua camera e sparpagliò tutti i volantini dei corsi che proponeva la sua scuola sulla scrivania. Erano tantissimi, ma doveva scegliere. Ebbe la geniale idea di scartare tutti quelli in cui non sarebbe mai riuscita ad emergere, come pittura, manualità e teatro. Poi fece due pile; da una parte c’erano i corsi che riteneva interessanti, dall’altra quelli in cui forse non sarebbe stata un completo disastro, ad esempio musica.
“In fondo da piccola mia madre mi ha impartito lezioni di pianoforte.”
Si disse.
“Che peccato che non ci sia un’attività interessante come lavorare il vetro, sarei partita avvantaggiata rispetto a tutti gli altri.”
Gettò uno sguardo ai depliant riguardarti lo sport e sbuffò.
“Sono scoordinata come pochi, rischio di inciampare persino quando cammino.”
Si disse, appallottolando un volantino e lanciandolo contro al cestino dei rifiuti. Quello aveva urtato il bordo e poi era caduto all’esterno. Doremi sbuffò.
“Come volevasi dimostrare.”
Alla fine della selezione le rimasero solamente tre foglietti illustrativi, ma si era già fatto tardi ed era troppo stremata per poter scegliere.
“Meglio andare a dormire, o rischierò di svegliarmi tardi.”
Si infilò a letto e si coprì fin sotto il mento.
“Prometto solennemente che domani prenderò una decisione, costi quel che costi.”
 
 
Quella mattina si era svegliata puntualmente, determinata a diventare una nuova Doremi, una più matura e responsabile.
Fece colazione con the e biscotti e percorse la via che la conduceva a scuola con calma. Non le era mai capitato di camminare lentamente, di solito era in ritardo e doveva correre come un’ossessa per riuscire ad entrare in classe un secondo prima che suonasse la campanella.
Quella sensazione di calma le piaceva, magari avesse sempre potuto sentirsi così!
Mentre scendeva la collina si sentì bussare su una spalla. Quando si voltò trovò il viso sorridente di Makoto a darle il buongiorno.
«Che ci fai tu qui? Di solito sei sempre in ritardo!»
Le aveva detto con un gran sorriso sulle labbra.
«Senti chi parla, come osi farmi la predica proprio tu? UFF UFF UFF.»
Domandò Doremi mettendo il broncio.
Makoto si passò una mano dietro la testa.
«Hai ragione, forse farei meglio a tenere la bocca chiusa.»
Le due si guardarono il silenzio e dopo un attimo scoppiarono a ridere.
«Dimmi una cosa, Makoto.»
Iniziò Doremi.
«Hai già scelto il corso pomeridiano che seguirai quest’anno?»
«Ahh, non me ne parlare! Sono così furiosa.»
Strillò serrando un pugno con forza. Doremi scattò di lato e rimase imbambolata in una strana posizione, con le braccia in aria e in equilibrio su una sola gamba.
«Ma perché cos’ho detto di male?»
Makoto gonfiò le guance e sporse le labbra in avanti, quasi come se volesse dare un bacio.
«Volevo entrare a far parte della squadra di calcio della nostra classe, quindi ho compilato il mio modulo e l’ho consegnato di persona al preside, e sai quello cosa mi dice? Che non esiste una squadra femminile ed io non posso iscrivermi a quella maschile perché sarebbe una violazione del regolamento (ed anche perché abbiamo un solo spogliatoio), è così ingiusto!»
Makoto si tirava i capelli in preda alla rabbia, Doremi si sporse in indietro e quasi non perse l’equilibrio, ma Makoto l’afferrò per un braccio riportandola con entrambi i piedi saldati per terra.
«Pheew grazie. Mi…Mi dispiace. In effetti lo trovo scorretto.»
Ammise, mentre le due proseguirono il cammino.
«Ah, non puoi farci niente, non è certo colpa tua. Adesso però mi trovo costretta a scegliere un altro corso, e non ho la più pallida idea di quale mi si addica di più, sono nei guai.»
Sbuffò, chinando il capo verso terra.
«Bu-huu non dirlo a me, ho scartato quasi tutte le opzioni ieri sera, mi sono rimaste tre sole possibilità.»
Confessò con voce stridula. La compagna la guardò sollevando un sopracciglio.
«Davvero? E quali?»
Doremi tirò fuori dalle tasche dei foglietti di carta stropicciati e Makoto li lesse a voce alta.
«“Corso di computer: smetti di rintanarti nella tua caverna ed entra a far parte del nuovo millennio” wow, che pubblicità accattivante… Ma non rientra nei miei interessi “Corso di musica: perché parlare quando si può cantare?”  Niente male, ma non fa per me… E questo cos’è? “Club di dibattito: se non ti sta bene, allora vieni a dircelo di persona.” Ma è geniale!»
Strillò Makoto facendo trasalire Doremi.
«Come geniale?»
«Ma non capisci? Il club di dibattito è un’ottima occasione per lamentarsi della diseguaglianza che regna nella nostra scuola.»
Doremi si grattò la testa con un dito, evidentemente confusa.
«Ma di che parli?»
Makoto agitò un pugno verso il cielo.
«Del fatto che nella nostra scuola non esista una squadra femminile di calcio! Ma insomma, non hai detto che tu che la trovavi un’ingiustizia? E allora che stiamo aspettando? Lamentiamoci! Adesso siamo solo due matricole del primo anno e nessuno starà ad ascoltarci, ma se esponiamo le nostre idee sottoforma di dibattito e le sottoponiamo ad una corte di alunni e insegnati, sono certa che anche il preside dovrà starci a sentire, e allora sì che avremo una squadra femminile.»
Due stelle scintillarono negli occhi di Makoto, mentre la ragazza alzava la voce in preda all’euforia. Doremi non sembrava così convinta della cosa.
«Tu credi che basti questo?»
Domandò dubbiosa, cercando di riportare la compagna allo stato normale.
«Ma certo! Bisogna quantomeno provarci, arrendersi subito non servirà a nulla, o mi sbaglio?»
La mente di Doremi le ripropose in un flashback la conversazione avuta il giorno precedente con la sua migliore amica: Melody, seduta al tavolo del soggiorno di casa sua che le diceva “Non arrenderti prima ancora di iniziare, o rischierai sul serio di fallire”.
L’immagine svanì in fretta, ma non prima di aver fatto germogliare in Doremi una nuova forza.
La ragazza incrociò le sopracciglia e fissò Makoto dritta in mezzo agli occhi.
«Sai cosa ti dico? Hai proprio ragione. Dobbiamo dare voce ai nostri dubbi.»
Le due si guardarono come se si vedessero per la prima volta, lo sguardo risoluto di chi ha preso una decisione irrevocabile. Pervase da un’energia nuova che donava loro vigore e determinazione si scrutarono attentamente.
«Allora posso contare sul tuo appoggio?»
Domandò Makoto senza distogliere lo sguardo dagli occhi rosa della sua nuova complice. Allungò il braccio davanti a sé e le porse la mano. Senza indugiare Doremì l’afferrò nella sua e la strinse.
«Ci puoi giurare!»
  
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