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Autore: Signorina Granger    30/08/2017    5 recensioni
[Raccolta di One Shot dedicate ai protagonisti di "Dollhouse"]
Dopo l'arresto di Cecily DeWitt e la chiusura della Dollhouse gli Attivi hanno riavuto i loro ricordi, la loro vera identità e sopratutto la loro vita, che sono pronti a riprendere in mano.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Seth & Kate 
 
Kate Bennet Image and video hosting by TinyPice Seth RedclawImage and video hosting by TinyPic




“Seth, dovresti respirare.” 
“Lo so. Sono tranquillissimo, infatti.” 

“Non mi sembra proprio… Rilassati, conosci già Nick, dopotutto. I miei genitori ti adoreranno, ok?” 

Kate alzò lo sguardo sul ragazzo che le camminava accanto, rivolgendogli un sorriso incoraggiante mentre Seth annuiva, tormentandosi leggermente il colletto della camicia a quadretti blu e bianchi mentre teneva gli occhi fissi sulla casa della ragazza, alla quale si stavano avvicinando.

“Spero che tu abbia ragione…” 
“Certo che ho ragione, gli ho già parlato di te molte volte, anche quando eravamo a scuola. Andrà tutto bene, mio padre non ti mangerà mica!” 

“Voglio solo piacere ai tuoi genitori, Katie.” 
“E gli piacerai. Piaci a me, perché con loro dovrebbe essere diverso?” 

Seth si limitò ad annuire, evitando di rispondere mentre, insieme alla ragazza, si fermava sotto al portico della casa. Kate però non suonò subito il campanello, prendendogli il viso con una mano per far sì che si voltasse verso di lei e baciarlo, alzandosi in punta di piedi. 

“Rilassati, ok?” 

Il Grifondoro annuì al mormorio della Corvonero, che gli sorrise con dolcezza mentre la porta si apriva, e Nicholas faceva la sua comparsa sulla soglia: 

“Ah, eccovi qui. Mamma e papà sono in salotto, Kate… ciao Seth.”
“Nicholas…” 
“Nervoso?” 
“Un pochino.” 

Il moro annuì leggermente, entrando in casa e lasciando che il biondo gli chiudesse la porta alle spalle prima di sorridere quasi con aria divertita, dandogli una pacca sulla spalla prima di superarlo:

“Rilassati, Katie ha passato l’ultimo anno di scuola a parlare bene di te alla mamma… penso proprio che gli piacerai.” 


*


Seth teneva gli occhi fissi sullo schermo della TV, senza realmente vederla. Era stata Kate a fargli scoprire quell’aggeggio Babbano e da allora avevano visto una quantità infinita di film, per i quali la ragazza sembrava nutrire una vera passione.

Eppure quella sera non stava prestando particolare attenzione alla storia che gli scorreva davanti agli chi, continuando a pensare a quello che avrebbe voluto chiedere alla ragazza che, seduta sul divano accanto a lui, si era accoccolata sul suo petto con un pail a coprirle le gambe. 

“Hai l’aria assorta… non ti piace?”  
“No, scusa… sto pensando ad altro.” 

“A cosa?” 
Kate inarcò un sopracciglio, sollevandosi leggermente e dimenticandosi momentaneamente del film e dei suoi protagonisti mentre osservava il ragazzo con aria indagatrice:

“Ho una cosa per te.” 

Seth sospirò, ripetendosi che ormai era tardi per cambiare idea e tirarsi indietro, doveva semplicemente chiederglielo. Vide la ragazza osservarlo con curiosità mentre si sporgeva leggermente, prendendo la piccola scatola quadrata che aveva lasciato sul tavolino sistemato davanti al divano per poi porgerla alla ragazza. 

“Tieni. C’è una cosa che vorrei chiederti, ci penso da un po’ ormai’.” 
“Dimmi.” 
Seth per un settimo non rispose, facendole semplicemente cenno di aprire la scatola prima di continuare a parlare, con leggera titubanza:

“Quando non ci sei mi manchi, può suonare stupido ma vorrei stare sempre con te… Sei la persona più importante della mia vita, Kate. Perciò, mi chiedevo… vorresti trasferirti qui?” 

La Corvonero strabuzzò gli occhi nel trovarsi davanti un mazzo di chiavi, sollevando subito dopo lo sguardo sul ragazzo per poi parlare con una nota di sorpresa nella voce:
 
“Vivere insieme?” 
“Non devi rispondere subito, ci puoi pensare per un po’ se vuoi, so che è un passo considerevole ma…”

Kate lo zittì appoggiandogli un dito sulle labbra prima di sorridere, annuendo:

“Certo che voglio, Seth. Non ho nessuna voglia di rifletterci, abbiamo già perso due anni dopotutto, non voglio perdere altro tempo.” 
“Su questo sono d’accordo. Non voglio stare senza di te un altro minuto, Kate Bennet. Anche se immagino che vivere insieme vorrà dire sorbirmi questo genere di film piuttosto spesso…” 

“Ehy! Non dire niente contro Harry ti presento Sally, è uno dei miei film preferiti!” 
“Ma non ha senso, perché due tizi dovrebbero metterci dieci anni a capire di amarsi e confessarselo?” 

“Beh, ti ricordo che tu ci hai messo due anni, ergo non fare la predica!” 


*


“Ora che abbiamo superato i soliti convenevoli, Seth… mi dici perché mi hai chiesto di vederci?” 
“Devo avere per forza un motivo specifico per voler vedere un vecchio amico?” 
 
“A giudicare dal tuo strano comportamento fino ad ora… direi di sì.”    Hooland si strinse nelle spalle, sorridendo all’amico con aria divertita:

“Ha a che fare con Kate?” 
“… sì. Vedo già una luce illuminartisi negli occhi, Hool.” 
“Che ci vuoi fare, ho seguito le vicissitudini di Seth innamorato di Kate Bennet a scuola e poi l’assurdo triangolo amoroso nella Casa… ormai sono un’esperto in materia. Dimmi pure.” 

“Non ti voglio chiedere consigli Hool, in quel caso avrei chiamato Gin, o Rose. No, ti volevo dire… voglio chiederle di sposarmi. Secondo te è troppo presto?” 

“Beh, anche Fox e Isla si sono sposati, poco tempo fa. E voi vi conoscete da ben prima rispetto a loro quindi no, non penso che sia troppo presto.” 


Hooland si strinse nelle spalle e Seth annuì, ripetendosi che l’amico aveva ragione. Ma continuava a chiedersi se Kate non l’avrebbe pensata diversamente. 

“Secondo te lo pensa anche lei?” 
“Penso di sì. Non credo ti direbbe di no Seth, vivete insieme da un po’ ormai… se non volesse costruire qualcosa con te non si sarebbe trasferita a casa tua, non pensi?” 
 
“Immagino di no. Tu e Rosie invece? Come vanno le cose?” 

A quella domanda Hooland sfoggiò un sorriso, e Seth poté quasi giurare di avergli visto gli occhi azzurri luccicare per un attimo. Nel corso degli anni li aveva spesso visti spenti, annoiati, disinteressati come se stesse pensando ad altro, a chissà che cosa… ma mai quando si parlava di Rose Williams.

“Bene.” 
“Solo bene?” 
“Che cosa vuoi che ti dica Seth, lei è fantastica, sono molto felice. Ma credo di voler aspettare un po’ per il “grande passo”, abbiamo solo 22 anni e stiamo insieme da due.” 
“Come se non sapessimo tutti che finirete per sempre felici e contenti con una ciurma di marmocchi… speriamo prendano dalla madre.” 

Seth sorrise, ridacchiando quando l’amico gli lanciò contro la cartina della bustina di zucchero. 


*


“Seth, mi stai ascoltando?” 
“No.” 
 
Di fronte alla candida ammissione del fidanzato Kate sbuffò, abbandonandosi contro lo schienale della sedia e smettendo di raccontare cosa avesse fatto nell’arco della giornata.

Seth però non si scompose, esitando per un attimo prima di parlare nuovamente, continuando a guardarla dritto negli occhi verdi:

“Non ti sto ascoltando, Katie, perché sto pensando ad una cosa.” 
“Davvero? A cosa, sentiamo.” 
“Sto pensando che sarebbe proprio il caso che ci sposassimo.” 

Seth parlò senza battere ciglio mentre invece Kate sgranò gli occhi, guardandolo come se fosse certa di aver sentito male:

“Come?” 
“Katie…” 

Seth si alzò per fare il giro del tavolo e raggiungerla, inginocchiarsi davanti a lei e prenderle le mani tra le sue, ritrovandosi quasi alla sua stessa altezza visti i numerosi centimetri che li dividevano:

“Ti ho detto molte volte che sei la persona più importante della mia vita. Quando ho perso la mia famiglia ero a pezzi, per mesi sono stato quasi depresso… mi sentivo meglio solo quando parlavo con te e mi sorridevi. E poi, quando ci siamo messi insieme, sono tornato a sorridere anche io. Sei stata la mia unica fonte di felicità dopo quella notte per un intero anno, e credo sia così anche adesso… forse è presto, ma voglio stare con te per sempre.” 
 
Kate, continuando a guardarlo negli occhi eterocromatici, aprì la bocca per dire qualcosa ma poi la richiuse, faticando e mettere insieme una frase o anche solo un pensiero sensato, troppo impegnata a concentrarsi sul fatto che le avesse chiesto di sposarlo e alla sua confessione.


“Io… Sì. Ti amo Seth, voglio stare con te.” 

Seth sfoggiò un largo sorrise, stendendo finalmente la tensione accumulata per tutta la giornata prima di sfoggiare una smorfia, sbuffando debolmente:

“Merda… mi sono scordato di darti l’anello.” 
“E chi se ne importa…” 

Kate rise appena, prendendogli il viso tra le mani prima di baciarlo, sentendolo sorridere sulle sue labbra mentre l’abbracciava.


*


“Adoro quelle scarpe…” 
 
Kate sospirò, fissando con insistenza i sandali con il tacco a spillo color cremisi intrecciati mentre, accanto a lei, Erin si lasciò sfuggire una piccola risata, guardando l’amica attraversò gli occhiali da sole che indossava:

“Non pensi di averne abbastanza, Kate? La tua scarpiera è in procinto di esplodere.” 
“Ma proprio tu parli? Tanto per cominciare, LaFont, queste décolleté bianche non le ho mai viste prima, immagino siano nuove.” 

“Beccata… ok, lasciamo perdere. Ma invece di comprare scarpe non dovremmo andare a prendere le bomboniere, Kate?” 
“Le scarpe non sono mai abbastanza Erin, pensavo che su questo fossimo d’accordo… su, andiamo a farci un giretto dentro, voglio assolutamente provarle.” 

“D’accordo, io proverò quei sandali gioiello blu notte allora.” 
“Scusa, dicevi sul non comprare scarpe? Sei il toro che dice cornuto all’asino…” 


Kate roteò gli occhi, prendendo l’amica a braccetto prima di entrare nel negozio, ignorando la risata della bionda. 


*


“Sei bellissima.”
“Grazie.”  

Kate sorrise e Nicholas ricambiò, sfiorandole i capelli castani prima di darle un bacio sulla fronte, mentre a pochi metri di distanza Keller ed Erin parlottavano a mezza voce, sistemandosi distrattamente le lunghe gonne in chiffon dei vestiti blu che indossavano.

“Pronta?” 
“Assolutamente… Seth è all’altare?” 
“Naturalmente, è lì che ti aspetta… vagamente nervoso, ho idea. Sono molto felice per te, sorellina, sono sicuro che con lui lo sarai e avrete una splendida vita.” 

“Da quando sei così poetico Nick?” 
“Solo per oggi, non illuderti.” 

Nicholas sorrise e la sorella ricambiò, abbracciandolo un’ultima volta prima di dirgli qualcosa a bassa voce:

“È un sollievo che tu “approvi”, se tu non pensassi che è una buona idea sposarlo forse sarei molto più nervosa.” 
“Non devi esserlo, ne avete superate parecchie e siete ancora insieme… se siete riusciti a passare oltre a due anni di separazione forzata e l’annullamento, credo che difficilmente qualcosa potrà dividervi, in futuro.” 


Kate sorrise al fratello, sperando che non si sbagliasse prima di voltarsi verso le amiche, sorridendo:

“Ragazze? Sono pronta… direi che abbiamo fatto aspettare lo sposo abbastanza. Che fine ha fatto papà?” 
“Sarà di là in lacrime perché la sua bambina si sposa, ora te lo chiamo.” 



Seth sospirò, tenendo le mani dietro la schiena mentre si voltava, lanciando una fugace occhiata all’ingresso della chiesa come per controllare se Kate stesse entrando o meno. 
Nel farlo gli occhi scivolarono sulle prime file di panchine, individuando la famiglia di suo padre e poi, ovviamente, Ginevra e Rose sedute vicine, che gli sorridevano. 

A poca distanza scorse anche Cecil e Isla, che sfoggiava un considerevole pancione, seduti uno accanto all’altra mentre il Corvonero teneva un braccio sulle spalle della moglie, sorridendole e dicendole qualcosa a bassa voce. 


Era felice, lo era davvero… ma non poteva fare a meno di pensare ai suoi genitori e ai suoi fratelli, a quanto sentisse la loro mancanza, specialmente in quel momento. 

“Tutto bene?” 
“Sì, certo.”   Seth annuì distrattamente alle parole di Hooland, voltandosi nuovamente verso l’altare mentre l’amico gli rivolgeva un sorriso, parlando quasi con leggera soddisfazione:

“I miei complimenti mio caro Seth, oggi sei impeccabile.” 
“In caso contrario mi avresti fatto la paternale, quindi…” 

Seth si voltò di nuovo solo quando sentì le familiari note della marcia nuziale, non riuscendo a non sorridere quando vide Kate in abito bianco. 
Certo, purtroppo quel giorno non aveva la sua famiglia al suo fianco… ma da quel giorno ci sarebbe sempre stata lei.


*


“Kate, va tutto bene? Sei lì dentro da mezz’ora!” 

Kate quasi non sentì la voce del marito, e nemmeno i colpi sulla porta del bagno dove si era chiusa qualche minuto prima. Continuò a tenere gli occhi fissi sul piccolo “+” che aveva davanti, come stava facendo da diversi minuti con aria imbambolata, come a volersi riprendere, prima di sorridere, alzarsi e spalancare la porta con un gesto deciso.

Si trovò davanti un Seth vagamente perplesso, che le rivolse un’occhiata incerta nel vederla sorridere allegramente prima di parlare:

“Sono incinta!” 
“Eh?” 
“Incinta. Aspetto un figlio! Cosa c’è di difficile?” 

“Da quanto lo sai?” 
“Da adesso!”   Kate sorrise, sollevando il test che teneva in mano prima di abbracciarlo di slancio, allacciandogli le braccia al collo.
Seth ricambiò la stretta solo dopo un istante, elaborando quello che aveva appena sentito mentre la parola “bambino” continuava a vorticargli in testa.

“Sei felice?” 
“Credo di sì. Cioè… non me l’aspettavo…” Seth sbattè le palpebre, rilassandosi però leggermente di fronte al sorriso della moglie, che sollevò una mano per accarezzargli i capelli castani:

“Lo so, un po’ spaventa… ma sono sicura che sarai un padre meraviglioso.” 
“Lo spero.” 

Seth annuì, allacciando le braccia intorno alla sua vita prima di stringerla a sé. Sentí la testa di Kate poggiarci sul suo petto e sorrise appena, accarezzandole i capelli: non sapeva se la moglie avesse ragione, ma di certo avrebbe fatto in modo che nessuno gli portasse via la famiglia che era riuscito a costruirsi.


*


“Qual è il nome?” 

Di fronte alla domanda dell’infermiera Seth esitò, lanciando un’occhiata incerta alla moglie ma soprattutto alla bambina nata da meno di mezz’ora che la ragazza teneva tra le braccia. 

In effetti avevano discusso a lungo sotto quel punto di vista, ma alla fine aveva concordato che avrebbero preso una decisione definitiva solo quando la bambina sarebbe nata. 

Tuttavia Kate rispose con tono fermo senza nemmeno consultarlo, come se avesse già preso la sua decisione a riguardo:

“Rebecka. Rebecka Sarah Redclaw.” 

Seth strabuzzò gli occhi, sinceramente sorpreso da quella riposta mentre metteva una mano sulla spalla della moglie, parlando a bassa voce:

“Sei sicura?” 
“Sicurissima.”   Kate si voltò verso di lui, sorridendogli prima di lasciargli un fugace bacio a stampo sulle labbra e tornare a coccolare la bambina che teneva tra le braccia, sorridendole. 
Anche le labbra di Seth si inclinarono in un sorriso, infinitamente grato alla moglie per quella scelta e allungando una mano per sfiorare la guancia della bambina con un dito, quasi stentando a credere di avere davanti la sua bambina. 

La sua bambina, che portava i nomi di sua madre e di sua sorella. 
La sua bambina che, ne era sicuro, non avrebbe mai smesso di proteggere… come non era riuscito a fare con le donne di cui portava il nome. 


*


“Avanti, non è difficile. Papà.” 
“Mamma.” 
“Ma perché dici solo mamma?!” 

Seth sbuffò, maledicendo mentalmente la solidarietà femminile mentre invece Rebecka rise leggermente, battendo le piccole mani mentre lo guardava con gli occhi verdi luccicanti. 

“Guarda che non c’è niente da ridere!”   Di fronte al tono e alla faccia seria del padre la bambina di pochi mesi smise subito di ridere, guardandolo quasi a mo’ di scuse e facendolo così sospirare, pulendole la piccola bocca con il bavaglino prima di toglierglielo e sfilarla dal seggiolone, sistemandosela in braccio. 

“Va bene, scusa… però potresti impegnarti di più invece di ripetere sempre “mamma”! Cosa c’è, a papà non vuoi bene?” 

Per tutta risposta Rebecka gli rivolse un piccolo sorriso sdentato, allungando le mani per toccargli il viso e dargli un bacio su una guancia, facendolo sbuffare leggermente:

“Ruffiana!” 


Quando, pochi minuti dopo, Kate entrò in cucina si ritrovò a sorridere di fronte al marito che, tenendo la figlia in braccio, le stava facendo il solletico, scatenando l’ilarità della bambina. 

“Vedo che vi divertite… ha mangiato?” 
“Come un lupo.” 

Seth sorrise, lasciando un bacio sulla testa della figlia mentre la bambina puntava gli occhi sulla madre, illuminandosi solo vedendola e allungando le braccia verso di lei:

“Mamma!” 
“Ah, vedo che ti sei dimenticata di me in fretta. Ecco, vai dalla mamma.” 

Seth lasciò la figlia tra le braccia della moglie, che sorrise alla bambina prima di darle un bacio, accarezzandole i capelli castani:

“Dici che erediterà il tuo stesso “sono”?” 
“Chi può dirlo, ma penso di sì. La DeWitt l’aveva bloccato, ma quando ho recuperato la memoria e la personalità, con il tempo, sono riuscito a recuperare la capacità di trasformarmi. Magari avremo anche un’altra piccola lupetta in casa, come tutti i Redclaw.” 

Seth sorrise, solleticando i piedi della bambina e facendola ridacchiare di conseguenza, guardandola con sincero affetto. 

“Basta che il suo papà le insegni a controllarlo e a non causare danni…” 
“Non è una cosa negativa, piccola… ho un modo per ridurre rapidamente in tanti piccoli pezzetti chiunque volesse farvi del male, come hanno fatto i miei zii paterni con la famiglia di mia madre anni fa. Non guardarmi così Kate, dico sul serio. Voi siete tutta la mia vita, non mi farò più portare via la mia famiglia.” 


*


Rebecka Sarah RedclawImage and video hosting by TinyPic
 


Si era svegliato, alzato e vestito in perfetto orario come sempre, ma quando si era avvicinato alla moglie per salutarla lei lo aveva preso un braccio, aprendo pigramente gli occhi per guardarlo con aria assonnata:

“Non puoi restare cinque minuti?” 
“Mi piacerebbe tanto tesoro, ma temo di dover andare…” 

“Andiamo, fa freddo, voglio il mio termosifone personale vicino.” 

Kate sbuffò debolmente e Seth sorrise, sporgendosi per darle un bacio su una guancia:

“Credimi, piacerebbe anche a me restare qui a farmi coccolare dalle mie donne, ma devo proprio andare. Ciao cucciola.” 

Il mago rivolse un tenero sorriso alla figlia di ormai due anni e mezzo che sonnecchiava accanto alla madre dopo essersi intrufolata nel letto matrimoniale qualche ora prima, mormorando che aveva freddo e voleva stare con loro. 


“D’accordo… vai. Noi ti aspettiamo qui.”

Le labbra di Kate si piegarono in un sorriso e Seth annuì, appoggiando con delicatezza una mano sul suo pancione prima di parlare a bassa voce, continuando a non staccare gli occhi dai suoi:

“Ci conto.” 


*


“Eccoci qui… è tanto che aspetti?” 
“No, non preoccuparti… Come stai? Ti trovo bene. Non hai portato Becky?” 

Cecil sorrise alla sua migliore amica, guardandola sedersi di fronte a lui per poi ricambiare il sorriso, sistemando accanto a lei il passeggino.

“Bene grazie. No, Becky al momento è a farsi coccolare e viziare dal suo amato zio Nick, mentre Seth lavora e io mi godo la maternità… Isla come sta?” 
“Incinta.” 

Cecil piegò le labbra in un sorriso e l’amica strabuzzò gli occhi, guardandolo con sincero stupore:

“Davvero? Beh, è meraviglioso! Dopotutto non c’è il due senza il tre, no?” 
“Vale anche per te e Seth?” 
“In realtà penso che due mi bastino… ho avuto una femmina e ora un maschietto, era ciò che volevamo.” 

“Ecco, già che ci sei… mi fai vedere l’ometto?” 

Kate rise e annuì, sfilando il figlio di un paio di mesi dal passeggino per metterselo in braccio e permettere all’amico di vederlo, sorridendogli:

“Derion, lui è lo zio Cecil… è un amico di mamma da un sacco di tempo. Non è adorabile?” 
“Sì, lo è… Come mai il nome “Derion Saul”? È molto particolare.” 

“Il padre di Seth si chiamava Derion, e suo fratello Saul… come per Becky.” 
“Capisco. È un bel gesto, da parte tua. Ci pensi? Abbiamo 27 anni, siamo entrambi sposati e con due figli, io ho appena saputo che ho il terzo in arrivo… avresti mai detto che sarebbe andata così, dieci anni fa, quando eravamo all’ultimo anno di scuola?” 

“Decisamente no. Ma sono felice della strada che ho intrapreso, e di certo anche tu.” 

Kate sorrise e Cecil ricambiò, annuendo prima che l’amica parlasse di nuovo:


“A questo proposito… ti ho chiesto di vederci per chiederti una cosa. Per Becky abbiamo scelto mio fratello, ma mi chiedevo se ti piacerebbe essere il padrino di Derion.” 


A quella domanda Cecil esitò per un attimo, sinceramente sorpreso, prima di piegare le labbra sottili in un sorriso e annuire:

“Certo, con piacere. Potrei chiederti di fare lo stesso con il nuovo arrivato, magari insieme a Keller.” 
“Con estremo piacere.” 


*


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“Ah, eccovi qua… quante buste. Avete svaligiato un intero negozio?”

“Non esattamente, solo un pochino…” 
“Ciao mamy!” 

Rebecka rivolse un gran sorriso alla madre mentre, tenendo la “zia Erin” per mano, camminava sul vialetto che portava all’ingresso di casa, dove la giovane strega aspettava tenendo per mano il piccolo Derion, di poco più di un anno.

“Ciao tesoro… ti sei divertita con la zia?” 
“Sì, abbiamo preso un sacco di cose!” 

La bambina annuì, sorridendo alla madre mentre le cingeva le gambe con le braccia e Kate, per tutta risposta, lanciò un’occhiata eloquente all’amica:

“Non avevo dubbi… Vuoi entrare?” 
“Volentieri. Ciao, ometto! Dammi un bacio.” 

Erin sorrise, chinandosi per abbracciare il bambino che le rivolse un gran sorriso, lasciandosi pizzicare le guance paffute. 

“La donna di ghiaccio che si innamora dei miei figli, chi l’avrebbe mai detto…” 
“Oh, piantala!” 


*


“Che cosa stai guardando?” 

Seth entrò nel salotto, avvicinandosi alla figlia di sei anni che teneva gli occhi fissi su una delle fotografie incorniciate e sistemate sopra al caminetto spento. 

“Quella foto. Chi sono quelle persone?” 
La bambina indicò forse la più vecchia che tenevano sopra al camino e Seth abbozzò un sorriso, avvicinandosi per prendere la cornice e fare segno alla figlia di sedersi sul divano. 

Rebecka obbedì e lui la raggiunse subito dopo, sedendosi accanto a lei per mostrarle meglio la foto:

“Beh… questo sono io. E questa è la mia famiglia, loro sono i miei genitori e questi i miei fratelli.” 
“La mamma mi ha detto che non li ho mai visti perché sono andati in cielo tanto tempo fa.” 

Seth annuì, sorridendo di fronte alla candida ammissione della figlia mentre le accarezzava i capelli castani, osservando la foto con un velo di malinconia. 

“Già… avevo 17 anni, andavo ancora a scuola. In questa foto dovrei averne 16, credo.” 

“Come si chiamano?” 
“La mia mamma Rebecka, il nonno Derion… e i miei fratelli Sarah e Saul.” 
“Come me e Derion.” 

Rebecka sorrise, alzando lo sguardo per incontrare quello del padre, che annuì e ricambiò il sorriso:

“Sì, io e la mamma vi abbiamo chiamati come loro.” 
“Ci hai chiamati come la tua famiglia perché ti mancano, papy?” 

“Sì cucciola… mi mancano moltissimo. Ma ora, per fortuna, ho voi e la mamma.” 










……………………………………………………………………………..
Angolo Autrice:

Ed ecco anche la OS su Seth e Kate, l’ultima coppia della storia… Tuttavia la Raccolta non è ancora finita, vi aspetta un’ultima OS ;) 

A presto! 
Signorina Granger 
PS. Se volete andarli a vedere, ho inserito i Banner per Carter, Erin ed Echo
   
 
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