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Autore: JoJo    17/06/2009    4 recensioni
Ecco la vita di una ragazza senza armatura al santuario, gente! Niente combattimenti, allenamenti da fanatici o epiche battaglie. Praticamente la cosa più emozionante che potrebbe capitarmi è quella che mi finisca la benzina prima della salita che porta all'entrata della zona sacra!
Genere: Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Maledetta

Niente panico, mi ripeto mentalmente, niente panico!
Non è successo niente di così grave, in fondo.
Voglio dire: sono sempre stata così agitata in presenza di Shaka...
E' per via della sua aura mistica, probabilmente.
Oppure del fatto che in sua presenza mi ritrovo a fare figuracce colossali.
O sarà perchè è così dannatamente bello da sembrare il fratello bello di Apollo?
Scuoto la testa con forza, scacciando l'ultimo pensiero.
Ma che diavolo mi sta succedendo?
Da quando gli ormoni hanno preso il sopravvento sulla materia grigia?
Affretto il passo verso la casa di Vic e Kim, sperando che almeno loro possano darmi qualche conforto, o quantomeno farmi pensare a qualcos'altro.
Qualsiasi cosa.
Anche alla genetica applicata.
Quando arrivo davanti alla porta che mi è tanto familiare, mi ritrovo leggermente stupita quando la trovo aperta e sento delle voci provenire dall'interno.
La cosa che mi lascia più stupita è che una delle due è maschile, e di certo non appartiene a Pierre.
Entro con passo affrettato e quando metto piede nel salotto mi ritrovo davanti Kim e Saga che si fronteggiano con una strana espressione sul viso.
“Che succede qui?” domando, facendo saettare il mio sguardo dall'uno all'altra.
Il gold fa roteare gli occhi “Parli del diavolo...”
Guardo interrogativa la mia amica che mi rassicura “Non ti preoccupare Miki, lui se ne stava andando.”
“Non me ne stavo affatto andando.- ribatte Saga, incrociando le braccia- Intendo parlare con Michelle di quello che è successo ieri. Atena non ne è per niente contenta.”
Sospiro rassegnata.
“Non è successo niente di male.- mi difende Kim- Miki avrà avuto di certo le sue motivazioni e di sicuro aveva un piano!”
“Un piano?!” ripete scettico il gold.
“Sarebbe filato tutto liscio se Seiya avesse tenuto quella ciabatta chiusa!” mi giustifico, alzando le braccia
La mia amica annuisce concorde, ma Saga la pensa diversamente.
“Essere cavaliere comporta l'avere un certo rispetto per i propri compagni!” ribadisce.
Io incrocio le braccia “Beh, tecnicamente non è un mio compagno, e poi nessuno mi ha dato un libretto di istruzioni.”
“Guarda, cara la mia anima ribelle,-continua il cavaliere dei Gemelli, insolitamente loquace con me...che la presenza di Kim gli faccia questo effetto?- che per essere un cavaliere degno di questo nome bisogna ascoltare la propria coscienza, avere una tempra d'acciaio, saldi principi e un io interiore retto.”
“Beh, io sono diventata cavaliere per caso, - gli faccio notare- la mia coscienza spesso non riesce a convincere il resto del corpo a fare come dice, la mia tempra è fatta di gelatina, i miei saldi principi non sono poi così saldi e il mio io interiore per essere retto secondo i vostri canoni avrebbe bisogno di una guida o quantomeno di un navigatore satellitare.”
E poi, da che pulpito!Sono forse io quella che aveva una metà malvagia?
“Non siamo dei robot, Saga- mi viene in soccorso Kim- ognuno affronta il proprio compito in modo diverso.”
La riccia si scosta dalle spalle delle folte ciocche di capelli e guarda il gold con aria di sfida.
“Ognuno di noi ha il dovere di agire secondo la logica, lasciando da parte gli istinti del momento.” la rimbecca lui.
“Non era istintivo-borbotto-L'avevo premeditato...”
Ma il fatto che io abbia parlato non interessa a nessuno dei due.
“Seguire i propri istinti non è sempre male...”
Dal modo in cui la silver ha pronunciato la frase e da come ha incrociato le braccia mi pare una specie di accusa che ha poco a che fare con me.
“Il raziocinio è la cosa che ci distingue dalle bestie.” puntualizza Saga.
Cerco di aprire bocca nel tentativo di mettere fine alla discussione ma Kim non pare intenzionata a mollare.
“Scusami tanto se ho espresso la mia opinione- ribatte sarcastica- dimenticavo che quando si parla di te è solo la tua quella che conta!”
Il cavaliere di Gemini sgrana i suoi occhioni blu oltremare “Che cosa vorresti dire con ciò?”
“Che sei pomposo ed arrogante.” non esita a rispondere la mia amica.
Ma Saga non si lascia scomporre “Visto che sei così ferrata sui miei difetti perchè non ti curi più dei tuoi?”
Kim aggrotta le sopracciglia “I miei?E che problema avrei, io?” ringhia.
“Ecco qual è il tuo problema: parli, parli, ma non sai quello che dici!”
Decido di prendere in mano la situazione, separandoli anche fisicamente.
“Ho un'idea grandiosa!- annuncio, frapponendomi fra loro due- Perchè non cambiamo argomento?”
Ma i due mi lanciano un'occhiata al vetriolo prima di riprendere a battibeccare come niente fosse.
“Ok, fate pure come se non ci fossi...” borbotto allontanandomi leggermente, le braccia incrociate e il broncio in faccia.
Non vedo proprio perchè debbano coinvolgermi nelle loro divergenze private.
Che avranno poi da litigare tanto, dico io!
A lei piace lui, no?
E a lui lei non sta affatto indifferente, giusto?
Non vedo perchè debbano complicarsi la vita così, loro che non hanno problemi esistenziali come i miei...
Forse dovrei dirglielo, ed effettivamente sto per farlo, ma qualcosa mi distrae da questi pensieri...
Più che qualcosa è un cosmo, che mi calamita letteralmente con una sorta di richiamo magico.
“Non seguirlo.” mi avverte quella voce che di solito sento nei miei sogni.
Mi guardo attorno confusa, alla ricerca della sua fonte, ma non trovo niente.
Oltretutto quel cosmo continua a chiamarmi così insistentemente...
“Non andare.” mi ripete quella voce così calda, ma io non l'ascolto più.
Il richiamo è ipnotico.
Muovo qualche passo verso la sua fonte, che tuttavia è molto lontana.
“Michelle, che ti prende?” mi domanda preoccupata Kim.
Ma io nemmeno la guardo in faccia “Devo andare.” mormoro allontanandomi e uscendo di casa.
Dietro di me sento la voce di Saga che domanda alla mia amica “Ma che le prende?”
Li ignoro e inizio a correre più velocemente che posso lungo i campi di addestramento, fin fuori dalle mura...Ancora più in là!
Rallento un po' solo quando lo sento più vicino.
Il cuore mi batte all'impazzata e il mio respiro è irregolare mentre vedo cinque sagome avvicinarsi e mettersi a semicerchio di fronte a me.
“Torna indietro.” mi intima di nuovo quella voce conosciuta, ma di nuovo la metto a tacere.
Esito troppo prima di chiedergli chi sono, tanto che una di loro inizia a parlare prima di me.
Il suo viso ancora un po' infantile mi rivela che probabilmente quando l'armatura l'ha scelta doveva avere poco più di tredici anni, o giù di lì. Ha grandi occhi verdi e i capelli corti raccolti in una stana acconciatura che le fa schizzare da tutte le parte delle ciocche rosa, verdi e blu. È lei la fonte del cosmo ipnotico...era così forte che prima riusciva a sopraffare anche quello degli altri.
“E' lei Nikon?” domanda con impazienza, voltandosi verso un uomo alto e muscoloso dalla pelle e i capelli bianchissimi e gli occhi inverosimilmente rossi.
Nikon si gira verso di me e mi guarda intensamente “Sì. Ragazzi, lei è Aracne.”
Sbatto gli occhi, ancora più confusa.
Che cosa vogliono da me?
“Chi siete?” domando, con voce tramante.
Lui mi rivolge un sorriso ampio e obliquo “Siamo cavalieri maledetti, esattamente come te. Era da tanto che aspettavamo di incontrarti.”
“Incontrare...me?” chiedo dubbiosa.
La ragazzina inizia a trotterellarmi incontro “Non vedevo l'ora che tu ti unissi a noi!- trilla felice- Io sono Verena, cavaliere della Siringa.”
Aggrotto la fronte confusa “Unirmi a voi?”
Nikon mi si avvicina e mi prende la mano “Il precedente cavaliere di Aracne era una nostra compagna, poi la sua armatura ci è stata tolta. Ti abbiamo tanto cercato, ma siamo riusciti a trovarti solo oggi.- mi spiega, con il suo forte accento slavo- Ma lascia che mi presenti: sono Nikon cavaliere di Bellerofonte.”
Con l'altra mano addita un ragazzo orientale dai tratti talmente delicati da sembrare effeminati, ma dagli occhi cattivi e maligni “Lui è Kunio, cavaliere di Siprete.”
Il suo indice poi si sposta verso una donna di colore, dai capelli acconciati in una moltitudine di treccine decorate con anelli dorati, e dallo sguardo basso e triste “Lei è Lamya, cavaliere di Eco.”
Prima ancora che lui possa dire altro il mio sguardo si sposta verso l'ultimo rimasto, un uomo colossale quanto Aldebarn, la pelle ambrata e i capelli acconciati alla maniera dei rasta.
I suoi profondi occhi castani sono già fissi su di me, e mi scrutano talmente a fondo da costringermi ad abbassare lo sguardo “Infine il cavaliere di Laomedonte, Tomàs.”
“Io sono Michelle.” balbetto, giusto per educazione.
“Felici di averti finalmente con noi.” mi accoglie di nuovo Nikon, sorridendomi apertamente.
Io sfilo la mia mano dalla sua, che sta ancora tenendomi stretta, e faccio qualche passo traballante indietro.
“Non intendo unirmi a voi.- spiego con convinzione- Ho già un posto dove stare.”
Kuino mi rivolge un sorriso obliquo “Con i cavalieri di Atena?Tu?Ma fammi il favore.”
La sua voce è secca è irritante e mi fa comparire sul volto una smorfia infastidita.
“Beh, sto con loro, per adesso.- ribadisco- E se così non fosse ho altre persone che mi aspettano.”
E che credono ancora che io mi trovi sopra un monte alla ricerca di un fantomatico oracolo...
“Ma quello non è il tuo posto. Tu devi stare con noi, come Rosalie prima di te.”
Guardo l'albino con faccia interrogativa “Rosalie?”
“Colei che aveva l'armatura di Aracne.”
“Lei...stava con voi?” domando di nuovo.
Sapevo che non tutti i cavalieri maledetti sono come Takis, Jack, Mintha e Miguel.
Anzi.
Mi hanno spiegato perfettamente che il fatto di avere questa sorta di immunità, un pessimo rapporto con le divinità e i loro cavalieri, ha reso la casta a cui appartengo un branco di individualisti e opportunisti.
Tuttavia ho sempre contato di far parte dei “buoni” e in un certo senso speravo che la mia armatura fosse destinata ad agire per il bene...
La ragazzina dai capelli multicolor mi si avvicina e tenta di appoggiarmi le mani sulle tempie.
Inconsciamente faccio un passo indietro, intimorita.
“Rilassati- mormora Verena assottigliando lo sguardo- Ti farò conoscere Rosalie.”
La curiosità è troppa, così lascio che le sue piccole dita sfiorino la mia pelle.
E poi tutto quello che ho avuto davanti fino a questo momento sparisce e mi ritrovo catapultata nel passato, quando la mia armatura era di qualcun altro.

Il Sole splende alto in cielo. A giudicare dalla sua posizione dovrebbe essere mezzogiorno.
Mi porto una mano a schermarmi gli occhi da questa luce accecante e finalmente riesco ad osservare il paesaggio intorno a me.
Mi trovo in un parco pieno di fiori. Il verde del prato è totalmente nascosto da boccioli lilla e bianchi che non riesco a riconoscere. Qua e là fa capolino qualche cespuglio solitario e altrettanto colorato.
Come spinta da uno strano istinto inizio a camminare lungo un sentiero di terra battuta che costeggia il prato fiorito.
Ogni tanto incrocio delle persone ma non ne riconosco i lineamenti. I loro volti mi paiono solo delle macchie di colore sfocate.
E poi, davanti a me, seduta su una panchina, c'è lei.
Non ho alcun dubbio: è Rosalie.
Indossa un cappello di paglia decorato da un grosso fiocco azzurro che richiama i colori dell'abito dal taglio semplice. Fra le mani regge un libro dalle pagine ingiallite.
“Avvicinati pure.- mi incita la voce di Verena- Queste immagini vengono dal passato: nessuno può vederti.”
Obbedisco immediatamente e vado ad osservare la ragazza più da vicino.
Il suo volto è magro e con gli zigomi pronunciati. Ha degli occhi grandi e innocenti, di un azzurro incredibilmente chiaro, e sulla fronte le cadono delle ciocche corvine, che sfuggono dall'acconciatura.
Le labbra, rosse e piene, sono piegate in un sorriso velato.
“Rosalie!”
Quando questa voce maschile la chiama, entrambe ci giriamo verso l'uomo che si sta avvicinando a lei. La mora si alza e gli corre incontro spensierata, per poi abbracciarlo felice.
Non faccio in tempo a cercare di analizzarne il viso che tutta questa scena scompare, portandomi immediatamente da un'altra parte.
Rosalie è in piedi davanti a uno specchio, il volto contratto in un'espressione dura e gli occhi pieni di lacrime.
“Come ha potuto farmi questo?” ringhia, con voce bassa e tagliente.
La guardo confusa.
Cosa mi sono persa?Fino a qualche attimo fa era felice, insieme a quel ragazzo ed ora...
Di nuovo, repentinamente e causandomi un leggero giramento di testa, lo scenario cambia.
Rosalie è di nuovo nella stessa stanza, ma è notte.
Davanti a lei c'è l'armatura di Aracne.
Un battito di ciglia e siamo di nuovo al parco, deserto, illuminato solo dalla luce della luna.
Rosalie cammina con passo fiero, indossando la sua armatura.
I suoi occhi di ghiaccio sono duri, perfino crudeli, mentre si posano su due figure imprigionare da delle ragnatele.
“Che cosa vuoi da noi?” domanda con voce spezzata quella che sembra una ragazza.
Per tutta risposta il cavaliere di Aracne si mette a ridere “Vendetta. Non è saggio rubare l'uomo ad un cavaliere maledetto, sciocca ragazzina.”
L'altra figura, che ora riconosco come l'uomo che ho visto poco fa, si dimena inutilmente. Le ragnatele gli tappano perfino la bocca, ma i suoi occhi sono sgranati e colmi di paura.
“Aracne's puppet!” grida Rosalie, tendendo la mano contro l'altra ragazza.
Cinque fili sottilissimi partono dalle sue mani e raggiungono l'obiettivo in meno di un secondo.
“Visto che vi siete divertiti così tanto alle mie spalle- spiega con un sorriso spietato- penso che sia più che legittimo che io mi diverta un po' con voi, non trovate?”
Muove le mani con grazia e ad ogni suo movimento anche la sua preda si muove, come una marionetta.
“Guarda quanto è carina, Robert- lo stuzzica con cattiveria, con la sua voce di velluto- Preferisci che la faccia cadere in un lago e le impedisca di nuotare per salvarsi, o che la obblighi a pugnalarsi da sola?”
Sbarro gli occhi scioccata.
“Non farlo. Ti prego non farlo!” mi ritrovo a implorarla.
Cerco anche di andare a liberare quella povera vittima dai fili che la legano, ma appena provo a toccarla la mia mano la trapassa come se fossi un fantasma.
Rosalie intanto, con espressione astiosa stringe il pugno, cosa che provoca nella ragazza una forte contrazione di tutti i muscoli.
Boccheggia per un po', nell'incessante ricerca di aria, ma dopo pochi secondi la sua testa si reclina sul petto, senza vita.
“Ed ora passiamo a noi.” sussurra la mora, lasciando cadere il corpo esanime di quella ragazza dietro di sé.
“Aracne's venom!” urla, mentre si avventa contro all'uomo inerme, usando il proprio braccio come se fosse la zanna velenosa di un ragno.

Nonostante ci sia il sole sento il ghiaccio scorrermi nelle vene.
“Come ha potuto farlo?” mormoro, più rivolta a me che agli altri cinque cavalieri maledetti.
Attraverso le lacrime che mi offuscano la vista intravedo la piccola saint della Siringa scrollare le spalle.
“Erano solo comuni esseri umani, Aracne...” la giustifica.
Sgrano gli occhi scioccata “Non puoi pensarlo davvero.”
Kunio prorompe in una risata maligna, mentre Nikon riprende la parola “La vita di un essere umano non vale la metà della nostra, cara Michelle.”
Osservo i suoi occhi rossi con rabbia “Noi siamo esseri umani!”
“Ti sbagli. Noi siamo quasi semi-dei.- spiega con la convinzione di un pazzo- Forti, potenti, immortali. Siamo la schiera più forte fra i cavalieri ed il mondo deve conoscerci e temerci!”
Scuoto la testa allibita “Dovremmo usare le nostre capacità per essere d'aiuto, non per distruggere le altre persone.”
Ma al sentire queste mie parole Bellerofonte si mette a ridere di gusto “Sei così ingenua.”
Non possono pensarla davvero così.
Faccio vagare lo sguardo sui loro volti: Tomàs ha lo sguardo perso verso l'orizzonte, come se non stesse ascoltando affatto i nostri discorsi. Eco invece tiene gli occhi bassi, le mani giunte dietro la schiena. L'orientale mi guarda sprezzante.
“Tu sei solo una ragazzina- tento speranzosa, rivolgendomi a Verena- Non puoi pensarla come loro!”
Le labbra cadaveriche dell'albino si piegano su in un sorriso “Verena è l'assassina più dotata.”
Al sentire questo inaspettato “complimento” la piccola sorride soddisfatta.
Prendo qualche bella boccata d'aria, nel vano tentativo di calmarmi.
“Io non sono come voi.” annuncio, mettendoci tutta la determinazione che ho.
“Per ora.” sghignazza il giapponese, squadrandomi.
“No!- ribatto infastidita- Io non sono e non sarò mai così...”
Nikon inclina leggermente la testa di lato “Anche Rosalie all'inizio era uno zucchero filato. Poi l'hai visto tu stessa com'è diventata. E pensa che quello era un episodio soft.”
Scuoto la testa “Io sono diversa.”
“Non puoi farci niente, Michelle.- mi informa Verena, che ora guardo con occhi diversi- Questa è la tua natura: l'armatura di Aracne è stata quella più temuta proprio perchè i suoi possessori sono da sempre i più spietati. Nessuna eccezione.”
Questa notizia mi fa scorrere un brivido freddo lungo la spina dorsale.
“Non è vero.” ringhio convinta.
“Certo che sì!-ribatte Siringa- Pensa che ogni venatura rossa che decora la tua armatura corrisponde ad una vita spezzata dal suo proprietario!”
Scuoto la testa di nuovo, mentre un senso di nausea mi sale fino alla gola.
Nikon ride di nuovo “Questa tua caparbietà sarà un bel vantaggio quando ti unirai a noi.”
Alzo lo sguardo e gli rivolgo un'occhiataccia degna di nota.
“Non succederà mai.” ripeto.
“Non oggi, forse- continua, per niente scoraggiato- Ma il tuo destino è segnato. Volente o nolente sarai mia.”
Muovo qualche passo all'indietro, intimorita dalle sue parole e Verena si muove verso di me, con l'intento di fermarmi.
“Lasciala andare.” intima Tomàs, con il suo vocione oscuro.
Bellerofonte si gira spiazzato verso di lui, ma questo stupore non dura che pochi attimi.
In pochi secondi, i suoi occhi rossi si puntano di nuovo su di me “Torna pure a casa, Aracne.- acconsente, quasi bonario- Ma rifletti su quanto ti è stato detto. Il tuo posto è con noi e se non tornerai tu...allora verremo noi a prenderti!”
Non mi faccio ripetere due volte questo invito.
Con insolita agilità giro i tacchi e inizio a correre a predi fiato verso il Santuario.

Guardo l'armatura con astio. È disposta in modo da sembrare un ragno.
Mi soffermo a osservare il suo atteggiamento.
Non un ragno che tesse la sua tela.
Un ragno maligno, pronto ad attaccare.
Ed ora che so il significato di quelle venature vermiglie, il suo aspetto mi fa rabbrividire ancora di più.
Volto le spalle di scatto, come se questo potesse davvero togliermela da davanti agli occhi.
Sono io che decido il mio destino, continuo a ripetermi mentalmente.
Rosalie è impazzita e si è fatta completamente divorare dal sentimento di vendetta, fino a diventare una pazza spietata...e allora?
Quante possibilità ci sono che possa capitare anche a me?
È vero. Ho una certa voglia di farla pagare a Febe per quello che ha fatto a Takis, e allora?
Direi che è una cosa normale.
Io non diventerò un'assassina feroce...
“Certo che non lo farai, Michelle.- sussurra una voce vellutata- Sei la persona più dolce che io conosca.”
Mi paralizzo sul posto. Stupita.
Stavolta non può essere solo nella mia testa.
Lentamente, mi volto verso l'armatura e quello che vedo mi fa sobbalzare.
Takis è davanti a me e mi sorride incerto.
“T-t-tu...” balbetto ma non riesco a dire niente di sensato.
“Come faccio ad essere qui?Non lo so nemmeno io.” mi rivela.
Fisso con insistenza quei magnifici occhi azzurri che mi sono mancati così tanto, ma non riesco a frenare per molto l'istinto di corrergli incontro.
Al che lui si mette a ridere, allargando leggermente le braccia.
“Michelle, che stai facendo?”
Quando la voce di Shaka mi chiama da dietro, freno immediatamente la mia piccola corsa e mi volto verso di lui.
“Io...” tento di spiegare, ma il grande sorriso che ho sulle labbra sparisce immediatamente quando, girandomi a guardare il punto esatto dove si trovava Takis non lo vedo più.
“Io...io...credevo di aver visto qualcosa...” balbetto, passandomi una mano sugli occhi.
“Qualcosa?” ripete il biondo, inclinando la testa di lato.
Mi lascio cadere seduta per terra, e appoggio la testa sulle ginocchia, esausta.
Insomma, che diavolo mi succede?
Sento le voci, parlo con le allucinazioni...come ho potuto pensare che Prometheo fosse davvero qui?
“Michelle?” mi chiama di nuovo il saint.
“Credo di avere un esaurimento nervoso.” mi giustifico, con voce debole.
Shaka muove qualche passo, fino a superarmi ed arrivare a sfiorare con le dita la mia armatura, ancora esposta a qualche metro da me.
“Come mai la tua armatura è qui?” domanda, senza guardarmi, ma continuando ad analizzare le mie vestigia .
“Ho cercato di distruggerla- ringhio- ma sembra impossibile. Forse dovrei provare con la kryptonite!”
Con un movimento elegante che gli fa ondeggiare i fili d'oro puro che si ritrova al posto dei capelli, Shaka si volta verso di me “Perchè vorresti distruggere la tua armatura?” chiede, alzando un sopracciglio.
“E' maledetta.” borbotto, guardando da un'altra parte.
Ma lui sembra non cogliere “Già. Ma è più di un anno che lo sai. Non può essere questo il problema.”
Mi alzo di scatto, mi avvicino a lui e stringo i pugni con rabbia.
“Vuoi sapere cosa c'è che non va?Perfetto!-sbotto- Il problema è che ogni singola striatura rossa su quell'armatura corrisponde ad una vita spezzata dalla sua precedente custode che, per inciso, era una psicopatica assetata di sangue e fra l'altro pare che quest'ultimo sia un tratto distintivo di tutti i possessori di questo cloth...”
Shaka prova ad aprire bocca per dire qualcosa, ma io alzo una mano per fermarlo e continuo a parlare “Oltretutto i vecchi compagni di Rosalie sono convinti che io sia sulla buona strada per diventare come lei. E, sai una cosa?, forse non avevate tutti i torti a dubitare di me. Per non parlare poi del fatto di quelle stupide allucinazioni che mi stanno facendo letteralmente impazzire!”
Incrocio le braccia e inizio a fissare la punta delle mie scarpe.
Perfetto.
Ci mancava lo sclero con Shaka!
Davvero ottimo!
Magari potrebbe pensarci lui a darmi il colpo di grazia e liberare definitivamente questo mondo dalla mia stupidità!
“Dovresti andare a farti visitare da un medico.” mi consiglia, al di là di ogni mia immaginazione.
Alzo lo sguardo e lo sguardo interrogativa “Ti ho appena detto di poter essere una potenziale traditrice e tu mi dici che dovrei andare da un medico?”
Shaka sospira “Perchè dovresti essere una traditrice?”
“Per cominciare, stamattina sono uscita dal Santuario e ho incontrato altri cinque cavalieri maledetti...”spiego, mettendo una specie di broncio.
“Che cosa hai fatto?”
Mi stringo nelle spalle e abbasso lo sguardo, colpevole “Sentivo i loro cosmi che mi chiamavano fuori dalle mura, così sono andata a vedere. Loro mi hanno mostrato la storia della mia armatura e mi hanno proposto di unirmi a loro.”
“Ma tu sei rimasta qui.” mi fa notare Shaka.
“Già...-borbotto- Ma a quanto pare sono destinata a schierarmi dalla parte sbagliata. Forse non è oggi e nemmeno domani, ma prima o poi farò qualcosa di irrimediabilmente stupido e pericoloso.”
Sulle labbra del gold si distende un sorriso “Questo è probabile- ammette, spiazzandomi completamente- Anche se non nel senso che intendi tu. Michelle, tu non saresti in grado di fare qualcosa di malevolo neanche se ti sforzassi con tutte le tue forze.”
Spalanco gli occhi, stupita.
In fondo ha ragione, non è proprio nella mia natura una cosa del genere.
“Tu non capisci. Tutto l'odio e il sentimento di vendetta che provo verso Febe, allora?- chiedo, mordicchiandomi l'unghia del pollice, preoccupata- Nemmeno io pensavo di poter provare cose del genere e invece...Se tutto questo fosse solo la punta dell'iceberg?”
Shaka scuote la testa, rassegnato dalla mia cocciutaggine.
“Dovevi vedere Rosalie, quella che aveva l'armatura prima di me- adduco come spiegazione- Prima era così buona, gentile. E poi si è trasformata in un mostro.”
“Avere il potere di distruggere e la forza di prevalere su gli altri esseri umani può annebbiare i nostri cuori.”
Mentre parla, io mi siedo a gambe incrociate davanti al gradino dove si è seduto lui, come un'allieva attenta che ascolta il suo maestro.
“Le tecniche di combattimento, le battaglie vinte e il numero di nemici sconfitti non sono niente.- continua con voce vellutata- La capacità di mantenere il proprio cuore puro nonostante questo, ecco, quella è la vera forza di un cavaliere. E Michelle, credimi, sono certo che questa capacità non ti manca.”
La temperatura attorno a me sale vertiginosamente, e abbasso la testa imbarazzata nel vano tentativo di nascondere il rossore alle guance.
“E' una sorta di complimento?” balbetto, fissando dei sassolini.
Non guardo la faccia di Shaka mentre risponde, ma da come parla mi pare ci sia un sorriso a decorare il suo bel viso “Sì. Una specie.”
Per Zeus, Hera, Atena ed Apollo!
Ok. Sto per andare in iper-ventilazione.
Contegno, Michelle, contegno!
“Ti senti bene?” mi domanda, per la seconda volta oggi.
Al sentire queste parole alzo la testa di scatto e con balzo sono in piedi “Certo. Magnificamente.” butto fuori alla velocità della luce, ancora troppo agitata per parlare come una persona normale.
“E le allucinazioni di cui parlavi?”
“Oh. Quelle.” borbotto, afflosciandomi un po'.
Sposto delle ciocche ribelli che mi finivano sugli occhi e mi decido a rispondere.
“Probabilmente è solo stanchezza...o sto diventando definitivamente pazza.” aggiungo a mezza voce.
Ma Shaka non pare voler mollare “Senti delle voci?” indaga, aggrottando le sopracciglia.
Annuisco mesta “Sento Takis.- specifico- E lo vedo anche.”
“Forse non dovresti sottovalutare questa cosa.”mi consiglia, con voce dolce.
Sospiro stancamente e faccio un gesto noncurante con la mano “Quando inizierò a vedere elefanti rosa mi preoccuperò” gli assicuro. Ma il gold non coglie il mio sarcasmo così cambio repentinamente argomento.
“Piuttosto, credo sia il caso che Atena e gli altri cavalieri sappiano della visita che ho ricevuto...”
“...ma non vuoi essere tu ad informarli.-continua lui per me, iniziando ad allontanarsi- Chiederò udienza alla dea.”
“Grazie.” lo ringrazio in un soffio.
Shaka mi fa un cenno col capo in risposta e poi se ne va con il suo passo fiero.

Incontrare i cinque cavalieri maledetti oggi mi ha messo un po' sotto pressione, lo ammetto.
Verena, per esempio, sembra essere una guerriera fatta e finita, ed avrà sì e no tredici anni!
E io cosa so fare?
Sparare ragnatele a destra e a manca, ma niente di più.
Sai che grande tecnica di combattimento...Al massimo potrebbero prendermi nel prossimo film di Spiederman!
Subito dopo la mia chiacchierata con Shaka ho riflettuto meglio sull'incontro di oggi con gli altri cavalieri.
Voglio dire: Rosalie aveva altre due tecniche, ed anche potentissime!
Se mi impegnassi, sono sicura che potrei imparare a usarle e farla pagare a Febe una volta per tutte.
“O almeno non essere di peso ai gold.” mormoro fra me e me...
Alzo lo sguardo e osservo il gold di Capricorn segare in due con particolare facilità un'altra colonna di marmo.
Credo che degli archeologi impazzirebbero a vedere una cosa del genere!
E' da quando Shaka mi ha lasciata da sola che sto tastando il terreno per chiedere a Shura di allenarmi.
Insomma:lui ha una spada affettatutto nel braccio, io ho un aculeo velenoso nel braccio...direi che qualche dritta potrebbe anche darmela, no?
Solo che con lui non ho mai avuto un grande rapporto...Anzi, credo di non avergli mai nemmeno parlato, forse. Anche se questa cosa potrebbe ricadere a mio vantaggio.
Stamattina sono trotterellata su fino alla Decima, ma non sono riuscita ad entrare. E poi, quando lui è uscito per andare ad allenarsi, non ho avuto idea migliore che quella di seguirlo e mettermi buona buona ad osservarlo, in attesa che le parole giuste per chiedergli di allenarsi arrivino.
“Si può sapere perchè mi stai ronzando intorno?” sbotta Shura, altamente scocciato, voltandosi di scatto verso di me, mentre con un asciugamano bianco si tampona la testa per asciugare delle gocce di sudore.
Io arrossisco e abbasso lo sguardo. Allora l'ha notato che lo sto pedinando!
“Beh...ecco io...” balbetto, imbarazzata.
“Allora?” domanda di nuovo impaziente.
“I-io, volevo chiederti una cosa ma...non sono sicura...”
Cielo!E sì che non dovrebbe essere così difficile. È solo una stupida domanda!
Shura inarca un sopracciglio e mi osserva sospettoso.
“Non...Non ti sarai presa una cotta per me?” chiede titubante.
“No!” urlo, praticamente, spalancando gli occhi. Come gli è venuta un'idea del genere?Stupido ego maschile.
Il gold di Capricorn mi guarda torvo. Forse ho messo troppo impeto nel rispondere.
“Cioè, non voglio dire che non ci si possa innamorare di te- balbetto imbarazzata- Di certo sei un bell'uomo e di sicuro hai un carattere interessante, solo che io personalmente non mi sento attratta da te...Non che tu non sia attraente, questo è sicuro, il fatto è che...”
“Basta così!- mi interrompe, mettendo fine a questo supplizio generale- Cosa vuoi da me, di grazia?”
Abbasso la testa e metto le mani giunte per supplicarlo “Nobile Shura, ti imploro di prendermi come allieva!”
Lui sbatte le palpebre confuso “Tu vuoi che io ti alleni?”
Annuisco con convinzione “Sei il solo che può farlo.”
“Perchè io?” domanda di nuovo, scettico.
“Perchè io e te abbiamo più cose in comune di quanto credessi.” spiego, passandomi una mano sul braccio.
Shura continua a guardarmi interrogativo così spiattello anche a lui tutta la storia, escludendo ovviamente incontri con cavalieri maledetti e usando un tono civile e non da pazza isterica come ho fatto con Shaka.
Ora che ci penso, la storia non gliel'ho spiattellata per niente.
Diciamo che gli ho solo detto che ho un aculeo nel braccio, onde evitare tutte quelle pantomime a cui qui tutti sono così portati...Anche perchè forse se conoscesse tutti i particolari non vorrebbe allenarmi.
In fondo non sono nemmeno bugie, ma delle sane mezze-verità che non fanno male a nessuno.
“Ti aiuterò.- decide infine, annuendo serio- Sarà interessante: non ho mai conosciuto nessuno con capacità così simili alle mie.”
“Grazie!Grazie, grazie, grazie, grazie!”
“Non ringraziarmi ancora.” mi interrompe, con uno strano ghigno sulla faccia.
Oh-oh. Avevo dimenticato la terribile tendenza sadica dei gold qui al Santuario.
Deglutendo rumorosamente, inizio ad indietreggiare senza dare troppo nell'occhio.
Shura alza la mano e mi fa segno di avvicinarmi “Avanti, attaccami. Fammi vedere di cosa sei capace.”
Io non accenno a muovermi.
“Non credo che un corpo a corpo sia una grande idea...” balbetto, mordicchiandomi il labbro inferiore.
Lui alza un sopracciglio “Perchè?Hai paura?E' solo una prova, Michelle, niente di trascendentale...”
“Dimentichi forse che sono velenosa?- gli ricordo- Non credo sia il caso correre certi rischi. ”
“Velenosa?” ripete scettico Shura, inarcando un sopracciglio.
“Tu hai un miracle balde installato nel braccio e io non posso essere velenosa?”ribatto, con tono inacidito.
Il gold alza le mani in segno di resa. “Ok, ok. Niente corpo a corpo. Che ne dici di provare a infilzare quello?”
Sposto lo sguardo per seguire il suo lungo indice che sta indicando un oggetto poco distante.
Si tratta della colonna che ha segato in due poco fa.
“Quello è marmo.” gli faccio notare.
Ma lui continua a guardarmi interrogativo, come se non capisse qual è il problema.
“Mi frantumerò il braccio.” spiego.
Con un sospiro fa roteare gli occhi, leggermente infastidito dalla mia mancanza di collaborazione. “Quello?” ritenta, additando un albero di ulivo che di certo ha conosciuto tempi migliori.
“Non so se è proprio il caso...”
“Michelle: o fai come dico io o ti fai aiutare da qualcun altro!” sbotta, interrompendomi.
Alzo le mani in segno di resa “Ok, ok, ci proverò!Poi però mi dovrai aiutare a togliere tutte le schegge!”
Il gold si lascia scappare un nuovo rumoroso ed esasperato sospiro ed io mi appresto ad eseguire il suo ordine.
In fondo, che cosa vuoi che gliene importi a Mr.Affettatutto? Lui ha già tagliuzzato talmente tante cose in vita sua che mi domando perchè non gli abbiano ancora proposto di fare la pubblicità ad un set di coltelli.
Sono io quella che deve preoccuparsi. Il mio braccino è fatto di tenera carne e ossa non poi così robuste: non si è ancora reso conto di poter fare cose del genere.
“Sei pronta?” mi domanda impaziente.
Sto per scuotere la testa in segno di diniego, ma mi rendo conto che non sarebbe una mossa geniale, perciò annuisco con riluttanza, e deglutisco a vuoto un paio di volte.
Senza pensarci, Michelle, mi intimo, è l'unico modo perchè tu possa farlo!
Chiudo gli occhi e mi scaglio contro quell'ignaro pezzo di legno, sperando di non farmi troppo male.
L'impatto produce un rumore sordo, ma il fatto di non provare alcun dolore mi rincuora.
Così, prendo coraggio e decido di dare un'occhiata.
L'albero è intatto, esattamente come l'avevo lasciato.
Io, invece, mi trovo qualche metro più indietro e ho il braccio completamente fissato nel suolo.
La tensione adrenalinica dell'attacco se ne va in un baleno e io mi affloscio a terra, sul terreno secco e polveroso.
“Ti avevo detto di colpire l'albero, Michelle.” mi rimprovera Shura, avvicinandosi con poche, ampie falcate.
Sbuffo, riuscendo solo a sollevare un bel polverone, che mi fa tossire rumorosamente.
“Avanti- continua il gold, determinato a compiere appieno il proprio ruolo di maestro- Alzati e riprova.”
Io cerco di tirarmi su, sfilando il mio braccio sinistro che è ancora conficcato a terra, ma lui non vuole proprio saperne.
Trattenuta da non so cosa, non posso fare altro che ricadere sdraiata a pancia in giù.
“Perfetto” borbotto fra me e me.
“Ti vuoi muovere?” mi sollecita Shura, leggermente spazientito dalla mia lentezza.
“Non posso.” spiego con tono lugubre.
“Prego?” chiede, non capendo a cosa mi riferisco.
Oppure lo sa benissimo, ma vuole semplicemente farmelo dire ad alta voce solo per mettermi in imbarazzo.
Dev'essere una particolare abilità dei gold, certo.
Servono Atena con rettitudine, hanno un surplus di sensi, potrebbero annientare questo pianeta con un battito di ciglia e in più, come bonus, riescono a farti sentire stupida e goffa.
Come se già non lo fossi già per conto mio.
“Allora?” incalza, pestando un piede a terra.
“Sono incastrata!” sbotto, quasi urlando, mentre divento rossa come un pomodoro maturo.
Silenzio.
Non un silenzio normale, però. Quel tipico silenzio che, dopo anni di figuracce e gaffes ho cominciato a riconoscere, serve per nascondere delle sghignazzate sommesse.
Picchietto la fronte sul terreno per un paio di volte, aspettando pazientemente che il gold ritorni in grado di parlare senza scoppiare a ridere.
Ci mette meno di quanto pensassi. “Ti aiuto io.” propone, afferrandomi la vita come se fossi un sacco di patate.
“Aspetta, aspetta!- cerco di fermarlo- Non vorrei che mi si staccasse il bracc...”
Non faccio in tempo a finire la frase che mi ritrovo in piedi, impolverata, ma finalmente libera.
“Grazie.” sussurro, passandomi una mano su maglietta e pantaloni, nel tentativo di darmi una pulita.
Shura mi fa un ghigno in risposta e poi il suo sguardo affilato si sposta sul buco che ho lasciato nel terreno.
Decido di imitarlo e appena mi ritrovo ad osservare il buco che io stessa ho creato non posso fare a meno di sussultare.
“Che cos'è?” domando perplessa, osservando quello strano liquido scuro.
Il cavaliere inclina leggermente la testa “Credo che sia il tuo veleno...”
Continuo a guardare con occhi sbarrati e, se possibile, li sgrano ancora di più, quando un sassolino che Shura ha lanciato nella chiazza corvina si dissolve, producendo una specie di gas.
“Corrosivo.” commenta lapidario.
Stringo le labbra, leggermente schifata. C'è davvero quella...quella cosa nel mio braccio?
Vorrei dire qualcosa a riguardo, qualsiasi cosa che non mi faccia sembrare impressionata e imbambolata, ma una stretta attorno alla vita mi toglie qualsiasi possibilità di proferire parola.
“Miki!Finalmente.- trilla la voce di Pierre mentre mi abbraccia da dietro- Pierre pensava che non ti avrebbe mai trovato!”
“Pierre!Mi stai facendo soffocare.” protesto, cercando di scrollarmelo di dosso.
Lui prorompe in una risatina deliziata, stringendo un poco i suoi occhioni da cucciolo.
Shura alza un sopracciglio e lo guarda perplesso.
Pierre mi strattona il braccio iniziando a trascinarmi chissà dove “Siamo davvero spiacenti, nobile Shura, ma la presenza di Michelle è richiesta urgentemente da un'altra parte. Buona giornata.”
Il gold non fa in tempo a ribattere e, a parte delle proteste soffocate, non riesco a dire niente di sensato anche io mentre il mio amico mi tira con foga, costringendomi a fare passi lunghi e veloci per tenergli testa.
Ma che cavolo gli è preso?

“Grazie mille, Pierre.”
Non. Ho. Parole.
E io che pensavo che fosse la Kido quella che se vuole qualcosa se lo prende senza fare troppo complimenti!
A quanto pare deve essere una caratteristica contagiosa visto che anche Chen invece di chiedermi gentilmente di andare a parlare con lui mi ha fatto praticamente rapire.
Ma che prende a tutti quanti?Sono rimasta l'unica con un po' di buone maniere?!
“Chen!” ringhio, rivolta al piccolo oracolo che mi sta sorridendo amabile.
Per la stizza ignoro perfino Pierre che se ne va salutandomi spensierato.
“Michelle!Sono contento che tu sia venuta: ho delle importanti novità di cui voglio renderti partecipe.” dice serissimo, come se fossi venuta qua di mia spontanea volontà.
“Piccolo...” mi censuro da sola, notando la sua faccia leggermente preoccupata.
Mi massaggio le tempie con l'indice e il medio “Si può sapere che cosa vuoi?”
Non sono affatto entusiasta di essere stata trascinata qui alla Tredicesima: ci mancherebbe anche, a coronare questa giornata, che incontrassi Tastumi, oppure Saori o peggio ancora quel chiuhuahua assatanato. Ho ancora il segno dei suoi dentiti aguzzi sulla mano!
“Un sacco di cose- risponde Chen, senza centrare il senso della mia domanda- Che Mu la smetta di farmi fare esercizi inutili e inizi a insegnarmi cose serie, che a Saori venga il colpo della strega o magari un'acne coi contro fiocchi e poi che...”
“Chen...” sibilo, cercando di riportarlo all'ordine.
Lui mi fa con le dita cenno di seguirlo, così iniziamo a muoverci all'interno del dedalo di corridoi di cui è composto il Grande Tempio.
“Le cose stanno così, Miki: Atena ha deciso di convocare una riunione straordinaria e all'ordine del giorno ci sei tu.” spiega, con tono talmente serio che mi fa dubitare della sua età.
“Scherzi?Vuoi dire che sarò...sarò messa sotto processo di fronte a tutti?” chiedo allarmata.
Vedo la sua corta chioma corvina scuotersi in segno di diniego “Non è quello che ho detto: tu sei l'argomento da discutere, ma la tua presenza non è affatto richiesta.”
Serro la mascella infastidita “Prenderanno decisioni su di me, senza di me?!”
“E' per questo che sei qui!- trilla Chen, con un pizzico di eccitazione nella voce- Intendo farti partecipare clandestinamente alla riunione. Non sopporto i giochi di potere di quell'oca starnazzante. Non ha la minima idea che fra i due sono io quello più astuto!”
Mi fermo di colpo, scioccata.
E come intende farmi partecipare a una cosa del genere senza che nessuno se ne accorga?!
Lui sbuffa spazientito “Avanti, non c'è tempo da perdere!- mi afferra il polso e cerca di trascinarmi via con sè- Atena a quest'ora sta mandando degli emissari per convocare i gold e i bronze sono già con lei!”
“Stai scherzando, vero Chen?- sbotto, svincolandomi dalla sua presa da bambino- Avanti: dimmi che stai scherzando!”
I suoi occhietti neri e vivaci si strizzano un po' , sembra anche aver capito di cosa sto parlando “Assolutamente no!” dichiara, trionfante.
“Non posso intrufolarmi là dentro e sperare di farla franca!Sono in dodici cavalieri d'oro, cinque di bronzo e una dea, per Zeus!”
“Se hai tanta paura di loro puoi benissimo non venire.- ribatte, incrociando le braccia dietro la testa e continuando a precedermi lungo i corridoi della Tredicesima- Saprò cavarmela benissimo anche senza di te.”
Stringo i pugni e stendo le braccia lungo i fianchi, allungando il passo per raggiungerlo.
“Cavartela senza di me?Sei stato tu che mi hai detto che volevi che venissi con te!”
Sul suo volto rotondo si apre un sorriso a trentadue denti “Lo so, e se l'ho fatto è perchè so che è quello che vuoi anche tu!”
“Ti ho mai detto che sei insopportabile?” borbotto, limitandomi a dargliela vinta.
Con la sua manina mima una bocca che parla “Parole, parole...tanto alla fine fai sempre quello che dico io!”
Mi limito a roteare gli occhi.
Quando tutta questa storia sarà finita giuro che troverò un modo di insegnare un po' di sana educazione a questo impertinente.
Uhm...come potrei fare?
Beh, innanzitutto potrei toglierlo dalla custodia di Mu. Lui è troppo gentile e pacato.
A Chen servirebbe un tutore più severo.
Death Mask?...Ok, questo è eccessivo. Non voglio che l'oracolo di Zeus diventi parte dell'arredamento della Quarta Casa.
Forse Tatsumi...anche se conoscendo la mente brillante di Chen potrei scommettere che ad avere la meglio fra i due sarebbe il piccoletto.
Gli servirebbe trovarsi di fronte una persona tosta, sveglia e spietata, che gli sappia tenere testa.
Il pensiero mi corre immediatamente a Mintha.
L'immagine del suo volto mi entra dolorosamente in testa, accompagnata da quelle di Jack, Miguel e Embronce...
Mi mancano così tanto!
Faccio appena in tempo a scacciare i miei pensieri e a tornare alla realtà per vedere Chen inchiodare di fronte ad una delle enormi porte che portano in chissà quale stanza della Tredicesima.
“Che c'è?” domando, fermandomi di fianco a lui.
Il cinesino inclina la testa di lato per osservare meglio l'uscio di fronte a noi.
“Dovrebbe essere questa.”
Entriamo con circospezione, ma all'interno della stanza non c'è nessuno.
Strano, questo sembra un comunissimo salotto. Certo: è più grande dell'intera casa che condividevamo io, Kim e Victoria, però è pur sempre un salotto.Credevo che Atena fosse più solenne nella scelta dei luoghi in cui condurre riunioni.
“Questa non è un'assemblea normale.- spiega Chen come rispondendo ai miei interrogativi, mentre continua a girare da un angolo all'altro della stanza cercando chissà cosa- Atena ha scelto questo posto proprio perchè è inusuale. Non vuole che io o te possiamo scoprirlo.”
L'oracolo si ferma di fronte ad una specie di castello di cartone, molto colorato, con sfumature fra il violetto e il rosa acceso.
Sopra all'entrata, che pare la miniatura di un ponte levatoio e che è coperta da una tendina fucsia, leggo una scritta a caratteri cubitali. Mister Fluffy.
“Come se potesse davvero nascondere una cosa del genere ad un oracolo. Non devo neanche concentrarmi per richiamare visioni del genere...Quella spocchiosa è talmente tonta!”
Preferisco non esprimermi sull'argomento, e faccio vagare il mio sguardo lungo la stanza.
“Dove posso nascondermi perchè i cavalieri non mi vedano?” domando, incerta.
Dietro le tende?Fa troppo nascondino.
Dietro il divano?Mi troverebbero in due secondi netti.
Svuoto la credenza e mi ci infilo?E poi dove faccio sparire tutto quello che c'è dentro?
“Qua.” decide Chen al posto mio, indicando il castello di Mister Fluffy.
Sbatto le palpebre confusa.
“Cosa?Vuoi che io mi infili in questa...questa...cuccia?”
Pronuncio l'ultima parola facendo una smorfia disgustata.
“Avanti!Stanno arrivando!” bisbiglia, mentre si siede sul divano e incrocia le gambe all'indiana senza curarsi di sporcare con le sue scarpe il pregiato tessuto.
Cercando di muovermi con la maggiore agilità che mi è consentita entro in quel castello di cartone rosa.
Il mio cuore inizia a battere molto più forte quando mi accorgo che nel momento in cui la porta si sta aprendo il mio piede è ancora mezzo fuori. Lo sposto con un movimento fulmineo e con altrettanta velocità chiudo la tendina di seta fucsia.
“Perchè diavolo ci fa riunire in questo salotto alla presenza di quella bestiaccia?” ringhia Death Mask non appena mette, pesantemente, piede nella stanza.
Non riesco a vedere le espressioni degli altri gold dal mio puzzolente nascondiglio, ma sento nettamente la risposta di Aphrodite “Lascia in pace Mr.Fluffy,Death. E poi lo sai che Atena ci ha voluto ricevere qui perchè effettivamente questa sarebbe una riunione segreta.”
“Ti dico solo che se quella pantegana travestita da cane esce dal suo nascondiglio non rispondo delle mie azioni...”
Al sentire queste parole del gold della quarta, deglutisco più volte a vuoto, rannicchiandomi sempre più nella tana del chihuahua.
“Ma...che ci fa qui l'oracolo?” domanda Aioros, posso immaginare i suoi occhi limpidi velati da un'espressione interrogativa.
Contorco dolorosamente il collo per cercare di vedere Chen.
Il suo sorriso strafottente è sempre lì.
Mi ritrovo a sospirare silenziosamente: com'è possibile che un mocciosetto come lui abbia sempre la situazione sotto controllo mentre io il più delle volte fatico a ricordarmi da che parte sono girata?
“Salve cavalieri!- li saluta con vocetta allegra- Qual buon vento? Sembra quasi che vi apprestiate a svolgere una riunione top secret alle mie spalle.”
“Nobile oracolo, le chiediamo di andarvene.” lo prega Doko.
Pf...come se questo potesse davvero fare qualcosa.
“Non alcuna intenzione di farlo.” sogghigna Chen, sorridendo amabilmente.
“Chen, ti prego...” lo richiama Mu, con la voce stanca di uno che ha a che fare con capricci del genere ogni santo giorno.
“La prima risposta è quella definitiva, quindi no!” ribatte il piccolo, attirandosi le ire di più di un cavaliere.
Sento una specie di suono gutturale, quasi un ringhio e poi la voce di Death Mask “Vediamo se riesco a convincerti con le maniere forti.” sibila, molto sinistramente.
“Death, contieniti. È pur sempre un oracolo.” lo ammonisce Saga.
“Perchè non aspettiamo semplicemente che sia Atena a decidere il da farsi?” propone Aldebaran.
Tutti gli altri sembrano d'accordo. Sento rumori svariati. Gente che si siede, sedie che si spostano e via dicendo e poi scende un silenzio impaziente.
È sempre così?
Oppure tutti tacciono perchè non vogliono rendere partecipe l'oracolo dei loro pensieri?
Quando Saori Kido entra nella stanza, pochi minuti più tardi, mi rendo conto che non è semplicemente una multimilionaria dai gusti bizzarri e con in braccio un chihuahua astioso.
È la dea Atena, perlomeno in questo momento.
Il suo cosmo impregna la stanza raggiungendo ogni angolo.
Senza rendermene conto, agito leggermente la mano davanti alla faccia per scacciarlo, come si trattasse di una mosca fastidiosa.
Poi mi ricordo del motivo per cui sto facendo la contorsionista in una cuccia di cane e mi sforzo di ascoltare.
Tutti i cavalieri si alzano immediatamente e si mettono sull'attenti. I bronze, che sono arrivati con la dea, cercano di ritagliarsi un posticino nella stanza grande ma decisamente affollata.
“Oracolo...” se Atena è stupita, non lo da a vedere.
“Divina Atena- Chen non si è nemmeno alzato- Vogliamo iniziare?”
Un momento!Che diavolo sta succedendo?
Io forse non mi sono ritrovata la sua vocetta acuta nella testa proprio perchè lui non poteva parlare con la dea di persona?E adesso invece è qui che chiacchiera come se niente fosse?
Che diavolo sta succedendo?
Michelle, non penserai davvero che io provi ad entrare nella mente dei soldatini di Atena, vero?
Come se l'avessi chiamata coi miei pensieri, la voce di Chen si intrufola nella mia testa.
I gold traviserebbero le mie parole fin all'inverosimile pur di compiacere alla loro divinità snob. Per questa volta mi conviene ignorare le regole.
Aggrotto le sopracciglia. E a Zeus questo andrebbe bene?
Non so se questo è un tipo di comunicazione a doppio senso, ma la risposta mi arriva in testa subito dopo aver formulato la domanda.
Se al divino paparino questo non stesse bene, sta ben certa che mi avrebbe folgorato già da un pezzo!
Tento di scrollare le spalle, ma da questa posizione scomoda è difficile, soprattutto se non intendo farmi scoprire: dopotutto sono fatti suoi e di Zeus.
Perdonate, oracolo, ma come mai ora potete parlare con la dea?- domanda Camus, con voce monocorde- Sbaglio o tale azione vi era proibita da Zeus stesso?”
Il bambino sventola la mano con noncuranza “Se proprio al Padre Celeste non sta bene il mio comportamento può venire quaggiù a sculacciarmi di persona.”
Nella sala si alzano dei borbottii. Non si sono ancora abituati al comportamento sopra le righe del piccolo oracolo.
“Ma lui non dovrebbe trovarsi qui!” protesta Seiya, sibilando la frase all'orecchio della Kido.
Idiota. Spero che Chen lo umilii.
“Questo è vero.-ammette il ragazzino, che ha sentito tutto- Potreste rimandare la riunione, per esempio, ma io potrei scovarvi attraverso una visione come ho fatto per questa. Oppure, potreste trovare un altro luogo a me inaccessibile, ma se così fosse io potrei evocare una visione che mi permetta di vedere comunque tutto quello che voglio.”
“Quindi- continua con aria soddisfatta- non risparmieremmo tempo e fatica se io rimanessi qui?”
E bravo Chen!
“Puoi restare, giovane Oracolo. Purchè tu non riveli niente a Michelle di Aracne. È di lei che dobbiamo discutere.” diciamo che questo permesso di Atena è del tutto inutile.
Il sorriso sulla faccia di Chen si allarga, innocente “Non le dirò assolutamente niente. Giurin giuretto!”
Piccolo ingannatore...comincio ad adorarlo!
“La questione è semplice: ho deciso di non coinvolgere ulteriormente Michelle in questa guerra.”
Le reazioni sono le più disparate.
Ma quella che mi fa letteralmente saltare i nervi e il salto di gioia di Seiya che si alza dalla sedia sollevando un pugno in aria.
“Evvai!” trilla il pirla.
Dei!Se non fossi qui a fare contorsionismo in una bizzarra cuccia per cani, con la cervicale che mi sta uccidendo, salterei là fuori a fargli il culo a capanna!
Cosa diavolo vuol dire che non vuole coinvolgermi in questa guerra?
“Credevo fosse il volere di Zeus averla dalla nostra parte.” commenta Ikki.
Atena non aspetta molto a rispondere “Già, e lei è dalla nostra parte. Che combatta è una decisione mia.”
Una decisione sua?!
Chen si lascia sfuggire una risatina. Credo che abbia intuito i miei sentimenti di ora.
Promemoria: ringraziare il piccoletto, senza però farlo sentire troppo importante.
“Che c'è di così divertente?” chiede Milo, che dal mio campo visivo limitato non riesco a vedere.
L'oracolo scrolla le spalle “Immaginavo solo la sua reazione a sentire la decisione di Atena.”
“Perchè?Sarebbe in grado di ribellarsi?” ribatte Aphrodite con tono sprezzante.
“Vedremo.” si limita sghignazzare il cinesino.
Oh, sì che vedremo!
“Se mi è permesso dire qualcosa, Atena.” dice Shura, guardando la dea con sguardo serio.
Saori si limita a fare un cenno affermativo col capo.
“Credo che le capacità di Michelle potrebbero esserci molto utili nelle battaglia contro i Titani. Dopotutto, è un immortale, e durante l'allenamento di oggi ho potuto vedere un suo colpo davvero micidiale.”spiega il gold di Capricorn, con tono altamente professionale.
“Giusto!- prorompe Aldebaran- Miki è a posto e anche se non ha molta esperienza di guerra ha del potenziale.”
Mi domando se il mio caro coinquilino mi difende perchè mi vuole bene oppure perchè se non lo fa Victoria lo disintegrerebbe...
In ogni caso, secondo voi è possibile vivere senza collo?Davvero, ma come diavolo fanno i contorsionisti?Ho male dappertutto!!
“L'argomento non è in discussione, cavalieri- afferma Atena con convinzione- Ciò che pretendo da voi è che...uhm, diciamo... aiutate Michelle a rispettare il mio volere.”
Seiya fa scricchiolare le dita “Non vedo l'ora.”
Io. Lo. Ammazzo.
Anzi, perchè diavolo non ho lasciato che Teia lo facesse al posto mio?
“Porta rispetto, Seiya- lo rimprovera Mu, con voce ferma- Dovresti ringraziare colei che ti ha salvato la vita.”
Vorrei vedere di più ma non riesco nella costrizione di questa stupida cuccia!
“Per quale motivo questa decisione improvvisa?”domanda Aioros, a cui Aioria da subito man forte.
“C'è forse qualcosa di cui non siamo informati?”
Inaspettatamente non è Atena a rispondere ma Shaka.
“Stamani Michelle ha ricevuto la visita di altri cavalieri senza dio. Cavalieri che hanno scelto la via del male- specifica- e che intendono farla unire al loro gruppo.”
“Ma Michelle non lo farebbe...”tentenna Shun, che nonostante il mio piccolo e innocente trucchetto per mettere lui e i suoi compagni fuori combattimento, non sembra avercela con me.
“La questione non è se lei è malvagia- spiega meglio Atena- ma che lo è la sua armatura.”
A queste parole Mister Fluffy salta via dalle mani della sua padroncina e sento il suo zampettare farsi pericolosamente vicino.
Il cane infila il suo musetto peloso verso di me, superando la tenda colorata, e appena mi vede inizia ad abbaiare con rabbia.
Per tutta risposta, inizio a urlare anche io, non appena lui mi si avventa contro come una furia, cercando di mordermi con forza.
Dimenticandomi di dove sono e soprattutto del perchè sono qui, scalcio riuscendo solo a distruggere il mio nascondiglio.
Stringo gli occhi, sperando di riuscire a scomparire all'istante.
Oh, ti prego, Zeus, fa che io scompaia!
Quando il frastuono del castello che si frantuma lascia il posto ad un silenzio di tomba decido di aprire gli occhi, che ho tenuto fino a questo momento chiusi con forza e determinazione stoica.
Tutti, e dico tutti, tranne Chen che ride come un pazzo, mi fissano.
Shock. Fastidio. Stupore. Rassegnazione. Rabbia. Divertimento.
La tensione si potrebbe tagliare con un coltello.
“Uhm...Salve!” saluto, molto educatamente e con un radioso sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
Il fatto che mi ritrovo a testa in giù e a gambe all'aria, semi-sdraiata sui resti di una cuccia per cani rosa fosforescente è solo un piccolo dettaglio.
“Che...cosa...ci...fai...lì?” sibila Saori, scandendo ogni singola parola con estrema lentezza.
E' impressionante osservare il repentino cambiamento dalla multimilionaria snob alla dea della giustizia. Sembra di avere davanti una schizofrenica!
“Michelle...” dice semplicemente, con calma incredibile ma espressione dura. Ora è la dea a parlare.
Il chihuahua sembra capire che sono già nei guai per conto mio, quindi si allontana da me puntando dritto verso il cavaliere della Quarta Casa.
“Alla larga, cagnaccio.” ringhia Death, mostrando anche un po' i denti.
Mister Fluffy capisce al volo l'antifona e se ne corre via guaendo.
Io faccio in tempo ad alzarmi, ma non riesco a dire niente di sensato.
Mi limito a far passare il mio sguardo su tutti presenti.
“Cosa ci fai qui?!Come ti sei permessa di intrufolarti qui?”
Seiya è il primo a riprendersi e mi si scaglia quasi contro, trattenuto a stento da Hyoga.
Shiryu gli posa una mano sulla spalla e gli ripete quello che ha detto prima Mu “Ricordati che è lei che ti ha salvato la vita.”
Io sbatto gli occhi confusa. Dietro di loro, scorgo l'ennesima allucinazione riguardante Takis.
In questo momento sta facendo roteare gli occhi, scocciato da questo atteggiamento.
“Perchè non ci mettete semplicemente una pietra sopra?”propone Shun, sgranando i suoi occhi verdi già enormi
Assottiglio lo sguardo e soprattutto cerco di restare concentrata su questa conversazione.
Nella mia testa, sto ancora pensando a Takis.
“Certo.- sibilo, irritata dalla situazione piuttosto che dal cavaliere di Pegasus. E dalle mie labbra escono le stesse parole che sta ringhiando Prometheo- Magari di marmo. E con il nome del tuo amichetto scritto sopra preceduto dalla scritta RIP.”
Milo si fa sfuggire una risatina e Death mormora qualcosa del tipo “Buona questa!”
“Michelle!- mi richiama Atena, prima di arrivare al dunque- Per quanto mi sorprende che tu sia qui, colgo l'occasione per informarti che non dovrai combattere per il Santuario nella guerra imminente.”
Spalanco gli occhi, scioccata.
Ok, l'ho sentito anche prima ma ora è tutto più concreto.
E in più ho puntati addosso gli occhi acquamarina di Takis. Io devo combattere. Devo farlo per lui!
“No!Come potete pensare che io...No...- l'agitazione mi fa uscire fuori delle parole balbettate che per lo più mi si strozzano in gola- Non posso credere che voi pensiate davvero che io...io...”
Mu rivolge i palmi verso di me “Calma, Michelle. L'idea di Atena è soltanto per proteggerti e per...”
Non lo lascio finire.
“I-io non ho nessunissima intenzione di...di starmene lì a guardare mentre...- mentre parlo, gesticolo confusamente muovendo qualche passo veloce a destra e a sinistra- Questo è...è assurdo!”
“Assurdo sarebbe pensare di far combattere una mocciosetta come te!-sbotta Death Mask- Non ho alcuna intenzione di farti da baby sitter.”
“Quello che Death intendeva dire- interviene Doko, lanciando un'occhiataccia al compagno- è che sarebbe meglio non mettere inutilmente in pericolo la tua vita.”
“In pericolo la mia vita?” ripeto, scioccata.
Primo, perchè effettivamente hanno più possibilità loro di morire nel sonno che io di rimanere ferita in combattimento e secondo, perchè quando effettivamente non ero che una fragile ragazza goffa questo problema non sfiorava proprio la mente di nessuno.
“La verità è che, a quanto mi ha riferito Shaka, la natura della tua armatura è malvagia, Michelle.” specifica Atena.
“Oh.”
Inconsapevolmente lancio un'occhiata in tralice a Shaka. Come ha potuto dirle anche questo?
“E le notizie che ci ha fornito ora Shura non sono delle più rassicuranti.- continua la dea con tono serio- Se davvero dovesse prendere il controllo quell'aspetto nascosto come potremmo fermarti?”
“Io qualche idea ce l'avrei...” borbotta Seiya, sottovoce.
“Non sono certo una macchina da guerra.”faccio notare, ma quando qua dentro parla Atena pare non ci sia diritto di replica.
“E' per questo che non devi combattere contro Febe!” protesta Takis, facendomi sobbalzare.
Strano. Mi sembra che in questo momento Chen stia guardando esattamente il punto in cui nelle mie fantasie si trova il cavaliere di Prometheo.
“Febe è in debito con me. Una rivincita me la deve!” borbotto, rivolta all'allucinazione.
Scorgo Milo e Al voltarsi verso il punto che sto fissando perplessi e con le sopracciglia aggrottate.
“Febe?” ripete scettico Doko.
Scuoto leggermente la testa, cercando di riconcentrarmi sulle persone fisiche e reali.
“Il punto è che io sarei l'unica in grado di affrontare Febe. Come avete potuto notare dall'ultimo attacco i suoi colpi non sono un problema per me.” spiego, sperando che le motivazioni che adduco li possa convincere.
“Per Prometheo lo sono stati, ora che non c'è più lui a farti da scudo come pensi di cavartela?” commenta Camus.
Decisamente, nell'addestramento per diventare cavaliere dovrebbero aggiungere un corso di tatto.
“Quel colpo mi ha colpita, eppure eccomi qua.” ribatto, allargando le braccia come se questo gesto potesse avvalorare la mia tesi.
“Ma per favore!Ti ha presa di striscio.” protesta Death, scrollando le spalle.
“La specialità di Febe è quella di usare degli incantesimi velenosi, e si dia il caso che io sia immune al veleno.” Riuscirò mai a convincerli?
“Immune al veleno?” domanda Atena con tono scettico.
Forse la vede più come una minaccia che come una cosa positiva.
“Sì, e che diamine: siete sordi o semplicemente stupidi?” domanda esasperato Chen, guadagnandosi un numero assurdo di occhiatacce.
“Immune al veleno?-ripete Shaka- Come puoi esserne sicura?”
Prima di scoprire le altre tecniche di combattimento grazie alla visione che mi ha provocato Verena, credevo che fosse semplicemente questo il mio potere. L'immunità.
Il mio cloth, ispirandosi alla figura di Aracne e di conseguenza ai ragni, mi ha dato la capacità di contrastare qualsiasi tipo di veleno. Forse, mi ritrovo a pensare, dipende dal fatto che il mio è il più pericoloso e letale di tutti...Scuoto la testa, lasciando da parte queste elucubrazioni.
Lo so.” taglio corto.
Faccio scorrere il mio sguardo su tutti i presenti. In questo momento mi pare di percepire che l'unico che è completamente dalla mia parte è Chen.
Fisso per qualche secondo l'immagine di Takis che, probabilmente, è solo nella mia testa, ma che mi da più coraggio di quanto non potrei averne da sola. Prima di ricominciare a parlare indugio anche sul volto apparentemente calmo di Shaka.
“Sapete cosa significa perdere un compagno?Un amico?” faccio una pausa prolungata.
Atena abbassa gli occhi, forse pensando ai cavalieri che fino ad oggi hanno sacrificato la vita per lei, e i gold e bronze si lanciano delle occhiate colme di significato.
“Io posso fare qualcosa per riportarlo indietro e state certi che non ci sarà volere, umano o divino, a impedirmi di farlo. Mettetevi il cuore in pace e quando sarà il momento cercate di non intromettervi fra me e il mio obiettivo.”
Non sono mai stata così sicura in vita mia, ma tutto quello che ho detto lo sento talmente tanto che non riesco nemmeno a pentirmi della velata minaccia che ho fatto.
Io contro Febe, non chiedo altro.
I gold poi potranno dilettarsi a salvare il mondo sterminando i suoi fratelli e le sue sorelle, ma la Titanide della Luna è mia!
Non mi permetto di guardare le reazioni che ho scatenato, mi limito a lanciare un'occhiata di sfuggita a Prometheo che scuote la testa rassegnato e, con movimenti lenti e calcolati, mi avvio verso la porta. Stranamente il piccolo oracolo scende dal divano e saltella al mio fianco, seguendomi.
Quando sto già spingendo in giù la maniglia Chen mi strattona lievemente i lembi della maglietta.
“Che c'è?” chiedo esasperata.
È chiedere tanto fare un'uscita degna di questo nome almeno una volta nella vita?
Lui muove il pollice per indicare qualcosa dall'altra parte della stanza, esattamente dietro di noi.
“L'uscita è di là. Quella è la porta finestra che da sul terrazzo.”
“Oh.” commento, mentre un calore superiore a quello di tutti i vulcani del mondo mi sale alle guance.
Faccio una risatina imbarazzata, mentre ritorno sui miei passi e, perfino quando mi apro l'altra porta continuo a fissare insistentemente il pavimento, pregando che si spalanchi sotto i miei piedi risucchiandomi.



Seguo Chen come se fossi uno zombie, guardando volutamente per terra (e inciampando svariate volte) pur di non guardare Takis che, a differenza delle altre volte che l'ho visto, non scompare ma continua a seguirmi lungo tutta la strada che porta alla Prima Casa.
“Che evento spassoso!” commenta, lasciandosi cadere di schiena sul letto della sua camera. Io mi siedo semplicemente sul tappeto di lana grezza, tirandomi le ginocchia al petto.
“Sì, davvero divertente.- borbotto- Secondo te mi spediranno a Capo Sounion per la mia scenata o più semplicemente mi elimineranno fisicamente?”
Il ragazzino fa roteare gli occhi “Smettila di farti tanti problemi: è la prima volta che ti sei comportata come si deve. Che quei damerini imparino a prenderti sul serio!”
Alzo un sopracciglio, scettica.
Era una dimostrazione di carattere dettata solamente dall'emozione del momento e soprattutto dal fatto che avevo Takis che mi fissava come proiezione dei miei sensi di colpa.
Faccio saettare lo sguardo al mio fianco: non si è mosso. È ancora a due passi di distanza da me, le braccia incrociate al petto ed è assolutamente immobile. Se non fosse per i suoi occhi quasi vibranti direi che potrebbe sembrare una statua.
Il piccolo oracolo si alza di scatto e incrocia le gambe sul materasso “Allora: ti va finalmente di parlarmi del fatto che vedi lo spirito del tuo vecchio compagno d'armi?”
Sbatto le palpebre più e più volte esterrefatta.
Chen fissa con decisione il punto esatto in cui Takis si trova in questo momento.
“Lo vedi...anche...tu?” balbetto estremamente stupida.
Il cinesino fa roteare gli occhi, scocciato “Pronto?-mi stuzzica- Sono un oracolo, ricordi?Il paranormale è il mio campo!”
Scuoto la testa scioccata “Come è possibile?”
Chen fa un cenno noncurante con la mano “E' molto più semplice di quanto sembri, Miki. Sbaglio o sulla spalla hai il marchio della tua gang di senza dei?”
La scelta del termine con cui ha definito il mio gruppo non mi piace per niente, ma non glielo faccio notare, limitandomi ad annuire.
“Chi te l'ha fatto?”
“Takis.” rispondo, continuando a non capire il nesso.
Notando la mia espressione interrogativa decide di darmi qualche informazione in più.
“Con quel processo Takis ha lasciato su di te qualche traccia del suo cosmo- spiega con tono petulante- così, è rimasto una sorta di legame indelebile fra voi due.”
Inclino leggermente la testa, continuando a non capirci un accidente.
“Ascoltami bene, Michelle.- sbotta il moccioso, continuando con la spiegazione- Quando Prometheo è caduto nel sonno maledetto ogni suo contatto con la realtà dovrebbe essersi azzerato. Il fatto che ti abbia fatto il marchio recentemente, però, cambia un po' le cose. Due cosmi non possono coesistere nello stesso spazio, e questo è un dato di fatto, però c'è da dire che tu sei una totale schiappa nel gestire il tuo.”
Su questa affermazione mi concedo di lanciargli un'occhiataccia, anche se so benissimo che non ha tutti i torti.
“Quindi- continua ignorandomi- ogni volta che tu lasci che il tuo cosmo si disperda permetti a quello che è rimasto del suo di manifestarsi e quindi riesci a vederlo e a volte perfino a comunicarci, chiaro?”
Stringo gli occhi, cercando di concentrarmi su quanto mi è stato appena detto. Dopo un po' alzo lo sguardo sul viso di Chen, che sorride soddisfatto.
“Spiegamelo come se avessi dieci anni.” propongo, facendogli scomparire il sorriso dalle labbra.
“Ogni volta che sei stanca, stressata, arrabbiata o più semplicemente fuori controllo, Takis riesce a manifestarsi.”
Sbatto gli occhi confusa e ripenso a tutte le volte che mi è apparso Takis.
In effetti non ero in pieno possesso delle mie facoltà. O subito dopo essermi svegliata, oppure quando ero demoralizzata o stanca...
Scuoto la testa con forza. Non ha assolutamente senso!
“Ed ora come se ne avessi cinque.” borbotto con voce debole.
“Michelle!Non fare la finta tonta: hai capito benissimo quello che ti ho detto!” si imbroncia il cinesino, gonfiando le guance.
“Ha ragione, Miki.” la voce profonda di Takis, mi fa sussultare visibilmente.
“Ti ha parlato?” domanda Chen, sbattendo gli occhioni. Probabilmente lui riesce a vederlo ma non sentirlo.
“Credevo fosse solo il mio subconscio che voleva farmi ammattire.- mormoro, più rivolta a me stessa- Un modo per farmi sentire ancora più in colpa...”
Lancio uno sguardo Takis e lo vedo far roteare gli occhi con esasperazione “Non essere stupida, Michelle: è stata una mia scelta e tu lo sai.”
“Ti sei comportato da idiota.” sibilo.
Chen si aggrappa alle mie ginocchia, strattonandomi un po' “Di che cosa state parlando?” chiede curioso.
“Lo rifarei altre cento volte.” ghigna in risposta.
Stringo gli occhi infastidita “Stupido. Non avevo bisogno!”
I suoi occhi limpidi si rabbuiano leggermente, e un po' mi sento in colpa per averglielo fatto notare.
“Non conoscevo l'entità dell'attacco di Febe- ammette con riluttanza- Non volevo che ti facesse del male.”
Scuoto la testa rassegnata “Sei impossibile.”
Ogni parola mi esce alla velocità della luce, troppo preoccupata di dire tutto quello che devo per articolare decentemente ogni sillaba. Al pensiero che lui potrebbe sparire di nuovo da un momento all'altro mi viene da star male.
“Michelle, mi rendo conto di non aver agito come avrei dovuto: quella era la tua battaglia quindi avrei dovuto lasciartela combattere ed avere fiducia nelle tue capacità- spiega, guardandomi con intensità- Ma tu non puoi capire lo strazio che ho provato nel vederti gabbata come un'animale da quell'arpia. Lo so, non è stata una mossa geniale la mia, ma sappi che l'unica cosa che rimpiango della mia attuale condizione è quella di averti costretta a collaborare con Atena e i suoi guerrieri contro la tua volontà e soprattutto di poterti vedere solo quando sei in condizioni così pietose da non poter gestire il tuo stesso cosmo.”
Sento le lacrime pizzicare agli angoli degli occhi. Mi mordo un labbro con forza per cercare di trattenerle.
“Michelleeeeeee, voglio sapere!- piagnucola Chen- Che cosa vi state dicendo?”
Gli lancio un'occhiata che lo zittisce per circa dieci secondi, prima che riprenda con i suoi piagnistei.
“Mi dispiace anche che Nikon sia venuto a cercarti in un momento come questo.” continua Takis, passandosi con leggero imbarazzo una mano lungo il braccio muscoloso.
Lo guardo stranita.
“Tu conosci Nikon?!” domando.
“Nikon il bestione albino?” interviene il piccolo oracolo, facendo saettare gli occhi da me a Prometheo.
Entrambi lo ignoriamo.
Lo sguardo di Takis diventa leggermente colpevole “Più o meno da quando gli ho sottratto la tua armatura.”
La bocca mi si spalanca automaticamente dallo stupore.
“Tu sapevi tutta la storia del mio cloth?” domando di nuovo, la mia voce è diventata stridula ed è salita di parecchie ottave.
“Cercavo solo di proteggerti, Miki...” si giustifica.
“E mi hai tenuto nascosto tutto questo?” sbotto, con nervosismo crescente.
“Volevo solo...” tenta di giustificarsi, di nuovo.
“Non ne avevi il diritto!” grido, correndo fuori dalla stanza.
Ma come...come ha osato?
Discorsi sulla fiducia, l'amicizia e via dicendo e poi l'unica cosa che avrei dovuto sapere me l'ha tenuta nascosta?
Nell'uscire dalla Prima Casa, sbatto violentemente contro Mu, che stava entrando e che senza volerlo mi fa sbalzare qualche metro più indietro.
“Scusami tanto, Michelle, non ti avevo vista.”
Gli rivolgo un'occhiata spiritata e mi rialzo, continuando la mia marcia verso casa.
“Michelle!” mi chiamano da dietro sia Chen che Takis.
Io mi degno di rispondere solo al piccolo oracolo.
“Non ci provare, Chen. Ho appena litigato con un ectoplasma e non sono dell'umore adatto per affrontare la tua curiosità!”
“Michelle!” grida di nuovo Prometheo.
Gli lancio un'occhiata in tralice, sotto lo sguardo esterrefatto di Mu, e poi gli sibilo una risposta “Te l'ho già detto: lasciami in pace, ho bisogno di riflettere.”
Mi volto di nuovo e riprendo a correre sulle scale che portano al Tempio del Toro, cercando di essere più veloce possibile.
Credetemi, seminare una specie di fantasma, un oracolo in miniatura e un gold che cerca di capire cosa cavolo sta succedendo non è facile.
Non faccio in tempo ad attraversare il tempio con passi pesanti, che Al mi accoglie preoccupato.
“Miki!Che cosa sta succedendo?- domanda, indagando la mia espressione- Quando ho visto che non c'eri ero un po' preoccupato, pensavo potessi fare qualche cosa di stupido o...”
Notando la mia scarsa attenzione smette di parlare.
“Ti senti bene?” chiede di nuovo.
Mi limito a scuotere la testa. Non credo di essere in grado di dire qualcosa di sensato.
Non con Takis che continua a cercare di farmi ragionare.
“Andiamo, Michelle.- mi supplica, continuando a seguirmi nei miei spostamenti sconclusionati- Sai anche tu che ho fatto la cosa più giusta.”
Giro per la Seconda Casa con la stessa grazia di un branco di gnu in carica e continuo a sbattermi alle spalle con violenza ogni porta che attraverso.
Ma voi lo sapevate che gli spiriti ci passano attraverso come se niente fosse?
Voglio dire, anche io lo sapevo, ho guardato Casper un paio di volte qualche anno fa, ma vederselo fare dal vivo è una cosa assolutamente irritante.
Con rabbia mi avvicino allo stereo di Aldebaran e lo accendo, mettendo il volume al massimo.
Il gold del Toro, che ora è stato raggiunto da Mu e Chen, mi ha seguito fin qui ed ora il mio piccolo pubblico mi sta guardando con tanto d'occhi.
Vorrei davvero spiegare loro tutto, di modo che non mi prendano per pazza, ma le parole di Takis mi hanno colpito di più.
“Sai una cosa?-lo informo, mentre alzo la musica talmente tanto che pare che tutto vibri- Se ho acceso lo stereo è perchè sono stufa di sentirti!!” ringhio irata.
“Ma non ho parlato!” protesta Al, scioccata.
“Non te!” ringhio, portandomi le mani alle orecchie.
“Michelle, ti prego, evita di essere così infantile.” borbotta Takis, facendo roteare gli occhi.
“Mi hai stufato ti ho detto!”
Mu sgrana i suoi grandi occhi limpidi“Ti ho forse fatto qualcosa di male?”
“Non ce l'ho con te!” ripeto.
Aries si gira allora verso Aldebaran che scuote la testa.
“Io non c'entro niente.” sbotta poi Chen, sotto gli sguardi insistenti e pieni rimprovero dei due.
“Non ce l'ho con voi!” ribadisco irata.
“Ma ci siamo solo noi qui...” ribattono perplessi.
Takis si siede scompostamente sul tavolo e si mette le mani dietro la testa.
“Ora voglio vedere come glielo spieghi.”
“Non ti sopporto!” scandisco lentamente e poi giro i tacchi e me ne vado in camera mia, sperando di avere un po' di pace almeno lì.
“Ma che le è preso?” sento Mu domandare preoccupato.
“Sarà la crisi premestuale.” risponde Chen.
E su questo sbatto la porta con energia.

Dopo la mia sfuriata di ieri sera pensavo che Al avesse almeno chiamato la neuro e mi aspettasse al varco della mia stanza con una camicia di forza.
Invece, a quanto pare, Chen ha deciso di comportarsi da persona matura (almeno per la sua età) e ha raccontato ai due gold del motivo del mio comportamento.
Non credo sia stato un bene: Aldebaran stamattina alterna comportamenti da crocerossina a tentativi di ristabilire la situazione normale.
“Michelle!” l'urlo preoccupato di Victoria, che anche questa mattina non si è dimenticata di venire a trovare il suo amato, mi giunge alle orecchie prima ancora che le sue braccia mi si gettino al collo, stritolandomi.
“Vic!Che diavolo ti prende?” mi lamento, mentre cerco di scrollarmela di dosso.
Mica saranno sorte delle voci riguardo gli avvenimenti di ieri?...vero?
“Ho saputo di ieri sera.- spiega, causandomi un brivido freddo lungo la schiena, e poi si volta verso Al, lanciandogli un'occhiata furiosa- Come avete potuto defenestrarla?!”
Spalanco gli occhio scioccata, così come il gold.
“Victoria!”
Lei si stacca da me, rialzandosi con un movimento fluido ed elegante “Non è quello che è successo? Tutto il Santuario ne sta parlando!”
Mi copro la faccia con le mani.
Non ci voglio nemmeno pensare.
“O suvvia, non è niente di così tremendo!” mi rassicura Al, dandomi una sonora pacca sulla schiena.
Vic annuisce con convinzione, per poi mostrarmi un pacchettino di carta d'argento “Giusto. E poi guarda che cosa ti ho portato per tirarti su il morale!”
Non so perchè ma il sorrido rassicurante di Victoria non mi rassicura per niente.
Deglutisco a vuoto e mi giro verso Al, che sembra avere la mia stessa espressione preoccupata.
Mentre scarta l'involucro e lo sistema su un piatto in cucina sono sempre più certa di non voler assaggiare la “prelibatezza” che mi ha portato per colazione.
Io e Aldebaran osserviamo perplessi l'agglomerato giallognolo e anche un po' bruciacchiato che Victoria mi ha messo davanti.
“E' commestibile?” domando incerta.
Al mi tira un calcio sotto il tavolo e a momenti spezza in due la mia sedia.
“Vic, tesoro,- inizia il ruffiano- che cos'è?”
Lei alza il mento orgogliosa “Una frittata di patate.-afferma tronfia- L'ho preparata con le mie mani e ce n'è abbastanza perchè possiate mangiarla tutti e due!”
Storco la bocca in una smorfia schifata mentre la bionda ci incita ad assaggiarla.
“Non posso. È contro la mia religione.” spiego, credendo di cavarmela così.
Aldebaran alza un folto sopracciglio “E quale sarebbe?” chiede scocciato.
“Quella che impedisce di mangiare patate e uova contemporaneamente.” dico con convinzione.
“Meglio, ce n'è di più per te!” trilla felice Victoria.
Lui ricambia con un sorriso tirato.
“Perchè invece non andate a fare colazione da Kim?-propongo-Oggi dovrebbe essere il giorno dei pancakes!”
La bionda fa roteare gli occhi “Sai che non posso mangiarli: ho una linea da mantenere, io!”
A questo punto Aldebaran le circonda le esili spalle col suo possente braccio “Andiamo, amore. Sono certo che te lo puoi permettere.”
Lei ridacchia divertita, poi gli sussurra qualcosa all'orecchio, facendo ridacchiare anche il gold, che risponde alla provocazione con un bacio appassionato.
Vorrei sparire.
O vomitare, anche...Non sono affatto in vena di romanticherie e cose del genere dopo tutto quello che mi è successo.
“Pronto?Io sono ancora qui!” li informo, con una cantilena un po' infantile.
“Ok, ok.- capitola dopo qualche minuto Al- Andiamo da Kim allora?”
Victoria annuisce, anche se scommetto che avrebbe accettato qualsiasi sua proposta.
“Andate voi. Vorrei farmi prima una doccia per darmi una rinfrescata.” mento.
La verità è che ho voglia di passare un po' di tempo da sola.
“Sicura?- chiede Vic, incerta. Deve avere mangiato la foglia- Se vuoi ti aspettiamo.”
Faccio un gesto vago con la mano “Non è necessario. Ci vediamo là, va bene?”
Con un po' di riluttanza i due escono dalla stanza, lasciandomi sola.
Sospiro sollevata.
È difficile mantenere la concentrazione con loro due in giro, ed io ho assolutamente bisogno di tenere il cosmo sotto controllo.
Non voglio rivedere Takis, non sotto quella forma. Mi farebbe troppo male.
“Shaka!- sento tuonare con la voce di Al, dall'altra parte del tempio- Che ci fai qui?”
Se il saint ha risposto, non sono riuscita a sentirlo.
“Capisco. Beh, io sto uscendo, ma lei la puoi trovare di là.” dice Aldebaran dopo un po', sempre con il suo vocione possente.
“Ah, e Shaka?” immagino la faccia preoccupata del cavaliere del Toro mentre si volta verso il compagno d'armi e si sporge verso di lui come per fargli una confidenza.
Non sento nessuna risposta da parte del biondo, forse non ha nemmeno il tempo per formularne una dato che Al riprende a parlare immediatamente.
“Vedi di non metterla a disagio come fai di solito.- gli intima- E' stata una settimana complicata per lei, non strapazzarla.”
Sento allargarmisi un sorriso sulle labbra. Altro che cognato. Mi sa che mi sono guadagnata un fratellone iper-protettivo.
Di nuovo, non riesco a percepire alcuna risposta. Mi limito quindi ad aspettare l'entrata in scena del biondo, ma ci mette più tempo del previsto.
Forse ha semplicemente cambiato idea ed è tornato indietro.
Il solo suono che regna nella cucina della Seconda Casa, al momento, è il tintinnio monotono e ripetitivo del cucchiaino che faccio girare nella tazza senza energia.
Man mano che mescolo il bianco del latte si tinge delle sfumature del cioccolato in polvere, fino a diventare un liquido marrone scuro. Forse ho esagerato un po' con le quantità di cacao, ma dopo la nottataccia che ho passato credo di essermelo meritato.
“Michelle.” la voce, che mi arriva da dietro le spalle mi fa sobbalzare, facendomi rovesciare qualche goccia della mia colazione sul tavolo di legno scuro.
“Non volevo spaventarti.” continua Shaka, con voce calma
Annuisco e mi giro verso di lui “Ero soprappensiero.”
“Devo discutere di alcune cose con Aldebaran, ma l'ho incontrato mentre usciva.- spiega, arrivando subito al sodo del suo discorso- Mi ha detto di aspettarlo qui, se per te non è un problema”
“Ma certo, accomodati.” abbozzo un sorriso timido e gli faccio segno di sedersi.
Che stupida, e io che credevo che dovesse parlare con me...Sì, certo...e di cosa, poi?
“Ieri mi sei sembrata un po' irritata, in particolar modo con me- inizia a parlare, con la sua voce vellutata, mentre si siede di fronte a me, dalla parte opposta del tavolo- Forse vorresti delle spiegazioni.”
“Non me ne devi: non sono ne arrabbiata ne delusa, se è questo che credi- lo informo, stringendo leggermente di più la tazza fra le mie mani- Avrei dovuto aspettarmelo: tu sei un cavaliere di Atena ed è solo a lei che devi assoluta fedeltà.”
Lui annuisce piano e io mi ritrovo a fissare il mio latte al cioccolato con estrema intensità.
Il tuo cuore non sta battendo all'impazzata solo perchè lui è qui, chiaro Michelle?
“Ieri sera mi sono lasciata leggermente trasportare.- mi giustifico- Non succederà più. Da questo momento in poi sarò perfettamente composta in ogni mio atteggiamento. Tipo Camus, ecco.”
Shaka mi guarda perplesso. Non credo di avergliela data a bere.
“Strano: ho sempre pensato che tu fossi una persona eccessivamente emotiva, come mai ora il comportamento è così mutato?”
Una persona eccessivamente emotiva?E' questo che pensa di me.
“Ho qualche problemino con il mio cosmo.- rispondo, storcendo leggermente le labbra-Devo tenerlo sotto controllo e meno mi faccio trasportare dalle emozioni meglio è.”
“Che genere di problema?”
“Le visioni di cui ti parlavo.- spiego- Non sono affatto allucinazioni. Sono reali, e quello che vedo è davvero lo spirito di Takis che è intrappolato come in un limbo.”
“E ti compare ogni volta che perdi il controllo.” conclude al posto mio.
Annuisco, leggermente imbarazzata.
Mi sembra quasi di essere sotto processo. Eccomi qua, Michelle, quella strana e imbranata, che non riesce nemmeno a gestire il proprio cosmo.
Mi mordo l'interno delle guance e torno a fissare la mia tazza.
E poi, all'improvviso, eccolo.
Una parvenza di cosmo, giù, al bosco degli ulivi.
Un cosmo duro come la pietra e freddo come il marmo.
Un cosmo che conosco e che mi fa paura riconoscere.
Sento il rumore della tazza che si infrange sul pavimento di marmo e solo questo mi fa rendere conto di aver perso per un attimo il controllo delle mie mani.
“E' qui per me.” mormoro con un filo di voce, alzandomi di scatto.
La cosa fa preoccupare Shaka, che ha alzato il viso stupito.
“Michelle, cosa c'è?”
Sgrano gli occhi, e lo fisso terrorizzata “E' venuto a prendermi.”
Il gold sembra non capire e mi si avvicina, scrutandomi con attenzione “Di chi stai parlando?”
Non riesco a rispondere alla sua domanda.
Non può essere.
Non cosi presto.
È stato solo ieri, per Atena!
“Mi porterà via. Diventerò come loro.” riesco solo a balbettare.
Le sue mani fresche si posano sulle mie spalle e mi scuotono un po', con fermezza.
“Michelle:chi sta arrivando?” pronuncia ogni singola parola con estrema lentezza, e il tono con cui pronuncia la domanda è uno di quelli che pretendono una risposta.
Mi concentro leggermente sul cosmo dell'invasore.
È Tomàs, il gigantesco cavaliere di Laomedonte.
Sollevo gli occhi e fisso il bel volto di Shaka “Uno di quei cavalieri maledetti. È ritornato per me.”
Lui alza le sue sopracciglia sottili, lasciando che per pochi secondi lo stupore prenda possesso del suo viso.
Faccio qualche respiro profondo e mi sciolgo dalla sua presa, facendo qualche passo all'indietro.
“Devo andare.”
“Andare?- ripete lui, con una punta di stupore- Da lui?”
Distolgo lo sguardo e annuisco piano, muovendomi per uscire dalla Seconda Casa.
Ma lui mi si para davanti in meno di un secondo, bloccandomi ogni via d'uscita.
Lo guardo interrogativa, aggrottando la fronte.
“Non devi andare, Michelle.” rettifica.
Concentrarmi sulle sue parole mi risulta difficile, soprattutto adesso che il cuore mi batte all'impazzata e quel cosmo che solo io riesco a sentire continua a vibrare, minaccioso.
“E' me che vuole. Devo andare.” riesco a pronunciare queste parole nonostante la gola secca.
Il mio sguardo resta comunque puntato verso un punto indefinito oltre le spalle di Shaka.
“E una volta da lui che farai?Combatterai?Non è certo la tua specialità.” il suo tono, leggermente sarcastico, mi convince a guardarlo di nuovo in faccia.
“Inventerò qualcosa.” sbotto, cercando di aggirarlo.
Lui si lascia sfuggire un sospiro “Verrò con te.”
Non sembra una proposta o una semplice ipotesi.
La vedo più come un'imposizione.
“Non ho bisogno di nessun baby-sitter!So cavarmela benissimo da sola.”
Il gold si limita ad alzare un sopracciglio, lasciando così trasparire che non è affatto d'accordo con me.
“Sono l'unica in grado di tenergli testa- specifico- E' immortale come me e non ho davvero bisogno che qualcun altro compia gesti eroici per salvarmi quando non ne ho assolutamente bisogno.”
“Atena non vuole che tu risponda al loro richiamo.- ribatte lui, per nulla scomposto-E' mio dovere seguirti.”
Mi ritrovo a sospirare, vinta, per poi fargli segno di seguirmi.
Camminiamo in silenzio. O almeno così deve sembrare a Shaka.
Io nelle orecchie ho il martellante suono del mio stesso cuore che batte velocissimo.
È strano come la strada che mi porta da Tomàs mi pare infinita e allo stesso tempo così breve.
Entrare fra il verde degli ulivi sacri, per la prima volta nella mia vita, non mi porta alcuna pace.
Lancio un'occhiata ansiosa al gold, ma lui ha gli occhi chiusi, il viso fisso davanti a sé.
Siamo arrivati.
“Michelle.”
Il saluto del cavaliere di Laomedonte è asciutto. D'altronde, lui non mi è sembrato un tipo di molte parole.
E com'è grosso!
“Tomàs.” mi impongo di rispondere, cercando di controllare il tono di voce.
“Abbiamo delle cose da sistemare, noi due.- continua poi a parlare, con la sua voce bassa- Ma dobbiamo farlo da soli.”
Il suo sguardo si fa più cupo mentre muove un passo verso di me.
Shaka stende il braccio davanti a me repentinamente, pur senza perdere un minimo della sua calma.
“Lasciala in pace- intima al colosso umano che abbiamo davanti- Sarò io il tuo avversario.”
Sul viso del cavaliere maleddetto si apre lentamente un sorriso sbieco, che mette in mostra una fila di denti bianchissimi, in netto contrasto con la pelle olivastra.

Rieccomi qui!
La scusa ufficiale per questa prolungata assenza?Solo una: esami, esami, esami e...vi ho già detto degli esami?
Per farmi perdonare ho fatto un altro capitolo un pò lunghetto (perdonate se ci sono degli errori, ammetto di non aver riletto visto che non ne ho il tempo materiale!)...Che ne dite di ciò che sta accadendo a Michelle?Pare che la poveretta non abbia un attimo di pace!
E ora risposte flash ai commenti!Come al solito mille grazie!Anche a tutti quelli che hanno messo la storia fra i prefertiti e i seguiti...giuro che prima della fine della storia vi rignrazio tutti!
Baci JoJo

Gufo_Tave : Ebbene sì, Chen è un piccolo genio del male! Se Michelle imparasse da lui, Seiya non avrebbe vita facile. 

whitesary : Sono contenta che Michelle ti piaccia sempre più: nel corso della storia sta crescendo e cambiando leggermente, ma in fondo è sempre la solita combinaguai! Come hai potuto vedere in questo capitolo gli shock per lei sembrano non finire mai!Altro che Vic e Al (a me personalmente piacciono un sacco proprio perchè sembrano non c'entrare niente l'uno con l'altra ^^). E poi c'è Shaka...diciamo che lui è la causa principale dei suoi sfasi!

Megarah_witch : Sono contenta che quelle scene ti siano piaciute! (non si può dire lo stesso di Death e Camus!eheheh) Michelle è ancora viva, ma sempre più vicina a un crollo nervoso e...Che abbia recuperato la ragione (per come la vedi tu, eh eh) non è ancora detto! Visto che utilizzi il mio mantra ti auguro un buono studio/lavoro!

Alla prossima, baci a tutti!

   
 
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