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Autore: _Rael_89    30/08/2017    0 recensioni
FFXV è uno dei giochi più complessi dal punto di vista dello sviluppo: ha subito vari rimaneggiamenti, tagli e smembramenti nel corso degli anni che ne hanno totalmente stravolto la narrazione, creando non pochi problemi ai giocatori per quanto riguarda la comprensione della vasta lore di questo capitolo. Ho passato in rassegna tutto ciò che è uscito in relazione del gioco finale (film, anime, guida, traduzioni dell’Ultimania, Wikia, trailer, artworks, dichiarazioni del team di sviluppo) e quello che ne è venuto fuori è la vera trama, di una ricchezza e bellezza che in pochi hanno colto. Da questa premessa potete capire come mi sia venuta l’idea di questa fanfiction. Ho deciso di ricostruire l’intera trama a partire dalla storia di Eos descritta nell’Ultimania fino ad arrivare al finale del gioco (compresi tutti i dlc e gli aggiornamenti che usciranno) per renderla fruibile a chiunque voglia conoscerla.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Requiem for Final Fantasy XV
Parte I: Prologo
Capitolo 9: Tenebrae


Il palazzo di Fenestala sembrava uscito da una fiaba per bambini. Regis aveva fatto finta di non accorgersi che Noctis lo fissava estasiato dal finestrino del loro vagone; il suo umore era totalmente cambiato da quando erano partiti dalla stazione di Cartanica. Tenebrae era il luogo migliore per la sua guarigione, un posto incantato in mezzo alla natura, pieno di pace e quiete.
Il sovrano afferrò i manici della sedia a rotelle e indietreggiò con cautela per uscire dalla loro cabina personale. Il principe si stava riprendendo a poco a poco, con il contagocce: dopo qualche giorno di coma aveva finalmente riaperto gli occhi ma gli ci volle molto di più per riprendere a dire qualche parola o mangiare qualcosa, persino semplicemente per mettersi seduto. Il piccolo aveva manifestato uno stato di totale apatia e disinteresse per tutto ciò che lo circondava; i dottori ritenevano che il motivo fosse lo shock dell’incontro con il Marililith e affermavano che presto o tardi si sarebbe totalmente ripreso, ma Regis aveva capito qual era la verità: quell’esperienza così vicina alla morte aveva cambiato suo figlio, tanto che si era rinchiuso in sé stesso. Non sarebbe bastato dargli del tempo per farlo tornare allegro e spensierato come prima: se Noctis parlava poco era perché non voleva parlare con nessuno. Il suo non era più solo lo shock, c’era molto altro che si agitava in lui e che probabilmente nessuno avrebbe saputo curare: il senso di colpa per la morte di sua madre; l’aver vissuto in uno stato di morte apparente, che dava tutto un altro senso alla vita; forse anche la rabbia nei confronti di suo padre che non aveva saputo proteggerli. Regis non poteva aspettare mentre il figlio si districava tra la fisioterapia e le sedute psicologiche: serviva qualcosa in più, di più umano. E a Tenebrae avrebbe trovato quel qualcosa in più, oltre che avrebbe ricevuto le dovute cure che stava seguendo anche ad Insomnia.
Appena scesi dal treno il sovrano fu sollevato nel non trovare il comitato di benvenuto che avrebbe dovuto accoglierli: aveva chiesto alla Regina Sylva un po' di discrezione, non voleva correre rischi inutili a pochi passi da Gralea solo per seguire le stupide regole del cerimoniale. Scortati dalle guardie del corpo riuscirono a passare più o meno inosservati, forse scambiati per membri della nobiltà locale dalla gente comune; in fondo quella era la patria degli Oracoli ed era una tappa molto gettonata da chi compiva pellegrinaggi a scopo religioso.
Quando finalmente sorpassarono il cortile interno del palazzo Regis si girò verso i suoi uomini. -Da qui in avanti possiamo proseguire da soli; occupatevi di scaricare i bagagli.-
-Sissignore!- gli uomini scattarono immediatamente al suo ordine; Noctis li osservò allontanarsi in fondo all’atrio prima di rivolgersi a suo padre.
-Papà, che sta succedendo?-
-Non capisco la tua domanda.- Regis cercò di trattenere un sorriso.
- Di solito saremmo stati accolti dal Re di questa nazione e dalla sua corte non appena scesi dal treno.- gli spiegò. -Invece non abbiamo incontrato nessuno. E tu non hai mai chiesto alle nostre guardie di farci andare da soli.-
-A capo di Tenebrae c’è una Regina; il Re è venuto a mancare molto tempo fa.- lo corresse. -E non hai nulla da temere, qui siamo al sicuro: ho pensato che poteva essere un’occasione per stare un po' insieme, come un padre con il proprio figlio.-
Il principe non abboccò a quelle scuse: gli rispose con un’alzata di spalle, sospettando sempre più che ci fosse sotto qualcosa; il sovrano di Lucis sospirò di fronte a quell’atteggiamento tanto freddo ma proseguì il suo cammino tra i meandri del palazzo.
Quel lungo corridoio li portò infine a destinazione, di fronte ad una candida porta con intarsi dorati.
-Siamo arrivati.- annunciò Regis, abbassando la maniglia: allo spalancare del portone i due furono accolti dal fascio di luce che entrava dai finestroni in fondo alla stanza, che davano su un magnifico giardino; Noctis per un momento dovette chiudere gli occhi, non era preparato ad un tale cambio di luminosità. Il padre spinse in avanti la carrozzella senza indugiare; si fermò improvvisamente a pochi passi dall’aver varcato la soglia. Il principino si guardò intorno: non aveva fatto caso alla figura al centro della stanza che li attendeva con le mani giunte ed un gran sorriso stampato in faccia; quella bambina era il loro comitato di benvenuto. Aveva delle vesti molto semplici eppure c’era un qualcosa di nobile in lei, nonostante la giovane età; Noctis si sorprese ad ammirarla e questa cosa lo mise in un gran imbarazzo, tanto che abbassò gli occhi verso il basso, incapace di dire una parola.
-Benvenuti a Tenebrae; spero che il vostro viaggio sia stato piacevole. Siamo onorati di avervi qui, Re Regis; e per me è un gran piacere poterti finalmente conoscere, principe Noctis.- il suo inchino, così come il suo discorso di benvenuto, fu impeccabile. -Io sono Lunafreya della Casa Fleuret, principessa di Tenebrae.-
Regis la salutò con un cenno del capo. -Sono lieto di fare la tua conoscenza, principessa, e ti ringrazio per averci accolto nel vostro palazzo.-
Il sovrano si divertì un mondo ad osservare le reazioni di suo figlio di fronte alla principessina: dapprima sembrò volesse risponderle ma ci ripensò quasi subito, non riuscendo a far altro che spostare lo sguardo da lei verso il pavimento in continuazione. Probabilmente anche Lunafreya aveva percepito la sua agitazione, tuttavia non diede a vedere di averlo notato. -Come vanno le tue ferite?- proseguì, avvicinandosi. -Ti prego di farmi sapere se posso fare qualsiasi cosa per alleviare il tuo dolore… sentitevi liberi di fare come se foste a casa vostra.-
-Ti ringrazio nuovamente, principessa: e andrò a ringraziare di persona anche tua madre appena mi sarà possibile.- Regis si chinò verso Noctis. -Presentati, figliolo.- più che un rimprovero era un’esortazione.
Il principe sobbalzò, non si aspettava quel richiamo: strinse nervosamente la stoffa dei pantaloncini per calmarsi, in un imbarazzo crescente. -Mh… ok…- provò ad alzare gli occhi verso Lunafreya ma non riusciva a reggerne lo sguardo. -Mi chiamo… Noctis…- fu quel che riuscì a balbettare, più rivolto verso il pavimento che verso di lei.
-E…?- lo incitò suo padre: ci provava proprio gusto a vederlo in difficoltà.
-E… e… ti ringrazio per il benvenuto, principessa Lunafu… Lunafr…- si morse la lingua: come faceva a non riuscire a pronunciare il suo nome? -Lunafur…-
-Oh ti prego di chiamarmi semplicemente Luna, lo preferisco!- intervenne la bambina, evitandogli una figuraccia: era consapevole di avere un nome piuttosto difficile da ricordare e l’ultima cosa che voleva fare era metterlo in imbarazzo.
-… grazie, Luna.- sussurrò dopo un infinito silenzio il piccolo Noctis che era arrossito fino alle punte dei capelli.
La principessa si scambiò un sorriso d’intesa con il Re di Lucis.

La sua medicina stava già iniziando a fare effetto.

***
Finalmente è arrivata Luna: ho tutta l’intenzione di concentrarmi il più possibile su questo personaggio che considero purtroppo la grande assente del gioco a causa di tutti i tagli che hanno fatto sulla sua storia. State pur tranquilli che riprenderò ogni elemento del rapporto Noctis/Luna, a cominciare dalle artwork fino ai vecchi trailer; in certi punti della fanfiction arriverò a creare delle situazioni pur di reinserire tutto il materiale che c’è sulla coppia: perché qualcosa c’è ma è stato malamente narrato.
Ne ho approfittato anche per riprendere un punto fondamentale che nel gioco viene trascurato: il cambiamento di Noctis dopo l’esperienza con il daemon. Nelle guide viene sottolineato che dopo quel brutto incidente divenne un bambino più taciturno e introverso: forse la sua permanenza a Tenebrae doveva servire anche per scioglierlo un po', facendogli fare amicizia con Luna (e con Ravus, anche se dubito che tra i due sia nato qualche legame)? E’ una mia personale interpretazione e ho voluto sfruttare l’idea di Luna come la sua “medicina” per mettere già in evidenza il ruolo fondamentale che avrà per lui, come Oracolo e come persona.
In aggiunta, ho inserito il famoso momento (accennato più volte durante le interviste) in cui la principessa gli chiede di farsi chiamare semplicemente “Luna”, per evitargli l’imbarazzo di non saper pronunciare correttamente il suo nome… ancora non capisco come un bambino di 8 anni non riesca a dire “Lunafreya” ma forse è legato alla pronuncia giapponese del nome, un po' più complessa, quindi diamo il beneficio del dubbio al povero Noctis…
Comunque anticipo che l’arc di Tenebrae copre 5 capitoli, in cui tenterò di ricostruire la nascita del rapporto che legherà i due protagonisti di FFXV.
  
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