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Autore: Danielle_Lady of Blue Roses    17/06/2009    3 recensioni
Nella sua mente il semplice messaggio si tradusse istantaneamente:  "sha dala ge makv" significava "da mamma e papà
[...]
-"da mamma e papà" significa che sono vivi e ci stanno cercando! E non che ci hanno abbandonati!- (dal primo cap.)
Perchè tutto ad un tratto alla Whammy's House appaiono dei misteriosi pacchi scritti in una lingua sconosciuta? E perchè solo Near, Mello, Matt e una bambina di nome Lara possono capire ciò che c'è scritto? Da dove vengono davvero? Ciao a tutti questa è la mia prima ff. Non modificherò la storia del manga ma creerò qualcosa di nuovo. Fatemi sapere come me la cavo! Ciao!
Aggiunto avviso di interruzione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt, Mello, Near
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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cap1
Due mesi dopo- Wammy's House, Winchester

Erano appena usciti i quadri dell'ultimo test. Near si era limitato a lanciare un'occhiata alla bacheca per poi tornare in camera sua totalmente svogliato. Dietro di lui Mello sbraitava come un folle lanciandogli improperi. Near neanche lo calcolò, tanto ogni volta che davano i risultati dei test era sempre la stessa storia: Near prendeva quasi il massimo del punteggio, Mello poco meno, quindi si incazzava e partiva in quarta per picchiare Near colpevolizzandolo di averlo superato. Di norma Matt lo fermava, ma non sempre. A volte Mello e Near se l'erano date di santa ragione uscendone entrambi pesti. Oltre che i più intelligenti erano anche i più forti alla Wammy's House. Motivo per cui tutti ubbidivano a Mello e nessuno si avvicinava a Near ne' per bene ne' per male.
Eppure, malgrado quella fosse ormai la prassi, Near sentiva qualcosa di anomalo in tutto ciò.
Come se prima di ritrovarsi lì si fossero conosciuti.
Il che era improbabile dato che della famiglia di Mello si sapeva che viveva in Svezia, di quella di Near che era inglese. Inoltre i genitori di Mello e quelli di Matt erano morti nello stesso incidente stradale mentre quelli di Near in un incendio. Non c'era assolutamente nulla a legarli. Ciononostante Near sapeva che non era così. Non aveva alcun ricordo dei genitori che apparivano nell'unica foto scampata all'incendio, ricordava invece nei sogni, in brevi spezzoni che lo colpivano ogni tanto, come genitori non certo la donna bionda e l'uomo moro della foto. No, Near ricordava un padre dalla carnagione lattea e i brillanti occhi celesti e una madre bellissima dai capelli castano chiaro ricci e dai grandi occhi marroni punteggiati di nero, completamente neri quando era triste o adirata. Entrambi sempre vestiti con grande eleganza, manifesta anche dai loro piccoli gesti...
Scosse il capo siedendosi sul pavimento della camera e prendendo a fare e disfare per l'ennesima volta quell'orrendo puzzle bianco. Neppure lui sapeva perchè continuasse a farlo e rifarlo se neppure gli piaceva. Forse perchè lo vedeva come il suo passato: un puzzle da ricostruire ma che per quanto desiderasse vedere qualcosa arrivava sempre a quell'inutile, stupido bianco vuoto.
Era per quello che era così attaccato a quel colore che, pur non appartenendogli, lo rappresentava. Così anche i suoi giocattoli: Involucri di plastica privi di vita se non quella che gli veniva istillata dalla fantasia e dall'immaginazione.
Spesso a notte fonda si sentiva come loro e a quel punto doveva alzarsi e prendere aria, magari fare due passi. Non lo sapeva nessuno e nessuno l'avrebbe mai saputo. Così come nessuno avrebbe mai saputo che il freddo, apatico, insensibile Near guardando il cielo notturno era colpito da forti crisi di pianto.
Una volta poi era capitato che passando davanti alla camera di Mello l'avesse sentito parlare nel sonno. Chiamava i genitori ma anche i nomi di alcune persone, chiedendogli di aiutarlo. Tra i nomi che Near aveva sentito c'erano Ryan, Mattew e Darien.
Nel sentire quell'ultimo nome il piccolo era trasalito, quasi che Mello stesse chiamando lui. Il che era assurdo.
In ogni caso durante le sue passeggiate Near faceva sempre tappa davanti la camera di Mello, malgrado lui lo odiasse, malgrado fosse insensato, malgrado fosse inutile.
Quella sera però, crisi o meno, il piccolo aveva deciso che sarebbe andato ad ascoltare i discorsi del biondo. Aveva bisogno di capire perchè quei tre nomi fossero così importanti per l'avversario e familiari per sè.
Aveva finito per l'ennesima volta il puzzle e lo stava poggiando di lato quando una piccola furia dai capelli rossi di nome Lara aveva fatto irruzione nella stanza, seguita da un perplesso Matt e un incazzatissimo Mello. Strillando come sua abitudine.
Lara era una bambina di circa nove anni, come Near, ossessionata dal trio dei migliori dell'orfanotrofio.
-Neaar! Devi venire subito, subito- "avrebbero dovuto chiamarla Eco. Come nome sarebbe stato più appropriato al suo vizio" pensò Near, seccato dal suo strillare così come dall'abitudine della bambina nel ripetere la parola finale di ogni frase.
-Cosa c'è?- chiese senza inflessioni e senza guardarla.
-Non c'è tempo di spiegare!- esclamò lei tirandolo per un braccio per farlo alzare -Vieni e basta, basta!-
Lui si lasciò trascinare passivamente fuori dalla stanza e lungo il corridoio tirando una povera ciocca dei suoi capelli bianchi.
-Lara perchè diamine ci stai trascinando in giro per mezzo istituto?- chiese a un certo punto Matt che avrebbe preferito restarsene in camera a giocare alla PS2.
-Roger ha detto che doveva parlarci di una cosa, non mi chiedete perchè non so di cosa, e che dovevamo esserci tutti e quattro, quattro!- rispose lei.
Mello stava mangiando una tavoletta di cioccolata, tanto per cambiare, ma contrariamente alle sue abitudini biascicò a bocca piena qualcosa che suonava vagamente come "vecchiaccio della malora". Matt sorrise, Lara gli lanciò un'occhiataccia e Near fece finta di non aver sentito.
Finalmente arrivarono di fronte alla porta dell'ufficio, stranamente aperta.
Il vecchio rugoso seduto alla scrivania fece loro segno di entrare.
I quattro si sistemarono in piedi, tranne Near che si sedette a terra, dinanzi la scrivania su cui erano poste quattro cartelline da schedario con i loro pseudonimi stampati sul bordo.
-Allora vecchio? Perchè ci hai chiamati?- fece Mello chiudendo la domanda con un morso alla terza tavoletta di cioccolato degli ultimi due minuti.
-Ci sono dei problemi circa i vostri dati personali, quelli autentici-
-Che genere di problemi?- domandò ansiosa Lara, scordandosi perfino di raddoppiare la finale
-Pare che i vostri genitori non fossero in realtà quelli biologici. E non risultano legami di parentela di qualunque tipo ne' documenti di affidamento di ogni sorta. Non si trovano neppure docomenti di ricovero in ospedali o certificati di nascita...-
-In pratica è come se fossimo spuntati dal nulla?- lo interruppe Matt
-Se vogliamo possiamo metterla su questo piano...si non c'è alcun tipo di dato riguardante voi quattro in nessun ambito o luogo a parte alcuni documenti tutti trovati sui luoghi degli incidenti dei vostri presunti genitori. E risultano tutti falsificati-
"Lo immaginavo" pensò Near "è per questo che i miei ricordi non collimano con quello che vogliono farmi credere, perchè è sicuro che a qualcuno interessa che non sappiamo chi siamo davvero..."
-E con ciò?!- esplose Mello -Che problema c'è? Se quelli che sono morti non erano i nostri parenti vuol dire che quelli veri ci hanno abbandonato! Perchè mai dovremmo farci dei problemi?- Near scosse il capo "Mello sarai anche il migliore dopo di me ma quando ti fai prendere dai complessi d'inferiorità perdi del tutto il tuo genio..."
-Io non credo, credo- bisbigliò Lara -Non dopo quelli...-
-Quelli cosa?-chiese Matt guardando interrrogativo il vecchio
-Non era mia intenzione dirglielo ora ma a questo punto...- piccola pausa -Ieri sono apparsi quelli- indicò quattro pacchetti poggiati sopra un mobile in angolo alla stanza -Ci sono i vostri pseudonmi sopra oltre a delle scritte in un linguaggio sconosciuto. Li abbiamo controllati, nei limiti del possibile in quanto alcuni degli oggetti sono bloccati-
Near non lo ascoltava più, se non con una minima parte del suo cervello.
La sua attenzione era tutta volta al pacco a lui indirizzato. Lesse solo la parte seguente il suo nome.
Nella sua mente il semplice messaggio si tradusse istantaneamente:  "sha dala ge makv" significava "da mamma e papà"
Anche gli altri avevano letto stupiti.
-"da mamma e papà" significa che sono vivi e ci stanno cercando! E non che ci hanno abbandonati!- esclamò Lara con leggero rimprovero, sicuramente riferito all'aspro commento di Mello.
-Voi sapete cosa c'è scritto?- chiese stupito Roger
-E' un'altra lingua ma si capisce...- disse Mello sovrappensiero. Probabilmente era rimasto molto scosso all'idea che i genitori fossero vivi. Non l'aveva mai dato a vedere ma aveva sofferto molto la loro mancanza. Così come Near aveva reagito, ma con l'aggressività. D'altro canto erano molto diversi.
-Senza dubbio è più semplice dei messaggi criptati- aggiunse Matt
-Cosa significa che sono apparsi?- interrogò Near, insomma apparsi significa... spuntati dal nulla. Cos'altro altrimenti?
-Durante la terza ora di lezione di ieri sono comparsi nel corridoio, di fianco alle porte delle aule in cui eravate-
-La vecchiaia fa brutti scherzi, eh?- fece scettico Mello
-Veramente li ho trovati io- lo rimbrottò Lara -stavo tornando dal bagno e...puf! Sono comparsi come funghi, funghi!- "E meno male che non sapeva cosa ci avrebbe detto. Bah!" fu il pensiero stizzito dei due ragazzi più grandi. Intanto Near stava aprendo il pacco, seguito a ruota dagli altri.
I contenuti erano tutti diversi: Mello aveva trovato beh... cioccolata, ovvio ma di un tipo strano, e un libro, Matt una consolle portatile rosso fiamma e una lamina nera dalla forma di un floppy-disk e lo spessore di un foglio di quaderno, Lara un album da disegno e una piuma dei colori dell'arcobaleno. Near infine aveva un quadernetto nero chiuso da un fermaglio blu e una moto giocattolo da costruire.
-Possiamo tenerli vero, vero?- chiese Lara passando le dita sulla piuma lunga come il suo avambraccio.
-Mi pare ovvio! Ci sono i nostri soprannomi sopra!- ribattè Mello
-No, non mi sembra il caso. Vi ho già detto che non siamo riusciti a controllare tutto...-
-Forse non siete riusciti ad accendere questa?- suggerì Matt con scherno sventolando la consolle accesa
-O aprire il libro?- continuò Mello sfogliandolo
-O il quaderno?- suggerì Near aprendo il fermaglio
Roger era allibito -Non è possibile fino a che non li avete toccati non si aprivano!-
-Ma ora si- intervenne Near. Lara intanto si era avvicinata a Near per leggere il quaderno, che nell'istante in cui lei lo toccò si chiuse di scatto!
Ecco la spiegazione: gli oggetti che potevano contenere un messaggio potevano essere usati solo dal proprietario. Per quanto improbabile doveva essere così. C'era solo da capire come fosse possibile...
-Io vado, di sicuro capiremo quando sarà il momento il perchè di questa storia- disse Mello prendendo il pacco e uscendo. Di sicuro perchè aveva finito la cioccolata e voleva provare quella nuova.
Fu seguito subito dopo da Matt, che stava già giocando, da Near, che nel silenzio più assoluto rifletteva sul "comportamento" degli oggetti, e da Lara che corse dietro ai tre dopo avergli gridato di aspettarli.
Roger, per qualche strano motivo non aveva neppure provato a richiamarli. Se qualcuno poteva capirci qualcosa di quella questione erano proprio loro.




Spazio dell'autrice:
Eccomi di nuovo col primo capitolo!
Grazie mille alla mia amica Meirouya per avermi aggiunta nei preferiti senza aver letto neppure il primo capitolo. Scusami di non averti avvisata ma è stata una cosa impulsiva, pensavo di aspettare ancora qualche tempo prima di metterla giù. Sorry e GRAZIE!
Grazie anche a tutti coloro che hanno letto e spero di trovare una vostra recensione a questo primo capitolo, tanto per sapere cosa ne pensate.
Baci                                                                                                                                                                                        Danielle

   
 
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