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Autore: ROW99    31/08/2017    2 recensioni
Essere soli è una delle cose più devastanti che possano colpire la vita di una persona, ma spesso la luce è nascosta più vicino di quanto sembri, magari negli occhi di qualcuno di insospettabile!
Dal testo: Non è facile avere amici quando sei troppo intelligente. Sembri sempre troppo alto, troppo lontano per chi vive una vita normale. Minaho non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia stato solo. Forse, nei suoi primi ricordi, prima dell’incidente che gli porterà via il padre, vi era una stilla di felicità, ma poi tutto era crollato.
nb: Minaho e Manabe frequentano la Raimon, ma in una sezione diversa dai protagonisti di IE go
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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You make me blow
But I cover up, won’t let it show
So I’m putting my defenses up
Cause i don’t wanna fall in love
If I ever did that, I think I’d have a heart attack
I think I’d have a heart attack
I think I’d have a heart attack.

Minaho e Manabe, dopo essersi caricati in spalla i borsoni, avevano preso il primo autobus ed avevano raggiunto in pochi minuti la collina.
Il parco, dedicato alla fortuna dell’imperatore, si estendeva per tutta l’estensione del piccolo polmone verde della città, permettendo il mantenimento di alcuni campi da tennis, un campo da calcio e un’attrezzata area picnic.
Durante il viaggio nessuno dei due era voluto tornare sull’argomento genitori di Manabe, ed avevano invece preferito parlare di scuola, calcio e professori. Si erano fermati per comprare qualche panino ai gusti improponibili e si erano fondati a spazzolarselo sull’erba.  Era ancora presto e mancava più di un’ora a mezzogiorno, ma volevano essere ben sazi per la partita che li aspettava.

Era una giornata di settembre particolarmente calda. Ovviamente il lilla, incrociando previsioni e statistiche, aveva stimato con certezza la presenza di un venticello leggero e la possibilità  (intorno al 18 per cento) che la temperatura si tenesse al di sotto dei ventotto gradi, ottime condizioni per giocare a calcio.
Ebbero la fortuna di trovare il campetto sgombro e di poter quindi organizzare uno splendido, devastante uno contro uno senza esclusione di colpi. Dopo nemmeno mezz’ora il lilla era già sfiatato. Non era abituato ai ritmi di Minaho.
-Però! Sei bravo! – L’amico sembrava ancora pieno di energie
-Mooooodestamente… quando ero piccolo venivo spesso qui a giocare da solo! -Minaho sorrideva sornione.
L’arancione si sedette sull’erba al fianco dell’amico e gli mise una mano su una spalla. Stettero qualche minuto a guardare una donnina minuscola che teneva al guinzaglio due belve tre volte più grosse di lei interrogandosi sulle leggi della fisica che sembravano essere state tutte infrante, quindi si rialzarono.
-Rivincita?
-Rivincita!

Manabe correva verso i due alberi che avevano eletto a porta. Era riuscito miracolosamente a sottrarre la palla all’amico (-probabilità al settanta per cento che se la sia fatta prendere apposta- pensò il lilla). “scartó” abilmente una buca e si preparò al tiro.
In quello stesso istante un tuffo al cuore gli mozzó il fiato. Rimase li con la gamba a mezz’aria qualche secondo, poi si sedette a terra pesantemente. Era da un po’ che aveva questo fastidio, ma mai così di colpo… di solito era annunciato da una precedente sensazione di ansia, da un leggero sudore freddo… il suo dottore aveva parlato di stress, di stati angosciosi, nei quali lui si rivedeva perfettamente dunque non aveva mai fatto più di tanto caso alla cosa.
-Ehi Manabe? Qualcosa non va? -Il lilla si avvicinò  all’amico. -Perché non hai tirato? Ti fa male qualcosa?
-Ehi? …. Ehm… no niente di che… un crampo, ecco! Ho un piccolo crampo alla gamba destra…. Niente di che, non temere! -E cosí dicendo il lilla finse di tenersi la gamba simulando fastidio.
-Mh… forse abbiamo esagerato- disse Minaho che, dopo aver tolto la scarpa all’amico, gli stava massaggiando dolcemente il piede e il polpaccio. – Va meglio così? Rilassa il muscolo Manabe, altrimenti non riesco a sciogliertelo. (Strano- pensò- non sembra affatto che stia avendo un crampo!-).
-Niente di che… è solo poco esercizio! -Il lilla sorrise all’indirizzo dell’amico.
-Mh… ti credo. Riesci a camminare? Sarà meglio andare a casa così puoi stenderti e rilassare le gambe…
-Ma no… sto meglio… adesso cambiamoci che ti porto a fare un giro in centro, devo assolutamente farti vedere il museo della scienza! Lo hanno aperto da poco ed è… fantastico!- Il lilla era quasi sognante. Minaho sorrise.

Si cambiarono (nonostante il gigantesco ragno che aveva preso dimora nel borsone dell‘arancione, cosa che lo spinse a fuggire nell’area picnic con solo i pantaloncini e un calzino addosso) e si incamminarono fuori dal parco. Minaho teneva d’occhio l’amico. Inizialmente aveva notato che portava periodicamente la mano al petto, ma poi sembrava essere tornato tutto a posto.
Passarono uno splendido pomeriggio al museo delle scienze, e se non fosse stato che Manabe risolveva equazioni e giochetti di logica prima ancora che l’arancione avesse finito di leggere i dati di sicuro avrebbe potuto anche lui dare sfoggio delle sue capacità deduttive. Aveva avuto paura di perdere l’esercizio, ma da quando stava a casa del lilla le sue capacità erano più brillanti che mai.

-Hey Minaho, visto quanto è interessante il decadimento beta? -Il lilla era a dir poco innamorato di quel posto. Alcuni da piccoli vedono i loro miti nei supereroi, altri nei genitori… Manabe aveva sempre visto i suoi nei grandi della scienza. Desiderava essere come Einstein, Fermi o Heisenberg, e di notte sognava di scoprire sempre qualcosa di nuovo, di avere il suo nome sui libri!
Quando uscirono dal grande complesso era ormai mezzo pomeriggio, e pensarono di tornarsene a casa. Bisognava pensare alla cena… e poi Minaho continuava a scrutare l’amico, alla ricerca di segnali di allarme alla gamba e al petto. Manabe iniziava a sentirsi a disagio!

Davanti alla porta di casa Minaho ebbe uno spiacevole brivido ripensando al suo incontro con i genitori dell’amico, ma lo scacció scrollando le spalle. -I problemi vanno risolti uno alla volta- pensò, e ora le priorità erano altre.
Appena entrati insistette per far stendere Manabe sul divano, con la scusa del crampo.
-Questa sera cucino io!- l’arancione sfoderó un sorriso a trentaquattro denti. -Prega per te di avere uno stomaco robusto!
Manabe voleva alzarsi, ma Minaho non volle sentire ragioni.
Mentre l’amico armeggiava ai fornelli il lilla rifletteva sulla situazione generale. Non era particolarmente spaventato dal dolore al petto. Aveva fiducia nel suo dottore e credeva fosse solo stress. Era invece molto più preoccupato da cosa i suoi genitori avrebbero architettato. L’udienza per vagliare la sua richiesta di emancipazione era prevista fra un mese, ed era certo che i suoi non sarebbero rimasti con le mani in mano. Era da solo contro due diplomatici esperti, senza nessun avvocato se non la sua stessa ragione e la sua maturità.
Scacció questi pensieri appena l’amico entrò in salotto con il vassoio della cena e non ci pensò più per tutta la sera. Era impossibile preoccuparsi parlando con Minaho.

Il giorno seguente, a scuola, i ragazzi si dovettero impegnare per un difficile test di letteratura straniera, così che nessuno dei due si accorse dei cartelloni appesi alle porte di ogni classe. Se ne avvidero al momento di uscire.
-Mh… il club di calcio della scuola cerca riserve? E se ci provassimo?-Minaho sembrava più scherzoso che serio, ma Manabe pareva riflettere profondamente.
-Ci  sarà un provino da sostenere… io non sono al tuo livello, dubito di avere qualche possibilità.
-Almeno proviamoci! Sembra divertente! Ti prometto che se non passeremo entrambi io ritireró la candidatura, non mi importa nulla di giocare senza di te. -Minaho prese la mano del lilla.
-Va bene… massì dai! Proviamoci! -Manabe sembrava più convinto. -Qui dice che dobbiamo presentarci alla sede del club oggi pomeriggio alle quattro e mezza… facciamo in tempo a tornare a casa per pranzo e prendere le borse.
- Grazie!!! -Minaho abbracció l’amico -Vedrai che ci divertiremo. E’ l’occasione per svagarsi un po’ e per studiare qualche altro nostro simile!
Il lilla rise di gusto.
-Minaho! Non cambi proprio mai eh?

Il pomeriggio si annunciava abbastanza piovigginoso, tanto da far temere ai due ragazzi di aver fatto un viaggio a vuoto, ma arrivati alla porta del club di calcio della scuola si resero conto che niente avrebbe potuto impedire lo svolgimento dei provini. La loro scuola teneva troppo al buon nome dei suoi club, dunque un poco di fango non avrebbe di certo cambiato le carte in tavola.
Manabe, già in ansia di suo per la sua scarsa familiarità con il gioco del calcio, non poté che sentirsi mancare quando si rese conto che si erano presentati solo lui e Minaho! Evidentemente non era stato un grande anno per le iscrizioni.
-Minaho... Io me ne vado!!!- Il lilla sussurró i suoi timori all’orecchio dell’amico.
-Eddai… che ti costa… sarai bravissimo, te lo assicuro!!
-Probabilità al sette per cento… che la fortuna mi assista!

Il provino prevedeva una semplice serie di tiri in porta,  manovre e “duelli” uno contro uno con i giocatori della squadra. Minaho se la cavava niente male, lo stesso non si poteva dire del lilla che arrancava per il campo sporco di fango cercando di non cadere.
Minaho si era messo il cuore in pace. Manabe non sarebbe passato, e di conseguenza nemmeno lui avrebbe accettato un eventuale posto in squadra. O con il suo amico o niente. Non aveva voglia di farsi isolare di nuovo, e non poteva tollerare di lasciare che Manabe venisse messo all’angolo.
      Ultima parte del provino: due contro due, attacco e difesa.
      Minaho e Manabe si trovarono di fronte due giganteschi attaccanti. (-Fine della corsa… per entrambi- pensò l’arancione). Immediatamente subirono il primo goal, poi un secondo ed  un terzo. Minaho riusciva a malapena a contrastare un ragazzo per volta, e i due se ne approfittavano per organizzare sortite con rapidi passaggi di palla che spiazzavano l’arancione.
       In tutto questo Manabe se ne stava indietro a coprire malamente la porta. Si sentiva inutile e incapace. Non riusciva nemmeno a pararsi davanti all’avversario a causa della paura di    essere travolto. Eppure Minaho ce la stava mettendo tutta… non poteva essere da meno, L’arancione meritava di giocare in quella squadra e lui avrebbe fatto di tutto per regalargli quella possibilità.

     Il lilla si piazzó davanti alla porta sopprimendo la paura e inquadró bene gli avversari. Non era un buon calciatore,  forse… ma poteva usare i numeri! Il suo cervello iniziò a processare   i dati. Velocità, inclinazione dei passaggi, muscoli e piede d’appoggio degli avversari…

-Minaho!! Passerà a destra!
-Eh? – l’arancione non capiva.
-A destra! L’attaccante riceverà il passaggio e scatterà alla tua destra!
Minaho non ci pensò neanche su. Sentiva di doversi fidare. Si buttò a destra e… si ritrovò la palla tra i piedi. Scattò a sua volta e fece comodamente goal nella porta vuota.
-Evvai!! Manabe sei un genio!!! -L’arancione abbraccio il lilla che divenne rosso come un peperone.
-Ma dai… ma… ho … ho solo usato la testa visto che i piedi non funzionano…
In quel momento arrivó lo stop dell’allenatore. Il test era finito.
-Bene. Ho preso la mia decisione. Minaho Kazuto, avvicinati. Sei in squadra.
L’arancione sorrise, poi guardò Manabe e gli fece un occhiolino complice.
-Mister! La ringrazio per l’offerta, ma purtroppo… purtroppo senza Manabe non me la sento di giocare. La ringrazio ancora. -L’arancione si inchinó con rispetto.
-Aspetta aspetta aspetta! E chi ha detto che il tuo amico sarebbe rimasto fuori? Ho visto come ha diretto quell’azione! Ha bisogno di allenamento, ma sono certo che diventerà un grande regista difensivo.
I due ragazzi si guardarono un istante, poi scoppiarono a ridere felici e si diedero il cinque.
-Grazie!! Grazie mille allenatore!
-Bene… benissimo. Benvenuti in squadra, ragazzi! Il mio nome è Mamoru Endou.

-     ……..

-CHE COSA???!?!?

   
 
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