Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Romanticgirl02    01/09/2017    1 recensioni
Appena avvertì la sua presenza la ragazza lo squadrò senza farsi vedere. Era un uomo alto dai folti capelli argentei e dagli occhi d'ambra, era elegante con un bel portamento, a prima vista si direbbe un amante della lettura, con parecchi sogni nel cassetto ancora da realizzare. Sarebbe stato l'uomo perfetto per lei, pensò all'improvviso, poi però si rese conto che quell'uomo per quanto bello e prestante fosse poteva benissimo essere suo padre...
-E lei signorina quanti anni ha? A vederla sembra molto giovane-
La ragazza colta impreparata a quella domanda gli rispose abbastanza impacciata.
-Ho 25 anni, come vostro figlio, lavoro in uno studio psichiatrico già da 4 anni...-
Una psicologa per un pazzo o per qualcuno che ha bisogno di aiuto?
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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E mentre nella casa regnava ancora il silenzio, un anima straziata rimaneva immobile in attesa di un miracolo. Forse tutto ciò se lo era meritato, forse aveva preso la vita troppo alla leggera. Ma mai si sarebbe aspettato una fine così deludente. Convivere per tutta la vita con una persona orribile, che se prendeva il sopravvento, la vita degli altri era in pericolo. Lui non lo avrebbe mai voluto. Lui che amava la sua vita era stato risucchiato nell'oblio. Non aveva ricordi di quando successe, l'unica cosa certa era che un giorno ridestatosi dal sonno aveva trovato a fargli compagnia una presenza sinistra. Ma non ne aveva paura, la sentiva vicina, dentro di se. Più i giorni passavano e quella presenza prendeva forma fino a diventare una parte importante di lui. Lui non la voleva, voleva essere se stesso. Ma più si ribellava più la presenza tornava più forte. Incominciò ad averne sempre più paura... finché non imparò a conviverci. Miroku si era stancato di battere sulla porta e ormai era tornato a casa da un pezzo, ormai tutti si erano rinchiusi nelle proprie stanze. Suo padre e sua madre, di cui a stento sentiva ancora i singhiozzi, Sesshomaru e Rin ancora tramante tra le braccia del fratello. E lui, bhe lui era solo, per così dire almeno. Avrebbe voluto anche lui avere una persona accanto. Ma ormai lui era un mostro e nessuno può amare un mostro. Così rinchiuso nella sua stanza riprese in mano quella lettera che ormai conosceva a memoria. Carta spessa non più di 3 mm, inchiostro nero di una penna bic a punta arrotondata. Se fosse stato coraggioso quanto lo era un tempo probabilmente avrebbe già finito. Ma lui era un codardo, lo era diventato col tempo, quando iniziò a nascondersi da tutti. Ormai era solo e così sarebbe dovuto rimanere. Riposò la lettera e si diresse verso il letto, ma appena si sedette su di esso qualcuno bussò alla porta. Ne rimase alquanto sorpreso, chi mai poteva essere? Ormai tutti se n'erano andati. 

-Inuyasha...-

Una voce femminile, flebile, appena percepibile lo fece scattare in piedi come una molla, Lei. Lei era ancora lì, davanti alla sua porta. Cosa centrasse lei con la sua vita non ne aveva la più pallida idea eppure più volte l'avrebbe voluta vicina. Se tendeva l'orecchio poteva percepire il suo respiro. Si avvicinò lento alla porta, ma proprio mentre stava per aprire, lui riprese il sopravvento. 

-Cosa credi di fare? Pensi d'avvero che lei ti potrà aiutare? Non essere un illuso, Inuyasha-

-Stai zitto, smettila, vattene! Se mi libererà da te, sarò più che lieto di abbattere questa dannatissima porta-

-Lei sarà la nostra rovina... lei sarà la causa della tua morte-

Detto questo l'oscurità si dissolse, lasciando il suo sguardo, ora completamente ambrato sulla porta. Convinto che ormai anche lei se ne fosse andata fece scattare la serratura aprendo così la porta. Quando fu aperta del tutto lei rimase in piedi davanti a lui. Inuyasha fece per richiudersi dentro quella prigione ma lei lo bloccò e corse ad abbracciarlo. Il cuore di Inuyasha perse dei battiti e il suo corpo si irrigidì. Dopo anni ricevette il primo contatto umano. Dopo anni, fu di nuovo abbracciato da qualcuno. Senza dire niente sciolsero quell'abbraccio e Kagome se ne andò in silenzio. Inuyasha provò varie emozioni tutti insieme, per una volta emozioni positive ma tutto fu stroncato dall'ennesimo attacco da parte dell'oscurità. Iniziò di nuovo a tremare, il suo corpo doleva incontrollato. Chiuse la porta e si stese sul letto, soffocò le grida di dolore contro il cuscino finché tutto quanto non finì. Queste erano delle avvertenze. Qualunque cosa lui provasse per lei doveva scomparire e all'istante. Con lo sguardo ormai spento Inuyasha si addormentò sognando quel sorriso che la ragazza le volgeva sempre. Il mattino seguente per Kagome fu più duro del solito. Non solo non aveva dormito molto la notte ma per di più avrebbe dovuto incontrare Inuyasha. Si sentiva stanca, con la testa pesante. Nella sua mente ritornavano chiare le immagini della serata precedente. Immagini dolorose, immagini spaventose. Poi la sua mente ritornò a quell'abbraccio spontaneo tra lei e Inuyasha. Da lì a poco lo avrebbe rivisto... come comportarsi con lui? Il rossore sulle sue gote si faceva sempre più intenso, ma che diavolo le stava succedendo? Era forse masochista? Poco ci mancava. Sussultò appena bussarono alla porta. Quando entrò notò con enorme tristezza che ancora portava le lenti rosse. Che tutto quello successo la sera precedente non gli avesse fatto nessuno effetto? Era praticamente impossibile...

-Ciao Inuyasha... come stai?-

Chiese Kagome abbozzando un sorriso. Non voleva ma era preoccupata. Passare quelle due ore con lui era doloroso ma ormai diventato indispensabile per lei. Il ragazzo dal canto suo non si scompose più di tanto. Si mise seduto come le altre sedute e la guardò. Insomma niente di diverso. Kagome ormai non sapeva più cosa fare. Perciò lascio perdere l'etica professionale e si sedette vicino a lui. Le poggiò una mano sulla spalla e spostando lievemente la maglietta osservò la ferita che si era inferto. 

-Forse dovresti farti vedere da un medico... non ha un bel l'aspetto...-

Lui se la scrollò di dosso malamente. Poi spinto dall'esasperazione parlò.

-Perché... perché continui a starmi addosso? Non ti basta avere gli incubi, vedere sangue ovunque, temere per la vita dei tuoi parenti? Perché diamine continui a starmi vicino?-

La sua voce pareva strozzata, ormai al limite della sopportazione Inuyasha si stava sfogando.

-Perché? Dovrei chiederlo io a te! Perché ti comporti così? Come se non te ne fregasse niente di nessuno? Perché spaventi a morte le persone? Io ti sto vicino perché so che se ti comporti così c'è un motivo, e io voglio capire qual'è-

Nel parlare Kagome si era alzata in piedi. Era stufa anche lei di essere ignorata da questo ragazzo. Avevano la stessa età eppure sembravano lontani anni luce. La cosa più assurda era che sembrava che facesse tutto apposta, per ripicca. E Kagome questo lo detestava.

-Sai Kagome... a volte la verità è ciò che non si vuole sentire, la verità può essere mostruosa. Potrebbe addirittura fare male...-

Inuyasha per una volta diede libero sfogo ai suoi pensieri. Lui la verità la sapeva ma voleva tenerla per se, non voleva scaricare addosso a qualcun altro il peso dei suoi problemi, il peso di lui. Ma la ragazza non voleva sentir ragioni.

-Non è una scusante per il tuo comportamento. Io sono qui per aiutarti e tu ti chiudi in un riccio. Sai quando ti ho visto a casa tua, a stento sono riuscita a riconoscerti e sai perché? Il tuo sguardo... era diverso! Quando vieni qui sei sempre sull'attenti a qualsiasi movimento mentre quando sei a casa è come se il mondo intero non esistesse!- 

Kagome si fermò ripensando alle sue stesse parole. Che per lui fosse difficile uscire di casa? Ma per quale motivo allora? Dal canto suo Inuyasha si alzò spazientito.

-Tu non sai niente, ne di me ne di chiunque altro! Noi siamo diversi, noi vogliamo stare per conto nostro- 

Appena si rese conto di aver parlato Inuyasha la guardò furibondo. Uscì sbattendo la porta del piccolo studio e se ne tornò a casa. La ragazza rimase perplessa. Tornò a sedersi e tirò fuori il biglietto con la frase o parola scritta nello specchio. Continuò a guardarla per un lasso di tempo indefinito e infine una domanda le sorgeva chiara in testa: Noi?

I genitori vedendo tornare il figlio così presto non poterono non riempirlo di domande alle quali non ricevettero risposta. E ancora arrabbiato andò ancora in quella stanza buia e grigia in cui ormai passava silenziosamente la sua vita. Perché era stato così stupido da lasciarsi abbindolare da lei? Doveva essere lui a mantenere il controllo. Poco dopo qualcuno bussò ed aprì la porta. Miroku era tornato, di nuovo, a trovarlo. Perché l'amico continuasse a venire era un mistero, ma il mistero ancora più grande era perché lui lo faceva avvicinare? In fin dei conti non gli dispiaceva stare con Miroku. Lui gli raccontava di quello che succedeva al di fuori di questa piccola stanza, ogni giorno veniva per cercare di farlo uscire da quelle quattro mura. E chissà per quale motivo quella fu la volta buona. Dopo una disastrosa seduta, Inuyasha volle uscire dalla sua stanza a prendere una boccata d'aria. Insieme all'amico alquanto sorpreso andarono in giro senza una meta per un paio d'ore, poi si fermarono ad un bar per riposarsi un po'. Intanto Kagome era uscita con Sango che l'ascoltava silenziosamente. Da quando aveva a che fare con Inuyasha, Kagome era diventata una gran brontolona. Sango avrebbe voluto conoscere l'uomo che è riuscito a portare tanto scompiglio nella vita dell'amica. Entrarono in un bar, per prendere una cioccolata calda. L'inverno stava arrivando e si presumeva sempre più freddo. Per gioco del destino Sango si imbatté in un ragazzo, dagli occhi blu come il mare e i capelli neri come l'abisso. Si scambiarono occhiate veloci e fuggenti, per poi tornare ognuno al proprio compagno. Ma Kagome prontamente fermò il ragazzo. 

-Miroku! Che sorpresa trovarti qui- 

Il ragazzo le sorrise dolcemente e spostò lo sguardo sull'amico che continuava ad ignorare tutte le persone attorno a lui. Kagome appena lo vide le corse in contro e come una furia gli fu addosso. 

-Ei tu! Che modi sono andarsene così?-

Inuyasha per poco non si strozzò con la sua bibita. Ma cosa era una perseguitazione? Non le bastava venire a casa sua, adesso lo seguiva pure nei bar. Non le rispose, pagò e uscì da bar. Miroku si scusò varie volte con le ragazze e lo seguì. Ma Kagome lo sorpassò e afferrò Inuyasha per un braccio. Lui la guardò con uno sguardo omicida. La schiena di lei venne percorsa da una scarica di paura, ma lei non mollò la presa, anzi ricambiò il suo sguardo come meglio poteva. Il ragazzo ormai esasperato riprese il suo cammino in silenzio trascinandosi dietro Kagome. Intanto gli amici osservavano alla scena divertiti.

-Piacere il sono Sango-

Disse la ragazza e una volta fatte le dovute presentazione seguirono gli amici. A vederli da lontano sembravano già una vecchia coppia di sposati. Ma Miroku lo sapeva, che così facendo avrebbe irritato Inuyasha sempre di più, ma infondo che poteva fare? Era lei la psicologa. Continuarono a camminare in silenzio e senza rendersene conto si ritrovarono in un parco. Kagome si guardò attorno spaesata. Il posto pullulava di coppie. Guardò Inuyasha che continuava a guardare fisso davanti a se. All'improvviso le sue gote divennero rosse, li in mezzo a tutte quelle persone potevano benissimo passare per una coppia. Poi da lontano riconobbe tre ragazze che venivano alle superiori con lei. Erano le classiche ragazze che hanno sempre avuto un fidanzato. Sempre a sbaciucchiarsi e a fare foto. Kagome cercò di non farsi notare mantenendo lo sguardo basso, ma a quanto pare quelle tre l'avevano già vista. Come dei razzi si precipitarono da lei, seguite a ruota da tre ragazzi. 

-Ah Kagome! Da quanto tempo! Oh, ma non dirmi che quello è il tuo fidanzato! Finalmente anche tu hai messo la testa apposto...-

La ragazza parlava come se Kagome non avesse mai avuto un ragazzo, solo perché lei ne aveva avuti a milioni. Alquanto indispettita Kagome strinse forte il braccio di Inuyasha, il quale aveva l'aria abbastanza scocciata. 

-Si lui è il mio ragazzo...- 

Rimase con la frase in sospeso quando sentì i due amici ridere alle loro spalle. Sango e Miroku se la stavano spassando alla vista di quel piccolo teatrino comico. Una delle tre oche, iniziò a squadrare Inuyasha da cima a fondo. Poi borbottò qualcosa e fece uno dei soliti sorrisi finti verso Kagome e se ne andò. Ripresero a camminare. Sembravano proprio una coppia. Poi gli amici si offrirono di andare a comprare qualcosa da mangiare e i due rimasero soli. 

-Scusa se ti ho messo in mezzo-

Disse la ragazza.

-Non fa niente, l'ho fatto volentieri-

Rispose sereno Inuyasha. Lei non potè sentire alle sue orecchie. Sgranò gli occhi e lo fissò meravigliata. Intanto i due amici tornarono, portando del the e qualche panino. Poi di punto in bianco Inuyasha prese le mani a Kagome. Il cuore di lei sobbalzò, che stava facendo?

-Kagome... io... io- 

Le guance di lui divennero rosee e lei stava trattenendo il fiato. 

-Io ti amo-

Disse tutto ad un fiato. I presenti per poco non si strozzarono. Ogni neurone di Kagome impazzì. Era così tutto in reale ma sopratutto inaspettato. La ragazza balbettò qualcosa mentre il ragazzo continuava a fissarla. Poi con ghigno meschino, riemerse dal nulla quella risata macabra che riecheggiò per tutto il parco. Kagome che aveva ancora le guance rosse per la dichiarazione lo guardò stranita.

-E tu, ci hai creduto davvero? Che scema, chi mai si innamorerebbe di una impicciona che cerca di capire i segreti più oscure nelle persone? Sei proprio una ragazza scomoda-

Di colpo Kagome si sentì ferita, non tanto per la falsa dichiarazione ma ben si per le sue parole. Prese il the e glielo versò in testa, corse via, seguita da Sango, lasciandolo lì da solo con Miroku che ancora lo guardava incredulo. Inuyasha si alzò e si incamminò verso casa come se niente fosse successo. 

-Ehi, ma che diavolo fai? Perché...-

-Sta zitto Miroku- 

L'amico si azzittì. Invece di migliorare Inuyasha stava peggiorando. Però aveva ripreso ad agire. Miroku ci pensò su, poi si illuminò: Kagome stava riuscendo a capire il suo problema e per questo Inuyasha la stava allontanando, soltanto per questo si comportavano così, non c'era altra spiegazione. Tornarono a casa e Inuyasha si rinchiuse di nuovo nella sua stanza. Miroku raccontò brevemente tutto ai genitori che dispiaciuti inviarono un messaggio di scuse a Kagome. Lei dal canto suo ne era rimasta ferita. Davanti a lei, passarono velocemente tutte le sue storie d'amore, come erano iniziate e come erano finite, tutto per lo stesso motivo. Lei riusciva a capire i pensieri delle persone. Ma non leggeva nella mente, ben si lo capiva dai movimenti del viso e del corpo. Lesse velocemente il messaggio e si buttò sul letto. Riprese fuori la frase scritta in bagno e decise di analizzarla. Più ci pensava più non ne capiva il senso. Poi si illuminò, divise la frase in sillabe e le unì in maniera differente. Così aveva tutto più senso. Ucnociaidiuttuatettimi. Se la si divideva in sillabe veniva fuori due frasi: una che diceva 'uccidi tutti' e la seconda 'no aiutatemi'. Sembrava parlare con qualcuno... ma con chi? Kagome prese un libro di psicologia e riprese a leggerlo. Quando era stressata era la sua migliore medicina. Poi capitò per caso su un capitolo intitolato: psicologia clinica, disturbo della personalità. Analizzò attentamente ogni parola e alla fine concluse che il suo caso era questo. Ciò spiegò molte cose: il perché scriveva e parlava in modo strano, perché diceva 'noi' e chissà magari anche il perché delle lenti. Leggendo il testo Kagome arrivò ad una conclusione. Inuyasha soffriva di un forte disturbo della personalità. Come diagnosi avrebbe puntato tutto sul disturbo schizoide della personalità*. Ma purtroppo dove aggiungere senza ombra di dubbio il disturbo sadico** e il disturbo masochistico***. All'improvviso Kagome si ritrovò davanti a due persone completamente diverse. Probabilmente la nuova personalità di Inuyasha comandava l'altra, per questo l'isolamento. Che il vero Inuyasha avesse paura di far del male alle persone? Si distese sul letto esausta e chiuse gli occhi lasciandosi cullare dalle domande e dai pensieri. 

 

*isolamento volontario, nessun interesse per la socialità 

** tendenza alla crudeltà verso gli altri in cui il soggetto provanoiacere

*** il soggetto prova piacere nell'autolesionismo e nella sofferenza. 

 

Salve!

Eccomi di nuovo a rompervi le scatole con il quinto capitolo... che ne pensate? A presto!

 
   
 
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