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Autore: vortix    01/09/2017    2 recensioni
Tarquinio il Superbo non aveva preso molto bene la storia che lui fosse l'ultimo re di Roma, e la monarchia per lui doveva continuare. Ora l'ultimo dei re è tornato in vita e sta cercando di impossesarsi nel fuoco di Estia, la fiamma che tiene in vita non solo Roma ma anche la fede negli dei.
Sarà Chiara, l'ultima semidea in Europa, insieme ad alcuni illustri personaggi a noi conosciuti, che cercherà di fermare il temibile Tarquinio.
Storia post "Le sfide di Apollo".
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Estia, Leo Valdez, Nuovo personaggio, Percy/Annabeth, Reyna/Jason
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Una serie di (sfortunati) eventi.'
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(non ho trovato una gif decente, sorry)
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Quando riapro gli occhi sono parecchio confusa. I ricordi degli ultimi avvenimenti si ripetono nella mia mente in modo casuale, come se fossero dei pezzi di un puzzle, ma io non ho le forze per rimetterli insieme.
Sopra di me vedo un soffitto decorato con una serie di cappelli messicani appesi con dei fili bianchi, e quando provo a muovere la testa noto una serie di bambole appoggiate su alcuni mobili, e la cosa mi mette i brividi.
L’aria nella stanza è pesante, come se non avessero aperto le finestre da una settimana.
«Ragazzi! Si è svegliata!» Esclama Leo.
Non mi ero accorta che lui fosse vicino a me, ma quando vedo il suo volto mi sento meglio.
«Ehi, Leo. Cosa è successo?» Quando provo ad alzarmi un dolore lancinante al fianco mi costringe a rimettermi sdraiata.
«Un tirapiedi di Tarquinio ti ha colpita con una spada avvelenata, stavi per morire ma siamo riusciti a salvarti.»
«Come sei delicato, Leo.» Interviene questa volta Reyna, comparendo nel mio campo visivo.
«Siamo riusciti grazie a Julia ad eliminare del tutto il veleno dal tuo corpo, e ora la ferita sta guarendo, ma servirà del tempo.»
Abbasso lo sguardo per controllare le mie ferite e noto che queste sono state fasciate con cura con delle bende pulite. I miei vestiti non ci sono più, e al posto loro indosso un paio di jeans sgualciti e una maglietta rossa con un peperoncino stampato sopra; anche il sangue è scomparso e le mie mani sono state ripulite.
«Quanto tempo ho dormito?»
«Un giorno e mezzo, purtroppo.» Mi risponde Leo.
«Quindi abbiamo solo quattro giorni per recuperare le pietre e sconfiggere Tarquinio?»
Questa volta cerco di mettermi seduta, anche se il mio fianco continua a farmi male.
«Ecco…questa era la parte che avremmo voluto risparmiarti per non darti altro di cui preoccuparti, ma alla fine ci sei arrivata da sola. Quindi sì, abbiamo solo quattro giorni per riuscire a fare tutto, e ci mancano ancora tre pietre.» Dice Reyna.
«Se la pietra era al mercato, di sicuro con l’inondazione di Percy sarà molto più difficile trovarla.» Continua Leo, guardando una serie di bambole messicane appoggiate su un comodino vicino.
Parlando della pietra focaia, mi viene in mente una cosa. Mi tocco la tasca posteriore per controllare se è ancora lì, e quando sento una sporgenza sorrido, sollevata.
Senza dire niente tiro fuori la pietta dalla mia tasca e la porgo a Leo.
Loro mi guardano stupefatti. «Come hai fatto?»
«Fortunatamente Carope, oltre a parlare male, è anche un idiota. Sono riuscita a prenderla un attimo prima che scappassi, e poi potete immaginare quello che è successo.»
Reyna emette un sospiro di sollievo. «Grazie agli dei, ora abbiamo solo due pietre da trovare ancora.»
Mi rendo conto di essere seduta su un divanetto arancione sporco di peli di gatto, e quando provo a spostare le mie gambe faccio cadere una serie di scatoloni vuoti con una scritta sopra: “Amazon Prime”.
La proprietaria deve essere una cliente affezionata, dato che metà della stanza è occupata da questi scatoloni.
Comincio a guardarmi intorno con una maggiore consapevolezza, e chiedo dove siamo. Reyna mi spiega che siamo a casa di una certa amazzone chiamata Julia, ma con questo non chiarisce i miei dubbi.
«Mia sorella, Hylla, è un’amazzone, e come lei ce ne sono molte sparse per tutti gli Stati Uniti. Sapevo che a Santa Fe ce ne fossero alcune, e quando ti hanno ferita non ho pensato un secondo di più a portarti qui. Questo è un luogo sicuro, devi stare tranquilla.»
Dopo la sua spiegazione comincio a collegare tutto: Amazon e amazzone. No, non ci credo…
«Aspettate, Amazon è gestito da queste amazzoni?»
«Già, nome originale, vero?» Fa Leo, ma io lo guardo sbalordita, come se mi avessero aperto le porte di un altro mondo.
Dopo un altro po’ seduta sul divano del salotto di Julia, decido che è ora di alzarmi e conoscerla.
Leo mi aiuta a mettermi in piedi, e avvolge un braccio intorno alla mia vita, per reggermi nel camminare; la mia gamba è di certo messa molto meglio della ferita al fianco, ma non abbastanza da farmi camminare bene. Io non riesco a fare a meno di arrossire dopo il suo gesto.
Così usciamo dal salotto ed entriamo in cucina, scoprendo Percy che sta preparando la tavola per la cena.
«Oh bene, ti sei svegliata. Come stai?» Chiede lui, appoggiando dei piatti rossi sulla tavola.
«Sono stata meglio.»
«Hai idea di chi sia il tipo che ti ha fatto questo?» Continua lui.
«Beh, tu come lo chiameresti un antico re che lavora per il cattivo di turno che con un esercito vuole solo ucciderti?»
Percy ci pensa un po’, e poi con tutta la nonchalance mi risponde con un: «Un semplice martedì?»
Leo e Reyna sorridono, e prima che io possa dire altro una donna con dei capelli grigi legati in una coda lunga e una tuta verde in flanella entra nella stanza. È alta e slanciata, con un paio di gambe mozzafiato. Io in confronto sembro un frigorifero.
«Oh bene, la ragazza si è svegliata giusto in tempo per la cena!» Esclama lei.
«Chiara, lei è Julia, una vecchia amica. Ci ha aiutato a nasconderci da Carope e ti ha aiutata a guarire, senza di lei ora non saresti qui.» Dice Reyna con un tono calmo e rassicurante.
Mi avvicino alla signora e provo a darle la mano, ma lei ignora il mio gesto e mi abbraccia direttamente, stringendomi come se fossi la sua nipote preferita.
«Oh, non ringraziarmi. È da molto che non vedo semidei da queste parti, e quando Reyna è comparsa davanti alla mia porta… Ah, è stato un piacere aiutarvi.»
Le sue parole mi scaldano il cuore e un po’ mi ricordano la sicurezza e la comodità di casa mia. Solo a pensarci mi vengono le lacrime.
«Ragazzi non so voi ma io ho una fame da lupi.» Esclama Leo e si mette a tavola in men che non si dica.
«Non abbiamo ancora due pietre da trovare e sconfiggere un re entro quattro giorni?» Chiedo.
«Si, ma io ho fame.» Mi risponde Leo, con nonchalance.
Seguiamo il ragazzo e ci sediamo anche noi, e subito dopo Julia ci porta una serie di piatti messicani che io non avevo né mangiato né visto in vita mia.
Leo mi spiega le varie pietanze, e tra nachos, quesadillas, chili e burrito capisco che qui il peperoncino viene usato come se fosse sale.
Non appena sento il profumo del cibo il mio stomaco fa le capriole, e mi rendo conto di morire di fame, per cui non faccio caso alla quantità di peperoncino che sto per ingurgitare e mi riempio il piatto.
«Allora, chi è stato a ridurti così, tesoro?» Mi chiede Julia mentre sono intenta ad azzannare un panino.
«Ha detto di chiamarsi Carope, re della Tracia…O era della Tessaglia? Insomma, quelle zone lì. Ha parlato di lavorare per Tarquinio ed evidentemente non le stavo simpatica.» Spiego io, facendo notare alla fine le mie ferite.
Julia rimane in silenzio per un po’. «Parli di Tarquinio il Superbo? L’ultimo re di Roma?»
«Proprio lui, a quanto pare se lo ricordano tutti.» Interviene Leo.
«Oh, è già tanto se ricordo solo lui. Gli altri, a parte Romolo, mi sono sempre sfuggiti. Comunque, c’è un motivo per cui si conosce tanto. Lui è il più malvagio di tutti.»
«Come fa a saperlo?» Chiede Percy, inzuppando un nacho nella salsa.
«Noi amazzoni sappiamo molte cose. -Dice Julia, guardando per un momento Reyna- Noi viaggiamo molto per le varie consegne, e con noi anche le notizie. Le voci su di lui sono nate pochi mesi fa, e ce ne sono di parecchio preoccupanti, ma non bisogna prenderle tutte per vere.»
«Del tipo? Cosa si dice di questo temibile Tarquinio?» Chiede il ricciolino di fianco a me.
«Si dice che possa controllare le menti delle persone non appena sono al suo cospetto. Riesce a fargli fare quello che vuole, anche uccidere sé stessi.»
«O convincere una dea a spegnere direttamente il suo fuoco senza alcuna esitazione.» Sussurra Reyna, ma la sua voce si è fatta comunque sentire.
«Ah! Brucia!» Esclama Percy, alzandosi dal tavolo.
«Certo che brucia, è la natura del fuoco.» Spiega Leo con tranquillità.
«No! La mia lingua!» Nel frattempo Percy è diventato completamente rosso in volto e sta percorrendo tutta la sala da pranzo sventolando le mani davanti alla faccia.
La scena è abbastanza divertente e io e Reyna cominciamo a ridere.
Vedendo Percy correre avanti e indietro, mi avvicino leggermente a Leo. «Ma se è un figlio di Poseidone non può semplicemente…che so, eliminare il bruciore?»
«Ci sono peperoncini che neanche i figli del re del mare riescono a domare.»
E io rido, tenendomi la ferita al fianco per evitare che si riapra.
Julia si alza dal tavolo come se avesse visto questa scena milioni di volte, e poi porta un bicchiere di latte al ragazzo, che lo beve velocemente e ritorna di un colorito normale.
«Scusate, colpa del chili. Dicevamo?»
«Che Tarquinio è un tipo pericoloso, e al suo fianco ci sono una serie di re del Mediterraneo, tutti più o meno terribili. -Dice Julia- E Carope era uno dei meno tremendi.»
«Che vuoi dire?» Le chiedo, riempiendomi la bocca con un nacho.
«Non ne siamo pienamente certe, ma è molto probabile che Tarquinio sia riuscito a creare il proprio esercito grazie all’appoggio di re minori, come appunto Carope. Ce ne sono molti nel corso della storia che sono stati uccisi o spodestati per il loro brutto caratteraccio, e questo ha fatto in modo che provassero ancora più odio nei confronti di Roma o di chi li ha eliminati. Tarquinio è stato intelligente: ha capito il loro punto debole e ci ha giocato a suo favore, per averli tutti dalla sua parte.»
«In pratica il suo esercito è un insieme di tanti piccole truppe di re dimenticati?» Chiede Reyna.
«Esattamente.»
«Oh, più andiamo avanti e più le cose si mettono bene, non vi pare anche a voi?» Fa notare Percy, con un pizzico di ironia.
All’improvviso mi tornano in mente le parole che Carope mi aveva detto prima di attaccarmi: “Non devi preoccuparti di Tarquinio, lui ha tutto pronto. Solo tu manchi per completare il suo piano.”
«Chiara, tutto bene?» La mano di Leo mi scuote delicatamente il braccio, e io ritorno alla realtà, annuendogli.
«Stavo solo pensando a Carope e a quello che mi ha detto poco prima che mi attaccasse. “Manchi solo tu per completare il piano”, cosa vorrà significare?»
Tutti rimangono in silenzio per un po’.
«Poco tempo rimane alla luce, prima che il fuoco trasformi il re in duce.» Ripete Reyna a memoria. «La profezia non dice che tu potrai realizzare il piano di Tarquinio, ma solo fermarlo. È il fuoco di Estia che determinerà tutto, e il nostro compito è quello impedire che vada nelle mani sbagliate, non è vero?»
«La profezia dice solo fuoco, magari sta parlando in generale.» Continua Percy.
«Amico, trovami una profezia che non stia parlando in generale.» Dice Leo.
«Percy ha ragione, parla solo di fuoco.» Esclama Reyna e tutti fissiamo Leo.
«No, un’altra volta no…» Sussurra lui, e nella sua voce c’è un pizzico di disperazione.
«Quindi Leo potrebbe aiutare Tarquinio a completare il suo piano e io sarei quella che dovrei fermarli? Non vi sembra un po’ complicata come cosa?»
Ed è ora che Julia torna a far parte della conversazione. «Si, lo è. E potrebbe essere una delle tante interpretazioni della profezia che vi è stata rivelata. Tarquinio potrebbe convincere chiunque a rubare il fuoco di Estia e a portarglielo, solo con la forza della sua voce. È sicuramente una trappola, e Carope ve ne ha dato la prova.»
Improvvisamente tutti noi rimaniamo in silenzio, non sapendo bene cosa dire, presi da una sensazione di sconforto così forte da poter essere percepita nell’aria; poi Percy sembra voler rompere il ghiaccio.
«Per esperienza posso dire che anche se si tratta di una trappola, dobbiamo caderci dentro in ogni caso, senza prendere vie alternative. Troveremo un modo per impedire a Tarquinio di usare Leo o Chiara per le sue follie di dominio, e lo sconfiggeremo. Siamo sempre riusciti a sconfiggere chiunque minacciasse i nostri due Campi, i nostri amici e le nostre vite, non ho intenzione di smettere proprio in questa missione. -Fa una pausa- Siamo tra i quattro semidei più potenti che ci sono, non possiamo fallire. Insomma…Leo, Reyna, abbiamo sconfitto Gea! Non ci voglio credere che un re tornato in vita possa crearci più problemi di Gea. Noi ce la possiamo fare.»
Le parole di Percy mi fanno capire perché sia tanto amato al Campo Mezzosangue; nonostante la mia ferita ancora sanguinante e il costante senso di instabilità che provo, lui è riuscito ad iniettarmi una buona dose di fiducia e speranza.
Così decidiamo di cambiare discorso, almeno per l’ultima parte della cena.
Dopo aver finito tutto il cibo disponibile presente sulla tavola, Julia ci offre il gelato e noi siamo al settimo cielo. Ci voleva proprio un gelato per migliorare l’umore a tutti quanti.
Non appena finito di mangiare, Reyna ci dice che è ora di andare e io vorrei tanto fare i capricci e rimanere qui per sempre.
Mentre la mia gamba sembra essere migliorata abbastanza, il taglio sul mio fianco non vuole sistemarsi e la cosa mi preoccupa parecchio. Dopo quello che abbiamo detto su Tarquinio a tavola, come posso credere di sconfiggerlo se sono mezza sanguinante?
«Okay ragazzi, la prossima tappa?» Chiede Leo.
«Phoenix, Arizona. Lì dovrebbe esserci la pietra viola.» Dice Reyna, mettendosi in spalla il suo zaino.
Mi chiedo come abbia fatto a non perderlo dopo tutto quello che abbiamo passato.
«Vado ad attivare Festus allora.»
«No, fermo. Chiara non reggerebbe un altro viaggio del genere. Dobbiamo scegliere un altro mezzo.»
Io faccio finta di niente, ma non appena i tre si voltano alzo le mani in aria, esultando silenziosamente per non dover salire ancora sull’ammasso di ferro di Leo.
«Per arrivare fino in Arizona ci penso io. -Esclama Julia, finendo di pulire i piatti- C’è un’auto parcheggiata qui fuori, potete prenderla. In poche ore dovreste essere a Phoenix.»
Percy sembra essere al settimo cielo. «Davvero? Non ti importa se nel tragitto possiamo incontrare un mostro e distruggere la tua macchina?»
«E chi ha detto che è mia e non del mio vicino odioso che mi rovina le piante del giardino?»
Io la guardo scioccata, ma poi scoppio a ridere.
In pochi minuti usciamo da casa di Julia, e grazie a Leo riusciamo a bloccare l’allarme dell’auto e a salirci senza problemi. Reyna e Percy si mettono nei posti davanti, mentre io e Leo ci accontentiamo di quelli posteriori, contenti del fatto che troviamo anche un paio di cuscini per poter dormire.
«Julia, a nome del Campo Mezzosangue e del Camp Giove ti siamo grati del tuo aiuto; per qualsiasi cosa sai a chi rivolgerti. Non ci dimenticheremo il tuo aiuto.»
«Neanche il suo peperoncino, se è per questo…» Sussurra Percy, e Reyna gli dà una leggera gomitata sullo stomaco.
L’amazzone ci saluta a sua volta, riempiendoci di snack al peperoncino per il viaggio, e poi rientra in fretta in casa.
«Da quando sai guidare, Percy?» Chiede Reyna, allacciandosi le cinture di sicurezza.
«Dopo aver sconfitto Gea mi sono concesso qualche mese da ragazzo normale, e questo comprendeva anche prendere la patente.» Risponde lui, fiero di questo traguardo, per poi premere sull’acceleratore e prendere la prima entrata per l’autostrada.
Il viaggio inizialmente sembra tranquillo: Reyna e Leo si sono addormentati quasi subito, mentre Percy cerca di rimanere il più sveglio possibile ascoltando con le cuffiette della musica.
Guardo per un momento il corpo di Leo accasciato sul finestrino di fianco, ed inevitabilmente ripenso a come sia stato premuroso non appena mi ha visto per terra in quel mercato a Santa Fe, a come le sue mani erano calde e a come mi ha stretta a lui per proteggermi dall’esercito di Carope.
Non riesco ad evitare di arrossire, e ringrazio il cielo di essere in una macchina completamente buia, così nessuno può vedermi.
Ad un tratto però mi impongo di scacciare via questi pensieri; so che Leo è innamorato di Calipso, e io non devo farmi strane idee…O per lo meno non pensarci.
Così decido di mettermi a dormire, e anche se ho riposato per un giorno intero, le mie palpebre si chiudono pesantemente senza fatica, e mi addormento subito.
 
Quando riapro gli occhi vedo che Percy non è più alla guida, ma al suo posto c’è Reyna che fischietta, come se stesse andando a fare una gita con gli amici.
Di fianco a me c’è Leo, anche lui sveglio, che sta cercando di sistemare un certo aggeggio di metallo, di cui non riesco a comprenderne l’utilizzo. Percy invece è al posto del passeggero, che russa rumorosamente.
«Buongiorno! -Esclama Leo- Siamo quasi arrivati a Phoenix.»
«Di già?»
«Hai dormito otto ore, e non ti sei mai svegliata, nemmeno quando mi sono imbattuta in un gruppo di blemmi in autostrada.» Dice Reyna, uscendo dalla strada e prendendone una provinciale, diretta verso la capitale.
Vorrei fare delle domande per chiedere i dettagli, ma evito.
«Avete un’idea di dove andare a cercare la pietra?»
Non appena Reyna fa questa domanda, Leo mi fissa, sperando in una mia risposta.
«Ah, no. Non guardare me, siete voi i padroni di casa. Io a malapena sapevo dell’esistenza di questa città.»
Così aspettiamo di arrivare definitivamente a Phoenix, ma quando percorriamo le varie strade cercando un parcheggio, ritorniamo a farci la stessa domanda.
Leo afferra il suo marsupio giallo e con un sorrisetto tira fuori la stessa guida turistica che ha usato quando eravamo a Denver e a Santa Fe.
Dopo essersi schiarito la voce, comincia a leggere con tono serio. «Phoenix, capitale dell’Arizona, è la
città più popolosa dello Stato e la sesta città più popolosa della nazione, nonché l'unica capitale statale con una popolazione di oltre un milione di abitanti. Gli abitanti di Phoenix vengono chiamati Phoenician. Phoenix è nota anche per la sua area metropolitana, chiamata Valle del Sole. Questa…»
Io e Reyna ci accasciamo sul sedile, lamentandoci con uno sbuffo sonoro, il che fa svegliare Percy di colpo. «Si! Ci sono, sono sveglissimo! Chi devo uccidere?»
«La guida turistica qui dietro.» Dico io, facendo ridere Reyna.
 

 
 
………..
Salve a tutti!
E chi non vorrebbe un Leo Valdez che vi fa da guida turistica?
Allora, nello scorso capitolo vi ho un po’ trollato. Alla fine Chiara è viva e non le è successo niente di particolare, ho pensato che se avesse perso i poteri o cose del genere avrebbe solo creato più confusione. Quindi terrò questa idea per una futura storia…
Ritornando al capitolo, non ho molto da dire. È essenzialmente un capitolo di passaggio, ma ho voluto renderlo più particolare mettendo anche Julia, un’amazzone. Il loro legame con Amazon mi ha fatto ridere un sacco quando l’ho letta nel libro di Rick, e non ho resistito ad inserirla anche qui.
Fatemi sapere se vi è piaciuto, così sono anche più motivata a scrivere 😊
Potete trovarmi su
Twitter- @glaukopsis
Un bacio, Claire
 
 
Ps: so che questa ff non è ancora finita, ma ho in mente due finali: uno che chiude tutto, mentre l’altro che presuppone una seconda storia + nuovo personaggio. Ditemi voi cosa preferite, in base alle vostre risposte deciderò cosa fare. Più pareri ho meglio è, così riesco a capire come gestire al meglio la fine di questa storia.
Mi dileguo, sciau.
   
 
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