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Autore: _Qwerty_    02/09/2017    4 recensioni
Ted Tonks frequenta il quinto anno a Hogwarts e come i suoi compagni Tassorosso dovrebbe solo concentrarsi sugli esami, ma si dà il caso che una Serpeverde del terzo anno abbia attirato la sua attenzione. Un caso fortuito farà sì che si parlino e si incontrino e, come zia Row ci insegna, nulla sarà più come prima.
Lo so, non si sentiva il bisogno di un'altra versione di come Ted ha conosciuto Andromeda, ma la mia mini-mini-long vuole essere un piccolo e divertente (spero, almeno) spin-off della mia long "Niente è per sempre", mostrando dal punto di vista di Ted l'episodio in cui per la prima volta Ted e Andromeda si incontrano e si guardano con occhi diversi.
Ma il titolo non è...? Sì, il titolo è una citazione dei Beatles, indovinato!
Quindi: buona musica, Tassorosso per nulla sfigati e un po' di sana leggerezza. What else?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Andromeda Black, Nuovo personaggio, Tassorosso, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Malandrini/I guerra magica
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V.

V


Ted avrebbe voluto raccontare subito ai suoi amici che era finalmente riuscito a chiedere di uscire ad Andromeda Black, ma non ci riuscì fino al giorno dopo, perché o le lezioni li assorbivano troppo o quando erano più rilassati c’erano sempre orecchie indiscrete, sia in sala comune che al tavolo in Sala Grande.
“Che programmi avete voi per questo sabato ad Hogsmeade?” chiese alla fine Ted.
“Studiare, temo” disse Theresa osservando sconsolata il tema di Pozioni.
“Sì, in effetti è la cosa migliore che possiamo fare” rincarò Franz.
Jeffrey non dava segni di vita, col naso infilato nel libro.
“Perché tu cosa volevi fare?” riprese Franz.
“Ehm, io… Sapete, ho chiesto ad Andromeda di uscire e ha accettato.”
Ci vollero alcuni secondi prima che i tre Tassorosso realizzassero quello che Ted aveva appena detto.
“Ottimo” commentò Jeffrey, ancora senza staccare gli occhi dal libro.
“Stai scherzando?” esclamò Theresa.
“Direi di no, se non ho avuto allucinazioni o sono stato Confuso nel frattempo.”
“Beh, ben fatto, amico! In bocca al lupo!” gli fece Franz accennando una pacca sulla spalla.
“Ma di preciso cosa vi siete detti? Lei com’è da vicino?” iniziò subito Theresa.
Ted si mise a ridere e non aveva bisogno di voltarsi per sapere che Jeffrey stava alzando gli occhi al cielo da sopra il libro.
“Beh, lei è venuta a ringraziarmi del biglietto. E mi ha detto che sua sorella non sa nulla, così le ho chiesto se le andava di parlare un po’ in pace invece che a pezzi in corridoio, tutto qua.”
“E noi dove eravamo mentre succedeva?” continuò Theresa.
Ted alzò le spalle.
“Boh, chi si ricorda, e poi…” ma del frastuono proveniente da un angolo della sala comune li fece voltare all’unisono.
Ci fu un secondo scoppio, come di un grosso gavettone che esplode, e mentre Franz scattava in piedi a verificare cosa stesse succedendo si diffuse uno strano odore di frutta marcia.
Con qualche secondo di latenza, anche Theresa si alzò e seguì Franz, mentre si sentivano già risate provenire dalla stessa parte.
Molto probabilmente erano dei ragazzini dei primi anni che combinavano pasticci, pensò Ted tornando a rivolgersi a Jeffrey.
“Non sei molto loquace stasera.”
Jeffrey fece spallucce.
“Tu che programmi hai per sabato?” chiese Ted, neutro.
“Studiare, ovviamente” ribatté Jeffrey senza scomporsi.
“Studiare cosa però? Magari ebraico moderno con Sarah?”
Jeffrey arrossì appena.
“Non una parola, Ted, con quei due. Almeno, non per ora. Non una parola” ripeté.
“Non una parola di cosa?” fece Theresa schiantandosi di nuovo a sedere al tavolo.
“Sul fatto che voglio diventare un pozionista oscuro” rispose prontamente Jeffrey, mentre Ted iniziava a ridere.
La ragazza li guardò un attimo accigliata.
“Tu non sei normale, comunque.”
“Cosa era successo?” chiese subito Jeffrey per deviare la conversazione.
“Nulla, erano due del secondo anno che sostenevano di aver prodotto dei fuochi d’artificio con del concime. Dicevano che i Babbani fanno una cosa del genere, ti risulta, Ted?”
“Non lo so, ma forse è vero che con del concime si possono fare degli esplosivi, ma di certo io non me ne intendo.”
“Che sia vero o no, è comunque grave che due studenti prendano spunti dalle attività deteriori dei Babbani per il loro divertimento” disse Franz serio, tornando a sedere con loro.
Theresa scoppiò a ridere.
“Le attività deteriori! Ma ti senti, Prefetto Macmillan? Sei già pronto per il Ministero!”
Franz le lanciò uno sguardo piccato, mentre anche Jeffrey ridacchiava.
“Comunque, ci stavi dicendo di Andromeda” riprese Theresa rivolta a Ted.
“Vi ho detto, le ho chiesto di uscire. Anzi, a dire il vero lo ha detto lei di sabato a Hogsmeade, perché io le ho detto solo se potevamo parlare un po’ in pace invece che a pezzi durante gli intervalli.”
“Però, fegato la signorina! – commentò Theresa – Anche se resta comunque una Black e questo non è a suo favore.”
“Magari ogni tanto il mondo si rovescia – iniziò Jeffrey con tono filosofico – Le ragazzine purosangue chiedono di uscire ai Nati Babbani e gli sfigati trovano l’amore prima dei campioni di Quidditch” disse, facendo di nascosto l’occhiolino a Ted.

***

Quel sabato mattina Ted non sapeva se era veramente teso o no. Ovviamente aveva pensato a un sacco di cose che avrebbero potuto causargli una figuraccia e la considerazione di Jeffrey sul fatto che la cosa migliore per far procedere l’appuntamento era mostrare di avere argomenti e interessi in comune non lo faceva certo stare meglio. Anche perché, cosa aveva lui in comune con Andromeda Black? Il consiglio di Franz di evitare occhi indiscreti e non accennare minimamente alle questioni di sangue era ovvio e razionale, e Ted ci aveva pensato da solo. Theresa aveva solo detto di non andare da Madama Piediburro o non gli avrebbe più rivolto la parola.
Con questo calderone di pensieri in testa, Ted si era avviato ai cancelli della scuola dove aspettavano le carrozze autotrainanti dirette al villaggio magico.
Era forse qualche minuto in anticipo, ma era abbastanza sicuro che lei fosse già un poco in ritardo.
Eccoci, in realtà ti ha fregato e non viene! Dovevi pensarci, coglione, è pur sempre una Serpe! disse nella sua testa una voce fin troppo simile a quella di Theresa.
Ted iniziò a guardarsi intorno, cercando di non farsi notare e sperando di non incrociare qualcuno che lo conosceva abbastanza da rivolgergli la parola.
Mentre si tormentava un capo del mantello, vide spuntare Andromeda che si avvicinava guardandosi intorno, come se controllasse di non essere seguita.
“Pensavo non venissi più!”
Ma ti sembra una cosa da dire?
“Perché pensavi questo? Guarda che io mantengo la parola data, anche se non sono una Tassorosso!” ribatté prontamente la ragazza, ma non sembrava essersela presa davvero.
Ted le chiese subito cosa voleva fare e anche allora Andromeda sembrò incerta.
Dopo qualche parola esitante, gli disse che era meglio se evitavano di essere visti da troppi compagni di scuola e arrossì leggermente nel dirlo.
Ted capì subito che era uscita di nascosto alla sorella e le promise che avrebbero fatto un giro largo senza incrociare troppi studenti.
“Ma credimi, dovresti preoccuparti meno di quello che pensa la gente, perché di sicuro hanno tutti di meglio da fare che spiare te o chiunque altro” aggiunse Ted.
Sulle prime Ted si pentì di averlo detto, ma era pur sempre la verità, era quello che pensava e voleva essere se stesso, nonostante tutti i consigli.
“Sarà così nella tua Casa, ma da me, fidati, c’è sempre una vipera in agguato con gli occhi e la bocca spalancati!”
La risposta di Andromeda lo fece ridere sinceramente e sciolse gran parte dell’imbarazzo del momento.
Mentre la carrozza raggiungeva il villaggio, iniziarono a parlare della scuola, delle materie dei professori.
Andromeda ricordava che in Guferia Ted aveva detto del fatto che suo padre era un veterinario e voleva saperne di più.
Sulle prime Ted non voleva dire troppo delle cose dei Babbani, perché lo considerava un argomento a rischio, ma Andromeda faceva domande interessate e mai e poi mai disse qualcosa che potesse anche lontanamente far pensare a disprezzo nei confronti dei Nati Babbani.
Scoprirono di aver davvero diverse cose in comune, dall’avversione per Pozioni ai gusti in fatto di dolci, dall’interesse modesto per il Quidditch rispetto alla media degli studenti alla soddisfazione che dava loro Incantesimi, di gran lunga la loro materia preferita. E Ted si ritrovò a raccontarle con serenità dei suoi amici e del suo desiderio di diventare Auror, che però comportava ottenere voti alti che non era sicuro di raggiungere.
Non incrociarono nessuno studente a loro conosciuto e Andromeda sembrava rilassarsi sempre di più durante la passeggiata.
Arrivato il momento di tornare al castello, Ted sentiva che le cose stavano andando bene ed era al settimo cielo.
“Ted, devo però chiederti una cosa – disse ad un certo punto Andromeda, gentile ma decisa – Perché mi hai chiesto di uscire?”
“Perché ti ho visto tante volte in biblioteca con le tue sorelle e la tua amica, mi sei piaciuta, e ho pensato che tu fossi diversa. Ho fatto male?” rispose lui, arrossendo un po’.
Andromeda accennò al quaderno che le aveva restituito.
Ted capì subito dove voleva arrivare: pensava che fosse stato tutta una macchinazione per combinare l’occasione.
“Vuoi dire se qualcuno di noi ha preso il quaderno per creare l’occasione?”
Ted non fare cavolate, lascia parlare lei!
Andromeda annuì.
“No, quel quaderno tu l’avevi perso davvero! Nessuno di noi, nemmeno quella serpe mancata di Theresa, avrebbe potuto immaginare una simile macchinazione!”
Quello che Andromeda disse dopo, non lo avrebbe mai immaginato.
Disse che forse era stato il destino a farli incontrare, e Ted percepì che per lei quelle parole significavano molto, anche se lui non avrebbe saputo spiegarsi perché.
“Boh, forse. Io credo che ogni tanto il destino dà una mano anche agli sfigati come me!” ribatté con una punta di malinconia improvvisa.
Ma le sorprese non erano finite, evidentemente.
“No, tu non sei uno sfigato – disse Andromeda – Sei speciale!” e lo baciò appena sulla punta delle labbra, prima di scappare via su una carrozza diretta al castello.
Ted rimase un attimo frastornato, prima di recuperare la lucidità e salire svelto su un’altra carrozza insieme a Grifondoro sconosciuti.
Mentre il profilo del castello di Hogwarts si avvicinava veloce, del tutto indifferente alla presenza degli altri ragazzi sulla carrozza che potevano prenderlo per matto, Ted sorrise.
Con buona pace di Theresa e Franz, aveva ragione Jeffrey: ogni tanto il mondo si rovescia.


***
NdA: FINE! Eccoci qua, lo spin off si conclude  con il primo appuntamento di Ted e Andromeda, come avevo promesso. Mi sono divertita a scrivere di questi Tassorosso e come avevo scritto in un altro episodio questa voleva essere solo una piccola "missione sorrisi" senza troppe pretese. E adesso non posso che passare ai ringraziamenti di coloro che hanno recensito: lunadivergente21dw, Carme93, inzaghina, Circe e la fedelissima Felie! Grazie a tutte voi! Spero che questo capitolo conclusivo sia all'altezza delle aspettative! :*
  
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