- Amy, mi dici che hai? Sento gli ingranaggi muoversi nella tua testa
- Sono preoccupata
- Che succede?
- Derek non mi risponde da questa mattina e in più ho fatto un sogno
- Un sogno?
- Si, era nel mio studio e mi chiedeva di perdonarlo per essersene andato da me
- Vedrai che starà bene. Di solito a che ora vi sentite?
- Ci sentiamo raramente, ma l’ultima volta qui erano più o meno le 4pm
- Ok, allora verso quell’ora proverai a richiamarlo e se non ti risponderà andremo a vedere cosa succede, va bene?
- Ti sembrerò pazza, ma era tutto così reale
- Non sei pazza, sei preoccupata. Andiamo a mangiare qualcosa?
- Non devi finire il tuo lavoro?
- Continuerò più tardi, hai bisogno di distrarti
- Oh andiamo, che avete da guardare?
- Ci scusi dott.ssa Shepherd - fu la risposta di un’infermiera prima di scappare via.
- Mer ma che sta succedendo?
- Vieni con me, devo parlarti
- Amelia, forse è meglio che venga anche lei
- È successo qualcosa a Derek, vero?
- Vieni
- Mi hanno chiamata dal Dillard Medicine, un ospedale della zona sub-urbana di Seattle
- E?
- Hanno portato lì Derek, questa mattina, ha avuto un incidente stradale
- Come sta?
- Le condizioni sono critiche. I bambini sono all’asilo, li prendi tu? Io devo andare da lui
- E mi lasci qui? Non ci pensare proprio. Mio fratello è in fin di vita in un ospedale mai sentito prima e mi lasci a fare la baby sitter?
- È mio marito
- È mio fratello, Meredith! È sangue del mio sangue e andrò da lui!
- Fammi venire con te
- Devo andare da sola
- Amelia, non sai cosa troverai, non ti lascerò guidare in questo stato
- Prenderò un taxi, ma tu devi rimanere qui, hai del lavoro da fare
- Promettimi che mi chiamerai appena sarai arrivata
- Te lo prometto
- Allora? Vieni con me? Ho chiamato un taxi
- Si, finisco di prepararmi e vengo, ma devo trovare qualcuno che pensi ai bambini
- Dillo ad Arizona, le farà piacere
Si voltò verso sua cognata, aveva lo sguardo perso. Avrebbe voluto dirle qualcosa, ma nessuna delle parole che le vennero in mente l’avrebbero aiutata. Come previsto, Arizona aveva accettato di tenere i bambini con sé ed Amelia le fu grata. Sapeva che avrebbe tanto voluto starle accanto in quel momento, ma non avrebbe potuto fare nulla lì.
Circa due ore dopo le due donne arrivarono in ospedale. Amelia rimase impietrita davanti l’ingresso del pronto soccorso; una volta varcata la soglia sarebbe venuta a conoscenza della realtà dei fatti e non sapeva se ne fosse pronta.
- Andiamo – Meredith le fece cenno di entrare e così fecero.
- Quando è arrivato qui le sue condizioni erano gravi, riportava un grave trauma cranico e un’emorragia interna. Abbiamo convenuto di effettuare prima una tac, che ha evidenziato un copioso ematoma sub-durale. Ho eseguito personalmente l’intervento al cervello ed è andato tutto bene, ma non sappiamo se e come si sveglierà. Mi dispiace
- Voglio vederlo - Quando Amelia entrò in terapia intensiva, i tubi, il suono delle macchine, gli ematomi sul viso del fratello, le fecero venire una fitta al petto. Si avvicinò e poggiò la sua mano su quella di suo fratello, era calda e delle lacrime iniziarono a rigarle il viso
- Non lasciarmi Derek, ti prego, rimani con me. Se te ne vai tu se ne andrà anche un pezzo di me
- Amelia – Meredith arrivò alle sue spalle
- Voglio portarlo a Seattle
- Non è abbastanza stabile
- Voglio portarlo a Seattle
- Non può, Amelia, guardami
- Cosa dobbiamo fare?
- Aspettiamo che si stabilizzi e poi lo porteremo a Seattle
- Devo chiamare Arizona
- Vai, rimango io con lui
- Pronto Amy? Come sta Derek?
- Ci sono tubi, fili, macchine, lividi
- Amore, cosa hanno detto i medici?
- Ematoma sub-durale, emorragia interna
- Vengo lì
- No, pensa ai bambini. Lo porteremo a Seattle
- È abbastanza stabile?
- Lo sarà
Pochi minuti dopo anche Meredith si sedette accanto a lei.
- Mi dispiace per prima
- Non preoccuparti
- Dico davvero. Derek tiene davvero molto a te
- Sono sua sorella
- Non è solo per quello, vi lega qualcosa di più ed io solo ora lo capisco, quindi scusa per prima
- Accetto le tue scuse allora. Voglio riportarlo a casa, voglio fare qualcosa per lui, non ho intenzione di rimanere a guardare
- Lo so, domani mattina lo porteremo a casa. Faremo anche l’impossibile
Derek superò la notte e come accordato con i medici del Dillard, Amelia e Meredith lo riportarono a casa. Quando arrivarono al Grey Sloan, tutti i loro amici erano lì ad aspettarlo. Iniziarono a eseguirgli tutti i possibili esami, ma man mano che andavano avanti e gli esiti erano negativi, le loro speranze iniziavano a sfumare davanti ai loro occhi.
Derek era stabile, ma non si svegliava e nell’ospedale, da quel giorno, si iniziò a respirare una tensione palpabile a chiunque.
Amelia passò tutti i suoi casi ad un altro neurochirurgo; dal giorno dell’incidente non aveva più toccato un bisturi, mentre Meredith si buttò a capofitto nel lavoro, come era solita fare.
Era la mattina dell’assegnazione del posto di Primario di chirurgia e Arizona era visibilmente agitata. Amelia ascoltava il suo discorso, anche se con la mente era da tutt’altra parte. Dal giorno dell’incidente, anche il loro rapporto aveva subìto dei cambiamenti visibili; Amelia viveva nella stanza di suo fratello e Arizona poche volte era riuscita a convincerla a tornare a casa.
- Amelia, mi stai ascoltando?
- Scusami, non ci sono con la testa
- Me ne sono resa conto
- Torna da me
- Sono qui
- Non è vero. Da quando Derek ha avuto l’incidente non ci sei più
- Sono preoccupata, è così strano?
- Sarebbe strano il contrario, ma sto cercando di starti accanto e se continui così finirai per impazzire. Da quando non operi? Da quando non vai ad una riunione?
- Sei un disco rotto, Arizona! Mio fratello è in coma! Cosa vuoi che me ne importi del lavoro, oppure di quelle stupide riunioni
- Il lavoro è la tua vita, ti ha salvata quando intorno a te stava andando tutto in malora. Se non avessi veramente amato la neurochirurgia, a quest’ora non staresti qui
- Scusami
- Non devi scusarti, ma devi capire che io ci sono per te
- Lo so. Buona fortuna per oggi, anche se so che non ne avrai bisogno
Anche quella mattina Amelia andò in ospedale a trovare Derek. Entrò nella sua stanza, lo salutò con un bacio sulla fronte e iniziò a parlargli di ciò che era successo nelle ultime ore.
- Sai, con Arizona sto incasinando le cose. Ha una grande pazienza quella donna e non sono sicura di meritarla; non le sono stata abbastanza accanto. Mi manchi fratellone e voglio che torni da me
- Ehi, non volevo disturbarti, ma volevo salutare Derek
- Entra, stavo per andare. Sei tornato a lavoro?
- Ancora no, ma manca poco e finalmente potrò lasciare anche casa di Meredith
- I bambini sono un terremoto, eh?
- Sono adorabili, ma in questo periodo ha bisogno dei suoi spazzi e anche io. Ora sto meglio, le sedute dall’analista vanno bene e non vedo l’ora di poter tornare a lavorare
- Sono contenta per te, sai? È sempre dura ricominciare