Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: samv_s    03/09/2017    2 recensioni
Jimin continuò ad osservarlo con sguardo scettico: uno come Yoongi non era solito aiutare le persone, eppure in quel momento gli stava offrendo una mano per conquistare il rosso.
"Accetto." Disse, quindi. Tentar non nuoce, no?
Vmin//Yoonmin. Accenni Namjin
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hoseok non toccò cibo quella sera: quando sua sorella si era presentata alla sua porta avvertendogli che fosse pronta la cena, l’arancio l’aveva liquidata con un “sono stanco, non ho fame”. Ma Jiwoo, che lo conosceva meglio di chiunque altro, sapeva ci fosse altro dietro quella decisione: aveva però deciso di non chiedergli nulla, ma di aspettare il giorno successivo. Adesso, Hoseok aveva bisogno di tempo per riflettere.
Ed era ciò che il ragazzo aveva fatto fino a tarda notte.
Si era alzato dal suo materasso solo per infilarsi qualcosa di più comodo e poi si era rintanato sotto le coperte, aveva preso le cuffiette ed aveva fatto partire una delle sue playlist. Chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dalle musiche, cercando di liberare la mente. Ma dopo il quinto brano, Hoseok riaprì gli occhi e sbuffò spostando le lenzuola.
Non riusciva a non pensare a Yoongi, a Jimin e a Taehyung. Mille cose gli frullavano in testa, idee confuse che si intersecavano fra di loro dando vita ad un groviglio di emozioni contrastanti.
Si sentiva così confuso e frustato, che neanche la musica – una delle cose che tanto amava – era riuscito a distrarlo. Decise così di mettersi seduto, sfilò gli auricolati e allungò la mano sul comodino posto di fianco al letto: sapeva che nel primo cassetto ci fossero ancora dei fogli ed una matita.
Accesa anche la luce, si concentrò per appuntare tutto ciò che gli passava per la testa: aveva bisogno di fare chiarezza sia nella sua mente, che nel suo cuore.
E mentre le lancette dell’orologio sopra la sua scrivania continuavano a girare, Hoseok aveva fatto un resoconto su quanto era accaduto da settembre. Ed in poco tempo, poteva affermare che fossero cambiate davvero molte cose.
Lui e Taehyung si erano riavvicinati con fin troppo entusiasmo e si erano messi assieme, ma la cosa non era durata chissà quanto poiché quello che ora era tornato ad essere un suo caro amico, aveva compreso di provare sentimenti per Park Jimin. Lo stesso Park Jimin a cui Yoongi si era gradualmente avvicinato, e poi messosi assieme. Ed ora, come se tutta quella situazione non fosse già di per sé intricata e complicata, c’era lui che pensava di provare qualcosa per il grigio. Un qualcosa che era giusto reprimere per evitare problemi sia con il suo migliore amico – non poteva litigare con una seconda persona a lui cara – che con Jimin, che adesso tanto apprezzava e stimava.
La matita che impugnava continuava a scorrere veloce sul foglio bianco, lasciando dietro di sé una scia di parole color grigio chiaro: mettere tutto per iscritto si era rivelato un valido aiuto, un modo con cui liberare la sua mente da i mille pensieri che la stavano affollando.
Quando concluse il retro del secondo foglio con i suoi tanti dubbi, Hoseok sapeva cosa avrebbe fatto: doveva seppellire sin da subito quel leggero sentimento che superava l’amicizia nei riguardi di Min Yoongi. Si, pensava di poterci riuscire.
Eppure si sa, tutto è più facile a dirsi che a farsi.

***

Quel sabato mattina, Jimin era libero da qualsiasi impegno: niente scuola, niente prove di danza e nessuna signora Park – sua madre aveva deciso di passare quella giornata in compagnia con la sorella – che gli chiedeva di aiutarlo con le faccende domestiche. Svegliatosi verso le dieci, quindi, si buttò a peso morto sul divano dove perse il tempo a mangiare dolciumi vari e a guardare anime. Verso le undici e mezza, però, il suo telefono squillò segno che gli era arrivato un nuovo messaggio.
“Ho già avvisato gli altri, fatti trovare pronto per l’una precise che Yoongi hyung ti passa a prendere. Si va a mangiare fuori.” Il corvino lesse il messaggio da parte del suo migliore amico e decise quindi di alzarsi e mettere un poco in ordine poi, avvisò sua madre del cambio di programma per l’ora di pranzo. Successivamente, munitosi degli abiti che avrebbe indossato, Jimin si rinchiuse in bagno e si lasciò coccolare dal getto caldo della doccia.
All’una precise, il campanello suonò segno che il grigio fosse arrivato. Infilatosi il giubbino e prese le chiavi di casa, il corvino aprì la porta di ingresso lasciando che il venticello fresco di quella giornata di ottobre lo colpisse in pieno viso.
“Ciao.” Lo salutò il maggiore porgendogli il casco, che Jimin infilò velocemente prima di montare sulla sella. Alle loro spalle, vi era la macchina di Seokjin dove si potevano intravedere le figure di Namjoon e Jungkook.
Che Taehyung ed Hoseok non ci fossero?
“Tranquillo, il ristorante dista poco da casa di Tae quindi ci aspetterà lì. Hoseok, invece, ha detto di non sentirsi molto bene ma penso abbia mentito.” Rispose il maggiore, dando voce ai suoi pensieri. Jimin tirò un sospiro di sollievo e sorrise grato a Yoongi, anche se questi non potette vederlo a causa del casco. Il grigio mise in moto, Jimin allacciò le braccia attorno alla vita del ragazzo, e sia la moto che la macchina guidata dal biondo sfrecciarono sulle strade asfaltate, e già brulicanti di altre vetture, della città.
Giunti nel luogo dell’incontro, Jimin individuò da subito la chioma rossa di Taehyung e non provò a nascondere l’ampio sorriso che nacque sul suo viso paffuto.
“Ben arrivati, ho già chiesto se ci fosse posto per sei ed il tavolo è stato preparato.” Spiegò Taehyung aprendo la porta e mantenendola affinché tutti gli altri potessero passare. Jimin rimase per ultimo, e quando passò accanto al rosso i loro sguardi si incrociarono.
“Ciao Tae.” Esclamò, le guance tinte di un leggero rossore per la vicinanza dei loro volti.
“Ciao Jiminie.” Rispose l’altro, ed i sorrisi di entrambi si fecero più ampi.

I sei ragazzi presero posto ad un tavolino situato vicino alla grande vetrata che affacciava sul marciapiede: si potevano così notare i pedoni passeggiare e le diverse bancarelle allestite, come da abitudine, nel fine settimana. Gli occhi di tutte sei si focalizzarono sul numero di pietanze, una più invitante dell’altra, riportate sui menù. Infine, date le ordinazioni al cameriere, ognuno iniziò a parlare animando quel tavolo.
"Hyung. – Esclamò Taehyung ad un certo punto. – Quel cameriere non fa che fissarti.” Un sorrisino sghembo comparve sul suo volto, mentre Yoongi lo osservava con un cipiglio interrogativo. Il rosso non aggiunse altro, e cercò di fare segno senza farsi beccare dal diretto interessato. I rimanenti cinque ragazzi però, colti dalla curiosità, si voltarono tutti assieme facendo arrossire il ragazzo in tenuta lavorativa, che si voltò in direzione del bancone. Yoongi mise su un ghigno divertito, mentre gli altri si congratulavano per la conquista appena fatta. O quasi tutti.
Jimin, seduto di fronte a Yoongi proprio al fianco di Taehyung, era ancora intento ad osservare il cameriere. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
La sua attenzione fu catturata solo successivamente, quando un altro ragazzo raggiunse il loro tavolo con il loro cibo.
Per tutta la durata del pranzo, però, Jimin continuò ad osservare il ragazzo dalla capigliatura scura: notò come il suo sguardo più volte cadesse sulla figura di Yoongi. Fu solo quando il corvino si alzò per andare in bagno, che potette incontrare il cameriere di faccia.
“Scusami. – lo chiamò questi, e Jimin si girò colto di sorpresa. – Quel ragazzo al tuo tavolo con i capelli grigi…uhm, potresti dargli questo bigliettino?” Chiese, le guance di un rosso intenso. Jimin prese il fogliettino che gli stava porgendo, se lo rigirò fra le mani prima di annuire piano. Poi, il ragazzo si congedò correndo a servire i tavoli.
Jimin, entrò in bagno e posò le mani minute sul bordo del lavandino. Aprì l’acqua e si sciacquò il viso. Dopo essersi asciugato, ripescò il foglio ripiegato all’interno della tasca dei suoi pantaloni. Lo aprì e ne lesse il contenuto.
Sopra vi era un numero di telefono.

***

“Tra poco scoppio!” Disse Jungkook picchiettandosi la pancia da sotto al giubbino. Avevano finito di pranzare ed ora si trovavano fuori al locale, cercando qualcosa da poter fare. Il cielo si era oscurato ed un manto di nuvole grigie aveva ricoperto il Sole. La voglia di farsi un giro per la città, quindi, era notevolmente scemata.
“Se vi va, potreste venire da me. Potete parcheggiare nel garage del mio palazzo senza alcun problema.” Esclamò Taehyung, richiamando l’attenzione degli altri. Tutti annuirono, gustandosi già il caldo tepore dell’abitazione. Così, Taehyung prendendo posto nella macchina di Seokjin, seguì la moto di Yoongi e raggiunsero casa Kim in una manciata di minuti. Parcheggiarono e presero l’ascensore che li avrebbe condotti al piano dove si trovava l’appartamento del rosso.
“Non pensavo che i tuoi fossero gli stessi Kim della Kim Buildings.” Aggiunse estasiato Namjoon, notando i particolari minuziosi che rendevano unica la casa di Taehyung. Questi annuì sorridendo ed apprezzando l’interesse del maggiore nei particolari, gli piaceva tanto quando qualcuno elogiava la compagnia per cui il nonno aveva lavorato sodo e per la quale suo padre stava facendo lo stesso. Il rosso invitò i ragazzi a prendere posto sull’ampio divano e chiese loro cosa volessero fare. Alla fine, optarono per vedere un film.
Passarono così il pomeriggio: fra film ed una cioccolata calda per cui Seokjin si era offerto di cucinare.

Verso le cinque e mezza, ognuno si era lasciato avvolgere dalle braccia di Morfeo: Jungkook era stato il primo ad addormentarsi, cullato dalla mano gentile di Seokjin fra i suoi capelli. Poi, lo avevano seguito Taehyung e Namjoon. Ed infine il biondo e Yoongi.
Solo Jimin era rimasto sveglio, un plaid leggero a ricoprirgli la pancia e le gambe. Il silenzio della stanza era rotto solo dai respiri pesanti per il sonno degli altri ragazzi, mentre il corvino non la smetteva di rigirarsi quel bigliettino fra le mani.
Fastidio.
Provava un fastidio alla bocca dello stomaco, e non era la prima volta in quella giornata che lo aveva avvertito. Era ben consapevole del fatto che il tutto fosse nato dopo che quel cameriera così tanto interessato a Yoongi, gli aveva dato quel bigliettino.
E Jimin continuava a chiedersi il perché. Gli sembrava assurdo odiare fastidio per quell’avvenimento: non poteva essere geloso di un semplice ragazzo che era stato colpito dal grigio. Eppure, aveva ancora lui quel foglietto con quel maledetto numero di telefono: non riusciva a darlo a Yoongi. Non voleva darlo a Yoongi.
Ma perché?
Quella domanda continuava a ritornargli in mente, facendogli mordere il labbro inferiore per la frustrazione. Poi, cercando di non svegliare proprio il maggiore al suo fianco, si alzò avvicinandosi alla cucina di Taehyung. Il suo corpo stava agendo per conto suo, come se le sue azioni fossero state dettata da una forza estranea e non dal suo cervello.
Con il cuore che batteva all’impazzata, Jimin buttò nel cestino quel biglietto.




 

​Buona Domenica a tutti!
​Settembre è appena arrivato, ma ha già portato con sé freddo e pioggia (o almeno qui da me).
​Non che la cosa mi dispiaccia - quel caldo afoso mi stava uccidendo - ma ciò significa che a breve incomincerà la scuola!
​Cercando di non deprimere sia me che voi, passiamo al capitolo di oggi: come potete ben notare, non accade nulla di che (niente baci e niente signora Park come sostenitrice numero uno della #Yoonmin). 
​In effetti, il capitolo in sè è anche abbastanza corto. Ma per il prossimo ho già tante idee (vi dico solo che ci sarà un salto temporale, resta a voi capire quale momento verrà narrato).
​Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto lo stesso. Vorrei tanto leggere cosa ne pensate in una - anche minuscola - recensione.
​Bacioni, Sam.

 

 

 
   
 
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