Film > The Big Four
Segui la storia  |       
Autore: ElfaNike    03/09/2017    2 recensioni
Cosa succede quando degli adolescenti, rifiutati dal loro mondo e dalla loro famiglia, si ritrovano a fuggire in groppa a un drago, per salvare un prezioso potere? Quando l'incontro di mondi diversi porta a crescere e a capire...
"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante."
Il Piccolo Principe
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Al contrario di quello che si può immaginare, le prigioni di Corona non sono umide. Non sono piccole, né sovraffollate di omaccioni che guardano in cagnesco le guardie dalla faccia dura e senza pietà. Le prigioni di Corona, in realtà, sono ampie e ben tenute, con abbastanza lettini per tutti e le guardie portano ad ogni carcerato il minimo che si debba portare ad un essere umano: rispetto.In quelle prigioni Madre Gothel era stata portata quasi un anno prima, dopo una rocambolesca fuga da soldati a cavallo finita male. Aveva provato a difendersi a parole, ma a quanto pare quegli uomini avevano sentito i suoi deliri di immortalità e avevano deciso di trovarsi davanti ad una strega pericolosissima, per cui non avevano dato ascolto a nessuna delle sue evidenze. Inoltre, l'astinenza dal potere di Rapunzel aveva provocato un invecchiamento accelerato che l'aveva trasformata, agli occhi dei suoi carcerieri, effettivamente nella strega che erano convinti di aver catturato. C'erano state addirittura voci che la volevano condannata a morte, ma la sua sempre maggiore immobilità le aveva spente in poco tempo. Madre Gothel si stava progressivamente fermando, condannandosi ad una vecchiaia di passività, preda di tutti i mali che lei aveva sempre evitato con orrore, nel suo inseguimento disperato dell'eterna giovinezza.
-Vieni qui, Rapunzel. Osserva che cosa hai fatto. Come hai ridotto tua madre.-
Flynn rabbrividì a quelle parole, e guardò Rapunzel. Adesso capiva perché non amava parlare della sua famiglia.
-Tu non sei mia madre.- rispose invece la ragazza, secca.
Flynn deglutì. Ahia, qui le cose si facevano già complicate, e si erano appena incontrate.
La donna intanto osservava interdetta Rapunzel, cercando di interpretare il suo sguardo, capire la sua espressione, utilizzare il suo stato d'animo. Quello che vide non le piacque per niente: la ragazza che era davanti a lei non presentava più l'insicurezza che le aveva inculcato sin dalla più tenera età. Teneva il peso su entrambe le gambe, nel suo abito palesemente cucito in casa, le mani erano lungo i fianchi e immobili, così come lo sguardo, che non tremava né si abbassava. Sotto il mantello, i suoi capelli erano pietosamente stretti in una treccia fiorita e incorniciavano con cura il volto, inaspettatamente tanto cambiato in così poco tempo: era più chiaro, leggermente più allungato, e schifosamente più... luminoso.
-Non sono tua madre, dici?- chiese dopo un istante -Perché, tu pensi di sapere cosa voglia dire essere una madre?-
-Non mi prenderai più in giro, madre.-
-Ma non mi hai risposto.-
-No, non lo so cosa voglia dire essere una madre, ma ne sono sicura: non così.-
-Così come, sciocca ragazzina? In fondo non mi pare di averti mai fatto mancare niente: ti ho accudito, educato, ti ho dato il latte notte e giorno quando eri neonata e ti ho sempre lavata, vestita, ti ho preparato i tuoi piatti preferiti e ti ho procurato tutto quello che mi chiedevi. Non è forse il compito di una madre, questo?-
Rapunzel non rispose, senza parole. Col cuore in gola, si rese conto che, in fin dei conti, il rapporto fra loro due non era cambiato, e questo non le andò giù: -Tu hai fatto tutto questo per tenermi tranquilla. Ma non mi hai mai dato quello di cui avevo davvero bisogno!-
-E di cosa avevi bisogno, se posso permettermi?-
-Di amore.-
Gothel scoppiò a ridere, una risata acuta e maligna: -Oh, Rapunzel, a quanto pare non sei cambiata per niente in questi mesi. Credi ancora in queste sciocchezze!-
-Non sono sciocchezze, mad... Gothel. Ma tu hai un cuore di pietra e non capirai mai cosa sia avere una famiglia. Una vera famiglia.-
-Può darsi, ma io ho molti più anni di quello che credi e so distinguere le idiozie dalla realtà. E la realtà è che sei la solita svampita, impreparata alla vita vera. Non saresti mai dovuta scappare da quella torre.-
Rapunzel la guardò dall'alto, con un misto di rabbia e pietà: -Quando sono entrata in queste prigioni, mi dicevo che forse avrei dovuto perdonarti. È vero, mi hai trattato bene, potevi farmi molto più male. Ma adesso che ti vedo, mi rendo conto che... non posso. Non saprei come fare, perché tu non me lo lasci fare.-
-Perdonarmi, dici?- Gothel ebbe un'espressione di completo disprezzo -Non posso credere che tu ti sia intrufolata fin qui per una sciocchezza del genere. Perché sei venuta, Rapunzel? Cosa vuoi davvero ancora da me? Non ti basta vedere come mi hai ridotta?-
-Hai ragione, non è solo per questo che sono venuta qui.- la ragazza prese un profondo respiro, per continuare: -Tu mi hai davvero rapita, quando ero in fasce? Perché, chi sono io veramente?-
-I tuoi amici viaggiatori non ti hanno fornito tutte le risposte della tua vita?- replicò invece lei, tagliente.
-Rispondi.-
-“Rispondi”!- le fece il verso -Incredibile come tu abbia perso il rispetto che ti ho insegnato con tanta cura. Chi pensi di essere, con che diritto? Ma ti sei vista? Così goffa, così supponente, così... mediocre. Cosa credi di essere? Bella? Intelligente? Furba?-
Flynn la fissava sconvolto.
Rapunzel però non si scompose: -Piantala con queste cavolate. Per quelli che mi amano, nella mia imperfezione, io sono perfetta. E non basteranno le tue parole a farmi cambiare idea.-
Gothel scoppiò a ridere: -Perché, credi davvero che ci sia qualcuno che “ti ami”? Chiunque è disposto a trattarti bene, dopo aver scoperto del tuo potere.-
“Potere?” Flynn passò lo sguardo sulla schiena di Rapunzel, rigida nella sua collera.
E la ragazza replicò: -Sì, c'è. Tu... tu mi hai sempre sfruttato, ripensandoci me ne rendo conto chiaramente. Me lo hai chiesto così tante volte... E invece loro... loro no. Mai. Una volta sola. Forse due. E non l'hanno fatto per restare giovani per sempre.-
La reazione di Gothel fu improvvisa e violentissima, tanto da far allontanare Flynn e Rapunzel dalle sbarre, spaventati: -DAVVERO SEI RIMASTA UNA BAMBINA, RAPUNZEL! MA NON CAPISCI CHE SONO TUTTE PRESE IN GIRO? LORO NON MERITANO IL TUO POTERE, SOLO IO LO MERITO! SOLO IO, SOLO IO!-
E allora Rapunzel realizzò qualcosa, qualcosa che le mise addosso un'incredibile tristezza: Gothel, quella donna, non era mai davvero cresciuta. Aveva mascherato per anni il suo carattere infantile e viziato sotto un atteggiamento di donna di mondo, ma il suo egocentrismo, che ora con quella repentina vecchiaia aveva preso il sopravvento, faceva di lei qualcuno di... sì, qualcuno di infantile. E triste.
Rapunzel aveva sempre pensato fosse bello il fatto di restare giovani dentro, di non crescere mai. Ma c'era qualcosa, nella rivelazione bambinesca di Gothel, che subito non le tornava, ma che adesso stava lentamente venendo a galla: non c'è niente di male, in effetti, a mantenere vivo il fanciullino dentro di noi, si disse, ma non così. Quello non era il mantenimento dell'innocenza e della meraviglia fanciullesca. Quello era il rifiuto di un'evidenza che non si vuole accettare tipico dell'infantilità. Gothel non accettava il tempo che passava, non accettava il fatto di crescere ed invecchiare. Dipendeva nel suo capriccio dal suo potere, portandola a fare del male agli altri pur di ottenerlo. E quello era sbagliato.
Non c'è niente di male a crescere, purché ci si ricordi di essere stati bambini, perché crescendo alla meraviglia e all'innocenza si aggiunge un'autonomia che porta gli adulti a fare spazio, a guidare e a lasciare ai nuovi bambini la possibilità di godersi l'infanzia.
Rimettendo tutti i tasselli al loro posto, però, un brivido le corse lungo la schiena. I Guardiani erano i guardiani dell'infanzia. Solo i bambini potevano vederli. Ecco perché Gothel poteva ancora vederli, poteva ancora vedere l'Uomo Nero, nonostante la sua età avanzata.
Presa dal panico, Rapunzel scappò qualche metro più lontano, per appoggiare una mano al muro. Reggendosi così, china nel buio, cominciò a capire perché, quando Jack era partito, lei aveva sentito quel momento di malessere bizzarro.
Già in quel momento sapeva che c'era qualcosa che non andava, nel fatto che solo loro tre sembravano interagire con Jack, oltre ai bambini. E guardando Gothel, si rese conto che, come lei, anche loro si ostinavano a vedere uno spirito che, per sua natura, era affine ai bambini. Erano come lei. Erano come lei. ERANO COME LEI!
Ma lei non voleva diventare come quell'altra! No, no, si rifiutava!
-Rapunzel...- Flynn si avvicinò titubante -Rapunzel, stai bene?-
-Sì... sì. Scusami un attimo.-
Il ragazzo annuì e si allontanò di qualche passo, mentre Gothel la guardava vittoriosa da dietro le sbarre.
Col cuore in gola, e la paura che le prese il basso ventre, Rapunzel si rese conto in quel momento che cosa l'aveva bloccata, fino a quel momento, in quella torre: e, se voleva continuare con la sua vita, prima o poi avrebbe dovuto compiere una scelta.

Gothel aveva preso a studiarsi le unghie, strafottente, aspettando la mossa della ragazza. Flynn si sentiva a disagio, in quel corridoio, e non sapeva bene da che parte girarsi, dove appoggiarsi. Si ostinava a guardare Rapunzel, per non dover guardare la vecchia nella cella.
Dopo qualche secondo, quando sentì di aver metabolizzato le sue riflessioni, Rapunzel deglutì e tornò a fronteggiare la sua avversaria: -Adesso mi hai stufata.- decretò -Dimmi la verità: mi hai rapita? A chi? Voglio sentirlo dalla tua voce.-
-Non mi obbligherai a dire niente, Rapunzel. Non mi abbasserò mai a darti questa soddisfazione.-
Poco lontano, Max osservava la scena in un silenzio tombale. Ascoltava attentamente la conversazione nell'immobilità delle celle semivuote (grazie ai suoi sforzi, il tasso di criminalità era sempre stato molto basso nel regno) e non si perdeva una parola. Quando aveva visto Flynn Rider, il suo primo istinto era stato quello di intervenire e di sbatterlo seduta stante in gattabuia, ma delle voci di donna l'avevano bloccato e, quando aveva capito che si trattava della fanciulla del bosco, non aveva avuto cuore di interrompere quel dialogo, che era palesemente molto importante per la giovane.
-Non posso obbligarti, dici?- Rapunzel si avvicinò alle sbarre -Certo che posso.-
-E come? Ormai ho perso tutto.-
Quelle parole caddero nel silenzio. Flynn guardava ora una ora l'altra, colto nell'impasse di quella situazione. Non capiva quasi niente, e per rispetto di Rapunzel non cercava neppure di capire: glielo avrebbe spiegato lei quando se la sarebbe sentita, se mai l'avesse voluto.
La ragazza, dal canto suo, non sembrava aver ceduto di un centimetro.
-Ah, davvero?- tese la mano accanto a lei: -Flynn, per favore, prestami il pugnale.-
-Che cosa hai intenzione di fare, aggredirmi? Devi prima liberarmi, lo sai?- la provocò Gothel.
-Ma non è contro di te che voglio rivolgerlo.- replicò lei con tono fermo.
-Ah no?- la donna allargò gli occhi, nel tentativo di interpretare... poi realizzò: -NO!-
-Non mi lasci scelta. Flynn, il pugnale.- lui obbedì, lei lo strinse tra le dita sottili.
-No, non lo fare, Rapunzel!- gracchiò Gothel, improvvisamente presa dal panico.
-E perché? Mi sembrava che ormai avessi perso tutto.- Rapunzel torse il braccio destro, mentre con la sinistra si afferrava la treccia sotto la nuca.
-No! Non hai idea del disastro che stai per compiere, piccola screanzata! Non lo fare!-
-Non lo farei, se solo tu mi rispondessi!-
-Non farlo, Rapunzel, no!- la lama del pugnale già sfiorava i primi capelli -No, ti prego! NO!-
-Solo una risposta! Voglio solo una risposta!- la ciocca già si piegava contro il gelido metallo.
-E VA BENE! SEI LA PRINCIPESSA PERDUTA!- la donna si gettò con tutto il corpo contro le sbarre, Rapunzel si lasciò afferrare le braccia e allontanare il pugnale dalla treccia con delicatezza -Sei la principessa perduta.- esalò ancora la donna -Hai un potere inimmaginabile, che sarebbe andato perduto non appena ti avessero messo nelle mani di un acconciatore. Non potevo permetterlo. Quel potere... l'ho accudito con amore per secoli prima che lo acquisissi tu. Il potere a cui ho dato tanto... che mi appartiene. Il mio potere... il mio potere...- scivolò lungo il ferro, fino a cadere in ginocchio, curva sotto il peso del suo delirio.
Flynn era basito. Dimentico di Gothel, osservava Rapunzel senza credere ai suoi occhi. La ragazza guardava quella povera vecchia con un'espressione strana, un misto di orrore, stupore, odio e pietà. Profonda tristezza.
-Forse avrei preferito me li tagliassero da bambina. Sarebbe stato risparmiato molto dolore a molte persone.- mormorò lentamente -Ma ti ringrazio. Grazie a quello che mi hai fatto ho potuto conoscere degli amici fantastici. Grazie a loro, ho imparato ad avere forza e coraggio.-
Max avanzò di un passo, completamente assorto nella scena, quando un grido di allarme risuonò per tutte le segrete: il cambio di guardia doveva aver scoperto i soldati svenuti.
Flynn reagì per primo a quell'agitazione improvvisa: -Ci hanno scoperto! Corri, biondina!- la prese per mano, e si precipitò per i corridoi neri e freddi. Le guardie li avevano individuati subito, e adesso stavano loro alle calcagna; Flynn correva a perdifiato, trascinandosi dietro la ragazza, completamente disorientata, ma sapeva che era una fuga inutile: i soldati conoscevano quelle segrete molto meglio di loro, e presto li avrebbero spinti in un qualche vicolo cieco, era solo questione di tempo.
Infatti, ben presto si trovarono intrappolati fra due celle, e davanti a loro e dietro di loro la luce delle torce si avvicinava a grande velocità.
-Siamo spacciati!-
-Non ancora!- Flynn abbassò lo sguardo: tra due pietre, un canaletto per l'evacuazione delle acque di scolo lasciava filtrare il risciacquo dei canali che scorrevano sotto di loro -Il pugnale!- Flynn lo prese e riuscì a fare leva e ad allargare il passaggio quel tanto che bastava per far scivolare dentro Rapunzel, e seguirla a ruota. Quando le guardie arrivarono, erano già scappati.
Lo scivolo d'acqua in cui si erano lanciati serpeggiava per parecchi metri, con bruschi cambi di direzione che li portò a un doppio -AAAAAAAH- che si perse con la caduta finale: le acque di scolo finivano in mare, da un acquedotto che sbucava molto più in basso rispetto al palazzo.
Flynn tornò subito a galla e si guardò intorno: -Biondina, ci sei?- ma non vide nulla -Biondina?! Rapunzel!- si tuffò a cercarla nel grigiore dell'aurora appena giunta.
Raggiunsero la spiaggia e Flynn si accorò nell'aiutarla: aveva ingerito acqua, ma stava bene. Si riprese subito, tossendo, e lui l'aiutò a sedersi.
-Tutto a posto?-
-Sì... sì, grazie.-
Flynn si lasciò andare accanto a lei, esausto, e per un po' calò il silenzio. Pascal si districò dalla treccia fradicia a cui era rimasto impigliato per tutta la caduta.
-Biondina...- esordì il ragazzo dopo qualche minuto. Ma quando alzò gli occhi su di lei, la vide rannicchiata, in lacrime.
-Quella...- singhiozzò la ragazza -Quella era. Mia madre...- si sfregò gli occhi -Lo è stata. Per tutta. La mia vita. Quella era. Mia madre!-
Flynn non aggiunse niente e tornò a stendersi com'era prima. La lasciò sfogare finché ne ebbe bisogno.

Quando sorse il sole, finalmente ebbero la forza di alzarsi.
-Quindi tu... saresti la principessa.- mormorò Flynn.
-Sì... no. Non ancora.-
-È complicato.- indovinò il ragazzo.
Rapunzel rise, poi spiegò: -Ho già provato a parlare con il re e la regina, quasi un anno fa. Non è finita molto bene.-
-Ah no?-
-Mi hanno scambiata per una strega.-
Flynn sbarrò gli occhi: -Scusa?!- guardò Pascal, che annuì annoiato -E adesso pensi di tornare là?-
Rapunzel fece sì con la testa: -Non mi resta nient'altro da fare. I miei amici sono partiti, ho perso definitivamente mia madre.-
Il ragazzo comprese, e si aprì in un sorriso triste: -Be', ti auguro tutto il bene che meriti, allora.- e le tese educatamente la mano.
Rapunzel la osservò interdetta per un secondo, poi gli afferrò timidamente la manica con due dita: -Flynn, ti spiacerebbe... restare ancora un po' con me?-
Lui rimase sorpreso, ma si riprese subito: -Vuoi che ti accompagni a palazzo?-
-Se non ti disturba...-
Lui le fece cenno di stare tranquilla, e si avviarono verso al cima dell'isola.
Camminarono in silenzio, uno accanto all'altra. Flynn ogni tanto le lanciava un'occhiata, ma lei era profondamente immersa nelle sue riflessioni. Pensava ai suoi amici, e pensava a Jack. Pensava alla vita che avevano avuto assieme, a tutti quei mesi passati nella torre. Pensava a quanto era stata bene e a quanto, adesso, sapeva che tornarci era sbagliato. Un brivido le corse lungo la schiena, all'idea di dover affrontare Jack, e di convincere Hiccup e Merida della giustezza di ciò che aveva realizzato. Per un istante si sentì isolata, e di nuovo sola, ed ebbe paura. Poi il sole si alzò sopra i tetti, e un suo raggio le illuminò lo sguardo. Lei sospirò, e scacciò via quell'orribile sensazione: si fidava dei suoi amici, di tutti e tre. Sapeva che le sarebbe bastato parlarne, e loro avrebbero capito. Tutti, senza eccezione.
Quando furono in vista della loro meta, Flynn e Rapunzel alzarono lo sguardo: le vetrate brillavano nel mattino. Erano le porte principali del castello, non il cortile un po' discosto dell'ultima volta.
Giunti ai piedi delle scale che portavano alla terrazza che dominava la piazza, Flynn si fermò. Rapunzel si girò a guardarlo, esitante.
-Dunque... qui ci salutiamo.- fece lui, dondolando le braccia con un sorriso tirato.
-Davvero non vuoi restare? Se mi credessero, potresti smettere di aver bisogno di rubare per vivere.-
-Na, non è il mio stile. Sono uno spirito libero, sai, un po' di movimento al mattino presto, tante passeggiate per la città... sono molto impegnato. E poi... ieri mi è capitato fra le mani un diadema. Roba importante, tutto incrostato di gemme... è mio dovere renderlo.-
Lei sorrise e gli tese la mano: -Capisco. Allora... grazie di tutto.-
Lui la strinse: -Sì, ecco... prego. Cioè, grazie a te. Sì... sì.- si girò, e titubante si reimmerse nelle stradine appena illuminate dai raggi freschi del sole.
Rapunzel lo osservò andare via, poi si girò a sua volta e prese a salire le scale.
Poco lontano, il capitano tornava da una notte insonne camminando accanto a Max, che teneva per le redini. Dopo un sonoro sbadiglio vide la ragazza avvicinarsi alle porte del palazzo, e subito portò la mano alla spada per arrestarla. Max però gli si parò gentilmente in mezzo e l'uomo lo guardò perplesso. Il cavallo annuì raggiante e lui tornò a guardare Rapunzel, con un'espressione confusa e felice.
Arrivata alla soglia, Rapunzel fu accolta da un paggio, che ascoltò il suo messaggio e si precipitò di corsa nei corridoi appena svegli. Aspettando, la ragazza si aggiustò la treccia, che l'acqua per fortuna non aveva sciolto (mesi di peripezie con Merida l'avevano portata ad una livello superiore di acconciature) e si lisciò la gonna. L'avrebbero riconosciuta. Dovevano riconoscerla. È vero, l'ultima volta che si erano visti non era finita molto bene... no, affatto. Magari si ricordavano di lei. Accidenti, in quel caso era spacciata! Tutto quello che avevano visto era lei che saltava addosso alla regina... Santo cielo, no! Con quelle premesse, l'avrebbero sicuramente presa per un'impostora.
Di nuovo, sentì l'ansia che le stringeva lo stomaco, ed ebbe improvvisamente bisogno di stringere la mano a qualcuno. Si guardò indietro: di Flynn neanche l'ombra. Hiccup, Merida, loro erano partiti. Jack... lui, bastava chiamarlo. Sapeva che l'avrebbe sentita, sapeva che sarebbe venuto per lei. Bastava chiamarlo. Lui l'avrebbe protetta sempre.
Prese aria, e aprì la bocca per pronunciare il suo nome.
Si fermò.
“No, Jack, questa volta devo farlo da sola” le bastava sapere che lui c'era. Le bastava quello.
Inspirò profondamente e drizzò le spalle, alzando lo sguardo. Il valletto era appena ricomparso davanti a lei, e le faceva segno.
Rapunzel scambiò uno sguardo d'intesa con Pascal, ed entrò.

 




Angolino dell'autrice
Finalmente, Rapunzel si fa rispettare, che ne dite? Probabilmente, qualcuno si chiederà perché Gothel sia riapparsa nonostante Merida l'avesse già sconfitta nel bosco. Be', in fondo si tratta della sua battaglia, e questo dialogo è l'apice e il risultato della sua evoluzione. Allora, tiriamo la monetina: i regnanti la riconosceranno o no?
Ditemi che ne pensate!
Nike

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Big Four / Vai alla pagina dell'autore: ElfaNike