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Autore: lisa76    17/06/2009    8 recensioni
Allora nessun vampiro in questa storia solo degli umani. Bella è la figlia del Dottor Cullen, insieme ad Alice ed Emmet, e si trasferiscono da New York a Forks durante l'estate. Edward è il figlio dello sceriffo. E' una storia d'amore tra adolescenti. Spero vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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I.N. - soli in macchina

Ok visto le belle recensioni continuo.

Per le risposte alle vostre domande, non so è infase di creazione, ho qualche idea, ma al momento sono slegate e caotiche, vi posto subito il secondo capitolo, ma l'ho scritto di getto, cosa che non faccio quasi mai, ma come vi avevo detto le idee vorticano ed hanno bisogno di uscire. 

Datemi il vostro parere, ci tengo un sacco.

Grazie a tutti, spero di non deludervi.

Bacioni Lisa.


Cap. 2 – soli in macchina.


Mi sono vestita carina, lo so che ho detto che non mi interessa dimostragli il mio interesse, ma almeno farmi notare si. Sono pronta una gonna azzurra, i sandali e un top bianco con le spalle scoperte, un filo di trucco. Si sono carina, Alice sarebbe fiera di me se fosse qui. Prendo un respirone e scendo.

< Mamma, vado a prendere papà, ti serve qualcosa in città? > dico scendendo le scale.

Emmet e il nostro ospite alzano gli occhi su di me, siii mi ha guardato, ma sposta subito lo sguardo uffa.

< No tesoro nulla, grazie, vai piano mi raccomando > mi risponde mamma dalla cucina.

< Bellina tesoro > ecco quando Emmet mi chiama così non mi aspetto nulla di buono.

< Accompagni tu Edward a casa? > dice, cavolo mi ha incastrato, lo guardo indifferente, e annuisco mentre mi dirigo al cassetto dell'ingresso che contiene le chiavi delle nostre macchine.

< Ed amico, non ti dispiace vero, devo uscire con Rose stasera e urge una doccia > gli dice ammiccando.

< Tranquillo Em, se a tua sorella non dispiace > dice sorridendo.

Dio che sorriso, ma esiste al mondo un sorriso così?

Ma che domande mi faccio, datti una controllata Bella!

Lo aspetto sulla porta, mentre lui recupera le sue cose. I capelli sono scompigliati ad arte. È bellissimo anche in bermuda e polo. Ma come fa?

< Andiamo? > mi dice senza nemmeno alzare lo sguardo su di me.

Cominciamo bene, dobbiamo passare dieci minuti in macchina da soli e nemmeno mi considera.

Sarà un viaggio silenzioso.

Gli faccio strada verso il garages e verso la mia splendete Volvo C30 nera, beh è mia e di Alice, ma visto che lei non ha passato l'esame di guida, sostenendo che a New York non serve saper guidare, ma solo alzare un braccio e fermare un taxi, ricordo ancora come cercava di convincermi che era più importante imparare a fischiare che ad usare la frizione, Ah ah Ah, adesso che abitiamo nel bel mezzo del nulla, chissà se la pensa ancora così?

< Bella Macchina! > afferma il mio sogno personale ridestandomi dai miei allegri ricordi.

Gli sorrido, azionando il telecomando e facendogli segno di salire.

< Una volta me la fai guidare? >

Se mi porti a vedere il tramonto in riva al mare anche stasera... sono fusa ... ma come mi vengono certe idee.

< Sono un po' gelosa delle mie cose, ma potremmo parlarne > dico infilandomi gli occhiali da sole e senza abbandonare il sorriso che mi si è stampato sul viso. Sta parlando con me, evvai.

< Se prometto di avere molta cura delle tue cose, me la fai guidare > risponde al mio sorriso.

< Vedremo >

Stiamo percorrendo il lungo viale che collega casa mia alla strada principale, ed il silenzio la fa da padrone, così accendo la radio.

Passano una canzone allegra e contemporaneamente ci mettiamo a canticchiare, scoppiando subito dopo a ridere.

< Piace anche a te quindi ? > chiede quasi stupito.

< Certo, adoro la musica > gli rispondo un po' stupita anch'io della domanda.

< Credevo passassi la vita con la testa tra i libri, o almeno finora ti ho sempre visto così >

< Leggere è bello > mi difendo

< Pienamente d'accordo con te, ma c'è anche altro nella vita, io per esempio suono il pianoforte >

Sono stupita, ma come fa a fare tante cose, studia con profitto altissimo, da quanto mi ha detto Rose, gioca basket molto bene e adesso scopro che suona anche il pianoforte, oltre al fatto che è sempre fuori con gli amici. Una fonte continua di sorprese questo ragazzo.

< Non lo sapevo, e sei bravo? > chiedo dando voce alle mie domande

< Spero abbastanza da aggiudicarmi una borsa di studio, visto che non mi posso permettere l'università > dice serio

< Ma mi hanno detto che hai dei buoni voti, quelli non bastano? > chiedo decisamente stupita.

< Forse, ma preferisco avere anche un piano di riserva >

Bravo, bello e intelligente. Il ragazzo perfetto non c'è che dire.

Il suono del mio cellulare, è il numero di casa.

< Pronto >

< Tesoro > è mia madre < potresti per favore accompagnare Edward a prendere suo fratello, ha chiamato sua madre che ha dei problemi, non riesce ad andare lei, non ti preoccupare avverto io papà che fai tardi, tanto è sempre in ritardo, vedrai che non sarà un problema >

< Ok >

Ripongo il cellulare e mi giro verso il mio passeggero.

< Ha chiamato tua madre, dobbiamo andare a prendere tuo fratello, mi indichi la strada ?>

< Non è mia madre, comunque vai alla prossima a destra > ok ho fatto un gaffe ma io che ne so, è la prima volta che mi rivolge la parola.

< Scusa > mormoro, concentrandomi sulla strada.

< No tranquilla, non potevi saperlo, è la seconda moglie di mio padre, non andiamo proprio d'accordo io e lei > dice con un tono amaro.

< Mi spiace > ok non sapevo cosa dire.

< Non ti preoccupare, non ne parlo quasi mai, si sono sposati qualche anno fa, poi è nato Seth, l'unica cosa buona di questa storia >

Rimango in silenzio senza sapere cosa dire.

< Sai sei quella che conosco meno, ma ti ho detto più cose di me negli ultimi cinque minuti di quante ne ho detto a tuo fratello in due mesi > dice ridendo tra se.

< Beh, grazie della fiducia > dico seria.

Lui mi guarda e sorride < Prego, visto che finalmente ci siamo parlati pensi che potremmo considerarci amici? >

< Ok amici > dico mentre mi fa segno di parcheggiare davanti all'asilo.

< Beh non scendi? > mi dice, quando vede che non accenno ad uscire dalla macchina.

Lo seguo all'interno della scuola e sento subito un urlo < Tatooooooooooooooooo > mentre un bimbetto dalla pelle leggermente scura e i capelli neri gli corre tra le braccia.

Lui lo solleva sorridendo e si gira verso di me.

< Seth questa è la mia amica Bella, dille ciao >

Il bimbo, che avrà tre anni, affonda il viso nella spalla di Edward e mormora un strascicato ciao.

< Bella lui è il mio fratellino Seth > continua Edward sorridendomi. Gli vuole proprio un sacco di bene si vede così, adora il suo fratellino.

< Ciao Seth, io sono Bella, è un piacere conoscerti > dico avvicinandomi leggermente al suo rifugio nell'incavo del collo del fratello maggiore.

Lui tira un po' su la testa e mi sorride timido, io rispondo felice a quel primo passo.

< Sei contento che ho portato tuo fratello a prenderti? > annuisce.

< Allora me lo merito anch'io un abbraccio ? > gli chiedo il più dolcemente possibile.

Sorride e mi allunga le braccia. Missione compiuta, almeno su uno degli Swan ho fatto colpo.

Edward mi sorride passandomi il fratello, nel mentre ci si avvicina una delle maestre.

< Edward caro, Leah non è riuscita a venire ? > chiede la donna.

< No, non è che magari papà ha lasciato il seggiolino di Seth ? >

La donna annuisce e si allontana, nel frattempo io e Seth abbiamo famigliarizzato, mi sta raccontando a cosa hanno giocato al centro estivo e che c'è una bambina che lo ha morso, così gli chiedo se non ha fatto nulla per meritarsi quel morso, e lui sorride. Ha il sorriso bellissimo di suo fratello, deve essere un'eredità paterna, visto che lo hanno tutti e due.

Alzo gli occhi e vedo Edward che mi sorride, gli allungano il seggiolino e ci dirigiamo verso la mia auto.

Io tengo ancora in braccio Seth, che gioca con una ciocca dei miei capelli, mentre Edward monta il seggiolino.

Dovremmo averne uno anche noi di quei cosi, mi sembra di averlo visto in garages, lo usava mamma quando portava in giro i bambini dei servizi sociali, lo teneva sempre nel baule, magari lo carico in macchina così se dovessi di nuovo venirlo a prendere sarei preparata ... si Bella e quanto ti ricapita di essere in macchina da sola con Edward!

Caricato Seth, che non ha smesso un attimo di parlare, ripartiamo alla volta di casa loro.

Arrivati scendo anch'io per tenere d'occhio Seth, che corre allegro per il prato di casa, mentre lui smonta di nuovo il seggiolino e lo appoggia sotto il portico.

Si avvicina nuovamente a me e sorride.

< Grazie sei stata gentilissima, e penso che tu abbia guadagnato un nuovo ammiratore > dice indicando col capo il fratello, < Spero lo tratterai meglio dei ragazzi che ti fanno il filo > dice ridendo.

< Sicuramente, visto che è più carino e meno molesto di loro > dico ridendo a mia volta, salutando con la mano il piccolo Seth, che mi corre incontro e mi abbraccia le gambe.

< Torni a pendermi a cuola Bella? > chiede guardandomi con due occhioni da cucciolo.

< Vedremo piccolo, ma tu devi fare il bravo con tuo fratello, così magari mi convince > e mi abbasso per depositargli un bacino sulla fronte.

< Farò del mio meglio per convincerla – aggiunge Edward sorridendomi – grazie ancora e a presto Bella >

Parto sorridendogli e mi dirigo verso l'ospedale, dove ancora mi attende mio padre.

Beh il bilancio di questo viaggio in macchina è più che positivo, almeno adesso parliamo e siamo amici.

   
 
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