<<
Viva gli sposi! >> << Auguri e figli
maschi! >> << Bacio! Bacio!
>> ancora cinque minuti di quelle
grida in stile Super Bowl e Jasper avrebbe davvero dato di matto;
quella
giornata era stata davvero terribile sotto ogni punto di vista!
La
damigella che sua cugina gli aveva appioppato si era
rivelata una specie di ricca viziata e superficiale il cui unico
problema era
come abbinare smalto e scarpe con il resto del suo look, gli amici e
commilitoni dello sposo erano, come lui già sospettava, un
ammasso di muscoli
con ben poca materia grigia e non facevano altro che brindare, gridare
e dare
vigorose pacche sulle spalle dello sposo ogni volta che capitava nei
paraggi.
Come
ciliegina sulla torta poi, quando era arrivato al
ricevimento con quella specie di mini-Barbie al braccio, aveva
intravisto Alice
che lo guardava e poi si voltava andandosene.
Si
sentiva così male all’idea che lei avesse
frainteso il
tutto: aveva pensato a lei da quando l’aveva lasciata la
mattina dopo la festa
di Halloween e avrebbe voluto presentarsi a casa sua quello stesso
pomeriggio
per invitarla fuori, ma le aveva lasciato il suo numero e doveva essere
lei a
chiamarlo, voleva che facesse un passo verso di lui, solamente
uno…
<<
Ah al diavolo >> e spostando nervoso il
proprio bicchiere di vino guardò la festa con aria
disgustata: che cosa ci
faceva lì quando moriva dalla voglia di essere altrove? Che
cosa ci faceva lì quando
la sola persona che aveva suscitato il suo interesse da anni a quella
parte era
probabilmente delusa e incazzata con lui?
<<
Jasper dove… >> << Ehi amico
cosa?
>> e sia Jane, la mini-Barbie, che Peter lo guardarono
sorpresi quando
lui si alzò di scatto dal tavolo allargandosi il nodo della
cravatta che quasi
lo faceva soffocare:<< Scusatemi, devo andare
>> Peter sorrise,
aveva visto poche volte quello sguardo nel suo amico e avrebbe fatto di
tutto
perché Jaz lo mantenesse:<< Ma
dove…sei il mio cavaliere non… >>
cercò di protestare Jane ma ci pensò di nuovo il
caro vecchio Pete a risolvere
la situazione allungando a Jasper le chiavi della
macchina:<< Tranquilla
cara, troveremo un bel marine disposto a sostituire Jaz nel giro di un
attimo,
in fondo chi può resistere ad uno zuccherino come te?
>> con un ultimo
sorriso al suo amico, il tenente comandante Whitlock, lasciò
la sala diretto
alla macchina, aveva già perso troppo tempo in chiacchiere.
<<
Ehi capo va tutto bene? >> e Bree guardò Alice
che, dietro al bancone, stava preparando un paio di ordinazioni ma a
cui
tremavano terribilmente le mani:<< Come? Sì,
sto bene Bree >>
commentò la piccola Cullen con un debole
sorriso:<< Ok, ma se porto al
signor Amun quel muffin alle mandorle me lo tirerà dietro
>> abbassando
gli occhi e notando il dolce Alice imprecò mentalmente, maledetti
marinai
con la passione di Star Trek, doveva fare attenzione o
avrebbe finito per
combinare qualche disastro prima della fine della
giornata…far venire uno shock
anafilattico al signor Amun grazie alle mandorle era uno di quelli!
<<
Sì, hai ragione Bree, ero sovrappensiero >>
la ragazza sorrise scuotendo la piccola coda di capelli
castani:<< Sicura
che va tutto bene? Sei strana da quando siamo tornati dal matrimonio,
non è che
per caso stai pensando ancora a James e… >>
Alice scosse il capo ma
quando fece per rispondere il tintinnare della campanella appesa sopra
la porta
attirò la sua attenzione e rimase immobile vedendo chi
c’era sull’uscio.
<<
Alice >> ma non appena Jasper fece per
avvicinarsi lei prese in mano un vassoio di bignè alla crema
girandosi per
tornare in laboratorio:<< Che cosa ci fai qui? Non
dovresti essere ad un
matrimonio? >> lui si passò una mano nei
capelli smuovendo quegli
splendidi riccioli dorati:<< Quello che hai
visto…quella ragazza non era…
>> Alice arricciò il naso in quella smorfia
arrabbiata che lui trovò comunque
adorabile:<< Non mi interessa, noi non abbiamo nessun
tipo di rapporto e
tu puoi uscire con chi ti pare >> Jasper
arrivò fino al bancone poggiando
le mani sul piano laccato di rosso scuro:<< Io non esco
con quella
ragazza >> c’era un che di rabbioso nella sua
voce quando pronunciò quelle
parole e per un attimo Alice ne fu colpita:<< Te lo
ripeto, non mi
interessa quello che fai e comunque io adesso ho dei dolci da farcire
>>
<< Alice ti prego, dammi il tempo di spiegare, non
è come… >>
guardandosi rapidamente intorno e notando un paio di occhi ed orecchie
che
puntavano nella sua direzione la giovane Cullen scosse la
testa:<< Non è né
il luogo né il momento per parlare >>
cogliendo al volo l’occasione un
piccolo sorriso comparve sul viso di Jasper:<< Stasera
allora, a cena
magari >> << Scordatelo >> e
girandosi con in mano il vassoio
lei aprì la porta del laboratorio facendo per sparirvi
dentro, ma Jaz più deciso
di lei probabilmente, non ci pensò troppo a scivolare dietro
al bancone e a
mettersi tra lei e la porta.
<<
Spostati >> lui scosse il capo:<< Prima
ascoltami >> << Ho da fare Jasper
>> << Allora quando
hai finito, un caffè non ti chiedo altro >>
sentendosi addosso gli occhi
di tutti i clienti e della sua cameriera Alice si arrese buttando fuori
una
boccata d’aria:<< Alle 6, quando chiudo il
Café, ma non aspettarti chissà
cosa >> lui annuì con un piccolo
sorriso:<< Ci vediamo dopo
>> poi spostandosi per lasciarla passare si
avvicinò alla porta d’ingresso.
Incapace
di fare diversamente Alice si voltò a guardarlo
mentre usciva e quando i loro sguardi si incrociarono un brivido le
percorse la
spina dorsale…che le stava succedendo?
Incredibilmente
le 6 arrivarono in un lampo e dopo aver
salutato l’ultimo cliente e aver mandato a casa Bree, Alice,
si ritrovò a
guardare la lancetta dei secondi dell’orologio a parete con
disegnato lo
Stregatto del Paese delle meraviglie, perché aveva tutta
quell’ansia? Tanto lui
non si sarebbe presentato, erano solo parole, probabilmente Jasper era
tornato
dalla sua perfetta bambolina bionda e non…poi
alzò gli occhi quando il
campanellino all’ingresso tintinnò e rimase
impalata davanti al biondo che
aveva ossessionato i suoi pensieri da quella mattina.
<<
Ciao >> lo salutò non sapendo esattamente che
cosa dire, si era cambiato e ora al posto dello smoking indossava una
camicia
bianca con un paio di jeans scuri, aveva tenuto le scarpe e il
giubbotto di
pelle nero che teneva in mano completava il tutto, era da mangiare per
quanto
era spietatamente affascinante:<< Sei venuto
>> commentò poi
girando attorno al bancone per avvicinarsi mentre Jasper faceva lo
stesso:<< Sono un uomo di parola >> poi
bloccandosi in mezzo al
locale visto che ormai erano uno davanti all’altra
aggiunse:<< E poi ci
tenevo a chiarire le cose con te >> e mentre pronunciava
quella frase alzò
una mano facendo scivolare un dito sulla guancia di
Alice:<< Hai un po’ di
crema su… >> ma prima di finire la frase si
portò alla bocca il pollice
sporco di crema che probabilmente prima era sul viso della
ragazza:<<
Limone…buona >> commentò poi con un
sorriso mentre lei diventata della
colorazione di un pomodoro maturo:<< Accomodati
>> borbottò poi
girandosi per non fargli vedere che quasi le mancava
l’aria:<< Vuoi
qualcosa da bere? Caffè? Cioccolata, tè?
>> << Un caffè nero va
benissimo >> la guardò annuire di spalle
mentre spariva di nuovo dietro
al bancone ma, prima che Alice potesse obiettare si sedette su uno
degli
sgabelli esattamente davanti a lei.
<<
Le poltroncine dei tavoli sono più comode >>
commentò lei quando se lo trovò a pochi
centimetri, divisi solo dal piano
laccato rosso:<< Sto bene dove sto >> le
rispose con quel perenne
sorriso sulle labbra e per un attimo lei pensò che non le
sarebbe dispiaciuto
passare tutta la vita così, con lui che la guardava con
quell’aria felice e
sorrideva:<< Allora? Che cosa volevi dirmi?
>> domandò poi cercando
di sembrare seria e decisa ma in realtà doveva ammettere di
adorare il fatto
che lui fosse andato a cercarla per spiegarle e che ora fosse
lì davanti a lei
e non con quella biondina.
<<
Che quello che hai visto stamattina non era niente,
tra me e lei non c’è nulla e…
>> << Non c’è niente
ma ci vai
insieme ad un matrimonio? >> lui poggiò le
mani sul bancone e prese
fiato:<< Non l’ho deciso io, sono stato
obbligato a fare da cavaliere a
Jane visto che era una delle damigelle della sposa >> la
bocca di Alice
si aprì stupita:<< Obbligato? >>
<< Sì, non avevo mai visto
Jane prima di stamattina fuori dalla chiesa e non ho alcuna intenzione
di
vederla di nuovo >> poi alzando gli occhi su Alice
aggiunse:<< Ho
altro per la testa al momento >> << Altro?
>> gli chiese con
un sorriso speranzoso:<< Un’altra a dire il
vero >> << Uhm…capisco
>> lui scosse la testa stando al gioco:<<
No, non penso che tu
possa capire >> poi allungando una mano per prendere la
tazza con il caffè
aggiunse:<< L’ho incontrata un paio di volte e
ci siamo sempre scontrati,
poi abbiamo passato insieme la notte migliore che abbia passato con una
donna
da molto, molto tempo e ora non riesco a pensare ad altro, non riesco a
togliermela dalla testa >> Alice era senza parole,
nemmeno James nei suoi
momenti migliori le aveva detto cose del genere e il suo piccolo cuore
prese a
battere impazzito:<< Jasper… >>
<< Non ti sto chiedendo
niente Alice, davvero…so che il mio lavoro non renderebbe
facili le cose e non
voglio che tu sconvolga la tua vita per me ma…
>> fece un sospiro
cercando le parole giuste per spiegarle come si
sentiva:<< Ma è la prima
volta che ho davvero voglia di provare a far funzionare le cose
>> lei
annuì poi stringendosi le braccia attorno al corpo lo
guardò dando voce ai
timori che l’avevano assalita da quando lui aveva lasciato la
sua casa la
mattina dopo la festa:<< Sì, ti
capisco…davvero >> poi sorrise
innocentemente:<< Mentirei se ti dicessi che non lo
voglio anche io, c’è qualcosa
che mi attira verso di te ma ci sono già passata, ho avuto
una relazione con un
marine ed è finita male, molto male e non voglio
più ridurmi così, non ne avrei
la forza >> Jasper sentì nitidamente il suo
cuore che si spezzava ma
incassò il colpo con il suo imperturbabile
autocontrollo:<< Sei sicura?
Non ti voglio obbligare a fare qualcosa che ti faccia stare male,
è l’ultima
cosa che desidero ma voglio saperlo: sei sicura? >> Alice
fece per dire
di sì, era sicura di non voler passare di nuovo tutto quello
che aveva passato
con James: i fusi orari con telefonate ad orari impossibili, i
collegamenti
skype malfunzionanti e lettere che mai arrivavano, era stato un
calvario per
quasi due anni e lei non ci sarebbe passata una seconda volta.
<<
No, non lo sono >> come diavolo le erano
uscite quelle parole? Era pazza? Poi appoggiandosi al muro e cercando
di
trattenere le lacrime che le premevano sugli occhi
continuò:<< Non voglio
stare di nuovo male ma allo stesso tempo non voglio vederti uscire da
quella
porta per non vederti più, so che è stupido e
senza senso, so che sto
esagerando e che è tutto nella mia testa ma merito anche io
di essere felice e
c’è una parte di me, una piccola parte di me, che
pensa che insieme potremmo
esserlo, che varrebbe la pena di fare un altro tentativo e che stavolta
non
andrà male >> poi ricomponendosi un
po’ si avvicinò a lui allungando una
mano sul piano:<< Non ti mentirò, ho paura
Jasper, ho paura che stavolta
non riuscirò a rimettere insieme i pezzi se dovesse andare
male >> la
mano calda di lui strinse la sua:<< Se
dovesse andare male
>> le fece notare con un sorriso:<< Dipende
tutto da noi Alice e ti
giuro che farò qualsiasi cosa perché
ciò non succeda >> poi intrecciando
le loro dita la guardò come si guarda la prima stella che
compare di notte nel
cielo:<< Facciamo così: andiamoci piano,
resterò qui ancora per sei
giorni, possiamo passare del tempo insieme e vedere come va, quando poi
ripartirò decideremo che cosa fare >>
<< Sei giorni? >> lui
annuì:<< Ho un addestramento in una base in
Mississippi, ma fino ad
allora starò qui >> un piccolo sorriso distese
le labbra della piccola di
casa Cullen:<< Sei giorni da passare insieme
>> poi guardandolo
come una bambina il giorno di Natale aggiunse:<<
D’accordo, va bene
proviamoci >> facendo il giro del bancone Jasper le si
avvicinò felice:<<
A questo proposito posso avere l’onore di invitarti a cena
con me? >>
scuotendo la testa e ridendo Alice lo guardò prendendogli la
mano:<< Oh
non stasera Jasper, stasera non ho alcuna voglia di dividerti con il
resto del
mondo >> lusingato da quelle parole lui la
guardò sfidandola:<< Hai
un’alternativa in mente? >> Alice gli
allungò la mano facendogli poi
segno di seguirla al piano di sopra:<< Lasciami fare e
vedrai che non te
ne pentirai >> e lui lo fece, salì le scale
dietro di lei lasciandola
fare mentre, seduto nella piccola cucina dell’appartamento,
la guardava
preparare la loro cena.
<<
Ehi ma Alice dov’è? >> e Emmett
guardò il
resto del gruppo mentre Edward stava sfornando la pizza dal
forno:<< Mi
ha mandato un messaggio dieci minuti fa dicendo che stasera aveva un
impegno
>> commentò Bella piano:<< Un
impegno? Eravamo d’accordo per
vederci qui e brindare al fatto che ci siamo finalmente liberati di Ken
e
Barbie >> continuò Em
preoccupato:<< Adesso la chiamo e…
>>
<< Em! Lasciala in pace! Probabilmente ha voglia di
restare un po’ da
sola stasera, non deve essere facile vedere il tuo ex che sposa
un’altra dopo
che ti aveva promesso mari e monti, falla respirare >> e
con sguardo duro
Rose mise a tacere ogni possibile replica del
fidanzato:<< Dite che starà
bene? >> domandò Edward poggiando le pizze in
tavola:<< È Alice
>> commentò Bella fiduciosa:<<
Non lo dà a vedere ma è più forte di
quello che sembra, se la caverà alla grande >>
il fidanzato annuì versando
da bere a tutti scambiando poi un’occhiata con Emmett,
nessuno dei due avrebbe
mai smesso di preoccuparsi per la loro adorata sorellina!
<<
E se continuassimo il gioco dell’altra sera?
>> Jasper bloccò a mezz’aria la mano
che reggeva la forchetta e la pasta
all’amatriciana che Alice aveva preparato:<< Il
gioco? >> lei annuì
sorridendo:<< Io dico una cosa a te e tu ne dici una a
me, so che c’è qualcosa
tra di noi ma quasi non ci conosciamo e quindi…
>> lui poggiò la
forchetta nel piatto e annuì:<< Non devi
cercare scuse, hai ragione
>> poi bevendo un sorso di vino aggiunse:<<
D’accordo, chiedi pure
>> felice di aver raggiunto il suo scopo Alice sorrise e
una piccola luce
di curiosità brillò nei suoi
occhi:<< Dove sei nato? >> <<
Boston, tu? >> << New Orleans
>> poi facendo spallucce
aggiunse:<< Ti ho detto che non me ne sono mai andata da
qui >>
capendo che lei voleva cambiare discorso Jasper bevve un po’
di vino:<<
Colore preferito? >> le domandò poi ma,
guardando la sua cucina e,
soprattutto il Café, poteva immaginarlo:<<
Rosso >> << Data
di nascita? >> << 12 aprile,
ma…ehi >> e lo guardò alzando un
sopracciglio:<< Cos’è un
interrogatorio? >> << Puoi fare lo
stesso se vuoi >> le rispose tranquillo anche se doveva
ammettere che un
po’ temeva domande a cui non voleva ancora dare una
risposta:<< Bene,
quando sei nato? >> << 4 luglio
>> << Cosa? Il giorno
del… >> << Sì, sono
nato il giorno dell’Indipendenza >>
<< E sei nell’esercito, esiste qualcosa di
più patriottico?! >>
<< Ehi…modera i termini signorina
>> la stava prendendo in giro ed
entrambi lo sapevano, ma per la prima volta Alice si sentiva
così felice ed in
pace con qualcuno che non voleva che la cosa finisse:<<
Oh andiamo non ti
ho mica chiesto l’elenco delle tue ex, era solo una
constatazione >> Jaz
la guardò fingendosi preoccupato:<< Arriverai
anche a quello, lo so
>> << Bene, se proprio vuoi…le
tue ex? >> << Mi avvalgo
della facoltà di non… >>
<< Niente immunità mio caro, non ci
sperare >> << Non c’era nessuna
regola a riguardo >> <<
Ora c’è, niente immunità
>> commentò Alice soddisfatta ma ben presto
quella cosa si sarebbe ritorta contro di lei:<<
D’accordo, ha vinto signorina
Cullen: due ex ragazze più un flirt durato due mesi durante
l’estate prima che
entrassi in accademia >> << Due
ex…quanti anni avevi? >> il
sorriso di Jaz le disse che ora era lui a tenere il coltello dalla
parte del
manico:<< 13 la prima volta, 17 la seconda
>> << Non
prendermi in giro, andiamo Jasper! >> lui
mangiò un po’ di pasta cercando
di restare serio:<< Non sto scherzando: Franny McLion
è stata la mia
prima fidanzata, viveva nell’appartamento davanti al mio e
frequentavamo la
stessa scuola, abbiamo passato anni meravigliosi insieme
>> lo sguardo di
lei gli diceva che aveva vinto quella battaglia:<< E poi
al liceo c’è stata
Julia Manning, era una cheerleader e aveva un anno in più di
me, era davvero… >>
Alice alzò le mani tappandosi le orecchie:<<
Sì, sì ho capito, basta per
favore, basta >> si sorrisero entrambi:<< E
tu invece? Ex
fidanzati? Visto che non sei mai stata troppo lontano da New Orleans
c’è qualche
poveraccio col cuore infranto di cui debba preoccuparmi?
>> tornando
immediatamente seria Alice scosse la testa:<< No, nessuno
>>
<< Pensi che ci creda? Andiamo…
>> lei bevve una generosa sorsata
di vino:<< Ho avuto un solo ragazzo Jasper, dal primo
anno di liceo fino
ad un anno fa, ma non sono io ad avergli spezzato il cuore, lui ha
spezzato il
mio, contento? >> capendo di aver toccato un tasto
dolente e non
riuscendo a sopportare quello sguardo triste sul viso di lei le prese
una mano
stringendola con affetto:<< No, non sono contento
perché è qualcosa che
ti fa stare male e mi dispiace >> lei scosse la
testa:<< Non mi fa
stare male, mi fa arrabbiare perché ha buttato al vento
tutto quello che
avevamo senza nemmeno preoccuparsi di avvisarmi, è tornato
qui sbandierando la
sua nuova fidanzata senza preoccuparsi di come l’avrei presa
o altro >>
<< Un vero signore, non c’è che dire
>> Alice cercò di non farsi
prendere dal malumore:<< Ormai è passata, lui
è felice e io voglio andare
avanti, non resterò tutta la vita a farmi condizionare da
lui >> Jasper
fece una smorfia:<< Mi piacerebbe davvero conoscerlo
questo coglione
>> una piccola risata sfuggì dalle labbra di
Alice e lui la guardò perplesso:<<
Cosa c’è? >> <<
Beh…eri al suo matrimonio >> immobile quasi
lo avesse colpito un fulmine Jasper la guardò
incredulo:<< Aspetta,
intendi James? >> lei annuì:<<
Sì, due anni fa è partito per una
missione di pace e quando è tornato qui era insieme alla sua
bella rossa, le ha
chiesto di sposarlo nel mio Café >> ok, adesso
davvero voleva spaccare la
faccia a James, ma si poteva essere più idioti di
così? Senza contare che, per
quanto potesse voler bene a sua cugina, Victoria non avrebbe mai potuto
reggere
il confronto con Alice, mai nemmeno in un milione di anni.
<<
Jasper stai bene? >> lui si riscosse dai suoi
pensieri, in fondo doveva essere grato a James per essere un tale
idiota o
Alice sarebbe stata sua moglie e lui non l’avrebbe mai
conosciuta:<< Sì,
mai stato meglio >> poi stringendole ancora la mano se la
portò alle
labbra sfiorandola con un piccolo bacio:<< Adesso
però parliamo d’altro,
certi gentiluomini non meritano un secondo in più della tua
attenzione >>
La
mattina dopo fu un bussare alla porta a farle aprire gli
occhi, si girò per prendere il cellulare e controllare
l’orario: le 7.00, era
lunedì e il Café era chiuso, chi diavolo poteva
venire a romperle le scatole a
quell’ora?
<<
Alice sono Emmett! Apri! >> sentendo che la
voce di suo fratello proveniva dalla porta dell’appartamento
e non dalla strada
dove c’era l’ingresso del locale Alice maledisse il
fatto di aver dato ai suoi
fratelli le chiavi di scorta del Café in caso di emergenza,
fortuna che si era
tenuta per lei quelle di casa o si sarebbe ritrovata Emmett in camera!
<<
Che cavolo ci fai qui a quest’ora? >>
domandò
poi quando gli aprì la porta con addosso la maglia e gli
shorts che usava come
pigiama:<< Volevo vedere come stavi, ieri sera non sei
venuta a cena e
pensavo avessi bisogno di parlare con qualcuno visto che…
>> ma mentre
lui parlava Alice alzò una mano per fermare le sue
parole:<< Emmett sto
bene, ieri sera avevo solo voglia di stare un po’ per conto
mio, ma non c’è nulla
di cui tu ti debba preoccupare, James è sposato e per me
è un capitolo chiuso
già da molto tempo, sto bene fratellone davvero
>> lui la guardò ancora
per un attimo preoccupato:<< Sicura? >>
Alice annuì:<< Sì, sono
sicura >> poi ben sapendo che il fratello non si sarebbe
arreso tanto
facilmente aggiunse:<< Senti perché non
pranziamo insieme oggi? Vengo io
a scuola da te e ti porto un po’ di quella torta alle pesche
che ti piace tanto
>> davanti a quella proposta Em si
sciolse:<< Sei sleale, sai che
non resisto alla tua torta alle pesche >> Alice sorrise
furba:<< Sì
lo so, quindi ora fila al lavoro così io posso preparartela
>> un po’ deluso
di non aver cavato nulla alla sua sorellina ma fiducioso di riprovarci
a pranzo
Emmett annuì girandosi per scendere di nuovo le
scale:<< D’accordo, ci
vediamo per pranzo, ti accontenterai del cibo della mensa sorellina?
>>
<< Farò questo sacrificio signor preside
>> lo prese in giro lei
poi salutandolo di nuovo chiuse la porta avviandosi in cucina, aveva
una torta
da preparare per l’ora di pranzo.
<< Ehi ma dove
sei sparito ieri? La tua Jane era
disperata dopo la tua fuga, per fortuna ci ha pensato il testimone
dello sposo
a farla felice >> ignorando la battuta di Riley e
guardando i due amici
Jasper si sedette al loro tavolo nella piccola sala da pranzo del
B&B:<< Avevo di meglio da fare Riley
>> Peter sorrise:<<
Sì possiamo immaginare >> << No,
non credo proprio amico mi spiace
>> stava per aggiungere altro quando il cellulare nella
sua tasca vibrò
segnalandogli l’arrivo di un messaggio.
Buongiorno. <3 dormito
bene?
Sorrise vedendo il mittente e
digitò in fretta una piccola
risposta.
Dormo meglio su un divano con
Star Trek in sottofondo; buongiorno anche a te, hai impegni per stasera?
La risposta di Alice non si
fece attendere
Vuoi
replicare?
Voglio portarti fuori a cena
come
si deve signorina Cullen.
Leggendo quella risposta un
sorriso si aprì sulle labbra di
Alice e dovette ringraziare il fatto che aveva in mano un sacchetto di
farina perché
altrimenti si sarebbe messa a saltare dalla gioia; per una volta
sembrava che
le cose stessero andando per il verso giusto…
Grimilde's
Ed ecco finalmente il tanto atteso primo appuntamento (più una cenetta romantica a casa direi) ma la sostanza non cambia...finalmente quei due cominciano a far funzionare le cose o almeno ci proveranno finché non arriverà il momento della partenza...Nel prossimo capitolo ci sarà un salto in avanti di un po' di tempo e anche uno "scontro" con qualche vecchia conoscenza...
In conclusione solo una postilla: ma Emmett non si fa mai gli affari suoi?
Scherzi a parte a presto.