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Autore: kioccolat    04/09/2017    2 recensioni
Correva per il corridoio dell’ospedale da ormai 10 minuti abbondanti. Aveva il fiatone e sentiva ogni rumore attorno a se ovattato, sentiva il cuore scoppiare, la gola secca, la vista come annebbiata e non riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto per la troppa pressione e preoccupazione che aveva addosso.
Di tanto in tanto, per colpa della veloce corsa, sbatteva su qualcuno, e la persona puntualmente si lamentava. Ma senza fermarsi, Albafica, continuava a correre agitato, spaventato, impaurito.
Era stato chiamato all’improvviso e subito gli si era gelato il sangue a quella notizia, la paura l’aveva assalito e l’ansia si era insidiata in lui.
Naturale.
Raggiunse finalmente il medico, che stava appuntando qualcosa su un blocco, e cercò di parlargli prendendolo, anzi afferrandolo per le braccia. Voleva sapere, chiedere informazioni riguardo l’accaduto. Ma le parole gli morirono in gola… Non sapeva cosa dire, era spaesato, confuso, disorientato. Sperava in una risposta positiva. Ma se fosse sta una negativa? Come avrebbe affrontato la cosa. Lasciò l’altro toccandosi la gola con una mano e iniziò a respirare forte.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite, Scorpion Kardia, Un po' tutti, Virgo Asmita
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Erano circa le sei del mattino ed Albafica era seduto sul letto della propria camera, a fissare lo schermo del cellulare.
Per la precisione un numero della rubrica, lo fissava da almeno cinque minuti. Aveva le intenzioni più buone del mondo, ma davvero non ce la faceva a premere  quel maledetto pulsante verde che avrebbe fatto partire la chiamata…Eppure sembrava tutto così semplice.
Sapeva che anche lei era una tipa mattiniera, quindi non avrebbe corso rischi nel disturbarla… No, no, no, no… e se avesse cambiato abitudini? Non si sapeva mai.
Gli venne l’idea di mandarle un messaggio, si un messaggio andava bene! Una forma di contatto fra due persone; elegante, raffinata e… distaccata. Soprattutto se non si vedevano da molto tempo. Ma era da lui! Quindi non si sarebbe arrabbiata, ne era certo.
Andò nei messaggi creandone uno nuovo, selezionò per prima cosa il destinatario e scrisse… Niente. Non scrisse niente.
Pensò altri cinque minuti buoni al testo da scrivere ma nulla, non gli venne in mente proprio niente…dieci, venti minuti, alla fine aprì la finestra mettendosi a fumare…continuando a guardare il maledettissimo schermo del telefono con quella lineetta che continuava a lampeggiare.
“Maledizione, eppure non mi sembrava così difficile a voce…”
Sbuffò leggermente buttando fuori del fumo. Alla fine decise una cosa saggia. Ci avrebbe pensato un’altra volta, cercò di chiudere il messaggio tramite il pulsante rosso ma…per sbaglio il dito pigiò su invio.
Gli caddero le braccia, un’ora a pensare a cosa potesse scrivere su quel benedetto messaggio… ed il suo telefono lo sfotteva inviandone uno vuoto?! Non aveva parole… Beh, forse anche il cellulare l’aveva capito.
Dopo qualche secondo gli arrivò la risposta. Non se l’aspettava, e non se l’aspettava così veloce.


 
-Sono felice di “risentirti”! Come stai?-

Lesse il messaggio sorpreso, il solo fatto che avesse risposto era buon segno. E ne era felice. Si stava facendo un sacco di problemi ed era bastato uno stupido messaggio vuoto per farsi rispondere che “era felice”.
Magari era ora di cominciare di nuovo a dare fiducia anche ad altri… o forse no, lei era diversa per quel motivo.
Ci avrebbe pensato.

 
-Bene grazie. Che ne dici un giorno di vederci?-

 
 
“Mi dispiaaaaace, scusa, scusa ancora!”
Piagnucolò Regulus, seduto al posto del passeggero, mentre guardava il più grande guidare con un’espressione comprensiva e paziente.
“Sisifo non poteva accompagnarti?”
“No, è andato a fare ripetizioni ad una bambina. Ha detto che rischia la bocciatura…quindi ho chiesto a te, sei la mia salvezza Aiolos!”
Aiolos rise leggermente guardando la strada, probabilmente, alle ripetizioni, l’unico che si sarebbe concentrato sulla matematica era proprio Sisifo.
“Credo che la più contenta per la ripetizioni, sia la madre…”
“Eh, Perché dici ciò? Anche lei assisterà mentre zio insegna?”
“Già, probabilmente guardandolo dalla cucina.”
Regulus non comprese affatto le parole di Aiolos ma, sinceramente, non gliene importò nemmeno molto di capirle. Gli bastava qualcuno che lo accompagnasse al dannato incontro che quel giorno aveva con Aphrodite…ed era già in ritardo.
“Aiolos, stiamo beccando tutti semafori rossi!”
“Ed è colpa mia secondo te?”
“No, ma arriverò in ritardo! Vedi di sbrigarti! Si arrabbierà, ne sono certo!”
Aiolos scosse la testa sospirando. Ah che carini i ragazzi innamorati, poi Regulus era così dolce, così gradevole, delizioso, amabile, adorabile…
“Datti una mossa!”
…così rompiscatole.
“Se non stai zitto ti lascio a piedi.”
Per il resto del tragitto si sentì soltanto la musica proveniente da Radio 102.5.
Finalmente arrivati, ci furono le domande di rito…perché ci sono sempre le domande di rito, da parte dei più grandi.
Aiolos guardò Aphrodite dallo specchietto retrovisore, facendosi una mezza risata.
“E’ quel tipo li? Da quanto vi conoscete?”
“E’ lui… Una settimana, credo.”
“Non è troppo grande per te?”
“Ha solo ventidue anni!”
Aiolos guardò Regulus  con espressione rassegnata. Sapeva benissimo che ogni sua parola sarebbe stata vana…ma almeno provarci cosa sarebbe costato?
“Però tu ne hai diciotto.”
“Ma io lavoro! Lui no!
“Oh interessante. Quindi hai portato i soldi per pagare se prendete qualcosa, vero?”
Il più piccolo si girò di scatto allarmato. Ovvio che non aveva portato, o meglio, aveva portato. Ma cinque euro… e qualche spiccio.
“Devo pagare io?! Perché?”
“Pensavo volessi fare bella figura…bene Reg, io ho da fare. Ci si vede dopo.”
“Fammi un prestito!” 
 
***
“Eh che diavolo, sei in ritardo anche oggi! Hai intenzione di farmi aspettare ogni volta?!”
“Ho avuto un imprevisto, scusa Aphrodite. Ma adesso sono qui no? È questo l’importante.”
“Te la cavi sempre con frasi del genere, sto iniziando a stufarmi!”
Aphrodite sbuffò irritato per poi guardare un volantino che l’altro gli aveva consegnato pochi secondi prima. Alzò un sopracciglio distendendo in una smorfia le labbra.
“Io voglio andare all’acquario oggi, non al planetario.”
“Invece andremo al planetario. All’acquario possiamo andarci mercoledì prossimo, ho controllato gli orari ed è aperto…il planetario invece no. Quindi oggi andiamo li, va bene?”
“Arrivi in ritardo e vuoi pure decidere dove andare? Non ci sto, noi andiamo all’acquario!”
Batté lo stivaletto a terra indignato mentre l’espressione sul volto dell’altro cominciava a mutare. Amava Aphrodite ma odiava quando iniziava ad impuntarsi a quel modo.
“Niente acquario.”
“Ci andiamo.”
“Senti mi sto arrabbiando, seriamente smettila o me ne torno a casa. Non posso sopportare ogni tuo capriccio, e se una volta tanto ti chiedo un favore vedi di accontentarmi! Io faccio il possibile per te, e lo sai. Perché invece di adottare questi atteggiamenti viziati non pensi anche agli altri invece che a te stesso?”
Fra i due scese il silenzio, l’espressione arrabbiata non accennava ad andarsene e lo sguardo serio continuava a restar fisso sul ragazzo dai capelli celesti…che cominciava a sentirsi molto a disagio. Provò a dire qualcosa ma, prima che riuscisse a farlo, una mano andò a prendergli una ciocca di capelli per poi lasciarla andare piano.
“Lo sai che mi da fastidio quando la gente li tocca…”
“Ma non mi hai fermato. Dove vuoi andare?”
“…al planetario.”
***

“Aphroooooooooooo, scusa il ritardo! Mi dispiace tantissimo! Non lo farò più!”
“Tranquillo, è solo mezz’ora che aspetto.”
“Per fortu- cosa?!”
Aphrodite annuì iniziando a camminare senza meta. Le mani nelle tasche della felpa gialla e lo sguardo basso, Regulus lo raggiunse immediatamente con una corsetta.
“Sono sempre stato paziente…giusto?”
Quella domanda mise in difficoltà il più piccolo. Non aveva, ancora, la più pallida idea se Aphrodite fosse o no una persona paziente. Cosa poteva mai rispondergli? Con una frase poteva mandare all’aria l’intera copertura, quindi doveva stare attento…
“Arriverò in orario la prossima volta. Promesso.”
Regulus sorrise deciso ad Aphrodite e, dopo poco, questo ricambiò…tanto valeva divertirsi, quel giorno. Non poteva fare più di tanto da solo…
“Dove stiamo andando, Regulus?”
“Eh? Ah giusto…andiamo…allo zoo! Si, allo zoo. Ti piace?”
“Indifferente.”
 
Si ritrovò al supermercato, Albafica, col cestino della spesa in mano dove, all’interno, vi erano soltanto latte, cereali e cibo per gatti. Fissava spaesato e (quasi) irritato l’espressione serena dell’uomo che aveva appena incontrato.
“Heyla, Alba. Piccolo il mondo.”
“Sisifo, ci credi che a stare con te mi sento vecchio?”
“Io non sono vecchio!”
“Rispetto a me lo sei.”
Sisifo sbuffò guardando l’altro. Quanto era acido certe volte… eppure era sicuro che sarebbe stato una buona compagnia, se solo avesse voluto.
“Vedo che hai un gatto, non me lo aspettavo. Come si chiama?”
“Non è mio, è di mio fratello e…ma un po’ di fatti tuoi no?”
“Dai, si fa per parlare. Non racconti mai nulla a nessuno di te.”
“Perché non voglio raccontare nulla a nessuno di me.”
Albafica andò dritto verso la cassa a passi svelti, seguito subito dal più grande. A quanto pareva non aveva intenzione di lasciarlo in pace…o più semplicemente aveva finito di fare spesa anche lui.
“La smetti di seguirmi?”
“Ho appena finito di impartire ripetizioni ad una bambina con una madre molto vogliosa, ed ora non ho nulla di meglio da fare.”
Alzò le mani, nella destra teneva un pacchetto di gomme, nella sinistra una bottiglia d’acqua gassata. Sisifo sorrise ad Albafica.
“Sai, anche io ho il brutto vizio di pagare.”
“No, tu hai il brutto vizio di tormentarmi! E passi quando apro il locale, e passi quando chiudo il locale, e ti incontro qui. Non ti stanchi mai?”
Sisifo annuì comprensivo mettendo una mano sulla spalla di Albafica, quest’ultimo alzò un sopracciglio; prima guardando la mano poi guardando il conoscente.
“Sei il fratello minore che non ho mai avuto.”
“Santo cielo, quindi avrei Aphrodite in crisi adolescenziale, e te che mi vieni dietro pregandomi di raccontarti la mia vita? Che famiglia…”
Arrivò il turno di Albafica e la cassiera iniziò a passare le sue cose facendo poi il conto, il ragazzo dai lunghi capelli, però, si accorse che anche il maestro aveva appoggiato la merce sopra il nastro scorrevole… Guardò la cassiera sorridendole leggermente.
“Scusi è un conto unico, anche l’acqua e le gomme.”
La commessa annuì mentre Sisifo guardò Albafica che se ne passava indifferente dall’altra parte della cassa, cominciando a mettere nella busta la spesa. Il parrucchiere alzò per un attimo gli occhi lanciando uno sguardo di sfida al povero maestro.
“Dai fratellone, paga tu stavolta.”
Così, dopo qualche insulto, Sisifo fu costretto a pagare anche la spesa di Albafica. Poco dopo uscirono dal supermercato…uno soddisfatto, l’altro un po’ meno.
“Perché ho dovuto pagare anche la tua spesa…spiegami.”
“Hai detto che sono il fratello minore che non hai mai avuto. Ecco io mi comporterei così se ne avessi uno maggiore… E comunque non hai pagato la mia, ma quella di Aphrodite e Margot.”
“Quale… dei due è il nome del gatto?”
“E’ una femmina.”
“...La domanda resta.”
Albafica non riuscì a trattenere una piccola risata. Voleva bene a suo fratello, ma riconosceva che i loro genitori avevano avuto  fantasia, molta fantasia, nella scelta dei nomi.
“Margot è la gatta.”
“Gli animali domestici fanno molta compagnia… qualche anno fa, avevo un pesce rosso. Gli volevo molto bene sai? Dovetti partire per una gita scolastica e dissi ai due di dar lui da mangiare… ma al mio ritorno, del pesciolino trovai solo il cadavere.”
“Avevano scordato di darglielo?”
“No, ogni volta che passavano davanti al suo acquario gli mettevano giù un sacco di mangime…ha mangiato troppo e…alla fine è andato a galla. Mi ci volle qualche giorno per riprendermi.”
Albafica annuì a quella strana confessione. Sisifo sembrava davvero provato dalla morte del pesciolino… Che persona sensibile. Sicuramente, da quel poco che lo conosceva, gli aveva fatto una fossa e seppellito in giardino. Ora ne era diventato curioso.
“Lo hai seppellito?”
“Non ho fatto in tempo… Appena Regulus capì che era morto l’ha scaricato nel bagno.”
“Quasi mi dispiace.”
 
La visita allo zoo di Regulus ed Aphrodite era ormai conclusa. Avevano passato un’ora davanti alla gabbia del leone, il più piccolo aveva fatto chissà quante foto e se le era anche fatte fare! Cioè aveva visto un leone vero! Chissà Aiolia come ne sarebbe stato geloso! Un altro posto dove si erano soffermati parecchio era a guardare le giraffe. Anche li le foto erano partite a raffica come non mai; selfie dei due, insieme, da soli e foto alla giraffa , fra cui un flash per cui furono ripresi, la giornata passò veloce per entrambi.
“Ti sono piaciuti gli animali? Quale ti è piaciuto di più? Hai visto che bello il leone? A me è piaciuto tantissimo! E le foto? Qual è la tua preferita? Ti va di tornarci un giorno?”
Aphrodite si mise una mano sulla testa mentre Regulus continuava ancora il suo monologo, sfogliando le foto del cellulare, quante domande gli stava facendo quel ragazzo? Era rimasto alla seconda e già non si ricordava bene la prima…guardò l’altro e lo strattonò per un braccio salvandolo così da una facciata contro un palo, ed una possibile frattura al naso.
“Sono stato bene, grazie della giornata Regulus.”
Il sorriso sul volto del più piccolo si smorzò leggermente. Anche se Aphrodite aveva detto ciò, gli leggeva una leggera nota di tristezza negli occhi. Lo sentiva distaccato…Beh poteva anche aspettarselo, non sarebbe stato facile. Ma questo non lo aveva capito subito… Però si sarebbe impegnato. E glielo avrebbe  fatto capire.
“Vo-vorrei dirti una cosa…”
“Dimmi.”
“Aphro... credo che già lo sai, però ricordatelo, io sono…innamorato di te…”
Aphrodite sorrise dolcemente guardando gli occhi azzurri di Regulus, aprì bocca per rispondergli. Ma poi le parole svanirono. Provò di nuovo.
“Grazie…”



ANGOLO KIOCCOLAT:  Salve a tutte/i! Spero sarete arrivati a leggere fin qui!
Eh… Ammetto che quando ho scritto la scena finale quasi mi è dispiaciuto. A quanti/e è capitato di trovarsi nei panni di Regulus e sentirsi rispondere “Grazie”?...Orribile. A ancor più orribile se risponde grazie mentre lo dici e sei all’interno di un rapporto… Provate ad immaginare la sua depressione poverino… Penso che alcuni di voi mi stiano odiando sempre di più xD
Su Sisifo ed Albafica cosa mi dite? A me fanno troppo ridere questi due. Voi? Cosa pensate?
Se vi è piaciuto, spero di si, aspetto qualche vostro giudizio e…al prossimo capitolo!
   
 
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