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Autore: Sospiri_amore    05/09/2017    1 recensioni
❤️SECONDO LIBRO DI UNA TRILOGIA❤️
Ritorneranno Elena, Kate, James, Jo, Adrian, Stephanie, Lucas, Rebecca, (Nik ??).
Ci saranno nuovi intrecci, guai, incomprensioni e amori.
Elena avrà dimenticato James?
Chi vivrà un amore proibito?
Riuscirà il Club di Dibattito a sconfiggere la scuola rivale?
Nik sara sempre un professore del Trinity?
Elena andrà al ballo di fine anno?
IL FINALE di questo libro corrisponde alla fine del liceo, il terzo libro sarà incentrato sulla vita adulta dei personaggi. Più precisamente quattordici anni dopo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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IERI:
Ciao mamma



Ciao mamma, 

scusa se ti scrivo più tardi del solito, ma ho passato le ultime settimane a studiare come una matta. Sì, hai capito bene, studiare. Ho avuto qualche problema a scuola, non sono stata una studentessa modello. So quanto questo ti possa dispiacere, ma ho passato un periodo brutto, molto brutto.

Tra pochi giorni sarà Natale, la preside della mia scuola vuole che sostenga dei test appena riprenderanno le lezioni. Purtroppo ho fatto scelte che hanno condizionato la mia vita in negativo.

Perché ho fatto tutto questo?

Credo che la risposta più semplice sia che l'ho fatto perché sento un vuoto, una voragine nell'anima. Quando mi sembra di riuscire a colmare questa mancanza, puntualmente succede qualcosa che distrugge le mie certezze. Nella scorsa lettera ti ho parlato di James, di come fossi presa dalla storia con lui e di come mi facesse stare bene. Io e James non stiamo più insieme da mesi, sua madre è morta e da allora le cose sono andate sempre peggio. Ho passato un'estate d'inferno, ho smesso di leggere e dipingere. Non avevo motivi per sorridere, se non fosse stato per Nik, Kate, Jo e Stephanie, probabilmente non sarei riuscita a risollevarmi. Loro mi hanno dato tanto di quell'amore che neanche puoi immaginare. Sono stati il mio salvagente, mi hanno tenuta a galla, sotto ai miei piedi c'era l'abisso. Hanno fatto di tutto per aiutarmi, ma io ho rovinato tutto. Ho creduto alle bugie di persone perfide, ho creduto che fosse più facile essere meschini e cattivi, ho creduto che fare del male fosse una cosa giusta. Una delle ultime cose che mi hai detto prima di morire era di scappare da tutto ciò che mi avesse fatto del male, dalla cattiveria. Io, invece, mi sono lasciata attrarre dalla apparente semplicità della malignità. Sono stata perfida con ragazzine, ho trattato male professori, ma soprattutto ho tradito la fiducia dei miei migliori amici. Per un periodo ho perso Kate, che per una nella mia condizione è come perdere la bussola in mezzo al mare. L'ho snobbata, umiliata. Sono stata la persona peggiore che potessi essere. Ho modificato il mio aspetto credendo che un po' di trucco in più e una borsetta di marca potessero rendermi migliore. Quanto mi sbagliavo. 

Un ragazzo di nome Andrew mi ha manipolata, ha capito meglio di chiunque altro cosa stessi passando e ha cercato di sfruttare la mia fragilità per ricattare i miei compagni di classe e Nik, il professore di Dibattito. Mi chiedo come potessi pensare di rimediare ai miei errori da sola, mi chiedo come ho fatto ad essere così cieca. Tutti hanno bisogno degli amici, della famiglia. Credevo che la soluzione migliore fosse stare da sola a crogiolarmi miei pensieri. 

La tua mancanza, la perdita di Demetra e l'abbandono di James sono stati motivo della mia sofferenza. Ho incolpato, odiato e pianto, desiderando che le due donne che ho amato di più nella mia vita tornassero a vivere o che il ragazzo più dolce del mondo si innamorasse di nuovo di me. Purtroppo non si vive di sogni, l'ho capito a mia spese.

La vita è dura, è una lotta continua. Le relazioni sono come degli equilibristi su un filo di seta, le amicizie sono delicate come vasi di cristallo. Sta a noi curarle e proteggerle, aggiustarle quando serve. Una crepa può rovinarle, ma non distruggerle. Si deve imparare ad amare anche quei segni, quelle storpiature, e rinnovarsi con esse.

Adesso, nonostante tutto, ho riscoperto il potere dell'unione e della collaborazione. I miei amici ed io abbiamo preso una tregua dai nostri drammi e cerchiamo di...

 

La porta della mia camera si apre, papà e James stanno entrando.

 

«Stavi studiando?», mi chiede papà.

«No. No, tranquillo. Stavo scrivendo una cosa. Posso continuare dopo», gli dico mentre mi alzo dalla scrivania per prendere il libro di biologia.

Papà si avvicina e mi bacia: «Un giorno mi spiegherai perché devi studiare tanto. Ok?», mi sussurra.

«È l'ultimo anno di scuola, è normale», provo a mentire.

Papà alza le sopracciglia, non crede alle mie parole. Appena saranno passati gli esami di riparazione a gennaio gli spiegherò tutto, giuro. Non voglio avere il suo fiato sul collo, ci pensa già Rebecca che pare una istitutrice acida di un collegio. Fosse per lei dovrei studiare pure di notte.

«Adesso vado, ho un mucchio di cose da fare. Stasera resterò fuori a cena. Ordinate quello che volete dal ristorante cinese o da quello che vi pare», dice allungandomi due banconote da venti dollari, poi a sottovoce aggiunge:«Restate soli stasera? Voi due intendo».

«Dopo viene Kate, non ti preoccupare». Gli do un piccolo pizzicotto sulla guancia.

James nel frattempo ha svuotato il suo zaino sul letto e sta cercando il libro degli appunti. Mi avvicino e mi siedo sul letto aprendo il mio quaderno e il libro di testo.

Iniziamo subito a leggere gli ultimi capitoli che il Professor Tompson ci ha assegnato. Se non fosse per le sue spiegazioni sui capitoli precedenti riuscirei a capire ben poco.

 

Formule.

Reazioni.

Esperimenti.

 

Senza neanche accorgermene mi ritrovo a spalla a spalla con James. Sono talmente presa dalla lettura che non mi sono resa conto che lo sto toccando. 

Il mio imbarazzo si manifesta con un improvvisa rigidità del corpo che di scatto si allontana da lui. Da parecchio tempo ho sotterrato ogni fantasia amorosa nei suoi confronti, vivere con il constante fantasma dell'amore che ho vissuto per lui mi ha fatto commettere un sacco di errori, mi ha distratta. La concretezza della nostra strana amicizia, con lui e tutti gli altri, è più rassicurante e piacevole di quanto potessi mai pensare. 

 

«Scusa», gli dico di scatto.

«Non mordo mica. Stai tranquilla. So benissimo che tra noi c'è una strana alchimia... Una chimica, per restare in tema con quello che stiamo studiando», dice come battuta.

Ridacchio.

«Questo non vuol dire che dobbiamo stare insieme per forza, baciarci o fare l'amore solo per il semplice fatto che ci piacciamo fisicamente. Siamo esseri razionali, dotati di intelletto. Per fare in modo che le cose vadano bene dobbiamo controllare i nostri istinti. Non trovi?», mi dice.

 

Arrossisco leggermente, da quando sono successi i fatti di Andrew al Masques non abbiamo mai trovato modo di chiarire. Un po' per la mancanza di tempo libero, un po' per riservatezza. Non è facile spiegare perché l'ho baciato travestita da escort mezza scosciata. 

 

«Certo, ovvio. La penso perfettamente come te, non siamo bestie che si accoppiano solo perché sentono un istinto animalesco che le porta a dimenticare ogni inibizione e lasciarsi andare. Razionalità, logica e controllo. A noi serve questo, l'importante è che entrambi vogliamo la stessa cosa», gli dico sorridendo.

«Del resto se tu avessi un interesse per un'altra persona potrebbe essere sconveniente la nostra amicizia...», James mi scruta con attenzione, un po' troppa.

«No. No. No. Niente ragazzo, per carità, ne ho passate già tante che...», il mio tono pare più esasperato di quanto non pensi in verità.

James spalanca gli occhi.

«Aspetta, non volevo dire che la storia con te è stata brutta... Ma che, insomma... Ecco... Ho vissuto momenti molto dolorosi e... In poche parole... Non ho voglia di stare male con un estraneo e rivivere quello che ho vissuto». Sento del fumo uscirmi dalle orecchie, la faccia cuocere e gli occhi ballare dalle orbite. Mi sento talmente in imbarazzo che mi sembra di sciogliermi dalla vergogna.

James è serio e mi guarda con un po' di tristezza: «Mi dispiace averti fatto del male. Scusa. Ho sbagliato molte cose con te e credo che tu abbia fatto lo stesso con me. Ci siamo feriti a vicenda, in modo diverso è vero, ma credo che rimanere concentrati sugli obiettivi che vogliamo raggiungere ci permetterà di stare meglio. Io non ho la minima intenzione di rovinare tutto».

 

Non so chi sia più bravo a mentire.

C'è talmente tanta attrazione tra noi che si potrebbe tagliare con un coltello.

 

James sorride, i suoi occhi risplendono. Ingoio un litro e mezzo di saliva, mi mordo le labbra e sbarro gli occhi cercando di mantenere il controllo. Se da una parte il mio corpo mi dice di saltargli addosso e baciarlo, dall'altro la mia razionalità mi blocca. È come se avessi due Elena che combattono la lotta libera.

La mia gamba trema, come ogni volta che sono nervosa. James passa freneticamente le mani tra i capelli cercando di lisciarli. I nostri occhi sono fissi in quello dell'altro, è come se ci fosse un canale di energia che li obbligasse a fissare quel punto. Con la bocca semiaperta, come quella di un bimbo che sbava davanti a un negozio di caramelle, osservo i lineamenti di James. Strane fantasie affollano la mia mente, scalpitano. Mi sento improvvisamente desiderosa di stare con lui. Basterebbe un suo movimento, un gesto di incoraggiamento per imprimere le mie labbra sulle sue.

James sorride.

James sbatte le ciglia.

James inclina leggermente la testa.

Il suo corpo è come una calamita, il mio è un pezzo di ferro.

Non posso resistere.

I nostri visi si avvicinano sempre di più.

Trattengo il fiato.

 

«Neanche io voglio rovinare tutto. Come vedi non stiamo facendo nulla di male», sussurro così piano che non so se mi stia ascoltando o meno.

James prende il mio mento tra le dita facendo ondeggiare con delicatezza il volto. Sono in suo potere, farei tutto quello che mi chiede senza controbattere. 

«Questo non è giusto... Dobbiamo... Dobbiamo studiare», mi dice mentre mi morde il lobo dell'orecchio.

Ansimo.

«Questo potrebbe distrarci dai nostri obbiettivi», James passa le labbra sul mio collo.

Tremo.

«Non posso farmi coinvolgere, non adesso», mi dice tra un bacio e l'altro sul mio viso.

Il cuore accelera.

«Non dobbiamo essere per forza coinvolti con i sentimenti potremmo solo... Solo...». Credo che l'estasi sia quello che sto provando io in questo momento.

James si stacca da me guardandomi con attenzione: «Intendi vederci senza essere ufficialmente una coppia? Niente sentimenti e tutto il resto? Non so se...», mi dice pensoso.

 

Senza la minima esitazione prendo il suo volto tra le mani e appiccico le mie labbra alle sue. Abbiamo parlato abbastanza, non ne posso più di paranoie, viaggi mentali e paure. Voglio baciare James, punto e basta. Funzioniamo come amici, ma non come coppia anche se tra noi c'è una forte attrazione. A questo punto tanto vale vivere senza ansie quello che sentiamo, fregandocene di quello che dovremmo o non dovremmo essere.

Mi sono fasciata la testa per mesi cercando di ricostruire un rapporto tra due persone che sono solo un pallido ricordo di ciò che eravamo. 

La Elena che ha baciato James a teatro non esiste più.

Il James che mi ha portato al campo da tennis per fare il picnic è archiviato.

Siamo diversi, più consapevoli di cosa sarà la vita: fatica, impegno e dedizione verso noi stessi e i nostri sogni. In questo viaggio duro, pieno di imprevisti, meglio avere amici speciali con cui dividere lo stress. Meglio se ho James al mio fianco a baciarmi. 

Le mie fantasie e aspettative hanno creato il disastro con Andrew.

Adesso voglio la realtà di un caldo bacio.

La concretezza di un abbraccio.

La solidità di uno sguardo amico.

James mi stringe tra le sue braccia con passione, sento le sue mani infilarsi sotto il maglione. Lo bacio con desiderio, libera da quello che vorrebbero gli altri da me e da quello che la gente pensa che dovrei fare. 

Sdraiata sul letto inizio a sbottonargli la camicia e...

 

Driiin.

Il campanello suona.

Merda, questa è Kate.

 

James si alza di scatto cercando di ricomporsi. Sbuffando vado verso la porta d'ingresso provando a raccogliere i capelli in uno chignon. Con il fiatone e il volto arrossato apro alla mia amica che mi guarda con aria interrogativa. Se sapesse cosa stava per succedere le prenderebbe un colpo.

«Tutto bene Elena? Hai l'aria strana», mi chiede Kate mentre si toglie il cappotto.

«Sì, stavo... Stavo studiando chimica ed ero assorta», mento spudoratamente.

«Da quando studiare chimica ti piace tanto?», il sopracciglio alzato di Kate significa che non crede per niente alle mie parole.

Non faccio in tempo a rispondere che James si presenta all'ingresso sorridente e con i libri in mano. Saluta con la mano.

«Studiare? Ma fammi il piacere!», mi dice Kate tra i denti a bassa voce.

Le do una gomitata.

Kate sghignazza.

«Adesso andiamo a studiare, ok?», dico con la speranza di chiudere qui il discorso con la mia amica. È piuttosto imbarazzante questa situazione.

«Un attimo. Volevo chiedere una cosa ad entrambe». James si piazza di fianco a me e Kate: «Avete impegni per l'ultimo dell'anno? Sto organizzando una festa con gli altri, vi va di venire? A me piacerebbe molto».

 
   
 
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