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Autore: Restart    05/09/2017    1 recensioni
Zayn ha appena trentasei anni quando perde tutto: la fidanzata, il successo, i soldi. 
E la sua cosa più preziosa: la voce. 
Sarà compito di Emily rimetterlo in sesto e farlo sentire nuovamente amato. 
Perché loro si sono amati, si amano e continueranno a farlo per sempre.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gennaio
Zayn si presentò puntuale alla porta quella mattina di fine gennaio. Il freddo prepotente entrava sotto i vestiti, sotto i cappotti pesanti e lo faceva tremare visibilmente. Aveva ficcato le mani nelle tasche, ma niente pareva proteggerle dal gelo di quei giorni. Grossi fiocchi di candida neve scendevano dall’alba e non esitavano a smettere.
Aveva sempre odiato l’inverno. Da giovane perché era immediatamente collegato all’idea della scuola. E da adulto perché tutto si tingeva di tinte tristi e scure che favorivano male la sua vena creativa.
A Emily invece no. Lei aveva sempre amato la neve, il freddo, i maglioni di lana, il caminetto acceso. L’aveva supplicato in ginocchio per far mettere quel benedetto camino nella loro nuova casa. Sorrise appena nel ripensare a quell’episodio.
«A cosa pensi?» chiese Sam al suo fianco, fissandolo con una viva curiosità accesa nei suoi occhi scuri. Zayn scosse la testa per comunicarle che non c’era niente a cui pensasse.
Emily aprì la porta in quell’istante. Per Zayn fu come una visione. Indossava un paio di jeans morbidi e un maglione grigio col collo alto.
«Ciao, stiamo per uscire, scusa il disordine» disse mentre cercava di infilarsi un mocassino. Li fece entrare nella casa che una volta era stata anche sua. Li condusse in salotto, che lui notò non essere cambiato di una virgola, e consigliò loro di sedersi.
Un bambino di circa otto o nove anni era sdraiato sul tappeto grigio e leggeva attentamente un libro. Aveva le sopracciglia aggrottate e la lingua stretta tra le labbra. Ad osservarlo attentamente Zayn poté intuire che si trattava del figlio minore di Mark
«Ian, saluta» lo riprese Emily prima di uscire dalla stanza con passo svelto. Il piccolo abbassò il libro e guardò curioso gli ospiti.
«Ciao» lo salutò Sam mettendosi a sedere accanto a lui. «Che leggi?» Ian osservava sospettoso quella ragazza che gli riservava tante confidenze.
«Piccole Donne. E prima che tu dica qualcosa, no, non è una lettura da femmine» sia lei che Zayn rimasero stupiti dalla lingua tagliente del bimbo. Sicuramente non si sarebbero aspettati un’uscita del genere da uno della sua età.
«Non crediamo che sia da femmine. Anche io l’ho letto quando ero piccolo» lo consolò l’uomo con un sorriso. Anche il piccolo lo fece, come sollevato. Aveva finalmente trovato qualcuno che potesse capirlo.
«Me lo ha prestato mia sorella» spiegò lui. «Lei ha due anni più di me»
«Ah, Susan?»
«No, Chyler» Sam spalancò gli occhi. La semplicità di quel bambino la stupiva sempre di più. Lui non parve notarlo, tanto che si rimise a leggere tranquillo il suo libro.
«Scusa, ma non è Susan tua sorella?» chiese lei dopo qualche minuto.
«Sì, ho anche una sorella che si chiama Susan» rispose piano, guardandola dritta negli occhi. «Ma sono fratello anche di Chyler perché i nostri genitori si stanno per sposare»
Zayn guardò la sua ragazza, lievemente sbalordito da quelle affermazioni. Anche lei era rimasta senza parole. Sicuramente non era usuale che un bambino così piccolo potesse affrontare così bene un nuovo matrimonio del padre, accettare una nuova famiglia e perfino iniziare a considerare i figli di quella nuova donna come suoi fratelli.
«Ehi, noi siamo pronti» Emily entrò di fretta nella stanza, tenendo in braccio Emma che sorrideva sornione mostrando l’unico dente che per il momento aveva deciso di venir fuori. A Zayn s’illuminò lo sguardo appena la vide.
«Ciao tesoro» porse le mani verso di lei e la prese dalle braccia della madre. Sentì un’improvvisa ondata di gioia colpirlo in pieno petto. Emma si divincolava freneticamente, mugolando appena.
«Allora sai già tutto quello che c’è da sapere. Se hai dei problemi chiama James, lui saprà aiutarti». Emily s’infilò il cappotto che più preferiva al mondo, quello grigio scuro coi bottoni neri, ce lo aveva la sera di Natale quando andarono a Parigi insieme, e gli sorrise. Un debole sorriso di circostanza.
Mark scese le scale a corsa, chiamando Susan e invitandola a sbrigarsi. Pochi secondi dopo una ragazzina dai capelli corvini scese le scale. Era identica al padre in maniera impressionante.
«Bene, noi andiamo» Emily si avvicinò a Zayn e dette un buffetto sulla guancia paffuta di Emma. «Ci vediamo tra qualche giorno tesoro mio» alzò gli occhi per guardare quelli scuri dell’uomo e per un attimo vi si perse. Erano sempre stati il suo punto debole. Si riprese quasi subito, con una scrollata di spalle. «Fatti sentire, mi raccomando». Lui annuì con un sorriso dolce dipinto sulle labbra carnose.
«Divertitevi» le sussurrò e questo parve allentare la tensione che provava la donna. «Fate tante foto di Dublino»
«Io vado a vedere le location per il matrimonio più che altro» brontolò lei. «Sono loro che vanno a fare i giretti per la città. Beh, ci vediamo, statemi bene» dette un paio di baci sulle guance scavate di Sam e un paio su quelle di Zayn che sentì il cuore sprofondare.
Quel contatto l’aveva distrutto come niente prima.

*

«Zayn, cazzo, ma quante volte si sveglia quel mostriciattolo? Alzati, su» Sam gli dette una pacca sulla spalla e lui aprì appena gli occhi.
«Tua figlia sta piangendo di nuovo» gli fece notare la ragazza rigirandosi dall’altra parte. «Spero che tu non mi metta mai incinta se la vita che bisogna fare poi è questa». L’uomo si alzò malvolentieri, avvicinandosi alla culla di legno dove Emma si stava divincolando e strillando. La prese in braccio e scese al piano inferiore, cercando di disturbare il meno possibile la sua compagna.
Mise il latte sul fuoco, mentre cercava di calmarla. Si chetò solamente quando ebbe il biberon in bocca. E solo allora lui poté tirare un sospiro di sollievo. Iniziò a comprendere ciò che gli aveva detto Emily quella sera da Starbucks. E iniziò a sentirsi veramente e profondamente in colpa per tutto quello che aveva fatto.
«Ho fatto un grosso casino con tua mamma, Emma» disse improvvisamente, mentre la piccola beveva beata il latte. «Vorrei poter rimediare, vorrei poter ritornare indietro, farla innamorare nuovamente di me. Ma lei non è più mia ormai. Lei sta con Mark, e lo ama così tanto…».
Quando la bimba ebbe finito di bere, le prese il biberon e si preparò a tornare su. Prima di farlo però, la fissò a lungo. Sebbene avesse i suoi colori, i lineamenti erano quelli di Emily. Soprattutto il dolce nasino all’insù e i grandi occhi. Aveva sperato che le venissero del colore della madre, ma purtroppo non era successo. Emma lo guardava sorridendo, infilandosi le dita paffute nella bocca.
«Da-da» biascicò ad un certo punto, il tutto accompagnato da una breve risata. «Da-da». Zayn sentì il cuore perdere un battito. Glielo aveva ripetuto tante volte in quelle ore passate insieme e lei aveva finalmente deciso di dirlo.
«Oh Emma!» la strinse in un abbraccio, inspirando il suo profumo. «L’hai detto, l’hai detto»
«Da-da» ripeté lei contenta, battendo le mani. «Da-da.» La strinse ancor di più e fere una piroetta contento mentre la piccola continuava a ripetere all’infinito quelle due semplici sillabe e a battere le mani.
«Che succede?» un’insonnolita Sam apparve sulla soglia di cucina. Aveva i capelli scompigliati e gli occhi profondamente impastati da un sonno tormentato. Zayn le si avvicinò con un sorriso stampato sul suo viso abbronzato.
«Senti» le indicò con un cenno della testa la bambina che sorrise a sua volta. «Da-da» scandì contenta e allora anche il volto della ragazza s’illuminò.
«Wow, che bello. Ora puoi cominciare di nuovo a dire anche le altre parole oltre a quella?» girò sui tacchi e tornò in camera, mentre lui rimase ancora un po’ lì, a dondolare dolcemente la figlia.

*

Giugno
Emily aprì la porta e si trovò Zayn perfettamente in orario. «Ciao, senti, piccolo cambio di programma. O meglio, tu puoi scegliere cosa fare, non sei obbligato a fare niente» sorrise dolcemente e lui si perse, non riuscì più a capire niente.
«Mi sono dimenticata di andarmi a provare l’abito l’altra settimana e ora la boutique mi sta chiamando insistentemente tutti i giorni e la mia auto è dal meccanico. Potrei prendere la metro, ma arriverei troppo tardi ormai. Non è che mi accompagneresti?» incrociò le mani davanti il petto e tirò fuori il labbro inferiore, cercando di imitare lo sguardo di un cagnolino bastonato. Zayn sorrise divertito dalla situazione, ma in realtà stava morendo dentro. Se avesse accettato, avrebbe dovuto accompagnare la sua ex – l’amore della sua vita – a comprare l’abito per il matrimonio con un altro. Ma non aveva il coraggio di dirle di no, avrebbe fatto di tutto per aiutarla, soprattutto dopo quello che aveva fatto.
«Va bene, andiamo» Emily esultò facendo un saltello e schioccandogli un bacio sulla guancia. Quel contatto fece sussultare Zayn. Gli faceva strano sentire le sue labbra morbide di nuovo a contatto con la sua pelle.

*

«Oh, cielo tesoro! Come sei smemorina!» una donna sulla cinquantina venne incontro a loro e abbracciò Emily in una stretta materna. Le prese poi il volto tra le mani e le schioccò due baci sugli zigomi.
«Vieni, ti faccio vedere quelli che ha scelto tua madre, se non ti piacciono ne troviamo altri, non c’è problema, tu dimmi solo… Oh, ma chi è questo bel ragazzo?» disse quando si accorse di Zayn che era rimasto in disparte, con Emma stretta in braccio «Non sarai mica il fidanzato? Noi siamo superstiziose, se sei il fidanzato aspetti in macchina» lo guardò seria e parve sollevarsi quando lui scosse la testa.
«No signora sono solo un amico» rispose piano. Quelle parole gli erano costate una fatica immane. Sentiva il cuore esplodergli in petto e un nodo alla gola che non si sarebbe sciolto neanche nei giorni successivi. Cercò di mantenere un sorriso gioviale e cortese a mascherare il suo reale stato d’animo.  
«Bene» la donna spostò poi lo sguardo sulla bambina che giocherellava in braccio al padre. «Oh Emily, questo pezzetto è veramente adorabile. È la tua seconda, vero? Oddio, ma somiglia tutta a lui» mosse l’indice dalla piccola all’uomo con sguardo scioccato. C’era qualcosa in tutta quella faccenda che non gli tornava. Emily sbarrò gli occhi e per la prima volta pensò che forse portare Zayn a quell’appuntamento non fosse stata proprio la migliore delle sue idee. Lui invece prese le redini del discorso con molta scioltezza:
«Oh, in realtà lei è mia nipote. Io sono il fratello dello sposo, piacere» sfoderò un sorriso smagliante, porgendo la mano alla donna che la strinse leggermente scombussolata dalla situazione.
«Ehm, dunque, Emily, ti faccio vedere quel paio che Caroline ha messo da parte» scortò il chirurgo verso i camerini, mentre Zayn rimase lì seduto su uno scomodo divanetto azzurro, posizionando l’ovetto di Emma accanto a se stesso. Allungò anche la mano verso il bicchiere di champagne e lo bevve tutto d’un sorso. Aveva bisogno di essere almeno un pochino brillo per poter assistere alla prova dell’abito da sposa della sua ex fidanzata.
Emily entrò poco dopo, con un meraviglioso abito addosso. Era con lo scollo all’americana e senza strascico, con delle strisce luminose attaccate alla stoffa che sottolineavano lo stile anni ’20 del vestito. Zayn ne rimase letteralmente folgorato. Il colore dell’abito splendeva addosso a lei ed evidenziava il rosso dei suoi capelli.
«Meraviglioso»
«Orribile» ribatté immediatamente lei. «Non mi ci sposo con questo. Può andar bene per un red carpet, per un gala, non per un matrimonio nel centro storico di Dublino, troppo eccentrico» disse prima di ritornarsene in camerino.
Il secondo non andava bene. E nemmeno i successivi sei o sette.
Alla fine uscì con un uno che fece andare Zayn in apnea per qualche minuto. Aveva le spalle coperte dal pizzo ed era semplice e lineare. Scendeva sul suo corpo in maniera perfetta, fasciandole le deboli curve. Aveva la schiena scoperta solamente nella parte centrale, quindi in maniera molto delicata.
«Fantastico» dissero all’unisono, guardandosi negli occhi e ridendo. Si sentirono entrambi così bene: era passato fin troppo tempo da quando non ridevano insieme. Emily sentì uno strano calore allo stomaco e lo associò al fatto che l’amore per lui stesse ritornando, più forte e prepotente di prima.
Anche lui lo sentì, ma cercò di non farci caso. Non poteva assolutamente permetterselo. Rischiava di perdere di rifare tutto da capo e ferirla di nuovo. E poi avrebbe ferito anche Sam e le voleva troppo bene per lasciarla.
«Allora è deciso per questo?» chiese con tono freddo ricomponendosi. Emily sentì il sangue gelarsi nelle vene. Non poteva negare di essersi illusa per qualche brevissimo secondo. Distolse lo sguardo da lui e rispose con un mormorato sì, prima di scomparire in camerino.
Il viaggio di ritorno a casa fu estremamente silenzioso. Nessuno osava fiatare. Si sentivano solo i versi divertiti di Emma che faceva sbattere il suo pupazzo a forma di giraffa sul finestrino.
Zayn parcheggiò davanti alla casa a King’s Road, la casa che era stata anche sua una volta. Aspettò che Emily scendesse, ma non si mosse. Continuava a torturarsi le mani, a cercare di strappare una pellicina che era fastidiosamente spuntata accanto all’unghia del pollice.
«Tutto okay Em?» lei alzò lo sguardo e scrutò i suoi occhi a lungo. Erano scuri, profondi, misteriosi, intensi, così belli. Studiò per bene ogni singolo angolo del suo volto e si chiese più volte se quello che stava per fare sarebbe stata la scelta giusta. Si fiondò sulle sue labbra spinta da una forza che non riconosceva come sua. Si baciarono a lungo, assaporando il sapore delle loro bocche. Si erano mancati così tanto. La mano di Zayn passò tra i capelli ramati di lei e scese lungo la schiena, provocandole un fremito a tutto il corpo. Quando si staccarono sentivano le labbra gonfie e le teste che pulsavano tremendamente.
«Andiamo a fare un giro?» propose lui e lei acconsentì.
Appena l’auto nera di Zayn uscì dalla città, una profonda sensazione di sconforto assalì Emily. Lo stava facendo di nuovo. Stava nuovamente scappando con lui, ma quella volta era diverso. Quella volta c’era qualcuno a casa che l’avrebbe aspettata, che sarebbe stato in ansia per lei. Qualcuno che l’amava, che progettava un futuro con lei e che lei amava.
Guardò il profilo affilato di Zayn e non vi vide tutte le cose che vedeva in Mark: non vedeva stabilità, non vedeva una famiglia. Vedeva un paio di mesi di felicità assoluta e poi sette mesi di infelicità. Lui era così, lui non era per i legami a lungo termine.
«Ferma la macchina, per favore» gli chiese continuando a guardare la strada. Lui non capì e per un po’ continuò a guidare. «Ti ho detto di fermare la macchina» questa volta gli uscì un grido dalle labbra carnose. Zayn accostò immediatamente e la guardò confuso.
«Sto facendo un errore, voglio tornare indietro» spiegò lentamente, fissandolo nelle iridi.
«Ti prometto che non sarà come l’altra volta. Sono cambiato e tu lo sai» disse lui, pregandola. «Dammi l’opportunità di dimostrartelo.»
Lo fissò a lungo, studiandolo come aveva fatto prima, ma questa volta pesando i pro e i contro di quella che sarebbe stata la vita insieme a lui.
E alla fine decise cosa fare.
 
 
 
 
 
 ----
Eheh finale messo giusto giusto per farvi stare un po' sulle spine... chi avrà scelto Emily? Lo scoprirete nell'ultimo capitolo che è anche l'epilogo di questa storia.
Non ho da aggiungere altro, alla prossima,
Restart
 

 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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