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Autore: Bluereddino    07/09/2017    4 recensioni
Un cuore marcio non può essere recuperato, è destinato solo a sbriciolarsi e a divenire cenere. E il cuore di Silver era ormai marcio da tempo.
Sonic x Silver
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Knuckles the Echidna, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Due confezioni di acqua, un pacco di patatine alla paprika e un tubetto di dentifricio, il tutto inserito all'interno della busta di plastica verdognola, una di quelle ecologiche il cui fondo si lacera e apre con il minimo peso.

"Tenga, signora. Sono 7 rings."

La solita vecchietta, la solita ora, il solito 'grazie' bisbigliato dalle labbra raggrinzite e arricciate nel solito debole sorriso. 
Il classico cigolare della porta, poi il silenzio, a parte il timido suono dei pulsanti alla cassa.

Non ci sarebbero stati molti clienti, Blaze ne era certa. Forse perché era il lunedì mattina, o semplicemente perché gli affari andavano male tutto l'anno, la motivazione non era tanto importante. Ciò che contava davvero era la perenne rabbia del suo capo, dei suoi colleghi e delle ragazze delle pulizie che rovinavano a intervalli irregolari la quiete.

Non era un gran bel market, doveva ammetterlo. Non apparteneva alle più grandi catene di supermercati in circolazione, e la zona periferica in cui era situato non era certamente adatta ad attirare i clienti, ma era l'unico lavoro disponibile che non le sembrava troppo umiliante o stancante. Poteva parlare al telefono per una buona parte della giornata -fintanto che era da sola-, leggere e talvolta scarabocchiare qualcosa sul suo taccuino, in cui annotava tutte le cose importanti che succedevano intorno.

Come ogni lunedì, ore undici e un quarto, si stava dannatamente annoiando. Il datore di lavoro la aveva sgridata non molto tempo prima perché aveva tentato di smaltarsi le unghie sul banco della cassa, riempendo l'ambiente del classico odore irrespirabile emesso dalla vernice colorata e brillantinata, quindi non aveva altro da fare se non riflettere, cosa che non le piaceva nemmeno un po' poiché puntualmente portava alla memoria le brutte esperienze. Le avrebbe fatto piacere la compagnia di qualcuno, ma il fattore principale che le impediva di chiamare gli amici a sé era ovviamente il suo capo, che ogni tanto entrava di soppiatto nell'edificio per controllare che tutto andasse bene. Se la vedeva parlare con qualcuno che non fosse un cliente, la minacciava di licenziarla.

L'unico a quanto pare abbastanza furbo da far finta di essere un cliente, era Shadow, ma purtroppo quella mattina era impegnato nello spegnimento del novello incendio, sempre nel solito bosco, e probabilmente sempre il solito piromane. Il pomeriggio sarebbe andato ad allenarsi in palestra e la sera era ancora tutta da programmare, ma forse, si era detta, non lo avrebbe rivisto entro la fine della giornata di giovedì, soprattutto sapendo che Silver si aggirava nelle mura di casa.

Quella della sera precedente era stata la peggiore figura che avesse mai fatto in tutta la sua vita, e aveva di gran lunga superato quelle della Blaze sedicenne, impacciata e in cerca di attenzioni a tutti i costi. Si, nascondere la classica letterina d'amore sgrammaticata e disperata nella borsa del ragazzo che le piaceva all'epoca era stata un pessima idea, ma almeno lui aveva avuto la decenza di non spargere la voce per pietà. Farsi vedere nuda dal suo coinquilino, per di più con un ragazzo su di lei, non era assolutamente stato piacevole e chissà quanto poco tempo avrebbe impiegato il riccio bianco a riferirlo a Amy, che aveva contatti con tantissimi ragazzi e ragazze della loro età.

Il cinguettio che aveva impostato come suoneria dei messaggi aveva riempito il vuoto creato dal silenzio che impregnava l'intero market.

11:19
Sonic: Ciao Blaze

'Ottimo...' aveva sospirato la ragazza internamente. "Come minimo ha visto tutto anche lui. Sarà stato fuori dalla finestra controllare che Silver non si mettesse a piangere per paura del buio."

Sonic: Ti volevo chiedere una cosa

Sinceramente aveva paura di qualsiasi fosse la domanda, ma prendendo un lungo respiro, aveva scritto la minimale risposta:

-Dimmi.

Sonic: Riguarda Silver, mi ha detto una cosa ieri e vorrei la conferma.

Lo sapeva. Ovviamente non poteva stare zitto, certo!

Sonic: è davvero malato?
me lo ha detto ieri sera

Per caso sai di che si tratta? Vorrei aiutarlo al meglio.

Cosa? Non era una domanda riguardante lei e Shadow?

-Non dovrebbe, non me ne ha mai parlato...

Sonic: Ma non vivete nella stessa casa da anni? Dovresti sapere se c'è con la testa o no.

-Che non regioni troppo è ovvio, ma non so se è a causa di qualche disturbo.

Sonic: Posso telefonarti?

-Aspetta.

La ragazza aveva fatto il calcolo di quanti minuti erano passati dalla visita del capo, e il totale sembrava abbastanza minimo per poterle permettere un'ora di chiamata con l'amico. Il suo datore arrivava quasi sempre con intervalli di due ore, mentre il collega ruffiano, quel simpaticone che andava a riferire tutto al capo nel tentativo di accaparrarsi un aumento, ogni tre. Essendosi presentato due ore prima, era sicura che non sarebbe tornato entro i successivi cinquanta minuti. Inoltre, il suo turno sarebbe finito entro due ore, quindi nel caso avesse dovuto interrompere la conversazione con il riccio prima del tempo programmato, lo avrebbe potuto ricontattare non più di un'ora dopo.

-Vai.

Non erano trascorsi nemmeno venti secondi, che la vibrazione del cellulare viola aveva segnalato l'arrivo della chiamata, con la faccia fiera di Sonic nello sfondo.

"Ehilà." Aveva salutato lei subito dopo aver premuto il pulsante di accettazione.

"Ehi." Aveva risposto Sonic, con una voce impensierita, ma allegra, come al suo solito. "Dicevamo, Silver."

"Si, lui. Uno: che ti ha detto? Due: come mai ti interessa?" aveva chiesto lei, molto curiosa. Si era appena ricordata delle informazioni elargitele da Shadow, secondo le quali Silver aveva interesse nel riccio blu, e poter almeno sperare che quest'ultimo ricambiasse l'attrazione era per lei un ottima notizia: le avrebbe fatto davvero molto piacere vedere l'amico con qualcuno al suo fianco, al contrario di quanto si augurava il suo nuovo fidanzato. Come biasimarlo, avendo visto il video registrato da Shadow, sapeva che poteva solamente essersi convinto di amare il riccio blu, dopotutto Silver non era proprio il più sano dei giovani in circolazione, ma, questo si augurava Blaze, Sonic sarebbe riuscito a riportarlo allo stadio iniziale, ai tempi d'oro. Che si fidanzassero o no.

"Diciamo che mi sto particolarmente interessando a lui." Aveva risposto la voce distorta dal microfono del telefono. "Mi ispira. Non so perché.". Come auspicava la gatta, il ragazzino aveva ammesso di provare almeno un minimo interesse per l'amico. 'Buono', si era detta 'Qualsiasi genere di interesse sia, è un inizio.'. Forse però, per evitare che facesse mosse azzardate, anche se sapeva bene che non era pronto a sbilanciarsi per un mese di confidenza parziale passato insieme, era il caso di spiegare quali stranezze aleggiavano attorno a Silver. Era stato addirittura lui a chiedere.

"Sarò totalmente sincera con te: non so quale sia il suo stato mentale."

"Certo che sei strana. Vi conoscete da tantissimo tempo e non sai nemmeno se sta bene?"

"Non ha mai voluto fare una visita e, giuro, ho insistito."

"Lo avresti dovuto trascinare con la forza." Si era lamentato.

"Tenta di trascinarlo tu fuori di casa, poi ne riparliamo." Aveva ribattuto lei scocciata.

"Ma che diamine Blaze, non inventare questo genere di scuse! Se proprio è così attaccato alle sue quattro mura, perché quando è uscito con noi per la prima volta non ha opposto resistenza?"

"Vi ha semplicemente trovati interessanti, suppongo." Aveva reputato, grattandosi la nuca dubbiosa. Effettivamente non aveva mai riflettuto sull'argomento prima di allora. "Ma non è questo il punto. Qualcuno di voi deve averlo affascinato parecchio, e credo sia tu. Tu e i tuoi occhi.".

"Davvero, non capisco questa attrazione, sono occhi normalissimi. Anche Amy ha gli occhi verdi, perché i miei dovrebbero essere diversi?"

"Non ti ha mai parlato di suo fratello, vero?"

"Ha accennato qualcosa, ma non so niente di rilevante per quanto lo riguarda."

"Fatti raccontare qualche loro... disavventura." A aveva sottolineato accuratamente il dis- all'inizio della parola. "Io non ne parlo. Me lo ha tassativamente vietato."

"Ma che te ne frega, mica ci sente."

"Senti, prezzemolo, io tengo tanto a lui, e se gli ho fatto questa promessa è perché la voglio mantenere."

"Se ci tenessi davvero lo avresti portato in ospedale a farlo controllare..." aveva brontolato il riccio, contrariato.

"Non capisci la gravità della cosa, non è così? Sai cosa vuol dire due anni di marcia infinita dalla cucina, alla stanza da letto, al terrazzo? Hai idea di cosa voglia dire temere il mondo esterno?"

"Continuo a non crederti." Aveva sbuffato sprezzantemente. "Un essere vivente non può vivere sereno senza contatti con il mondo esterno."

"Ti sembrava sereno, la prima volta che lo hai guardato in faccia?"

"Non troppo..." aveva ammesso.

"La vuoi sentire una storia? Forse ti aiuterà a capire perché non sono in grado di aiutarlo."

Il consenso era arrivato in pochissimi secondi, giusto il tempo di mettersi comodo a sedere, così aveva spiegato.

"Venice me lo aveva spiegato, che da parecchio tempo non era più in sé. Avevo perso i contatti con tutte le persone della famiglia dalla morte di sua nonna, tranne che con il più grande dei due fratelli, quindi con Silver non ho parlato per parecchio tempo. Mi sono riavvicinata a lui solo poco prima che i suoi genitori lo sbattessero fuori di casa."

"Mh. Si, Knux mi aveva detto che i suoi non lo tolleravano più. Mi ha raccontato tutto ciò che è riuscito a sapere da Silver."

"Non è lui che non tolleravano. Era la sua indole ribelle, quel suo voler condurre una vita felice, senza sgobbare come un mulo, senza dover nuotare necessariamente in una piscina di soldi. Comunque, appena ho saputo che i suoi lo avevano fatto espatriare e che Venice lo aveva rinnegato-"

"Questo Venice sembra parecchio stronzo. Ieri sera Silver si è messo a piangere ripensando a lui."

"Non ti immagini cosa è successo fra quei due..."

"Tanto lo saprò presto." Probabilmente dall'altra parte della cornetta, il ragazzo stava già organizzando un piano.

"Lasciami continuare." Lo aveva richiamato lei. "Appena ho saputo che era costretto a vivere da solo e soprattutto senza un lavoro, ho provato un immenso senso di pietà. In onore dei vecchi tempi gli ho chiesto di poter vivere in quella casa che era stata uno dei punti più importanti della mia, anzi nostra, infanzia." Poi aveva aggiunto un "Questo te lo racconterò un'altra volta."

"Hai fatto bene."

"Tu non ti immagini la paura che provo a doverlo lasciare da solo in casa. Ora non più come prima, ma una delle prime settimane di convivenza è successo un incidente direi... macabro."

La scena, avvenuta due anni prima, le si era ripresentata nella mente tale e quale era stata, come impressa in una pellicola.

"Sono stata via una settimana per fare uno stage con la scuola. In quel periodo Silver si era già completamente isolato dal mondo e mi aveva chiesto esplicitamente di lasciargli qualcosa da mangiare in frigo perché non aveva la più minima intenzione di uscire fuori di casa, per alcun motivo. Non è che gli avessi messo a disposizione chissà quale scorta immensa, era poco più del necessario. Dopotutto era solo una settimana e mi ero anche preoccupata di lasciargli una cinquantina di rings sulla credenza, in caso fosse stato necessario per lui spostarsi fuori dalla sua amata fortezza. Sai, se un tuo amico ti dice 'non uscirò mai più', non riesci a prenderlo sul serio, no?"

"Direi di no." Aveva risposto Sonic, attento al prosieguo della vicenda.

"Sono tornata sei giorni dopo, come previsto."

La chiave nella toppa non aveva emesso alcuno sciocco, e ciò poteva significare una sola cosa: Silver non aveva chiuso. Che fosse uscito? Ovviamente era stato necessario inserire la chiave nonostante tutto, poiché il legno lavorato che sbarrava l'entrata non disponeva di alcun pomello o maniglia. Non aveva trovato sensata l'idea di suonare, in quanto l'orario non era dei migliori: le undici di notte, forse quasi mezzanotte. Il pullman di ritorno aveva avuto un problema al motore e loro malgrado, tutti gli studenti avevano dovuto attendere diversi minuti per l'arrivo di un altro mezzo.  Se era in casa, Silver era probabilmente già addormentato, così aveva sospettato Blaze.

Entrando nel salotto, aveva iniziato a percepire un odore a dir poco sgradevole, proveniente dall'altra parte della porta che conduceva all'interno di una piccola anticamera per la cucina. Nel tentativo di accendere le luci della stanza aveva scoperto che la corrente era mancante, ma ciò non era straordinario, in quanto spesso capitava e più di una volta era stato necessario riunirsi con i vicini di casa per capire se il fatto era dovuto a un interruzione esterna o semplicemente dal contatore. Essendo quest'ultimo collocato nel garage, aveva preferito non sprecare il suo tempo nell'uscire e alzare tutte le levette necessarie per far tornare l'illuminazione, principalmente poiché lo strano sentore la aveva insospettita particolarmente. Accendendo una piccola torcia tascabile, recuperata nella sua fidata borsetta, un fievole barlume giallastro aveva creato il profilo della stanza: tutto regolare, esattamente come lo aveva lasciato prima di uscire.

"La cosa non mi piaceva affatto. Quella puzza di marcio era insolita."

Varcata la soglia della cucina, la prima cosa da lei illuminata era stato Silver, che, seduto a tavola, discuteva per conto suo, fissando il buio più totale che gli si trovava dinnanzi. L'odore in quella sala era a dir poco disgustevole. Spostandosi cautamente nella sua direzione per decifrarne l'espressione facciale, oltre alle occhiaie disturbanti e alla bava che gli colava copiosamente dalla bocca, aveva potuto notare il suo sguardo catatonico, privo di emozione, mentre bisbigliava qualcosa a proposito dell'università e della compagnia, cambiando tono a ogni frase. Era un monologo statico e nonostante molte delle frasi fossero esclamazioni, l'altezza del volume della voce era costante.

Per paura di spaventarlo, visto che non aveva un barlume d'idea su quale fosse il problema, aveva direzionato la pila in un'altra direzione e la luce si era infranta sulle candide piastrelle, dove aveva rilevato un movimento anomalo. Centinaia di formiche di piccole dimensioni percorrevano il pavimento, dirigendosi dagli sportelli semiaperti in cui era conservato parte del cibo che avrebbero dovuto consumare, alla porta che conduceva al giardino interno.

"Silver, ma che cazzo hai fatto?!" aveva gridato scuotendolo agitata.

"Si era svegliato. Mi aveva fissata sconcertato, poi aveva sussurrato un debole 'Stavo solo cenando.'. In seguito si era alzato per dirigersi verso la sua camera."

"È successa la stessa cosa in bagno." Aveva dichiarato Sonic, sollevato dal fatto che non fosse l'unico a essersi reso conto di questa stranezza, ma allo stesso tempo molto preoccupato per l'amico.

"Ti giuro, non sapevo come reagire. E indovina cosa era quella puzza!"

Seguendo il suo olfatto, la gatta aveva trovato la fonte principale di quello sgradevole sentore: il frigorifero. Avendo visto per la prima volta uno degli stadi finali del comportamento anomalo di Silver, non aveva potuto non temere che all'interno del congelatore vi fosse qualche bestia morta. Aprendolo, aveva scoperto che ogni cosa al suo interno era stata privata dell'involucro e lasciata a marcire al caldo. Tutto, da insaccati a succhi di frutta, svitati e abbandonati; ancora yogurt, avanzi vecchi di una settimana e sott'aceto. Infatti la mancanza di corrente aveva spento ogni elettrodomestico nella casa per un tempo indefinito, e solo il contenuto di poche scatole –a cui comunque era stata tolta la protezione trasparente che le sigillava e erano state aperte nei modi più bizzarri- era stato messo in salvo dai funghi e batteri decompositori. Non si era comunque fidata dell'apparente aspetto comune, e aveva gettato nei rifiuti anche quello.

In seguito, la gatta aveva scoperto che anche degli abiti, sporchi di alcuni giorni, erano stati ammucchiati in lavanderia e dimenticati, a contribuire al pessimo odore della casa.

Così Blaze era stata costretta a pulire ogni cosa prima di andare a dormire, poiché quell'odore era davvero insopportabile. Durante lo svolgimento di tale azione, questa volta alla luce del lampadario, aveva notato un'ennesima irregolarità: la tavola era apparecchiata per due e in entrambi i piatti era presente un piccolo avanzo di frutta, forse l'unica cibaria che non appariva così cattiva da dover necessariamente venire buttata.

"Caspita, ma è gravissimo..." aveva detto Sonic, con il fiato mozzato.

"Il mattino seguente l'ho interrogato a proposito di tutto. Ho pensato che avesse invitato qualcuno a casa, vista la presenza del secondo piatto."aveva concluso così il racconto "E mi ha detto che lui e l'altro sé stesso stavano avendo una interessante conversazione, ma lui non voleva discutere troppo perché l'argomento non gli piaceva molto. Quando invece ho esaminato la questione 'illuminazione' ho saputo da lui che visto che la sua testa gli aveva detto di non aver bisogno della luce, lui aveva staccato il contatore."

"È... incredibile."

"Tu non sai quanto è migliorato da quando ha iniziato a partecipare alle nostre uscite. Non ne hai davvero la più pallida idea."

"Eppure..." aveva messo in luce Sonic "Eppure non è ancora totalmente in sé. Comunque, forse non è una vera e propria malattia mentale, se mi stai dicendo che è migliorato così tanto."

"Ti posso assicurare che lasciarlo da solo per più di due giorni di seguito non era fattibile. Ogni volta lo trovavo in una situazione diversa, alle volte semplicemente guardava con fare assente lo scorcio di città intravvedibile dal terrazzo, altre non si era cambiato gli abiti, né lavato, talvolta ha fatto lo sciopero della fame perché diceva che il cibo gli ricordava il suo passato."

"Caspita, perché non me lo hai presentato prima? Sai che a me piace aiutare il prossimo!"

"Avevo paura sia per lui, che per voi." Dopo qualche secondo di silenzio, la ragazza aveva aggiunto "Sono davvero felice che tu ti stia prendendo cura di lui."

"Forse è un po' tardi." Aveva grugnito lui, contrariato "Sai, per tutto il primo mese non ho notato nulla di strano, tranne quel suo incantarsi per cose futili. Credevo fosse solo molto impensierito. E lo credo tuttora."

"Anche per me è stato parecchio strano vederlo... tranquillo." Aveva ribattuto annuendo con la testa. "Deve essere il nostro lavoro di squadra, che lo ha aiutato tantissimo."

"Beh, se c'è qualcosa che posso fare per lui, da ora in poi sarà la mia priorità."

"Grazie mille, Sonic." Aveva ribattuto lei contentamente.

"Blaze..." ora il suo tono era cambiato, e si era fatto leggermente più impacciato. "Senti, credo di provare qualcosa per lui. Non ne sono ancora sicuro, anche perché non è mio solito innamorarmi così. Però, ho sentito le farfalle nello stomaco, quando i nostri sguardi si sono incontrati, ieri sera.".

"OH, che cosa carina!" aveva risposto lei ridacchiando "Stareste bene insieme!"

"Non lo so, sto correndo tantissimo..."

"Ma a te piace correre, no?"

"Non in questo caso."

"Ammettilo, hai paura che finisca come con Tails."

"Esatto." Aveva ribattuto afflitto " È esattamente quello il problema."

"Senti, sai bene che non eravate voi due, la causa dei litigi. Non preoccuparti, se vuoi provare, non penso che Silver si metta troppi problemi, anzi..."

"Forse è il caso di temporeggiare un pochino... ho bisogno di capire meglio lui, ma anche me stesso. Non mi sento troppo sicuro. E comunque non sono certissimo che lui si possa interessare a me."

"Ehi, hai tutto il tempo del mondo. Se proprio non te la senti, continua a passare del tempo con lui e se qualcosa dovrà succedere, succederà."

"Grazie Blaze." Pareva altamente sollevato dalla comprensività.

La conversazione di era conclusa in questa maniera, più un caloroso saluto e un 'ci vediamo presto'.
A questo punto la commessa, che ancora non aveva alcun cliente da servire, aveva dedicato qualche minuto a una riflessione riguardante il possibile amore tra i suoi due amici: sicuramente un fidanzamento avrebbe liberato Silver da buona parte dei suoi pensieri ridondanti e magari avrebbe anche aiutato Sonic a superare definitivamente la ferita lasciata involontariamente da Tails. Magari non lo voleva dare a vedere, ma era più che evidente una mancanza al suo fianco, e ne risentiva ancora, dopo tutto il tempo. 
Doveva aiutare entrambi, ne valeva la pena!
Per un attimo aveva pensato di parlare di quanto appena detto dal riccio blu a Silver, poi però si era resa conto che non sarebbe stato un buon tiro: doveva aiutare, non intervenire.

Il suo riflettere era stato interrotto non troppo tempo dopo da una signora con in braccio un bambino:

"Scusi, quanto fanno le caramelle a forma di delfino?"

La solita giornata di lavoro al market: il capo perennemente arrabbiato, le lamentele dei colleghi, la vecchia signora e la sua busta delicata, il cliente che non controllava i prezzi.

E la telefonata di Sonic.

'Forse...' si era detta sorridendo 'forse non è poi così normale, questa mattina.'

   
 
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