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Autore: bella94    18/06/2009    2 recensioni
Ogniuno di noi fa delle scelte, durante quell'arco di tempo chiamato vita. E io avevo fatto le mie. Non avevo mai avuto rimpianti. I rimpianti, per me, non esistevano. Quel che è fatto è fatto. Semplice. Eppure, non è sempre così. Tutt'altro. Avevo abbandonato chi mi era sempre stato vicino. Chi mi amava. Avevo perso tutto. ...e avevo capito che i rimpianti esistono, anche per me. Quel che è fatto è fatto, ma nulla è detto...non ancora.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: The other side of my file
Traduzione del titolo: L'altra faccia della mia vita
Protagonisti: Kristen Stewart, Robert Pattinson e eventuali menzioni del cast di TW e/o NM.
Pov: Kristen Stewart
Raiting: Giallo
Tipo di fiction: Long fic
Status: In scrittura
Capitoli: Da stabilire
Copyright: (c),vogue [alias Nadia]
Note dell'autore: sono di poche parole...è finita ç_ç *pensa all'epilogo ma resta triste*, vi adoro <3

-

The other side of my life

-race aganist the time-
14

Mezz’ora. Venticinque minuti. Venti.
Ma perché c’è tutto questo traffico a Los Angeles?
Suono il clacson nuovamente, con rabbia. Avrei voglia di abbassare il finestrino e di urlare alla gente che sono Kristen Stewart, e che vado di fretta. Anzi, di frettissima.
Finalmente il semaforo diventa verde e, pigiano con forza sull’acceleratore, sorpasso un camion che mi bloccava la strada.
L’aeroporto di Los Angeles è uno dei più grandi al mondo. Una volta mi ci sono persa.
E’ talmente grande che –di media- per arrivare dall’altra parte ci impieghi venti minuti.
E io, invece, ne ho venti solo per arrivarci, trovarlo e far quel che devo fare.
Mi squilla il telefono, e senza staccare gli occhi dalla strada, lo cerco con la mano sul sedile anteriore.
“Pronto?”, sputo tra i denti, nervosa.
“Dove sei?”.
“A un kilometro dall’aeroporto. Ce la faccio. Ce la faccio, okay?”
“Kristen, il volo parte tra un quarto d’ora, probabilmente adesso stanno salendo sull’aereo.”
“Tom, non rompermi. Ho da fare,” sbotto e chiudo.
Mi ci voleva proprio questa bella dose di pessimismo. Grazie Tom. Davvero.

-

LAX. Non sono mai stata felice come adesso di vedere quella scritta a caratteri cubitali.
Grazie al cielo non ci sono né paparazzi, né fans urlanti. Ho la strada libera.
Mentre cammino verso l’entrata do un’occhiata all’orologio da polso: cinque minuti.
Automaticamente comincio a correre, e presa dal panico ho subito l’affanno.
Tenendo a mente le informazioni di Tom, cerco il check-in e il volo per Londra.
L’aeroporto è semi vuoto. Eppure non riesco a vedere niente, non c’è nessuna traccia di Robert.
Un’ hostess, vedendo la mia faccia cianotica mentre corro, mi ferma e mi chiede:
“Signorina, chi sta cercando?”.
“La prego vado di fretta. Cerco il signor Pattinson, partiva con l’aereo delle cinque e mezza, tra tre minuti!”, esclamo, nel panico, tenendomi una mano sul petto.
Sento che le lacrime minacciano di scendere copiose, e faccio di tutto per frenarle.
L’hostess prende dalla tasca della giacca un palmare e controlla le persone che fino a quel momento sono state imbarcate sul volo della British Airlines.
Corruga le sopracciglia e mi guarda confusa: “signorina, è sicura che partiva con questo volo?”.
“Sì, dannazione, sì!”, impreco, con il cuore a mille.
“Be’, la porta d’imbarco del volo è questa. Ma fino ad ora per quanto mi risulta, il signor Pattinson non è stato ancora imbarcato.”
“Quindi, è in ritardo?”, domando, provando un’improvviso sollievo.
“A quanto pare,” dice, lei.
“Okay, la ringrazio,” le dico, cominciano a camminare su e giù davanti a lei.
“Di niente,” e torna accanto alla porta d’imbarco.
So che il pericolo di aver perso la mia ultima opportunità di parlargli non è più tale, ma adesso, mentre cerco il suo volto, tra i pochi che ho davanti, un’angoscia ancor più potente di diffonde in me, e se non viene? Se non parte più? E se…se…se…
“Kristen?”, mi chiama una voce terribilmente familiare, alle mie spalle.
Sussulto e il mio cuore perde alcuni battiti. Piano mi giro verso di lui e quando il mio sguardo incrocia il suo mi sento morire. Ho Robert davanti a me.
“Che ci fai qui?”, chiede stupito.
Lo guardo, e ignorando la sua domanda gli dico: “non andare.”
La sua espressione diventa improvvisamente dura. “Non sei nessuno per impedirmelo”, sibila, cercando di aggirarmi per raggiunger l’imbarco.
Improvvisamente sento un dolore assurdo propagarsi nel mio petto. Mi sposto e lo lascio passare.
Non sono nessuno per impedirlgielo.
Robert non mi ama più. Sento che lo shock è ancora più forte di quanto avessi potuto mai immaginare, e ormai nel panico, gli dico: “quel giorno mi hai detto che mi avresti amata sempre, che eravamo destinati l’uno all’altra, e che…e che mi avresti sempre aspettata.”
Le lacrime che fino a poco prima minacciavano di rompere la mia maschera, adesso scorrono copiose sulle mie guancie.
Lui si ferma, a qualche metro di distanza da me, senza però voltarsi.
Prendo un bel respiro. “Dimmi che non mi ami più, e giuro che questa è l’ultima volta che mi vedi.”
Lui resta in silenzio, continuando a darmi le spalle. Rabbiosa mi asciugo le lacrime e mi arrendo al volere del destino.
“Addio Robert”, sussurro, tornando sui miei passi.
“Aspetta!”, lo sento gridare. Rimango immobile, fino a che non sento una sua calda mano prendermi per un polso, costringendomi a girami verso di lui.
“Non andare”, dice, ripetendo le mie parola di poco prima.
Sorrido senza entusiasmo. “Avrei dovuto dirtelo prima: io non voglio che tu parta. Perché io…io ti amo Robert, ti amo con tutta me stessa. E, e il solo pensiero di averti lontano, dall’altra parte del mondo, mi fa impazzire. In queste settimane ho continuato la mia vita, perché sapevo che tu eri qui, a qualche kilometro da me, e perché sapevo…dio, perché ero convinta che tu mi amassi ancora…ma..ma, se non è così lascia stare. Vai, è la tua vita.”
E con uno strattone mi libero della sua mano sul mio polso.
“Kristen…io…Kristen…” mormora, con voce roca.
“Cosa, ti dispiace? Lascia stare…” dico, rabbiosa.
“No…io…” sussurra, combattuto.
“Lascia stare, Robert, davvero, lascia stare…” mormoro, senza però andar via. I miei piedi non sembrano aver la minima volontà di spostarsi da lì.
Poi, piano, in modo tale che io possa prevedere i suoi movimenti, Robert avvicina il volto al mio.
“Io ti amo”, sussurra, scandendo ogni parola.
Lentamente le sue labbra trovano le mie. Subito lo stringo a me, bramosa di sentirlo vicino, bramosa di respirare il suo odore. Mi bacia a lungo, carezzandomi il viso, sussurrando il mio nome, e facendomi capire che mi ama, sì, Robert mi ama, e così sarà per sempre.
  
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