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Autore: painless    07/09/2017    2 recensioni
Due violoncellisti uniti dal legame con la musica.
Mark e Micol, compagni di scuola e compagni di leggio, iniziano a cercare la propria strada nella vita e il loro posto nel mondo, inconsapevoli del fatto che le loro strade si scontreranno in un turbine confusionario di emozioni.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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"Tesoro... Tesoro, sveglia. Farai tardi a scuola!"

La voce morbida di mia madre e il suo tocco non propriamente delicato, mi svegliarono da una delle migliori dormite della mia vita lasciandomi perplessa. Scuola? Ma non era ora di cena?

"Scuola? Ma che ora é?"

"Sono le sei e mezza del mattino Mic. Ieri dovevi essere proprio stanca per essere crollata così. Quando io e tuo padre siamo tornati eri praticamente in letargo e abbiamo deciso di lasciarti dormire. Ora però scendi dal letto e vieni in cucina a fare colazione, ti ho preparato i pancakes"

La mamma mi lasciò un bacio sulla fronte ed uscì dalla camera accostando la porta. Rimasi qualche altro secondo a letto stiracchiandomi per poi alzarmi con fatica. Non ero mai stata una ragazza mattiniera, ed ogni risveglio per me la mattina era pressoché traumatico. Ancora seduta sul letto raccolsi i capelli in una coda disordinata e diedi un'occhiata al telefono.

Un messaggio non letto, lo aprii.

"Domani dopo le lezioni ti andrebbe di fermarti a scuola per rivedere i brani da provare? C'erano dei passaggi che avrei voluto migliorare e speravo che potessi darmi una mano. Mark xx"

Un'ansia apparentemente inspiegabile mi assalì. Non c'era nulla che con un po' di studio Mark non riuscisse a fare, quindi perché chiedermi una mano?

Posai il telefono senza rispondere al messaggio e mi diressi in bagno per fare una bella doccia calda, prima che la testa potesse iniziare a farmi dare di matto già dall'inizio della giornata. Uscita dalla doccia, asciugai velocemente i capelli e indossai il primo jeans e la prima maglietta che mi capitarono tra le mani. Guardai l'orologio, erano le sette e un quarto ed ero stranamente puntuale. Ripresi il telefono dal letto e mi sedetti alla scrivania. Aprii nuovamente il messaggio leggendolo un numero infinito di volte, tanto da ricordare precisamente che tipo di punteggiatura aveva utilizzato e quando.

Non era la prima volta che io e Mark ci saremmo dovuti vedere per studiare un pezzo insieme. Più volte era già capitato che ci mettessimo d'accordo per studiare da me o nell'ala studio del liceo, soprattutto quando il nostro maestro era troppo occupato con sezioni più numerose per potersi dedicare a noi due, ma questa volta sembrava diverso. Era diverso. Guardai per un'ultima volta il messaggio prima di digitare la risposta.

"Hey scusa, ieri mi sono addormentata molto presto ed ho visto solo ora il messaggio. Per me è ok. A che ora ci vediamo? Micol xx"

Accettai, autoconvincendomi del fatto che non ci fosse assolutamente nulla di diverso dalle altre volte, che ero io l'unica a fare supposizioni inutili e prive di senso.

Scesi di sotto per fare colazione e, come promesso da mia madre, mi ritrovai davanti ad una distesa di pancakes. Alla vista di quel paradiso terrestre, il mio stomaco mugolò qualcosa di incomprensibile, segno evidente del fatto che il pasto saltato la sera prima incominciava a far sentire la propria assenza. Prima che il mio corpo potesse produrre altri strani rumori mi sedetti a tavola e incominciai a mangiare.

Mentre divoravo letteralmente un povero pancake ricoperto di cioccolata, mia madre arrivò dalla stanza affianco raggiante come al solito.

"Buongiorno tesoro"

"Buongiorno mamma"

"Allora come è andata ieri? Devi esserti stancata tanto per esserti addormentata così. Di solito non dormi mai dopo le prove"

Mandai giù un boccone di pancake fin troppo grande accompagnandolo con del caffè, poi risposi:

"Si, sono state davvero distruttive. Abbiamo lavorato quasi tutto il tempo senza fermarci un attimo. Quando sono tornata a casa non sentivo più le spalle"

La mamma sorrise per poi stringermi affettuosamente una spalla.

"Vedrai che con il tempo le cose miglioreranno e ti stancherai di meno. Sono sicura che giovedì prossimo andranno molto meglio. Ora però ti conviene sbrigarti a mangiare quei pancakes prima che Sarah passi a prenderti per andare a scuola, altrimenti sarai costretta a saltare anche la colazione"

Sorrisi e mi fiondai nuovamente su quella colazione deliziosa. Non appena mandai giù l'ultimo boccone, il clacson della macchina di Sarah risuonò nel vialetto di casa.

"Mamma è arrivata Sarah io vado!" - urlai, in modo che potesse sentirmi in qualsiasi parte della casa si fosse smaterializzata

"Va bene tesoro" - rispose sbucando dalla sala da pranzo - "Ricordati che oggi pomeriggio io e tuo padre andiamo a prendere i nonni. Torniamo domani, ti ho messo i soldi per il pranzo e per la cena nella borsa. Mi raccomando non fare casini e per qualsiasi cosa chiamaci"

Accennai un ultimo saluto con la mano prima di uscire dalla porta con dietro il mio zaino ed il mio violoncello. Aprii lo sportello posteriore della macchina e ci buttai lo zaino, poi mi sedetti affianco a Sarah posizionando accuratamente lo strumento tra le gambe per evitare che potesse rompersi.

"Pronta per la gran serata solo donne di sta sera?"

Era incredibile come Sarah potesse essere così entusiasta per una semplice serata tra amiche, uguale a tante altre che avevamo già fatto innumerevoli volte. Nonostante tutto però, non potei fare a meno di sorridere e di mostrarmi entusiasta tanto quanto lei. In fondo era tanto tempo che non passavamo una serata tutte insieme, davanti ad un film horror che non avremmo mai guardato perché troppo pauroso e davanti ad una distesa di cibo spazzatura che avremmo divorato durante la prima metà della serata perché affamate.

"Carica come una molla"

"Ieri sera ho parlato con Jenna, ci sarà anche lei. A quanto pare ha litigato con Zack e la serata romantica è saltata"

Alzai le spalle e portai lo sguardo fuori dal finestrino: oramai eravamo vicine al liceo, e sapevo che una volta entrata avrei dovuto vedere Mark per metterci d'accordo su quello che avremmo dovuto fare quel pomeriggio, una volta terminate le lezioni.

Entrate, io e Sarah raggiungemmo le altre ragazze del gruppo che ci stavano aspettando davanti i nostri armadietti.

"Salve ragazze, anche voi emozionate per sta sera come Sarah?" - chiesi ridendo - "Non riesce a smetterne di parlare"

"Buongiorno a voi bellezze"

La prima a salutare fu Emily, la rossa riccioluta del gruppo.

"Salve a voi!"

A seguire Emily, in coro, furono Jenna e Louise, le telepatiche.

Passammo una buona decina di minuti a parlare della serata, a decidere che tipo di film vedere e che pizza avremmo ordinato per cena, poi guardai l'orario.

"Cazzo ragazze è tardissimo, io devo andare in sala prove. Ci vediamo a storia!"

Salutai velocemente tutte con un bacio volante e un gesto della mano e mi gettai nel traffico dei corridoi.

Quando finalmente riuscii ad arrivare davanti la sala prove, notai che la porta era ancora chiusa.

"Ma che diamine! Pure sta mattina no, io dovevo studiare cavolo"

Continuai a borbottare tra me e me come una stupida davanti la porta chiusa a chiave fin quando, voltandomi, vidi Mark che si avvicinava dal fondo del corridoio.

Tirai un sospiro di sollievo, per lo meno mi avrebbe dato una mano per portare in classe tutta quella roba che avevo dietro. Feci per avvicinarmi quando vidi che non era solo, al suo fianco c'era una ragazza bionda e bassina, ma poco più alta di me, che gli stava cingendo un braccio. Immediatamente mi voltai dall'altro lato, sperando di aver scampato quella che ai miei occhi appariva come la figura peggiore mai fatta in vita mai, ma fu tutto inutile.

"Hey Mic"

La voce di Mark catturò la mia attenzione costringendomi a voltarmi.

"Hey Mark" - risposi, sorridendo nel modo meno forzato e imbarazzato possibile.

"Che ci fai davanti la sala prove? La tua classe di inglese non è dall'altro lato della scuola?"

"Oh, ehm si ecco...Avevo pensato di studiare un po' sta mattina prima delle lezioni. Ieri dopo le prove mi sono addormentata e non ho avuto il tempo di studiare nulla, ma a quanto pare la porta è chiusa a chiave, quindi niente studio"

Alzai le spalle al termine della frase, come se questo mio gesto potesse conferire naturalezza alla marea di informazioni che gli stavo fornendo in maniera sconnessa ed impacciata.

"Sei sicura che sia chiusa a chiave? Voglio dire, ormai le lezioni stanno per iniziare, dovrebbero averla aperta per forza"

Mi scostai dalla porta e gli feci cenno di provare ad aprirla, invito che accolse immediatamente.

Si accostò alla porta e con un semplice gesto aprì la porta verso l'esterno.

Quasi subito il mio volto si colorò di un rosso intenso e le guance iniziarono a bruciare dall'imbarazzo.

"Dicevi?" - disse ridendo

Sorrisi imbarazzata.

"Devo essere ancora nel mondo dei sogni"

Mi sorrise e si riavvicinò alla biondina mettendole un braccio attorno al collo.

"Comunque lei è Charlie. Charlie, lei è Micol. E' la ragazza di cui ti parlavo prima"

Vidi il volto della ragazza vestirsi di una smorfia di cortesia e la sua mano tendersi verso di me. La strinsi, sfoggiando il sorriso meno finto che potessi mostrare.

"E' la tua ragazza? Siete proprio carini insieme"

"Stiamo uscendo da poco a dire la verità, non c'è ancora niente di ufficiale"

Lo guardai stringersi nelle spalle e sistemarsi nervosamente il ciuffo con la mano.

Feci un cenno di approvazione col capo.

"Ora io andrei a provare. Ci si vede!"

Alzai la mano in segno di saluto e mi fiondai nell'aula chiudendomi la porta alle spalle, senza dare il tempo a Mark o alla biondina di poter dire altro. Poggiai il violoncello, ancora nella sua custodia, contro il muro e poi gettai via lo zaino.

Mi sedetti a terra e guardai l'ora: non c'era più tempo per studiare. Mi presi la testa tra le mani e rimasi lì seduta fino al suono della campanella.

Con un nodo alla gola mi alzai. Decisi di lasciare il violoncello in aula vista la mole di cose che dovevo portarmi dietro; mi ripresi lo zaino e uscii, assicurandomi di aver chiuso bene la porta dietro di me. Camminai fino alla classe senza fermarmi neanche un secondo. Fermarmi significava pensare a quello che era accaduto, ed io non volevo.

Inglese era la materia della prima ora. Entrai e presi posto, mentre attorno a me quasi la metà della classe continuava a stare in piedi ridendo e scherzando, incuranti della presenza dell'insegnante. La campanella dell'iniziò delle lezioni suonò, tutti presero posto. L'ora passò velocemente e senza troppa fatica, e speravo che sarebbe stato così per tutto il resto della giornata.

Finalmente l'ultima lezione prima della pausa pranzo fu storia, una delle poche materie che avevo in comune con tutte le altre. Prendemmo i nostri soliti posti, sul fondo della classe, e l'ora passò tra bigliettini e risate sotto banco fatte con la speranza di non essere scoperti dall'insegnante e di non essere mandate in detenzione.

"Pranzo, finalmente si mangia!"

"Ma come fai a pensare sempre e solo a mangiare e a non mettere su un chilo, ti odio"

"Si chiama talento sweetheart"

"Sì, talento o metabolismo veloce regalato dal diavolo in persona"

"A proposito di diavolo in persona, guardate chi sta passando davanti a noi"

"Ma dove, io non vedo nulla"

"Neanche io vedo nulla"

"Certo che una visita oculistica non vi farebbe male. Guardate lì, vicino ai bagni dei ragazzi"

Contemporaneamente ci voltammo tutte verso il punto indicato da Louise.

"Dio mio, ma Elenoire la smetterà mai di venire vestita come se fosse una spogliarellista da quattro soldi a tempo pieno?"

"Impossibile, è una spogliarellista da quattro soldi a tempo pieno"

"E l'altra bionda?" - chiese Emily

"Quale bionda? Elenoire non ha cagnoline bionde al suo seguito" - ribattè Louise

"O sta parlando con una ragazza bionda, o sono diventata strabica"

"Secondo me sei semplicemente scema"

"Vuoi dormire tranquilla sta notte, o vuoi provare l'ebrezza di dormire con un occhio aperto ed uno chiuso per la paura della vendetta imminente?"

Mentre Emily e Louise discutevano scherzando, Jenna si intromise nel discorso.

"Ragazze, Emily ha ragione. A quanto pare la vipera ha una nuova amichetta. Chissà chi sarà"

Per la prima volta dall'inizio del discorso mi concentrai sulla scena che avevo davanti, e dopo pochi istanti riconobbi immediatamente chi era la biondina misteriosa che stava parlando con Elenoire.

"Non ci credo..." - sussurrai

"Oh fantastico. Ora abbiamo una strabica ed una psicopatica che parla da sola" - disse Louise ridendo

"Io quella la conosco" - dissi, questa volta ad alta voce in modo che tutte potessero sentirmi.

"Come la conosci?"

"Chi diamine è?"

"Sì, l'ho conosciuta oggi. Me l'ha presentata Mark, si chiama Charlie" - aspettai qualche secondo, poi mi decisi ad aggiungere - "E' la ragazza con cui sta uscendo ora"

Il mio sguardo continuò a rimare fisso su di lei, mentre le altre si guardarono tra loro senza proferire parola. Quando si voltò verso di me, mi rivolse un sorriso ed un cenno con il capo. Ricambiai, poi dissi alle altre nella speranza di liberarmi dalla visuale della bionda:

"Ragazze, andiamo a mensa? Sto morendo di fame"

Dopo il consenso generale, andammo dritte in mensa attente a non incorrere in nessun incontro sgradevole. Durante il pranzo le altre non fecero mai domande su Mark, su Charlie, o su noi due. Passarono il tempo a ridere e scherzare, felici dell'arrivo del tanto atteso weekend.

Terminata la pausa pranzo, ognuna di noi si diresse verso la propria classe per terminare quelle poche ore di lezione che ci separavano dalla libertà. 

   
 
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