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Autore: FlameWolf    07/09/2017    4 recensioni
Non so da dove provenga, né perchè abbia scelto proprio me, ma è mia e non abbandonerà mai, neppure nel mio giorno più oscuro.
Genere: Angst, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Resistenza - Quinta nottata

 

Elinor “Elly” Gilbert, tributo del distretto 5 (Pirocinesi), arena (Area orientale)

 

Il rinnegato crolla per terra avvolto dalle fiamme. Dalla sua bocca fuoriescono delle grida familiari quasi quanto l'ossigeno o il buio della notte. È diventata un'abitudine ormai; io allungo le mani, e loro muoiono. Il fuoco ha sempre ballato in maniera così sinistra? Quante persone ho visto morire così? Sto iniziando a perderne il conto.
Un sasso grosso quanto un pugno vola verso di me, risvegliandomi dal mio torpore. Faccio un passo indietro, ed alzo il braccio per pararmi il volto, ma l'oggetto non mi colpisce. Qualcosa di invisibile lo blocca facendolo crollare a terra. Mi volto. Alaska è ancora accanto a me, tremante e sconvolta per gli ultimi avvenimenti, ma perfettamente in grado di lottare.

La rinnegata si morde il labbro indispettita, e pare pronta a lanciare un nuovo incantesimo, ma viene placcata da una violenta spallata da parte del ragazzo del sette. La donna cade a terra, e so che è quello il momento per colpire. Prendo un grosso respiro. Uno in più, uno in meno, che differenza vuoi che faccia adesso? Sono già un'assassina.
Lancio una nuova palla di fuoco e mi accascio per terra, mentre una nuova cacofonia riempie l'aria. Le gambe mi tremano, il sudore ha imperlato tutto il mio corpo, la testa è pesante, e i miei vestiti sono zuppi. Mi sento così debole. Sono così stanca... Abbiamo corso fino adesso per sfuggire ai quei due rinnegati del distretto 4, ancora mi sento l'acqua stringere il volto. Se non fosse stato per Alaska sarei già morta, esattamente come Killian.

“Elly, Elly!” mi richiama Alaska preoccupata.
Le rispondo con un debole sorriso, non voglio darle altri problemi. Mi rialzo a fatica, sforzandomi per non perdere l'equilibrio. Non posso crollare, non posso permettermelo. Devo andare avanti per quanto sia difficile. Ci avviciniamo ai due ragazzi ammanettati e li liberiamo combinando le nostre abilità magiche.
“Beh, signore, complimenti per l'entrata in scena” afferma il ragazzo del sette con un sorriso asimmetrico.
Alaska si nasconde imbarazzata una ciocca di capelli biondi dietro all'orecchio, bofonchiando un timido “Non c'è di che”.
“È stata una fortuna che siate comparse proprio adesso” afferma la ragazza con gli occhi grandi e dolci, Lilia mi pare.
“Non una fortuna” replica Icarus “Qualcuno ha manomesso i portali, gli dobbiamo un grosso favore”.
“A chi lo dici!” affermo “Da noi ne è apparso uno giusto in tempo! Siamo vive per miracolo!”.
“Dovremmo muoverci” suggerisce Alaska ansiosa “Ne arriveranno altri a breve”.
Lilia deglutisce spaventata, mentre il suo compagno prende un grosso respiro per placare i nervi, e non è l'unico ad averne bisogno. Mi sento talmente agitata che ho come l'impressione che qualcuno mi stia stritolando il cuore. Muoverci dove? Sono ovunque! Forse è vero che non possono più raggiungerci facilmente come prima, ma rimaniamo pur sempre animali in gabbia, non abbiamo speranze. Siamo stanchi, feriti, senza vie d'uscita. Si tratta solamente di rimandare il più possibile l'inevitabile.
Una lacrima mi scivola giù per la guancia. Credo di essere arrivata al limite.
“No, no, aspetta!” afferma Icarus “Non possiamo dargliela vinta”
“Vinta? Hanno già vinto” controbatto con più rabbia di quanto desiderassi. Perché sto usando questo tono con lui? Non è mica colpa sua. Mi stringo tremando, e cerco di nascondere il mio volto dagli occhi di tutti. Alaska mi appoggia la sua manina tiepida sulla spalla per consolarmi, e Lilia la segue a ruota. È strano, anche se non la conosco il suo tocco non mi dà fastidio. Forse noi ultimi otto abbiamo formato un legame indissolubile, anche se sappiamo a malapena i reciproci nomi.
“Allora perché ci hai salvati?” mi chiede Ike.
“Io...” provo a rispondere, ma non ci riesco. Sono intervenuta perché era la cosa giusta da fare, perché non ho mai sopportato i prepotenti o le ingiustizie. Mi sono mossa come al solito, come ho fatto per Milly o per Amy. Fa semplicemente parte di me. Forse, da qualche parte del mio cuore, mi è sempre piaciuto sentirmi un'eroina, eppure oggi non mi sento più lontana di così da quell'immagine.
“Non importa quanto sembri disperata la situazione, dobbiamo provarci fino all'ultimo. Forse quello dei portali non è l'unico guasto, forse il campo magico che circonda l'arena è crollato, oppure stanno venendo a salvarci tutti proprio in questo momento. Non possiamo scoprirlo però se ci arrendiamo adesso. Mi hai capito, Elinor? Nessuno si arrenderà finché ci sarò io. Abbiamo ancora troppo da perdere”.
Mi volto verso Alaska. Annuisco, ha perfettamente ragione. Stringo forte la mia amica, e lancio anche uno sguardo di gratitudine verso Lilia ed Ike.

Dei rami vengono spostati, la mia schiena si irrigidisce, il mio stomaco si chiude. Stringo con un braccio ancora più forte Alaska come per difenderla, mentre con l'altro braccio mi preparo a lanciare un nuovo incantesimo. Ho abbastanza energia per durare un altro po', per proteggere fino alla fine, ma grazie al cielo non ce n'è ancora bisogno.
Da dietro dei cespugli spuntano fuori due ragazzi con la divisa da tributo, entrambi sporchi di sabbia. Sembrano che siano giunti qui attraverso un portale, esattamente come noi. Sento grida di gioia e saluti festosi, ma sembrano appartenere ad un'altra dimensione. Avverto solo quella faccia... quella che non ha fatto altro che tormentare i miei incubi. Se chiudo gli occhi riesco a rivedere perfettamente la scena: l'acqua che avvolge il viso di Killian, il suo volto paonazzo, il suo boccheggiare, lui che mi sussurra di scappare, mentre l'altro rimane lì fermo ad ucciderlo. Fisso Matthew con la stessa sensazione di impotenza provata allora. Cosa dovrei fare? Mi sento un tale schifo...

Il ragazzo si accorge di me, ed abbassa lo sguardo pieno di vergogna. Sento la rabbia crescermi dentro, tutto il dolore provato in questi giorni sta bussando sempre più forte. Vorrei urlargli contro, dirgli quanto male mi abbia fatto, ma non posso permetterlo. Non è la situazione ideale, e non sarebbe neanche giusto. Come posso sgridarlo per gli stessi peccati che io stessa ho commesso? Che razza di ipocrita sarei? Gabriel era alleato di Ike e Lilia, non dovrebbero odiarmi anche loro se sapessero la verità? Eppure non riesco lo stesso a perdonarlo, nella stessa maniera in cui non riesco a perdonare me stessa.
“Elly, stai bene?” mi chiede Alaska sfiorandomi la mano. Anche Ike, Lilia e il ragazzo che stavano abbracciando, si voltano verso di me.
“Elinor, io... mi disp..” prova a forfecchia Matthew, ma lo blocco subito.
“Non mi importa” affermo guardandolo dritto negli occhi “Collaborerò, ma non considerarmi tua amica o altro”.
Matthew mi guarda con aria ferita, per poi annuire comprensivo. Una piccola parte di me prova pietà nei suoi confronti, ma l'altra... Sono così ingiusta, lo so, ma non riesco a controllarmi.
Guardo Ike, Lilia, e anche Xene. Devo dirglielo, devono saperlo.

“Io...” provo ad introdurre, ma Alaska mi blocca afferrandomi per il braccio.
“Avremo tutto il tempo del mondo per parlare, ma non ora” afferma con una tale fermezza da sembrarmi un'adulta in piena regola. Io invece mi sento così piccola ed insignificante, in balia delle mie emozioni e dei miei impulsi. “Scusami tanto” aggiunge poi imbarazzata.
“E di cosa?” le chiede Ike “Hai davvero ragione. Questo è il piano dunque: proviamo a cercare i confini dell'arena, e già che ci siamo a trovare gli ultimi due tributi. Stiamo attenti, mi sembra di vedere del fumo da quella parte, non vorrei che ci fosse il principio di un incendio. Rimaniamo uniti, qualsiasi cosa succeda”.
Annuiamo tutti e cinque, ma non riesco ad annullare ancora quella sensazione.

 

Icarus “Ike” Karling, tributo del distretto 7 (Negazione di potere), arena (Area Orientale)

 

Mi volto indietro per verificare se stiamo allungando o meno la distanza che ci separa, ma purtroppo non è così. Quei due rinnegati riescono perfettamente a tenere il nostro ritmo, devono essere dei fanatici della maratona o qualcosa del genere.
Scuoto la testa, non è il momento di queste cose. Ci riderò su dopo, anzi, ci rideremo su dopo, ma ora devo concentrarmi. Un vicolo, un nascondiglio, qualsiasi cosa. Come faccio a non ricordarmi? Avrò girato per queste strade un miliardo di volte insieme a Sam! Ah, fanculo! Vediamo, dietro la bettola di Jackson, fra la panetteria e la casa di Stephanie l'orba...

Un colpo di proiettile sfreccia a pochi centimetri dal mio orecchio. Sobbalzo per lo spavento, ignorando per quanto possibile il prepotente fischio che mi avvolge la testa.
Per poco, per poco” mi faccio sfuggire insieme ad una risatina isterica.
Di fronte a noi si apre un bivio a due direzioni. Mi volto verso Nate per capire cosa voglia fare, ha l'espressione tipica di quando si concentra. No, c'è qualcos'altro dietro. Le labbra sono più corrugate del solito, i suoi occhi più serrati e... tristi.
Prima che me ne renda conto mi spinge verso il percorso a destra. Continuo a correre di riflesso, finché non mi accorgo che Nate non mi sta seguendo. Mi blocco. Non ha senso. Non per niente senso. I rinnegati sono due esattamente come noi, dividersi non era un buon piano. Cosa stava pensando?
Mi guardo intorno, siamo dietro la casa di Robin. Perdo un battito. L'altro vicolo... Nate cosa stai facendo?
Sto per tornare indietro, ed intravedo il mio mentore, il mio amico, il mio fratello, la mia guida, estrarre la pistola, uccidere uno degli inseguitori con il suo unico proiettile, e fuggire nel vicolo cieco di sinistra.
Il sopravvissuto mi guarda per una frazione di secondo, un solo singolo istante. Si lancia all'inseguimento di Nate e solo allora tutto mi è chiaro.
Riprendo a correre più veloce di prima con il cuore a pezzi. Le lacrime mi offuscano la vista, i singhiozzi mi impediscono di respirare, ma riesco a sentire lo stesso il colpo mortale.

 

“Ike!”
Sobbalzo all'improvviso, mi sento come se mi avessero strappato da un brutto sogno. Perché la mia mente ha vagato fino a quel momento? Deve essere la stanchezza, devo resistere però. Non è proprio il momento di lasciarsi andare ai vecchi ricordi. Insomma, quale sarà il prossimo passo? Studiare i cantieri seduto su una sedia di plastica?

Xene mi guarda con apprensione. Giustamente direi.
Alzo entrambi i pollici per rassicurarlo, ma la verità è che non ho la più pallida idea di dove stiamo andando. Credo nel mio piano, ma non so dove siano i confini, nessuno di noi lo sa. Anche se fossimo qui da molto, la planimetria impedisce ogni orientamento. Ci limitiamo a muoverci sperando di incontrare un qualcosa. Mi sento uno schifo, ma non nient'altro da offrire, solo questa flebile speranza. Che alternativa avevo in fondo? Permettere a tutti di scivolare nella disperazione come rischiava di fare Elinor?

Mi guardo intorno. Sono tutti stanchi ed affamati. Alaska sta allontanando il fumo dalla nostra direzione, Matt è alla ricerca d'un corso d'acqua, mentre Xene sta cercando di guarire le ferite superficiali di Elinor e di Lilia mentre cammina. In caso d'attacco non possiamo far molto, organizzare una difesa su due piedi in movimento non è affatto facile. La fuga, la fuga...

Un tonfo. Un urlo.

Scatto a destra, e vedo Matt venire trascinato per il piede da un rampicante apparso dal nulla. Mi dirigo subito insieme a Xene per liberarlo. Appena mi avvicino, la pianta ritorna immobile e debole. Non che ci fossero dubbi che questa fosse opera di un mago.
Tendo le orecchie, sento chiaramente qualcuno correre alla mia sinistra.
“Laggiù!” urlo.
Alaska alza una raffica di vento tale da spostare le fronde degli alberi. Si rivela a noi una donna dalla divisa color sabbia, i capelli corti e ricci. La rinnegata alza le mani per lanciarci addosso un nuovo incantesimo, ma Xene è più veloce. Con un balzo la raggiunge e la colpisce con un fendente al petto. Bella mossa, almeno abbiamo permesso ad Elinor di risparmiare uno dei suoi colpi. Quella ragazza è fin troppo stanca, non durerà a lungo.
La donna cade con aria delusa, guardando un punto ben preciso dietro di noi.
Mi volto. Un nodo mi si forma all'altezza dello stomaco. Il respiro si blocca, un senso di nausea mi avvolge. Alaska non riesce a trattenere un urlo, mentre Elly guarda terrorizzata la sua vicina.
Lilia allunga le mani verso di me e Xene, i suoi occhi sono pieni di lacrime. I suoi vestiti sono sporchi di sangue, il suo fianco è trapassato da una parte all'altra da un spesso ramo.
“Ike... Xene...”

 

Kalani Bei Fong, tributo del distretto 11 (Piante), arena (Area orientale)

 

Brad colpisce alla testa il rinnegato che ho legato con i rampicanti, mandandolo così a nanna almeno per un po'.
Ora che anche questa seccatura è andata, posso finalmente tornare a concentrarmi su tutto ciò che ci circonda, sperando che il dolore al braccio non mi sia d'intralcio. Mi è sufficiente strisciare il piede sinistro sul terriccio per sentire. La foresta non si sta muovendo in questo momento, tutto è sul posto. Riesco a vedere tutto: dal picchio sopra al ramo, ai vermi sotto la terra. C'è una sola eccezione, un perfetto cerchio di puro buio in cui non riesco ad esercitare la mia visione. Ci sono poche spiegazioni in merito: o da quelle parti è comparso improvvisamente del ghiaccio o della gomma, o c'è un mago del distretto 7. Sarà un nemico o un amico?

Chiudo gli occhi e prendo un profondo respiro. Mi concentro su quel punto in particolare. Avverto altre persone nei dintorni, cinque forse, non posso esserne sicura. Una di loro è appena scomparsa nel cerchio buoi in particolare. Il suo battito cardiaco era molto debole. Devono essere loro, finora i rinnegati hanno sempre girato al massimo in coppie.
“Di là” indico la zona con sicurezza.

“Sicura?” mi chiede Brad.
“Dovresti saperlo che non sbaglio mai” replico spavalda.
Riesco a percepire chiaramente i muscoli del suo viso tirarsi per formare un sorriso. Per un momento mi chiedo con un pizzico d'invidia come sia vederlo a tutti gli effetti, ma è meglio lasciar stare. È inutile ragionare sui se.

Iniziamo a correre verso il gruppo dei tributi sopravvissuti, per il momento siamo i soli a farlo. Mi sembra di avvertire qualcuno lontano da qui, ma non riesco a percepirlo con esattezza. Sarà il caso di avvertirli appena arriviamo, non credo che avremo molto tempo a disposizione.
“Ehi! Siamo noi!” sbraita Brad rumoroso come al solito appena diventano evidentemente visibili. “Siamo... oh!”.

C'è un silenzio innaturale, la presenza del ragazzo del sette mi impedisce di vedere con chiarezza. Avverto la tenebra più fitta, non mi sono mai sentita così tanto cieca. Avverto un senso di malessere crescermi dentro.
“Ci siamo tutti allora, siete gli ultimi due, giusto?” chiede una voce maschile, ma in questo momento non riesco ad associarla al suo proprietario. Oltre a Brad di ragazzi rimangono quello del sette, quello dodici e quello del quattro se non ricordo male.
“Sì” conferma il mio compagno con voce addolorata “Lei... è...”
“Non ancora” spiega un altro con la voce più profonda che riesco ad associare al ragazzo del distretto 12 “Sto verificando cosa posso fare per lei”.
Ora capisco. La persona con il battito cardiaco indebolito... devono averli attaccati. “Non qui” intervengo puntando il viso su un punto a caso davanti a me. Odio non percepire con chiarezza il mio interlocutore. “Stanno per arrivare”.
“Ha bisogno di cure immediate, non possiamo spostarci” fa notare.
Nessuno degli altri controbatte, schierandosi implicitamente dalla sua parte. Io... capisco, davvero. Anche se in questo momento non “vedo” i loro volti, avverto davvero il loro dolore. È lo stesso che ho provato io quando è morta Aly, però... Sono sempre più vicini. Sono in sette, non a più di cinque minuti di distanza. Non possiamo stare qui, non possiamo sconfiggerli. Come posso dire loro però di andarsene? Non me lo sento di recitare la parte della stronza anche questa volta.
“Sono vicini, vero?” mi chiede Brad “Te lo si legge in faccia”.
Sospiro ed annuisco.
“Aspetta, come fai a saperlo con certezza?” chiede una ragazza.
“È il suo potere” risponde Brad al posto mio “È una figata pazzesca, mi sono senza ombra di dubbio scelto l'alleata migliore, senza offesa, eh!” aggiunge imbarazzato. Che faccia da culo! A pensare che sono stata io quella a trascinarlo via dal bagno di sangue.
“Sai quanti sono?” mi chiede il terzo ragazzo, senza ombra di dubbio il ragazzo del sette, è al centro esatto del cerchio.
“Sette, cinque minuti di distanza circa”.
Icarus sospira e rimane in perfetto silenzio per una manciata di secondi.
“Come facciamo?” chiede il primo ragazzo che ad esclusione è quello del quattro “Io sono disarmato, Xene è impegnato con le cure, Lilia è fuori gioco, e tu e il ragazzo dell'undici non avete poteri offensivi”.
“Lo so” ribatte Icarus leggermente irritato.
“Scappiamo allora, che problema c'è?” osserva una delle ragazze, la stessa di prima. L'altra non ha ancora parlato finora, forse è solamente timida.
“Lilia ci rallenta, ci raggiungerebbero in poco tempo” le spiega il guaritore.
Il ragazzo del sette ascolta tutti in silenzio, per poi rivolgersi nuovamente verso di me“Altri nella zona?”
“Per ora no. Forse pensano che siano sufficienti”.
Icarus prende un profondo respiro “Bene, questo è quello che faremo. Prendete Lilia e cercate un posto sicuro dove poterla guarire. Io rimarrò indietro ed intratterrò i rinnegati, così avrete tutto il tempo necessario per rifugiarvi”.
“Cosa?” sbotta una delle ragazze “Non avevi detto che dovevamo rimanere uniti? Non dovevamo verificare insieme se il guasto riguardasse anche i confini dell'arena?”
“Quale guasto?” chiede Brad, ma nessuno sembra calcolarlo.
“Non dureresti neanche mezzo secondo da solo” obietta il ragazzo del dodici.
“Senza contare che i tuoi stupidi poteri mi sarebbero d'intralcio” intervengo io. Sento tutta l'attenzione rivolta su di me, quel nodo di disagio di prima è scomparso nel nulla. “Vuoi un buon piano? Tu, la ragazza ferita, il guaritore e Brad ve ne andate, io e chiunque altro lo desidera rimarremo a combattere. Se qualcuno deve lottare che siano i migliori a farlo, no?”.
“Cosa? Non puoi Kalani, non lasciarmi! Fammi rimanere con te, perlomeno!”. Controbatte Brad con una dolce rabbia.
“Non darti tante arie perché sei riuscito ad ammazzare qualcuno. Devono trovare i confini, no? Tu sai dove sono, sono uno dei pochi punti fissi qua dentro” affermo sperando di farlo ragionare.
Brad si volta in giro intorno in cerca di alleati, ma dai loro silenzi posso dedurre che il mio piano piaccia. Sanno che non ci sono altre scelte.
“Combatterò con te, non voglio più dipendere dagli altri” afferma il ragazzo del quattro “Xene, puoi prestarmi la tua sciabola?” aggiunge poi.
“No, aspetta...” interviene Brad, ma ancora una volta riceve solo il silenzio come risposta.
“Rimarrò anch'io” sostiene con aria fiera una delle ragazze.
“Anch'io” afferma quella timida con voce tremante.
La ragazza che puzza di zolfo perde un battito. “No, non puoi, non ti permetterò di farlo. Devi vivere, ok? L'hai promesso a quel tuo amico, e loro inoltre hanno bisogno di te. Il fumo diventerà sempre più intenso con il passare del tempo, devi proteggerli”.
“Elly!” controbatte la timida in lacrime abbracciando l'amica con intensità “Non voglio perderti...” piagnucola.
Nello stesso momento Xene si avvicina a me, mi solleva il braccio, e subito dopo avverto una piacevole sensazione di calore. “Se devi combattere, fallo al pieno delle tue forze” afferma.
Muovo il braccio, non avverto più dolore, è completamente guarito. Fantastico!
Subito dopo il guaritore solleva da terra la ragazza svenuta “Andiamo allora, più rimaniamo qui e più rischiamo di rendere vano il loro sacrificio. Grazie mille per tutto” si conceda incomincia ad incamminarsi. La ragazza del sei li segue in lacrime, voltandosi indietro di tanto in tanto.
Sento Brad fissarmi con esitazione. Vorrei abbracciarlo, ringraziarlo per essere stato il miglior amico che abbia mai avuto, no anzi, di essere stato un fratello per me, ma non sono mai stata brava in queste cose. La verità è che ho paura di scoppiare in lacrime anch'io, di rivelargli che ho paura, che non voglio affatto morire. Non credo proprio di riuscire a cavarmela anche questa volta. Mi limito dunque ad abbassare lo sguardo e a stringere i pugni per non scoppiare. Spero lo capisca.
“Ti prego, sopravvivi” borbotta fra i singhiozzi prima di andarsene. Mi mordo il labbro. Devo resistere, devo resistere, devo resistere.
“Li proteggerò ad ogni costo, lo giuro” afferma Icarus per ultimo.
Annuisco. Sarà meglio per lui che mantenga la promessa.

Una volta che si è allontanato mi avvicino ai due ragazzi. “Siete pronti?” chiedo.
“Un momento” risponde la ragazza asciugandosi le lacrime.
“Grazie per avermi permesso di rimanere” borbotta il ragazzo del quattro rivolgendosi a lei.
“Non dovresti ringraziarmi affatto, ma sono grata che tu sia rimasto ad aiutarci. Ok. Penso di essere pronta” dichiara infine.
Deglutisco anch'io cercando di ricompormi, finendo per farmi scappare una piccola risata amara.
“Perfetto. Sappiate che si sono appena divisi. Se li andiamo incontro dovremmo ricompattarli”.
“Ok” rispondo in coro.
“A proposito, non so come vi chiamiate”
“Elinor” risponde con esitazione la ragazza, non aspettandosi una domanda del genere in un momento come questo.
“Matt” afferma l'altro.
“Piacere, Elinor e Matt, io sono Kalani. Sarà un onore morire con voi”.

 

Xene “Ghost” Fonter, tributo del distretto 12 (Magia Bianca), arena (Area orientale)

 

I rumori del combattimento sono ormai troppo lontani per poter essere uditi, o forse sono semplicemente già finiti. Non so se mi faccia più paura l'idea che quei tre siano morti per noi, o che i rinnegati siano nuovamente sulle nostre traccie. Abbasso lo sguardo verso Lilia. Il suo volto è sempre più pallido, e il suo petto si solleva a ritmo sempre più irregolare e con maggiore difficoltà. Il ramo ha colpito punti sensibili, e sta perdendo fin troppo sangue nonostante il mio incantesimo. Non posso più negare la realtà.

“Dobbiamo fermarci” annuncio solenne rivolgendomi soprattutto verso Brad, in testa al gruppo.

Si fermano tutti all'istante, anche se posso leggere nei loro volti una certa esitazione. Rimangono in un rispettoso silenzio mentre appoggio nuovamente Lilia a terra.
“Diccelo se possiamo fare qualcosa per aiutarti” afferma Ike fissandomi con i suoi occhi scuri. Ha sempre avuto delle occhiaie così marcate? Posso solo immaginare tutto quello che ha passato da quando ci siamo separati. Deve soffrire tantissimo in questo momento. So quanto odia sentirsi impotente.
Scuoto la testa. Vorrei poterlo rassicurare, ma mentirei. Ho fatto tutto ciò che era in mio potere: estrarle il ramo senza provocarle ulteriori danni, rallentarle l'emorragia, diminuirle il dolore, ma non basta. Le mie capacità sono limitate e lei sta già scivolando via.
Sul volto della mia compagna appare un'espressione di dolore, pare che stia riprendendo i sensi. Applico un incantesimo antidolorifico per farla stare un pochino meglio, e subito i muscoli del suo corpo si rilassano un po'. Lilia non è mai stata particolarmente bella: altezza nella media, spalle larghe, tratti del viso comuni. Hanno sempre fatto eccezione i suoi occhi: grandi, marroni, caldi, terribilmente espressivi e dolci. Non so come ci riuscisse, ma attraverso essi riusciva sempre a trovare qualcosa di buono in questo mare di melma. Perfino in me.
“Xene” mi chiama Ike.
Alzo la testa, mi rendo conto solo adesso che il mio volto è rigato dalle lacrime. Le asciugo in tutta fretta con la manica della tuta, ma ormai il danno è fatto. L'espressione dei miei compagni diventa sempre più sofferente, soprattutto quella di Ike, che si è seduto a terra non riuscendo più a reggere il peso del tutto.
“Non c'è più niente da fare?” chiede Brad per conferma.
Annuisco “Mi dispiace, ho fatto tutto quel che potevo...”. No, non è vero, sto mentendo e lo so benissimo. Mi fisso le mani. C'è un'altra strada. “... No, non tutto” confesso.
Ike risolleva il viso e mi fissa con le narici dilatate. Ha perfettamente capito a cosa mi stia riferendo “Tu. Non. Osare!” mi avverte minaccioso quasi sillabandolo il tutto.
Scuoto la testa. Comprendo la sua furia, ma non mi tocca. “È l'unica strada che conosco. Pensaci bene, ha più motivi per vivere di me. Non ho nessuno fuori da qui a differenza sua” gli faccio osservare. Posso benissimo sacrificare la mia vita per lei, nessuno sentirebbe la mia mancanza al distretto.
“Non vorrai mica...?” mi chiede Brad incredulo mentre Alaska si copre la bocca spaventata.
Annuisco dopo aver preso un lungo respiro. Lilia non può morire, non solo perché è una brava persona, ma anche perché ha fatto tanto, per noi e per l'intera nazione. È anche grazie a lei che siamo giunti a questo. Lei e Ike devono vivere ed alimentare questa rivoluzione appena nata.
“Te lo scordi!” mi urla addosso Ike “Sono stufo dei sacrifici altrui. É un azzardo, e lo sai bene! Non tutti quegli incantesimi riescono bene, rischiate di morire entrambi” mi fa notare.
Scosto il volto, ha ragione. Molti giovani inesperti nel corso della storia hanno provato e fallito, morendo così insieme alle loro madre, padri od innamorati. Non è un motivo sufficiente però per tirarsi indietro. Elinor, Matt e Kalani stanno rischiando la loro vita per noi, non posso essere da meno. “Ma è pur sempre una possibilità, e poi non eri tu quello che fino a poco fa voleva affrontare da solo i rinnegati!?” controbatto.
Ike apre bocca per rispondere, ma non ci riesce, le parole gli muoiono in gola. Mi dispiace ferirlo, ma non può dirmi veramente nulla in merito.
“Xene, io...” un colpo di cannone rimbomba nell'aria stritolando i nostri cuori. Alaska scoppia di nuovo in lacrime, mentre Brad scuote la testa rifiutando la realtà dei fatti.
Il mio corpo inizia a tremare a causa della rabbia, non posso crederci che un altro sia morto, quando una mano calda afferra la mia. Abbasso lo sguardo, Lilia.
“Non... farlo... non... farlo” dichiara con le lacrime agli occhi.
La fisso sbalordito. Ci stava ascoltando da tutto il tempo? Anche Ike si accorge che è di nuovo vigile, e si precipita da lei afferrandole l'altra mano.
“Non ti... voglio sulla coscienza” afferma con un debole sorriso.
Mi porto la sua mano alla bocca e ci stampo sopra un debole bacio. Mi sento avvilito, non riesco ad esprimere una sola parola. Un enorme nodo mi si è formato in gola, non riesco nemmeno a respirare!
“Mi dispiace tanto, non volevo che finisse così” confessa Ike accarezzandole la guancia.
Lilia scuote debolmente la testa “Sapevamo che non sarebbe stato sempl...” si blocca all'improvviso, spaventando a morte sia me che Ike.
“Lilia!?” la chiamo terrorizzato.
La ragazza sorride deliziata “I fiori” sussurra prima di chiudere gli occhi.

Il cannone suona di nuovo, e poi di nuovo ancora. Le energie svaniscono, gli occhi pizzicano, le teste cedono. Tutto è diventato improvvisamente freddo.
“Dobbiamo andare” singhiozza Brad “Non c'è tempo”.
Le mie gambe non rispondono, tutto tace. Sento solo il fastidioso suono del mio cuore che batte ancora.
Qualcuno mi strattona costringendomi ad alzarmi. Alzo lo sguardo: è Ike.
“Ho promesso di proteggervi” mi spiega con tono fermo e apatico.
Lancio un'ultima occhiata a Lilia. Sembra così in pace. Le sue ultime parole sono state “I fiori”. I fiori..
Stiamo per riprendere la nostra marcia quando vediamo in lontananza dei rinnegati. Il tempo è scaduto. Brad si lascia sfuggire un'imprecazione, mentre Alaska li getta addosso una forte raffica di vento per allontanarli. L'incantesimo ha funzionato, ma una strategia del genere non può durare a lungo.
Ike ci fa segno di fuggire, e così facciamo. Incominciamo a correre, ma un altro gruppo ci taglia la strada. Ci stringiamo fra di noi, e ci guardiamo intorno. Siamo circondati.
Mi sento sprofondare verso il basso, ma qualcuno mi afferra per la mano impedendomi di farlo. Mi volto aspettandomi la zazzera spettinata di Ike, mentre mi trovo i capelli rossi a spazzola di Brad. Lo vedo afferrare la mano di Alaska, e decido di imitarlo prendendo quella di Ike.
Ci guardiamo fra di noi, ignorando le grida che ci ordinano di arrenderci e separarci. Fisso i miei compagni negli occhi, e loro guardano i miei. Non ha senso, eppure mi sento così realizzato. Forse, va bene così. Ok, ci sono, sono pronto.
Chiudo gli occhi attendendo il peggio, ma succede qualcosa di strano invece. Un flash, e poi un rumore simile ad un tuono. Nessun incantesimo, nessun grido, nessuna lacrima.
Sgrano gli occhi ed osservo sconvolto i rinnegati caduti a terra mezzi storditi. Nessuno sembra far caso a noi. “Ma che cazzo è stato?” sbotta Brad anticipandomi.“Oh cielo” replica Alaska a bocca spalancata guardando il cielo. La imito, lo spettacolo mi lascia completamente privo di parole.
“Allora quelle voci erano vere...” dichiara Ike meravigliato.
Nel cielo sta volando un essere enorme, simile ai draghi dei libri, con la sola differenza che le sue ali sono piumate come quelle di un uccello. Non occorre essere delle cime per capire che quella è un'evocazione del distretto 13. Non è la sola: intravedo da lontano un falco bianco con striature dorate, un gorilla con la pelliccia di fuoco e anche una dama alata con la pelle trasparente.
Non ci credo, delle fottute invocazioni, proprio qui, sotto questo cielo! Non posso crederci. Allora esistono ancora, sono venuti per noi!
Crollo a terra sentendomi all'improvviso privo di qualsiasi energia e scoppio a piangere.

È finita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci siamo, ne manca uno, l'epilogo, e poi è finita. Ne sono sopravvissuti un po' sto giro. Se mi state chiedendo perché Lilia è morta... ben la rinnegata ha semplicemente sbagliato mira. Capita quando ti stanno attaccando mentre cerchi di concentrarti. In realtà mirava ad Elly lì vicina.

Per quanto riguarda le altre due morti.... chi saranno fra Matt, Elinor e Kalani? Chi è sopravvissuto fra loro tre? Alla prossima!

 

Morti:

24° Kronos Allen, tributo del distretto 6 (3 pov), ucciso da Yv

23° Alice Grace, tributo del distretto 7 (3 pov), uccisa da Kyte

22° Kyte Densmith, tributo del distretto 1 (3 pov), ucciso da Killian ed Elinor

21° Killian Jones, tributo del distretto 5 (2 pov), ucciso da Matt

20° Yvonne Davzon, tributo del distretto 4 (3 pov), uccisa da Louise

19° Miranda Wilson, tributo del distretto 1 (3 pov), uccisa da Killian ed Elinor

18° Jésus Dondedìos, tributo del distretto 10 (3 pov), ucciso da Yv sotto controllo di Violet

17° Yvonne Blackmask, tributo del distretto 3 (3 pov), uccisa da Kalani

16° Louise Welch, tributo del distretto 10 (4 pov), morta di stenti

15° Alexandria Stoner, tributo del distretto 9 (4 pov), sacrificatasi per salvare i compagni.

14° Violet Black, tributo del distretto 2 (4 pov), uccisa dal buco dell'oblio e dimenticata da tutti.

13° Gabriel Black, tributo del distretto 3 (4 pov) ucciso da Elinor

12° Joshua Peterson, tributo del distretto 8 (4 pov), ucciso da una trappola dell'arena

11° Lily Clark, tributo del distretto 12 (5 pov), uccisa da un ibrido

10° Unleor Mizzard, tributo del distretto 2 (5 pov), ucciso da Blake Ernest Reed III, primo stratega

9° Andreas Kirke, tributo del distretto 9 (5 pov), ucciso dai rinnegati

8° ?

7° Lilia Lambert, tributo del distretto 8 (5 pov), morta dissanguata

6° ?

 

 

 

Vincitori: Xene Fonter, Icarus Karling, Alaska Moore, Brad Johnson, ?

 

 

  
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