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Autore: victoria electra black    08/09/2017    2 recensioni
||STORIA INTERATTIVA - CONCLUSA||
-
I cavalieri della Luna Rossa e del Sole Nero sono dei maghi speciali nel mondo della magia.
Solo chi ha sviluppato un particolare potere può entrare ma il sacrificio è enorme.
Chiunque riesca a superare le prove per accedervi, deve essere disposto a tutto pur di mantenere la pace, anche ad usare le maledizioni senza perdono sui propri cari se necessario.
Per questo i ragazzi che vengono chiamati, sperano di non dover superare mai le prove.
Tuttavia, alcuni non chiedono di meglio che entrare a farne parte visto che l'eternità è un dono molto ambito.
Nei secoli, però, i circoli si sono sempre più ristretti ed è il motivo che spinge i restanti 4 membri a cercarne altri nelle varie scuole di magia del mondo.
Ovviamente, Hogwarts non è esclusa.
Chi sceglieranno i cavalieri fra tutti i nostri eroi?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Zodiac Chronicles'
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CAPITOLO SPECIAL 6:

Aquarius & Sagittarius”




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Stoccolma, 1 Marzo 1910...


Rune camminava, con aria stanca e stravolta, per i corridoio della sua sontuosa villa attendendo, quasi con impazienza, il ritorno dei suoi due “figliocci” dalla missione che gli aveva affidato.

Ormai era quasi una settimana che li aveva spediti in Cina ad investigare riguardo una possibile ragazza con il fattore plus e, a dire il vero, non vedeva l'ora che tornassero sani e salvi.

Da quel fatidico giorno del 1817 molte cose erano cambiate nella sua vita e non nel senso positivo della frase.

Quanti amici aveva perso solo quel giorno e quanti altri ne aveva persi con l'avanzare degli anni?

Ci mancava solo che anche quei due si fossero messi nei guai mettendo a repentaglio la propria vita.

E poi doveva ancora raccontar loro quella cosa e preferiva dirgliela di persona, possibilmente, prima che fosse troppo tardi.


Il solo pensiero lo fece bloccare di colpo.


Già, doveva dirglielo... ma dove avrebbe trovato il coraggio di guardarli nei occhi mentre avrebbe pronunciato quelle parole?!


Il cielo iniziò a lampeggiare, preannunciando i soliti temporali a cui era abituato.

Le iridi del cavaliere dell'acquario si mossero in direzione della vetrata alla sua sinistra e, lentamente, si avvicinò ad essa iniziando ad osservare le nubi scure che ricoprivano i raggi solari.

Era solo un temporale ma mai nella sua vita, come in quel momento, sentì il desiderio di soffermarsi ad osservarlo.


Forse questo potrebbe essere l'ultimo temporale che vedo...


A quel pensiero, il cavaliere deglutì pesantemente e spostò l'attenzione al suo riflesso sulla vetrata.

Come già detto all'inizio, aveva l'aria stanca e stravolta e le profonde occhiaie che si portava appresso da giorni non gli conferivano, di certo, un bell'aspetto.


Le prime gocce iniziarono a cadere dal cielo proprio nel momento in cui si mise a ripensare alle parole che il medimago, da cui si era fatto visitare, aveva pronunciato quasi un mese prima.


Ho analizzato quello che sono riuscito a prelevare dalla massa, il mese scorso, dal tuo cervello, cavaliere, e mi addolora darti questa notizia ma... come dire... Purtroppo questa è una malattia di cui, personalmente, so ben poco. Mi sono confrontato, tramite gufo, con altri colleghi di vari continenti: America, Giappone, Australia, ho chiesto anche a qualche mia vecchia conoscenza in Cina ma niente. Purtroppo, sembra che non esista una cura per questo genere di malattia. Mi dispiace, Rune, ma non ti resta molto da vivere.”


Una settimana era tutto quello che gli restava.

Purtroppo le cellule del cervello, aveva scoperto in tale maniera il cavaliere, sono le uniche che non riescono a rigenerarsi.

E lui le aveva provate tutte.

Aveva chiesto persino a degli antichi stregoni del continente africano di aiutarlo, ma niente...


In poco tempo la capitale svedese fu ricoperta, interamente, dalla pioggia.

Rassegnato, Rune non poté fare altro che stare fermo a guardare.


Per lui, ormai, c'era ben poco da fare.


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Parigi, 5 Gennaio 1910...



Eric sbatté violentemente la propria scopa per terra, solo per il semplice fatto che fu la prima cosa che trovò non appena entrò nella sua stanza.

Era adirato, frustrato ed anche... ferito.

Cosa era appena successo?

Perché suo padre lo aveva dovuto riprendere?

Non era quello che volevano loro, esattamente tutti loro?


La famiglia La Rouge era una nobile famiglia altamente rispettabile e la Sig.ra Guerrero non era da meno in confronto al marito.

I suoi genitori si erano conosciuti a scuola.

Essendo di nazionalità francese, lui, e di nazionalità spagnola, lei, entrambi i futuri coniugi avevano frequentato la scuola europea di Beauxbatons illo tempore – a detta di Eric – e dalla loro unione tutta la società magica europea non aveva fatto che beneficiarne.


O almeno questo era il pensiero di suo nonno materno, Martin Guerrero.


Figli di Purosangue. Discendenti di Purosangue. Maurice ed Erika non avevano potuto che generare Purosangue.

Ed Eric quanto odiava quella parola.

Tutto perché, in tutta la sua famiglia, sembrava che fosse proprio lui l'unica nota stonata vivente.


Suo fratello maggiore, il primogenito maschio che avrebbe portato avanti il nome di famiglia, aveva dimostrato il suo immenso talento nelle arti magiche fin da quando gli avevano regalato il suo primo calderone giocattolo a 3 anni.

Da lì al diventare l'inventore della pozione 'rivela creature magiche', era stato un attimo.

Appena terminata la scuola, aveva venduto alla più antica famiglia di cacciatori – i Corwin - la pozione ed era andato a vivere nella sua lussuosa villa a Granada.

Sua sorella maggiore, poi, non aveva fatto altro che seguire le orme del fratello ed era diventata una famosa astronoma: aveva scoperto l'esistenza di una particolare cometa che pareva alimentasse i poteri dei maghi e delle streghe al suo passaggio.

Questa cometa, secondo i suoi calcoli, si affacciava sulla Terra una volta ogni 2.500 anni.

Calcoli che poi erano risultati, dannatamente, esatti!

Facendole guadagnare la possibilità di scrivere un libro.

Libro su cui, adesso, Eric studiava.

Al solo pensiero il biondo si avvicinò sulla mensola della libreria per prendere il tanto famoso tomo che aveva fatto guadagnare anche a lei una fortuna.

Il fratello della famosa strega Blanca La Rouge, costretto a studiare anche lui su quel coso perché 'non è all'altezza della sorella'.

Le parole di quella megera di una Stranges (vecchia 'amica' di sua madre) ancora gli risuonavano nella testa, pesanti come un martello.


Ridicolo.

Motivo per cui il libro cadde accidentalmente nel cestino proprio sotto di lui.


Scusa, sorella.


Ma la sua agonia non si fermò con quel gesto.

Il suo sguardo si soffermò sulla foto di suo fratello Maurice Antoine La Rouge II – e quel secondo, se parlavi con lui, doveva essere sempre pronunciato – a tutta velocità sulla sua scopa 'Enchantig Tornado'.

Certo era che se i suoi due fratelli maggiori lo avevano urtato fin da subito, Maurice era quello che meno sopportava.

A lui era sempre concesso tutto.

Mancava completamente di intelletto ma Merlino lo aveva premiato – ingiustamente, a suo parere – con un talento smisurato nel Quidditch.

Si era diplomato col minimo dei voti proprio quell'anno ma lui non doveva essere intelligente.


Oh, no, non sia mai.


Lui doveva solo essere veloce.

E per il nuovo cercatore dei Quiberon Quafflepunchers quello era l'importante.

Poi, che avesse quasi tutti 'Accettabile' in ogni materia possibile, era una cosa che passava decisamente in secondo piano.

E per ultimi c'erano lui e sua sorella di dieci anni.

Ma, soprattutto per gli occhi di suo fratello Maurice, c'era LUI.

Eric Maurice La Rouge, il terzo figlio maschio – quarto in ordine di nascita – che era stato ammesso a Beauxbatons solo perché il padre aveva pagato una mazzetta alla preside ad interim della scuola.

Perché proprio lui, fra tutti i suoi fratelli, sembrava essere quello meno adatto a frequentare una scuola di magia e stregoneria.

Anche perché Maurice non faceva che ricordarglielo chiamandolo magonò.


Ebbene sì.

Dopo la sfilza di fratelli super talentuosi, o cervellosi, Morgana gli aveva fatto il dono della 'normalità' e mai nella sua vita il caro Eric aveva mostrato alcun segno di magia scorrere nelle sue vene.


Mai, almeno, fino a quel giorno.


Ricordando ciò che era appena successo, in un impeto di rabbia, il biondo continuò a lanciare in aria qualsiasi cosa gli si presentasse davanti.

L'unica esitazione che ebbe fu proprio sulla foto di famiglia.

Tutti così ingessati... tutti così puliti... tutti così falsi.

Si fermò solo per poter prendere meglio la mira, dopodiché la lanciò fuori della finestra impregnando nel lancio tutta la sua rabbia e liberandola dai polmoni con un urlo quasi disumano.

Andate al diavolo! TUTTI QUANTI!”


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Stoccolma, 3 Marzo 1910...


La tazzina da thé, di pregiatissima porcellana, cadde dalle mani di Iris non appena Rune terminò il suo discorso.

Era tornata dalla missione con Nox solo il giorno prima e aveva sperato, dopo ben dieci giorni passati a dormire qua e là per gli scadenti ostelli cinesi, di riposarsi per bene. Lontana da ogni preoccupazione e qualsiasi pensiero.

Invece non erano neanche le 11 del mattino e le brutte notizie non avevano tardato ad arrivare.


Un nodo alla gola le si formò non appena i suoi occhi incontrarono quelli chiari del cavaliere dell'acquario e la sua voce tremò, decisamente, quando si decise a porgli la domanda:

Quanto ti resta da vivere?”

Rune si sistemò meglio sulla sua sedia e, posando la propria tazza sul costoso tavolo di cristallo davanti a sè, rispose alla russa con un sorriso che le parve quasi forzato.

Come se si stesse sforzando di essere forte.

Essere forte per loro due: lei e Nox.


Una manciata di giorni, ormai... La situazione è degenerata poco prima della vostra partenza. Per questo ho mandato voi due, da soli, ad investigare in Cina. E mi rammarico per non averne parlato prima ma avevo bisogno di un po' di... tempo, credo, per cercare le parole giuste con cui dirvelo”

Rune prese un respiro profondo e, senza staccare la vista dalle proprie mani, prese a torturarsi le dita con le unghie.

Era nervoso e Nox lo intuì subito.


Non doveva essere facile raccontare una cosa del genere, per questo il cavaliere del leone aveva deciso di starsene in silenzio, impassibile, e fare in modo che si sfogasse per bene.


Decisione che, ovviamente, Iris non aveva minimamente contemplato.


Alzandosi di scatto, e raggiungendolo ad una velocità impressionante, la bionda si chinò su di lui e gli prese le mani fra le sue.

Gli occhi velati da delle lacrime che si ostinava maledettamente a trattenere, pur di dimostrarsi forte anche in quell'occasione.

Ma per quanto lei provasse a nascondere la propria tristezza, la supplica che gli si leggeva in faccia era palese per entrambi i ragazzi.

Troveremo una cura! Noi siamo immortali, insomma, abbiamo bevuto l'Ambrosia direttamente dal Santo Graal quando siamo stati nominati cavalieri! Non possiamo morire!”

E pronunciò l'ultima parola quasi come se qualcuno le avesse appena pugnalato il cuore.


E, in effetti, per lei fu esattamente quello.


Rune le scostò i capelli, che stavano mutando in uno stravagante color lavanda a seguito delle sue numerosi trasformazioni, dal viso e glieli sistemò dietro l'orecchio.

Noi siamo immortali, Iris, è vero. Ma la nostra longevità è data fino a quando nelle nostre vene continua a scorrere anche una sola goccia di magia. La stessa magia che ci rende unici e speciali a questo mondo... Purtroppo o per fortuna, non lo so, la mia è data prettamente dal mio cervello. Morendo quello anche lei sta morendo dentro di me. Ed a breve...” una lacrima gli rigò il volto nonostante anche lui tentasse di trattenersi “... morirò anche io... mi dispiace ragazzi...”


A quel punto Iris si gettò completamente addosso a lui, liberando le lacrime che minacciavano di scenderle fino a pochi attimi prima.


Nox li raggiunse solo quando le cose sembrarono placarsi un pochino.

Lentamente accarezzò la spalla della ragazza, nel tentativo di rincuorarla, ed iniziò a stringerla a sé.

I suoi occhi, in quel frangente, incrociarono quelli del cavaliere ed al grifondoro bastò uno sguardo per decifrarlo in pochi istanti.


Non la lascerò mai, hai la mia parola Rune”

Ti ringrazio infinitamente Nox. Grazie, davvero.”



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Parigi, 10 Gennaio 1910...


Ho deciso che andrò a Londra”

Le parole gli uscirono secche, senza troppa esitazione.

Era passata una settimana buona ormai da quel delicato evento – così lo nominava la madre in presenza delle sue amiche con le quali si dilettava a cinguettare – e tutto sembrava essere tornato alla normalità.

Anzi, forse anche meglio di prima.

Se non altro ora i suoi genitori sembravano essersi ripresi dallo shock dell'avere un magonò in famiglia ed ora non facevano che tartassarlo di domande dalla mattina alla sera.

Avevano capito che Eric era speciale. Forse più speciale di tutti gli altri figli. E, dal che prima non facevano che vergognarsene, i suoi – come i suoi fratelli – ora non facevano che vantarsi di continuo.


Allora Eric hai avuto qualche sbalzo fuori dal normale, oggi?”


Fratellino, come ti va la vita? Ho saputo quel che è successo. Spaventoso perché Julie poteva rimetterci la pelle ma figo! Hai tutta la mia stima”


Ehy, gnomo, lo sai che non dicevo sul serio quando ti insultavo chiamandoti nullità, vero? Pace fatta fratello? Perdona il povero Maurice II”


Fratellino adorato, ora che sei un grandissimo mago strafigo, potresti aiutarmi con l'uscita del mio nuovo libro? Sai, se la gente lo vedesse in mano tua sono convinta che lo adotterebbero anche fuori dall'Europa... magari potremmo arrivare anche in America!”


Bene, figliolo, ad ogni ragazzo, un giorno, giunge il momento in cui deve farsi uomo e mostrarsi all'alta società europea. Inizieremo dalla Francia, che dici? E poi incontreremo gli sciamani africani. Ho sentito dire che sono assai influenti all'interno delle loro tribù: sia mai potrebbero tornarci utili”


Troppe pretese, troppe finte lusinghe.

Alla fine tutti volevano qualcosa.

E la risposta era ovvia: NO SU TUTTO.


Tu a Londra? Ma se non sai manco una parola d'inglese”

Le parole del suo amato fratello, Maurice II, lo fecero ridestare dal flusso dei suoi pensieri.

Credo che tu ti stia sbagliando con qualcun altro. IO, a differenza tua, studio a scuola”

Ma per quale motivo vorresti andare a Londra?” sua madre lo guardò con aria stralunata mentre, per poco, la forchetta non le scivolò sul piatto a causa dello stupore.

Voglio cambiare aria”

Non ti trovi bene in Francia, figliolo?”

No, padre, ho solo voglia di allargare i miei orizzonti

Ma finiscila gnomo! A chi vuoi darla a bere! Scommetto che muori dalla voglia di mollarci”

Se proprio devo essere sincero, Maurice, io non-”

Secondo”

Come scusa?”

Maurice secondo, correggevo le tue mancanze. E poi non dire che non sono intelligente”


Sì, decisamente una spada.


Eric alzò il sopracciglio biondo, in direzione del fratello, indeciso se guardarlo disgustato o irritato.

E lui si credeva intelligente?

Suo fratello era più stupido di quanto pensasse.

Scosse leggermente la testa nel tentativo di riconcentrarsi sul suo discorso.

Comunque ho deciso così. Ho già preparato le valigie e partirò domani mattina all'alba”

Incurante degli sguardi penetranti che ogni membro della sua famiglia presente in quell'insulsa cena, il biondo continuò a mangiare il pollo con le patate cucinato dalla loro cuoca personale.

Ma... ma... Maurice digli qualcosa!” implorò la donna al marito nel tentativo di far cambiare idea al figlio.

Questo, impettendosi maggiormente nel suo panciotto di raso color grigio cielo, si schiarì la voce prima di parlargli con il più finto tono risoluto di tutti i tempi.

Eric, sappi che non approvo e come me anche tua madre non approva. E che cosa faresti una volta arrivato a Londra, eh? Dove andresti soprattutto e vogliamo parlare del clima-”

Ma il Signor La Rouge non ebbe mai modo di finire il discorso perché il figlio gli rispose prontamente alla sua ultima domanda:

Ad Hogwarts, naturalmente. Dove se no? Devo pur finire la scuola”

Un silenzio tombale scese sul tavolo e su tutti i presenti nella stanza.

L'unico rumore che si udì fu la forchetta d'argento che cadde dalle mani di sua madre.

Un La Rouge ad Hogwarts?” squittì lei nel tentativo di darsi un contegno.

Nessun membro della nostra famiglia è mai entrato in quella scuola, non da quando Edvard La Rouge litigò pesantemente con Salazar Serpeverde poco prima della sua fondazione. Da allora, a persone come noi, è vietato entrare in quel posto! E poi sei proprio sicuro che siano disposti a fare un cambio di scuola a semestre inoltrato?!” suo padre era fuori di sé dalla rabbia ma Eric non se ne curò più di tanto.

Avevano finito di mettergli i piedi in testa ora che aveva scoperto le sue abilità.

Si alzò di scatto dalla lussuosa sedia color borgogna e si decise a parlare con loro:

Ho già contattato il Preside della scuola e dice che non ci sono problemi. In inglese ho sempre avuto ottimi voti, non so se ve ne siate mai accorti, ed io partirò domani. Questo è quanto. Buon proseguimento” e detto ciò, il biondo si incamminò verso la propria stanza mollando la sua 'famiglia' nel silenzio tombale.

Una volta varcata la porta della propria stanza, Eric si accasciò sul letto rigirandosi la lettera che aveva ricevuto il giorno prima leggendo – nuovamente – il nome del mittente.


Rune Lindström, cavaliere dell'acquario, membro della Luna Rossa.


Se un tizio svedese si era preoccupato tanto per raccomandarlo alla scuola di magia inglese, beh... doveva per forza fidarsi no? Che avrebbe avuto da perdere?

Famiglia?

Poteva anche farne a meno.

Amore?

Non ne aveva nessuno.

Lavoro?

Era troppo giovane ed ancora non si era diplomato.

Niente gli faceva salire la voglia di rimanere.

Riappoggiando la lettera sul comodino, prese il libro sull'energia vitale che aveva iniziato a studiare una settimana prima e continuò nella sua lettura.

Poteva nasconderlo quanto voleva, ma Eric era terrorizzato da tutto quel potere che si ritrovava fra le mani.

Aveva vissuto una vita desiderando la magia ed ora che l'aveva... aveva quasi ucciso la sua sorellina in una stupide lite... doveva raggiungere Hogwarts ed incontrare questo Rune: chiedergli come aveva fatto a 'scovarlo' e, cosa più importante, come avrebbe fatto a controllarsi.

Era la sua priorità in quel momento e niente e nessuno l'avrebbe fermato.


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Stoccolma, 8 Aprile 1910...


Ormai era passato quasi un mese dalla morte di Rune.

Un mese.

Ma per Iris e per Nox era come se il tempo si fosse bloccato, come cristallizzato, a pochi giorni prima che spirasse.

Il salone dove Rune li aveva messi a conoscenza della sua malattia, era stato fatto coprire interamente da degli enormi teli color panna sbiadita.

Esattamente come quasi tutto il resto della villa che gli ricordasse il cavaliere.

Rune aveva lasciato tutto a loro due, compresa la villa di famiglia e tutti i suoi averi ma nessuno di loro due si sentiva come se fosse il padrone effettivo di quella magione.

Nessuno.

Tant'è che la stanza del cavaliere era stata chiusa a chiave onde evitare un qualsiasi ricordo del defunto.

L'avevano sigillata anche con vari incantesimi per assicurasi che la servitù babbana, che era presente in quella casa, non si avvicinasse.

Eppure, quel giorno, Iris aveva deciso di entrarci e di levare qualsiasi tipo di protezione dalla porta d'ebano bianco della stanza.

Era stata una decisione presa... così.

Non sapeva neanche lei perché l'avesse fatto ma aveva deciso di farlo. Ed ora, dopo che aveva levato anche l'ultimo incantesimo di copertura, l'idea di tirarsi indietro le sembrava piuttosto inutile.

Sei sicura di volerlo fare?”

Sicurissima, Nox”

Allora vengo con te”

Iris ridacchiò leggermente.

Sto solo per varcare una porta, non morirò mica” ma il tentativo di sdrammatizzare la situazione, non riscosse molto successo a giudicare dall'espressione di ghiaccio che le rivolse il ragazzo.

Lo so...” Nox le prese la mano nella propria e, guardandola con quelle iridi penetranti, terminò la frase:

... Ma io voglio starti accanto ugualmente e, fidati, che lo farò Iris. Da ora fino alla fine dei miei giorni. Hai la mia parola.”


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Stoccolma, 10 Aprile 1910...


Hai mai sentito parlare di un certo Eric La Rouge?”

No, mai”

Neanche io eppure pare che Rune stesse in contatto con lui già da un po' di tempo. Guarda qua, lettere su lettere. Non ti pare strano, Nox?”

Nox si girò verso Iris non appena la ragazza gli si avvicinò per mostrargli i pacchi di lettere che aveva appena trovato.

Dopo aver riaperto la stanza di Rune, Nox ed Iris non facevano altro che passarci quasi intere giornate là dentro.

Come se non volessero proprio accettare quello che fosse successo, ogni cosa era un pretesto per entrare e varcare la porta della sua stanza.

E più passavano le ore e più scoprivano misteri e segreti, dentro quel piccolo spazio vitale, che il cavaliere gli aveva, naturalmente, tenuto nascosti.


E quell'Eric La Rouge rientrava, perfettamente, nella categoria misteri.


Proviene da Hogwarts” constatò lui.

Il che è ancora più strano se pensi che Rune ha frequentato Durmstrang”

Già”

Come se gli si fosse appena accesa una lampadina, Nox si girò velocemente nella direzione opposta ed iniziò a rovistare fra i cassetti della scrivania.

Che stai cercando?”

Ricordi cosa ci ha detto Rune in punte di morte? Che cosa voleva che facessimo ad ogni costo?”

Iris serrò la mascella al solo pensiero di quel giorno e rispose:

E come posso scordarmelo?!”

Con un impeto di violenza, Nox staccò tutti i cassetti della scrivania nel tentativo di trovare il prima possibile l'oggetto che stava cercando.

Dove diavolo era finito?

Prese a rovistare con frenesia, fra tutti i pezzi di carta che aveva sparso per terra, ed infine lo trovò.

Eccolo!

Rune voleva che utilizzassimo il suo pugnale per localizzare qualcuno sulla mappa” con un abile gesto, tirò fuori dalla tasca dei suoi pantaloni la mappa raffigurante il mondo e la distese per bene sul suolo.

Poi, legando l'oggetto con un nastro -come aveva visto fare tante volte dal vecchio cavaliere- iniziò a farlo roteare su di essa pronunciando le fatidiche parole:

Mostrami Eric La Rouge”

Di botto questo si fermò in un punto indefinito della Scozia e, mentre il nome di Eric iniziava ad apparire sulla pergamena antica, il pugnale iniziò ad illuminarsi.

Eric La Rouge era un possessore del fattore plus. Ecco perché Rune li aveva quasi implorati, in punto di morte, di utilizzare il proprio pugnale!

Merlino, quasi non ci credo!”

Neanche io, Iris” Nox si girò in direzione dell'amica per guardarla negli occhi con un'espressione più rilassata della precedente “Penso che abbiamo trovato un possibile futuro cavaliere”

Può darsi ma dovremmo testare le sue abilità per esserne certi. Hai ancora le pergamene di Rune su tutte le prove che si sono svolte negli ordini? Potremmo prendere spunto da là”

Iris si avvicinò ulteriormente alla mappa, ancora con gli occhi spalancati per l'incredulità, e la prese fra le mani per assicurarsi di non star sognando.

Mai si sarebbe aspettata, fino a quel momento, di poter conoscere altre persone col fattore plus (oltre lei e Nox) senza l'aiuto del cavaliere dell'acquario. Ed ora dovevano persino trovarle?

Doveva ancora abituarsi alla cosa.

Nell'esatto istante in cui Iris gli porse la domanda, Nox si alzò da terra e raggiunse la libreria alle loro spalle, iniziando a rovistare sgraziatamente anche là. E fu in quel momento che Iris notò un qualcosa che prima le era sfuggito.

Accanto alla mappa, sommersa da vari fogli variopinti, stava una pergamena con gli angoli superiori leggermente bruciati e, proprio al centro di essa, vi erano scritte due parole:

Bia Foxlight”

Non appena ebbe terminato di pronunciare quel nome, il pugnale che teneva nella mano destra tramite il pezzo di corda, iniziò a roteare esattamente come aveva fatto poco prima.

Intuendo quello che sarebbe successo, la maga dai capelli violacei pose la mappa nuovamente a terra, e in quell'istante la traiettoria del cerchio si allungò per quasi tutta l'estensione della pergamena.

Ruotò una volta, due, tre.

Ruotò così tanto che Iris perse il conto.

Fino a che, come prima, si bloccò in punto ben preciso della mappa.

Città del Capo, Sudafrica...”

Il bagliore che illuminò il pugnale, successivamente, fece si che la ragazza richiamasse l'amico all'istante.

Nox!”

Cosa?”

A quanto sembra non dovremmo andare solo ad Hogwarts. Preparati a portare un bagaglio più grosso, si parte per il Sudafrica”




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Londra, 16 Ottobre 2012...


Ted continuava a sorseggiare la sua tazza di thé come se niente gli fosse mai successo.

Era riuscito finalmente a depistarli, ne era sicuro, per questo si era deciso a riposarsi dopo l'estenuante corsa che aveva appena sostenuto.

Come se essere lasciato da Victoire Weasley, quel lunedì di quella settimana non fosse stato sufficiente, aveva passato quasi tutti i cinque giorni restanti a scappare da dei ragazzini che tentavano di adescarlo con frasi del tipo “Finalmente ti abbiamo trovato”.

Ridicolo, assolutamente ridicolo.

Cosa volevano da lui?

Cosa significava quel 'ti abbiamo trovato'?

Aveva persino cambiato sembianze pur di seminarli, ma niente! Ovunque andasse non facevano che seguirlo e venirgli appresso.

E la cosa stava iniziando ad infastidirlo e non poco.


Ebbe appena il tempo di realizzare di essere al sicuro che, alzando gli occhi in direzione della strada, si era ritrovato quella ragazza dai capelli violacei a fissarlo con ostinazione.


Maledizione.


Senza finir di mangiare i dolcetti che aveva ordinato al cameriere, si alzò dal tavolo del bar in cui si era rifugiato e, lasciando velocemente i soldi su di esso, si affrettò a camminare dalla parte opposta in direzione della metropolitana.

Affollata com'era, a quell'ora, avrebbe sicuramente trovato un modo per seminarli questa volta.

Ne era convinto.

Per questo, con poche falcate, non ci pensò due volte e si gettò nel marasma di gente che andava e veniva da una fermata all'altra.


Si voltò in dietro solo poche volte per assicurarsi di non essere seguito e solo l'ultima volta che lo fece, quando si rese conto che dei tre dell'Ave Maria non c'era traccia, si decise a rallentare e poi a fermarsi.


Ted sospirò passandosi una mano fra i lunghi capelli blu che aveva mutato durante il tragitto, nel tentativo di non farsi riconoscere, e, deciso a riprendere le proprie sembianze, varcò la porta del bagno pubblico quasi con sollievo.

Al suo interno sembrava che non ci fosse nessuno, motivo per cui si decise definitivamente a mutare il proprio aspetto.

Nel mentre iniziò a sciacquarsi la faccia con l'acqua del lavandino e, proprio quando stava iniziando a rilassarsi leggermente, in quel momento si bloccò di colpo.

Era ora che ti fermassi, ci hai fatto faticare parecchio lo sai?”

Il castano si voltò di scatto e si ritrovò di fronte il ragazzo moro che aveva tentato di fermarlo il giorno prima.

Cosa vuoi ad me?”

Devi venire con noi”

Io non verrò proprio da nessuna parte”

Devi, è il tuo destino e noi abbiamo bisogno di te”

Me ne frego di te e degli altri due amichetti”

Chi hai chiamato amichetti?”

Una voce femminile varcò la porta del bagno degli uomini e, nel giro di pochi istanti, si ritrovò la ragazzina dai capelli strampalati a guardarlo dritto negli occhi.


Che palle.


Sentite” iniziò lui nel tentativo di darsi alla fuga il prima possibile “Non voglio guai. Ho avuto una settimana stressante anche per colpa vostra, anzi soprattutto per colpa vostra e vorrei solo andarmene a casa in santa pace” sfoderò velocemente la bacchetta dalla tasca dei suoi jeans e, con un 'Bombarda' non verbale, fece andare in mille pezzi tutti gli specchi e le tubature del bagno.

Dopodiché, fuggì allegramente mutando contemporaneamente il proprio aspetto.


Ma non aveva fatto i conti con il terzo ragazzo del gruppo...


Eric si mosse, dietro di lui, nell'esatto istante in cui varcò la porta e, richiamando a sé i suoi poteri, fece in modo di risucchiargli tutte le energie necessarie a tenerlo in piedi.

Ted cadde per terra come un salame.

Ma questa è una congiura!” esplose, infine, in un impeto di rabbia.

Perdonaci, di solito non operiamo in questa maniera ed io non 'attacco' se non sono minacciato, ma questa è una questione della massima importanza”

Cosa volete da me? Perché mi pedinate da giorni? Se pensate di uccidermi e nascondere il cadavere, sappiate che ho un padrino molto potente che è pronto a farvela pagare cara!”

Però, ne hai di fantasia”disse il ragazzo dai capelli scuri, raggiungendoli insieme alla ragazza dai capelli violacei, non appena questo iniziò a sbraitare guardandolo alzando un sopracciglio.

Non ti succederà niente di tutto questo” continuò il biondo, guardandolo con un'espressione al metà fra il divertito ed il serio.

Allora cosa volete? Dannazione, mi state facendo diventare pazzo! Giuro che appena riuscirò a riprendermi mi vendicherò su ognuno di voi tanto da farvi implorare il mio perdono!”

Nell'esatto istante in cui Ted pronunciò quelle parole, un alone di luce accecante lo inondò da capo a piedi, costringendolo a chiudere gli occhi.

Una ragazza dai capelli ramati e dai particolari occhi color topazio, si materializzò proprio di fronte a lui.

Il tatuaggio sul suo braccio non faceva che risplendere della stessa luce che l'aveva appena accecato.

Luce, che poi, non aveva abbandonato lo spazio e la circondava come se la stesse proteggendo e uno strano calore, molto simile ad un senso di fiducia, aveva iniziato a farsi spazio dentro di Ted.


Cosa sta succedendo?


Ted Remus Lupin” iniziò lei, lentamente, avvicinandosi appena a lui “Mi chiamo Bia Shamsi Foxlight, sono il nuovo Cavaliere Reggente degli ordini della Luna Rossa e del Sole Nero e loro sono i miei cavalieri” Bia si girò in direzione degli altri ragazzi e li indicò con la mano destra “Non vogliamo farti del male ma abbiamo bisogno che tu ci segua per verificare un dubbio che non fa che affliggerci da quasi dieci giorni”

Il suo sguardo ambrato si posò su di lui con fare quasi amorevole.

Allargando l'espressione in un sorriso sincero, Bia allungò la mano in direzione di Ted.

Verresti con noi, Ted?”

Forse fu il suo modo di fare stranamente gentile, forse fu il fatto che quella luce che aveva visto non aveva ancora abbandonato la figura della ragazza, forse fu quel calore che sentiva ampliarsi nel petto.

Fatto sta che Ted afferrò la mano di Bia quel giorno.


E dopo poco tempo fu nominato Cavaliere del Sagittario.


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Un anno dopo le selezioni...


Insomma, come sei diventato cavaliere tu?”

Come mai questa domanda?”

Ted si girò in direzione della ragazza, piegando leggermente la testa di lato, ed iniziando a guardarla con aria divertita.

Kendra era immobile, stesa sul prato del giardino del Castello che avevano costruito, intenta a continuare a fissare le stelle nel cielo.

Quella sera ci sarebbe stata l'eclissi lunare e la Luna si sarebbe tinta di rosso sangue come l'ordine di cui facevano parte, la Luna Rossa, per questo aveva deciso di passare la serata ad osservarla mentre nasceva e cambiava colore.

Mutava esattamente come il suo, ormai, fidanzato sapeva fare così bene.

Per questo si era decisa a porgli quella domanda.

Tutto un flusso di pensieri aveva portato a lui ed ora attendeva, con un'impazienza nascosta, la risposta da parte di Ted.

Allora? Dai raccontamelo, voglio sapere”

Veramente c'è poco da dire... mi hanno trovato, mi hanno assillato e mi hanno convinto. Un po' come tutti voi, credo”

Ed hai dovuto affrontare delle prove anche tu?”

I limpidi occhi azzurri di lei incrociarono quelli muschiati di lui e poi continuò:

Tipo... che ne so... le tue paure più profonde, le tue debolezze... cose così?”

Mi stai facendo queste domande perché ti interessa davvero? Oppure perché, in realtà, vorresti conoscermi meglio?”

Kendra si morse il labbro inferiore con fare dubbioso.

Preferisci che ti dica la verità o la parte che vorresti sentirti dire?”

A quell'affermazione Ted esplose in una fragorosa risata e, piegando le braccia sotto la nuca, ritornò alla contemplazione del cielo notturno.

Perché ridi?” esclamò lei ridacchiando.

Perché è proprio la risposta che mi sarei immaginato da te: furba, astuta ed alla 'te lo dico e non te lo dico' come fai tu di solito”

La corvonero si girò maggiormente verso di lui e, facendo leva sui gomiti, alzò leggermente il busto.

Nel frattempo, un'aria divertita le si stampava sul volto. Ma era intenzionata a non cedere, per questo continuò a stuzzicarlo per bene:

Pensi di conoscermi così bene, eh Lupin?”

Il tono che aveva usato era decisamente intenzionato a far salire i nervi a qualsiasi persona esistente sulla faccia della Terra.

Qualsiasi.

Eccetto Ted Lupin il quale, a differenza di quello che stava affermando la sua ragazza, la conosceva anche fin troppo bene.

Si alzò anche lui sui gomiti ed allargò il suo sorriso in un'espressione di finta smorfia sofferente “Non è così, Kendra?” dopodiché iniziò a scendere lentamente, avvicinandosi al volto della ragazza.

Non saprei...”

Nervosa, e con il cuore che le batteva all'impazzata, Kendra si morse nuovamente le labbra in un gesto quasi involontario quando il suo sguardo si focalizzò sulle labbra dell'ex grifondoro.

Gesto che fu interpretato da Ted come un tacito consenso a quello che stava per fare.

Si fermò a due millimetri dalle labbra di Kendra.

Il respiro caldo e regolare, era decisamente differente da quello della corvonero.

Forse dovremmo-” si schiarì leggermente la voce a causa del pensiero poco casto che gli aveva appena attraversato il cervello “Dovremmo continuare a guardare l'eclissi prima che sparisca”

Palesemente divertita, Kendra roteò gli occhi al cielo.


Sei proprio senza speranza.


E, tirandolo per il colletto della camicia, sospirò a fior di labbra:

Sta zitto e baciami”



The End



Angolo Autrice:


E buonasera a tutti! ^^


Come avete avuto modo di leggere, questo special parla quasi interamente dei 'vecchi' cavalieri degli ordini e di come si sono svolte certe dinamiche.

Mi ricordavo che alcune di voi avevano chiesto più volte spiegazioni e spero, con questo capitolo, di aver risposto in gran parte ai vostri dubbi.


Che dire... vi aspettavate certi atteggiamenti da parte dei ragazzi? Mi riferisco, in particolare, a Ted ed Eric xD


Scherzi a parte, volevo annunciarvi (?! sarà il termine giusto? Bah...) una cosa:

Tecnicamente, alla fine effettiva della storia, mi manca da completare solo due capitoli (il finale e l'epilogo l'ho finiti in vacanza) e gli special restanti.

Quindi colgo l'occasione per chiedere alla creatrice di Leila se, gentilmente, potrebbe mandarmi il ricordo che dovrei raccontare nel suo capitolo :)


Il prossimo capitolo arriverà (al 90 %) fra sabato e domenica prossima.


Spero vi sia piaciuta la lettura.

Baci

Vic


P.s.

Ho iniziato una storia incentrata su James e Lily (si chiama Gamblers e poteta vederla tranquillamente cliccando sul mio nickname).

Ve lo dico... così... Per chi volesse leggere una storia alternativa, senza impegno :)


  
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