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Autore: RinoaHeart    08/09/2017    4 recensioni
Mousse, pensando a quanto sia sfigato, dà vita, non si sa in che modo, a uno sconvolgente cambiamento che porterà non pochi problemi a Nerima. Cosa succederà fra Ranma e Akane? E Shampoo, come vivrà la cosa? E Mousse, come la prenderebbe se il suo desiderio segreto venisse realizzato?
[Akane/Ranma - Mousse/Shampoo]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Mousse, Ranma Saotome, Shan-pu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mousse si sentiva a suo modo felice. Provava una rilassatezza che non sentiva da...anni? Sicuro non da quando era arrivato a Nerima. Eppure, era tutto così semplice, non stava facendo nulla di complicato: dopo una noiosa, ma rilassante, mattinata a scuola alla pausa pranzo Mousse si era ritrovato coinvolto con i compagni di classe del suo acerrimo nemico, che lontano dai casini che ciclicamente avvenivano nella sua vita era un ragazzo come gli altri. Mousse era rimasto silenzioso osservatore della conversazione, utile per poter studiare il tenore delle loro conversazioni: videogiochi, Mousse per fortuna era appassionato abbastanza da poter intervenire qui e lì, manga, ok e gli ultimi avvenimenti della scuola, a cui lui prestò particolare attenzione per poter meglio ricoprire il suo ruolo da involontario impostore….era tutto nella norma. Daisuke solo per un attimo si fermò a guardarlo. “Ranma oggi sei strano...come mai così silensioso?”
Eddai lascialo stare, avrà litigato con Akane no?” lo zittì Hiroshi  e dandogli una gomitata.
Ranma-Mousse arrossì per un attimo, per un motivo diverso da quello che credevano i due ragazzi, ma il rossore fu sufficiente per convincerli della motivazione. Mousse conosceva a malapena Akane, figuriamoci farla arrabbiare! Piuttosto voleva crearle meno problemi possibile. La pausa finì, e dopo un’altra sequela di lezioni noiose ci fu un compito a sorpresa, che non sorprese affatto Mousse. Finì il compito con discrezione ma in largo anticipo, quasi sforzandosi di farlo male, ma a un certo punto lasciò perdere. Si ritrovò a pensare a Shampoo e Ranma, nel suo corpo, al Neohanten… Come stava andando? Ranma era sicuramente più agile di lui e la vecchia lo avrebbe apprezzato...ah cosa avrebbe dato per vedere se stesso ricevere i complimenti della nobile Cologne! Non che lo odiasse eh, del resto sua madre era stata una sua allieva, ma lo trattava come una nullità e per una volta sarebbe stato bello vedersi riconosciuto in qualcosa da una delle persone più importanti per Shampoo... Ah Shampoo… chissà cosa stava facendo, chissà se si era avvicinata a lui solo perchè la sua personalità era assente, rimpiazzata dal suo stupido antagonista.
I suoi pensieri furono interrotti dalla campanella e da Akane Tendo che si piazzò davanti a lui sorridendo. Certo, non era bella come Shampoo e a lui piacevano i capelli lunghi, però era molto carina a guardarla bene, poteva capire perché fosse così corteggiata. Aveva notato che anche fra le ragazze era molto famosa e ricercata, soprattutto a pranzo. “Andiamo?” le chiese anticipandola. Lei arrossì e stava per dire qualcosa ma semplicemente abbassò lo sguardo e gli fece cenno di seguirlo. Cosa aveva fatto ancora??
“Non dovevo dire andiamo?” le disse appena usciti dalla classe in vista degli armadietti.
“No...no. Mi ha solo fatto...beh strano!” rispose distogliendo lo sguardo. Lui sorrise e le diede una veloce patta sulla testa, stando attento a non farsi vedere da nessuno, ma dovette poi virare subito sentendosi osservato.
“Forza scema, andiamo a casa!” affermò ad alta voce cercando di imitare al meglio il tono di Ranma, più impostato e deciso del suo. Lei di riflesso incondizionato si ritrovò a lanciargli una cartella in testa ma Mousse, forte della vista acuta non si fece cogliere impreparato e bloccò il colpo a mezz’aria. “Akane, sai fare di meglio, sappilo.” sentenziò severo. Akane lo guardò esterrefatta ma non fece in tempo a replicare che una voce conosciuta arrivò alle sue orecchie. “Ranma, Akane...sempre alle solite eh?”


“Mousse tavolo 5!”
“Mousse c’è il conto al tavolo 8!”
“Mousse piatto di xiao mai in arrivo!”
Ranma si stava per impiccare con i non-suoi stessi capelli. Veramente, altri 5 minuti e sarebbe saltato in aria riempito di un esplosivo forgiato dal suo odio per le due virago cinesi che dalle tre del pomeriggio non lo avevano fatto neanche sedere o bere.
“Come diavolo fa quel papero a sopravvivere?”
Il dannato ristorante era poi incredibilmente pieno. “E’ la giornata del gatto e abbiamo fatto una promozione speciale, ecco perché è pieno” gli spiegò Cologne quasi come avesse intuito i suoi pensieri mentre gli passava soddisfatta due piatti.
“Ma com...?”
“Trecento anni ragazzo, e conosco le espressioni di Mousse come le mie tasche, anche se le fai tu. L’ho cresciuto quel bamboccio.”
“Ah sì, e perché allora lo tratti sempre così male?” inquisì la vecchia che di tutta risposta gli lanciò altri tre piatti che lui quasi non prese, tanto era stanco e con gli occhiali appannati dal calore. “Non abbiamo tempo per cianciare ragazzo su!” e lo mandò via con una spinta, mentre il ragazzo cercava di mantenere in equilibrio i troppi piatti bollenti.
Ranma andò a consegnare le pietanze visibilmente provato. “Ehi Mousse oggi non sei pimpante come al solito che succede?” chiese un cliente evidentemente abituale.
“Già oggi non ci rallegri con qualche spettacolo dei tuoi?” disse un altro vicino a lui.  “PURE I SPETTACOLINI DI MAGIA NO EH” iniziò a scaldarsi ma Shampoo intervenne, tappandogli la bocca.
“Oggi abbiamo troppo da fare signori clienti scusateci per il disservizio!” disse con un sorriso così falso e mieloso che Ranma quasi rabbrividì... L’intero ristorante era intriso di un'aura negativa che però i numerosi avventori non percepivano.
“Mousse sbrigati a fare i conti del tavolo 7 10 e 4” disse mollandogli con malagrazia 3 lunghissime comande. “Ok dove trovo una calcolatrice?” chiese d’istinto ma quasi fu fulminato dalla cinesina. “Ma scherzi vero? “ si avvicinò e gli sussurrò “Mousse li fa a mente. E di corsa anche.” “Di corsa? Ehi ma che scherzi?” ma lei se n’era già andata. Corse da Cologne che aveva assistito alla scena e gli lanciò una calcolatrice degli inizi anni 80 probabilmente, tutta unta di grasso e coi tasti incrostati. “Forza ragazzo mio, che sei lento!! Come guerriero sei geniale ma come lavoratore gli dei me ne scampino!” sbuffò la vecchia che sembrò spazientita per la prima volta in tutta quella situazione assurda.
Ranma si sbrigò a fare i conti, ma comunque si ritrovò a sbagliare due scontrini su tre. “No Mousse, questo è un 4 non un 7.” lo riprese Shampoo davanti a tutto il tavolo facendolo scusare. “Ma come? Quello scarabocchio è un 4?” ma dopo lo scappellotto si riprese e si prostrò ai clienti chiedendo perdono.
La serata finì, alla fine, e Ranma aveva tutto a pezzi: nessun allenamento, per quanto duro e impervio, l’0aveva mai piegato così, neanche quando era stato rapito da Picolet. Aveva i muscoli in fiamme, le ossa a pezzi, aveva sete e quei dannati capelli lo stavano strozzando, ingolfato in una tunica che aveva raggiunto i i centocinquanta gradi celsius ormai. Doveva probabilmente andare anche in bagno ma aveva ormai perso le funzioni corporee.



“U-ukyo!?” la ragazza fu sorpresa di vedere la bella cuoca, con uniforme femminile quel giorno. “Non eri in partenza?” disse con voce quasi strozzata.
“Lo so che vorresti che mi levassi di torno Akane, ma invece sono ancora qui!” e ignorandola si piazzò vicino a Ranma che iniziò a deglutire rumorosamente. “Ciao Ran-chan, ti sono mancata?”
“Ehm… no?” rispose lui sinceramente. Non andava d’accordissimo con la pazza delle okonomiyaki e le sue mani sul suo braccio lo stavano infastidendo, quindi si levò da quella presa con estrema decisione. “Come mai non sei partita?” aggiunse con una certa freddezza, che in realtà denotava solo l’interesse minimo che provava nei suoi confronti. Akane dal canto suo tratteneva a stento le risate: quanto sarebbe stato bello vedere tutta quella decisione in Ranma! Come se l’era scollata subito! E infatti la reazione di Ukyo non tardò, facendola sentire quasi in colpa. “M-ma...ma come Ranma non ti ricordi? E perché mi hai scansata così? Non sono la tua fidanzata carina?” disse cercando di prendergli la mano ma lui la rifiutò quasi scottato. “Ehm, Kuo...Ukyo, non mi hai risposto…” cercò di sviare. Ukyo iniziò a scaldarsi. “Beh se proprio lo vuoi sapere Ranma ero rimasta perché fra due giorni era l’anniversario di quando ci siamo conosciuti...ma se questo è il trattamento che mi riservi me ne vado a Osaka per il concorso degli chef di okonomiyaki senza rimpianti!!” Con un solo gesto si sfilò la lunga pala dalle spalle e la scagliò contro la faccia di Ranma che però con un gesto abile, anche più dell’originale notò Akane, si scansò e la fermò, quello con meno potenza di quanto avrebbe fatto Ranma stesso. “Allora ti auguro una buona partenza Ukyo, e in bocca al lupo per la gara!” esclamò senza scomporsi mentre le porgeva la pala con un sorriso e un lieve inchino. La ragazza dai lunghi capelli si trovò spiazzata. Perché Ranma non si arrabbiava, non si scaldava, non cercava di giustificarsi...e perché Akane rimaneva in disparte? Li guardò a lungo prima l’uno e poi l’altra. “Ranma, oggi non ti riconosco proprio...mi hai fatto davvero arrabbiare. E tu Akane, non so cosa hai fatto ma al mio ritorno non sarà così’ facile liberarti di me.” cominciò ad andarsene infuriatissima, rinfoderando la pala ma si girò ancora una volta “Non ti porterò neanche un souvenir Ranma!” Mousse si aggiustò il codino lievemente sceso mentre la guardò porgendole la cartella che era caduta nel trambusto. “Andiamo Akane?” la invitò con calma come se nulla fosse accaduto. Akane sorrise. “Almeno ci siamo tolti un problema… certo che mi ha fatto strano.”
“Cosa?”
“Vederti scrollare di dosso così Ukyo. Lo sai no? Ranma è sempre così impegnato a godersi le attenzioni di tutte che è un accadimento raro.” disse mesta.
“E’ un idiota. E poi io a malapena conosco Kuonji...inoltre, non sopporto il contatto fisico.”
“Ma se cerchi sempre di abbracciare Shampoo!” Il ragazzo ebbe la decenza di arrossire violentemente prima di ribattere “Che c’entra, io e Shampoo siamo cresciuti insieme, abbiamo confidenza….” poi le porse la mano gentilmente per farle scendere l’ultimo scalino.
“E il contatto fisico?” disse un po’ maliziosamente Akane stupendo se stessa in primis, accettando l’offerta.
“Sono o non sono il tuo fidanzato Tendo?” le disse sornione e lei non poté trattenere la risata mentre scendeva lo scalino.
“Sai che sei davvero ... diverso da come mi aspettavo?” esordì dopo poco che si erano avviati.
Lui sbuffò sorridendo.
“Chissà perché me lo aspettavo….e come pensavi che fossi Akane Tendo?”
“Non so tipo antipatico, o noioso. Invece sei molto educato e fai un sacco di battute.”
“Ah sì? Non so penso che queste siano le parole più gentili che qualcuno mi abbia rivolto ahahhaha!” disse portandosi la cartella dietro le spalle e ad Akane quasi mancò un battito. “Anche tu sei molto diversa da come ti vedo di solito Akane.” Lei lo fissò sorpresa, fra l’intimorito e il curioso. “Ma sì, sei veramente molto gentile, e non mi è sembrato per niente che tu oggi fossi un maschiaccio come dichiara sempre quell’idiota che mi sta abitando in questo momento. “Ah, fra le altre cose…” si avvicinò pericolosamente. “Odio le okonomiyaki.” le sussurrò prima di allontanarsi fischiettando.
Akane ebbe un batticuore di cui si pentì amaramente subito dopo. Era Mousse, Mousse! Non Ranma, dannazione! Solo perché si era comportato come avrebbe sempre voluto che facesse il suo vero fidanzato, quello non era lui. Non era il ragazzo che… Che cosa, esattamente?
Contemporaneamente Mousse-Ranma si era un po’ allontanato, godendosi la luce del tramonto e aspettando la sua fidanzata fittizia. Era una vita semplice quella: nessun lavoro, nessuna levataccia... sì, ok qualche fidanzata pazza, ma niente che non potesse gestire, rispetto alla violenza di Shampoo che sicuramente non si sarebbe viva. Ora sarebbe tornato a casa e… cosa? Non aveva tempo libero da almeno tre anni. Non che al villaggio poi fosse chissà quanto libero, essendo un ragazzo.
Si girò verso Akane che nel mentre era arrivata da lui “Akane, cosa fai nel tuo tempo libero con Ranma?”
La ragazza sembrò pensarci un attimo, spiazzata. “Intendi quando non siamo inseguiti da pazzi che vogliono battersi con Ranma, incluso tu, o aspiranti fidanzate, o matti extra?” lui rise di cuore annuendo. “Beh… non so di solito prima di tornare a casa a studiare o allenarci andiamo a prendere un gelato. Ranma solitamente si trasforma in ragazza e fa la gatta morta per avere il gelato gratis.” vide Mousse diventare blu e rosso, a fasi alterne.
“Santo cielo ma è orribile. Non voglio trasformarmi. MAI.”
“Succederà lo sai?”
“Sì ma cercherò di evitarlo il più possibile, del resto sono allenato con me stesso. Sai diventare una papera è abbastanza terribile.”
“In effetti….” Rimasero un attimo in silenzio, indecisi.
“Sai che... non mangio un gelato da anni?”
“Allora andiamo no?”
Lui annuì ma poi si fermò “Ah no aspetta Akane! I miei soldi... Sono al Nekohanten!” concluse a bassa voce grattandosi la nuca.
Akane si soffermò a pensare. “Mmmm… non ho voglia di rivedere Ranma…. Non ancora almeno… ti dispiace se offro io stavolta?” Il diniego fu immediato. “Non se ne parla proprio! Farmi offrire da una ragazza, no.”
Akane lo spinse nella direzione giusta, insistendo “Dai dai dai voglio un gelato...penserò a farmi ricompensare con qualcosa! Domani abbiamo anche il compito di matematica, ho bisogno di zuccheri.”
“Matematica? Santo cielo che noia….” sbuffò lui e Akane non poté far a meno di trovare quella frase ridicola detto da colui che al solo pensiero del compito di matematica piangeva.
“Ma tu sei così bravo dannazione? Il compito di oggi non ti ha minimamente scalfito!”
Lui fece spallucce. “Che posso farci?” e lì le sembrò un po’ il suo Ranma. Ma il pensiero fu subito distolto da Mousse che sbattendosi il pugno e inalberandosi, oh come era se stesso in quel momento!, dichiarò deciso
“Akane! Ecco come mi sdebiterò: ripetizioni, di matematica, o ciò che vuoi, in cambio del gelato!” le fece un sorriso a trentadue denti che Ranma non esibiva mai, da vero esaltato, molto buffo.
“Cosa??Ma scherzi??”
“No affatto. Così mi sentirò meno in colpa.” concluse a braccia conserte.
Akane ci pensò un attimo, all’inizio perplessa, ma poi realizzò la convenienza della cosa “Gelato in cambio di un insegnante  insegnante privato? Oddio questa situazione potrebbe iniziare a piacermi!”
“Non scherziamo Akane,  mi mancano i miei capelli lunghi!”
“E Shampoo no?” sorrise maliziosa.
“M-ma che c’entra quello è scontato!”

 

Chiuso il ristorante alle spalle dell’ultimo cliente Ranma non ci pensò due volte a disfarsi dell’ingombrante tunica e fiondarsi in cucina per andare a bersi la prima brocca d’acqua trovata sul tavolo. Finito di bere si ritrovò le facce sconvolte di Obaba e Shampoo a guardarlo.
“Non mi guardate così. Non vi azzardate. Stavo MORENDO! Voi siete pazze. Pazze. Non bevevo da oggi alle tre! E’ l’una di notte!”
Obaba rise sonoramente e Shampoo si sforzò di sorridere. “Mi dispiace ail...cioè Ranma...ci siamo fatte prendere la mano...tu non sei Mousse!” si avvicinò porgendogli un fazzoletto cercando di ignorare la seconda esibizione a torso nudo del corpo di Mousse della giornata.
Ranma lo prese con malgarbo e iniziò ad asciugarsi il sudore che lo ricopriva. Vide Shampoo mordersi la lingua prima di riprenderlo. “Non sei molto bravo coi conti vero?” cercò di scherzare.
“E tu non sei molto brava a scrivere eh? 4 o 7 dannazione?” Ranma era già abbastanza stressato per sentirsi pure riprendere dalla pazza coi capelli viola.  Shampoo però non la prese bene e  fece una faccia davvero offesa, piantando i pugni sui fianchi. “Senti, già mi tocca scrivere gli ordini in giapponese perché tu non sai leggere le nostre sigle, che altro dovrei fare?”
“Scrivere, farmi bere, farmi andare in BAGNO e magari darti una calmata!?”
Shampoo non ci vedeva più dalla rabbia. Era Ranma, Ranma!!  Ma non funzionò stavolta e si ritrovò a dargli un poderoso calcio che però fu bloccato a mezz’aria e facilmente parato. “Che c’è sei fuori  allenamento Shampoo?” le disse canzonatoria avvicinandosi a un centimetro dalla sua faccia a abbassandole senza troppo sforzo le braccia che cercavano di scansarlo. “E ci credo, del resto se lavori quattordici ore al giorno come ti alleni? E come si allena questo poveraccio?”  disse lasciandola di getto e guardandosi i pettorali e le braccia, che nonostante tutto erano ben scolpite.Obaba si avvicinò dopo aver finito di riporre i tovaglioli.  “Su futuro...cioè Ranma... sembri davvero un po’ una mammoletta così... che vuoi che sia un po’ di sano lavoro”
“Questo si chiama sfruttamento minorile dannazione e io vorrei la mia paga grazie!” disse tendendo la mano.
La vecchia  lo guardò scuotendo la testa “La paga è il venerdì!”
“CHE COSA? Ho sgobbato come un mulo! Non mi importa vecchia, ora la anticipiamo questa paga perché IO devo andarmi a fare delle lenti a contatto.”
La vecchia rovistò in tasca sbuffando e gli diede la paga. 1000 yen. Non ci avrebbe comprato neanche un pasto decente con quei soldi. “Ma stiamo scherzando? 1000 yen dopo dieci  ore che ho lavorato in condizioni subumane? Ma vuoi che chiamo la finanza?” Obaba iniziò a spazientirsi.
“Mi stai minacciando? Ricordati che devo studiare il modo di farti tornare nel tuo corpicino mio caro futuro marito” disse scandendo le parole.
Lui non si lasciò di certo intimorire e la sovrastò nuovamente. “Senti vecchia, non mi interessa, io un modo per tornare normale lo trovo, vado in Cina, non lo so, ma tu come trovi un modo per giustificare il lavoro minorile sottopagato di due persone alla polizia?” disse indicando anche la sua coetanea che era basita a fissare la scena, in piedi a bocca aperta. “Che neanche vanno a scuola , fra l’altro.” diede il colpo di grazia.
La vecchia cedette. Prese il borsellino mettendogli in mano una banconota da 10 mila yen. Dieci volte tanto! Lo fissò a lungo prima di parlare nuovamente. “Non mi piacciono i ricatti ragazzino, ma vatti a fare una visita e comprati quelle benedette lenti. ”
Il ragazzo volò via ignorando la vecchia strega che sbraitava sul come trovare una soluzione per quello scambio di corpi che le stava dando noia. Non si accorse di essere seguito da un’ombra viola.
“Ranma! Ranma!” il ragazzo si girò e vide la cinese più testarda di Nerima materializzarsi dietro di lui. “Lasciami in pace Shampoo! Non ho voglia di vederti fino a domani mattina, porca miseria!”
Era vero. Shampoo era odiosa. Perentoria, mielosa con i clienti, certo, ma  piena di sé e prepotente con lui.
Come poteva sopportarla quel papero cretino? Ovviamente lei  ignorò il suo volere e gli fu accanto, camminando ormai.
“Perché sei scappato così?” chiese senza troppa grazia. “Vuoi andare da Akane?” la ragazza non sapeva neanche perché l’aveva chiesto.
Beccato. “Shampoo non sono affari tuoi, non sono il tuo schiavo accidenti. Lasciami respirare, dopo una giornata così voglio solo starmene in pace a prendere aria!” urlò con più cattiveria del dovuto.
“E’ stato così terribile?” aggiunse, ma stavolta a voce più bassa, quasi dispiaciuta.
“Penso una delle giornate più assurde della mia vita Shampoo. Non ho mai lavorato, ok, ma questo è troppo. Ma non ti vergogni a trattare un altro essere umano così?” Non era mai stato particolarmente fan di Mousse, ma nell’arco di poche ore aveva decisamente aumentato la stima nei suoi confronti. “Non tratto gli esseri umani così, ti sembra forse che io sia sgarbata coi miei clienti?” come si permetteva di insultarla così?
“Quelli pagano Shampoo. Pagano e sono clienti. E’ ovvio che tu sia così. Ma perché tratti così male questo povero tizio?” disse puntandosi il dito contro. “E’ vero, lo ammetto, è un gran rompiscatole, una scocciatura e appiccicoso. Ma tu sei uguale a lui eh.”
“CHE COSA??” cominciò a scaldarsi e si preparò a rispondere ma si trovò Ranma-Mousse a torreggiarla dall’alto del suo metro e ottantacinque. Ranma era troppo esaurito, stanco e arrabbiato per dosare le parole. “Non protestare sai? Fai la stessa cosa. Con me.”
Nel suo corpo non avrebbe mai avuto il coraggio o la forza di ribellarsi così, ma si sentiva in grado di esprimere esattamente ciò che pensava in quel corpo non suo. “Sei esattamente la persona che mi aspettavo che tu fossi Shampoo. Sei sempre arrogante e cattiva. Anche con Akane. E hai fatto bassezze a tutto spiano dal primo giorno che sei arrivata” vedere Mousse parlarle così a tre centimetri dalla faccia l’aveva pietrificata, ma provò a schiaffeggiarlo d’istinto. Lui la ignorò bloccandole il polso, continuando imperterrito. “E sai una cosa Shampoo? Sì, sto andando da Akane, perché è la mia fidanzata e voglio vederla!” la lasciò andare sempre in malo modo. “E ora corri pure da tua nonna  per vendicarti o per ricattarmi, che smettesse di cercare l’antidoto, non mi interessa!” concluse allontanandosi.

 

   
 
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