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Autore: Francy_Kid    08/09/2017    1 recensioni
Chat Noir, la Belva Nera, un ragazzo che ha il potere di distruggere tutto ciò che tocca: una maledizione che lo vede essere temuto da tutti. Solo una ragazza, Marinette, sarà in grado di conoscerlo meglio e capirlo.
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•MariChat•
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INIZIATA: 9 Marzo 2017
CONPLETATA: 20 Marzo 2018
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap. 24






 

Marinette era impegnata a rosicchiare il tappo della penna e pensare alla serata precedente sulla Tour Eiffel.

 

Quindi Chat Noir era in realtà Adrien Agreste, il figlio del noto stilista Gabriel Agreste.

 

La notizia l'aveva sconvolta, se doveva essere sincera.

 

Adrien era qui, ma il padre? Si credeva che entrambi fossero spariti nel nulla dopo la morte della signora, ma era solo Gabriel ad aver abbandonato Parigi senza far sapere a nessuno dove andasse, nemmeno al figlio.

 

La ragazza, la notte precedente, chiese a Chat –Adrien– se sapesse dove fosse andato il padre, così da contattarlo, ma lui rispose che non lo sapeva e che non voleva contattarlo, poiché se fosse tornato a casa sarebbe venuto a sapere che suo figlio era, in realtà, la persona più temuta della città.

 

Il biondo rimase appoggiato a lei per parecchio tempo, facendo passare anche le quattro di mattina, a scrivere con lei della sua vita passata, chiedendole, però, di non chiamarlo con il suo nome, poiché voleva mantenere tutto segreto.

 

Ovviamente non doveva nemmeno accennare al fatto che lei conosceva di persona la Belva Nera, non dopo che il suo video sulla rete iniziava ad essere un lontano ricordo e che l'accaduto sul suo terrazzo era ormai superato.

 

Marinette non poté fare a meno di pensare a quanto fosse stato sfortunato in quest'ultimo periodo: aveva perso la madre, era diventato il terrore di Parigi ed il padre non si trovava da nessuna parte. O almeno, non aveva idea di dove sarebbe potuto andare.

 

Immagini di ossa umane nello scantinato della villa e Chat Noir che rideva malignamente accompagnato da tuoni e fulmini balenarono nella sua mente, ma poi pensò che non poteva essere.

 

Era un altro dei suoi film mentali; appunti personali: basta horror prima di andare a letto.

 

Sospirò, riponendo il libro di storia nella cartella e salutare i suoi compagni mano mano che uscivano, per poi, insieme ad Alya, camminare verso l'uscita e restare con lei e Nino per chiacchierare prima di tornare a casa.

 

«È da un po' che l'ho notato, ma cosa fai la notte al posto di dormire?» domandò incuriosita la mora. «Stamattina non hai seguito nemmeno un minuto di lezione ed eri sempre soprappensiero. E non dire che leggi o guardi anime perché non ci credo.» si affrettò a dire non appena l'amica aprì bocca.

 

Marinette ci pensò su per svariati secondi: Alya era sveglia e non ci metteva molto a capire quando qualcosa non andava, soprattutto quando si trattava di lei o Nino.

 

«Devo recuperare lo studio del pomeriggio.» disse insicura, sperando di non essere scoperta.

Alya le diede un'occhiata indagatrice, per poi sorridere. «E ti credo! Dovresti fare i compiti. Sai come dice il proverbio: prima il dovere poi il piacere.»

«Sì! Sì, hai ragione. Allora corro subito a casa a fare i compiti. Ci vediamo domani!» esclamò frettolosa, per poi correre verso casa.

 

Nel mentre, i suoi due amici rimasero a guardarla entrare nel negozio.

 

«Devo scoprire che cosa macchina quella ragazza.» disse seria la mora.

«Ma se ti ha detto che guarda anime? È quello che fa di solito.» rispose Nino guardandola storto.

«Quando guarda anime mi chiama e mi racconta per filo e per segno ogni puntata, urla di felicità se c'è una scena romantica tra i suoi personaggi preferiti e piange se un personaggio muore, invece è da giorni che non mi chiama. Qui c'è sotto qualcosa.»

 

Il moro la fissò stranito.

 

«Che c'è?»

«Quella ragazza fa spoiler gratis.»

 

Fu Alya questa volta a guardarlo alzando un sopracciglio.

 

«Sono serio!»

«Comunque, io intendo capire che cosa nasconde quella ragazza. La seguirò dappertutto se necessario!» esclamò lei determinata. «Ci vediamo domani!» aggiunse, correndo a casa sua per prepararsi al meglio, lasciando Nino confuso ancora davanti a scuola.

 

 

 

—•—•—

 

 

 

Marinette entrò nella stanza di Chat, salutandolo con un cenno della mano, vedendosi restituita il gesto poco dopo.

 

«Chat, ti ho portato qualcosa da mangiare: quattro sandwich alla Marinette, due dolci e due salati. Spero ti piacciano.» disse, poggiando la borsina sulla scrivania, facendogli illuminare gli occhi e miagolare.

 

Non lo chiamava con il suo nome poiché gliel'aveva chiesto lui: si sentiva parecchio a disagio a sentire il suo nome, riportandogli alla memoria la sua vita passata, fatta soprattutto di brutti ricordi ed emozioni negative.

 

Ricordava ancora quando sulla Torre stava per perdere il controllo mentre le raccontava la sua vita.

 

L'unico modo che ebbe per farlo calmare fu togliergli il quaderno di mano e tenerlo tra le sue braccia, descrivendogli il panorama che vedeva da dove si trovavano.

 

Restarono per svariati minuti in silenzio, mentre Marinette ascoltava il respiro di Chat tornare normale e calmarsi, vedendolo poi chiedergli scusa con dei mugugni tristi.

 

Le faceva male vederlo così e rispettava la sua idea nel continuare a chiamarlo con il nome che simboleggiava la sua rovina piuttosto che con quello che gli faceva rivivere il passato.

 

Le aveva raccontato anche che aveva tentato più volte di togliersi la vita e che quando l'aveva vista in quel vicolo era come se un senso di protezione e attaccamento nei suoi confronti lo avesse invaso.

 

Marinette collegò subito l'imprinting di cui le aveva parlato Fu, annuendo mentalmente e pensando che si doveva per forza trattare di quello.

 

Vide Chat avvicinarsi a lei con un sorriso, facendo le fusa non appena gli grattò sotto il mento.

 

«Vuoi vedere l'anime di cui ti ho parlato l'altro giorno?» chiese, vedendolo annuire.

 

Qualche giorno prima gli aveva parlato di una serie animata che aveva visto più volte e che aveva adorato per la sua trama –e ovviamente non era per la divinità imbranata dai magnetici occhi azzurri, no–

 

I due si sistemarono l'una accanto all'altro sul materasso, attendendo che la connessione facesse il suo lavoro e caricasse il primo episodio.

 

«Prima di iniziare, Chat, il bagno funziona?» domandò la corvina, mettendo in pausa appena le immagini dell'anime apparirono sullo schermo.

 

Il ragazzo annuì, pensando che malgrado la casa fosse impraticabile sotto ogni punto di vista, vi era ancora acqua corrente e la luce.

 

Per sua fortuna, pensò subito dopo lui.

 

La vide sparire dietro la porta, che cigolò non appena la chiuse, e lui, non sapendo bene che fare, aprì una pagina internet e si mise a cercare qualche modo per comunicare con Marinette senza il bisogno del quaderno.

 

Il primo link che trovò catturò immediatamente la sua attenzione: linguaggio dei segni.

 

Non ne conosceva nemmeno uno e dalle immagini che vedeva su internet non erano per nulla facili, ma avrebbe fatto di tutto pur di comunicare con lei.

 

Ma avrebbe dovuto impararli anche la ragazza, ovviamente, se voleva capirlo.

 

Chiuse la pagina non appena sentì l'acqua tirare e riaprì il sito con l'episodio, facendo finta di nulla.

 

Anche lui, prima di divenire Chat Noir ovviamente, seguiva svariati anime, malgrado il tempo non gli permettesse di essere costante, ma aveva sempre terminato le serie, anche se ne aveva viste pochissime.

 

Marinette tornò accanto a lui, scusandosi e facendo patire la puntata, guatando il piccolo schermo del cellulare con un sorriso sul volto.

 

Ovviamente Chat fece fatica a seguire l'anime con la ragazza al suo fianco.

 

 

 

—•—•—

 

 

Alya la vide uscire di casa con la borsina in mano, decisasi a seguirla per scoprire dove stesse andando.

 

Erano le sette di sera e lei stava passeggiando casualmente per Place des Vosges, quando notò l'amica uscire dalla porta di ingresso laterale con aria sospetta.

 

Oppure era lei che se l'era immaginata come un ladro, ma era comunque sospetta.

 

La seguì senza farsi vedere fino a quando non raggiunse Villa Agreste, chiamata da alcuni la "Casa della Belva Nera" dopo che videro Chat Noir entrare ed uscire.

 

Se lì albergava davvero la Belva Nera, allora perché Marinette si aggirava in quel posto?

 

La seguì con lo sguardo finché non girò l'angolo e solo poi riprese a muoversi, ma quando anche lei svoltò nella strada non c'era più traccia della sua amica.

 

Controllò la via più volte, pensando che non si era per nulla immaginata Marinette e che era realmente lei.

 

Ma allora dove diavolo era finita?

 

 

 

 

 

 

 

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Ehehe Alya sospetta qualcosa e ne succederanno delle belle MUAHAHAHAHAH!

 

A venerdì ^^

 

Francy_Kid

  
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