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Autore: shana8998    09/09/2017    0 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati due giorni da quando avevo riaperto gli occhi. Zwai mi aveva portata in città, in un piccolo appartamentino lasciato lui in eredità.
Avevo passato quei due giorni a riposarmi. Non mi ero alzata dal letto se non per qualche breve tappa in bagno , nemmeno per mandare giù qualche boccone , che invece mi veniva gentilmente servito a letto dal ragazzo. Ma qualcosa in quell'apparente calma placida , non andava.
Zwai era stato sin troppo silenzioso durante la permanenza li ed avrei giurato di averlo sentito star male di notte.
Non sorrideva più, non scherzava più...Ed i suoi occhi si erano fatti sin troppo tristi.
Che gli stava accadendo?
-Ehy..-. Lo vidi entrare nella camera che mi aveva gentilmente ceduto, con un piatto di riso fumante per le mani.
Sorrise velatamente, sentendo il suono della mia voce. 
Ebbi una sensazione di stretta in petto e subito un pugno di tristezza mi attanagliò l'anima.
Mi porse il piatto e poi un cucchiaio.
Li lasciai sul comodino.
-Che ti prende?-.
Lui mi guardò ma sembrava del tutto assente.
-Nulla.-. Distolse lo sguardo.
-Zwai , dico sul serio. Che hai? Sei strano.-. I miei occhi restarono incollati alla sua immagine e decisamente il mio volto si curvò sotto un'espresione accigliata .
-Non ...Non mi sento molto bene.-. Si sfiorò il collo all'altezza dei due fori che gli avevo procurato.
Odiava ricordare ciò che era successo solo due giorni prima. Io che bevevo il suo sangue ...Un Hunter non lo fa. Un Hunter è un essere umano ...
Mi grattai la nuca scostando lo sguardo da lui.
-Ti senti ancora debole?-. Proferii quasi in un filo di voce. Mi sentivo in colpa...Terribilmente in colpa.
Mi vergognavo per ciò che gli avevo costretto a fare.
Alla domanda "cosa mi è successo?" ,subito dopo il mio risveglio, Zwai mi aveva accennato al fatto che mi ero trasformata in un End , e che l'unica soluzione plausibile per salvarmi era stata farmi bere il suo sangue .
Ma io ancora non avevo trovato un'attinenza fra il suo sangue umano ed il mio che per metà era quello di una belva.
C'era quindi, qualcosa che non riportava in tutta la sua versione e poi, altro dettaglio da non sottovalutare...Da quando lo avevo morso qualcosa era cambiato radicalmente nella mia sfera di consapevolezza.
Sapevo di dover ricordare qualcosa , sapevo di aver  superato qualcosa di doloroso ma non avevo idea di cosa.
Ricordavo lui , Lars, il campo...Ma prima? 
Sapevo di aver fatto una scoperta  importante che probabilmente mi avrebbe cambiato per sempre l'esistenza e di aver quasi ottenuto tutte le prove su dubbi che avevo ,ma non ricordavo quali fossero ne tanto meno i giorni precedenti al mio "incidente". Era frustrante avere il "cassetto della memoria" praticamente vuoto.
-Leggermente...Ma adesso vado a riposarmi, domani starò meglio...-. 
Avevo scoperto qualcosa , anche su Zwai, ma cosa? Dannazione...
-Si forse ti farà bene.-.
Quando abbandonò la stanza chiudendosi la porta alle spalle decisi che sarebbe stato meglio terminare il piatto di riso e mettermi a dormire.
Lasciai la ciotola sul comodino , quando fu vuota, e vi poggiai le posate al suo interno, poi mi stirai sotto le coperte e socchiusi le palpebre.

Non so per quanto fossi riuscita a dormire, ma nel bel mezzo della notte , rumori provenienti da dietro la porta di camera mia , mi costrinsero a sbarrare le palpebre.
"Zwai"
In un attimo mi resi conto che stava accadendo qualcosa al giovane.
Mi sollevai dal materasso portando i piedi a toccare il pavimento gelido, poi, ancora, raggiunsi la porta aprendola lentamente.
Il salone era buio , poco illuminato dalla luce bianca di qualche lampione in strada.
C'era la metà del mobilio rovesciata a terra. Vetri invadevano il pavimento in marmo bianco. 
Zwai era infondo alla stanza. Sembrava impazzito. Si dimenava , gridava...Aveva i capelli stretti fra le mani che gli circodavano il capo. Stava soffrendo terribilmente ma io non sapevo quale fosse il motivo.
-Zwai...Tutto bene?-. La mia voce si fece tremante .
Troppo debole per poterlo raggiungere.
Mossi passi soffocati sul pavimento gelido e mi arrestai di colpo quando un lampo e poi il boato di un tuono non invasero la stanza.
Portai di riflesso le mani alla bocca , vedendo la sua immagine. Venne disegnata dal bagliore chiaro proveniente dall'ampio finestrone ad ante scorrevoli come se fosse il ritratto più spaventoso mai creato prima da qualche artista.
Uno dei suoi occhi era del tutto nero. La sclera , la pupilla , solo l'iride era di un rosso vivo , inumano ...Avevo visto mille volte quegli occhi....
Dalla sua bocca due canini lunghi ed affilati facevano capolino sfiorandogli le labbra.
A breve le sue mani mutarono , lasciando che le sue unghie diventassero lunghe ed affilate armi e le sue vene si incresparono sotto la pelle resea macchiandola di un tetro blu-viola.
"E' solo colpa mia..." 
Più nei miei occhi si bagnava il suo riflesso , più nel mio petto un peso enorme si gonfiava a dismisura...
Lui stava così solo per causa mia . Io lo avevo morso, io lo avevo trasformato ...Ero io la colpevole.
-Zwai...-. Mi mossi ancora accorciando la nostra distanza.
Lui si voltò di scatto e per un attimo mi mancò il fiato quando i suoi occhi si scontrarono con i miei.
Serrai la mascella.
-Va via Ana.-. Rantolò appena.
Il fiato dai suoi polmoni usciva flebile. Il suo petto si gonfiava a fatica come se avesse fatto uno sforzo enorme...Come se, il respirare stesso fosse uno sforzo enorme...
Una pena infinita invase la mia coscienza.
Avvertii i miei occhi inumidirsi.
-NO. E' solo colpa mia se ora tu...Stai così.-. Strinsi i pugni . 
Non mi  trattenni come solitamente ero avvezza fare. Ero sicura nel tono di voce. Forse la colpa angosciante che provavo nei suoi confronti aveva cancellato persino tutta la paura che provavo in quell'istante...
-Ho detto va via.-. Le dita delle sue mani si muovevano come tentacoli.
"Anche gli End le muovono così". Era il loro modo per indicare che avevano fame , ed avrebbero attaccato da un momento all'altro.
Presi fiato, poi mi mossi.
Zwai , inditreggiò di un passo, come se avesse paura.
Ed io sapevo di cosa. 
Paura di attaccarmi, paura di bere del sangue...Il mio sangue.
-Ana...Fermati , ti prego...-. Rantolò lui.
-Vedo la tua fame negli occhi Zwai...-. Lentamente i miei muscoli si rilassarono.
-So  che provi ribrezzo per questo...Ma adesso è la tua natura...Esattamente come la mia...-. 
Scesi sulle spalle , le bretelline biache della camicia da notte che scivolò lungo la mia schiena piombando a terra.
-Anche io ricordo di aver provato "schifo" per me stessa quando ti ho morso..-. Mi arrestai ad un passo da lui, così vicino alla sua bocca che potevo sentire il tepore del suo respiro sulle mie labbra.
-Ma è solo una questione di natura...-.
-Quella non è la mia natura!-. Gridò afferrandomi per le spalle.
-Io sono un Hunter.-.
I suoi occhi quasi del tutto bestiali , si inumidirono.
Zwai aveva un viscerale odio , una repulsione quasi fuori dal normale per quegli esseri chiamati vampiri.
-Io ti faccio schifo Zwai?-. I suoi occhi si spalancarono leggermente all'istante.
-No Ana...-.
-Ma anche io sono un vampiro...-.
Ingoiò a vuoto.
-Tu non sei crudele...Tu non hai ucciso migliaia di anime innocenti.-.
-Però potrei farlo...L'unica differenza è che io , ho te. Ho il tuo sangue e tu hai il mio ...-.
Accarezzai il suo viso.
Era imperlato di sudore , e mano a mano che trascorreva il tempo si faceva sempre più freddo. Mi ricordò all'istante quello di quegli esseri.
-Mordimi Zwai...Perché ti morderò anche io...-.
Non avrebbe mai voluto artigliare il mio collo arpionandolo con i suoi aguzzi canini. Se avesse potuto trovare un'altra soluzione avrebbe fatto di tutto purché avesse potuto evitare di mordemi.
-Perdonami Ana...-.
Per tutto il tempo quella frase mi tuonò nella testa, mentre i suoi artigli si conficcavano uno ad uno nella mia pelle . Sulla spalla ,attorno al mio seno nudo , lasciando piccoli fori gonfi di sangue dietro il loro passaggio.
Il mio sangue scivolava nella sua gola . Lo sentivo defluire da me . Mi stava svuotando ma stranamente , questa volta le forze non mi vennero meno...E  mi mossi. E lo morsi , di colpo.
Continuammo quella danza di bocche intrise di sangue mentre fiumi di ricordi e consapevolezza si addentravano nella mia mente.

Lui , incominciò ad avventarssi al mio collo in maniera del tutto differente da quella che ricordava la sua natura. Di colpo, i suoi morsi voraci si fecero baci. Bollenti , bramanti di me e non del mio sangue.
Sentivo la sua lingua attraversarmi la pelle , dalla clavicola fino al lobo, lasciando dietro se una scia calda.
I miei occhi finirono per scontrarsi con il nostro riflesso sulla credenza al fondo della stanza.
L'immagine disegnata sul vetro nero , era quella di due esseri ripugnanti, due mostri...Che soffrivano per la stessa condanna...Che erano finiti per desiderarsi più di qualsiasi altra cosa...Che si odiavano per ciò che erano stati costretti a diventare , ma che avrebbero ugualmente seguito la loro natura.

Gli artigli , le iridi bordate di rosso e poi alle mie orecchie quei ringhi così famigliari ed allo stesso tempo atroci da ascoltare...

Mi soffermai sulle mie mani ...Erano armi...
Lasciai che quelle sottili lame taglienti si intrecciassero ai capelli del giovane , e lui fece lo stesso con i miei attirandomi a se.
Lo desideravo e lui desiderava me.
La voglia che avevo cresceva nel mio ventre attimo per attimo, ed anche in lui, scorgevo le mie stesse esigenze.
Si perché ora, quella che avevo di lui era un'esigenza. Una voglia assurda , viscerale , estremamente fisica.
Mi catturò le labbra. Le morse poi, il bacio si intensificò.
Le nostre bocche si schiusero , e sentii la sua lingua aggrovigliarsi alla mia e le sue mani ora fredde come il marmo, corrermi sulla pelle nuda.
Vorticosi brividi si incresparono sulla mia pelle.
-Ti voglio...-. 
 
Mi sembrò di sentir ringhiare di piacere l'essere che giaceva dentro il suo petto.
Portò un bracio a cingermi la schiena , accompagnandomi nel movimento , finchè non sentii la sofficità del tappeto sotto di noi, con la pelle delle scapole.
Non separò un istante le sue labbra dalle mie.
Ed io non avrei mai voluto separarmi dalle sue.
Ogni bacio, ogni sospiro, tutto permetteva al mio inconscio di realizzare cosa e chi fosse realmente quel ragazzo, ma il desiderio che avevo di possederlo rendeva quasi impossibile potergli dire cosa avevo capito.
Sentii la sua cinta slacciarsi tintinnando appena ed un brivido mi contrasse il ventre.
Ero agitata?
Mi pareva impossibile. Lo desideravo a tal punto da provare agitazione ?
Il nostro ventre si inarcò all'unisono un attimo prima che fosse dentro me.
Non so spiegare bene cosa provai in quell'istante esatto...Fu un susseguirsi di sensazioni ed emozioni altalentanti mischiate al piacere. Ma era innaturale. Io provavo il loro piacere , quello dei vampiri non un piacere umano .
E la cosa peggiore , era che mi piaceva molto più di ciò che sapevo di aver provato in passato.
Il sesso fra vampiri è qualcosa di veramente estremo.
Ogni sensazione viene amplifiata fino a stordirti...Ciò che provi è estacy.
Artigliai i suoi fianchi accompagnandoli nel movimento , mentre spingeva dentro me.
I suoi occhi erano fissi nei miei. Adesso non mi spaventava più quel singolo occhio da vampiro. 
Premetti più forte nella sua carne e lui capì al volo che ne volevo di più.
Io lo volevo di più.
Gemiti mi sfuggirono dalla gola e no, non volevo controllarli.
Avrei voluto urlare di piacere tutta la notte .
Lasciò scivolare le sue mani lungo le mie braccia , allontanandole da me , portandole sull mia testa.
Il mio ventre non la smetteva di inarcarsi sotto ogni singolo e ripetuto, suo movimento di bacino.
Talvolta mi mordeva. Piano. 
Piccoli morsi sul collo, sui seni , sulle braccia, e scintille mi scoppiettavano addosso ogni volta che la sua bocca catturava centimetri di me.
-Fallo ancora..-. Sorrisi mentre a fatica lo invitavo a continuare quel gioco.

Zwai...quando mi ripetevo nella testa il suo nome qualcosa esplodeva in me.
Raggiungemmo l'apice del piacere praticamente insieme. Eravamo esausti ma ora, nessuno più provava quell'opprimente senso di disgusto per ciò che eravamo.

-Non credevo che saremmo finiti...-.
Avevamo il fiatone. Ci eravamo consumati sino allo stremo.
-A fare sesso?-. Voltai lo sguardo di fianco a me , cercando il suo viso . Sorrisi.
-Sinceramente non me lo aspettavo nemmeno io...-.
Gli accarezzai una guancia. I miei artigli non c'erano più.
-Stai meglio?-.
Mi fissò.
-Decisamente...-. Poi restò per un attimo in silenzio.
-Ana...-. Si sollevò facendosi leva con le braccia.
-Credo di ricordare cosa è accaduto nel mio passato...-.
Quando proferì quella frase , tutto mi fu limpido.  Sicuramente aveva visto ciò che avevo visto io mentre bevevo da lui...
-Io so come sono diventato così...-.
Non ero stata io...
-E' stato lui...-.
   
 
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