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Autore: shana8998    09/09/2017    0 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ana....Tu credi che ciò che io ho visto bevendo il tuo sangue sia reale?-.

-Suppongo di si.-.

-Allora ...Dovremmo cercare quel vampiro?-.

Mantenni lo sguardo in un punto perso sul soffitto.

La luce fioca di una lampada di fortuna , attaccata alla presa poco lontano da noi , regalava appena un color arancio al salotto . Lo avevo avvertito come l'arancio più triste che avessi mai visto prima.

Sentivo la conclusione a quella guerra fra capo e collo. Ben presto ogni bugia sarebbe stata svelata e qualcuno avrebbe sofferto molto...

-Credo di si.-.

Molto probabilmente , quello sarebbe stato l'ultimo nostro momento di pace.

-Zwai..-.

-Dimmi.-.

Strinsi leggermente la mia mano attorno alla sua.

-Ricordi ...Tutto?-.

Non lo guardai nemmeno allora.

-mmh...Praticamente si.-.

Sospirai.

-E tu?-.

-Adesso si...-.

Mi sollevai da terra , rimanendo seduta.

Accarezzai con lo sguardo il viso del ragazzo, sapevo cosa stava pensando...

-Non voglio che lo odi.-.

I suoi occhi si spalancarono in un'espressione di stupore.

-Non è stato lui ad abbandonarti in quel bosco...Le cose gli sono solo sfuggite di mano...Lui ti voleva veramente bene...-.

Serrò la mascella.

-Non lo odio per questo...-. Si tirò su , riappropriandosi del paio di pantaloni che aveva indossato fino ad un attimo prima che ci fossimo consumati.

-Lo odio per quello che ha fatto a te...-.

-Lo hai visto quindi...-. Bastonai lo sguardo.

-Non solo...Ho anche provato le tue sensazioni...E sai qual è la parte peggiore?-. Si voltò verso me. Nei suoi occhi mi sembrò quasi di intravedervi del disgusto.

-Che nonostante tutto, tu, nel tuo inconscio , non riesci ad odiarlo...-. Proferì aspramente.

-Non è così!-. Cercai di replicare , mentre si alzava per allontanarsi dalla stanza.

Mi alzai di scatto.

Piombando in camera da letto l'anta della porta finì per sbattere contro il muro ripetutamente, tonfando rumorosamente.

Zwai era in piedi difronte al cassettone intento ad infilarsi una maglietta, non si scompose nemmeno allora.

-Devi ascoltarmi.- Ribadii isterica.

Mi guardò con la coda dell'occhio ma non disse nulla.

-Dico sul serio...Io non so cosa tu abbia provato mentre mi mordevi...Ma io di quell'uomo non ne ho voluto sapere più nulla da quando ho scoperto che c' era lui a capo dello sterminio della mia famiglia..-.

-Tu lo ami ancora Anastasia...E provi compassione per lui.-. Il sangue si rapprese nelle mie vene.

Persi un battito.

-Non lo amo...Non più, ma non nego di provare pena per la sua sofferenza.-.

Il giovane mi raggiunse.

Adesso che era ad un palmo da me, non riuscivo a sostenere il suo sguardo.

Mi accarezzò una guancia cercando di attirarsi il mio sguardo a se.

-Non voglio che provi amore per lui. Ne pena. Mi da visceralmente fastidio che tu possa essere compassionevole con una persona, ma che dico "persona", con un essere del genere...E vorrei potertelo far dimenticare ancora...Perché non meriti di star male , specie se poi è per lui.-.

I miei occhi si gonfiarono di lacrime ma adesso, riuscivo a bagnarmi nelle sue iridi.

Strinsi la sua t-shirt fra le dita appoggiando la fronte al centro del suo petto e finalmente piansi.

Lui restò in silenzio. Quello era un lato di Zwai , anzi, di Adrian, che adoravo. Il tatto per i sentimenti altrui.

Mi lasciava piangere senza nemmeno provare a buttar giù una parola consolatoria così che, il mio dolore potesse fluire indisturbato.

-Mi sento una stupida. Dannazione! Mi sono fidata di un uomo che mi ha ucciso fisicamente e mentalmente...Lui ...Mi ha usata...-. Mi accarezzò la nuca poggiando il mento sulla mia testa.

-Se non avessi accettato quell'incarico...Ma no! Come avrei potuto ! Lui mi ha controllata dal primo istante!-.

Singhiozzai.

-Sono sempre stata debole...E questa ne è la prova inconfutabile..-.

-Tu non sei debole.-. Proferì lui, di colpo.

Sollevai il viso cercando i suoi occhi.

-Una persona debole , si sarebbe già arresa. Forse anche uccisa...Tu invece sei disposta a cercare quell'uomo...E sai perfettamente per quale motivo io voglio e devo cercarlo.-.

-Perché al di la di tutto lui...E' un vampiro?-.

-Esattamente. E sai una cosa...Lui avrà sicuramente la meglio su di me...-.

-Perchè dici questo?!-. Esclamai allarmata.

Adrian , mi guardò fisso nelle iridi.

-Perché anche io, ho una sorta di debolezza nei sui confronti. Ora che ho ricordato , anche i sentimenti sono riaffiorati. Lui , è mio fratello ed io so quanto lo amavo...Lui era il mio eroe ed io ero il fratello da proteggere e lui mi proteggeva ne sono certo ...Lui mi amava-.

-E ti ama ancora...-.

-Quella che possiede ora è solo una sfaccettatura contorta dell'amore per un fratello..-. Proferì atono.

-Per questo ti chiedo di essere forte Ana.-.

-Non credi che lui ritrovandoti potrebbe cambiare ? Nessuno è così forte da restare sulla stessa linea di azioni..-.

-Essere forti, talvolta , significa accettare anche dei compromessi...Facciamo parte di due mondi troppo diversi per poter andare d'accordo. Io non mi sento un vampiro anche se ho bisogno del tuo sangue per restare in vita...E lui non lo accetterebbe mai essendo un vampiro puro sangue...tenterebbe di uccidermi ed io ...Cercherei di fare lo stesso.-.

-Veramente riusciresti ad ucciderlo?-.

Sospirò.

-Probabilmente si.-.

Una voragine di dolore separò il mio petto.

Adrian mi strinse a se.

-Giurami che non mi abbandonerai , anche se farà male.-.

-Te lo giuro.-.

 

Il giorno seguente ci svegliammo all'alba. Ormai avevamo preso la nostra decisione.

Avevamo persino un piano.

Innanzi tutto avremmo cercato Lars.

Poi ci saremmo uniti ad uno degli squadroni d'assalto e così avremmo trovato Alexander.

-Credo che questa ...Sia tua..-. Porsi un pezzetto di carta ingiallito , ripiegato in quattro parti, mentre ero intenta a chiudere il mio borsone.

-E' la foto della mia famiglia...-. Adrian si accomodò al bordo del letto stringendola fra le dita.

Adesso toccava a me avere rispetto per il suo stato d'animo...

Lasciai la stanza attendendolo all'esterno dell'abitazione.

Mi raggiunse solo una decina di minuti dopo.

-Tutto bene?-.

Annuì con il capo.

-Adesso pensiamo a cosa dobbiamo fare...-. Proferì . Ma io avevo colto in lui il dolore ed avevo percepito anche che aveva pianto.

 

Ma non c'era più tempo per piangere o per soffrire...Avevamo fatto una scelta sapendo che probabilmente sarebbe potuta essere anche l'ultima da noi presa.

   
 
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