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Autore: Ale24    18/06/2009    1 recensioni
Non avevo mai notato come potessero essere splendidi gli aeroporti.
Ci sono centinaia di persone, che partono e arrivano e tutte hanno una cosa in comune: qualcuno; qualcuno che li saluta, qualcuno che li aspetta a braccia aperte, qualcuno che li ami.
Ricordavo storie che mi avevano raccontato Bella, Alice, Rose e Esme di viaggi, avventure, anche salvataggi e alla fine erano sempre insieme, loro con i loro compagni inseparabili.
Sono convinta che i vampiri siano simili ai cigni, non per l'appariscente bellezza, ma perché anche se si rivedono dopo anni celebrano come la prima volta nuovamente il loro amore, che è rimasto immutato e puro.
I vampiri possono avere un solo compagno per tutta la loro esistenza, mi aveva spiegato Carlisle, e trovarlo può richiedere anche più di cento anni.
Ma io devo avere qualcosa di sbagliato, non sono abbastanza forte per soppravvivere altre quattro settimane da sola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Il mio viaggio era tranquillo, nonostante qualche pensiero molesto che ogni tanto mi arrivava all'orecchio da passeggieri evidentemente molto attratti dal mio nuovo aspetto. La cosa mi metteva a disagio, ma considerando che non avrei dovuto sentire quelle fantasie, feci l'impossibile per distoglierne l'attenzione. Ascoltando un po' intorno a me mi accorsi di una bambina seduta nella corsia accanto, che avevo incuriosito non per la mia perfezione, ma dal momento in cui non mi ero tolta gli occhiali da sole nonostante fossimo già in volo da più di un' ora, risi pensando che era stata l'unica ad accorgersi di quel dettaglio ma non le badai troppo dato che entro 15 minuti le nostre strade si sarebbero divise.
 Mi stupii arrivata nella capitale per la moltitudine di persone presenti in aeroporto. Feci più difficoltà a trovare il mio scalo e mi stupii di riuscire a controllare meglio la mia sete rispetto al giorno precedente, infatti, concentrandomi di più sui loro pensieri, riuscivo a concepirli più come persone che come cibo. 
 Il volo per Vancouver fu più lungo rispetto al precedente e spesso mi pentii di non aver scelto un volo notturno. Per mia fortuna ero vicino al finestrino ed accanto a me si era seduto un uomo d'affari sulla quarantina che, a quanto pare, aveva passato la notte in bianco per terminare il progetto che due giorni dopo avrebbe dovuto esporre a Vancouver; non mi creò troppi problemi poichè dopo aver rivisto il progetto mentalmente si addormentò pacificamente senza darmi troppe attenzioni. Avevo spento il cellulare già dalla mia partenza da Torino e la preoccupazione per mia madre non faceva che aumentare. Pensai a come rispondere alle sue possibili domande, anche le più svariate, e così passai il tempo fino all'ora di pranzo, quando le hostes ci portarono il cibo umano che scoprii, oltre ad essere inutile al mio organismo, diventato anche disgustoso; avrei volentieri smesso al primo boccone, ma dovetti sforzarmi ancora un po', almeno per non suscitare troppi dubbi nel mio vicino che, svegliatosi, non vedendomi mangiare, ma guardare con aria disgustata il piatto, aveva pensato che fossi "un'altra di quelle diciassetteni anoressiche" e dopo avermi sottoposto a quella breve tortura si riaddormentò profondamente.
 Guardai fuori dal finestrino e mi lasciai incantare dai colori caldi del tramonto sul mare, la giornata stava terminando proprio come avrebbero fatto le milioni di giornate che sarebbero ancora dovute venire nella mia vita, per l'eternità. Mi si strinse la bocca dello stomaco al pensiero di quella parola, avrei dovuto smetterla di sentirmi così male, mi sentivo stupida. Chiusi gli occhi e provai ad immaginare le persone che avrei potuto conoscere, le amicizie che avrei potuto stringere gli amori che avrei potuto trovare... le labbra dischiuse in un sorriso leggero, gli occhi leggermente socchiusi che brillavano, i capelli disordinati e morbidi, il volto candido, splendido... sospirai domandandomi se l'immagine di Emanuele mi avrebbe mai abbandonata... involontariamente ripensai a quel giorno; infondo sarebbe potuto essere un giorno come tanti altri, ero sbadata, mi era già capitato d ferirmi in sua presenza ma non aveva mai fatto nulla, non un movimento, una smorfia, che mi potesse far sospettare ciò che era in realtà; e allora perchè non era riuscito a trattenersi anche quella volta, perchè mi aveva inesorabilmente condannata, perchè mi aveva resa un essere maledetto, perchè, dopo tutto, non mi era più venuto a trovare in ospedale, perchè non mi aveva più cercata, perchè, perchè... iniziai a tremare in preda alla rabbia che mi offuscava la vista. Lo avevo amato, sì, ero talmente innamorata di lui, che era diventato il senso di ogni mia giornata, il mondo non aveva più colori se non c'era lui con me, non potevo stare senza di lui; e ora, ciò nonostante, non potevo non odiarlo. Risi scioccamente pensando che un sentimento tanto potente come l'amore, se tradito, non potesse che tramutarsi in un sentimento altrettanto potente e distruttivo quanto l'odio.
Dovevo calmarmi, la rabbia aveva risvegliato la sete ardente nella mia gola; così chiusi gli occhi per ascoltare nuovamente i pensieri degli altri passeggeri.
 L'uomo accanto a me stava sognando e sentendo la mancanza del piacevole sognare, decisi di ascoltare i suoi sogni... era in una stanza grigia con degli uomini in giacca e cravatta, probabilmente le persone a cui avrebbe dovuto illustrare il suo progetto, parlavano un'altra lingua e gli porgevano un foglio "Firma.." questo gli dicevano tutti, lui firmava e d'un tratto era il paradiso, una spiaggia caraibica, sabbie bianche, oceano azzurro che si perde all'orizzone, palme, sole, una ragazza che gli viene incontro, sorridente, splendida, giovane, con i capelli lunghi e d'oro - caspita ma quella sembro io! Fa tanto il bravo papino e poi sogna una ideantica a me che gli porge il cocco? - sogna pomeriggi, cene, serate, sempre in compagnia della spendida Angela, così la ribattezza, e così passano le giornate, una sera, una festa a tema tribale, lei balla, e d'un tratto il cielo si fa buoi, il fuoco più alto e gli occhi di Angela rossi come il sangue, si avvicina a lui, con aria suadente e gli sossurra all'orecchio.. improvvisamente l'uomo si sveglia, si guarda intorno, cauto, come se stesse cercando qualcosa che lo minaccia e che sa essere alle sue spalle, in quel momento si gira e guarda me, io continuo a fingere di dormire, ma sento chiaramente la sua ansia, i suoi dubbi, la sua paura. Il suo inconscio lo aveva avvertito del pericolo che correva standomi accanto, e lui, benchè si credesse uno sciocco a pensarlo, era convinto che io fossi per lui una seria minaccia. 
Per il resto della nottata non fece che svegliarsi con il fiato corto ogni mezz'ora in preda agli incubi.  
 Quando al mattino arrivammo finalmente a Vancouver, una volta presa la mia valigia e uscita dall' aeroporto, iniziai a correre verso sud. Non mi interessava cosa pensassero quegli umani in aeroporto, in tutta quella marmaglia non avrebbe destato sospetti che non mi si vedesse più di punto in bianco, e così correvo. Era stato un viaggio lungo e sentivo il bisogno di sgranchirmi le gambe, l'aria fresca sulla pelle era fin troppo piacevole. Affiancavo la 5 e mi fermai poco prima di Settle per riaccendere il cellulare, 15 chiamate perse, tutte da mia madre, volevo richiamarla ma non conoscevo il fusorario e non volevo svegliarla, anche se sapevo che non le sarebbe dispiaciuto pur di avere mie notizie, ero certa che mi avrebbe richiamata lei quando si fosse svegliata e così continuai a correre verso la penisola di Olympia in mezzo al verde che sarebbe forse diventato la mia casa.



◊ Spazio autrice:
Volevo ringraziare di cuore tutte le ragazze che seguono la storia,
che mi supportano e mi danno la carica necessaria a continuare a scrivere questa storia che altrimenti non avrebbe ragione di esistere.
Sono felice che la storia vi piaccia e che la seguiate tanto attivamente. Vi prometto che dal prossimo capitolo ci sarà più adrenalina scusatemi ma all'inizio dovevo inquadrare il personaggio e questo pezzo può essere sembrato parecchio noioso, perdonatemi se potete, farò del mio meglio.
Grazie veramente di cuore a tutte quante per il sospegno e in particolare a Gio318 che è la supporter #1 di *SecoиĐα cнαиce ♥.

Grazie di cuore
  
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